Polizia locale in mezzo al mar

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EN TI LOCALI E STATO
Sabato 6 Settembre 2014
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Per il ministero dei trasporti il comune può occuparsi anche di abusi sulla battigia
Polizia locale in mezzo al mar
L’attività di indagine si estende alle acque territoriali
DI
STEFANO MANZELLI
U
n comune marittimo
può autorizzare la dispersione delle ceneri
dei defunti in acqua
oppure incaricare la polizia
locale ad effettuare attività
di indagine anche in mare
aperto. Ma anche occuparsi
di attività amministrative diverse sino al limite del mare
territoriale come per esempio
abusi edilizi o irregolarità
urbanistiche. Lo ha chiarito
implicitamente la Direzione
generale per la vigilanza sulle
attività portuali del ministero
dei trasporti con il parere n.
8800 del 2 settembre 2014. Il
comune di Jesolo ha richiesto
chiarimenti sulla competenza municipale nello specchio
di mare antistante alla nota
località turistica. In particolare alla burocrazia municipale
interessava approfondire alcuni aspetti correlati alle buone
pratiche amministrative come
per esempio la correttezza di
una determinazione finalizzata alla dispersione delle ceneri dei defunti in mare oppure
inerenti alla competenza stessa dei vigili urbani durante i
pattugliamenti salmastri sul
bagnasciuga. Ma problematiche potrebbero sorgere anche
in riferimento alla regolarità di installazioni in mare
aperto per il divertimento dei
bagnanti oppure per attività
comunque connesse alla competenza comunale in senso
lato anche se esercitate in acqua. Basti pensare ai capanni
da pesca e a qualsiasi manufatto realizzato al largo con
caratteristiche di stabilità.
Per quanto riguarda i limiti
territoriali geografici a parere
del ministero non sussiste alcun riferimento normativo positivo. Tuttavia è innegabile,
prosegue la nota centrale, che
il comune abbia e debba poter
esercitare competenze e funzioni amministrative anche
sul mare territoriale. Come
confermato dalla sentenza
della Corte di cassazione sez.
V civ. n. 13974 del 27 giugno
2005, prosegue il parere centrale, sull’intero territorio nazionale compreso il mare convivono e si esercitano i poteri
dello stato contestualmente
a quelli delle regioni e degli
enti locali. In buona sostanza
si deve necessariamente riconoscere dignità di territorio
comunale al mare prospiciente la costa del comune sino al
limite delle acque territoriali
ovvero entro le 12 miglia dalla
costa. Con tutte le conseguenze amministrative espresse e
potenziali connesse.
© Riproduzione riservata
La nota sul sito
www.italiaoggi.it/
documenti
Aliquote e tariffe, vietato
sforare termini di bilancio
L’Anci vuole passare
da 8.100 città a 2.500
In nessun caso i comuni possono definire aliquote e tariffe con validità per l’anno in corso oltre il termine fissato per l’approvazione del proprio bilancio di previsione. A
ribadire l’inderogabilità della regola (dettata dall’art. 1,
comma 169, della l 296/2006) è la sentenza del Consiglio
di stato (V Sezione) n. 4409 del 28 agosto scorso, con la
quale è stato respinto il ricorso di un comune calabrese
che nel 2013 aveva deliberato sull’addizionale Irpef in
data 12 dicembre, circa due settimane dopo la scadenza per il varo del preventivo (30 novembre). L’amministrazione sosteneva di essere stata rimessa in termini
dall’atto di diffida con cui il Prefetto, ai sensi dell’art.
141, comma 2, del Tuel, aveva concesso un extra time di
20 giorni per licenziare il documento contabile. Secondo
tale tesi, in tali casi, verrebbe ope legis differita anche
la scadenza relativa a tutti gli atti collegati al bilancio,
compresi quelli riguardanti la misura dei tributi e dei
corrispettivi dei servizi a domanda individuale. I giudici
di Palazzo Spada hanno respinto tali argomentazioni, affermando che la perentorietà di tale termine è desumibile
dal dato testuale della disposizione di cui al citato art.
1, comma 169. In questa prospettiva, l’autorizzazione
concessa all’ente dal Prefetto ha natura eccezionale ed
è finalizzata solo ad evitare le gravi conseguenze che
deriverebbero dalla mancata approvazione del bilancio
da parte dell’ente locale.
Matteo Barbero
Passare dagli attuali 8.100 comuni a non più di 2.500,
azzerando quelli con meno di 15 mila abitanti. È questo
l’obiettivo (assai ambizioso) indicato dal sindaco di
Torino e presidente dell’Anci, Piero Fassino, per «cambiare l’assetto del Paese». Fassino, parlando alla Festa
del Pd torinese, ha fissato come dead line per la riforma
le prossime elezioni nazionali del 2019, annunciando
per l’inizio del prossimo anno una campagna di livello
nazionale per promuovere le aggregazioni fra i municipi.
«Questa è la strada che dovremmo seguire», ha aggiunto
Fassino, «anche se sarà complicato e ci vorranno strumenti idonei». E proprio sugli strumenti disponibili gli
osservatori e i tecnici stanno aprendo una riflessione.
Da oltre quattro anni, infatti, i comuni con meno di 5
mila abitanti (che rappresentano quasi il 50% del totale) sono soggetti all’obbligo di gestire tramite unione o
convenzione le proprie funzioni fondamentali. Finora,
tuttavia, i risultati sono stati quasi nulli: il percorso è
stato scandito da continue proroghe e le funzioni devolute a livello sovracomunale o erano già gestite in forma
associata (ad esempio, servizi sociali) o sono piuttosto
«leggere» (ad esempio, protezione civile o catasto). Per
arrivare ai risultati auspicati da Fassino, secondo gli
esperti, occorrerebbe soprattutto puntare sulle fusioni,
finora assai poco praticate, anche se negli ultimi anni il
loro numero è in significativa crescita.
Matteo Barbero
IL CHIARIMENTO DEL PRESIDENTE DELL’ANAC RAFFAELE CANTONE
Gare aperte a raggruppamenti sovrabbondanti
È illegittimo escludere dalle gare di di raggruppamenti «sovrabbondanti»
appalto pubblico i raggruppamenti i quali, pertanto, sono legittimi: «è
temporanei di imprese che documen- sempre consentita la possibilità di
tino requisiti di partecipazione molto costituire raggruppamenti temporasuperiori a quelli richiesto dal bando nei, anche di tipo sovrabbondante»,
di gara; per escludere il raggruppa- dice il comunicato e «l’esclusione non
mento «sovrabbondante» la stazione potrà mai essere automatica».
appaltante deve avere accertato se vi Dovrà invece essere la stazione apsia stato un reale intento anticoncor- paltante, qualora ravvisi possibili
renziale. È quanto afferma il presidente dell’Anac,
Raffaele Cantone, con un
comunicato (3 settembre
2014) diffuso ieri, che ritorna su considerazioni
già espresse nella deterSì alla gestione associata dei servizi, ma senza forzature. Il
minazione 4/2012, al fine
parametro di economicità e efficienza da seguire devono essere
di chiarire in quale misura
i costi standard e le «convenzioni a stella» che costituiscono
sia legittima l’esclusione
uno strumento duttile di associazionismo in grado di adeguardel raggruppamento cosidsi alla variegata realtà dei piccoli comuni. Sicuramente più
detto sovrabbondante per
duttile delle unioni forzose che i mini-enti percepiscono, invece,
violazione delle norme in
come l’anticamera delle fusioni. Per questo l’Anpci, Associamateria di concorrenza. In
zione nazione piccoli comuni, chiama a raccolta i sindaci dei
particolare il comunicato
municipi sotto i 5 mila abitanti in una manifestazione che si
afferma che la costituzioterrà il 16 settembre davanti a Montecitorio. Ma per preparare
ne di un raggruppamento
adeguatamente l’evento, i sindaci dell’associazione presieduta
che presenti connotazioni
da Franca Biglio si ritroveranno oggi e domani a Calopezzati
«macroscopicamente» ane Altilia, in provincia di Cosenza, per celebrare la X festa naticoncorrenziali potrebbe
zionale e la XV assemblea nazionale. Il clou dell’evento sarà
configurare una intesa fila tavola rotonda di oggi che vedrà la presenza del ministro
nalizzata a falsare e/o reper gli affari regionali Maria Carmela Lanzetta. Al centro
stringere la concorrenza e
del dibattito il no dei mini-enti al pensiero unico (quello, per
perciò illegittima.
intenderci, che dal dl 78/2010 fino alla recente legge Delrio ha
Ciò detto, però, «la possipropugnato modelli di associazionismo forzoso invisi ai sindabilità di escludere i conci) e l’apertura, invece, verso forme di autonomia consapevole
correnti deve fondarsi sule responsabile. La presenza del ministro Lanzetta sarà anche
la verifica delle concrete
l’occasione per fare il punto sul trasferimento delle funzioni
possibilità di frapporre
provinciali a comuni e regioni. Il tema dello svuotamento delle
ostacoli alla corretta diprovince sta infatti molto a cuore ai piccoli comuni spesso
namica concorrenziale da
dislocati in territori montuosi e geograficamente vasti in cui
parte del raggruppamenl’ente provincia fungeva da unico connettore. Con l’eliminazioto «sovrabbondante». Va
ne degli enti intermedi, temono i sindaci dell’Anpci, il rischio
quindi escluso a priori che
che i piccoli comuni vengano abbandonati a un destino fatto
sia vietata la costituzione
di isolamento e spopolamento si fa più concreto.
L’assise Anpci in Calabria:
gestioni associate duttili
profili anticoncorrenziali,
a «valutare in concreto la
situazione di fatto, richiedendo ai concorrenti le
relative giustificazioni».
Fra queste ragioni (legittime) il comunicato cita
gli «elementi legati ad
eventuali stati di necessità, in termini di attuale
capacità produttiva», così
come «ogni altro fattore
rientrante nelle libere
scelte imprenditoriali
degli operatori economici,
come l’opportunità ovvero
la convenienza di partecipare in raggruppamento
alla luce del valore, della
dimensione o della tipologia del contratto». In
sostanza le imprese sono
libere di organizzarsi e
non esiste una legittima
esclusione automatica,
ma dovrà essere il committente ad accertare
l’intento e l’effetto anticoncorrenziale.
Andrea Mascolini
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