speciale biogas - Agricoltura24

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BIOENERGIE
speciale biogas
E AGRICOLTURA
SICUREZZA Risultati di un’analisi condotta in Friuli-Venezia Giulia
di S.R.S. Cividino, A. Gaiotto, M. Vello, D. Dell’Antonia, R. Gubiani, G. Pergher1,
A. Fanzutto, U. Da Broi, C. Moreschi 2, A. Colantoni3
Più alto il rischio
negli impianti piccoli
1. Analisi degli incidenti gravi in impianti a biogas
Solamente
diffondendo
la cultura
della sicurezza
sul lavoro
si può ottenere
un biogas pulito
per la comunità,
sostenibile
per l’ambiente
e redditizio
per l’agricoltore
Numero incidenti per anno
(Fonte: S. Evanno, 2012)
160
140
120
100
80
60
40
20
0
2000
N
2002
2004
egli ultimi anni si è registrato un incremento significativo degli impianti di biogas da produzioni agricole (Cividino 2014).
Dal punto di vista della sicurezza, tale tipologia di impianto (di derivazione industriale e
integrato nel contesto produttivo agricolo)
ha portato alla luce una serie di criticità rilevanti, che necessitano di essere comprese
e gestite. A livello italiano non esiste ancora
una banca dati specifica atta a rilevare incidenti, incendi, esplosioni in questi impianti.
Tuttavia, i dati europei delineano un trend di
infortuni e incidenti in crescita (fig. 1).
Fermi restando gli obblighi previsti dal Dlgs.
81/08, dalle specifiche norme tecniche e
dai regolamenti emanati dalle singole regioni (nell’aprile 2014 la Regione Lombardia ha
proposto una serie di indicazioni tecniche e
linee guida per la gestione degli impianti di
energia elettrica da fonti rinnovabili, Decreto n. 6463 del 4/7/14), analizzato dal punto
di vista della sicurezza sul lavoro, l’impianto
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2010
2012
di biogas è innanzitutto un luogo di lavoro a
rischio esplosione, in quanto caratterizzato
da emissioni di gas, vapori, nebbie infiammabili in miscela con l’aria (atmosfere esplosive).
L’insieme dei parametri che regolamentano
tale rischio specifico è contenuto all’interno della normativa Atex (dalle parole ATmosphères ed EXplosibles fig. 2), che riunisce
due direttive:
• la 94/9/CE, per la regolamentazione di apparecchiature destinate all’impiego in zone a
rischio di esplosione. Si rivolge ai costruttori
di attrezzature destinate all’impiego in aree
con atmosfere potenzialmente esplosive e
si manifesta con l’obbligo di certificazione di
questi prodotti;
• la 99/92/CE, per la sicurezza e la salute dei
lavoratori in atmosfere esplosive. Si applica
negli ambienti a rischio di esplosione, dove impianti ed attrezzature certificate sono
messe in esercizio, ed è quindi rivolta agli utilizzatori.
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2. Indicazione di una zona Atex in impianto a biogas
La produzione del biogas comporta tutta una
serie di ulteriori elementi estremamente pericolosi per l’operatore: dal rischio biologico
sino ai lavori in solitudine in quota e ai lavori
notturni. Pertanto, lo scopo di questo lavoro
è indagare la reale situazione del comparto,
proponendo quindi soluzioni e buone pratiche per la gestione delle criticità rilevate.
3. Analisi dell’area formale
(campione gruppo 1+ gruppo 2)
Gestione interferenza
Documento di valutazione del rischio
Il monitoraggio in regione
All’interno del progetto Interreg Italia-Austria
IV “SmartEnergy network of excellence” è
stato sviluppato un attento monitoraggio degli impianti di produzione. Il campionamento,
effettuato tra il 2013 e il 2014, ha permesso
di analizzare 11 impianti, che rappresentano
circa il 15% degli impianti presenti in regione. Il campione analizzato è stato eterogeneo
(impianti da 40 kWe sino a 999 kWe) con una
media di circa 600 kWe. Le aziende analizzate
dal punto di vista gestionale e produttivo si
caratterizzano secondo due gruppi distinti:
- gruppo 1: aziende specializzate esclusivamente sulla produzione di biogas ed energia
elettrica, in cui la gestione agricola viene
completamente esternalizzata;
- gruppo 2: aziende agricole con impianti significativamente più piccoli, in cui vi è una
prevalenza della gestione agricola e dell’allevamento rispetto alla produzione di energia.
Dal punto di vista metodologico il lavoro ha
identificato tre specifiche aree di valutazione:
1- Area Formale, comprendente l’insieme
delle valutazioni specifiche sulla conformità formale dell’impianto: le principali documentazioni relative alla sicurezza sul lavoro
e dell’impianto, le principali autorizzazioni e
certificazioni.
Autorizzazioni
Piano formazione ed addestramento
Schemi di impianto e schemi funzionali
Documenti di manutenzione impianto,
ed macchinari in azienda
Certificato di prevenzione incendi
La documentazione presa in esame è stata
la seguente:
• piano di emergenza interno;
• valutazione del rischio Atex e relativa delimitazione delle zone con pericolo di esplosione (fig. 2);
• certificato di prevenzione incendi;
• documenti di manutenzione degli impianti
e dei macchinari in azienda;
• schemi di impianto e schemi funzionali;
• piano formazione ed addestramento;
• autorizzazioni;
• documento di valutazione del rischio;
• gestione interferenza (procedure o valutazione).
2- Area operativa per la valutazione del
rischio. In base all’osservazione diretta del
ciclo di produzione si sono definiti i livelli di
rischio e la reale esposizione dei lavoratori.
Sono stati quindi valutati i seguenti profili
di rischio: trattorista, addetto all’alimentazione e gestione dell’impianto, responsabile dell’impianto. I livelli di rischio sono stati definiti secondo una scala di giudizio. Le
valutazioni sono riferite esclusivamente alle
attività svolte in impianto. Per l’elaborazione
di questi dati si è proceduto a realizzare dei
grafici radar.
3- Area dispositivi e presidi per la gestione
delle emergenze e per la sicurezza sul lavoro.
È stata qui valutata la presenza e l’efficacia
dei principali sistemi per la prevenzione e la
gestione di un evento potenzialmente pericoloso nonché la preparazione (formazione)
degli operatori, i dispositivi di protezione individuali e le procedure di sicurezza. Due i livelli
di giudizio: presenza/assenza.
Sono stati quindi analizzati:
• dispositivi di protezione individuale;
• ossimetri;
• sistemi anti incendio;
• dispositivi per operare in aree Atex;
• sistemi uomo a terra;
• allarmi (impianto);
• procedure;
• addestramento.
I risultati
Valutazione del rischio Atex e relativa delimitazione
delle zone con pericolo di esplosione
Piano di emergenza interno
0
10
20
30
40
50
60
70
80
Conformità
Potenzialmente critica
Situazione critica
90 100
I risultati riportati in fig. 2 dimostrano che, se
da un lato gli aspetti relativi alla documentazione tecnica rilasciata dal costruttore siano
generalmente conformi, diversi invece sono
risultati i punti critici relativi alla gestione aziendale della sicurezza: le procedure operative e di valutazione del rischio hanno registrato dei livelli di criticità elevata.
Analizzando separatamente i due gruppi
campionati (fig. 3) si può evidenziare di come le aziende che come unico fattore sono
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4. Area formale: distribuzione in % di valutazioni
(gruppo 1, aziende ad alto livello di specializzazione, gruppo 2 aziende con
prevalenza agricola o zootecnica)
60%
Gruppo 1
50
39,47
40
53,49
Gruppo 2
39,47
30
20,93
20
21,05
25,58
10
0
Situazione critica
Potenzialmente critica
5. Area operativa per la valutazione del rischio
3,0
2,6
2,2
1,8
1,4
1,0
Ris
ch
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Locale tecnico con adeguata via di fuga e maniglione antipanico
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Conforme
concentrate sulla produzione di elettricità
da biogas (gruppo 1) abbiano dei livelli complessivi di sicurezza formale e documentale
maggiori alle aziende con carattere prevalente agricolo (gruppo 2). In particolar modo gli
elementi critici nel gruppo 1 sono stati: la valutazione del rischio, la valutazione Atex e gli
aspetti relativi alla stesura dei piani di emergenza e di addestramento. L’unico elemento
trasversalmente critico (gruppo 1 e gruppo 2)
è la valutazione del rischio interferenza, che
normalmente viene gestita in modo approssimativo, sia per le manutenzioni di ditte ed
aziende esterne che per le aziende agricole
e di contoterzisti che conferiscono all’interno
dell’impianto.
Elemento trasversale è il rumore
Per quanto riguarda la valutazione operativa del rischio, emerge una serie di fattori tali
da concorrere alla delineazione di un profilo
di rischio elevato per i lavoratori del settore,
per i quali, oltre ai rischi tipici del contesto
produttivo (rischio esplosione, biologico) si
aggiungono condizioni di lavoro che amplificano un evento negativo o un infortunio
(lavori in solitudine e lavori notturni) (fig. 4).
In tutti gli 11 impianti si sono rilevate fasi di
lavoro, sia ordinario che in emergenza (gestione degli allarmi), in cui l’operatore opera
isolato e in ambienti confinati. I rischi tipici
del settore agricolo sono invece presenti in
modo occasionale e legati ad attività non
funzionali alla produzione di elettricità. Unico elemento trasversale è il rumore, presente
nei locali e vani tecnici. In quest’are di analisi,
i due gruppi hanno registrato risultati simili,
con una maggiore esposizione ad alcuni fattori (biologico ed esplosione) per gli addetti
alla gestione dell’impianto.
Nell’ultima area di analisi, si sono identifica-
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6. Area operativa valutazione: distribuzione %
INCIDENTI
(gruppo 1, aziende ad alto livello di specializzazione, gruppo 2 aziende con
prevalenza agricola o zootecnica)
50%
45,2
45,8
Gruppo 1
I dati europei
delineano
un trend
di infortuni
e incidenti
in crescita; in Italia
manca una banca
dati che tenga
sotto controllo
il fenomeno
Gruppo 2
40
32,3
30
22,5
20
30,8
23,4
10
0
Situazione critica
Potenzialmente critica
te una serie di macro criticità: se i principali
aspetti relativi alla gestione generale dell’impianto sono presenti ed efficaci (DPI e sistemi anti incendio, vie di fuga), alcuni presidi di
estrema importanza come il sistema uomo a
terra (lavori in solitudine), gli ossimetri (lavori
in ambienti confinati) o i dispositivi per operare in aree Atex (rischio esplosione) sono
praticamente assenti.
Si evidenzia inoltre che molto spesso la formazione e l’addestramento vengono fatti
in modo occasionale e spesso non in linea
con le procedure aziendali. La distribuzione
delle criticità per gruppo omogeneo non ha
identificato particolari variazioni: infatti i due
gruppi studio hanno le medesime percentuali di non conformità, con una variazione
minima dell’1%.
Conforme
7. Area dispositivi e presidi:
distribuzione % valutazione
(gruppo 1, aziende ad alto livello di
specializzazione, gruppo 2 aziende con
prevalenza agricola o zootecnica)
Gruppo 1
60%
57
Gruppo 2
56
50
43
44
40
30
20
10
0
Conformità
Situazioni critiche
Le regole da seguire
Il lavoro dimostra che l’aspetto relativo alla
sicurezza sul lavoro viene trascurato, nonostante un effettivo rischio all’interno degli
impianti. Le aziende del gruppo 1, molto più
vicine al contesto industriale, sebbene abbiano la documentazione formale completa,
non gestiscono in modo corretto gli aspetti
relativi alla sicurezza sul lavoro. Si propongono pertanto una serie di indicazioni e misure
di prevenzione che dovrebbero essere recepite in tutte le tipologie di impianti:
• effettuare la valutazione del rischio (solo in
questo modo è possibile costruire la sicurezza sul lavoro);
• evitare il lavoro in solitudine (soprattutto
nelle fasi notturno e gestione di anomalie);
• fornire all’operatore dispositivi salva vita e
uomo a terra;
• formare ed addestrare il personale su:
- lavori in ambiente confinato;
- lavori in quota;
- gestione delle emergenze (sanitarie e incendio);
- procedure nelle zone a rischio Atex;
• effettuare delle prove di messa in sicurezza
dell’impianto e di evacuazione dello stesso;
• attivare la sorveglianza sanitaria per il rischio biologico;
• definire delle procedure per la gestione del
rischio Interferenza (attualmente in nessun
impianto risultano precodificate regole per
l’accesso di manutentori esterni, conferitori,
terzisti).
Solamente diffondendo la cultura della sicurezza sul lavoro si può ottenere un biogas
pulito e sostenibile.
n
La bibliografia è a disposizione presso gli
autori.
Università di Udine, Dipartimento
di Scienze Agrarie ed Ambientali,
Sezione di Ing. Agraria
[email protected]
Tel.: 0432.558655.
2
Università di Udine, Dipartimento
di Scienze Mediche e Biologiche,
Sezione di Medicina Legale
[email protected]
Tel.: 0432.554363.
3
Università della Tuscia di Viterbo, Dafne
Dipartimento di Scienze e tecnologie per
l’agricoltura le foreste,
la natura e l’energia;
Tel.: 0761.357357.
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