Prefazione/Introduzione

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Transcript Prefazione/Introduzione

Premessa
È per me un piacere e un onore scrivere questa prefazione al testo World Class
Manufacturing: origine, sviluppo e strumenti. Coglierò l’occasione per ripercorrere
e analizzare l’evoluzione storica che ha condotto alla nascita del World Class
Manufacturing.
Nel 1986, quando fu pubblicato il mio libro World Class Manufacturing: The
Lessons of Simplicity Applied appresi dal mio editore che il titolo era stato scelto
anche da tre professori della Harvard Business School per una loro opera. Essendo
il mio libro precedente al loro, l’esito fu che la loro opera venne pubblicata due
anni dopo con un titolo diverso.
In realtà World Class Manufacturing è, a mio avviso, un termine piuttosto
“fungibile”. Ho, infatti, utilizzato tale termine in altri due miei libri: World Class
Manufacturing Casebook (1987) e World Class Manufacturing: The Next Decade
(1996) per esprimere l’eccellenza nella produzione industriale.
Allora come ancora oggi, ritengo che il termine World Class Manufacturing
sia molto facilmente adattabile, tanto da poter essere utilizzato per descrivere
l’evoluzione della produzione industriale quanto, per indicare i vincitori di gare
sportive a livello mondiale.
Nel 1986 ho realizzato che tale paragone a livello industriale può essere sintetizzato
nel motto dei Giochi Olimpici: citius, altius, fortius, ovvero “più veloce, più alto,
più forte”.
Nel corso degli anni mi è stato chiesto da molte aziende di “parlare” del world
class manufacturing system. In realtà credo che sia più corretto parlare di world class
manufacturing, anche se, comprendo bene che, da un punto di vista industriale,
l’aggiunta della parola “system” possa contribuire a dare una lettura più chiara di
questa metodologia.
Con questo nuovo libro sul WCM realizzato da Domenico Falcone, Fabio De
Felice ed Antonella Petrillo i lettori hanno la possibilità di analizzare le tecniche,
i concetti e gli aspetti alla base di una produzione world class manufacturing.
Il testo illustra efficacemente diversi case study, di aziende italiane, in cui
viene applicato il WCM. Alcune aziende italiane (tra cui la Fiat di Torino) nel
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1992 e nel 1993 hanno da me ricevuto un contributo “conoscitivo” su queste
tematiche. In quel periodo la produzione italiana era concentrata sul justin-time (JIT), termine coniato in Giappone nel 1970 e poi esteso al mondo
occidentale nel 1980.
Nel 1990 il libro, The Machine That Changed the World, che riportava uno
studio, coordinato dal MIT, sull’industria automotive, introdusse il termine lean
manufacturing. Il libro ebbe un enorme successo e con il tempo la JIT production
è divenuta JIT inventory.
Nel nuovo millennio si è assistito una “rinascita” del WCM, dovuta soprattutto,
a mio avviso, agli impulsi provenienti da Paesi in forte crescita industriale quali
la Cina, la Scandinavia, l’Olanda e il Messico.
Non posso che concludere che nel 2014 il testo World Class Manufacturing:
origine, sviluppo e strumenti è just on time!
Auguro agli autori, all’editore e alle aziende italiane e ai lettori del libro buona
fortuna nel raggiungimento di risultati più rapidi, più forti e competitivi.
Richard J. Schonberger, PhD
Independent researcher, author, trainer, speaker
Bellevue, Washington State, USA
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Introduzione
L’eccellenza non s’identifica con un risultato preciso.
Fa parte, piuttosto, dello spirito di un’organizzazione,
è un processo che non finisce mai.
(Lawrence M. Miller)
Non poteva essere altrimenti!
Dopo il Just In Time, la qualità del prodotto, la qualità del sistema, la qualità
totale, la Lean Production, il Six Sigma e il Lean Six Sigma, l’imperativo
categorico delle imprese è diventato l’“eccellenza”.
Ma che cos’è l’eccellenza industriale?
Quando si parla di eccellenza, si pensa subito a un livello di qualità molto
elevato. Potrebbe definirsi “l’asintoto cui tende la qualità aziendale”.
Un’azienda eccellente, però, oggi è molto di più. Un’azienda si definisce
eccellente quando è fortemente orientata al cliente, riduce i costi della non
qualità, aumenta la propria redditività ed efficienza, valorizza e motiva i
propri dipendenti, è flessibile rispetto alle richieste del mercato, e opera in
una logica di miglioramento continuo. Più sinteticamente, oggi si potrebbe
dire che lavora in World Class Manufacturing (WCM).
Il WCM rappresenta un nuovo standard di produzione, che ispirandosi alle
tecniche e metodologie della lean production, coinvolge l’organizzazione
dell’azienda nel suo complesso: dalla logistica, alla manutenzione, dalla
sicurezza sul lavoro, all’ambiente, prestando particolare attenzione
all’eliminazione degli sprechi.
Il sistema ruota intorno a dieci pilastri tecnici e dieci pilastri manageriali.
I pilastri tecnici rappresentano i processi di miglioramento strutturati e sono:
1. Safety (Occupational safety).
2. Cost Deployment (Distribution of Costs).
3. Focused Improvement.
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Introduzione
4. Autonomous Activities: Tale pilastro si divide in due sottopilastri:
Autonomous Maintenance e Workplace Organization.
5. Professional maintenance.
6. Quality Control.
7. Logistics & Customer Service.
8. Early equipment and product Management e Early Product Management.
9. People Development.
10. Environment and Energy.
I pilastri manageriali rappresentano, invece, le azioni finalizzate a favorire
l’impegno dei vari preposti ai singoli pilastri di attività. In particolare:
1. Management Commitment;
2. Clarity of Objectives;
3. Route map to WCM;
4. Allocation of Highly Qualified People to Model Areas;
5. Commitment of the Organization;
6. Competence of Organization towards Improvement;
7. Time and Budget;
8. Level of Detail;
9. Level of Expansion;
10. Motivation of Operators.
Un audit esterno valuta le prestazioni raggiunte dall’azienda, indicate dall’IIM
(Indice Implementazione delle Metodologie), e attribuisce un punteggio che si
traduce in quattro tipi di certificazione: Bronzo, Argento, Oro e World Class.
Il testo affronta gli aspetti teorici e applicativi del World Class Manufacturing,
analizzandone le origini, le diverse tecniche utilizzate per la sua
implementazione, nonché presentando alcuni casi studio relativi ad aziende
che hanno avviato programmi di miglioramento in ottica WCM.
Il testo vuole fornire le nozioni di base per l’implementazione del WCM
nelle P.M.I., cercando di evidenziarne le potenzialità e l’applicabilità ai diversi
contesti produttivi.
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Introduzione
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Il lavoro è articolato in quattro capitoli.
Nel primo capitolo si descrive la storia e l’evoluzione dei sistemi produttivi:
dalla produzione di massa, alla produzione snella, alla produzione World
Class Manufacturing.
Nel secondo capitolo si analizzano invece le origini e i principi della produzione
WCM, con particolare riferimento alle aree di intervento di un programma
World Class.
Il terzo capitolo analizza gli strumenti per il miglioramento di un processo
lean. Pertanto si descrivono, oltre ai sette strumenti per il miglioramento
della qualità, gli strumenti di indagine del Problem Solving, gli strumenti di
monitoraggio (matrici della qualità e di massimizzazione delle performance
aziendali), e alcuni strumenti avanzati per l’analisi della soluzione migliore.
Il quarto e ultimo capitolo descrive infine tre progetti WCM. Il primo,
consistente in una reingegnerizzazione di una linea di produzione; il secondo,
relativo all’ottimizzazione del sistema di manutenzione in un’azienda del
settore metalmeccanico; il terzo, consistente nel miglioramento della supply
chain in un’azienda del settore chimico/plastico.
I tre progetti costituiscono lo spunto per illustrare: i passi metodologici da
seguire per avviare un programma WCM, le attività preliminari, le aree di
miglioramento da analizzare, i risultati conseguiti.
Domenico Falcone
Fabio De Felice
Antonella Petrillo
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