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“PATOGENESI E IMMUNITÀ: IL CASO DI BARTONELLA”
Tiziana Musso, Sara Scutera, Mario Zucca, William Vermi, Fabio Facchetti, Silvano Sozzani.
Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche-Università di Torino
Dipartimento di Medicina Molecolare e Traslazionale-Università di Brescia
La trasmissione di Bartonella henselae all'uomo attraverso graffi o morsi di gatto può risultare in
una vasta gamma di sintomi clinici, la cui gravità è determinata principalmente dallo stato del
sistema immunitario dell'organismo infettato. Nei pazienti immunocompromessi l'infezione porta
spesso a marcata vasoproliferazione che si manifesta clinicamente come lesioni cutanee simili al
sarcoma di Kaposi, conosciute come angiomatosi bacillare, o come peliosi epatica, entrambe
inizialmente osservate come malattie legate all'AIDS. B henselae induce angiogenesi patologica
attraverso l'inibizione dell’apoptosi delle cellule endoteliali e l'attivazione del fattore inducibile
dall’ipossia (HIF-1), che a sua volta induce fattori pro-angiogenici. Gli esseri umani
immunocompetenti tipicamente sviluppano la malattia da graffio di gatto (CSD), che si manifesta
come una tumefazione, auto-limitante ma di lunga durata, dei linfonodi che drenano il sito di
inoculo primario. Una forma atipica di CSD si verifica in una minoranza di casi (5-14%), in cui i
pazienti mostrano sintomi sistemici che indicano un’infezione disseminata, consistenti in febbre,
mialgia, artralgia, splenomegalia, malessere e affaticamento. Rara complicazione è la sindrome
oculoghiandolare di Parinaud (febbre accompagnata da congiuntivite granulomatosa e
ingrossamento dei linfonodi situati davanti all'orecchio). La caratteristica istologica della CSD è un
processo infiammatorio granulomatoso nettamente diverso in termini di morfologia e di
composizione cellulare dai granulomi da ipersensibilità. Infatti il granuloma della CSD contiene in
genere un alto numero di neutrofili e linfociti B, che suggeriscono una peculiare organizzazione
della risposta immunitaria a B. henselae. Nostri studi forniscono prove per un ruolo centrale delle
cellule dendritiche (DC) nella risposta contro B. henselae e descrivono una possibile base
molecolare per il reclutamento di cellule B nel granuloma da B henselae. Infatti, in vitro le DC sono
permissive all'infezione da B henselae e dopo infezione rilasciano IL-10 e CXCL13, citochine note
per richiamare ed attivare i linfociti B. In vivo, granulomi di CSD mostrano la presenza di DC
producenti CXCL13 in zone ricche di linfociti B. La produzione di CXCL13 da parte delle DC può
rappresentare l'evento chiave che porta alla organizzazione del granuloma nella CSD. I meccanismi
con cui negli ospiti immunocompromessi il batterio stabilisce un’infezione sistemica sfuggendo al
controllo immunitario è ancora poco chiaro e necessita di ulteriori studi.