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Via De Gasperi, 17 – 40064 Ozzano dell’Emilia (BO)
Sede Legale:
Via Del Fonditore, 16A – 40138 Bologna (BO)
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Recapiti telefonici: tel. +39 051 6013344 fax. +39 051 6014069
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Modello della fenologia della Lobesia
(tignoletta) della vite - Lobesia botrana
Modello previsionale – Lobesia della vite (sperimentale)
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Vietata la riproduzione senza autorizzazione, si riserva il diritto di apportare senza preavviso modifiche alle caratteristiche citate
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Modello della fenologia della Lobesia (tignoletta)
della vite - Lobesia botrana
Lobesia botrana è il più pericoloso lepidottero per la vite. È una specie
paleartica e diffusa in tutta Italia, la tignoletta assume infatti primaria
importanza nella difesa insetticida del vigneto, sul quale compie tre
generazioni all'anno.
La prima generazione non provoca grossi danni poiché l'attacco ai
bottoni fiorali, ai peduncoli ed al racimolo è compensato da una maggiore
allegagione del grappolo.
La seconda generazione è la più pericolosa, così come la terza. Queste
ultime infatti attaccano gli acini senza alcuna possibilità di recupero delle
perdite e agevolando l'instaurarsi di Botrytis cinerea e provocando il
marciume acido.
I dati sopraindicati sono soggetti ad una notevole variabilità a seconda
delle condizioni climatiche, e le trappole sessuali hanno per questo
parassita la sola funzione di monitoraggio del volo.
L’impossibilità di prevedere l’infestazione sulla base delle catture è la
maggiore lacune nella lotta contro questo fitofago.
L'intervento è consigliato dopo alcuni giorni dal picco massimo di volo
raggiunto. Assume importanza perciò conoscere l'andamento dell'insetto
nell'arco dell'anno, cosa fattibile tenendo conto della rispondenza dei suoi
cicli biologici alle condizioni climatiche di temperatura.
Il modello, che consente un notevole risparmio di tempo e di energia, si
basa sulla temperatura giornaliera e fornisce quotidianamente la
percentuale di sviluppo dei diversi stadi del fitofago rendendo più agevole
la scelta del momento d’intervento in funzione del meccanismo d’azione
dell’insetticida utilizzato.
Anche la forma di allevamento può favorire lo sviluppo dell’insetto:
sistemi di allevamento espansi con vegetazione molto sviluppata (es.
pergoletta e raggi semibelussi) creano condizioni più favorevoli al litofago
che si avvantaggi a di microclimi umidi e ombreggiati.
Vista la scarsa pericolosità della prima generazione, ci si è indirizzati
verso una difesa mirata a trattamenti sulla seconda generazione. Negli
ultimi anni, grazie alla disponibilità di nuovi prodotti regolatori di crescita
(chitino-inibitori o analoghi dell'ecdisone) a buona efficacia e favorevole
profilo tossicologico, sono state messe a punto strategie basate su
trattamenti alla prima generazione.
Rilevamento della presenza
Per questi fitofagi sono disponibili le trappole a feromoni sessuali per il
monitoraggio del volo dei maschi. Anche se non è stata ancora stabilita
una diretta corrispondenza tra catture e dannosità, l'utilizzo delle trappole
Modello previsionale – Lobesia della vite (sperimentale)
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Vietata la riproduzione senza autorizzazione, si riserva il diritto di apportare senza preavviso modifiche alle caratteristiche citate
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consente comunque di ricavare importanti informazioni sul momento del
volo, sulla sua durata, sulla densità del fitofago.
Da queste prime informazioni si possono anche individuare le fasi in cui
cominciare la ricerca delle uova, difficili da ritrovare per la generazione
antofaga, ma di facile riconoscimento per le due generazioni carpofaghe.
Il ritrovamento delle uova diviene un elemento fondamentale nelle
strategie di lotta integrata perché fornisce la possibilità di posizionare in
maniera ottimale il trattamento di difesa.
L’uovo, di forma lenticolare, appena deposto appare di colore biancastro,
mentre nelle fasi che precedono la schiusa raggiunge la fase cosiddetta
di ”testa nera”. La possibilità di seguire lo sviluppo embrionale fino a
questa fase consente a tecnico e viticoltore di intervenire con la massima
tempestività nel momento migliore per colpire le larve neo-sgusciate.
Successivamente attraverso controlli visivi sui grappoli si andrà alla
ricerca di eventuali fori di penetrazione per controllare l'efficacia del
trattamento.
Per una buona osservazione di cosa succede nel vigneto, bisogna
lavorare su un campione di almeno 100 grappoli su 10 piedi diversi per
quanto riguarda il primo ettaro di vigneto, per aumentare poi di 30
grappoli per ogni ettaro successivo, tenendo conto che la deposizione
delle uova risulta molto dispersa (6-7 uova per grappolo) e che ogni larva
può occupare 2-3 acini.
Parametri che intervengono nel modello
Il parametro di utilità per l’applicazione del modello è la temperatura
La stima del tasso di sviluppo della tignola in funzione della temperatura
media giornaliera si ottiene per mezzo di una equazione che può essere
usata per ogni stadio dell'insetto.
Informazioni fornite dal modello
Il modello fornisce il tasso
di sviluppo per ogni stadio
dell’insetto.
Modello previsionale – Lobesia della vite (sperimentale)
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