Nasce il Fondo di solidarietà

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Transcript Nasce il Fondo di solidarietà

- martedì 22 dicembre 2015 -
l'Adige -
Pagina: 8 -
Fondo lavoro per 52 mila dipendenti
Cassa integrazione nelle Pmi, pronti 7 milioni
Aderiscono quasi tutti, anche i professionisti
FRANCESCO TERRERI
TRENTO - Da ieri il Trentino ha
uno strumento per tutelare i lavoratori delle piccole e micro
imprese. È nato il Fondo di Solidarietà Territoriale, che garantirà ammortizzatori sociali e politiche attive del lavoro a 52 mila dipendenti di Pmi di quasi
tutti i settori. Il Fondo conterà
su una raccolta annua di contributi da lavoratori e aziende
di 4,5-5 milioni di euro, più 2 milioni messi dalla Provincia, che
per il vicepresidente e assessore al lavoro Alessandro Olivi (nella foto) non saranno una tantum: almeno nei primi anni, dice, continueremo a sostenere
il Fondo.
Sono passati solo tre mesi da
quando l’intesa raggiunta dalla Provincia con il governo sul
Jobs Act, sulla base della delega sugli ammortizzatori sociali, aveva riconosciuto al Trentino, assieme all’Alto Adige, la facoltà di dar vita ad un fondo territoriale intercategoriale di solidarietà per il sostegno al reddito e la riqualificazione dei lavoratori delle piccole imprese.
Ieri il Fondo è diventato realtà
Documento generato da Walter Alotti il 22/12/2015 alle 07:04:26
attraverso la firma dell’accordo collettivo che lo istituisce
da parte dei rappresentanti delle associazioni economiche e
dei lavoratori: Confindustria
Trento, Confcommercio, Confesercenti, Associazione Albergatori, Federazione Trentina
della Cooperazione, Confprofessioni (per la prima volta),
Cgil, Cisl, Uil. Non hanno firmato l’Associazione Artigiani e la
Coldiretti. «Ma il presidente degli Artigiani Roberto De Laurentis
- puntualizza Olivi - ha detto che
non aderisce per il momento».
«È una delle più significative
conquiste dall’Autonomia del
Trentino degli ultimi anni - afferma Olivi visibilmente soddisfatto - Siamo anche consapevoli di essere l’unico territorio
in Italia a poter gestire autonomamente questa delicata materia. Il Fondo consentirà di garantire la cassa integrazione ai
lavoratori delle imprese da 1 fino a 15 dipendenti, mentre quello nazionale comprende le
aziende da 6 a 15. La durata sarà fino a 26 settimane in due anni, il doppio delle prestazioni
nazionali. Ma non solo: ci sarà
anche una Naspi (indennità di
disoccupazione) per i lavorato-
ri stagionali, che a causa dell’insufficiente contribuzione non
possono accedere a quella ordinaria, nonché misure di formazione e ricollocazione per i
lavoratori».
Per la prima volta, sottolinea
Olivi, entra in un accordo fra le
parti sociali anche il mondo delle libere professioni. Ha sottoscritto la partecipazione al Fondo Roberta Meneghini, presidente di Confprofessioni Trentino.
«In questo modo sono tutelati
anche i dipendenti degli studi
professionali, tanti giovani» rimarca Olivi.
Oltre alle risorse a regime, per
la cassa integrazione nelle piccole aziende nel 2016 sono disponibili anche i 5 milioni avanzati dalla cassa in deroga. E gli
altri enti bilaterali? «Il Fondo è
aperto, sarebbe una cosa buona se aderissero ma la scelta
spetta alle parti sociali».
Per i segretari della Cgil Franco
Ianeselli, della Cisl Lorenzo Pomini e della Uil Walter Alotti la
nascita del Fondo è un’occasione per valorizzare l’autogoverno e l’autonomia. «Ad un governo centralista - afferma Pomini
- abbiamo strappato una delega importante».
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- martedì 22 dicembre 2015 ◗ TRENTO
Sono passati solo tre mesi da
quando l’intesa raggiunta dalla Provincia con il Governo sul
Jobs Act, sulla base delle competenze già acquisite con l’Accordo di Milano del 2009, aveva riconosciuto al Trentino, assieme all’Alto Adige, la facoltà
di dar vita ad un fondo territoriale intercategoriale di solidarietà per il sostegno al reddito e
la riqualificazione dei lavoratori delle piccole imprese. E oggi
il Fondo è diventato realtà, attraverso la firma apposta all’Accordo collettivo che lo istituisce, alla presenza del vicepresidente Alessandro Olivi, dai rappresentanti delle associazioni
economiche e dei lavoratori
(Confindustria, Confcommercio, Confesercenti, Associazione albergatori, Cooperazione,
Confprofessioni, Cgil, Cisl e
Uil; non hanno firmato l’Associazione del Artigiani, comunque presente, e la Coldiretti).
«È una delle più significative
conquiste dall’autonomia del
Trentino degli ultimi anni - ha
detto Olivi - che porta a compimento l’impegno messo in
campo per la costruzione di un
sistema di politiche del lavoro
riformista e innovativo. Siamo
anche consapevoli di essere
l’unico territorio in Italia a poter gestire autonomamente
questa delicata materia. Credo
che, grazie alla collaborazione
di tutti, sia stato fatto un buon
lavoro. Il Fondo consentirà di
garantire di fatto la cassa integrazione ai lavoratori delle imprese fino a 15 dipendenti, ma
non solo: ci sarà anche una Naspi per i lavoratori stagionali,
che a causa dell’insufficiente
contribuzione non possono ac-
Fondo di solidarietà
c’è la firma sull’accordo
È realtà il progetto per il sostegno al reddito dei lavoratori delle piccole imprese
Niente firma di Artigiani e Coldiretti. Olivi: «Una delle conquiste più significative»
La firma dell’accordo per il fondo territoriale intercategoriale di solidarietà
cedere a quella ordinaria, nonché misure di formazione e ricollocazione per i lavoratori
delle imprese che aderiscono
ai soggetti collettivi firmatari,
misure che oggi sono sempre
più importanti. Infine, per la
prima volta entra in un accordo fra le parti sociali, che gestiranno il Fondo in assoluta au-
tonomia, anche il mondo delle
libere professioni».
L’accordo riguarda tutte le
aziende associate ai soggetti firmatari, per un totale, secondo
le stime, che arriva fino a
50.000 lavoratori potenziali.
Parliamo in particolare dei dipendenti delle imprese di piccola dimensione, in Trentino
Documento generato da Walter Alotti il 22/12/2015 alle 07:04:26
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la stragrande maggioranza (anche quelli delle imprese che
impiegano fra 1 e 5 dipendenti,
che oggi risulterebbero scoperti), ma non solo, essendo l’accordo valido, a certe condizioni, anche per i lavoratori del
commercio e dell’industria che hanno subito una sospensione/riduzione
lavorativa,
per le cause previste dalle disposizioni statali. La Provincia
ha già stanziato 2 milioni di euro per assicurare la piena operatività del Fondo, a cui si sono
aggiunte anche ulteriori misure di sostegno, in particolare di
natura fiscale, che hanno consentito di abbattere del 50% gli
oneri contributivi a carico delle aziende aderenti. Il Fondo di
solidarietà viene istituito presso la sede Inps di Trento, ma, ha sottolineato Olivi - saranno
esclusivamente i soggetti firmatari, cioè le parti economico-sociali,a gestire le prestazioni erogate. Il Fondo assicurerà
agli aventi diritto una tutela integrativa rispetto alle prestazioni previste dalla normativa nazionale,ma erogherà anche assegni straordinari per il sostegno al reddito a lavoratori che
raggiungono i requisiti previsti
per il pensionamento di vecchiaia o anticipato nei successivi cinque anni, e contribuirà
al finanziamento di programmi formativi di riconversione o
riqualificazione professionale,
anche in concorso con gli appositi fondi nazionali o
dell’Unione europea.
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Nasce il Fondo di solidarietà
Accordo firmato in Trentino. Olivi: «Una conquista per l’Autonomia»
Nasce in Trentino il
Fondo di solidarietà, strumento
intercategoriale per il sostegno
al reddito e alla riqualificazione
dei lavoratori delle piccole
aziende, sotto i 15 dipendenti.
Per il vicepresidente Alessandro Olivi «è una delle più significative conquiste dell’autonomia del Trentino negli ultimi
anni»
Come spiega Olivi, in seguito
al Jobs Act tutte le imprese a livello nazionale da 6 a 15 dipendenti sono obbligate a versare
un’aliquota per un fondo di
questo tipo. Due le strade: o i
fondi nazionali attivate dalle
singole categorie, oppure quello governativo. La terza via di
Trento e Bolzano vede la costituzione di un fondo territoriale,
che mette insieme le risorse di
tutte le categorie aderenti, copre anche il settore delle micro
imprese (aderiscono i soggetti
da 1 a 15 addetti) e si occupa di
una molteplicità di questioni,
non solo dell’ammortizzatore
(simile alla cassa in deroga) per
i periodi di mancanza di lavoro.
L’accordo è stato firmato da
Confindustria, Confcommercio, Confesercenti, Asat, Federcoop, per le categorie. Per i sindacati Cgil, Cisl e Uil. Novità importante: ci sono anche i rappresentanti dei professionisti
(Confprofessioni). Non hanno
aderito, come previsto, Artigiani e Coldiretti. «Il presidente
degli artigiani Roberto De Laurentis è stato comunque invitato — sottolinea l’assessore — e
ha detto che “temporaneamente” non aderisce. Il fondo co-
TRENTO
Patto
Il
vicepresidente
della Provincia
Alessandro
Olivi e il suo
staff ieri dopo
la firma
dell’accordo
munque è aperto».
L’accordo riguarda tutte le
aziende associate ai soggetti firmatari, per un totale, secondo
le stime, che arriva fino a
50.000 lavoratori potenziali.
Parliamo in particolare dei dipendenti delle imprese di piccola dimensione, in Trentino la
stragrande maggioranza (anche quelli delle imprese che
impiegano fra 1 e 5 dipendenti,
che oggi risulterebbero “scoperti”), ma non solo, essendo
l’accordo valido, a certe condizioni, anche per i lavoratori del
commercio e dell’industria che hanno subito una sospensione/riduzione lavorativa, per
le cause previste dalle disposizioni statali.
La Provincia ha già stanziato
2 milioni di euro per assicurare
Strumento
Avrà una dotazione
annua di circa 4-5
milioni di euro
Interessanti in 50.000
la piena operatività del Fondo, a
cui si sono aggiunte anche ulteriori misure di sostegno, in particolare di natura fiscale, che
hanno consentito di abbattere
del 50% gli oneri contributivi a
carico delle aziende aderenti.
Il Fondo di solidarietà viene
istituito presso la sede Inps di
Trento, ma, ha sottolineato Olivi «saranno esclusivamente i
soggetti firmatari, cioè le parti
economico-sociali,a gestire le
prestazioni erogate».
Il Fondo assicurerà agli aventi diritto una tutela integrativa
rispetto alle prestazioni previste dalla normativa nazionale,ma erogherà anche assegni
straordinari per il sostegno al
reddito a lavoratori che raggiungono i requisiti previsti per
il pensionamento di vecchiaia o
anticipato nei successivi cinque
anni, e contribuirà al finanziamento di programmi formativi
di riconversione o riqualificazione professionale, anche in
concorso con gli appositi fondi
nazionali o dell’Unione europea.
Il meccanismo si basa sulla
cessione dello 0,45 dello stipendio del lavoratore: 2/3 dell’importo totale a carico del datore di lavoro e 1/3 del lavoratore. In tutto è prevista una raccolta di 4-5 milioni di
versamenti all’anno. Il fondo
degli artigiani richielo lo o,60%.
Enrico Orfano
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