La grande depressione

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C’È ‘AGRITURISMO ITALIA’
ROMA — ‘Agriturismo Italia’ è il marchio registrato dal
ministero per identificare le attività agrituristiche. Sarà in licenza d’uso alle Regioni che l’assegneranno alle aziende.
CONFAGRI SUI NITRATI
ROMA —«Non c’è
più tempo da perdere». Confagricoltura
sollecita la definizione di un quadro
normativo stabile e
l’attuazione di interventi mirati sul tema
nitrati.
La Provincia
DOMENICA 27 LUGLIO 2014
www.laprovinciacr.it
Pagina a cura di Andrea Gandolfi
6
Il Piano operativo nazionale non piace neppure alla Regione Lombardia. Fava: scriverò alla Ue
IN BREVE
Sistema allevatori, è bufera
Pagamenti
dei debiti della Pa
Roma — E’ stato firmato
nei giorni scorsi il protocollo di impegni per accelerare i pagamenti dei debiti
della Pubblica amministrazione. Il documento prevede una serie di interventi e
misure mirate. Il protocollo è stato sottoscritto tra il
ministero delle Economia e
delle finanze e tutte le parti in causa. Per il settore
agricolo a firmare è stata
Confagricoltura.
Crotti: c’è un disegno di centralizzazione del sistema
di Alfonso Leoncini
CREMONA — Sul cosiddetto ‘sistema allevatori’ e sul meccanismo di sostegno pubblico che lo
finanzia c’è stata una decisa presa di posizione dell’a ss es so re
lombardo all’Agricoltura Gianni Fava, che in relazione alle conferenza Stato Regioni chiamata
a decidere sul Piano operativo
nazionale (Pon) non ha nascosto
il suo malumore. «Ci è stata inviata la richiesta tecnica di
esprimere un parere sul Pon, dopo che non era mai stato osservato quanto pattuito nei mesi scorsi. Tuttavia, rispetto alle 27 osservazioni che diligentemente i
tecnici di Regione Lombardia
hanno inviato, nessuna di questa
è stata minimamente presa in
considerazione». Nel Piano operativo nazionale, da cui poi dipenderanno i piani di livello regionale, resta irrisolta la vicenda che viene definita della biodiversità, ma che in realtà è stata
predisposta per finanziare la gestione delle associazioni allevatori, i controlli e la tenuta dei libri genealogici. «Da sei mesi attendiamo di sapere come il Pon
intenda intervenire sul versante
dei servizi tecnici resi agli allevatori — puntualizza Fava —.
Per inciso, vorrei ricordare che a
Regione Lombardia il Sata, il
Servizio di assistenza tecnica
agli allevatori, costa più di 4 mi-
Riccardo Crotti
lioni di euro l’anno. Ovviamente, nessuna risposta ci è stata data neanche su questo versante. E
non capiamo perché il governo
ed il ministero debbano trattenersi i soldi delle regioni per poi
lasciare parte dei costi alle stesse. Il governo ed il ministero delle Politiche agricole devono scegliere — prosegue —. Se vogliono gestire centralmente il sistema allevatoriale lo dicano apertamente, ma si facciano carico di
tutti gli oneri che ne derivano e,
in particolare, non mettano a repentaglio la qualità dei servizi
che le Regioni hanno erogato ai
propri sistemi di assistenza alla
zootecnia. Se non cambierà nulla nelle prossime ore, ho intenzione di scrivere alla Commissione Europea, per dire che quando
nella relazione accompagnato-
ria si parla di intesa con le Regioni, si commette un falso bello e
buono e che le intese, se c’erano,
sono state bellamente ignorate
dalla struttura ministeriale. Ho
chiesto pertanto al presidente
Fabrizio Nardoni, di convocare
con urgenza già la prossima settimana il ministro Ma ur iz io
Martina alla Conferenza delle
Regioni per sentire dalla sua viva voce se quanto sta accadendo
è frutto di scelte politiche o, più
semplicemente, di un atteggiamento della struttura poco rispettoso delle prerogative degli
enti locali».
Anche nel corso della scorsa assemblea dell’Aia, tenutasi il 17
luglio, si erano sentiti un po’ di
malumori. Nella parte straordinaria il presidente Pietro Salcuni aveva proposto un paio di variazioni allo statuto che andavano a snaturare ruolo e funzioni
della associazione stessa: è stata
introdotta la possibilità di avere
un canale diretto con gli allevatori da parte della struttura nazionale e quella di istituzionalizzare l’impegno di Aia nella gestione dei prodotti Dop e Igp.
Contro queste proposte si è
schierato Riccardo Crotti, presidente di Apa Cremona: «Sono
stato l’unico a votare contro queste proposte insensate e l’ho opportunamente motivato al presidente Salcuni e all’assemblea
dei soci. Si vogliono legittimare
entrambe le proposte con la necessità di una riorganizzazione
del sistema allevatori che sta
soffrendo di ristrettezze finanziarie. Ma la realtà è che vi è un
disegno di centralizzazione del
sistema, che del resto risponde
anche a una logica sindacale ben
precisa che vuole superare il sistema della attività tecnica per
la quale l’Aia riceve i finanziamenti pubblici. La finalità è di
andare ad occupare spazi che
stanno svolgendo con pieno merito i consorzi di tutela delle produzioni Dop e Igp. E’ora di finirla
di giocare sugli equivoci: i controlli funzionali non servono per
il controllo del latte e dei prodotti derivati e la tutela dei consumatori. La proposta di Salcuni di
rendere obbligatoria l’adesione
ai libri genealogici per i produttori di latte che aderiscono ai
consorzi Dop e Igp è una bufala
colossale, giustamente stigmatizzata da Confagricoltura. E’ solo un mezzo per acquisire visibi-
Gianni Fava
lità e raccogliere finanziamenti.
E poi sull’altro tema, quello di
prendere in carico in prima persona una serie di attività tecniche e amministrative a favore
dei soci senza specificare se si
tratta di Apa o Nazionali, è evidente che nasconde il disegno di
bypassare completamente le
strutture periferiche, cioè le
Apa, che hanno in carico dipendenti, strutture e responsabilità. Esse di fatto sono le uniche
che sono in grado di avere un
rapporto diretto con l’allevatore, di dialogare con lui e di fornirgli un servizio mirato alle esigenze aziendali. E’ un vero e proprio
regime di monopolio e tutto viene governato attraverso la legge
30/91 che è ormai diventata obsoleta e che deve essere modificata radicalmente. E’ uno schema che non regge più e che deve
essere aggiornato: il miglioramento genetico è giusto che sia
governato dal ministero, ma nella sua parte operativa deve essere liberalizzato affidandone la
gestione ad una pluralità di soggetti, così come del resto succede in tutti i paesi a zootecnia
avanzata. E’ l’unico modo per
renderlo più efficiente».
Trattori più sicuri
Roma — È stato pubblicato
in Gazzetta ufficiale il bando Inail per il finanziamento
dell’acquisto di dispositivi
di sicurezza per le trattrici,
anche in vista dell’entrata in
vigore dell’obbligo di revisione delle macchine agricole, prevista per il 30 giugno
2015. Si tratta di contributi
in conto capitale erogati nella misura massima del 65%
dei costi, al netto dell’Iva.
Contributo Aeeg
Milano — I soggetti operanti
nei settori dell’energia elettrica e del gas sono tenuti al
versamento del contributo
per il funzionamento dell’Aeegsi entro il 31 luglio 2014.
L’aliquota 2014 è pari a 0,28
per mille dei ricavi (fatture +
incentivo) relativi a 2013. Il
versamento del contributo
non è dovuto per somme uguali o inferiori a 100 euro.
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Il presidente Piva: confronto con il governo
Antonio Piva
CREMONA — Sulla questione è intervenuto anche Antonio Piva, presidente della Libera Associazione Agricoltori Cremonesi e membro di
Giunta di Confagricoltura.
«Il cosiddetto ‘sistema degli allevatori’, articolato su
tre livelli: Aia, Associazioni
Nazionali di razza e di specie
e strutture territoriali, associazioni provinciali, interprovinciali o regionali, è stato
istituito e delegato dal ministero dell’Agricoltura per occuparsi di miglioramento genetico attraverso i controlli
funzionali e la gestione dei libri genealogici e per questo
gode di finanziamenti pubblici. A margine delle dichiarazioni rilasciate dall’assessore
all’agricoltura Gianni Fava e
dal presidente Apa Cremona,
Riccardo Crotti, voglio segnalare come nella cosiddetta periferia, cioè nelle Apa, si
respiri una notevole difficoltà non solo ad operare, ma
anche ad interloquire con i
vertici di Aia e delle associazioni nazionali di razza. Le
Apa che sono le uniche legittimate ad avere contatti con
gli allevatori sono poco considerate. Da anni si stanno facendo piani di riorganizzazione che di fatto tengono conto
degli interessi del livello nazionale e non considerano le
esigenze degli allevatori. Il
malcontento sta montando
sempre più forte almeno nelle aree a forte vocazione zootecnica come la Lombardia e
la Pianura padana. Le scelte
fatte a livello nazionale, prima da un punto di vista esclusivamente tecnico e poi da
quello gestionale e organizzativo non rispondono alle logiche allevatoriali ma a scelte sempre più di tipo sindacale volte a snaturare la logica operativa del sistema allevatori e a trasformarlo in
uno strumento operativo per
gestire allevatori e territorio
e raccogliere fondi pubblici.
Queste sono le ragioni di fondo che hanno portato ad un
‘Liberalizzare’
declino del sistema stesso e
anche quelle che hanno portato Confagricoltura a chiamarsi fuori da questo sistema
non condividendone scelte
ed operatività. Il numero dei
capi controllati è diminuito e
le prestazioni produttive e riproduttive dei capi iscritti sono andate peggiorando. Occorre una riforma profonda
del sistema per riportare la
nostra genetica animale ai
fasti di un tempo. Le Apa, dove esiste ancora un buon livello zootecnico sono indispensabili fornitrici di servizi a favore degli allevatori,
non più così il sistema centralizzato, che prospera attingendo ai finanziamenti pubblici previsti dalla legge
30/91. Il sistema è ormai ob-
soleto, sia dal punto di vista
organizzativo che da quello
tecnico e deve essere superato. Occorre una profonda revisione della legge 30/91 che
possa ammodernare questa
funzione secondo due livelli
di azione: operare una liberalizzazione della gestione
dei controlli funzionali e della tenuta dei libri genealogici
e dare maggiore peso alle regioni negli aspetti gestionali
e organizzativi della assistenza tecnica. Sarebbe molto
utile approfondire il tema
con il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, l’assessore all’agricoltura lombarda, Gianni Fava e il sottosegretario alle riforme Luciano Pizzetti». (a.l.)
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MERCATI
BRESCIA
CEREALI
(unità di misura tonnellata)
Ieri
E
QUOTAZIONE
PRECEDENTE
Frumento varietà speciali
(grani di forza)
fino
n.q.-n.q.
n.q.-n.q.
buono mercantile 178,00-183,00 178,00-183,00
Frumento altri usi
169,00-171,00 171,00-173,00
Granoturco
naz. giallo (14% um.)
Trinciato di mais in campo
(30% sost. secca 30% amido)
Orzo nazionale
leggero
pesante
P.S. 70 (franco arrivo)
estero
P.S. 66/67 (f.co.)
estero
182,00-183,00 183,00-184,00
35,00-42,00
n.q.-n.q.
162,00-166,00 162,00-166,00
168,00-171,00 168,00-171,00
185,00-194,00 185,00-194,00
n.q.-n.q.
n.q.-n.q.
Farina
«00» w 380-430 prot.ss min 14 500,00-510,00 500,00-510,00
«00» w 280-330 prot.ss min 13 483,00-503,00 483,00-503,00
«00» w 180-200 prot.ss min 11.5 453,00-473,00 453,00-473,00
Crusca e cruschello
Farinaccio di frumento tenero
Riso
(unità di misura kg. 1)
Superfino Arborio
Fino Ribe
Semifino padano
135,00-136,00 133,00-134,00
171,00-173,00 171,00-173,00
1,17-1,21
0,89-0,91
0,96-1,20
1,17-1,21
0,89-0,91
0,96-1,20
N.B. Il numero delle cifre dei decimali è comunicato dalle commissioni CCIAA