1 Mi preme comunicare, in premessa, che questo

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Transcript 1 Mi preme comunicare, in premessa, che questo

Mi preme comunicare, in premessa, che questo documento ha l’obiettivo di condividere un pensiero che
cresce dentro la mia vita con continuità, sospinto da una forza che non mi appartiene ma che considero
“Dono di Dio”.
Questo documento non ha la ben che minima presunzione di affermare la verità ma lo scopo è di mettersi
“a nudo”, di raccontare la propria esperienza di vita che ha desiderio di essere al servizio del bene comune
e di condividerla in un percorso con Voi.
L’opportunità di scrivere su attività del bene comune è sempre occasione di grande gioia per me.
Rileggendo parte della storia della Chiesa dal Concilio Vaticano Secondo in avanti, mi pare di cogliere una
ricchezza di documenti che concretamente ci danno stimolo ma che, soprattutto, ci fanno comprendere
quanto il coltivare la fede nella quotidianità sia la vera opportunità di cambiamento nella crisi.
Nella fortuna di aver interagito con Voi, mi rendo conto di quanto le tematiche legate agli equilibri interni
alla Chiesa, rappresentata dalle sue Istituzioni, è veramente paragonabile alle difficoltà dei nuclei familiari
cristiani.
L’eccessiva razionalità e l’accettazione di compromessi, che diventano male-abitudini, rende la fede cieca.
La responsabilità certo è di tutti ma la nostra volontà, sono sicuro, deve essere non di giudizio nei confronti
di dinamiche che hanno creato brutte abitudini ma motivo di riflessione per attivare azioni che ci
restituiscano una socialità dignitosa fatta da regole di fede.
Spesso mi capita di sedere a tavole rotonde, dove si discute di prospettive di lavoro nelle quali gli argomenti
trattati sono: azioni sul mercato, piani economici, sviluppo dell’utilizzo di nuove tecnologie. Tutte queste
attività sono legate da un comune denominatore: l’efficienza.
La prima domanda che mi viene in mente è: come si può fare efficienza in un sistema deficiente, che ha
sostituito la parola “uomo” con la parola “mercato”, che ha reso la società (le cosiddette risorse umane) un
piano economico e che ha fatto sì che lo sviluppo tecnologico non fosse a servizio della qualità di vita di
tutti gli uomini.
Penso quindi che in linea di massima i principi cardine su cui poggia l’economia sociale debbano essere
rivisti non nella sostanza ma alla loro radice poiché mancano di “carità nella verità”.
Penso che la ricchezza di spreco sia incredibile (la maggior parte dell’energia prodotta va sprecata); ciò da
una parte mi rattrista ma dall’altra mi dona la consapevolezza che da lì, e cioè dallo spreco, bisogna
ripartire per formare processi di ricostruzione di tessuto sociale, che per Voi, uomini di fede autentica, sia
un’opportunità incredibile.
L’occasione è di stimolare le Persone, le Aziende, gli Enti, le Fondazioni, gli Istituti di Credito, nella
sensibilizzazione ad investire su progetti a medio/lungo termine utili a far ripartire la Società, contribuendo
alla stesura di attività ed economie del bene comune mediante una progettazione scritta da mani esperte e
fatta di persone che sappiano tradurre regole già scritte dai nostri “Pastori” tanti anni fa e da persone che
hanno saputo vivere la povertà economica con dignità, con spirito cooperativo.
Semplicemente e concretamente il mio pensiero sulle attività parte da questo dato: una famiglia media
composta di padre, madre e due figli, se vive fuori da un contesto cittadino, deve incassare €. 3.000,00 al
mese per vivere dignitosamente in questo sistema, con l’obbligo di avere economie di risparmio per
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affrontare eventuali imprevisti, creando quindi una quantità di denaro e di risorse immobili e non
ridistribuite.
Le attività pensate con i miei compagni di vita e di lavoro dovranno essere:
1. SOSTENIBILI
 Dignità della persona
 Economicamente in grado di auto-sostentamento
2. SUPPORTO E STIMOLO delle persone che partecipano alle attività mediante processi di formazione
sulla consapevolezza di uno stile di vita meno dipendente dal sistema attuale
3. SVILUPPO delle economie sullo “spreco”
4. RIFLESSIONE sul principio di eredità
5. BARATTO TRA LE AZIENDE di polmoni di accantonamento economico (utili solo al mondo
finanziario) con attività continuative e sostenibili per l’Azienda stessa
6. REGOLE su cui basare le attività, precise e semplici, indispensabili nello sviluppo, che emarginino la
dipendenza verso poche persone ma che abbiano lo scopo di esaltare le capacità del singolo non in
un’azione fine a se stessa ma a favore del bene comune (qualità di vita)
7. SINERGIE DI INTERESSE RECIPROCO che possono, in questo sistema, svilupparsi in qualsiasi tipo di
attività. E’ di fondamentale importanza spronare con forza assoluta l’attivazione di attività di
agricoltura naturale a trafila chiusa, in quanto questo settore di attività ha un potenziale che
nessun’altra attività ha:
 Quotidiana vicinanza ai “Doni di Dio”
 Consapevolezza umana
 Consapevolezza di essere di “passaggio”
 Sostenibilità ed attenzione ai beni di prima necessità: salute, cibo, abitazione, educazione,
istruzione, rispetto dei bisogni e delle culture
 Conversione di Aziende in attività di trasformazione alimentare
 Sviluppo di attività domestiche
 Utilizzo attento delle energie
 Sviluppo di attività non dipendenti da: trafile lunghe, energia, costi ed investimenti su
macchinari e tecnologie sostenibili.
8. VOLONTA’ da parte delle Aziende e dei Professionisti partecipanti di trasmettere formazione ed
esperienza ai giovani
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Concludo confermando la ns. disponibilità nel partecipare all’attivazione di attività del “bene comune”, che,
alla loro radice, siano colme di “carità nella verità”.
Le attività:
 STESURA E PROPOSTE DI CARTELLI DEL BENE COMUNE AGLI ENTI ECCLESIASTICI PER ATTIVITA’ OVE
OGGI ESISTONO MARGINALITA’ DI SPRECO
 RESTAURO CONSERVATIVO
 MANUTENZIONE
 UTILIZZO DI ENERGIA
 INDIPENDENZA DALLE FONTI DI ENERGIA (Il Piemonte è ricchissimo di patrimonio forestale)
 ATTIVAZIONE DI ATTIVITA’ AGRICOLE FORESTALI
 SVILUPPO DEL PENSIERO DI UTILIZZO DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE
 EDUCAZIONE AL RISPARMIO ENERGETICO
 FORMAZIONE DI ECCELLENZE ASSOLUTE IN PIANI DI ATTIVITA’ CONTINUATIVE
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