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Anche
un solo bambino
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D
urante l’ultimo incontro ANFN a cui
ho partecipato, in una bella e rara
giornata di sole, con un pic nic sul
prato, mi è capitato di dovere spiegare
a una giovane coppia con due bambini cosa è
Anfn e cosa facciamo. Erano due ascoltatori
attenti, già affascinati da tutti quei bambini che
correvano in giro, sorvegliati a distanza da
genitori rilassati, per nulla preoccupati che
sudassero troppo o si sporcassero le scarpine,
intenti a raccontarsi emozioni e fatiche di tutti i
giorni. Il martellante lavoro di pressione sul
mondo della politica, faticoso e poco
remunerativo, come anche il nostro Mario
Sberna ci racconta in queste pagine, il contatto
con le amministrazioni locali, le convenzioni, le
vacanze solidali, i GAF (i gruppi di acquisto, al
momento poco diffusi) … E il sito, il giornale, la
solidarietà con «Aiutiamoci» per le famiglie in
difficoltà, la rete di famiglie affidatarie, i ragazzi
dell’animazione, la squadra di calcio, le
convenzioni… a metterle in fila sono tantissime
le attività che siamo riusciti ad imbastire, a forza
di ore sottratte al sonno, nei ritagli di tempo,
mentre di là cuoce il pollo. Ma soprattutto c’è
questo: questi incontri, a volte organizzati, spesso
informali, fatti di quattro chiacchiere sul senso di
essere famiglia, sui problemi con i figli
adolescenti, sui progetti. Ci sono mani da
stringere, baci e abbracci, confidenze, speranze.
Sono queste le cose che fanno Anfn: le persone,
le relazioni. Non abbiamo ottenuto il quoziente
familiare (però dai, almeno adesso se ne parla!), il
nostro sindaco non avrà scontato la Tasi, ma
almeno possiamo sentirci meno soli, meno
abbandonati a noi stessi, alla nostra «folle» idea
che aprirsi alla vita fosse la cosa migliore da fare.
Qualche giorno fa, sul sito è comparso l’appello
di C., una mamma vicina ad abortire il suo terzo
figlio (statisticamente il più abortito, il salto nel
buio che fa davvero paura), un messaggio nella
bottiglia per trovare argomenti da proporre ad un
marito bloccato dalla paura e dalla razionalità.
Subito qualcuno ha risposto, offrendo conforto,
amicizia, aiuto. Non sappiamo come finirà la
storia di C., se riuscirà a trovare il coraggio e le
risorse per scegliere la vita. Ma noi potremo dire
che Anfn c’era, e se sarà servita a salvare anche
solo quel bambino, avrà compiuto la sua
missione.
SOMMARIO
EDITORIALE
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SECONDO NOI
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NEL MONDO
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POLITICA
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V
LA STORIA
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NM L’INCHIESTA
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NQ SPECIALE ASSEMBLEA
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NU LE INIZIATIVE
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TestPOSITIVO
3
Secondo NOI La parola ai presidenti
Un tempo per coccolare la famiglia e rigenerarsi
in attesa di un impegnativo autunno associativo
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L
a luna piena, che rende inutile
ogni altra luce artificiale. La
bottiglia del vino appena stappata
sopra il tavolo, al centro del giardino. Il
fumo della brace del barbecue su cui
abbiamo appena bruciato salsicce e
wursterl. Gli aneddoti raccontati dai
figli. Le perle di saggezza dei nonni e gli
occhi sgranati, tra il divertito e
l’incuriosito, dei nipoti attenti
osservatori dei grandi.
I palloni – da calcio, da basket, da volley,
da rugby – che sfrecciano sopra le nostre
teste e sembrano puntare ad abbattere
bottiglie, bicchieri, piatti, posate, cesti e
sedie.
I gesti atletici, i salti, le ferite, le
contusioni riportati dai ragazzi. Il pianto,
i baci, le coccole, i cerotti, le garze,
l’acqua ossigenata utilizzati a gogò.
Le conquiste di autonomia dei più
piccoli, che hanno abbandonato il
pannolino e, dopo aver sporcato decine
di mutandine, adesso sono pronti per
fare la pipì dentro il wc. Meglio se
dotato di riduttore. Oppure le prime
pappe somministrate a dei pupi refrattari
alla pappa, le battaglie ingaggiate
intorno al cucchiaino di caucciù (quella
sbobba finirà in bocca, sul prato o sulle
pareti appena imbiancate di cucina?).
Alzi la mano chi non si porta dietro
almeno una di queste immagini a
conclusione dell’estate.
Un film che, in una famiglia numerosa,
si arricchisce di protagonisti. Curioso ma
vero: in una famiglia extralarge gli spazi
«vitali» di papà, mamma e pupi si
riducono. Eppure le porte si spalancano,
al citofono tutti cercano Gigi e anche la
cremeria. Trovando spesso sia l’uno che
l’altro.
4
TestPOSITIVO
Qui tutti si sentono a casa. E alla pletora
di nonni, figli, nipoti, si aggiungono
amici dei grandi e dei piccoli. La tavola
si allarga (o si raddoppia). L’esperienza
della condivisione si dilata.
E allora poco importa se una famiglia
numerosa su due (lo dicono i nostri
cibernauti rispondendo ad un sondaggio
lanciato su www.famiglienumerose.org)
non ha potuto schiodarsi dalla propria
città perché ogni proposta di gita
fuoriporta era fuori budget. La crisi
economica morde. E se siamo in queste
condizioni – non lo dicono i Butturini
ma l’economista Ettore Gotti Tedeschi
– è soprattutto perché ci siamo appagati
di oggetti di consumo e non abbiamo
pensato a mettere al mondo nuove
creature, per garantire il raggiungimento
della soglia di ricambio.
Dopo questa estate in tutti resteranno
comunque i ricordi di un tempo – mi
auguro per voi – il più lungo possibile
dedicato agli altri. Le piccole attenzioni
rivolte al partner, ai figli, ai nipoti, agli
amici, ai vicini di casa, alla comunità –
attenzioni che talvolta ci sfuggono
durante il resto dell’anno.
Per chi crede, i ricordi di un tempo
utilizzato per ringraziare – una volta di
più – il Signore del dono della vita e
della famiglia che ci ha messo a fianco.
Naturalmente in casa Butturini la poesia
del menage familiare tipicamente estivo
ha dovuto fare i conti con i matrimoni di
due nostre figlie, celebrati senza che noi
avessimo il becco di un quattrino per
accompagnarle nella nuova avventura.
E i mille imprevisti che in una famiglia
large, anzi molto large, sono all’ordine
del giorno.
In tutti questi momenti ci siamo affidati
alla divina provvidenza, che ti frega,
perché sempre interviene quando ormai
hai perso ogni speranza sul suo
intervento. E abbiamo pensato a questa
o quella famiglia associata che, con
eroicità, affronta le difficoltà del
quotidiano.
Avervi conosciuto è un privilegio di cui
vorremo godere per sempre.
Nel MONDO
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ELFAC IN CONGRESSO
I suoi 10 anni per un’Europa
(large) family friendly
P
iù di tutti gli abitanti della Spagna: la European Large Families
Confederation (Elfac) rappresenta più di 50 milioni persone che
vivono in oltre 9 milioni di nuclei familiari numerosi, composti cioè
da tre o più figli. Diciannove gli stati membri che compongo uno dei
sodalizi più compatti e motivati dell’intero panorama europeo: Austria
Olanda, Spagna, Italia, Portogallo, Germania, Svizzera, Polonia,
Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceka, Romania, Grecia, Romania,
Serbia, le piccole Cipro, Estonia, Lituania e Lettonia. Si ritroveranno a
Cascais, presso Lisbona, dal 18 al 20 Settembre per festeggiare i primi
dieci anni della Confederazione nata proprio in Portogallo nel 2004 con
lo scopo di rappresentare gli interessi economici e sociali delle famiglie
con bambini, e in particolare quelle numerose ambiente ideale dove crescere bambini nei valori
di amore, tolleranza, condivisione e solidarietà
tra le generazioni- promuovendo e sviluppando
le associazioni di famiglie numerose sui diversi
territori nazionali.
Il congresso, dal titolo «Support the family,
support the future: sostenere la famiglia,
sostenere il futuro» si aprirà il 19 con il saluto del
primo ministro portoghese e l’intervento di
Clara Gaymard (figlia del genetista Jerome
Lejeune che ha scoperto l’origine della sindrome
di Down), presidente della General Eletric
Francia e mamma di nove figli che parlerà sul
tema «Abbiamo bisogno di un’Europa family
friendly». Demografia, economia, investimento sociale sui figli, buone
pratiche saranno invece gli argomenti trattati nella giornata di sabato con
l’intervento di oratori provenienti da Germania, Italia, Svezia, Spagna e
Portogallo. In chiusura, alle 18, il presidente Elfac Laszlo Marki
consegnerà i premi all’azienda, l’amministrazione pubblica e il media che
si sono particolarmente distinti nella valorizzazione e il supporto alle
famiglie numerose in tutta Europa. Per l’Italia è candidata la rivista
Famiglia Cristiana. Un premio speciale, da assegnare a una famiglia
numerosa «speciale», intitolato alla memoria di Fernando Castro, il
presidente Elfac scomparso a febbraio 2014 per un tumore, verrà
consegnato alla moglie Leonore.
Prima del Congresso, i membri delle associazioni Elfac si ritroveranno
per l’Assemblea generale e il rinnovo del consiglio direttivo e della
presidenza della Confederazione, ora guidata dall’ungherese Laszlo
Marki. All’ordine del giorno, la family card europea, ormai in dirittura
d’arrivo.
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TestPOSITIVO
5
SOCIETÀ
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amiglie in allerta. Il nuovo
pericolo si chiama Gap ossia:
Gioco d’azzardo patologico. In
molti, ingenuamente, tentano la fortuna
al gioco, spinti anche dalla crisi
contingente, nella speranza di un facile
guadagno, rimanendo invece
intrappolati. Lo Stato promuove il gioco
con una visione miope e ipocrita, per cui
mentre introita cifre da capogiro sborsa
somme ingenti per campagne sanitarie
volte a curare tale forma di dipendenza.
Ma parliamo dei costi sociali, quelli non
monetizzabili, ma pesantissimi che
coinvolgono le nostre famiglie,
ricadendo su tutta la collettività. Tra le
conseguenze un aumento considerevole
dei casi di crisi familiari: genitori che si
separano, aumento della violenza tra le
pareti domestiche, parenti che sono ai
ferri corti, minori e giovani coinvolti,
casi di usura in aumento, suicidi per i
troppi debiti.
A questo va aggiunto che sul business
«gioco» ha investito molto anche la
criminalità organizzata, le mafie che
riciclano denaro attraverso le sale gioco:
impossibile offrire un quadro completo
visto il dilagare di possibilità on line e
altri tipi di giochi non legali e di
conseguenza non tracciabili. Non c’è
quindi dubbio che gioco d’azzardo e
criminalità vanno a braccetto e si
alimentano a vicenda.
Quando meno ce lo aspettiamo, anche
un semplice ed innocuo gratta e vinci,
all’interno di luoghi accoglienti, può
diventare una malattia, ciò è ancora più
subdolo quando si affaccia ai nostri pc
attraendo anche i figli. Infatti il GAP è
un tipo di patologia che coinvolge una
fascia trasversale di fruitori: uomini,
donne, minori e anziani.
F
In aumento il gioco d’azzardo patologico.
Un fenomeno che coinvolge tutta la società
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Il gioco d’azzardo è un comportamento
di dipendenza non legato a «sostanze»,
che si può presentare nel corso dello
sviluppo psicologico di una persona,
come risposta a specifici fattori evolutivi.
Quando da semplice passatempo si
passa ad una forma morbosa di gioco, ad
uno stato mentale caratterizzato dal
bisogno di giocare ancora con modalità
compulsive, allora si è di fronte al
cosiddetto: gioco d’azzardo patologico.
6
TestPOSITIVO
Il Gap è inserito nell’elenco delle:
«dipendenze comportamentali», ovvero
tutte quelle attività collegate ai nostri
centri cerebrali dediti alla gratificazione
quali: cibo, sesso, gioco, shopping,
navigazione in internet, lavoro. Recenti
La campagna
SLOTMOB
el luglio 2013, una serie di Associazioni ha dato vita alla
N
campagna nazionale Slotmob per combattere il problema del gioco
d’azzardo legalizzato, un fenomeno dilagante e con dei risvolti socio-
economici complessi e preoccupanti. In poco tempo, le
Associazioni che hanno aderito sono diventate un
centinaio e gli eventi legati alla campagna contro la
dipendenza da gioco si susseguono in tutta Italia con
notevole partecipazione. L’idea vincente della
campagna è quella di premiare i bar che rinunciano
all’installazione delle slot machines, più che
sanzionarle, e nel contempo intende invitare il
consumatore a optare per questi esercizi commerciali,
infatti se tutti noi prendessimo l’abitudine di fare il
caffè solo nei bar senza macchinette il problema sarebbe ridimensionato
secondo la classica legge del mercato della domanda e dell’offerta.
äá~êÇá=
UM=ãáëá=éÉê=áä=ÖáçÅç=
personali, familiari e lavorative. Il
soggetto è ossessivamente
NO
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assorbito dal gioco ed ha
Çá=Éìê í~äá~=åÉä=OM
=
bisogno di «alzare la posta»
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con quantità crescenti di
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denaro per raggiungere la
gratificazione; tenta
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ripetutamente di
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controllare, ridurre
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o interrompere
É
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il gioco
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d’azzardo ed è irrequieto o
NP=ãáäåÉ=áåíêçáíá=
áç
irritabile quando tenta di fare ciò,
éêÉîáë ä=OMNR
analogamente
a quanto avviene per
É
å
l’astinenza da sostanze. Le
conseguenze sono devastanti: mente ai
membri della famiglia; commette azioni
illegali come falsificazione, frode, furto,
mette a repentaglio le relazioni sociali e
lavorative, diventa violento, si rivolge a
terzi per reperire il denaro.
studi confermano tratti analoghi tra tali
comportamenti, L’elemento centrale del
Gap è la perdita di controllo dell’attività
di gioco per cui l’individuo ha un
comportamento persistente e ricorrente
che compromette le normali relazioni
mobsbkwflkb=b=obmobppflkb
Il fenomeno Gap ha messo in allerta
molte associazioni e parrocchie, tra le
prime a mobilitarsi con singole iniziative
volte alla prevenzione ma anche alla
promozione dei locali «no slot». Sul
fronte legislativo la Regione Puglia
(Legge del 13.12.2013, n.43 «Contrasto
alla diffusione del gioco d’azzardo
patologico GAP») è stata tra le prime a
raccogliere l’invito della Chiesa e del
terzo settore a regolamentare la materia
per contrastarne le conseguenze.
Mentre scriviamo è all’esame del
Parlamento la riforma presentata
dall’onorevole Paola Binetti
sintetizzabile nel divieto di pubblicizzare
il gioco, incentivi per chi rinuncia agli
apparecchi «mangiasoldi», accesso al
fondo antiusura per le famiglie
danneggiate dal parente ludopatico,
pesanti pene per i trasgressori.
L’INIZIATIVA
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TestPOSITIVO
7
Politica
LA PROPOSTA
La piattaforma
presentata
da una
delegazione
Anfn
al sottosegretario
con delega
alla famiglia
Franca Biondelli
S
ei proposte per rendere meno dura la
vita alle famiglie che hanno molti
figli. La piattaforma è stata
presentata a Franca Biondelli,
sottosegretario con delega alla famiglia, da
una delegazione Anfn. L’incontro si è
svolto a Novara, nella sede del Partito
democratico. Presenti il presidente
dell’associazione Giuseppe Butturini, il
direttore dell’osservatorio politico
Alessandro Soprana, il consigliere
nazionale Carlo Dionedi, il delegato Anfn
per la provincia di Novara Marco
Invernizzi. Presente anche Mario Sberna,
fondatore ed ex presidente di Anfn e
l’esponente del Pd novarese Hassan
Pagano.
Ecco i sei punti della piattaforma
presentata dalla delegazione delle Famiglie
numerose.
Il primo: compito del sottosegretario
dovrebbe essere quello di valutare l’impatto
familiare di un provvedimento. Il pensiero
è andato al bonus di 80 euro: una iniziativa
buona adottata dal governo Renzi,
calcolata però sul reddito senza tenere in
alcun conto i carichi familiari.
Il secondo: occorre affrontare, con
coraggio, una riforma del fisco in senso
family – friendly. Purtroppo oggi la
tassazione tiene conto solo marginalmente
dei carichi familiari, penalizzando le
famiglie con figli. Di qui l’utilità di
introdurre il fattore famiglia, una quota di
reddito – proporzionata sul numero dei
figli a carico – non tassabile.
La stessa riforma dell’Isee, introducendo
nuovi criteri nel calcolo del patrimonio, ha
toccato solo marginalmente la scala di
equivalenza.
E poi: occorre rivedere la soglia di reddito
che definisce un figlio fiscalmente a carico.
È ferma ormai da troppo tempo a
2.842,50 euro. La proposta: prendere a
riferimento la soglia di povertà relativa
8
TestPOSITIVO
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stabilita dall’Istat (nel 2012 ammontava a
594 euro al mese per persona).
Quinto punto: l’aumento degli assegni
familiari e la loro estensione a tutti i
lavoratori dipendenti, eliminando la regola
secondo cui il reddito da lavoro
dipendente dovrebbe rappresentare
almeno il 70% del reddito familiare: una
soluzione, questa che fa sì che i coniugati
con lavoratori autonomi non prendano gli
assegni, mentre i conviventi sì.
Nel 1975 gli assegni familiari
rappresentavano il 15,03% del Pil, oggi
rappresentano lo 0,3%.
Infine: la riforma del sistema pensionistico
ha elevato l’età per l’accesso alla pensione
anche alle lavoratrici. Tuttavia sarebbe
profondamente iniquo e socialmente
dannoso trattare allo stesso modo donne
che non hanno avuto figli e donne che ne
hanno avuti. La madre lavoratrice – specie
se ha più di un figlio – per dedicarsi alla
cura della famiglia spesso deve rinunciare
alla carriera, rimanendo quindi ai livelli
più bassi della retribuzione; in molti altri
casi è obbligata a ricorrere al part-time,
con la conseguente decurtazione di
stipendio e contributi previdenziali, o ad
abbandonare il lavoro. La proposta di
Anfn: attribuire almeno tre anni di
contributi figurativi ad ogni figlio naturale
o adottato. Si tratterebbe di un
provvedimento che impatterebbe sui conti
pubblici relativamente e soprattutto
sarebbe diluito nei prossimi decenni, pur
mantenendo effetti immediati sulla vita
delle donne. Il provvedimento –
commenta Alessandro Soprana – potrebbe
essere adottato gradualmente, partendo da
un certo numero di figli (ad esempio otto)
e decrescendo ogni anno di uno per
arrivare a regime.
Molte altre sarebbero le questioni da
mettere sul tavolo. Una cosa è certa:
l’Italia, quanto a politiche familiari, è quasi
all’anno zero. «Molto lavoro attende il
governo in questa direzione – ha osservato
Carlo Dionedi – e ci auguriamo che i
problemi che abbiamo prospettato siano
portati alla discussione. Allo stesso modo
ci auguriamo che il governo voglia
aumentare significativamente
l’investimento finanziario nelle politiche
familiari, con l’obiettivo di arrivare entro il
2018 almeno al 2,5% del Pil. Nei recenti
provvedimenti si è visto che, quando lo si
vuole, le risorse si trovano. Perché, dunque,
non provarci?».
La STORIA
Mario Sberna, dalla casa al palazzo
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I
n sedici mesi ha votato in aula 4.328
volte, l’89% delle volte in cui era
richiesta la sua presenza. E per le
assenze, c’è sempre stata una buonissima
ragione. È stato primo firmatario di 6
disegni di legge (e cofirmatario di 50), di
38 emendamenti (193 quelli a cui ha
apposto la sua firma), di 11 interrogazioni e
7 ordini del giorno. Tutti a favore delle
famiglie.
Mario Sberna, bresciano, 54 anni, una
laurea in Scienze religiose, sposato con
Egle e papà di una prole numerosa, lui che
è stato fondatore dell’associazione delle
famiglie numerose in Italia, vive una nuova
stagione della sua vita.
Convinto dagli amici a mettere un piede in
Parlamento per portarvi le istanze della
famiglia, si candidò con Scelta Civica per
l’Italia, nella circoscrizione II della
Lombardia. Dopo alcuni mesi «mi sono
accorto che le anime che coesistevano nel
partito di Mario Monti – liberisti e
cattolici – erano inconciliabili: diversa
visione del mondo, opinioni opposte sui
temi etici. Per questo ho aderito alla nuova
formazione dei Democratici solidali
(Demo.s), una aggregazione di
centro dove, certo, il senso di
identità tra i colleghi, tutti
cattolici democratici, è
più marcato».
Sberna è rimbalzato
agli onori della
cronaca
almeno in quattro occasioni. La prima: per
essersi presentato in parlamento calzando i
sandali («sono il mio fioretto»). La seconda:
per aver deciso di trattenersi dal lauto
stipendio parlamentare lo stesso stipendio
che percepiva prima di entrare in
parlamento, 2.500 euro, destinando il di
più alle famiglie che non arrivano a fine
mese. La terza: per aver votato, lui,
appartenente ad una aggregazione in
maggioranza, contro la fiducia chiesta dal
governo Letta per l’approvazione della
Legge di stabilità: «perché profondamente
deluso dall’assenza di politiche familiari
dell’esecutivo». Infine, per aver brandito,
lui che vanta una pazienza
francescana, un sandalo in
direzione di un deputato
Cinque stelle che in Aula
aveva per l’ennesima volta
urlato «ladri» a tutti i
parlamentari.
Gli archivi di Openpolis,
che monitora l’attività
dei parlamentari,
danno ragione della
sua coerenza. In 81 casi ha votato
contro le indicazioni di quello che era il
suo partito. In molti altri ha convinto i suoi
dell’opportunità di puntare i piedi per
ottenere misure più decisive a favore della
famiglia.
Su tutti i temi eticamente sensibili si è
distinto: ha votato no contro la proposta
del divorzio breve, no al disegno di legge
contro l’omofobia (e la libertà di
espressione, ndr) no sulla proposta di
finanziamento dei velivoli F-35, sì al
disegno di legge contro la violenza
sulle donne.
Politiche familiari e fiscali, diritti
umani, cooperazione
internazionale, lotta all’azzardo
patologico, trasparenza, i suoi
maggiori campi di interesse. È stato
tra i promotori di diversi gruppi
interparlamentari: segno che su
certi temi si può e si deve
trovare una convergenza
trasversale. È il
collegamento diretto
tra l’Associazione
famiglie
numerose - e sempre più spesso il Forum
delle associazioni familiari - con e le «alte
sfere» della politica.
Refrattario alla mondanità, appena esce
dall’Aula se ne va a dormire dalle suore Pie
Operaie, che aveva conosciuto nella sua
Brescia. Portandosi sempre dietro una
manciata di monetine per dare il suo obolo
ai tanti mendicanti che incontra per strada.
Per collaboratrice parlamentare ha scelto
una religiosa, suor Italina (una laurea in
giurisprudenza), caso forse unico nella
storia della vita repubblicana.
Dopo sedici mesi di vita a Montecitorio,
la sua percezione della vita di un
parlamentare si è modificata
rispetto a quando se ne stava
con la sua famiglia a Brescia?
«No, nel senso che ho potuto
riscontrare di persona
quanta lontananza ci sia tra
la quotidianità delle
famiglie e il mondo del
Palazzo. Chi viene da una
lunga esperienza parlamentare
non sa nemmeno cosa siano
l’Isee o le bollette, chi c’è da poco dà
l’impressione di essersene scordato. E parlo
anche degli eletti del click, che hanno
imparato subito e bene il mondo del
tailleur e della cravatta. Pochi coloro coi
quali ho sintonia completa; tra questi, non
per caso visto che è associato da anni ad
Anfn e vice presidente del Movimento per
la vita, l’onorevole Gianluigi Gigli, col
quale condivido ogni istanza e speranza. E
anche ogni delusione: le priorità, infatti, nel
Palazzo, sono semplicemente invertite: il
futile e l’inutile vengono sempre prima del
necessario e giusto. Ci vorrebbero più
persone coerenti, solidali, attente ai bisogni
della gente. Ma non ci sono».
Si sente un semplice numero o pensa che
la sua testimonianza possa essere servita
o possa ancora servire a qualcosa?
«A me mancano troppo la mia Egle e i
miei figli, il vivere un lavoro che mi piaceva
e la relazione affettiva, anche quella
straordinaria, con le famiglie numerose
associate. Deve credermi: se mi sentissi solo
un numero, non sopporterei questa
sofferenza e tornerei a casa. C’è una
burocrazia costruita da funzionari,
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TestPOSITIVO
9
spessissimo di scuola radicale, che opera
contro la famiglia; ci sono colleghi e
colleghe che, l’ho già detto, guardano al
dito e non alla luna. E c’è, lo credo
fermamente, una vocazione, una chiamata
alla quale rispondere. No, non può essere
una casualità, sono lì per il bene della
famiglia e lotterò fino alle lacrime per il
bene della famiglia».
C’è qualcosa di cui va particolarmente
orgoglioso nella sua attività
parlamentare?
«Sì: sapere che non sto deludendo le
famiglie numerose, che mi fanno sentire il
loro affetto e il loro incoraggiamento ma,
soprattutto, la loro preghiera della quale,
nel mondo della politica, c’è assoluto
bisogno, una sorgente alla quale abbeverarsi
quotidianamente, per non cadere nella
tentazione o, tipico della politica,
nell’accidia. Da questo punto di vista non
ho mai lasciato una lettera o una mail
senza risposta, non ho mai mancato di
rispondere ad una telefonata, la porta di
casa a Brescia o quella dell’ufficio a Roma
non si sono mai chiuse: sono sempre io,
Mario, il Mario della Egle, il Mario di
prima. Sono felice di essere riuscito a
restare me stesso».
Lei crede alle aperture di Renzi verso il
fattore famiglia?
«Renzi viene da una famiglia, intendo
genitori e fratelli, che hanno vissuto e
vivono le nostre stesse gioie e speranze,
tristezze e angosce per dirla con la
Gaudium et Spes. Si è laureato
approfondendo un gigante della spiritualità
e della politica come La Pira. Ha scelto
come Sottosegretario un papà di famiglia
numerosa e un bravo sindaco come Del
Rio. Non può deluderci, non può. Vorrebbe
dire fare a pezzi una storia, anche o
soprattutto di fede, un rinnegare la verità, la
giustizia, il bene comune.
Non deve aprire al Fattore famiglia: lo deve
fare. Anche a partire, come propongo io o
meglio l’Anfn, da chi ha 10 figli e poi, ogni
anno, abbracciarne nella giustizia uno in
più, fino ad abbracciare tutti i nostri figli,
tutto il nostro futuro. Lo deve fare».
Per scendere a Roma lei ha lasciato il suo
lavoro e la guida dell’associazione. Ci
pensa mai quale sarà il suo futuro?
«Sì, e talvolta, quando sono un po’ giù, non
senza una certa preoccupazione.
Il Seminario diocesano ha un nuovo
amministratore, l’ufficio missionario ha una
nuova collaboratrice, la cooperativa sociale
ha un nuovo responsabile al mio posto e
l’Associazione famiglie numerose ha un
nuovo presidente, i carissimi Giuseppe e
Raffaella. Non c’è più spazio per me, com’è
giusto e bene che sia. Tuttavia Egle non ha
un nuovo marito, né i miei figli un nuovo
papà. Ripartirò da lì, come sempre, dai miei
cari. E il Signore, che tutto vede e sa, ci
darà il suo amore, come sempre».
Andrea Bernardini
10
TestPOSITIVO
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L’inchiesta
s~Å~åòÉ
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Viaggio in Italia tra le strutture
che non sopportano di avere bambini tra i piedi
E
ra l’agosto del 2004. Vacanza in
Veneto, dopo anni di puntate
all’estero. Padova, Verona, Garda, in
ostello e in campeggio. Bambini al seguito:
Rachele, di 4 anni, le altre due, Irene e
Miriam, gemelle, di 4 mesi. In quei giorni
capimmo quanto sarebbe stato difficile, da
allora in poi, chiuder casa ed evadere altrove.
Per entrare nella cappella degli Scrovegni a
Padova fummo costretti a pagare la quota di
prenotazione anche per le neonate.
Chiedemmo spiegazioni. Ci risposero:
«Basta che respirino».
Quando giungemmo a Strà (Venezia)
scoprimmo che l’ingresso alla Villa Pisani era
interdetto a «cani e passeggini». Non
potevamo tenerci in collo per un’ora e mezzo
– la durata della visita – le gemelle che si
erano appena addormentate. Dopo aver
litigato con le dipendenti della villa,
caricammo la navicella in auto e ce ne
tornammo in campeggio. In qualche cassetto
devo aver conservato la foto di mia moglie
con figlie di fronte a quel cartello, tanto mi
pareva assurdo e dunque notiziabile.
Sono trascorsi dieci anni. E ho la sensazione
che i servizi «no-kid» si siano moltiplicati,
apprezzati da chi non sopporta di convivere
con i pargoli (degli altri) mentre fa un bagno
in piscina o si gusta una bistecca.
«A Pisa – racconta il collega Alessandro
Banti – in un ristorante sulla via Aurelia, ho
aperto il menù dove ho trovato scritto più o
meno così: lasciate a casa bambini e cani. Da
noi non sarebbero i benvenuti». Provocazioni
simili – scritte o verbali – sono segnalate da
famiglie di tutta Italia. «A noi è successo
qualcosa di simile in una pizzeria della nostra
zona - osserva Paolino Facco di Padova –
dove ci siamo recati per mangiare all’aperto.
Le piccole dormivano sul passeggino, i tre
grandi erano seduti a tavola. Siamo stati
avvicinati dai camerieri che ci hanno esortato
a finire alla svelta e a liberare il posto, perché
i bambini avrebbero potuto fare danni…».
Gina Potente salernitana, è mamma di tre
gemelli di quattro anni – Francesco, Gabriele
e Gerardo – e di Andrea, due anni. «Una sera
siamo entrati in un negozio di abbigliamento
per bambini e senza che i miei figli facessero
niente, ci hanno chiesto di uscire, perché…
troppi. E poi si dice che c’è crisi!». Beatrice
Perissuti scandisce il nome di un ristoratore:
«Pizzeria Bandiera Gialla, in via Raffaello
Sanzio a Trieste». «Qui – lamenta - i
bambini non li vogliono e se prenotate dieci
posti, quando specificate che cinque sono
bambini, vi fanno capire che non siete ben
accetti. Se poi ci andate direttamente… beh
ormai non ci vado più da anni per questo
motivo».
Gemma Croce, 55 anni, vive con il marito ed
i quattro figli a Pedrazzo, in Trentino: «In
passato abbiamo sempre viaggiato con i
nostri bambini. Ci siamo recati in Austria,
Repubblica Cecka, Slovacchia, Germania,
Francia, Usa, Belgio, Lussemburgo,
Danimarca, Inghilterra e non abbiamo mai
trovato difficoltà nel trovare ospitalità per
noi, i nostri pargoli e persino per i nostri cani.
Solo in Italia abbiamo trovato limitazioni di
ogni tipo, tant’è che dopo diverse esperienze
negative abbiamo rinunciato a vacanze nel
nostro paese». «La difficoltà maggiore?
Trovare nei villaggi appartamenti idonei ad
una famiglia numerosa» osserva Fabrizio
Chinzari, originario di Rieti, papà di sette
figli.
Vero: sono poche le strutture che dispongono
di camere sufficientemente capienti per le
famiglie numerose. Angelita Cinus abita con
il marito ed i quattro figli in un piccolo paese
del Medio Campidano, in Sardegna: «noi le
vacanze le facciamo con il nostro camper. Più
volte, quando ci siamo recati in alcuni
campeggi, ci siamo sentiti dire
all’accettazione: “ci dispiace, ma la piazzola è
per cinque posti. Vorrà dire che ne
prenderete due”». Conferma Gina Potente:
«siamo stati in vacanza una settimana in
Calabria in un villaggio. Quando siamo
arrivati, il direttore ci ha detto: “Signori, non
credo che abbiate prenotato per sei. Qui al
massimo si possono accogliere due adulti e
due bambini. Vada per stanotte. Domani
mattina controllo e se ho ragione io dovete
andare via”».
«A Pasqua – racconta Giovanna Foddis, 44
IL FAMIGLIOMETRO
ib=s^`^kwb
abdif=fq^if^kf
24 milioni
milioni gli italiani che si sono
recati in vacanza nell’estate 2014
4,9 miliardi
cono. Alla nostra protesta il titolare si
giustificò dicendo che i bambini toccano
dappertutto, sporcando e che a loro sarebbe
poi toccato pagare una persona per pulire».
Risultato: gelato indigesto e gelateria nella
black list di famiglia.
«Inutile nasconderci dietro un dito –
commenta Bruna Dentella, parmigiana,
casalinga, madre di due figli – molti i bambini
non li vogliono tra i piedi».
«Eppure – spiega l’avvocato Antonio
Cipollone, responsabile legale del Moige,
Movimento italiano genitori – in Italia non è
ammissibile che un ristoratore o un
albergatore impedisca ai bambini l’accesso
alle proprie strutture». Cipollone tira fuori
dalle sue carte l’articolo 187 del regolamento
di attuazione del testo unico delle leggi di
pubblica sicurezza. Recita così: «...gli esercenti
non possono senza un legittimo motivo
rifiutare le prestazioni del proprio esercizio a
chiunque le domandi e ne corrisponda il
prezzo».
Sotto accusa anche i trasporti. Greta Dal
Canto vive a Terricciola con il marito
Rossano ed i quattro figli, alcuni anche molto
piccoli: «Abbiamo preso il volo per Sharm el
Sheik con la compagnia Egiptair. Ci hanno
messo in posti diversi. Nonostante il pianto
dei nostri cuccioli – e la disponibilità dei
passeggeri a fare il cambio di posto – le
hostess sono state ferree e non ci hanno fatto
muovere. Con quale scusa? Che se si fosse
verificato un incidente non avrebbero potuto
ricostruire i nomi assegnati ai singoli posti.
Le sembra giusto?». No, non mi sembra
giusto. Ma mi consola il fatto che, ne sono
sicuro, quando Irene e Miriam si saranno
fatte una famiglia, memori di quello che è
accaduto loro da neonate, non staccheranno
mai un biglietto a Villa Pisani a Strà. Perché,
per dirla con le parole di Francesca
Scarpellini – pisana e madre di un figlio – «i
figli rifiutati oggi, non saranno i vostri clienti
di domani».
31%
delle spese sostenute
in vacanza dalle famiglie
è andata nel cibo
25%
delle spese sostenute in vacanza
dalle famiglie è andata nell’alloggio.
La spesa turistica per l’alloggio
in Italia, dal 2007 ad oggi
- complice la crisi economica è scesa del 22%
22%
cçåíÉW=áåÇ~ÖáåÉ=`çäÇáêÉííá=
anni, insegnante ferrarese, madre di quattro
figli, tra i 7 ed i 13 anni – siamo andati a fare
un giro alle Cinque Terre e abbiamo letto che
per visitare in comodità quel territorio era
possibile acquistare un pacchetto turistico
comprensivo di treno, navette e ingresso ai
sentieri. Con soddisfazione abbiamo appreso
che esisteva un’opzione famiglia con prezzo
agevolato. Quando però mi sono recata al
punto informazioni ho scoperto che il
pacchetto famiglia si limitava a due adulti e
due bambini: avrei quindi dovuto aggiungere
un biglietto adulto (perché la ragazza di
tredici anni effettivamente è già adulta…) e
un biglietto bambino». Ma allora, sbotta
Giovanna «chiamatela famiglina…».
Domenico La Bella è appena tornato a casa
con la moglie Angela e i figli Valentina,
Federica, Antonio, Ludovica e Giulia dopo
una vacanza sul Gargano. Dopo aver scartato
diverse proposte («tutte oltre il nostro
budget»), la famiglia si è ritrovata in un
grande villaggio. «Mentre con il titolare stavo
trattando sia il prezzo che l’alloggio, tre dei
miei figli giocavano al piccolo e (poi mi sono
accorto) malridotto parco giochi. A delle
grida un po’ più forti di una delle mie
bambine, il titolare, molto irritato, mi ha
detto: “ma perché non esce e prende a schiaffi
i suoi figli?”. Ed ancora “I figli si educano con
gli schiaffi. E lei non li sa educare”. In quel
momento mi sono alzato, ho rimesso in tasca
i soldi della caparra e uscendo ho detto: “vado
alla ricerca di un altro villaggio dove
sicuramente accetteranno dei bambini che
hanno semplicemente voglia di divertirsi.
Avreste dovuto vedere la faccia del mio
interlocutore a queste mie parole… ».
Enio ed Antonietta De Boni provengono da
Lovolo, in provincia di Padova. Ci scrivono
per raccontarci l’esperienza di quella volta in
gelateria: «grandi specchi, divanetti bellissimi.
Entrati con i nostri figli, fummo avvicinati da
una graziosa commessa che ci invitò
gentilmente ad uscir fuori per consumare un
è la cifra spesa dalle
famiglie italiane in vacanza
per i pasti consumati
in ristoranti, pizzerie, trattorie
o agriturismi. Ma solo il 36%
delle famiglie vacanziere
si è fermata al ristorante
degli italiani è tornato dalle vacaze
con prodotti titpici come souvenir.
Il 18% è tornato con gadget, il 16%
ha acquistato cartoline. Il 39%
è tornato a casa a mani vuote
TestPOSITIVO
11
demografi l’hanno definito «inverno demografico». Poche culle, tante stampelle, pochi
bebé, tanti anziani. In Europa il tasso di fecondità è molto basso. Dai grembi di cento
donne vengono alla luce, in media, tra i 150 ed i 160 figli: pochi, se si tien conto che la
soglia di sostituzione è fissata in 210 figli per ogni 100 donne o, se vogliamo, in 2,1 figli
per donna.
Tra le poche eccezioni positive – si fa per dire - la Francia, dove nel 2013 sono nati 197 figli
ogni 100 donne. Oltralpe, il sogno di (almeno) due figli si avvera – costantemente ormai da
quarant’anni - per quasi tutte le donne. Dati commentati positivamente da Gilles Pison, direttore dell’Istituto nazionale di studi demografici, che in un’intervista a Le Figaro ha osservato come la crisi non abbia intaccato la straordinaria natalità francese.
Eppure 2 figli a donna resta un tasso basso: in Italia, fino agli anni Settanta, dai grembi di
cento donne nascevano, in media, 250 bambini. Oggi siamo il fanalino di coda, sotto ai 140
I
L’INTERVISTA
promuovendo l’indebitamento delle famiglie per consumare di più, utilizzando redditi futuri, fino alla insostenibilità del debito. Bene , anzi male, ma non è finita qui. Se la popolazione non cresce, e resta stazionaria, non per questo resta uguale nella sua composizione.
Infatti la popolazione invecchia. Invecchiando crescono le persone anziane come percentuale
sul numero totale. Un fenomeno che si rappresenta cosi: meno persone che producono e più
persone che escono dal ciclo economico e costano in termini di pensioni sociali. Più persone
anziane significa più costi sanitari. A questo punto il bilancio della spesa pubblica si modifica sostanzialmente. Crescono i costi fissi sociali, sempre più esponenzialmente. Questi vengono coperti da tasse. Dagli anni ’80 al 2008 il peso delle imposte sul PIL ( in Italia per
esempio) è raddoppiato. Più tasse implicano meno risorse da investire e persino meno redditi per consumare. Così il ciclo perverso è cresciuto sempre più, fino al crollo del sistema consumistico. Imposto per sostenere la crescita crollata a seguito del crollo demografico. Se non
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Vero…
«Torniamo perciò alla mia domanda iniziale, facendone
una più importante e di premessa: perchè ho risposto alla
sua domanda con un altra domanda? Per dare al lettore la
consapevolezza di un principio naturale, insito cioè nelle
leggi naturali implicite nella Creazione: l’uomo è centrale
persino per la crescita economica. Se non ne riconosciamo
la dignità, la crescita economica sarà fittizia e lo sarà perchè la dignità dell’uomo non si soddisfa solo, esclusivamente, materialmente: la dignità dell’uomo, figlio di Dio, è quella di un
uomo fatto da carne,intelletto e spirito. Ma vorrei rispondere io alla mia domanda che tende
ad attrarre l’attenzione del lettore sul tema demografico. Se la popolazione non cresce, non
cresce neppure il Pil, in modo reale e sostenibile (prescindendo da cicli brevi). Perchè l’elemento trainante la crescita economica in un sistema complesso e maturo come quello delle
economie occidentali è la popolazione che cresce. Se questa non cresce, il Pil può crescere
sostanzialmente solo se crescono i consumi individuali. Per far crescere i consumi individuali,
si deve crescere il potere di acquisto delle famiglie. Per farlo si è attuata una strategia che è
l’origine della crisi: da una parte si è aumentata la propensione ai consumi, sacrificando i risparmi delle famiglie - si pensi che negli anni ’80 il tasso di risparmio sul reddito delle famiglie era superiore al 25%, nel 2008 era crollato sotto il 5%. Ma i risparmi rappresentano la
base monetaria per il sistema bancario con cui si fa credito alle imprese per crescita, investimenti e sviluppo. Senza risparmi depositati, le banche hanno cominciato ad inventare i prodotti derivati.... D’altra parte, per far crescere i consumi si dovette ridurre i prezzi di molti
prodotti, ciò avvenne delocalizzando le produzioni (in Asia per esempio) in aree economiche a basso costo di produzione. Ma delocalizzare significa deindustrializzare e creare capacità, mano d’opera ecc. in altri paesi. La terza scelta per crescere i consumi individuali avvenne
Non lo so, le teorìe che sento in giro non mi convincono…
«Qualche illuso o illusionista, potrebbe rispondere: grazie alla crescita della produttività , oppure grazie alla crescita delle esportazioni. Bene, entrambi
i fenomeni non sono però facilmente realizzabili né sostenibili nel mondo globale. In più il mondo cosiddetto occidentale (Usa ed Europa, soprattutto) ha vissuto l’esperienza
opposta: ha infatti cresciuto le importazioni e, almeno in
Europa, ha ridotto gli investimenti in produttività deindustrializzando e delocalizzando».
Gotti Tedeschi: lei sostiene che il crollo demografico è all’origine della crisi economica
dell’Europa. In forza di quali argomentazioni?
«Le rispondo con una mia domanda: come può crescere in modo sostenibile il Pil (prodotto
interno lordo) in un periodo ragionevolmente lungo – prescindendo pertanto da cicli economici – se la popolazione non cresce?»…
bambini ogni 100 donne. Quali sono le cause dell’inverno demografico? Quali i suoi effetti?
Ne parliamo con Ettore Gotti Tedeschi, 69 anni, piacentino, sposato e padre di cinque figli,
economista e banchiere (dal 2009 al 2012 ha ricoperto l’incarico di presidente dell’Istituto
per le opere di religione Ior) e che da più di quindici anni studia il problema della denatalità
e le sue conseguenze economiche.
Oggi sarebbe possibile ristabilire un equilibrio interrompendo il circolo vizioso?
«Mi piacerebbe molto rispondere di si e magari fornire una ricetta. In realtà sarebbe possibile se l’uomo non fosse “educativamente” nichilista come è. Come si può pensare di ristabilire un equilibrio, che presuppone che si riconosca una squilibrio, se l’uomo nichilista, senza
valori di riferimento, pensa solo alla soddisfazione materiale? Penserà che per ristabilire questo equilibrio perso basti invertire il ciclo economico negativo. Magari con una nuova bolla
speculativa, oppure riducendo i costi sociali troppo alti per esser sostenuti da una popolazione
che non cresce ed è diventata povera. E questi costi come potrà ridurli? Sopprimendo gli anziani pensionati troppo costosi in spese sanitarie?
Vediamo, il ciclo sarebbe riequilibrabile se la cultura della visione della vita fosse omogenea. In tal caso non ci vorrebbe molto a interrompere il circolo vizioso. Basterebbe ridurre
la soddisfazione materiale, tornare a risparmiare e tornare a far figli. Vorrei però chiarire
che tutto ciò potrebbe accadere se tutto il mondo occidentale (Europa in primis) ci credesse. Se ciò non fosse, come è, questa ipotesi diverrebbe insostenibile in un clima culturale
e normativo che trasforma in etico ciò che affatto non lo è».
Lei ha contribuito alla stesura di Caritas in veritate. Che ne pensava Benedetto XVI a
proposito del fenomeno della denatalità?
«Non oserei mai interpretare il pensiero del Pontefice Emerito, posso solo cercare di spiegare
quello che “secondo me” potrebbe pensare. Peraltro Caritas in Veritate, nel primo capitolo,
esprime bene il pensiero del Pontefice. Egli infatti inizia riferendosi a due encicliche precedenti, scritte da Paolo VI, Populorum Progressio e Humanae Vitae, e domanda al lettore: ma
queste due encicliche le avete lette? le avete capite? le avete attuate? Se la risposta è no, come
è, non ci si meravigli della attuale crisi in corso: avete ignorato la dignità dell’uomo riducendolo a mezzo di consumo e avete adottato un progresso solo materiale. Sembra dire il Santo
Pontefice: ma che volete ? Siete stati voi artefici di questo squilibrio... Per Benedetto XVI
l’uomo confuso dalla cultura nichilista dominante, perde più riferimenti. Il primo senza dubbio è riferito al valore della vita umana e della dignità dell’uomo, pertanto ridotto a diventare
uno strumento di “consumo”. Peraltro è evidente, se l’uomo è frutto dell’evoluzione di un bacillo anziché figlio e creatura di Dio, la sua soddisfazione è necessariamente solo materiale e
non più intellettuale e spirituale. Perciò solo consumatore e sostegno alla crescita del Pil, appunto. Il secondo riferimento perso, che segue il primo, sta proprio nel concetto di sviluppo
economico, che non può esser solo materiale (consumistico), ma integrale, perciò anche intellettuale e spirituale. Il terzo riferimento perso è nella capacità di distinguere fra fini e mezzi.
Confondendoli l’uomo lascia assumere una forma di autonomia morale agli strumenti, per
esempio all’economia. In tal modo l’economia , da strumento diventa un fine, ma fine a sè
stessa, come abbiamo visto. Per questa ragione Benedetto conclude Caritas in Veritate auspicando che quando la crisi in corso debba finalmente essere risolta, l’uomo capisca che non
sono gli strumenti a dover esser cambiati , bensì gli uomini che li devono gestire. Se l’uomo
non sa farlo perché confonde obiettivi, senso della vita, fini e mezzi, qualsiasi nuovo ed apparentemente più adeguato strumento, verrà mal utilizzato da un uomo immaturo e scarso
di sapienza».
si fanno figli si diventa poveri, anzichè il contrario, come insegnano i neo maltusiani. Non è
perciò vero che la crisi è dovuta alle banche avide, le banche hanno fatto credito insostenibile per tenere in piedi un sistema che voleva crescita consumistica a debito per equilibrare
il crollo delle nascite».
L’ASSEMBLEA
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Dal 26 al 28
dicembre i luoghi,
i costi,
il programma,
le modalità
di iscrizioni
all’assemblea
nazionale
dell’associazione
D
ieci anni fa nasceva a Brescia
l’associazione nazionale
famiglie numerose. Un
anniversario che sarà celebrato dal 26 al
28 dicembre a Roma. Sarà questa
un’assemblea elettiva, chiamata a
rinnovare il nuovo consiglio nazionale,
che poi dovrà eleggere il presidente
nazionale dell’associazione. A Roma le
famiglie Anfn avranno l’occasione di
incontrare papa Francesco, atteso in Aula
Nervi per la giornata conclusiva.
Ma andiamo con ordine.
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Tre i luoghi intorno a cui ruoterà il
grande happening delle famiglie
numerose italiane. Il primo: il camping
Fabulos, una splendida struttura a misura
di famiglia che nasce in una grande
pineta di 30 ettari a 15 km da Roma, tra
la Capitale ed Ostia. Il secondo: il Parco
della Madonnetta, campus fiore
all’occhiello di Roma. Infine: San Pietro,
o meglio la vicina Aula Nervi dove le
famiglie numerose si recheranno
domenica 28 dicembre, festa della Sacra
Famiglia.
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Un soggiorno a Roma – specie nei giorni
a ridosso del Santo Natale – ha costi
spesso fuori dalla portata del portafoglio
di una famiglia, specie se numerosa.
Questo il consiglio nazionale Anfn lo sa
bene. Il nostro tesoriere Paolo Nanni, da
buon padre di famiglia, ha messo da
parte i (pochi) introiti – derivanti
soprattutto dalle quote associative, dal 5
per mille e da donazioni – arrivati negli
14
TestPOSITIVO
N
ultimi mesi nelle casse dell’associazione,
con l’obiettivo di abbassare il più possibile
la quota di partecipazione all’evento.
Ancora una volta si terrà conto anche
delle spese di viaggio. Dunque, le
famiglie provenienti da Toscana, Umbria,
Marche, Abruzzo, Molise, Campania e
quelle laziali non dovranno versare più di
250 euro, di là dal numero dei
componenti. Le famiglie provenienti da
Calabria, Puglia, Basilicata, Emilia
Romagna e Liguria non verseranno più
di 200 euro. Quelle originarie di
Piemonte, Lombardia e Veneto non
pagheranno più di 175 euro. Le famiglie
provenienti da Valle d’Aosta, Trentino e
Friuli non corrisponderanno più di 150
O
euro. Infine le famiglie associate
provenienti da Sicilia e Sardegna non
pagheranno più di 100 euro.
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Il ritrovo è per il pomeriggio di venerdì
26 dicembre al camping Fabulos, dove le
famiglie saranno
accolte e
troveranno
sistemazione. Dopo
la registrazione, la
cena in camping
(sarà organizzata in
due turni). Poi, con
la navetta,
raggiungeremo il
Parco della
Madonnetta, dove
sarà presentato
l’evento e i ragazzi
potranno assistere
ad un film.
La sera intorno alle
ore 23 il rientro al
camping. Il sabato,
dopo la colazione,
le navette
porteranno i
partecipanti
all’assemblea di
nuovo al Parco della Madonnetta, dove
si entrerà nel vivo della manifestazione. Il
mattino sarà dedicato al ricordo e
all’approfondimento. Sul palco saliranno
coloro che hanno fatto la storia
dell’associazione, mentre Mauro Bazzani
presenterà alcune pillole del suo docufilm
dedicato alle famiglie numerose, che sarà
poi possibile acquistare. A seguire, tavola
rotonda con il presidente del Forum
delle associazioni familiari Francesco
Belletti, la giornalista e scrittrice
Costanza Miriano, l’economista Luigino
Bruni, il padre gesuita Bartolomeo Sorge
e il conduttore tv Piero Angela. A tema:
come una famiglia numerosa può
cambiare il paese.
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Il pomeriggio sarà dedicato
all’assemblea: la relazione del presidente
uscente Giuseppe Butturini,
l’approvazione del bilancio consuntivo,
gli interventi degli associati. Infine le
votazioni. Ascolteremo la testimonianza
di Enrico Petrillo, marito di Chiara
Corbella, prima di rientrare al camping.
Alla sera spettacolo preparato dagli
associati.
Domenica mattina, navette per Aula
Nervi con cestini per pranzo. Qui
dovrebbe avvenire l’incontro con papa
Francesco.
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Sarà possibile iscriversi all’assemblea solo
compilando l’apposito format già
disponibile sul sito
www.famiglienumerose.org. In questi
mesi, in occasione delle assemblee degli
iscritti, si stanno raccogliendo le
candidature per il nuovo consiglio
nazionale. Candidature che dovranno
essere formalizzate sessanta giorni prima
del giorno dell’assemblea.
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IL QUESTIONARIO
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TestPOSITIVO
15
ANFN in festa
Famiglie numerose,
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a Trieste
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APPUNTAMENTI
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L
e famiglie numerose del Friuli Venezia
Giulia si sono incontrate nei locali
della parrocchia Nostra madre di
Lourdes a Trieste per fare festa insieme e
riflettere un po’ sulla famiglia, in particolare
quella numerosa, nella società odierna.
L’incontro - organizzato dai coordinatori
regionali Paolo e Lucia Grisan, dai
provinciali Lucio ed Emanuela e dalle altre
famiglie collaboratrici - ha lasciato nel primo
pomeriggio un po’ di spazio ai genitori che si
sono riuniti per ascoltare le novità regionali
illustrate dai coniugi Grisan, condividere le
realtà provinciali con i coordinatori di
Gorizia, Udine, Pordenone…, e puntare lo
sguardo anche verso Roma, vista la presenza
dell’onorevole Gianluigi Gigli che ha
illustrato alcune proposte portate in
Parlamento a favore della famiglia.
L’onorevole Gigli lavora in sintonia con il
nostro ex presidente, attuale onorevole Mario
Sberna. Le loro esperienze di padri
numerosi, oltre che di persone di valore e
cultura sono per noi una garanzia di
rappresentanza della nostra realtà.
In sostanza sono stati affrontati temi come le
detrazioni dei contributi scolastici;
l’incapienza, che impedisce di fatto alla
maggior parte delle famiglie numerose di
detrarre spese sostenute «numerose volte» e
per legge detraibili (solo ai ricchi?); tutte le
altre iniquità che noi famiglie numerose
sperimentiamo all’aumentare del numero di
figli che accogliamo, curiamo, educhiamo,
assistiamo, nutriamo.
Alessandro Soprana responsabile
dell’osservatorio politico Anfn ha illustrato
16
TestPOSITIVO
come e cosa sta facendo l’associazione a
livello politico in Italia. Associazione
nazionale famiglie numerose non è un
partito e non aderisce a nessun partito, ma si
interessa di politica per evidenziare al
governo centrale quante iniquità subiscono
oggi le famiglie numerose, e proporre
correttivi e nuovi sistemi che tutelino di più
la cellula della società italiana. Per paradosso
– ha osservato Soprana - siamo arrivati al
punto da invocare gli stessi diritti dei
conviventi!
In questi 10 anni di cose ne sono state fatte
molte, e qualche risultato è stato raggiunto,
spesso però inficiato dal cambio di legislatura
che ignorava o addirittura cancellava quanto
concesso dalla legislatura precedente. Cosa
che purtroppo abbiamo visto succedere
anche a livello locale in tutta Italia.
In ogni caso ANFN tramite i suoi
rappresentanti non smetterà di bussare alle
porte dei palazzi, per promuovere vere
politiche familiari che possano rendere le
coppie italiane libere di aprirsi alla vita senza
l’incubo della povertà.
Durante il vivace dibattito sono emersi
quesiti circa il ruolo delle famiglie nella
scuola, alla luce delle recenti sperimentazioni
sulle teorie dei gender, che hanno visto
escludere a priori le famiglie dai progetti
portati in classe da estranei alla scuola. Si
tratta pur sempre di minori e di progetti che
esulano dalla proposta formativa presentata
all’inizio dell’anno. L’onorevole Gianluigi
Gigli e Alessandro Soprana hanno
consigliato le famiglie ad interessarsi
attivamente delle attività scolastiche e a non
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esercitare
deleghe educative
alla cieca, nell’interesse
dei propri figli e della loro
serenità.
A tale proposito i coordinatori di Trieste
avevano inviato 6 mesi fa una lettera
all’amministrazione locale, indicando i timori
delle famiglie a fronte di queste
sperimentazioni già in parte avviate.
Purtroppo non è arrivata nessuna risposta ai
nostri quesiti: per questo motivo si chiederà
alla stampa di pubblicare questa lettera
evidenziando il fatto che in 6 mesi non si è
ottenuta alcuna risposta.
Anche Alfio ed Emanuela Spitaleri,
consiglieri nazionali di ANFN, sono venuti
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A BRESCIA in campo con la nazionale di calcio
È
iniziata a Brescia la bella avventura dell’Associazione nazionale famiglie
numerose in Italia. E a Brescia 150 famiglie si sono ritrovate – lo scorso 30
agosto - per la festa provinciale Anfn. Presente il presidente nazionale
Giuseppe Butturini, il loro predecessore Mario Sberna, oggi deputato, il vescovo
di Brescia Luciano Monari, il sindaco della città Emilio Del Bono.
Campo da calcetto e giochi gonfiabili per il divertimento dei bambini.
Nel pomeriggio è scesa in campo – al centro sportivo San Filippo - anche la
nazionale di calcio Anfn, che ha perso ai calci di rigore una partita con una
rappresentativa di sacerdoti di Brescia. Ottocento gli spettatori partecipanti alla
gara. In quella occasione i coordinatori provinciali Antonello ed Angela Crucitti,
promotori dell’evento, hanno annunciato la prossima trasferta in Terra Santa per
cui sarebbe partita la rappresentativa Anfn – dal 5 all’8 settembre – giocando per
la pace a Betlem, a Nazareth e a Gerusalemme, in comunione con papa Francesco
che aveva voluto una iniziativa simile il 1 settembre allo stadio Olimpico a Roma
Infine gran buffet per tutti, servito dal gruppo alpini di Bione. Appoggiare il papa
nella preghiera il 1 settembre, gioca la sua partita in Terra Santa in comunione
con il papa.
alla festa e hanno presentato la prossima
assemblea nazionale di ANFN che si terrà
dal 26 al 28 dicembre 2014 a Roma.
Sarà un’assemblea elettiva, ove verrà eletto il
nuovo consiglio nazionale. Per questo
motivo sul nostro sito web è stato pubblicato
il regolamento che disciplina le candidature
al nuovo consiglio.
I coniugi Spitaleri hanno posto l’accento su
quanto sia importante la partecipazione
attiva nella nostra associazione, perché
grazie a chi volontariamente offre tempo,
idee ed energie la nostra famiglia di famiglie
è diventata una grande famiglia che
abbraccia tutte le regioni d’Italia.
La nostra carta dei valori rimane la base
sulla quale fondiamo la nostra rete di
famiglie e tutte le nostre azioni di
solidarietà, di politiche familiari e di
semplice e preziosa conoscenza reciproca.
Il dibattito è proseguito vivace tra le famiglie
presenti, e a conclusione della festa grande
gioia di bambini e adulti durante l’estrazione
della bella lotteria preparata dagli
organizzatori.
Si ringraziano in particolare: Illy caffè per
l’abbondante caffè, Garden Center Durì di
Mortegliano ( con cui siamo convenzionati)
per le bellissime piante che ci ha regalato, la
Parafarmacia di Zugliano, l’azienda Agricola
Carlo Loner di Ariis e Fabbro ceramiche
entrambi di Rivignano Teor e «la nuova
triesteufficio» per aver donato i premi. E
tutte le famiglie presenti per essere
intervenute nonostante fosse bel tempo…
dopo tanto tempo!
TestPOSITIVO
17
Le iniziative
^=oçã~=É=~=jçåíÉî~êÅÜá
Il successo
dei campi di lavoro per giovani
18
TestPOSITIVO
Çá=^åÇêÉ~=É=j~êáäá~=_çííáG
T
renta volontari, 8 tutor, 2 camp leader
e 2 famiglie di supporto all’edizione
2014 dei campi giovani
«volontariamente si cresce».
Raddoppiata l’offerta rispetto alle due
precedenti edizioni. Possiamo quindi
condividere il risultato dell’edizione di Roma
che si è svolta a giugno e lo lasciamo alla
riflessione di Elena che, dopo aver
partecipato al primo campo nel 2012 come
volontaria, quest’anno è stata una dei tutor:
«Il primo campo – scrive Elena - mi ha lasciato
una grande voglia di tornare, tanto che quando
ho realizzato che per la maturità non sarei
potuta venire al secondo mi è dispiaciuto un
sacco. Lo ricordo ancora: sotto periodo di esami
vedevo le foto che pubblicate sul sito e osservavo:
“cavoli quanto vorrei esserci anche io lì in
mezzo”; ma me ne sono dovuta fare una ragione
rimandando tutta la
voglia di campo a
quest’anno. Sono partita
rimandando tutti gli
esami al secondo appello
nonostante le critiche di
tutti che mi
rimproveravano di avere
delle priorità poco
definite. Avevo grandi
aspettative sul campo,
sulle persone che avrei
incontrato perché no anche
su di me e che dire… sono
tornata a casa piena e con
un leggero amaro dato
dalla nostalgia delle
persone che ho conosciuto.. amaro che fa da
motore per tornare gli anni prossimi. È questo
che fa il campo lavoro: ti fa sentire la sua
mancanza, penso di esserne un po’ dipendente
ah ah non vedo l’ora del prossimo. Il campo è
andato bene oltre che a livello tecnico anche a
livello sociale e ne sono molto contenta, i ragazzi
li sento ancora tutti, si è creato davvero un bel
gruppo, come dicevo a tavola l’ultimo giorno, la
mia posizione mi ha permesso di legare
veramente con tutti. Ho cercato di trasmettere la
mia positività a chi mi è stato vicino e penso di
esserci riuscita. Uno dei primi giorni Andrea
Botti ha detto: “mi sa che il sito della grotta sarà
quello dove dovremmo concentrarci tutti per
riuscire a finirloö ma così non è stato, ho
lavorato per step del tipo “entro oggi dobbiamo
finire questo” ..e così via e ha funzionato tutti
mi sono sempre stati dietro; è stato bellissimo
sentirsi dire dai miei compagni di sito
“sembrava un miraggio ma siamo riusciti a
finire non perché abbiamo lavorato più del
solito ma la spinta è stata l’atmosfera che c’è qui
sopra, convincersi di potercela fare e farcela
davvero”. Boh quest’esperienza mi ha dato
davvero tanto, non vi ringrazierò mai
abbastanza per averla ideata. A presto Elena
Avendo vissuto con i ragazzi questi 3 anni, ci
sembra che la sintesi di Elena riesca ad
esprime in modo completo quello che è
l’esperienza dei campi giovani.
A Montevarchi dove si è svolto il secondo
campo sono stati Mery e Emanuele a fare da
camp leader, con i loro 5 figli: la loro carica,
l’esperienza, l’entusiasmo che hanno messo
nell’iniziare questa esperienza non nuova per
loro, ha portato ottimi risultati e i ragazzi
anche dalla Toscana rientreranno entusiasti e
con voglia di riprovare una nuova esperienza.
*responsabili progetto campo giovani
Storie di MAMMA
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áä=Å~éêÉííç=
áå=ÅÉêÅ~=Çá=ÅçÅÅçäÉ
E
anche quest’anno l’estate è finita,
trascorsa senza che nemmeno ce
ne accorgessimo, anche perché è
piovuto spesso e volentieri. L’autunno,
con la ripresa delle scuole e la fine delle
ferie, temo che non sia la stagione
preferita di nessuno, perlomeno in casa
mia.
L’inverno, d’altro canto, non passa mai e
il Natale non basta a farlo amare più
delle altre stagioni. Resta la primavera,
passata già da un po’ e di ritorno tra un
altro po’. Primavera è sinonimo di
rinascita e in casa nostra quest’anno
l’abbiamo festeggiata alla grande.
Insomma, non è ancora tempo di bilanci
di fine anno, ma è la stagione del 2014
che più ci rimarrà nel cuore perché alla
tribù dei nostri quattro animali bipedi (i
soliti Giacomo, Mattia, Luca e Emma) e
alla mandria dei cinque animali
quadrupedi (il cane Baghira, le caprette
Luna, Mentina, Nutella e il pony
Tonkito) si è aggiunto il piccolo Alonso.
È nato all’improvviso, in una ancora
freddolina mattina di fine marzo. Noi ce
ne eravamo andati a scuola tranquilli,
senza nemmeno controllare la nostra
piccola stalla visto che, in teoria,
Çá=_~êÄ~ê~=jçåÇÉääá
mancava un mesetto al termine della
gestazione. Ma, come Emma sette anni
fa, questo cucciolotto aveva fretta di
nascere e si è fatto un baffo degli inutili
conti dei padroni.
Del resto anche per i bambini si dice che
ognuno sceglie da solo quando venire al
mondo, peccato che per noi mamme
umane la cosa non sia così rapida e
indolore. Comunque, per farla breve,
appena varcata la soglia della scuola, mi
giunge la telefonata del capostalla,
nonché marito-papà: «siamo aumentati
in famiglia, è nato un caprettino
minuscolo e bellissimo». Lacrime di
commozione, invio di foto a ripetizione
agli altri figli sparsi per la città e ai
fortunati nonni che, in realtà, hanno
commentato con un drastico: «vi
mancava solo quello».
Eh, sì, a noi mancava davvero: ogni
nuovo bimbo è una gioia indescrivibile
ma anche con un nuovo caprettino non
si scherza. Alonsino, nome scelto dai
fratelli maschi - ma Emma preferisce
chiamarlo Hot dog - ci vive
praticamente in braccio, ci segue
Ecco cosa
succede
quando
in una
famiglia
numerosa
si fa spazio
anche agli
animali.
Mamma
Barbara:
«ci vive
praticamente
in braccio,
ci segue
dappertutto,
alla nostra
vista comincia
a belare»
dappertutto, alla nostra vista comincia a
belare, avvicina il musetto in cerca di una
coccola e, appena lo lasciamo andare,
corre dalla sua mamma Nutella e
comincia a succhiare più latte che può.
Ormai, però, Alonso ha quasi sei mesi e
il latte della mamma non c’è più ma lui
ha rimediato in modo ineccepibile: se la
mamma lo allontana dalle mammelle, lui
cambia tattica, si gira e prova a montarla.
Temo che tra qualche mese in questa
casa sarà sempre primavera, ma ci
penseremo al momento giusto.
D’altra parte l’altro giorno Emma
doveva scegliere una fotografia con la
famiglia da portare a scuola per un
lavoro di storia, così le ho sparso sul
tavolo decine di foto e sono andata a
preparare la cena. Poi me ne sono
dimenticata ma lei è autonoma, aveva
fatto la sua scelta da sola e aveva messo il
materiale nello zaino. Qualche tempo
dopo sono entrata nella sua classe e c’era
un meraviglioso cartellone appeso alla
parete: tanti volti sorridenti di bambini,
mamme, papà, sorelline e fratellini. Una
gioia per gli occhi. C’era anche lei, felice
e tranquilla, contornata da un gregge di
placide capre.
TestPOSITIVO
19
La RICETTA
Çá=j~ìê~=máëã~í~êç
La nostra
collaboratrice
ospite
di «Quel che
passa il
convento»:
«In un’atmosfera
familiare,
ho avuto
la possibilità
di raccontarmi
a chi mi stava
ascoltando»
M
20
TestPOSITIVO
chef in tv... 2000
aura Pismataro, la nostra chef preferita, ospite di «Quel che passa il
convento» su Tv 2000. Fusilli al ferretto con ragu di maiale, bocconotti
calabresi, polpette calabresi ottenute con melanzane, carne e pane: le ricette
di Maura hanno entusiasmato il pubblico.
«È stata un’esperienza molto simpatica – racconta la nostra. In un’atmosfera familiare,
ho avuto la possibilità di raccontarmi a chi mi stava ascoltando. Ho incontrato diversi
conoscenti che han riferito di avermi visto in televisione, facendomi i complimenti».
Maura sta cercando «con grande fatica di trovare spazio nel mercato del lavoro. Alla
mia età non è molto facile… alcuni anni fa – racconta - quando iniziai a cucinare per
gli amici era diverso: adesso è tutto più difficile, anche se la provvidenza non ci
abbandona mai e qualche occasione si affaccia».
La sua è una storia comune a molte mamme numerose che si sono dedicate
principalmente ai figli, e dopo averli cresciuti, cercano di tornare a lavorare.
«Certamente – osserva - sentiamo il disagio di non aver costruito la nostra carriera
come sarebbe stato necessario, ma questa è stata la nostra scelta di vita e non ce ne
pentiamo affatto: sappiamo quanta differenza abbia fatto nell’educazione dei figli e
nella relazione con ognuno di loro».
Continua: «Una volta dissi a mio figlio che forse sarebbe stato meglio per tutti che io
avessi lavorato fuori casa. E lui mi rispose che non sarebbe stata la stessa cosa, che loro
amavano trovarmi a casa al ritorno dalla scuola, sentendo il profumo del pranzo per
poi fare tante chiacchiere a tavola tutti insieme».
Ma ogni giorno è un giorno nuovo e allora mettiamoci in cucina e facciamo felice
tutta la famiglia! A voi le ricette di Maura, ricordandovi che molte altre si trovano
sulla pagina facebook Maura Pismataro Chef.
La premessa: «i piatti che vi propongo sono quelli di un tipico pranzo in una casa
calabrese: un pranzo della domenica da condividere tutti insieme, nonni compresi.
Potete contattarmi per ogni vostra grande festa, da quelle in casa per ogni ricorrenza
fino ai matrimoni, posso soddisfare tutte le vostre esigenze. Prendo la macchina e
l’aereo se necessario e sono lì da voi! … sono andata fino in Brasile per un
compleanno!».
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In cucina
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Nascite
In FAMIGLIA
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o scorso 27 agosto, alle ore
L
13.05, è nata Anna
Antonietti, 2740 grammi. La
famiglia Antonietti –
coordinatrice Anfn della
provincia di Firenze - dunque,
si allarga: Anna si unisce a
mamma Maria, papà Davide e
ai fratelli e sorelle Pietro,
Marta, Teresa,
Sara, Chiara e Gemma.
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cfl``l=olp^=fk=`^p^=jf``^oaf
envenuta a Francesca, ultimogenita di papà Stefano e
B
mamma Paola Miccardi di Oriolo Romano (Viterbo). Ad
esultare, insieme a tutte le famiglie Anfn, anche i fratellini
Maria, Emanuele, Daniele, Marco e Matteo.
j^kqls^I=_bksbkrql=^=dflbib=^i_boqf
iocco azzurro in casa Alberti, a Porto Mantovano: il 18
F
agosto, alle ore 10,34 è nato Gioele, dolcissimo e vispo
bimbo che dovrà affrontare qualche difficoltà iniziale ma che ha
l’appoggio dei suoi affettuosi fratelli Michael, Mattia, Alyssa,
Fabio, Silvia, Luca, Sofia e Nada che non vedono l’ora di poterlo
avere a casa. Laura e Mirko con i figli sono felici di condividere
con tutti i lettori di Test + questa nona meraviglia. Viva la vita!
nrf=`efbqfW=Ð=sbkrql=^ii^=ir`b
`^jfkb=c^qqlob
envenuto a Carmine, ultimogenito di papà Davide e
B
mamma Stefania, di Francavilla al Mare in provincia di
Chieti. È nato il 9 agosto alle ore 11.45. Il bambino pesava alla
nascita 3,760 chilogrammi.
j^qbo^W=fk=`^p^=_rowl=
a^=nr^qqol=^=pbf=cfdif=
con immensa gioia e gratitudine che papà Domenico Burzo
È
e mamma Linda annunciano l’arrivo di Camilla e Beatrice,
nate il 28 luglio 2014. Le gemelline si aggiungono a Leonardo,
Andrea, Federico e Simone. Commentano i genitori: «la
grandezza della Provvidenza Divina è davvero smisurata».
nrf=sbolk^W==Ð=k^q^=jfof^j
apà Fabio e Irene annunciano con immenso piacere l’ultimo
P
arrivo in casa Francesconi, di Verona: la piccola Miriam si
aggiunge ai fratelli Elisa, Davide Maria, Gabriele, Benedetta,
Vittoria.
Figli del cuore
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TestPOSITIVO
21
STARBENE
Çá=^äÄÉêíç=mÉää~á=É=_~êÄ~ê~=q~ãÄçêáåá
SI RICOMINCIA!
Impariamo
a fare squadra
E
cco, si ricomincia. La sveglia,
dall’11 settembre in poi, ha
cominciato a suonare prima al
mattino. E alle 7 di ogni giorno la casa si è
trasformata nel consueto campo di
battaglia: figli da buttare giù dal letto (a
volte col cannone), cartelle e zaini da
sottoporre all’ultimo controllo prima
dell’uscita di casa. E poi, merende da
incartare facendo attenzione che lunedì,
mercoledì e venerdì siano a base di frutta,
altrimenti i bambini avranno una crisi
ipoglicemica prima della fine della
mattina. Noi siamo molto grati alle scuole
che fanno educazione alimentare in modo
serio, ma non si può fare in modo che i
giorni della merenda a base di frutta siano
gli stessi alla materna, alla primaria e alla
secondaria? Ecco, noi famiglie numerose
vorremmo che una legge dello stato
decretasse ufficialmente che il lunedì, il
mercoledì e il venerdì la merenda fosse a
base di frutta in tutte le scuole di ogni
ordine e grado. In assenza di tale editto, in
casa nostra ci ritroviamo con due figli che
la devono portare nei giorni pari e altri due
che invece ce l’hanno nei giorni dispari. E
sai quante volte abbiamo sbagliato
l’ultimo passaggio, ovvero quello che fa
entrare nello zaino giusto il contenitore
con la mela a fettine? Risultato: «Mamma,
oggi sono morto di fame: dovevo fare
merenda e in cartella c’era la schiacciatina
invece della frutta».
Chi ha un figlio solo non può sbagliare
merenda. Per noi il rischio è elevatissimo,
soprattutto nel mese di settembre e nelle
22
TestPOSITIVO
prime settimane di ottobre. Poi passato lo
nostri figli possono formare una squadra
schock da rientro, piano piano la normalità che si mette a disposizione non solo dei
prende il sopravvento e tutto riacquista il
propri bisogni, ma anche di quelli degli
giusto ritmo. Che come per un atleta
altri. Così per noi è stato meraviglioso
agonista, necessita di allenamento e anche
poter stilare un ulteriore schema dove
di qualche accortezza.
accanto al nome di ogni famigliare,
A noi, in famiglia, è di grande aiuto tenere
vengono elencati giorno per giorno gli
in cucina molti schemi organizzati per
impegni da assolvere per il
argomento. Per esempio: schema
funzionamento dell’intero
delle merende. In verticale i
nucleo. Che liberazione per il
nomi dei figli. In orizzontale
papà scoprire che – una
nì~åÇç=
i giorni della settimana.
volta compilato lo schema
ã~ãã~=É=é~é¶=
Così tracciando le righe si
– sarà il primogenito a
formano caselle
occuparsi della
åçå=ÅÉ=ä~=Ñ~ååç=
all’interno delle quali
spazzatura (il nostro è
~=Ñ~êÉ=á=îáÖáäá=ìêÄ~åáI un
ogni bambino, per ogni
comune che ha ben
ÅÜáÉÇá~ãç
giorno della settimana
quattro raccolte
~áìíç=~á=ÑáÖäá=
ha la sua voce
differenziata alla
specifica. In questo
settimana
e da casa nostra
éáª=Öê~åÇá
modo, ogni
al punto di prelievo dei
mattina, invece di strizzare il
sacchi si deve fare un percorso
cervello, basta affidarsi allo schema.
di circa 200 metri). Oppure per la
Anche per gli impegni extrascolastici, c’è
mamma constatare che saranno i due più
un bello schema attaccato allo sportello del piccoli a stendere i panni usciti dalla
frigo: organizzato in cinque colonne
lavatrice e che la secondogenita
verticali (una per ogni giorno della
apparecchierà e sparecchierà la tavola.
settimana), incrociate da cinque
E’ vero, riprendere tutto daccapo dopo le
orizzonatali (una per ogni fascia oraria:
ferie estive è molto faticoso. Ma una
14.30-15.30; 15.30-16.30, etc. etc.). Così
famiglia numerosa può funzionare come
ogni mattina c’è un veloce controllo degli
una squadra. E i nostri figli possono
impegni del pomeriggio e si decide chi e
imparare a cooperare con noi se li
come gestirà gli spostamenti.
sosteniamo in questo. E quando ci sembra
Ma la grande fortuna di noi famiglie
che tutto è davvero troppo impegnativo,
numerose, è che ciascuno di noi
possiamo tornare con la mente ad un bel
rappresenta non solo un impegno per gli
ricordo delle vacanze appena trascorse… e
altri che gli vivono a fianco, ma anche
cominciare a sognare, perché tra nove mesi
un’opportunità e una risorsa. E perciò i
tutto rallenterà di nuovo.
Convenzioni
A SAN SIRO,
grazie alla Fondazione Milan
nche quest’anno (alcune) famiglie
A
numerose potranno usufruire di biglietti
omaggio per molte partite – non quelle di
Appunti
cartello, però – che l’Ac Milan disputerà a San
Siro. L’iniziativa è resa possibile dall’Ac Milan.
La fondazione, di volta in volta, verificherà i
numeri dei posti da offrire. I posti sono
comunque limitati, non più di cinquanta a
partita.
Come fare per ottenere l’invito? Ecco alcune
regole:
Sono ammessi gruppi composti da un
accompagnatore adulto ogni 4 bambini di età
inferiore ai 14 anni
Ogni gruppo deve essere costituito da un
minimo di 5 persone (1 adulto
accompagnatore e 4 bambini) e un massimo 50
persone (10 adulti accompagnatori e 40
bambini).
Ogni adulto ha diritto ad un ingresso invito
ogni 4 o più bambini accompagnati. Se gli
adulti accompagnatori saranno di più, dovranno
acquistare il biglietto in settimana negli sportelli bancari
di Intesa San Paolo oppure direttamente alle casse dello
stadio il giorno della partita (se non esauriti).
Rispetto alla lista presentata al momento della richiesta
di accreditamento, eventuali cambi di nominativi,
possono essere comunicati il giorno stesso del ritiro dei
biglietti allo stadio. La lista deve essere consegnata al
banco dedicato.
I biglietti abbinati a questa iniziativa sono nominativi e
pertanto non cedibili a terzi.
La richiesta di accreditamento deve essere inoltrata entro
il martedì precedente la partita non oltre le ore 12. La
conferma dell’assegnazione dei biglietti verrà data entro il
giovedì successivo.
Per ulteriori informazioni potete contattare Alberto
Bratti alla mail [email protected], al numero
di telefono 366.4948689 o al fax 02.70031383
Sconti,
vantaggi
e agevolazioni
per le famiglie
associate
ANFN
a^i=s^mlob=^ii^=o`=^rqlI
rk=sbkq^difl=af=s^kq^ddf
uove convenzioni per le famiglie extralarge.Ve
N
ne segnaliamo alcune.
La nuova convenzione con la ditta Menikini, offre la
possibilità di acquistare apparecchi ad uso domestico
per la pulizia/sanificazione e lo stiro, con sconti fino
al 50%!
Convenzione anche con l’azienda Colavita Spa, per
l’acquisto di olio extravergine di oliva, olio certificato
italiano al 100%
Infine, per coprire le varie esigenze assicurative Rca
auto, salute,casa e professionale delle nostre famiglie
numerose, è attiva una convenzione con il gruppo
Assicurativo Groupama con sconti fino al 50%.
L’elenco aggiornato delle convenzioni sul sito
associativo, www.famiglienumerose.org .
Patrizio Alessandrini
TestPOSITIVO
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