Tuffanelli - gestione classe

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Transcript Tuffanelli - gestione classe

GESTIONE DELLA CLASSE
E INCLUSIONE
REVO’
2 – 4 settembre 2014
Luigi Tuffanelli
1°
Introduzione al
problema
2°
La gestione:
altre prospettive
1
LA GESTIONE DELLA CLASSE
Introduzione al problema
REVO’
2 settembre 2014
Luigi Tuffanelli
TEMATICHE
Il problema
L’alunno
La classe
Leadership
Apprendimento e gestione dei conflitti
IL PROBLEMA
La cornice del problema
Unisci tutti i punti con 4 segmenti senza mai staccare
la matita dal foglio e poi descrivi come hai fatto.
Da W. Metzger, I fondamenti della psicologia della Gestalt,
Firenze, Giunti Barbèra, 1971/1984, p.126
La soluzione
C’è problema e problema
SOLUZIONI
PROBLEMI
Ben strutturati
Ben definiti
Mal definiti
Algoritmo
da trovare
Algoritmo
da applicare
Aperte
LA FATICA DI INSEGNARE
EMILIAinsegnanti
ROMAGNA(2008-2010)
Campione
diIN32000
Promuovere
la
motivazione
 50%: inadeguato/a a gestire laMantenere
classe
39,8
40
35
24,4
30
?
la
disciplina
40
 teme le classi con alunni
BES
25
20
15
10
11,5
disciplina
 39%: impreparato a relazionarsi
con
motivazione
2005-6
le famiglie degli alunni
5
0
2009-10
Stimolare
apprendimenti
da Fondazione Giovanni Agnelli, Rapporto sulla scuola in Italia 2010, Roma-Bari 2010
DOVE STA IL PROBLEMA?
alunno
dirigente
colleghi
gestione dei
conflitti
leadership
clima di
istituto
genitori
classe
L’ALUNNO
L’EPIDEMIA DI ADHD
8-10 MILIONI
20.000
10.000
2000
2006
‘50
‘60
‘70
‘80
‘90 2000 ‘10
anni
J.M. STOLZER, Ethical Human Psychology Psychiatry, Vol. 9, N° 2, 2007. University of Nebraska
ADHD ITALIA
disorganizzazione
dimenticanze
impulsività
4%
80.000
< 18 anni
Italia
90%
10%
maschi
femm
88%
9%
forma
combinata
Solo
attenzione
13 14
Accogliere e contenere
Lobi parietali:
calma
Lobi frontali:
nervosismo
COME SI DIVENTA «ALUNNI CATTIVISSIMI»
Interazione con una figura
materna assente, ambigua o
anaffettiva
Assenza
di regole
Io debole, Super-io assente
Senso di
onnipotenza
+
Incompetenza
emotiva
Mancata rimozione delle richieste pulsionali: proiezione
continua dell’aggressività sul mondo esterno
COMORBILITÀ
Generalmente preceduti da disturbi
dell’eloquio e del linguaggio
DISTURBI
SPECIFICI
DELLA
LETTURA
Danno
all’autostima
Disturbi
emotivi
Demotivazione
Disturbi del
comportamento
Distraibilità e
disorganizzazione
LA CLASSE
Il sistema-classe
Il sistema-classe
9
24
17
21
19
3
1
15
10
14
7
12
16
6
4
2
13
23
11
18
22
20
8
5
INSEGNANTE
UN PROBLEMA DI SOGLIA
Sistema relazionale: variabili
interconnesse, ciascuna delle quali ha una
soglia di tolleranza superiore e una
inferiore
GESTIRE LO
STRESS
STRESSORE
ALLARME
autostima
Resistenza-adattamento
INTERPRETAZIONE-VALUTAZIONE
PENSIERO
EMOZIONI
COMPORTAMENTO OSSERVABILE
A)
Frustrazioneaggressività
ESAURIMENTO
equilibrio ristabilito
cessato allarme
+
B)
Remissività:”tirare
i remi in barca”
15
UN PROBLEMA DI SOGLIA
ALUNNO Y Classe di X
CLIMA ISTITUTO
MACROSISTEMA
LEADERSHIP
LA LEADERSHIP SECONDO LEWIN
 Autoritaria
 Lassista
 Democratica
LEADERSHIP
autoritaria
inesistente
democratica
autorevole
distaccata e
garante
Autorità e autorevolezza
autorità
autoritarismo
autonomia
autorevolezza
tempo
Quanto sono assertivo/a?
Assertività
36
24
Sa controllare le proprie
Modello
di
fermezza
azioni, sa agire nel suo
pieno interesse e difendere 12 incisività
il suo punto di vista, ma sa temperate da
pacatezza
riconoscere anche i diritti e empatia e
le opinioni degli altri ed
disponibilità all’ascolto
esprime in modo sincero e
disinvolto i propri
36
24
12
12
sentimenti.
24
36
Passività
Aggressività
16
ASSUMERSI LA RESPONSABILITÀ
Teach for America: 7300 docenti
LOCUS OF CONTROL ESTERNO
LOCUS OF
CONTROL
INTERNO
9 10
Obiettivo
Bisogno/
desiderio
Apprendimento e Bisogno/
gestione dei conflittidesiderio
Obiettivo
La minaccia dell’apprendimento
“L’apprendimento,
soprattutto se significativo,
è spesso qualcosa di
minaccioso”
Carl R. Rogers
Apprendimento e aggressività
Registro emotivo
piacevole
Non so
e non so di
non sapere
Registro emotivo
spiacevole
APPRENDIMENTO
Probl
So e so di
sapere
Frustrazione
e vulnerabilità
Non so
e so di non
sapere
EVITAMENTO
disturbo / aggressività
Tempo
So e non so
più di sapere
(salvo nuovo
incontro con
un problema
simile)
APPRENDIMENTO E CONFLITTO
Superiore livello
di sviluppo
ZONA
PROSSIMALE
DI SVILUPPO
LIVELLO
ATTUALE
destabilizzazione
LIVELLO
POTENZIALE
STESSO LIVELLO
DI SVILUPPO
Regole chiare
Richieste precise
Ambienti strutturati
I due volti dell’aggressività
PULSIONE
VITALE,
ENERGIA
POSITIVA
ISTINTO
DISTRUTTIVO,
PULSIONE DI
MORTE
trasformare le pulsioni in emozioni modulabili
gestire le frustrazioni
17
avere una cabina di regia interna efficace
COME REAGIRE ALL’AGGRESSIVITà
STILE EDUCATIVO
AUTORITARIO
REAZIONE
REPRIMERLA
DEMOCRATICO
GESTIRLAINCANALARLA
PERMISSIVO
TOLLERARLA
TRASCURANTE
IGNORARLA
CONSEGUENZE
GESTIRE I CONFLITTI
Comportamento aggressivo
attacco
offesa
derisione …
Risposta “collaborativa”
contrattacca
subisce
ricorre all’autorità
rinuncia, se ne va
nega il conflitto
Costruisce la
cornice
Reagendo, collabora a
confermare la cornice
GESTIRE I CONFLITTI
STUDENTE
INSEGNANTE
VINCE
PERDE
VINCE
METODO 1
METODO 2
METODO 3
COMUNICAZIONE COME
PROBLEM SOLVING
PERDE
VINCE
VINCE
Imparare a litigare
Daniele Novara, Caterina di Chio
Approccio educativo orientato maieuticamente:
due passi indietro e due passi avanti
Daniele Novara
 Primo passo indietro: non cercare il colpevole perché non c’è
 Secondo passo indietro: non imporre una soluzione: non esiste
la risposta esatta, ma la capacità di gestire la situazione
 Primo passo avanti: farli parlare fra loro del litigio
 Secondo passo avanti: favorire l’accordo
Sviluppo della
competenza
autoregolativa
Capacità di
decentramento
(altri punti di
vista)
Individuare la
strategia più
efficace, anche
rinunciativa
Linee-guida:
a) non far coincidere la persona col problema, limitandosi
ai contenuti specifici ed evitando giudizi colpevolizzanti
e generalizzanti (“Sei sempre il solito …”);
b) affrontare la comunicazione quando le emozioni negative si
sono un po’ raffreddate, aspettando il momento buono
(dopo un’ora, un giorno…), per vedere il conflitto da fuori, in
modo distaccato, e non dall’interno;
c) anziché spiegare e giudicare, fare
domande vere, non tendenziose,
indagatorie o invasive;
d) cercare di capire le ragioni e le emozioni altrui,
assumendo, almeno provvisoriamente, che l’altro
possa avere ragione;
e) cercare attivamente una via d’uscita che
possa essere reciprocamente
soddisfacente.
2
LA GESTIONE DELLA CLASSE
Altre prospettive
REVO’
4 settembre 2014
Luigi Tuffanelli
PROSPETTIVE
2°
Disagio e diversità
IL PERCORSO
1°
Tre modi per
essere stupidi
TRE MODI PER ESSERE STUPIDI
«Due cose sono infinite: l’universo e la stupidità
umana. E non sono così sicuro per quanto riguarda
l’universo»
Il livello 0 dell’intelligenza
a) costruire un modello del mondo in cui agire
b) fare un programma per l’azione
c) eseguire questo programma
Cosa pensa la bambola?
A
B
Pensare in modo egocentrico
A
B
Perché si viene a scuola? Una questione di patterns
CONOSCERE IL
MONDOStupidità
cognitiva
ISTRUZIONE
APPRENDERE
INSEGNARE
FORMAZIONE
EDUCAZIONE
Stupidità
CONOSCERE
sociale
GLI ALTRI
CONOSCERE
Stupidità
SE STESSI
emotiva
Normali stadi evolutivi
prima infanzia
1
anni
preadol
seconda infanzia
11
6
Litigi e
aggressività
1° ad
13-14
Oppositività
ad int
15-16
tarda ad
18-20
4 compiti difficili
Prima adolescenza
DepressioneDisturbi d’ansia
Anoressia- BulimiaDroga-
Contrapposizione
Centralità del gruppo
Criticare la scuola
Ambivalenze e
oscillaz.- Elaborazione
di un lutto
Accettare le
trasformazioni fisiologiche
e la maturazione sessuale
Darsi una nuova identità
Darsi nuovi valori e
obiettivi
Rendersi autonomi dai
genitori
CHE COSA CHIEDONO?
Correttezza/
Coerenza

 Pazienza
Fiducia 

Disponibilità
17
Disagio e diversità
Classi con BES (Special Educational Needs)
Problemi emotivi
Andamento deldisturbi
disagio alimentari
scolastico nella scolarità
dell’obbligo
Difficoltà di apprendimento
Autoregolazione /
Fonte: G. Stella,
La dislessia
, Bologna, IldiMulino
2004, p. 71
processi
metacognitivi
controllo
disturbo dell’
immagine di sé
disinteresse
Disturbi specifici di
autostima
apprendimento
attenzione
memoria depressione
ansia
Disabilità
Maschi
4,5
3,5
certificata
2,24% (2010)
comportamenti
oppositivoprovocatori
Funzionamento cognitivo
borderline («disturbo
aggressività
evolutivo specifico misto»)
Svantaggio linguist.-culturale / Insegn. inadeguato
disturbi della
condotta
Basso rendimento scolastico
Disagio nell’interazione sociale
bullismo
Femmine
RIDIAMOCI SU
UN RUOLO IN CRISI?
Crisi
dell’adulto
Il fossato
digitale
Perdita di prestigio
sociale
PERCHÉ?
“Cattiva maestra
televisione”
Retroterra culturale
povero
Modello di
insegnamento
che non
funziona
Cosa resta del padre?
AFFETTO
AUTORITÀ
Tollerare la frustrazione di
apparire padri “cattivi”
Il figlio interno
Sovrainvestimento affettivo
Difesa a
oltranza
dei figli
Aspettative
irrealistiche
Carenza di funzioni normative,
di regole e contenimenti
Un concetto relativo
“Un sistema educativo, una
teoria pedagogica … che
sottovalutino il contributo della
scuola allo sviluppo
dell’autostima degli alunni,
fallisce in una delle sue funzioni
primarie”
Jerome S. Bruner
COME MI VEDO
Verità
Percezione
di sé
corretta
Sopravvalutazione
AUTOSTIMA
Autostima e
autoaccettazione
adeguate
Stati maniacali
STORIA DI
SUCCESSI A
BASSO SFORZO
Percezione
di sé
favorevole
Sopravvalutazione
Sottovalutazione
Stati depressivi
STORIA DI
APPRENDIMENTI,
SFIDE, IMPEGNO E
STRATEGIE
STORIA DI
INSUCCESSI E
CRITICHE
CHE COS’ E’ L’AUTOSTIMA
Aspettative degli altri
Risultati raggiunti
Valutazioni ricevute
Sé ideale
Sé
percepito
TEST D’AUTOSTIMA
Emozioni
Vita
familiare
Vissuto
corporeo
AUTOSTIMA
GLOBALE
Relazioni
Interpersonali
Successo
scolastico
Senso
di efficacia
Tendenza alla conferma e circoli viziosi
Bassa
autostima
Aspettative
negative
Evitamento
dei compiti
Risultati
negativi
Ansia
Indizi di bassa autostima e ansia
•si lamenta di sintomi fisici (ad esempio, mal di stomaco, mal di
testa);
•non completa il lavoro che gli viene assegnato o lo fa troppo in
fretta (al di sotto delle sue potenzialità);
•ha una postura rigida o depressa (ad esempio, spalle piegate in avanti o in
tensione);
•evita il contatto visivo;
•si tocca spesso i vestiti; morde le maniche o i polsini;
•si morde le labbra; si mangia le unghie;
•sta vicino agli adulti durante la ricreazione;
•osserva da fuori i giochi di gruppo;
•ha una gamma piuttosto piatta di emozioni;
•è pauroso
Comportamenti favorevoli dell’adulto
Amare
Dedicare
tempo
Avere
fiducia
Descrivere azioni
(non etichettare
comportamenti)
Fare delle richieste positive
(spiegare quali sono i
comportamenti appropriati)
Avere delle aspettative
realistiche
Accogliere
Lodare
Rispettare
Incoraggiare
Festeggiare i
buoni risultati
Essere
flessibili
Assegnare
delle
responsabilità
Modellare i
comportamenti
appropriati
Risolvere
assieme i
problemi
Porre dei
limiti
Entrare in
empatia
+
Stadi evolutivi
DIFFERENZE
Pedagogia: le differenze
Johann Wolfgang von Goethe
«Se tutti i bambini seguissero le proprie
inclinazioni, non avremmo altro che geni»