EUROPA_euro - Polo Liceale Statale P. Aldi

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EUROPA_euro.doc materiale didattico a cura di Paolo Carmignani

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Il processo d'integrazione europea NEL CORSO DEI SECOLI SI E’ VENUTA AFFERMANDO SEMPRE DI PIÙ L’IDEA CHE L’EUROPA COSTITUISCA UNA INDIVIDUALITÀ STORICA DEFINITA ED UNA CIVILTÀ DISTINTA RESA UNITARIA DA MILLE LEGAMI (CULTURALI, STORICI,...) ACCANTO A QUESTO HA PRESO CORPO L’ASPIRAZIONE ALLA PACIFICAZIONE, ALL’ORGANIZZAZIONE E ALL’UNIONE POLITICA DELL’EUROPA STESSA. NATURALMENTE L’IDEA DELL’EUROPA CHE SI E’ AFFERMATA AI NOSTRI TEMPI HA UN’ORIGINE RECENTE E NON PUÒ CONFONDERSI CON I LINEAMENTI CON CUI E’ STATA DISEGNATA L’IMMAGINE DEL CONTINENTE EUROPEO IN EPOCHE PASSATE.

Per gli

antichi Greci

,

Europa

(= dalle ampie sopracciglia) era la figlia di Agenore re di Tiro; di essa s’innamorò Zeus che assunte le sembianze di un mite toro la condusse nell’isola di Creta dove ella gli partorì Minosse. Fu dunque identificata come una dea cretese e dunque venerata. Il continente europeo che prende il nome da questo personaggio mitologico non era identificato dai greci con quello attuale. Erodoto (V sec a.C) considera il mondo conosciuto diviso in tre parti l’Asia, la Libia e l’

Europa

delimitata fra dall’Oceano Atlantico e dal Mediterraneo. Essa era compresa fra le colonne d’Ercole ad Occidente ed il fiume Don (Che sfocia nel Mar Nero), mentre il confine settentrionale scorreva lungo le catene montuose dalla Tracia alla Spagna. Nel mondo romano l’idea di diverso dall’odierna Europa.

ROMANITÀ

un mondo essenzialmente mediterraneo e dunque Nel

Medioevo

non si parla di Europa, prevale invece l’idea della

res publica

cristiana

, in cui l’idea dominante è quella dell’ecumenismo.

PROPRIO NEL BASSO MEDIOEVO CON LO SCISMA D'OCCIDENTE E LA NASCITA DELLE CHIESE NAZIONALI E LA CADUTA DI COSTANTINOPOLI, COMINCIA A DELINEARSI L'IDEA DI EUROPA CHE PROGRESSIVAMENTE SOSTITUISCE L'IDEA DI CHRISTIANITAS. È UN'EUROPA NELLA QUALE LE COMPONENTI DELLA ROMANITÀ E DEL GERMANISMO SI FONDONO SOTTO IL SIMBOLO DELLA CROCE.

Nel ‘700 e nel ’800 si rafforza l’idea di

un’Europa come repubblica della ragione (Illuminismo) e come creazione concreta della storia

(Romanticismo, Idealismo). L'idea di proporre una federazione universale fra gli Stati venne proposta dal filosofo tedesco Kant in un suo scritto degli anni novanta del XVIII secolo dal titolo "

Per la pace perpetua".

Kant Tra i personaggi italiani che maggiormente hanno interpretato l’esigenza di una comunanza europea ricordiamo

GIUSEPPE MAZZINI

che nel 1834 fondò la

Giovine Europa

(l’Europa dei popoli) e

CARLO CATTANEO

che vede la nazionalità’ come un primo passo verso forme superiori di federazione di uomini liberi.

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2 Il XIX secolo sarà caratterizzato da un lato dalla politica di potenze sovranazionali come l'Impero austriaco, quello ottomano e quello russo, mentre dall'altro si presenteranno istanze di popoli che rivendicano l'autodeterminazione politica e dunque l'indipendenza (Grecia, Polonia, Italia). L'unità italiana (1861) e l'unificazione tedesca (1871) costituiscono i fattori politici più rilevanti delle dinamiche europee. Mentre l'unità italiana fu un processo che coinvolse anche il popolo, l'unità tedesca fu un processo politico militare gestito dall'alto. L'età compresa fra il 1871 e il 1914 è stata definita età dell'Imperialismo perché caratterizzata da una politica europea volta all'espansione e al dominio politico-economico verso altri continenti; in particolare quello africano. Le esigenze di ampliare la propria sfera d'influenza politica ed economica determinerà un acceso nazionalismo determinato ad escludere le minoranze etniche e culturali dalla cittadinanza in politica interna, mentre in politica estera si creeranno sempre più condizioni di antagonismo e desiderio di supremazia reciproca. L'esito di questa politica fu il disastro della Grande guerra. 10 milioni di morti, la fine di quattro imperi, la distruzione di apparati produttivi e l'impoverimento delle popolazioni europee. La Conferenza di pace fu caratterizzata dal desiderio di sopraffazione nei confronti degli sconfitti ritenuti responsabili del conflitto e dunque destinati a pagare la pena della loro responsabilità. Sono queste le premesse della nascita di ideologie nazionalistiche come il fascismo e il Nazismo. L'Europa centrale e mediterranea fu preda di ideologie razziste, aggressive che eliminarono le libertà ed annullarono la dignità delle persone. l?esito di queste politiche fu la secoda guerra mondiale 1939-1945. (55 milioni di morti, 12 milioni nei campi di concentramento, di questi 6 milioni di ebrei). L'Europa esce distrutta materialmente e ferita moralmente dal conflitto. Il nazifascismo fu sconfitto grazie all'impegno degli Alleati (Angloamericani) e dei sovietici (20 milioni di morti). La II GM fu anche una guerra civile perché vide combattere su due fronti opposti cittadini di uno stesso Stato (es. collaborazionisti e resistenti), ma fu anche una guerra contro i civili che subirono le rappresaglie, le decimazioni, le stragi, i bombardamenti a tappeto. Fu proprio nel periodo più buio della guerra che a Ventotene nasce un progetto europeista. Un progetto che vede in una futura federazione europea la condizione per superare tutte quelle diversità e diffidenze fra gli stati nazionali e che hanno portato alla tragedia della prime e poi della seconda guerra. Nel 1941 viene redatto il

MANIFESTO DI VENTOTENE (

Manifesto per un'Europa libera e unita

)

da

Altiero Spinelli

ed

Ernesto Rossi

per un’Europa libera ed unita. Ventotene è un’isola che si trova di fronte a Napoli; proprio qui i due antifascisti di estrazione socialdemocratica sono al confino e pongono le basi del Movimento federalista europeo nato successivamente a Milano il 27 agosto 1943. L’idea centrale consisteva nel pensare ad una rinuncia di parte della sovranità degli stati europei a favore di una

federazione europea

, che avrebbe dovuto gestire gli interessi militari, economici e politici degli stati membri. (Federalismo: Hamilton e Kant fine '700, vuole porre fine all'anarchia internazionale) Il dopoguerra nasce all'insegna di un'esigenza di ricostruzione, ma anche all'insegna della Guerra fredda e della divisione fra l'Europa occidentale e quella orientale. Emblema di ciò fu la divisione della Germania in due Stati (RFT e RDT) nel 1949. Per questo, dopo la cosiddetta guerra civile europea (1914- 1945) in cui sono prevalsi i regimi totalitari, per evitare la possibilità di una nuova guerra, sembrano essere maturate le condizioni perché l’idea europea potesse realizzarsi concretamente

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3 In questo modo viene individuata la strada per impedire che si ripeta uno sfacelo come quello del trentennio appena trascorso caratterizzato da due guerre mondiali e dal trionfo di regimi totalitari. Accanto

all’idea federalista

prende corpo quella

confederale

basata sulla convinzione di creare una unione fra gli stati senza però rinunciare alla piena sovranità nazionale. Gli ostacoli furono molti: da un lato il federalismo sembrava un progetto troppo avanzato e dunque irrealizzabile per l'opposizione soprattutto francese; fautrice, dall'altro attraverso le parole del Presidente De Gaulle, la proposta di una confederazione europea che riconoscesse l'integrita delle sovranità nazionali, era, in sostanza, la rinuncia ad un progetto europeista. Fra questi estremi prese corpo una terza idea proposta dal francese

Jean Monnet

. Tale idea espresse in modo pragmatico l'esigenza di favorire un'apertura fra gli Stati europei. Tale modello, che fu detto

funzionalismo, si fonda sulla convinzione che per eliminare le gelosie politiche si dovessero costruire alcune istituzioni sovranazionali che dovevano occuparsi di questioni d’interesse comune nel rispetto delle sovranità nazionali.

Fu questa la soluzione che ha condotto molti stati europei sulla strada dell'

UNIONE EUROPEA

sancita dal

TRATTATO DI MAASTRICHT

del 7 febbraio 1992 ed entrato in vigore l’1 novembre 1993 e della moneta unica.

TAPPE VERSO L’UNIONE EUROPEA 1949 CONSIGLIO D’EUROPA (costituito dai ministri degli esteri degli Stati aderenti)

fu costituito dopo il Patto Atlantico. È un'istituzione di collaborazione intergovernativa propria del confederalismo europeo. Dà consigli ai governi, ha sede a Strasburgo ed ha un'Assemblea consultiva. Non è un organismo dell'Unione europea. Il funzionalismo di MONNET mise da parte il federalismo ed operò per la creazione di specifiche comunità europee a cui trasferire funzioni specifiche e limitate alla gestione di risorse comuni.

18 aprile 1951

trattato di Parigi istituisce

C

OMUNITÀ

E

UROPEA del

C

ARBONE e dell'

A

CCIAIO fra B,F,N,L,RFT,I

25 marzo 1957

trattati di Roma istituiscono

C

OMUNITÀ

E

CONOMICA

E

UROPEA che istituisce il

M

ercato

E

uropeo

C

omune e la CEEA o

EURATOM

(Comunità europea dell’energia atomica) 1973 entrano GB, EIRE, DK 1979 giugno

Prime elezioni a suffragio universale del Parlamento europeo.

1981 la Grecia entra nella CEE 1986 Spagna e Portogallo entrano nella CEE 1989

crollo muro di Berlino e 1990 unificazione delle due Germanie.

Sono gli anni in cui si dà un'accelerazione al programma d'integrazione economica e monetaria europea che porterà nel 1992 alla firma del dell’

U

nione

E

uropea.

Trattato di Maastricht

che stabilisce la nascita Dal 1993 in poi l'U.E. vedrà aumentare i propri membri che nel 2007 arrivano ad essere 27 e comprendono stati che facevano parte del blocco dei paesi dell'Est.

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4 L'U.E. nata con il Trattato di Maastricht prevede questi organismi: Il CONSIGLIO DEI MINISTRI DELL'U.E. (sede a Bruxelles) La COMMISSIONE (Bruxelles) Il PARLAMENTO (due sedi: Strasburgo e Bruxelles) CORTE EUROPEA DI GIUSTIZIA (sede a Lussemburgo) BANCA CENTRALE EUROPEA (sede a Francoforte) 1999

Dichiarazione dei diritti fondamentali dell'UE 2004 Cosiddetta Costituzione europea

È un trattato che prevede l'approvazione di tutti gli stati membri. Bocciato da sue referendum in Francia e Paesi Bassi (2005) è stato momentaneamente sospeso per trovare una strada diversa verso l'integrazione.

VERSO L'EURO

Prima dell'Euro A seguito dell'accordo di

Bretton Woods (1944

), l'oro venne sostituito dal dollaro e si creò un sistema di cambio a tasso fisso, per cui ogni valuta estera veniva convertita in dollari a tassi di cambio fissi. Successivamente, questo principio non venne più rispettato dalle varie nazioni, giacché le Banche centrali, riducendo i loro interventi sui mercati valutari, lasciarono fluttuare, cioè variare e oscillare, i cambi delle loro monete rispetto al dollaro, oltre il limite stabilito. Si venne così a creare un notevole disordine nei rapporti monetari internazionali, tanto che i Paesi europei (ad eccezione dell'Italia e dell'Inghilterra) dovettero adottare un proprio sistema monetario (il cosiddetto "serpente monetario") che fissava un nuovo tasso di cambio. Ispirato, dunque, a tale sistema, il 13 marzo 1979 nacque lo SME, cui aderirono tutti i Paesi della CEE all'infuori dell'Inghilterra, entrata a far parte dell'organismo nell'ottobre del 1990. Base dello SME era l'ECU (

European

Currency Unit,

sigla corrispondente al francese

écu,

scudo), unità non reale ma con funzione di moneta di conto. È a tale unità di conto che i Paesi appartenenti alla CEE hanno fatto riferimento, fino al 1999 (anno dell'entrata in vigore dell'E.), per le varie operazioni svolte dalle loro Banche centrali. L'ECU era una moneta "composta", cioè formata da un insieme (detto "paniere") di monete europee, in cui la quota attribuita a ogni moneta rispecchiava l'importanza economica dei diversi Paesi che vi aderivano. Infatti, la maggior quota delle monete che componevano l'ECU spettava al marco tedesco che, rispetto alla lira italiana, rifletteva un'economia più forte, come del resto la nostra moneta assumeva un valore superiore rispetto alla lira irlandese o alla peseta spagnola. La principale funzione assolta dall'ECU era quella di essere, nell'ambito dello SME, unità di conto per la definizione dei "tassi di conversione" (cioè dei tassi di cambio) con ogni moneta nazionale (il cosiddetto tasso centrale). Il tasso di conversione per ogni moneta venne definito al momento della nascita dello SME e poteva essere modificato solo con un accordo tra i Paesi appartenenti allo stesso SME.

La strada verso l'euro.

Il Trattato di Maastricht definiva le condizioni per creare un'Unione monetaria e in particolare fissava i cosiddetti "criteri di convergenza", vale a dire una serie di parametri economici che gli Stati si impegnavano a rispettare per poter adottare la moneta unica europea. In particolare dovevano raggiungere: a) un rapporto deficit/Pil (Prodotto interno lordo) del 3% e impegnarsi sul lungo termine all'obiettivo del pareggio; b) un rapporto debito/Pil pari al 60% o comunque una credibile azione politica protesa al ribasso del rapporto stesso;

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5 c) una stabilità dei prezzi, da valutare in relazione al fatto che il tasso di inflazione di un Paese non ecceda dell'1,5% quello medio dei tre Paesi con tasso di inflazione più basso; d) una convergenza dei tassi di interesse che non devono superare di più del 2% la media dei tassi dei tre Paesi con il tasso di inflazione più basso; e) la stabilità dei tassi di cambio da verificare attraverso la permanenza di ogni moneta all'interno dello SME per almeno due anni e senza riallineamenti della parità. Il trattato stabiliva anche che con la sua entrata in vigore, avvenuta nel novembre del 1993, si congelava il paniere dell'ECU, e poneva le basi, attraverso la previsione di un protocollo, della nascita della Banca centrale europea e dell'Istituto monetario europeo (IME): la prima, come ogni banca centrale, è chiamata a coniare la moneta unica, il secondo, invece, sorto ufficialmente nel gennaio del 1994 con sede a Francoforte, promuove la convergenza dei principali indicatori economici ed esegue i preparativi necessari per dare pratica attuazione al sistema monetario unificato. Malgrado un iniziale momento di scetticismo e di critiche mosse da più parti nei confronti del trattato, gli Stati membri si sono poi decisamente impegnati per rispettarlo. Lo stesso SME, dopo aver fatto registrare alterne fluttuazioni, ha poi vissuto un lungo periodo di stabilità, malgrado abbia aumentato i suoi membri (tutte le monete dell'Unione, tranne sterlina inglese e corona svedese; la dracma greca, inizialmente esclusa è rientrata nel club dell'euro il 1° gennaio del 2001, mentre alla stessa data, per effetto di un referendum svoltosi nel settembre del 2000, è uscita dallo stesso club la corona danese). Sulla base di questa positiva tendenza, già nell'autunno del 1995 i ministri economici dei Quindici stabilivano che la verifica dei criteri stabiliti a Maastricht andava fatta nel giugno del 1998, sulla base dei risultati ottenuti da ogni Stato nel 1997. Inoltre, nel settembre del 1996 a Dublino veniva determinato anche il cosiddetto "patto di stabilità", vale a dire un meccanismo di sanzioni (fino a un massimo dello 0,5% del Pil) per quei Paesi che, una volta introdotto l'euro, avessero sfondato i parametri di Maastricht. Secondo i termini fissati dal Trattato di Maastricht e successive integrazioni, nel dicembre del 1998 sono stati nominati i primi responsabili della Banca centrale europea, le Banche centrali degli Stati membri hanno iniziato a stampare banconote in E., in modo tale che a partire dal 1999, fissati "in maniera irrevocabile" i tassi di conversione delle monete dei Paesi partecipanti, l'Unione monetaria ha visto ufficialmente la luce e l'E. è diventato di diritto la moneta europea: a quel punto anche il paniere ECU ha smesso di esistere. In questa prima fase, però, l'E. ha funzionato ancora come un'unità di conto, nel senso che tutti, dalle banche alle imprese, lo hanno potuto utilizzare per acquistare, per vendere, per stipulare contratti, ma solo se tali operazioni venivano effettuate tramite assegni, carte di credito, bonifici e non in moneta contante. Dal 1999 al 2002 la Banca Centrale europea ha provveduto a sorvegliare il passaggio all'E. nei settori creditizio e finanziario e a preparare la transizione alla moneta unica anche negli altri settori.

Dal 1ºluglio del 2002, poi, le monete nazionali hanno perso valore, in modo tale che ogni settore produttivo potesse utilizzare esclusivamente l'E, che a quel punto ha smesso di essere un'unità di conto per divenire una vera e propria moneta.