gratias agere seMPer - Fondazione Papa Giovanni XXIII

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gratias agere SEMPER
GRATIAS AGERE SEMPER. In ginocchio adoro e lodo la
Santissima Trinità. Venero piamente la Vergine Madre, gli
Angeli, i Santi e Sante del cielo.
Ringrazio la Chiesa diffusa in tutto il mondo, Giovanni XXIII
e Papa Francesco, la curia romana e le curie delle Chiese particolari di oriente ed occidente, patriarchi, vescovi, preti, diaconi, sacristi, suore. Ringrazio il Popolo di Dio in cammino,
i sodali dell’associazionismo religioso e civile, i miei connazionali cui sono debitore, le istituzioni mondiali, i fratelli
e sorelle provati dall’indigenza e dalla sofferenza, i poveri, i
malati, i carcerati, i delusi, i disperati: a questi un caloroso
abbraccio. Grazie ai congiunti, benefattori, amici. Bacio la
terra che custodisce le ceneri dei miei morti e di tutti i defunti.
grazie
12 gennaio 2014
Giovanni XXIII. Foto L. Felici, 1961
Sotto il Monte Giovanni XXIII, 21. I. 2014 A. D.
Massimo il Confessore (580-662)
Giovi alla mia santificazione il tempo che mi sarà ulteriormente
concesso. San Leone Magno. De nativitate ipsius, Serm. 1, Migne, PL 54, 144.
ARCIV. LORIS FRANCESCO CAPOVILLA
24039 Sotto il Monte Giovanni XXIII BG
Tel. 035.79.11.95 E-mail: [email protected]
Grafica & Arte, 2014
Imago ipsa bonitatis
Homines singulos universos veluti filios
Incredibiliter dilexit
Ab iisque vivens moriturus mortuus
Redamatus est mirifice
Bontà fatta persona – amò con ineffabile tenerezza – tutti e singoli gli uomini, come figli – in vita, nella sua agonia, dopo la
sua morte – fu da ciascuno riamato in modo meraviglioso.
Epigrafe ai funerali di Papa Giovanni.
Latinista Amleto Tondini (17. VI. 1963).
Papa Francesco ai Cardinali annunciati per
il 22 febbraio
… Il Cardinalato non significa una promozione, né un onore,
né una decorazione; semplicemente è un servizio che esige
di ampliare lo sguardo e allargare il cuore. E, benché sembri
un paradosso, questo poter guardare più lontano e amare più
universalmente con maggiore intensità si può acquistare solamente seguendo la stessa via del Signore: la via dell’abbassamento e dell’umiltà, prendendo forma di servitore (cfr Fil
2,5-8). Perciò ti chiedo, per favore, di ricevere questa designazione con un cuore semplice e umile. E, sebbene tu debba
farlo con gaudio e con gioia, fa’ in modo che questo sentimento sia lontano da qualsiasi espressione di mondanità, da
qualsiasi festeggiamento estraneo allo spirito evangelico di
austerità, sobrietà e povertà (12. I. 2014).
*
… Per fare il prete bisogna pensare in grande e guardare
alto e lontano.
Vescovo Giacomo M. Radini Tedeschi
al suo segretario Don Angelo Roncalli
(21. VIII. 1914).
interpretazione di un filosofo
Come legge la creazione cardinalizia di monsignor Loris
Capovilla?
È un carissimo e paterno amico, per cui ho grande affetto e
ammirazione. Una scelta simbolica. Un messaggio chiarissimo: Concilio sine glossa. È il concilio, è Papa Giovanni,
è l’ultimo testimone di quella straordinaria stagione. Bergoglio, con questa nomina, ha voluto dire che lui è lì, quella è
la sua Chiesa.
Massimo Cacciari, sindaco emerito
di Venezia intervistato da L’Eco di
Bergamo (12. I. 2014).
L’acqua dei giorni della creazione
Papa Giovanni è stato umile. Lo Spirito non ha trovato ostacoli in lui ed è per questo che sono stati sufficienti pochi mesi
perché si aprisse alla grazia una breccia che durerà per secoli.
Per questa breccia passerà lo Spirito senza che nulla lo possa
arrestare.
Giovanni XXIII è stato il Papa della speranza, e di quale speranza! Certo, noi avevamo sempre creduto che un giorno non
ci sarà che un solo ovile sotto un solo pastore; ma alla fine dei
tempi. Sappiamo ora che questa realtà è in cammino e che
questo cammino durerà dei millenni ma che è già cominciato.
Sia benedetto Papa Giovanni di aver benedetto tutti gli uomini, di aver parlato a tutti come un padre che ama, di aver
amato questo mondo così come l’hanno generato tanti mali e
tanti crimini, ma anche il genio e la santità.
La sua ricompensa consiste nell’essere stato ascoltato e compreso dall’umanità intera, e da coloro stessi che sono separati dalla vecchia madre Chiesa, e persino da quei filosofi che
hanno decretato la morte di Dio. E noi suoi figli, abbiamo preso coscienza, grazie a lui, che nonostante le strutture vecchie,
l’acqua viva dei primi giorni continua a zampillare. Ne abbiamo sentito improvvisamente sul volto l’eterna freschezza.
Giovanni XXIII ci ha lasciato nei giorni della pentecoste, la
festa dello Spirito di cui è stato il servo eroicamente fedele.
Come ha potuto restare al timone, quasi fino alla fine, soffrendo quello che ha sofferto?
Questa luce dei cuori che noi invochiamo assieme a tutta la
Chiesa in questo momento dell’anno, non si può davvero desiderare che discenda più abbondantemente su di lui, dopo
che egli ci ha detto lasciandoci, come il suo Maestro: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace». Se questa pace non è come
quella che dà il mondo, è tuttavia al mondo, a questo mondo
moderno che egli la offre, senza condanne ed anatemi, con
una tenerezza illuminata dalla giustizia, che rende a ciascuno
ciò che gli è dovuto e si guarda dal recitare la preghiera del
fariseo.
Noi vorremmo che restasse invisibilmente alla guida del Vaticano II il vecchio amato pilota. Che per la sua intercessione
il vascello antico continui ad avanzare. La nostra immensa
speranza non si trasformerà in attesa di una barca in avaria,
come una carcassa che finisce per marcire su un banco di sabbia. Ciò che Giovanni XXIII ha fatto non sarà più distrutto.
François Mauriac, La Croix, 7. VI. 1963.