Scheda artistica - GASP | Galleria dello Spettacolo

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Transcript Scheda artistica - GASP | Galleria dello Spettacolo

TITOLO DEL PROGETTO
Figli di chi
NOME DEL REGISTA
Elisabetta Carosio
DATA DI NASCITA
DEL REGISTA
28/04/1985
Nr. DI ATTORI
3
NOMINATIVI E DATE DI
NASCITA
Gabriele Genovese
ALTRI PARTECIPANTI
(AIUTI E TECNICI)
REGIONE DI
PROVENIENZA
SEDE DELLA
COMPAGNIA
CONTATTI E
INDIRIZZO MAIL
21/02/1987
Ivano La Rosa
16/02/1988
Carolina Leporatti
04/11/1985
non noti al momento
Gruppo formato in Lombardia.
Provenienze dei singoli partecipanti: Veneto, Liguria, Puglia
[email protected]
0039 349 1820459
DESCRIZIONE DEL PROGETTO
“Figli di chi” è un adattamento del romanzo “Nordest” di Massimo Carlotto e Marco
Videtta, e si rifà alle sue atmosfere e ai suoi personaggi. L'autore, Massimo Carlotto, ci ha
incoraggiati a proseguire nel lavoro e a confrontarci col pubblico. Si tratta di una storia noir
il cui tema profondo è quello del rapporto tra genitori e figli, aspettative e frustrazioni.
In scena agiscono tre attori che intrecciano i loro monologhi alla ricerca di una verità.
Mettiamo a nudo le relazioni e i pensieri che li collegano tra loro e con la realtà del Nordest
italiano che li circonda. In una atmosfera sospesa tra la concretezza del parlare qui ed ora e
le atmosfere oniriche che a volte decollano a partire dalle parole degli attori si svolge la
nostra storia che ha le tinte di un programma radio notturno, ma contempla anche momenti
di leggerezza e fantastico. Ci siamo uniti in questo progetto perchè crediamo sia interessante
parlare di noi, della nostra generazione, attraverso questo testo perchè questo lavoro
riguarda una generazione che non fa la rivoluzione, ma crea ugualmente una propria realtà
che tarda a essere riconosciuta e rischia continuamente di essere “annegata”come accade al
personaggio di Giovanna, ma che può trovare un suo luogo fuori da schemi già pensati
come accade a Filippo e riconoscere una propria identità pura e nobile, pur contemplando i
compromessi, come accade ad Adalberto Beggiolin. Lo spettacolo intero ha una durata di
circa 75 minuti. Per ulteriori approfondimenti si rimanda alle note di regia.
ESIGENZE TECNICHE
Le nostre esigenze tecniche in termini di attrezzeria si limitano a:
1tavolo tipo scrivania solido/praticabile
3 sedie
In termini di tecnica luci abbiamo bisogno di un piazzato caldo e uno freddo a zone e
chiediamo la possibilità di collegare tre lampade che usiamo in scena.
In termini di tecnica audio possiamo utilizzare cd o collegare un computer all'impianto
tramite un mixer.
NOTE DI REGIA
Due generazioni che si fronteggiano sullo sfondo di un Nordest italiano in piena crisi
economica. I capannoni industriali chiudono, interi settori dell'economia collassano, ma
rimane il potere delle famiglie, di una generazione di padri che aveva un progetto che ora
necessariamente richiede l'apporto dei figli. Lo sguardo si concentra proprio su questi figli,
giudicati indegni eredi di quel mondo e di quel modello. Quali aspirazioni, quale visione del
mondo hanno i figli? Istruiti per un futuro luminoso e a volte schiacciati da questo futuro.
Creature fragili e fortissime, dotate di un loro senso della realtà e di loro aspirazioni, fanno i
conti con un disegno nel quale è difficile trovare la propria collocazione. Come si può
rapportarsi alle aspettative dei genitori, dei maestri, in una realtà che non risponde alle
categorie che essi conoscono? Tre personaggi. Tre possibilità. Tre viaggi tra sogni e
frustrazioni nei quali ci identifichiamo. Tesi e sospesi tra idealizzazione e disillusione, in
bilico tra amore e odio, in lotta per aderire a sé stessi, tutti a modo loro.
Giovanna Barovier, Filippo Calchi Renier, Adalberto Beggiolin detto Squalo di
Pozzanghera. I destini e gli sguardi di questi tre personaggi si incrociano per raccontarci una
storia che attraversa e cambia le loro vite, la loro percezione di sé e del significato di esserci.
Ci fa da guida in questo viaggio il romanzo Nordest di Massimo Carlotto e Marco Videtta,
un noir che prende le mosse dal delitto la cui vittima è Giovanna, figlia di un imprenditore
andato in rovina, morta in circostanze poco chiare mentre portava avanti un'indagine per
riabilitare il padre. Una storia di mafia? Un delitto passionale? Una verità che si nasconde
tra piste false. Attorno alla vicenda della risoluzione del caso si dipana il filo delle relazioni
tra i personaggi. Tratteggiamo anche distaccandoci dal romanzo con autonomia creativa i
disegni dei loro ricordi e dei loro affetti, delle loro volontà e dei loro legami. La voce di un
dj nella notte ci introduce in questo angolo di mondo che somiglia a tanti altri angoli di
mondo per noi famigliari, ci culla in una notte fradicia di nebbia in cui, come sempre, file di
tir vanno e vengono trasportando merci legali e illegali dall'Italia all'est europeo attraverso il
cavalcavia di Mestre illuminato come il corso principale a una festa di paese in questa
provincia travolta dal futuro dell'innovazione e imbevuta di sentimenti arcaici. Sulla scena
Giovanna corre per non pensare e il suo monologare è il dono a noi di ciò che non può più
contenere ora che sta per arrivare alla sua meta. Giovanna. Barrette energetiche e sudore,
sguardo alto e piedi ben poggiati a terra, in spinta continua per farsi spazio quando tutto
sembra chiudersi attorno, ma resta ancora qualcosa da compiere, qualcosa che da significato
a questo corpo che corre in calzoncini e maglietta e che danza a piedi nudi coi capelli
bagnati tra i ricordi di cui ci fa dono. Filippo. Profumo di crema veneziana e di vino
Souvignon, sguardo che cerca sempre qualcosa, anche quando si perde nel vuoto, mani che
modellano la scultura della sua vita, mani che annodano cappi e chiudono la zip di una
borsa per un lungo viaggio. Beggiolin. Mille carte e mille parole tra cui trovare il volto di
una verità che arriva e travolge tutto, di una verità forte, che spazza le lezioni dei maestri, i
compromessi e le abitudini e ci sbatte di fronte a noi stessi, a quello che sentiamo e
vogliamo essere e a quello che invece facciamo e siamo ogni giorno in questa realtà. Una
sola notte per raccontare questa storia, il tempo di una trasmissione alla radio, prima di
andare a dormire e risvegliarci con uno sguardo nuovo su questi figli adulti, su quelli che
ancora dormono nelle culle e su quelli che ancora verranno.
Una messa in scena senza fronzoli, come è senza fronzoli questa storia, dura e semplice.
Una regia che cerca, a partire dalle parole, deposito di senso e guida del ritmo, la dinamica
che muove l'azione scenica. Tre zone di luce che sono tre mondi e il gioco della possibilità
di incontro tra questi mondi, il gioco degli attori che si incontrano con questi personaggi .
Nelle orecchie il suono delle musiche delle loro vite o della loro radio, della colonna sonora
degli attimi che rimangono scolpiti nel loro ricordo e nel nostro, da Gino Paoli ai Velvet
Underground.
CURRICULUM DEL REGISTA
ELISABETTA CAROSIO
28 anni. Dopo studi classici si diploma in Scenografia all'Accademia di Belle Arti di
Brera e, successivamente, in Regia alla Scuola d'Arte Drammatica Paolo Grassi.
Studia, tra gli altri, con Tatiana Olear, Kuniaki Ida, Massimo Navone, Maria
Consagra, Antonio Pizzicato. Segue il lavoro di Elio De Capitani su Angels in
America ed è assistente di Serena Sinigaglia, Michele Casarin, Roberto Rustioni e
Milena Costanzo, Renata Coluccini, Sabrina Sinatti avvicinandosi alle realtà
milanesi di Teatro del Buratto e Compagnia Atir. Conduce laboratori di teatro
integrato con utenti abili e diversamente abili. Realizza la regia dello spettacolo
U.N.O.per Festival Asti teatro e di “Con undici occhi” per il festival Art Music
Theatre.
CURRICULUM DEGLI ATTORI
GABRIELE GENOVESE
26 anni. Terminati gli studi superiori in Puglia si trasferisce a Milano dove si
laurea in Scienze del Turismo e della comunicazione all'università IULM con una
tesi sul Teatro di Narrazione. Si avvicina alla compangnia Atir con cui lavora ad
alcune produzioni sotto la direzione di Marcela Serli e Serena Sinigaglia e con cui
collabora stabilmente come conduttore di laboratori. Si diploma all'Accademia
Teatrale Veneta dove studia tra gli altri con Karina Arutyunyan, Michele Casarin,
Josè Sanchis Sinisterra, Ted Keijser, Gigi Dall'Aglio. Recita inoltre in U.N.O. Al
Festival di Asti e in “C'era una volta” con la supervisione di Gigi Dall'Aglio per il
Festival Venice Open Stage. É impegnato con ERT nel percorso su Teatro e
territorio diretto da Claudio Longhi.
IVANO LA ROSA
25 anni. Dopo il diploma artistico frequenta il corso di orientamento per attori alla
Scuola del Teatro Stabile di Genova nel 2008.Terminerà gli studi artistici alla
Scuola d'Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano dove si diploma come attore nel
giugno 2012,dove studia tra gli altri con Kuniaki Ida, Elisabeth Boeke , Maria
Consagra e Maurizio Schmidt. Crea con alcuni suoi compagni attori,
drammaturghi e registi la compagnia "TintaUnita", grazie alla quale ha le prime
esperienze lavorative al Teatro Piccolo Orologio di Reggio Emilia, con lo spettacolo
"Il Generale".Lavora presso ERT recitando nell’“Ifigenia in Aulide”,per la regia di
Marco Plini e in "EuroDaPonteGranMozartTour" per la regia di Claudio Longhi.
Frequenta il laboratorio sul metodo degli "etjude" di Anatoly VASILIEV, tenuto da
Giacomo Veronesi e Giovanni Longhin. É impegnato con Kitchen Company a
Genova.
CAROLINA LEPORATTI
28 anni. Si laurea in Antropologia presso l'Università Ca' Foscari di Venezia. Inizia
i suoi studi teatrali in questa città. Frequenta la scuola Giovanni Poli del teatro a
l'Avogaria di Venezia per poi completare il suo percorso didattico alla Scuola
d'Arte drammatica Paolo Grassi dove si diploma nel 2013.
Studia tra gli altri con Kuniaki Ida, Elisabeth Boeke , Maria Consagra e Maurizio
Schmidt. Collabora con la compagnia Venezia in Scena. Lavora con la direzione di
Massimo Navone per il progetto Con-testo del teatro Filodrammatici ed è in scena
con A.M.L.E.T. al teatro Franco Parenti di Milano. Collabora con Kitchen Company
presso Teatro della Gioventù di Genova.