Allegato 2 - Ordine degli Architetti della Provincia di Ravenna

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Transcript Allegato 2 - Ordine degli Architetti della Provincia di Ravenna

Egregio
Dr. Architetto Casadio,
La ringrazio per la sua cortese lettera e per voler precisare la Sua posizione.
Ciò consente anche di precisare la mia che, escludendo la partecipazione, non cambia da quella
espressa nella riunione del 10 marzo.
Tengo a dirLe che non c’è nulla di “personale”, ci mancherebbe, Agostinetto Vs. mondo è un tema
che non ho ancora preso in considerazione.
Arriviamo al tema specifico.
Lei è intervenuto asserendo:
1. Inarcassa non paga le pensioni.
2. Inarcassa non restituisce i contributi.
Bene, sul primo punto ho risposto che era falso dire che Inarcassa NON paga le pensioni, in quanto
anche a chi percepisce una pensione da lavoro dipendente e ha esercitato la professione in data
successiva, iscrivendosi a Inarcassa, è riconosciuta la pensione contributiva alla maturazione
dell’età pensionabile, pensione reversibile etc.
Sul secondo punto, quando è stato chiaro che Lei intendeva parlare del contributo integrativo, ho
inteso farLe comprendere che il 4% (prima 2%) è un contributo di solidarietà intercategoriale che
tutti gli architetti e ingegneri, comprese le società d’ingegneria, versano a Inarcassa e sono utilizzati
a fini assistenziali, come, ad esempio, le pensioni minime che Inarcassa, la sola tra le casse private,
riconosce ai propri associati all’interno di certi parametri Isee.
Aggiungo, poi, che le pensioni l'INPS le paga grazie alla fiscalità generale (112 mld nello scorso
anno) e quindi le paga grazie anche alle tasse dei liberi professionisti che, anziché essere destinate
ai servizi, servono a pagare buchi del passato e le pensioni di chi non ha minimamente contribuito a
costruirsi la sua relativa “riserva matematica”, anche se tutto passa sotto il termine di “diritti
acquisiti” (Lei giustamente e sensibilmente scrive però “eventuali”).
Desidero inoltre precisare che il contributo “integrativo” non è un contributo del professionista,
bensì un contributo dovuto da tutti i committenti di opere di ingegneria e architettura (sono loro che
pagano), indipendentemente dal chi versa poi a Inarcassa. Questo forse a Lei è chiaro, ma le posso
assicurare che non è così a molti “professionisti” dipendenti pubblici.
A Lei questo non sta bene? Lo trova una forzatura?
Ebbene io trovo una forzatura il fatto che oggi esistano possibilità di fare due distinti lavori, il
lavoro dipendente e la libera professione.
Lei dice che è consentito per legge. Bene, anche il contributo integrativo è istituito per legge.
Il problema di “vergognarsi”, poi, è solo Suo. La mia affermazione, se le è giunta offensiva Le
chiedo scusa, era riferita al fatto che chi oggi ha la fortuna di poter esercitare “saltuariamente” e
“occasionalmente” o, come scrive Lei “marginalmente” la libera professione, lo può fare perché c’è
chi dedica a tale libera professione l’intera vita, dalla mattina alla sera, senza dover dire “oops…
alle 9.00 non posso venire in cantiere, arrivo alle 13.00” e il perché le sarà chiaro!
Questo grande numero di Liberi Professionisti, non tutelati da nessun sistema statale che non sia
Inarcassa, merita grande, grandissimo rispetto, perché se esiste chi riesce a lavorare a margine di un
posto pubblico, di una sicurezza oggi quasi incommensurabile, deve capire che lo può fare solo
perché esiste quella “metaforica” nave che, solcando le onde, crea una scia dove le piccole e
minuscole imbarcazioni possono infilarsi e navigare in apparente tranquillità.
Ma l’energia, la fatica, lo sforzo è fatto dal motore della nave.
Poi, se vogliamo aprire il tema che i dipendenti sono mal pagati e che lo Stato consente di esercitare
il “part-time”, il secondo, terzo lavoro, la libera professione, questo è un aspetto che meriterebbe un
diverso confronto.
Io rimango sul tema previdenziale. Tutti i contributi sui redditi professionali dovrebbero essere
riversati a Inarcassa.
Lei, invece, li ha versati (dovrebbe averli, Ndr) alla G.S.I. (Gestione Separata Inps) dove Le auguro
di poter maturare le annualità sufficienti a garantirLe una pensione integrativa a quella che
sicuramente riceverà come ausiliario dei Giudici del Tribunale.
Forse il pensare a una G.S.I., dove si pagano le stesse percentuali che si pagano all’Inps, potrebbe
essere un tema da affrontare per chi oggi insegna, escludendo però la possibilità di esercitare la
libera professione ai dipendenti degli uffici tecnici comunali, ai professori universitari, ai dipendenti
delle Soprintendenze che, dovendo soprintendere, lo fanno, anche loro, solo “part-time” e a molte
altre categorie più o meno tutelate.
Pertanto, come può leggere, nessuna lezione morale e nessuna mancanza di rispetto verso i
contribuenti di Inarcassa anzi, al contrario, è proprio il mio rispetto verso tutti i contribuenti di
Inarcassa che mi spingono non solo a muovermi a distanze anche maggiori di quelle che mi
dividono dalla bellissima città di Ravenna, ma anche a reagire nei confronti di chi porta avanti tesi
non coerenti con il mio mandato in Consiglio d’Amministrazione.
Apprezzo la Sua volontà di apportare la Sua precisazione costruttiva e accetti, con lo stesso spirito
“costruttivo” le mie poche righe di risposta.
Magari non parliamo lo stesso linguaggio, ma riteniamo entrambi di portare avanti posizioni
altrettanto corrette e valide. Ciò consentirà a chi ci legge di farsi una migliore opinione nel merito.
Confidando di poter ritornare presto a Ravenna, per parlare di Previdenza e, con l’occasione, se
possibile, incontrarla, voglia gradire i miei più cordiali saluti.
Gianfranco Agostinetto.