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PROBLEMI DI COMPATIBILITÀ FRA OTTIMIZZAZIONE
ACUSTICA E NORMATIVE SULLA SICUREZZA IN AMBIENTI
INTERNI A EDIFICI STORICI RIQUALIFICATI
Raffaella Bellomini (1), Gianfranco Cellai (2), Sergio Luzzi (1), Giancarlo Martarelli
(3), Alessandro Moradei (4), Agostino Poletto (4), Simone Secchi (2)
1) VIE EN.RO.SE. s.a.s., Firenze
2) Dipartimento TAD – Università degli Studi di Firenze
3) Dipartimento Elettronica e Telecomunicazioni – Università degli Studi di Firenze
4) Stazione Leopolda s.r.l., Firenze
1. Introduzione
La riqualificazione di aree dismesse e larghi spazi coperti, quali ad esempio mercati,
depositi, magazzini, stazioni, trasformati in luoghi di intrattenimento, prevede spesso
pesanti interventi di isolamento verso l’esterno e di ottimizzazione acustica degli spazi
fruibili. Analogamente, gli ambienti e gli impianti in essi installati devono essere adeguati, in modo da risultare pienamente rispondenti all’insieme delle disposizioni legislative e normative in materia di sicurezza, di prevenzione incendi, ecc.
Non sempre è possibile, trattandosi di strutture antiche e di immobili vincolati o di
pregio, intervenire liberamente ed è spesso necessario progettare soluzioni ad hoc che
tengano conto di entrambe le esigenze (qualità acustica e rispondenza normativa).
In questa memoria gli autori riferiscono sulla progettazione coordinata multidisciplinare che stanno sviluppando ai fini della riqualificazione acustica della Stazione Leopolda di Firenze, con particolare riferimento agli aspetti metodologici.
2. La stazione storica riqualificata
L’antica Stazione Leopolda di Firenze, costruita nel 1848, è un’architettura industriale che, come accade oggi in molte metropoli post-industriali europee e del nordAmerica, si è aperta solo di recente a un uso pubblico. Si tratta di un grande e suggestivo spazio, unico nel suo genere in Italia, che dai primi anni ’90 ospita manifestazioni ed
eventi diversi: sfilate di moda, mostre d’arte e di architettura, presentazioni automobilistiche, concerti, spettacoli teatrali, convention e meeting aziendali, set televisivi.
Figura 2 – L’antica Stazione in una stampa di fine ottocento
È un’insieme di spazi versatile, con una grande flessibilità funzionale, articolato
quasi interamente in un unico involucro di circa 6000 m2 posto sotto un tetto a struttura
metallica, a cui si aggiungono un piazzale esterno di 1.100 m2 e un ex magazzino, annesso alla stazione, articolato su 2 piani per una superficie totale di circa 1.500 m2.
All’interno dell’involucro principale vengono normalmente ricavati spazi destinati
alla fruizione (scenari), confinati mediante strutture mobili e sonorizzati in modo indipendente, attraverso soluzioni impiantistiche progettate ad hoc.
Figura 2 – L’involucro principale
3. La progettazione acustica
Lo schema metodologico della progettazione acustica precede e accompagna la progettazione degli interventi di riqualificazione dell’immobile e degli spazi.
Partendo da un’impostazione che prevede interventi rispettosi delle caratteristiche
estetiche e strutturali della stazione, e quindi quanto meno possibile invasivi
sull’architettura che la caratterizza, si prevedono una serie di soluzioni finalizzate alla
sonorizzazione ottimale di un numero fisso di scenari interni.
A partire dalla definizione degli scenari stessi, in termini di emissione sonora e di
spazio di fruizione collegabile ai diversi eventi, l’obiettivo della progettazione acustica è
la caratterizzazione degli scenari in modo tale da poterli “offrire” agli organizzatori di
eventi, completi di:
- soluzioni per la diffusione ottimale del suono e per la limitazione delle emissioni;
- soluzioni per interventi di mitigazione localizzati, modulari e combinabili fra loro.
Per ciascuno scenario vengono quindi effettuate una serie di simulazioni mediante
strumenti di calcolo che portano alla definizione progettuale di:
- interventi di correzione acustica strutturale localizzata, secondo schemi di installazione modulari che consentano l’utilizzo delle soluzioni di mitigazione e isolamento in
più scenari e in diverse combinazioni, legate alla specificità degli eventi;
- configurazioni base per gli impianti elettroacustici in termini di caratteristiche dei
componenti, potenza sonora emessa, collocazione dei diffusori nonché di presenza e
regolazione dei sistemi di limitazione automatica delle emissioni;
- interventi di isolamento acustico verso l’esterno;
- livelli standard di emissione, verificabili mediante semplici misure nei punti di massima sonorizzazione interna, corrispondenti ai massimi livelli di immissione consentiti
presso i ricettori (in condizioni di rispetto del limite di zona o di altro eventuale limite
concesso in deroga);
- procedure per regolamentare le tipologie di trattenimento musicale e le relative concessioni, consentendo l’effettuazione di alcuni eventi particolarmente rumorosi solo in
alcuni scenari e/o con limitazioni di orario e/o di livelli massimi in uscita dai sistemi
di regolazione.
In figura 3 sono rappresentati sette scenari di emissione ovvero le sette possibili posizioni assunte dal palco o dai centri di emissione sonora.
Figura 3 – Planimetria con indicazione degli scenari di emissione
4. La sicurezza dell’edificio e le problematiche di compatibilità
Gli interventi di ottimizzazione acustica in strutture d’interesse storico, riqualificate
e adibite a luoghi di spettacolo e di intrattenimento, devono essere compatibili con vari
vincoli derivanti dalle norme generali di sicurezza e da norme speciali vigenti per gli edifici soggetti alle leggi di tutela del patrimonio artistico e storico.
I vincoli si possono ricondurre a queste tipologie: vincoli statici, geometrici, estetici,
relativi alla prevenzione incendi passiva ed attiva.
I limiti statici riguardano principalmente la possibilità di sospendere elementi attivi
o passivi del sistema di ottimizzazione acustica alle strutture dell’edificio, in particolare
a quelle portanti della copertura. Questo aspetto può essere critico, quando le coperture
sono sostenute da strutture in acciaio dimensionate per sostenere i carichi della copertura, ma non carichi sospesi. Molti esempi di questo genere si trovano negli edifici industriali del tardo ottocento e della prima metà del novecento.
La modifica delle geometrie del luogo con l’introduzione di pareti fonoassorbenti o
di altre strutture finalizzate ad attenuare la propagazione del rumore può essere utile, ma
è necessario verificare che le variazioni non penalizzino le vie di uscita, riducendone le
dimensioni oppure allungando i percorsi per raggiungerle oltre i limiti ammessi.
La verifica di compatibilità degli interventi finalizzati all’acustica con le misure di
prevenzione incendi si articola in due aspetti: possibili interferenze con i presidi di prevenzione incendi, caratteristiche e quantità dei materiali da introdurre nella struttura.
I problemi di interferenza tra pannelli orizzontali e verticali e presidi di prevenzione
incendi, quali estintori, idranti, naspi, rivelatori di fumo e pulsanti di allarme, possono
essere generalmente risolti agevolmente, creando accessi alle postazioni antincendio fisse e spostando o duplicando i rivelatori di fumo.
Le caratteristiche di reazione al fuoco e le quantità di materiali combustibili che si
introducono in un edificio del tipo in questione richiedono invece notevole attenzione
ed attenta valutazione, poiché le prime devono rispondere a regole ben precise, le seconde possono penalizzare le possibilità d’uso della struttura, per quanto riguarda gli allestimenti temporanei.
I materiali di arredo combustibili ammessi in edifici d’interesse storico devono essere omologati per la classe 1 di reazione al fuoco, in conformità al D.M. 26.06.1984. Per
i mobili imbottiti è prescritta la classe 1 IM, mentre per i soli rivestimenti dei pavimenti
è ammessa la meno cautelativa classe 2. Possono essere impiegati materiali certificati da
organismi di altri Paesi, se appartenenti alla Comunità Europea, a condizione che il Ministero dell’Interno, su domanda del produttore, abbia attribuito ad essi una classe equivalente secondo le norme nazionali, in base alle prove eseguite nel Paese di origine.
Questo complesso procedimento, istituito con D.M. 05.08.1991 in attesa di armonizzazione europea, sfavorisce la diffusione di prodotti esteri e limita di fatto la scelta a
prodotti nazionali. L’unificazione delle norme comunitarie in questa materia è ancora
lontana, anche se le nuove classi di reazione al fuoco armonizzate in sede europea sono
state pubblicate nel D.M. 10.03.2005, che per altro ne rinvia l’applicazione a futuri regolamenti tecnici e conferma, nelle more, l’applicabilità della classificazione di reazione
al fuoco secondo il D.M. 26.08.1984. Occorre inoltre considerare che alcuni materiali
destinati all’ottimizzazione acustica, in particolare i pannelli fonoassorbenti imbottiti di
materiale combustibile, costituiscono un caso anomalo rispetto alle norme italiane sulla
reazione al fuoco, che prevedono l’imbottitura soltanto per i mobili e non per altri elementi di arredo, quali tendaggi, pareti e soffitti. Da notare in proposito che
l’omologazione per la reazione al fuoco deve riguardare il prodotto finito e non i componenti. Ad esempio l’impiego di un tessuto per tendaggi di classe 1 imbottito con poliuretano di classe 1 non garantisce che il prodotto finito risponda ai requisiti della stessa classe. E’ opportuno quindi che la scelta di elementi passivi fonoassorbenti sia orientata sui materiali incombustibili, al fine di evitare difficoltà di reperimento di prodotti
idonei. La quantità di materiali combustibili che si introducono nell’edificio costituisce
in ogni caso un dato da valutare attentamente, poiché le norme per la prevenzione incendi negli edifici d’interesse storico ed artistico emanate con D.M. n. 569 del
20.05.1992 non pongono limiti al carico d’incendio permanente costituito dalle strutture
e dagli arredi originari dell’edificio, ma limitano a 10 kg di legna equivalente il carico
d’incendio aggiuntivo che può essere introdotto con arredamenti finalizzati ad attività
quali mostre, convegni ed intrattenimenti. L’introduzione di elementi combustibili utili
per migliorare il comportamento acustico dell’edificio comporta quindi un’automatica
penalizzazione della possibilità di introdurre altri arredamenti permanenti o temporanei.
5. Conclusioni
La progettazione acustica per la riqualificazione di spazi storici, destinati a diverse
tipologie di fruizione e di conseguente sonorizzazione e necessità di isolamento, prevede di individuare all’interno della struttura una serie scenari di emissione acustica o elettroacustica, a ciascuno dei quali deve essere applicato uno specifico modello di propagazione del suono secondo lo schema sorgente-cammino-ricettore, con l’obiettivo di ottimizzare l’acustica interna per l’ascolto, minimizzando l’impatto acustico sull’esterno.
L’introduzione di elementi di arredo tecnico e le modifiche incidenti sull’aspetto di
una struttura d’interesse storico devono in ogni caso essere esaminate ed approvate dagli
organismi di tutela dei beni architettonici, indipendentemente dalle finalità degli interventi, quindi anche dalle necessità di miglioramento acustico. La conservazione e la
leggibilità della struttura originaria hanno la priorità su ogni altra esigenza e condizionano in misura decisiva gli interventi tecnici e le finalità cui essi sono rivolti. Sono difficilmente accettati interventi pesanti, quali controsoffitti e contropareti insonorizzanti
estese, al punto di celare o alterare l’aspetto originario della struttura. È necessario pertanto che il team di progettazione comprenda professionalità specifiche nel campo
dell’acustica architettonica e della sicurezza che siano capaci di integrare le soluzioni
progettate nel contesto strutturale e impiantistico esistente, cercando di rispondere alle
necessità di sonorizzazione legate ai diversi eventi.