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Vivere a Gaza. Salute infantile nella striscia di Gaza: Situazione, connessioni, contesto e attività 15 gennaio 2014, ore 15 – Università di Genova, Aula magna del DISFOR (corso A. Podestà 2) COMUNICATO STAMPA Gaza: una striscia di territorio di 360 km2 (una volta e mezzo il comune di Genova), in cui abitano oltre 1.700.000 persone. Persone che, per vivere in un territorio così ristretto, dovrebbero poter usufruire di molte risorse provenienti dall'esterno ma che invece vivono da anni in uno stato di quasi totale isolamento, isolamento ulteriormente aggravato dalla recente crisi politica egiziana. Persone che soffrono una continua mancanza dei servizi essenziali, quali corrente elettrica e carburante, e subiscono continue vessazioni e periodici attacchi militari, più o meno “mirati” ma che rendono la vita sempre più difficile e minano fortemente anche la possibilità di conservare un normale equilibrio psichico. A questo quadro si è aggiunta, quest'inverno, anche una grave inondazione che ha messo letteralmente sott'acqua una consistente parte della Striscia... In queste condizioni, comunque, a Gaza continuano a nascere bambini, circa 70.000 all'anno. Le strutture ospedaliere mancano di molte delle attrezzature essenziali e quelle che ci sono non sempre riescono a funzionare a causa delle continue interruzioni della corrente elettrica e della scarsità di carburante per alimentare i generatori. Il tasso di mortalità perinatale è molto elevato. Paola Manduca, genetista dell'università di Genova, che ha condotto studi sull'insorgenza di malformazioni nei neonati di Gaza, durante i suoi periodi di lavoro nella Striscia ha preso contatto con i responsabili dei servizi e ha potuto rendersi conto delle principali necessità del servizio sanitario, soprattutto di quello rivolto ai neonati. Da questa sua esperienza è nata un'iniziativa di solidarietà da parte di alcuni suoi colleghi, che, appoggiandosi a un'associazione già esistente e attiva nel campo del volontariato (organizzazione umanitaria Maniverso... Onlus di Venezia), hanno lanciato un appello per la raccolta di fondi, inizialmente rivolto all'interno dell'università di Genova, ma presto esteso, soprattutto tramite conoscenze dirette, ad altre realtà ed associazioni italiane e straniere che hanno voluto contribuire. I fondi raccolti sono stati destinati all'acquisto e alla consegna alle strutture di Gaza di attrezzature sanitarie, da loro richieste ed essenziali per l'assistenza e la diagnosi precoce di patologie molto diffuse e potenzialmente letali. L'iniziativa è partita nel febbraio 2012 e ha fornito a vari ospedali di Gaza una culla termica, 5 laringoscopi e 3 ecocardiografi. Per la consegna del materiale abbiamo potuto usufruire anche della collaborazione di un'altra associazione Onlus ben nota e molto attiva a Genova e in Liguria, Music for Peace Creativi della Notte, e dell’ONG Islamic Relief-­‐Interpal. Abbiamo inoltre contribuito all’acquisto di medicinali di prima necessità che una carovana umanitaria internazionale ha provveduto a far arrivare a Gaza per coprire le necessità urgenti dovute all'ultimo conflitto del novembre 2012. Una delle conseguenze del blocco di Gaza è l'impossibilità di scambi professionali e di mobilità per studio e specializzazione. Questo si riflette anche sulle pratiche ospedaliere. La necessità di ottenere una preparazione specialistica avanzata e di avere scambi con il mondo esterno e apprendere nuove tecniche di intervento e metodi diagnostici è molto sentita a Gaza per il personale sanitario anche nel campo pediatrico ed oncologico. Come risposta a questa esigenza abbiamo iniziato un progetto di sostegno per specializzazione di pediatri. Al momento due medici di Gaza hanno fruito di una borsa di training, per 3 mesi ciascuno, presso l'Ospedale pediatrico Bambin Gesu di Roma: -­‐ il primo, il Dr. Nasser Bolbol, che ha fruito di un training in neonatologia, dopo il suo rientro a Gaza ha potuto implementare nel suo reparto le nuove tecniche apprese a Roma; -­‐ il secondo, il Dr. Mahmoud El Salehi, sarà presente a Genova all'incontro del 15 gennaio per parlare della sua esperienza a Gaza ed a Roma, dove è attualmente in training in cardiologia neonatale. Abbiamo intenzione di organizzare (se raccogliamo i fondi necessari) altri periodi di formazione per medici e infermieri Gazawi presso strutture ospedaliere italiane. Stiamo cercando anche di intersecare il nostro progetto con quello di altri gruppi professionali in campo medico, laboratoristico e ambientale, nell’ottica di fornire un supporto “peer-­‐to-­‐peer” tra professionisti ai colleghi di Gaza, in accordo con quanto si ravvisa necessario, e favorendo lo sviluppo di collaborazioni scientifiche/mediche. L'incontro del 15 gennaio sarà un'occasione per condividere i contributi di diversi operatori sanitari e ricercatori che hanno avuto o continuano ad avere esperienza diretta delle condizioni in cui vivono gli abitanti di Gaza e, ovviamente, per rilanciare le iniziative di sostegno all’acquisizione di strumenti e di competenze. Progetto neonati Gaza promosso da: Paola Manduca, Marina Rui, Mario Rocca, Andrea Balduzzi (Università di Genova) con la collaborazione attiva dell'Organizzazione umanitaria Maniverso... onlus Per informazioni: Paola Manduca (cell. 3895753198, email [email protected]), Andrea Balduzzi (tel. uff. 0103538035, cell. 3285850860, email [email protected]), Marina Rui (tel. uff. 0103536194, cell. 3483502622, email [email protected])