Danni da Avversità Atmosferiche Prodotto uva da vino

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Transcript Danni da Avversità Atmosferiche Prodotto uva da vino

Corso di Formazione
PERITO ESTIMATORE
Danni da Avversità Atmosferiche
Prodotto uva da vino
ITA San Michele all’ Adige,25-26 marzo 2014
L’ assicurazione copre il solo prodotto
dell’annata destinato alla vinificazione e la
garanzia si riferisce alla perdita di quantità
ed a quella di qualità.
Decorrenza nelle polizze monorischio e pluririschio uva
 in base alla data di notifica
e comunque dalla schiusa delle gemme
Decorrenza nelle polizze multirischio uva
 dipende solo dalla data di notifica
3. Controllare la quantità di prodotto assicurato per
il confronto con quello ottenibile nelle polizze
pluririschio e con la media triennale delle
polizze multirischio.
4. Verificare che la quantità di prodotto assicurato
non ecceda la produzione ammessa dai
disciplinari DOCG, DOC e IGT.
5. Verificare lo stato sanitario del vigneto
6. Stabilire lo stadio vegetativo della vite al
momento dell’evento
EFFETTI
DEI TRAUMI DA GRANDINE SULLE VITI,
REAZIONI DELLA PIANTA E TIPO DI DANNO
Fase vegetativa
Fasi del ciclo annuale
Tipo di trauma
Reazione della pianta
Tipo di danno
Asportazione di gemme
Asportazione di germogli
Sviluppo delle sottogemme
Nuovi germogli da sottogemme
Minor numero di grappoli e
minor sviluppo
Nuovi germogli dalle
sottogemme ed emissione delle
femminelle
Non sempre fertili
Maturazione ritardata
Ferite ai germogli
Cicatrizzazione
Difficoltoso passaggio della
linfa (indiretto)
Asportazione e lacerazione
delle foglie
Nuove foglie all’apice o su
femminelle
Minore sviluppo dei grappoli
ed acini (indiretto)
Nessuna reazione
In taluni vitigni grappoli sulle
femminelle
Totale
Per la parte asportata
(recupero)
Cicatrizzazione
Difficoltoso passaggio di linfa
Rottura di germogli:
sopra le infiorescenza
sotto le infiorescenze
Germogliamento ed
accrescimento dei
germogli (dalla schiusa
delle gemme alla
separazione dei
bottoni fiorali)
Asportazione infiorescenze:
totale
parziale
Ferite al peduncolo
EFFETTI
DEI TRAUMI DA GRANDINE SULLE VITI,
REAZIONI DELLA PIANTA E TIPO DI DANNO
Fase riproduttiva
Fasi del ciclo annuale
Fioritura ed
allegagione
Tipo di trauma
Reazione della pianta
Tipo di danno
Asportazione dei
germogli (difficile)
Germogli da sottogemme
Perdita dei grappoli
Rottura dei germogli:
sopra le infiorescenze
sotto le infiorescenze
Emissione di femminelle
Emissione di femminelle
I grappoli si accrescono
di meno
Grappoli perduti
(recupero)
Ferite al germoglio
Cicatrizzazione
Difficoltoso passaggio di
linfa
Asportazione,
lacerazione di foglie
Nuove foglie agli apici e su
femminelle
Minore sviluppo dei
grappoli ed acini (danno
indiretto)
Asportazione
infiorescenze:
totale
parziale
Nessuna reazione. In taluni
vitigni grappoli su
femminelle
Totale
Per la parte asportata
(recupero)
Ferite al peduncolo
Cicatrizzazione
Difficoltoso passaggio di
linfa
EFFETTI
DEI TRAUMI DA GRANDINE SULLE VITI,
REAZIONI DELLA PIANTA E TIPO DI DANNO
Fase riproduttiva
Fasi del ciclo annuale
Accrescimento acini
(dall’allegagione alla
invaiatura;
moltiplicazione cellulare)
Tipo di trauma
Reazione della pianta
Tipo di danno
Asportazione grappoli
Nessuna reazione
Totale
Asportazione acini e racimoli
Maggiore accrescimento del
residuo
Parziale
Spaccatura acini
Suberificazione della ferita ed
essicazione
Parziale o totale
Mancato accrescimento della
zona colpita che suberifica
internamente
Parziale
Parziale
Macchiatura acini
Decolorazione della cuticola
Parziale e molto limitato
Ferite al peduncolo
Cicatrizzazione
Difficoltoso passaggio di linfa
(indiretto)
Ferite al tralcio uvifero
Cicatrizzazione
Difficoltoso passaggio di linfa
(indiretto)
Asportazione, lacerazione di
foglie
Nuove foglie su femminelle
Ridotta elaborazione
(indiretta)
Ammaccatura acini:
grave
lieve
EFFETTI
DEI TRAUMI DA GRANDINE SULLE VITI,
REAZIONI DELLA PIANTA E TIPO DI DANNO
Fase riproduttiva
Fasi del ciclo annuale
Maturazione
(dalla invaiatura alla
maturazione;
distensione cellulare)
Tipo di trauma
Reazione della pianta
Tipo di danno
Asportazione di grappoli
Nessuna reazione
Totale
Asportazione acini e racimoli
Nessuna reazione
Parziale
Spaccatura acini
Essicazione, marcescenza,
fermentazione
Totale per quell’acino
Indurimento e suberificazione
Suberificazione lieve e
decolorazione
Parziale (15 ÷ 40 %)
Parziale (5 ÷ 15 %)
Macchiatura
Decolorazione della cuticola
Parziale lievissimo (1 ÷4 %)
Ferita al peduncolo
Cicatrizzazione (difficile)
Indiretto, proporzionale alla
ferita (modesto)
Ferite al tralcio uvifero
Cicatrizzazione (difficile)
Asportazione e lacerazione
di foglie
Se notevole, ricaccio di
femminelle
Il danno si riduce
progressivamente per
azzerarsi alla maturazione
(indiretto)
Ammaccatura:
grave
Lieve
EFFETTI
DA VENTO SULLE VITI

Effetti sull’impianto
 Dipendenza dalla disposizione dei filari rispetto all’azione del
vento forte (possibili effetti vorticosi, ecc.)
 Abbattimento parziale e/o totale
 Piegatura

Effetti sull’apparato fogliare
 Rottura di foglie
 Asportazione di foglie
 Lamine fogliari disidratate (vento caldo)
 Lamine fogliari necrotizzate (vento caldo)
 Raggrinzimento ed accartocciamento (vento caldo)
 Vegetazione disordinata con possibile esposizione del prodotto
EFFETTI



DA VENTO SULLE VITI
Effetti sul tralcio
 Rotture ed asportazione di tralci  perdita di gemme
Effetti sulle gemme
 Perdita per effetto diretto sulla gemma (raro e dipenderebbe molto dalla
durata dell’evento)
Effetti sul germoglio
 Asportazione totale
 Asportazione parziale (prima, tra e dopo le infiorescenze)

Effetti sul grappolo
 Asportazione: parziale e/o totale
 Riduzione sul prodotto con azione durante la fioritura (viceversa la
presenza di vento può favorire la fecondazione)
 Appassimento
 Avvizzimento
 Lessature (vento caldo - mancanza di foglie)
 Disidratazione del rachide (vento caldo)
 Necrosi del rachide (vento caldo)
 Disseccamento di parti di grappolo
 Disseccamento del rachide (vento caldo e asciutto)
EFFETTI
DA VENTO SULLE VITI
Effetti sugli acini
• Macchiature/decolorazioni/rugginosità
• Ammaccature
• Depressioni  imbrunimento e necrotizzazione
• Disseccamento dell’acino (vento forte)
• Disseccamento del racimolo
• Avvizzimento (vento forte)
• Raggrinzimento ed imbrunimento
(venti caldi ed asciutti  disidratazione della cuticola)
STIMA DEL DANNO DI QUANTITÀ
NELLE POLIZZE PLURIRISCHIO
a.
b.
analisi di base - esame di alcuni grappoli
analisi campione - esame di alcune
piante di vite
Analisi di base
Scelta di un grappolo
significativo su cui i
periti esprimono,
preventivamente, una
ipotesi sintetica di
danno.
DANNO AGLI ACINI
Indagine analitica, acino per acino
(i risultati verranno riportati nella scheda di
analisi)
Acini persi
 acini mancanti per asportazione e acini
avvizziti
 coefficiente di danno del 100 %
Acini spaccati
 suberificazione della parte esposta
 gli acini possono raggiungere la
maturazione
 coefficienti di danno dal 30 all’ 80 %
Acini ammaccati
 bacca colpita senza spaccarla,
presenza di una compressione dei
tessuti interni
 l’acino presenta una concavità
caratteristica più o meno grave.
 coefficienti di danno dal 5 al 40 %
Acini macchiati
 decolorazioni dell’epicarpo, senza
alterare la forma dell’acino.
 coefficiente di danno dall’ 1 % al 5 %
Acini illesi
 danno 0
Media ponderata dei danni
risultato: percentuale di danno agli acini
DANNI AL PEDUNCOLO
E AL RACHIDE
Formazione del callo di cicatrizzazione, possibile ostacolo, in
funzione dell’ampiezza e della profondità della ferita, al
passaggio della linfa.
Danni al peduncolo
Danni al rachide
DANNI AL PEDUNCOLO E AL RACHIDE
viene quantificato sulla produzione residua
danno di perdita di quantità del grappolo
percentuale di danno agli acini
+
percentuale di danno dovuta alle lesioni su peduncolo e
rachide
L’analisi di base va eseguita:
 per ogni perizia
 per ogni varietà di uva
 ripetuta per più grappoli con danno diverso
Al termine di questa analisi il perito è in grado di esprimere
in modo sintetico la percentuale di danno di ogni singolo
grappolo.
Analisi del campione:
analisi di tutti i grappoli di uno o più ceppi rappresentativi
PERIZIE A RACCOLTA IN CORSO:
I CAMPIONI DEVONO COMPORSI DI DUE FILE DI PIANTE AL CENTRO DELLA PARTITA.
Numero di saggi, proporzionale alla variabilità
del danno:
 difformità della grandine
 età e vigoria delle viti
 mescolanza di cultivar
 orientamento dei filari e giacitura del terreno
 forma d’allevamento
 estensione dell’appezzamento
Individuata la vite da esaminare:
 analisi di tutti i grappoli con attribuzione di un
coefficiente di danno di quantità.
Danno: 95%
Danno: 80 %
Danno: 60 %
I grappoli analizzati vengono annotati nella scheda
di analisi.
Grandine precoce:
 attenzione alla mancanza di
grappoli dovuta alla rottura di
germogli o all’asportazione dei
grappoli.
Individuazione dei grappoli asportati dalla
grandine: formazione di una cicatrice
caratteristica
Conoscenza del vitigno:
 numero di grappoli per germoglio.
 posizione del primo grappolo nel germoglio uvifero
Elaborazione dei
calcoli
DANNO GENERALE
PER LESIONI ALLE FOGLIE E AI
TRALCI
Lesioni alle foglie, conseguenze:
 riduzione capacità fotosintetica
 competizione avversa dei tessuti meristematici
Ferite ai tralci:
 riduzione della capacità
vascolare della pianta
Gli effetti di questi danni indiretti si manifestano prevalentemente
dall’allegagione in avanti, con una progressiva diminuzione nelle
fasi fenologiche successive, fino alla maturazione.
TABELLA:
COEFFICIENTI DI DANNO DA ATTRIBUIRE IN FUNZIONE DELLO STADIO
VEGETATIVO AL MOMENTO DEL SINISTRO E DELLA PERCENTUALE DI
DANNO AL GRAPPOLO PRECEDENTEMENTE CALCOLATO.
Stadio vegetativo
Danno al grappolo
0 - 20
21 40
41 60
61 80
fino alla formazione degli acini
0 -1
0-1
0–1
0-1
dalla formazione degli acini all'invaiatura
0-2
2-4
4 -6
6 -8
dall'invaiatura alla maturazione
0 -1
1-2
2–4
4-6
maturazione
0
0
0
0
Attribuito il coefficiente e applicato sul residuo si ha
la percentuale di danno per lesioni a foglie e tralci.
Danno totale di perdita di quantità
percentuale di danno per asportazione di grappoli
+
percentuale di danno ai grappoli
+
percentuale di danno per lesioni a foglie e tralci
QUANTIFICAZIONE
DEL DANNO DI QUANTITÀ NELLE
MULTIRISCHIO
La quantificazione del danno, riferita a ciascuna varietà,
deve essere eseguita per l’intera produzione (uva da vino)
ubicata nel medesimo Comune, in base ai quantitativi assicurati ed ai
prezzi unitari dichiarati nel certificato di assicurazione
e in considerazione dei diversi danni da mancata o diminuita produzione.
Varietà: la cultivar o l’insieme del cultivar ammessi
dal disciplinare delle uve destinate a produrre i vini IGT, DOC, DOCG
QUANTIFICAZIONE
DEL DANNO DI QUANTITÀ NELLE
MULTIRISCHIO
Produzione risarcibile = quantitativo assicurato – quantità
perse per i danni provocati da eventi non assicurati
quantità prodotto perso =
produzione risarcibile – produzione ottenibile
% quantità prodotto perso =
quantità prodotto perso / produzione risarcibile x 100
% DANNO DI QUANTITA’ = % quantità prodotto perso
Produzione ottenibile:
• stimata in sede di perizia in campo sul prodotto
prossimo alla raccolta
•e/o attraverso documentazioni,qualora ritenute
idonee,come quelle rilasciate dalle cantine di
conferimento (bolle di consegna,ecc.)
•e/o attraverso le dichiarazioni rilasciate annualmente
alla C.C.I.A.A. relativamente alla produzione dell’anno
PRONTUARIO
PER STIMA PRODUZIONE OTTENIBILE
METODO
PRO
CONTRO
1) pesata in campagna di
grappoli campioni con
determinazione del peso
medio della pianta
E’ certamente il metodo più idoneo
per stimare la produzione
Tutte le perizie si dovrebbero
eseguire in prossimità della
raccolta
2) bolle di consegna /
estratti di conferimento /
dichiarazione uva CIAAA
Se realistiche rappresenterebbero
l’unico vero metodo per valutare la
produzione ottenibile
Si prestano, a facili metodi di
contraffazione (produzioni di
altri soggetti, attribuzione delle
produzioni a/da altre partite)
Posticipazione della chiusura
della perizia di qualche mese
con le dichiarazioni uva CCIAA
3) grappoli medi per
sesto d’impianto e per
varietà
Con il riconoscimento di apposite
tabelle varietali (pesi medi della zona
specifica e non in generale);
permetterebbe lo svolgimento dei
rilievi già alla fine del periodo di
cascola naturale o di diradamento e
quindi non in prossimità della raccolta
potrebbe destare
perplessità negli assicurati
serve una alta preparazione
tecnica dei periti perché
non è applicabile in modo
schematico
PRONTUARIO
PER STIMA PRODUZIONE OTTENIBILE
I metodi 1 e 3 sono di più difficile applicazione e
possono portare ad errori grossolani. Potrebbero essere
applicate anche altre metodologie come per esempio la pesata
di grappoli campioni e stima del peso di piante campione
(analisi di base), poi analisi campione con stima a visita vite
per vite di interi filari o parti di filare
GRANDINE DEL 8
AGOSTO 2008
MEZZOCORONA
VENTO
FORTE
– RAVENNA 2004
VENTO
FORTE
– VERONA 2006
La metodologia di stima, presentata per i danni
da grandine all’uva da vino ha dimostrato una
sicura validità che non può però prescindere,
per ottenere un equo risultato finale, da una sua
equilibrata utilizzazione effettuata da periti che,
con competenza, capacità e conoscenza la
sappiano applicare alle innumerevoli e sempre
diverse situazioni che si presentano nei danni
da grandine.
DANNI DA AGENTI ATMOSFERICI
Gli effetti degli eventi avversi si devono
riscontrare sulla stessa specie assicurata, su
una pluralità di imprese agricole entro un
raggio di 3 km insistenti in zone aventi
caratteristiche orografiche analoghe.
POLIZZE PLURIRISCHIO:
QUANTITATIVI ASSICURABILI
L’intera produzione aziendale per prodotto e per Comune, nei limiti
produttivi stabiliti dai disciplinari di produzione
Il danno di quantità è determinato direttamente (analogamente alla grandine)
POLIZZE MULTIRISCHIO
Il danno di quantità è determinato indirettamente, confrontando il peso
dell’uva in vendemmia rispetto alla resa media triennale assicurata
(verificata o verificabile)
Nel caso di avversità, in entrambe le polizze verificare sempre la causa
e la risarcibilità del danno.
ANALISI METEREOLOGICA
Il servizio meteorologico provinciale è in grado di
fornire ai Periti tutti i dati metereologici provenienti
dalle varie capannine dislocate sul territorio ed in
particolare
l’andamento
della
temperatura
giornaliera, accanto a tante altre informazioni quali:
vento, umidità, pioggia, bagnatura delle foglie, ect.;
in caso di sinistro il Perito deve analizzare le tabelle
elaborate dal servizio pubblico in modo da avere
con esattezza il quadro ambientale di riferimento
GELO INVERNALE
Il gelo invernale, causato da temperature
orientativamente comprese tra -15 e -25C°, può
comportare un danno a carico delle piante:
totale quando la vite non germoglia più nella
primavera successiva
parziale
quando
avviene
nei
tralci
un
germogliamento tardivo, parziale, scalare, con
gemme a differente fertilità; in quest’ultimo caso vi
è sempre una fruttificazione detta di “recupero” che il
Perito è chiamato a valutare.
MANIFESTAZIONI SU ORGANI INTERNII DELLA VITE:
LEGNO
Sezioni di tralcio con necrosi dei vasi cribrosi del
floema , del midollo, e del xilema (legno)
MANIFESTAZIONI SU ORGANI INTERNI DELLA
VITE: LEGNO
Sezione di tralcio di tre
anni con imbrunimento
dei vasi legnosi
Imbrunimento dei
tessuti sottocorticali
GELO PRIMAVERILE
Le gelate primaverili o brinate tardive avvengono in
primavera con temperature inferiori a 0°C
per
convenzione quando sono dovute allo
spostamento di masse di aria gelida che causano danni
ai tralci e alle gemme indipendentemente dalla loro
altezza dal suolo
per irraggiamento notturno quando riscontriamo
danni diversi a seconda della posizione dei tralci e delle
gemme rispetto al suolo; tale posizione cambia
soprattutto in funzione del sistema di allevamento della
vite (il guyot ha una sensibilità maggiore rispetto ad un
bellussi)
GELO PRIMAVERILE
La sensibilità al gelo primaverile dei diversi
organi della
particolare:
•
pianta
è
diversa
ed
in
temperatura oltre ai -10°C per i tralci
temperatura compresa tra – 2 e -4°C per i
germogli verdi già sviluppati
•
temperatura prossima a – 1°C per la
gemma gonfia fino alla punta verde
•
FASI FENOLOGICHE VITE
Gemma dormiente
Distensione foglioline
Fioritura
Gemma gonfia
Punta verde
Allungamento internodi
Allegagione
Gemma cotonosa
Comparsa
1° grappolino
Accrescimento acini
Schiusura gemma
Comparsa
2° grappolino
Chiusura grappolo
Racemoli
separati
Invaiatura
Comparsa foglioline
Prefioritura
62 Maturazione
ISPEZIONE PREVENTIVA E SINTOMATOLOGIA
L’indagine peritale nel danno da gelo parziale è
orientata all’ispezione dei tralci di un anno e
raramente dei cordoni permanenti per verificare
l’eventuale imbrunimento dei tessuti del cambio e
del legno, dopo aver asportato la corteccia; nei tralci
sani i tessuti hanno un colore verde-erba, mentre nei
tralci colpiti dal gelo il gradiente di colorazione
passa dal giallo-verdastro, poi cannella ed infine
bruno con una sezione rugosa e secca priva di
umidità.
Le osservazioni da fare sulle gemme ibernanti,
sezionate con cura attraverso lamette affilate, sono
analoghe a quelle dei tralci
ISPEZIONE PREVENTIVA E SINTOMATOLOGIA
SUI TRALCI: asportando via via delle strisce di
tessuto dalla corteccia fino al legno, per accertare se
i tessuti sono verdi e ben idratati (tralci
regolarmente funzionanti) oppure sono secchi e
privi di vegetazione; in quest’ultimo caso l’analisi
istologica evidenzia la stessa sintomatologia già
illustrata per il gelo invernale (imbrunimenti più o
meno diffusi fino al midollo).
MANIFESTAZIONI SU ORGANI INTERNI DELLA
VITE:LEGNO E GEMME
Sezione di tralcio con
gemme morte.
Annerimento del
midollo con lacune
Sezione di gemma
ibernante sana e di
gemme di controcchio
danneggiate
ISPEZIONE PREVENTIVA E
SINTOMATOLOGIA
Sulle gemme ibernanti “ferme” o “mosse”; le
gemme fertili danneggiate dal gelo presentano
imbrunimenti più o meno diffusi dei tessuti “verdi”,
mentre quelle “ceche” si presentano spugnose, di
nessuna consistenza, facilmente asportabili con una
leggera pressione. Nel caso di lesione delle gemme
ibernanti ferme o mosse, la situazione è analoga a
quella riscontrabile con la completa allessatura del
germoglio poiché, dalle gemme latenti fertili, vi sarà
una vegetazione di sostituzione, che darà origine a
nuovi grappolini con una produzione “di recupero”.
MANIFESTAZIONI SU ORGANI INTERNI DELLA
VITE:GEMME
Sezione di gemma
ibernante sana con
gemma di controcchio
danneggiata
Sezione di gemma
ibernante e di gemme di
controcchio
danneggiate
ISPEZIONE PREVENTIVA E SINTOMATOLOGIA
Sui germogli originati dalle gemme ibernanti,
di lunghezza variabile (con o senza grappolini) per
riscontrare


la completa allessatura dei tessuti, osservando spesso
i suoi “resti necrotizzati” (“moncherini”) che
coesistono con la nuova vegetazione fino a circa 30
giorni dalla gelata;
la parziale allessatura (apicale) con danni variabili a
carico dei grappolini; in questo caso una gemma pronta
apicale fa ripartire l’asse vegetativo
MANIFESTAZIONI SU ORGANI ESTERNI DELLA
VITE:GERMOGLI
Ridotto ed
irregolare
germogliame
nto con
difformità
vegetativa
Germoglietti da gemme ibernanti illesi
e disseccati, ricacci da gemme di
controcchio
Germoglio
principale
Gemme ibernanti danneggiate dal gelo con
giovani ricacci da controcchi
Difformità vegetativa dopo gelo:
Germogli da gemme ibernanti
disseccati con giovani ricacci dai
controcchi, assieme a germogli da
gemme principali
71
MANIFESTAZIONI SU ORGANI ESTERNI DELLA VITE: GEMME
- GERMOGLI
Ridotto ed irregolare
germogliamento,
gemme disseccate
Germoglietti “bloccati” di piccole
dimensioni, con internodi
raccorciati e foglioline piccole,
grappolini piccoli
MANIFESTAZIONI SU ORGANI ESTERNI DELLA
VITE:GEMME - GERMOGLI
Germogliamento
interrotto
Disseccamento delle gemme
ibernanti e mancato
germogliamento
73
MANIFESTAZIONI SU ORGANI ESTERNI DELLA
VITE:GERMOGLI
Ridotto ed irregolare
germogliamento con
difformità vegetativa e
recupero dai controcchi
Germoglietti “bloccati” di
piccole dimensioni,
internodi raccorciati e
foglioline piccole e
deformate, grappolini piccoli
MANIFESTAZIONI SU ORGANI ESTERNI DELLA
VITE:FOGLIE
Foglie piccole,
asimmetriche
Foglie basali con lamine
deformate, accartocciate
MANIFESTAZIONI SU ORGANI ESTERNI DELLA
VITE:FOGLIE
Foglie basali lievemente deformate,
bollose e accartocciate
76
ISPEZIONE PREVENTIVA E SINTOMATOLOGIA
Sui germogli originati dalle gemme di controcchio e/o
dalle gemme pronte
Questo è il caso quando il
gelo-brina ha eliminato il
germoglio della gemma
ibernante e il Perito
riscontra la presenza di
germogli sostitutivi, di
varia fattura, con o senza
grappolini, di dimensioni e
conformazione variabili, in
funzione della maggiore o
minore intensità del
freddo
Vigneti di prosecco colpiti
da brina del 21 marzo
2007
Comune di Chiarano
(TV)
MANIFESTAZIONI SU ORGANI ESTERNI DELLA
VITE:GERMOGLI
Germogli
completamente
disseccati
PLURIRISCHIO
METODOLOGIA DI STIMA PER LA VALUTAZIONE DEI
DANNI
PERIZIA PREVENTIVA
Per accertare i danni conseguenti al gelo e brina sono
strettamente necessarie le perizie preventive da
effettuarsi quanto prima e comunque entro 30 giorni
dall’evento con la redazione di un verbale di
sopralluogo preventivo; il criterio per effettuare tali
perizie è quello di circoscrivere le aree interessate
evidenziando per aree omogenee, gli elementi più
significativi riferiti alla varietà, al sistema di allevamento,
età del vigneto, i tipi ed intensità di danno, il loro
andamento e diffusione sul territorio.








Dal punto di vista operativo si ritiene necessario
procedere nel modo seguente
Acquisizione dei dati metereologici relativi all’area
d’incarico
Verifica del rispetto delle condizioni contrattuali
Accertare se la potenzialità produttiva del vigneto ante
avversità, era in linea con la produzione assicurata
Riscontrare la presenza di eventi non garantiti:
anterischi, fitopatie, riduzione della produzione da altre
cause
Analisi dello stato del prodotto al momento
dell’avversità e al momento del sopralluogo con
descrizione dei danni
Verificare la normale applicazione delle agrotecniche
previste nella coltivazione della vite al fine di escludere
qualsiasi altro aggravamento per motivi diversi dal gelobrina
Rilevare con fotografie le situazioni di danno riscontrate
Prevedere il periodo per eseguire la perizia definitiva
VERBALE DI
SOPRALLUOGO
PREVENTIVO
PERIZIA DEFINITIVA
Nel caso di danni totali al ceppo e agli organi
vegetativi è indifferente l’epoca della perizia
definitiva, mentre per quanto concerne gli altri
casi che comportano danni parziali alle gemme, ai
germogli e ai tralci, la perizia è opportuno
effettuarla al completo sviluppo dei grappoli
(eventualmente anche già invaiati per eventuali
ritardi di maturazione) per accertare in quelli
rimasti
le
dimensioni
finali,
la
loro
conformazione e sviluppo, in modo da stimare
correttamente anche la produzione “di
recupero”.
PERIZIA DEFINITIVA
Dal punto di vista operativo si ritiene necessario procedere nel
modo seguente
Rilevare in un vigneto (campione) della stessa varietà,
età, sistema di allevamento rappresentativo della potenzialità
produttiva, in area non colpita dell’appezzamento o in zone
limitrofe per:
• stabilire la produzione risarcibile
• fissare la conformazione e la dimensione “normale” dei
grappoli di quella varietà
• conoscere il grado di fertilità, il rapporto grappoli/viticci in
riferimento alla posizione delle gemme dorsali-ventrali e lungo
il tralcio: basale, mediana, distale, con la eventuale presenza
del 3° grappolo
PERIZIA DEFINITIVA
Effettuare la perizia sul vigneto assicurato per gelobrina attraverso:
 inquadramento generale del danno nell’appezzamento
 alcune analisi di base comparative sulla conformazione e
dimensione dei grappoli, sul numero di racimoli e di acini
 scelta delle aree di saggio e dei campioni rappresentativi
e ben distribuiti nell’appezzamento, in funzione della
variabilità del danno
 stima analitica del danno da gelo secondo l’allegato
modello, considerando anche il recupero produttivo in
funzione del ridotto numero di grappoli presenti per ogni
ceppo
CALCOLO DELLA FERTILITA’
DELLE GEMME IN UN VIGNETO
LIMITROFO NON COLPITO DA
GELO E BRINA
SCHEDA ANALISI
ANALISI DEI DANNI DA GELO E
BRINA SULLE VITI-CAMPIONE
CALCOLO DELLA FERTILITA’
ESEMPIO
ANALISI SULLE VITI-CAMPIONE
Applicare il principio della proporzionalità (assicurati
50 q.li/Ha con una potenzialità di 100 q.li/Ha) qualora
contravvenendo alla norma relativa all’ordinarietà,
relativamente alla produzione da assicurare (art. 2 D.L.
102 del 29.03.2004), il quantitativo riportato in polizza è
inferiore a quello potenziale.
EPOCA DELLA PERIZIA DEFINITIVA
Procedere alla perizia definitiva non prima di 90 giorni
dall’evento calamitoso, al fine di verificare fino in fondo la
effettiva capacità di ripresa produttiva della vite ed entro i
120 giorni dall’evento al fine di pervenire ad un equa e
corretta valutazione del danno da gelo e brina
MULTIRISCHIO
METODOLOGIA DI STIMA PER LA
VALUTAZIONE DEI DANNI
PERIZIA DEFINITIVA
Il danno di quantità è determinato
indirettamente, confrontando il peso dell’uva
in vendemmia rispetto alla resa media
triennale assicurata (verificata o verificabile).
MULTIRISCHIO – PERIZIA DEFINITIVA
Per effettuare la perizia sul prodotto assicurato per
gelo-brina, in assenza di altre avversità, si
procederà nel modo seguente:
• scelta delle aree di saggio e dei campioni
rappresentativi e ben distribuiti nell’appezzamento
in funzione della variabilità del danno
• in prossimità dalla vendemmia, pesatura dei
campioni di uva ottenuta per unità di superficie,
rapportando il tutto alla produzione in q.li/Ha
• dalla differenza tra la produzione di uva
ottenuta (in assenza di altre cause) e la resa
media
unitaria
triennale
(verificata
o
verificabile) si ottiene la quantificazione del
danno.
ECCESSO DI PIOGGIA COSA SUCCEDE?
BOTRITE O MUFFA GRIGIA DELLA VITE
Le condizioni più favorevoli si presentano quando la
temperatura e di 16-25 gradi. Il fungo necessità di
umidità relativa molto elevata (ottimale 90%).
Nelle condizioni medie, le maggiori infezioni si
verificano a partire dall’invaiatura e raggiungono il
massimo in prossimità della vendemmia, in
particolare per le varietà medio-tardive.
Sui vitigni precoci quali Tocai, Pinot bianco, pinot
grigio, Chardonnay, Riesling, ecc, si possono avere
infezioni importanti anche in post fioritura, quando
l’attacco del fungo si sviluppa sulle ferite lasciate
dalla caduta delle caliptre fiorali.
I danni maggiori si hanno quando il grappolo
comincia a chiudersi (fine giugno-luglio) e
particolarmente dalla fase di invaiatura in avanti.
Sugli acini colpiti, a partire dalle ferite o dal
peduncolo, compaiono macchie di color nocciola
che poi si estendono a tutta la buccia e agli acini
limitrofi, per ricoprirsi di uno spesso manto di muffa
grigia e diventare una massa marcescente.
GRAZIE PER L’ATTENZIONE
Gaudenzi Valentino