“La segretezza della congiura sostituita da interessi di lobby”

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LA SALA RIUNIONE
L’interno della Loggia Il Dovere
con al centro il logo della
massoneria. Nell’elaborazione
del Caffè, le cinque Logge ticinesi
Le analisi
“La segretezza della congiura
sostituita da interessi di lobby”
Uno storico e un politologo tracciano l’evoluzione delle Logge
MASSIMO SCHIRA
Q
della trasparenza e dell’indipendenza, si tenesse alla larga da
vincoli associativi che possono
sfociare anche in conflitti d’interesse, in Ticino si discute da anni. Senza però cavare un ragno
dal buco. Per cui la presenza di
politici anche nella Massoneria
pare del tutto normale. Anormale e fuori luogo appare invece a
una buona fetta dei “fratelli” ticinesi, la possibile adesione
all’Ordine massonico dei leghisti. Le “Tavole del Tempio” che
impongono tra i valori cardine,
oltre la libertà, anche la fratellanza, la tolleranza e l’uguaglianza, non sarebbero difatti in
sintonia con la prassi politica leghista, intrisa di xenofobia, se
non di vero e proprio razzismo,
di graffiante intolleranza verso
gli oppositori e da una chiusura
identitaria distante anni luce
dall’universalismo massonico.
Si tratta di quei principi cui
ci si è appellati nella Loggia luganese “ Il dovere” per sbarrare
la strada, nel 2011, alla candidatura di Gobbi, anche se poi il ministro delle Istituzioni, da poco
in carica, si era affrettato a precisare che era stato lui stesso, una
volta eletto in governo, a ritirare
la sua domanda di adesione. Ma
tra i “liberi muratori” c’è pure un
altro e più insidioso timore. Per
un’ associazione che ha fatto
della riservatezza e del silenzio
una regola di comportamento,
la Lega resta, sempre e comunque, un movimento incontrollabile, tanto più oggi priva com’è
di una leadership sicura e sempre in preda ad imprevedibili giravolte. Si teme, quindi, che quel
capitale di relazioni e conoscenze che fa da trama all’esistenza
stessa dell’Ordine finisca nelle
mani sbagliate, e che si usi come
un’arma impropria l’appartenenza alla Massoneria. Magari,
finendo sulle pagine del Mattino
on line.
[email protected]
Q@LiberoDAgostino
Il reportage
Un viaggio virtuale
nelle stanze segrete
de “ Il Dovere”
l reportage virtuale “Il palazzo massonico nel cuore di Lugano” porta
all’interno dei segreti del Tempio luganese della Loggia “Il Dovere”, la più
importante delle cinque presenti sul
suolo ticinese. Grazie ad un link, cui rimanda il sito del Caffè, ecco un viaggio alla scoperta su come si struttura
una Loggia, attraverso una visita “guidata” ai locali che accolgono gli adepti. Fino ad entrare
nel Tempio, vero e
proprio, il centro
nevralgico dei riti
massonici, un
luogo spesso vietato ai non aderenti all’Ordine.
Un interessante
spaccato di questa sorta di società parallela che storicamente accompagna l’attività politica e
sociale del cantone. Un reportage con
immagini esclusive e una ricostruzione
minuziosa degli spazi occupati dalla
Loggia “Il Dovere”.
I
CAFFE.CH
Guarda il viaggio
virtuale nella Loggia
uello tra politica e Massoneria è un rapporto
che nasce già con le prime riunioni segrete dei congiurati nel Settecento
inglese.
Una
relazione
che si è evoluta
con il passare degli anni, con il
mutare delle esigenze sociopolitiche dell’Europa e,
di conseguenza,
della
Svizzera,
Paese che vide
eletto a primo
presidente della
Confederazione,
nel 1848, proprio
un massone: Jonas Furrer.
Una relazione
che affonda quindi saldamente le
radici nel passato
continentale, nazionale e anche
cantonale per il Ticino. “La nascita
della Massoneria europea risale agli anni a cavallo tra Seicento e Settecento in Inghilterra - spiega lo storico Emilio Papa, autore di un libro ormai famoso sulla storia della Svizzera -, mentre la contaminazione
nella Confederazione è degli
anni Trenta del Settecento, dopo che le Logge si erano già
formate in Germania e in
Francia. Il grande sviluppo in
Ticino risale invece agli anni
Ottanta dell’Ottocento. Passata l’epoca d’oro del liberalismo
di Franscini, al governo c’erano i conservatori e i liberali si
schierarono contro il regime
vigente costituendo quella che
sarebbe poi diventata la Loggia
‘Il Dovere’. Che richiama già
nel nome chiari accenti mazziniani. La
Massoneria in molti
Paesi è stata spesso
una forma d’opposizione al regime dominante”.
In una società
che pretende però
dalla politica sempre maggiore trasparenza, sapere di
rappresentanti
eletti dal popolo
che aderiscono ad una
Loggia massonica solleva legittimi interrogativi. “C’è, difatti,
una pressione crescente per
maggiore trasparenza e chiarezza per quanto riguarda gli
interessi extra politici, ad
esempio, dei parlamentari osserva il politologo Oscar
Mazzoleni -. D’altro canto non
va nascosto il fatto che la trasparenza porta con sé anche più vulnerabilità. Il
politico cerca quindi una
sorta di riparo esterno in
questo delicato equilibrio
tra pesi e contrappesi. Un
appoggio necessario
per
svolgere la propria attività, che
può andare dal sostegno del
sindacato, fino a quello della
Massoneria”.
Il parallelo tra le moderne
associazioni di categoria, le
lobby, che fanno pressione, ad
esempio, sul parlamento federale durante votazioni, referendum o il varo di nuove leg-
LE SEDI SVIZZERE
Nel tempio di ZurigoLindenhof si svolgono le
cerimonie di una delle più
importanti Logge svizzere.
In basso, Jonas Furrer
gi, e la massoneria è particolarmente interessante. “È forse
eccessivo definire la lobby moderna come la dimensione di
‘mercato’ della Massoneria nota Papa -, ma il sistema è
piuttosto simile. Ed è legato
agli interessi specifici di una
categoria. Senza però nulla voler togliere alle motivazioni
anche altruistiche che spingono a far parte di una Loggia
La storia
Dal Settecento ginevrino
alla presidenza del Paese
L
a Massoneria in Ticino ha trovato
terreno piuttosto fertile fin dalle
sue origini tardo ottocentesche. La
prima Loggia in Svizzera è stata fondata
nel 1736 a Ginevra e anche se ci sono voluti oltre cent’anni per veder nascere la
“Loggia Ticinese” (nel 1877), lo sviluppo
del numero degli aderenti è stato continuo. Oggi, le cinque Logge del cantone,
contano 300-400 membri, e fanno del Ticino il terzo cantone per ordine di importanza massonica nella Confederazione dopo Ginevra e Zurigo. In totale, in
Svizzera sono presenti una settantina di
Logge, che raggruppano oltre 4mila
membri, tutti sotto il mantello della
La prima presenza in Svizzera è del 1736,
mentre in Ticino risale al 1877 e in mezzo
Jonas Furrer, primo “Bundespräsident”
Grande Loggia Svizzera Alpina, fondata
nel 1844, proprio agli albori del moderno
Stato federale. Non è un caso se il primo
Presidente della Confederazione (nel
1848) fu Jonas Furrer, uno dei massimi
esponenti nazionali della Massoneria.
Le più importanti Logge cantonali si
trovano a Lugano, con “Il Dovere” - che
ha preso il posto della Loggia Ticinese - e
la “Brenno Bertoni”. Vere e proprie istituzioni, che hanno accolto anche personalità di spicco della politica cantonale, su
tutti Giorgio Giudici, per anni sindaco di
Lugano.
Le Logge, per quanto discrete e riservate come da tradizione, hanno anche
nell’attività filantropica uno dei loro settori prediletti. Ad esempio, attraverso il
sostegno ad enti di pubblica utilità come
quelli dedicati ai non vedenti, oppure
con l’istituzione di borse di studio per
giovani con difficoltà economiche per
potersi pagare gli studi.
m.s.
A LUGANO
La Loggia più
importante in
Ticino è “Il
Dovere”, che ha
la sua sede a
Lugano
massonica”. Un concetto di
“lobby moderna” che trova
conferma anche nell’analisi
del politologo. “I partiti sono
stati il riferimento politico durante il Novecento,
attraverso le ideologie come quella
cristiano democratica, socialista
o liberale - spiega
Mazzoleni -. Si è
però poi assistito
ad una riduzione
della capacità di
canalizzazione
degli interessi da
parte dei partiti
stessi, il che ha
aperto spazi occupati dai gruppi
di interessi. Non
necessariamente
società segrete.
Che mettono al
riparo il politico
dall'aleatorietà
degli effetti dell'essere sempre
presente nella
sfera pubblica”.
Un’evoluzione
della politica che
trova riscontri anche nel susseguirsi degli eventi storici che hanno
contribuito
alla
formazione
dell’Europa di oggi. E
che la Massoneria
non ha certo ignorato. “In realtà il concetto politico, con
forti accenti ideologici, è piuttosto lontano nel tempo - sottolinea Papa -. Oggi la Massoneria è più
che altro un’associazione, più
o meno segreta, che si basa sui
forti legami reciproci tra i suoi
membri, che spesso hanno interessi comuni. Di categoria.
La segretezza aveva un senso
nel 1700 o nel 1800, quando le
riunioni erano rivolte a contrastare i tiranni. Oggi lo sono certamente molto meno. L’aspetto
della cospirazione, salvo in rari
casi come la P2 di Gelli in Italia, non è certamente più d’attualità per la Massoneria”.
C’è, insomma, una ricerca
diversa del proprio gruppo
d’interesse. Ciò che un tempo
si trovava nel partito, ora si
cerca soprattutto altrove: “Il
partito è frammentato, diviso e
il collante ideologico di certo
non riesce più da solo a mantenere unito il gruppo - precisa
Mazzoleni -. L’appoggio e il sostegno necessari all’azione politica sono dunque ricercati altrove. Anche nella Massoneria
sebbene il suo ruolo sia parecchio cambiato nel corso del
Novecento”.
Cambiamento sottoscritto
dallo storico: “La decadenza
della missione strettamente
politica ed ideologica della
Massoneria subentra tra fine
Ottocento ed inizio Novecento
- aggiunge Papa, che nella sua
storia della Svizzera dedica interessanti passaggi ai ‘Fratelli
muratori’ -. Il motivo è semplice, in Europa è difatti il periodo della nascita degli Stati nazionali. Le costituzioni basate
sui principi laici e liberali hanno portato il continente in un
certo senso oltre la Massoneria. Che è diventata un’associazione d’interesse. Una lobby se si vuole, anche se con
aspetti diversi dalla lobby tradizionale”.
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Q@MassimoSchira