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FAIB Informa 8
Anno XX Circolare della FAIB Confesercenti Tel. 06-47251 Fax 06- 4740750 25 Marzo 2015
www.faib.it [email protected]
Sciopero Autostrade, il
MiSE convoca le parti
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Faib, Fegica e Figisc al
MiSE: è ora di aprire la
vertenza collettiva
verso Tamoil, ai sensi
dell’Art. 1, comma 6, D.
L.vo 11 febbraio 1998,
n. 32
NUOVO SCIOPERO
GESTORI AUTOSTRADALI
Il “sistema” ministeriale
di protezione degli
interessi dei
concessionari
autostradali non molla
la presa
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Segnalazione Antitrust
su orari obbligatori di
apertura e chiusura,
Faib: l’Autorità
dimentica che i
carburanti sono i
prodotti italiani più
liberalizzati. Ulteriori
aperture
comporterebbero solo
più costi, per gestori e
consumatori
FAIB FEGICA FIGISC Anisa
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Riunita la Presidenza
Nazionale della Faib:
chiudere gli accordi
con tutte le petrolifere
nel rispetto delle
normative di settore;
attivare le vertenze
collettive al MiSE e
azioni di protesta verso
quelle che si
sottraggono al
confronto
Comunicato stampa
del 18 marzo 2015
Ordine del giorno del
Comitato di Colore
unitario Tamoil
Parlamento Europeo,
tetto alle commissioni
sulle carte di credito
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Economia. Energia.
Liberalizzazioni. "Stop
ai vincoli di orario per
gli impianti di
distribuzione dei
carburanti”. Intervista
al Presidente Martino
Landi
Ascolta l’intervista al presidente
Landi su www.faib.it
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Deputati PD calabresi
interrogano Governo
su vicenda crollo A3
Leggi a pag. 7
2
Sciopero Autostrade, il
MiSE convoca le parti
Con una nota congiunta il Vice
Ministro dello Sviluppo Economico
Prof. Claudio De Vincenti e la
Sottosegretaria Sen. Simona Vicari,
in
relazione
allo
sciopero
proclamato da Faib, Fegica e Anisa,
hanno convocato le parti per
mercoledì 31 marzo.
L’incontro fissato presso la sede del
Ministero
dello
Sviluppo
Economico, con la partecipazione
delle Regioni e del Ministero dei
Trasporti, affronterà il tema della
ristrutturazione della rete delle aree
di servizio presenti sui sedimi
autostradali.
Per il Presidente di Faib Autostrade,
Lucchesi “si tratta di un segnale di
attenzione, seppure tardivo, che
riaccende le luci su un segmento di
vitale importanza per la mobilità del
Paese, per il sistema produttivo
Italia e per i cittadini, alla vigilia di
un evento di importanza mondiale
come Expo 2015. La principale via
di comunicazione del Paese a
garanzia del servizio pubblico non
può essere appaltata agli interessi
privati dei concessionari che
debbono essere chiamati a garantire
standard di servizi, efficienza e
competitività delle attività insediate,
diversificazione di offerta”.
Faib, Fegica e Figisc al
MiSE: è ora di aprire la
vertenza collettiva
verso Tamoil, ai sensi
dell’Art. 1, comma 6, D.
L.vo 11 febbraio 1998,
n. 32
Con una nota unitaria Faib, Fegica e
Figisc hanno chiesto al Vice
Ministro dello Sviluppo Economico,
Prof. Claudio De Vincenti e al
Direttore Generale della Direzione
Energia di aprire la vertenza
collettiva verso Tamoil, ai sensi
dell’Art.1, comma 6, D. L.vo 11
febbraio 1998, n. 32.
Nella
nota
le
Federazioni
FAIB Informa 8
denunciano di aver “ripetutamente
invitato la Compagnia petrolifera
Tamoil ad aprire la fase negoziale
per
il
rinnovo
dell’accordo
economico normativo, così come
previsto dalla vigente normativa
speciale di settore, delineata dal D.
Lgs 32/98, e dalle Leggi 57/2001 e
27/2012.”
Faib, Fegica e Figisc rimarcano che
“l’ultimo incontro con la Compagnia
risale al settembre 2012, mentre
l’ultimo accordo sindacale degno di
questo nome fu siglato nel lontano
2006” anche se poi rinnovato con
accordi ponte.
Per le Associazioni dei gestori “La
posizione di Tamoil è ancor più
grave non solo perché rispetto alle
richieste di incontro risulta assente,
ma manifesta apertamente la volontà
di sottrarsi al confronto sindacale e
alle precise prescrizioni normative
in materia sia per quanto riguarda la
rete
ordinaria
che
quella
autostradale, che somma sofferenze
a sofferenze e paga lo scotto delle
scelte
della
petrolifera
di
abbandonare la distribuzione in
autostrada.”
In questo senso le Federazioni hanno
deliberato “di intraprendere una
serie di iniziative di contestazioni e
hanno deciso di procedere nei
confronti dell’Azienda per la tutela
degli associati e per impedire una
“deriva illegale” del settore, perché
non può essere consentito a Tamoil
di operare fuori dal quadro
normativo, di scendere sul terreno
della contrattazione one to one, di
saccheggiare il margine dei gestori e
di praticare condizioni non eque e
discriminatorie. ”Da ciò la richiesta
urgente al Ministero di attivare il
Tavolo di composizione della
vertenza
nei
confronti
della
Compagnia petrolifera perché si
tratta di tutelare i “diritti dei circa
900 gestori Tamoil, tra rete ordinaria
e rete autostradale, e dei loro 2000
dipendenti; diritti sanciti con Leggi
dello Stato che chiediamo siano fatte
rispettare.”
Riunita la Presidenza
Nazionale della Faib:
chiudere gli accordi
con tutte le petrolifere
nel rispetto delle
normative di settore;
attivare le vertenze
collettive al MiSE e
azioni di protesta verso
quelle che si
sottraggono al
confronto
Dossier unitario all’Antitrust
sui
costi
della
moneta
elettronica. Pronti a varare
un piano di recupero dei
costi
Questo il messaggio che esce dal
confronto serrato svoltosi tra i
componenti
della
Presidenza
Nazionale della Faib, che ha
affrontato i numerosi temi all'ordine
del giorno.
I lavori si sono aperti con la
relazione del Presidente Landi, che
ha fatto il punto sulle vertenze
ancora aperte. Su questo punto è
stata approvata la decisione presa
dal Comitato di Colore Unitario
Tamoil di Faib, Figisc e Fegica,
riunitosi il giorno precedente, che ha
deliberato una forte azione di
protesta verso la Compagnia, che si
sottrae al confronto da oltre tre anni,
avendo un accordo che risale al
2006. E’ stata anche apprezzata sia
la
decisione
di
riunire
la
rappresentanza dei gestori Tamoil
sotto la sede della Compagnia a
Milano, il prossimo 15 aprile, per
protestare contro il comportamento
antisindacale
tenuto
dalla
Compagnia, che la determinazione
di chiedere al Ministero dello
Sviluppo Economico di aprire la
procedura di vertenza collettiva
prevista dal D. Lgs 32/98, mentre è
già stata avviata la procedura legale
di contestazione della condotta
antisindacale.
Discorso diverso per TotalErg, con
cui il negoziato continua ad essere
altalenante, ma continuo; con Api-Ip
il cui confronto sconta una serie di
3
difficoltà oggettive e al momento è
al palo; e con Q8 con cui si sono
registrati progressi sul piano della
contrattazione ma permangono
diversità in ordine alle politiche
aziendali.
Landi nel suo intervento ha anche
ammonito Esso ed Eni al rispetto
degli accordi siglati recentemente,
invitando la prima ad accelerare
sulla messa a punto del sistema
split-line servito/Post Pay ed a
chiarire il sistema della fatturazione
che ha messo in atto, al momento
non comprensibile; mentre alla
seconda viene richiesto di accelerare
l'adeguamento degli impianti per
dare inizio al nuovo accordo,
compreso quelli dei convenzionati
per garantire condizioni eque e non
discriminatorie a tutti i gestori a
marchio.
L’Organismo dirigente della Faib ha
approvato il Programma di Lavoro
2015 e il Report 2014. All’interno di
esso la Presidenza ha approvato il
progetto di costituire nell’ambito
della Federazione, il Coordinamento
Nazionale Lavaggisti affidato ad
Antonio Ciavattini, membro di
Giunta Nazionale Faib. Le adesioni
al nuovo Coordinamento sono state
numerose
e
distribuite
omogeneamente su tutto il territorio
nazionale.
La Presidenza Faib ha espresso
solidarietà ai colleghi autostradali
per
la
vertenza
aperta
e
soddisfazione per la piena riuscita
dei due giorni di sciopero svolti il 4
e 5 marzo u.s. La Presidenza ha
anche
approvato
la
nuova
manifestazione di chiusura delle
aree di servizio autostradali prevista
per il 31 marzo e il 1° aprile p.v. a
sostegno delle motivazioni portate
avanti: riduzioni delle royalties,
contenimento dei pedaggi, taglio ai
prezzi dei carburanti in autostrada,
ristrutturazione della rete. A fronte
della vertenza aperta il Governo ha
opposto un silenzio incomprensibile
per i fini del pubblico servizio,
costringendo la Categoria ad una
nuova tornata di scioperi; proprio
mentre le cronache rilanciavano lo
scandalo degli intrecci sugli appalti
al Ministero dei Trasporti, a
conferma di quanto le sigle sindacali
hanno più volte denunciato. Certo fa
scalpore vedere responsabili della
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cosa pubblica ed ex Sottosegretari a
braccetto con portatori di interessi
privati, che alimentano fiumi di
danaro riservati a pochi intimi. Il
tutto
mentre
si
rinnovano
concessioni lunghissime a scapito
sia di chi offre un servizio pubblico
alla comunità, a costo di royalties
altissime, sia degli utenti, ai quali si
richiede di pagare sempre più caro il
pedaggio, il rifornimento e il panino
in autostrada.
Sulla razionalizzazione, critiche
severissime sono state rivolte al
Ministero
dello
Sviluppo
Economico, incapace di riprendere
le fila della riforma e ristrutturazione
della rete. Al Ministero è stato
rimproverata l’incapacità di imporre
un piano di razionalizzazione serio
al settore, pur avendo registrato il
consenso formale di tutta la filiera
ad eccezione di rari distinguo. Il
mancato
intervento
di
ristrutturazione ha scaricato, come
sempre accade in questo Paese, le
conseguenze sull'anello più debole
della catena, confermando l’attuale
polverizzazione
della
rete,
appesantita dalla presenza di
migliaia di impianti incompatibili o
obsoleti trasformati in ghost. La non
soluzione scelta dal Governo ha
favorito i soliti noti, petrolieri e
retisti e le grandi lobby della
distribuzione. Dietro le teorie della
concorrenza si celano - e si coprono
- attività illegali, infiltrazioni
malavitose,
e
pratiche
anti
concorrenziali.
Il Governo continua a non capire
che senza una ristrutturazione vera
questo settore rischia di implodere,
colpendo innanzitutto gli operatori
seri e in regola con le normative e il
servizio nel rispetto dell'ambiente,
della sicurezza e del lavoro.
Sulla questione degli orari sollevata
dall’Antitrust, che ha sostenuto che
le
limitazioni
di
orario
rappresentano una restrizione severa
all’offerta di servizi ai cittadini, la
Presidenza Faib ha ribadito che i
carburanti sono i prodotti italiani più
liberalizzati e che ulteriori aperture
comporterebbero solo più costi, per
gestori e consumatori. Inoltre gli
intervenuti hanno rimarcato che quel
50% della rete in mano agli
indipendenti, e la rete di impianti
ghost - che secondo l’Antitrust
offrendo servizi 24 ore su 24
sarebbero avvantaggiati - sono in
larga parte coincidenti con gli
impianti incompatibili con il codice
della strada e con la normativa sulla
sicurezza e pertanto andrebbero
chiusi. L’Antitrust non si è resa
conto che ha promozionato una rete
d’offerta incompatibile con la
normativa e dunque di fatto operante
in regime di benevola tolleranza se
non addirittura di illegalità. La
Presidenza ha invitato l’Authority
sulla concorrenza a guardare con
maggiore efficacia cosa succede in
tanti altri settori vitali, come le
farmacie, le poste, le banche, i
servizi di pagamento elettronici:
settori nei quali la concorrenza
segna il passo e in alcuni dei quali
sembra essere in presenza di un
oligopolio che rende uniforme le
commissioni bancarie in presenza di
una norma che obbliga per Legge ad
accettare pagamenti elettronici.
Sulla questione dei pagamenti
elettronici e dei costi delle
transazioni, la Presidenza, dopo
ampia discussione, considerato il
quadro normativo di riferimento, ha
valutato di procedere, qualora il
Governo italiano non recepisca il
nuovo
orientamento
della
Commissione
Europea
sulle
condizioni di pagamento delle carte
di debito e di credito in tempi brevi,
ad applicare commissioni in linea
con gli altri paesi e ad avviare con le
Compagnie petrolifere iniziative che
mirino a recuperare i costi di
gestione nelle modalità necessarie e
condivise. Inoltre è stata concordata
la posizione di denuncia dei costi
bancari da portare all’incontro con
l’Antitrust a cui è già stato
recapitato un dossier dedicato.
Il “sistema” ministeriale
di protezione degli
interessi dei
concessionari
autostradali non molla
la presa
31
marzo
e 1°
aprile
prossimi,
2^
tornata
di
sciopero dei gestori delle aree di
servizio per azzerare le royalty dei
concessionari, abbassare i prezzi
4
dei carburanti e valorizzare il
servizio pubblico
Dalle ore 00.00 di martedì 31
marzo e fino alle ore 24.00 di
mercoledì 1° aprile, i gestori delle
aree di servizio attueranno una
seconda tornata di sciopero di 48
ore su tutta la rete autostradale
nazionale.
Si tratta della fatale conseguenza - si
legge in una nota congiunta delle
Organizzazioni di categoria, Faib
Confesercenti, Fegica Cisl ed Anisa
Confcommercio
dell’atteggiamento
di
totale
arroccamento
delle
strutture
politico-burocratiche dei Ministeri
competenti -Trasporti, Infrastrutture
e Sviluppo Economico - a strenua
difesa e protezione del “sistema”,
tanto opaco quanto monolitico,
posto a garanzia degli interessi e
delle rendite di posizione di cui
godono i concessionari autostradali.
Un “sistema” che garantisce aumenti
sistematici dei pedaggi e delle
tariffe, proroghe ultra decennali di
già lunghissime concessioni, rimesse
milionarie statali praticamente a
fondo perduto, oltre la possibilità in assenza di regole certe, eque e di
qualunque reale controllo - di
imporre un regime di royalty ad
esclusivo ed ulteriore vantaggio dei
concessionari che si traduce in
prezzi dei carburanti più alti
d’Europa e standard di servizio
sempre più rarefatti e inadeguati ad
un bene pubblico offerto in
concessione.
E’ giunto ormai il momento che
lo Stato metta anche i potenti
concessionari di fronte alla
necessità di rinunciare almeno ad
una parte del “bottino” che gli è
stato assicurato in tutti questi
lunghi
anni,
facendo
loro
comprendere che nella tariffa tradotta
nel
pedaggio
cui
soggiacciono gli utenti e che viene
rivalutata automaticamente ad ogni
1° gennaio- è già compreso il
pagamento del “servizio pubblico”
che sono chiamati a dover garantire:
pretendere di imporre anche
ulteriori royalty su carburanti,
caffè e panini significa esigere di
incassare due volte per la
medesima prestazione!
FAIB Informa 8
Neanche la grandissima adesione
alle prime due giornate di chiusura
effettuate il 4 e 5 marzo scorso ha
convinto i Ministri Lupi e Guidi a
rimettere in discussione le vere e
proprie
“incrostazioni”
che
soffocano
l’intero
settore
mettendo colpevolmente a rischio
460 imprese e 6000 dipendenti e
continuando a penalizzare gli utenti
ed i consumatori sia in termini di
prezzi che di servizio.
Per queste ragioni -conclude la nota
sindacale- alla categoria non rimane
che raddoppiare il proprio sforzo
accompagnando la nuova azione di
sciopero
con
quella
legale,
finanziata attraverso la costituzione
di un apposito fondo di garanzia e
tesa ad impugnare prima gli atti
amministravi che il Governo ha
recentemente assunto
a protezione degli interessi dei
concessionari e poi tutti gli
ulteriori atti che dai primi
dovessero
successivamente
discendere.
Leggi le notizie dello sciopero
sulla stampa su www.faib.it
FAIB FEGICA FIGISC Anisa
Comunicato stampa
del 18 marzo 2015
Ordine del giorno del
Comitato di Colore
unitario Tamoil
Faib, Fegica e Figisc/Anisa
deliberano
azioni
di
mobilitazione e protesta
sulla rete. Avviate le
procedure per l’apertura
della vertenza collettiva (D.
Lgs 32/98) e la contestazione
per condotta anti sindacale.
Indetta l’assemblea aperta
dei gestori sotto la sede
Tamoil di Milano.
Si è riunito a Roma, presso la sede
di Confesercenti, in via Nazionale
60, il comitato di colore unitario dei
gestori Tamoil di Faib, Fegica e
Figisc/Anisa per discutere delle
iniziative da intraprendere contro la
compagnia petrolifera.
Il Comitato, preso atto che datre
anni la compagnia si sottrae
deliberatamente
al
confronto
sindacale, così come previsto e
configurato imperativamente dalla
vigente normativa speciale di
settore, delineata dal D. Lgs 32/98, e
dalle leggi 57/2001 e 27/2012, ha
valutato su come procedere nei
confronti dell’ Azienda perla tutela
dei gestori per impedire una “deriva
illegale”
della
distribuzione
carburanti.
Il comitato di colore unitario ha
preso atto con rammarico che
l’azienda ha lasciato cadere nel
silenzio
persino
la
diffida
stragiudiziale del 29 luglio 2014
Il Comitato, unitariamente, ha
giudicato grave il comportamento di
Tamoil e il suo operato fuori dal
quadro normativo, ha censurato la
pratica illegale del one to one e ha
deciso una serie di azioni da mettere
in campo a tutela dei 1000 gestori a
marchio e dei loro 2000 dipendenti
tra rete Autostrada e rete ordinaria.
Come primo atto le Associazioni dei
gestori chiedono al Ministero dello
Sviluppo Economico l’apertura della
vertenza collettiva ai sensi dell’art 6
del D. Lgs 32/98 per il
ristabilimento delle regole di settore
e del richiamo ufficiale del Governo
italiano ad operare dentro il quadro
normativo stabilito dalle leggi dello
stato.
Il Comitato ha deciso di dare
mandato ai legali delle Federazioni
di procedere con la contestazione in
sede legale della condotta anti
sindacale e affiancare i singoli
gestori nelle cause alla compagnia
per i danni subiti in relazione
all’erosione del margine stabilito
negli accordi economici, alla pratica
di
condizioni
non eque
e
discriminatorie e all’abuso di
posizione dominante
La posizione di Tamoil risulterebbe
ancor più grave in relazione alla
promozione Nectar verso la quale
sarebbero state riscontrate gravi
irregolarità funzionali, attualmente
allo studio. Irregolarità tali da
esporre i gestori Tamoil a
rischiose responsabilità verso la
propria clientela fidelizzata col
5
FAIB Informa 8
massimo impegno da parte dei
gestori stessi. Se le denunce
formulate dai gestori trovassero
riscontro saremmo in presenza di
comportamenti gravemente lesivi
che sarebbero segnalati con effetto
immediato agli organi competenti.
Infine è’ stata indetta l’Assemblea
aperta dei gestori sotto la sede
Tamoil di Milano per il 15Aprile.
Economia. Energia.
Liberalizzazioni. "Stop
ai vincoli di orario per
gli impianti di
distribuzione dei
carburanti”. Intervista
al Presidente Martino
Landi
Ascolta
l’Intervista
Presidente
Landi
www.faib.it
al
su
Segnalazione Antitrust
su orari obbligatori di
apertura e chiusura,
Faib: l’Autorità
dimentica che i
carburanti sono i
prodotti italiani più
liberalizzati. Ulteriori
aperture
comporterebbero solo
più costi, per gestori e
consumatori
All’Antitrust che vuole i distributori
stradali di carburante in funzione 24
ore su 24, senza orari obbligatori di
apertura e di chiusura, Faib risponde
che l’Autorità dimentica che i
carburanti sono i prodotti italiani più
liberalizzati e che ulteriori aperture
comporterebbero solo più costi, per
gestori e consumatori.
E’ quanto afferma in una nota la
Faib che ribadisce l’estrema
complessità
della
normativa
regionale e nazionale che ha tenuto
insieme gli interessi delle collettività
locali e dei territori offrendo una
legislazione equilibrata in termini di
offerta e di prezzo qualità.
L’Antitrust ha ragione quando
sostiene che le norme, “assicurano la
disponibilità del prodotto - ancorché
nella
modalità
self-service praticamente presso tutti gli impianti
di distribuzione carburanti esistenti
sulla rete stradale nazionale, in
qualunque ora del giorno e della
notte e in ogni giorno dell’anno,
feriale e festivo”. Le norme
nazionali e regionali assolvono
dunque all’esigenza di garantire ai
cittadini il prodotto 24 ore su 24, in
modo capillare ed omogeneo sul
territorio; cosa che non succede in
nessun altro settore, a cominciare da
quelli vitali come i farmaci. Per
trovare la farmacia aperta di notte
occorre, infatti, fare decine e decine
di kilometri, pagando anche un
sovraprezzo. Ma l’Antitrust non lo
sa. Come non sa che le aree di
servizio che offrono il servito, oltre
ad offrire questo plus, possono
offrire al consumatore anche il self
aperto 24 ore su 24, dando dunque
qualcosa di gradito in più. La nostra
Authority sorprende sempre di più,
anche perché non si interroga sugli
orari dei servizi bancari e postali e
amministrativi o dei professionisti
protetti, o di quelli di pubblica
utilità. Se lo facesse avrebbe ancora
una volta ragione a sostenere che “le
limitazioni di orario rappresentano,
perciò, “una restrizione severa
all’offerta di servizi” ai cittadini".
Dal punto di vista della Faib gli orari
dei distributori sono tra quelli più
innovativi presenti nel panorama
dell’economia privata e della
distribuzione e l’auspicio è semmai
che qualcuno piuttosto si interroghi
sugli ulteriori costi in termini di
occupazione e spese di gestione che
l’allungamento degli orari potrebbe
comportare.
Segnalazione Antitrust
Attività
di
segnalazione
e
consultiva AS1178 - Orari di
apertura e chiusura degli impianti
stradali di distribuzione di
carburanti
Roma, 11 marzo 2015
Presidente della Conferenza Stato
Regioni
Presidenti delle Regioni e delle
Province
Autonome di Trento e Bolzano
Presidente ANCI
L’Autorità
Garante
della
Concorrenza e del Mercato nella sua
adunanza del 25 febbraio 2015 ha
ritenuto opportuno svolgere le
seguenti osservazioni, ai sensi
dell’articolo 21 della legge n.
287/90, in relazione alla disciplina
regionale e degli enti locali in
materia di orari di apertura e
chiusura degli impianti stradali di
distribuzione di carburanti.
L’intervento trae origine da una
segnalazione del Gruppo Impianti
Stradali Carburanti Treviso che
lamenta i vincoli in materia di orari
e turni di apertura degli impianti,
contenuti nella delibera della Giunta
Regionale del Veneto n. 977 del
2005, in particolare, con riferimento
all’interpretazione che viene data
dalla Giunta stessa con riguardo alle
modalità di calcolo degli impianti
tenuti al turno festivo ai sensi
dell’art. 3 della suddetta delibera.
L’Autorità, tuttavia, prendendo
spunto dalla segnalazione ricevuta
intende formulare, anche alla luce
dei mutamenti normativi intervenuti
di recente, alcuni auspici di portata
generale miranti ad una revisione
della disciplina in materia di orari di
apertura degli impianti stradali di
distribuzione carburanti, così come
prevista dalle discipline locali sulla
materia ad oggi vigenti in Italia.
Numerose normative regionali e
comunali hanno infatti adottato un
modello di regolamentazione volto a
limitare, in varia misura, la libera
iniziativa degli operatori nella
fissazione degli orari di apertura e/o
di chiusura degli impianti di
distribuzione carburanti, attraverso
la previsione di orari massimi e orari
minimi, sia diurni che notturni e
festivi, oltre che di obblighi di
turnazione. A fronte di tale modello,
la cui adozione è in molti casi
risalente nel tempo, va tuttavia
ricordato innanzitutto che il D.L. 24
gennaio 2012, n. 1, convertito con
modifiche in legge 24 marzo 2012,
n. 27, ha inteso rimuovere le norme
che “impediscono, limitano o
condizionano l’offerta di prodotti e
6
servizi al consumatore, nel tempo
nello spazio o nelle modalità, ovvero
alterano le condizioni di piena
concorrenza fra gli operatori
economici” (art. 1, comma 1, lettera
b) fissando un termine entro il quale
i Comuni, le Province, le Città
metropolitane e le Regioni adeguano
le relative normative (art. 1, comma
4). Tale normativa è palesemente
incompatibile
con
qualunque
previsione volta a regolamentare gli
orari di apertura di un esercizio
commerciale quale deve essere
considerato
un
impianto
di
distribuzione di carburanti.
Quali ulteriori elementi di contesto,
l’Autorità intende poi richiamare
l’art. 28, co. 5 del D.L. n. 98/2011,
convertito con legge n. 111 del 15
luglio 2011 e successive modifiche,
che obbliga tutti gli impianti di
distribuzione dei carburanti a dotarsi
di apparecchiature per la modalità di
rifornimento senza servizio con
pagamento anticipato, e l’art. 23
della l. n. 161 del 30 ottobre 2014,
che elimina ogni residua restrizione
all'utilizzo continuativo, anche senza
assistenza, delle apparecchiature per
la modalità di rifornimento senza
servizio con pagamento anticipato
(cd. impianti “ghost”).
Le due ultime previsioni normative
citate assicurano la disponibilità di
prodotto - ancorché nella modalità
self-service - praticamente presso
tutti gli impianti di distribuzione
carburanti esistenti sulla rete
stradale nazionale, in qualunque ora
del giorno e della notte e in ogni
giorno dell’anno, feriale e festivo.
La completa liberalizzazione degli
impianti che funzionano senza
assistenza crea altresì una nuova
categoria di operatori (gli impianti
solo self-service, o ghost), che sono
attivi in diretta concorrenza con gli
impianti che erogano carburanti
anche in modalità “servito”, ovvero
con l’assistenza del gestore o di un
suo collaboratore.
Ciò posto, l’Autorità richiama
l’attenzione
delle
competenti
istituzioni regionali e comunali in
primo luogo sul fatto che le
limitazioni agli orari di apertura, ivi
inclusi gli obblighi di apertura
minima,
contravvengono
alla
liberalizzazione di cui al D.L. n.
1/2012
e
costituiscono
una
FAIB Informa 8
restrizione severa all’offerta di
servizi di distribuzione carburanti,
limitando la possibilità degli
operatori di differenziare la propria
offerta da quella dei concorrenti e
alterando in tal modo il contesto
competitivo.
Avendo messo in evidenza la gravità
di tale restrizione, risulta di
particolare importanza sottolineare
come il nuovo quadro normativo
sembri ridurre notevolmente la
portata delle esigenze di interesse
generale legate alla necessità di
garantire una adeguata reperibilità
del carburante che in passato sono
state invocate quale giustificazione
della imposizione di obblighi in
materia di orari di apertura.
Laddove, infatti, l’interesse generale
sia soddisfatto per la possibilità di
fare rifornimento 24 ore su 24
praticamente in tutti gli impianti
della rete, ogni limitazione che, in
passato, veniva motivata sulla base
del suddetto interesse non ha più
ragione di essere mantenuta e
dovrebbe essere eliminata.
D’altra parte, appare anche evidente
che, nella nuova situazione di fatto,
ogni vincolo imposto agli orari di
apertura costituisce un vincolo
asimmetrico, in quanto ricade in
realtà solo sugli operatori che
forniscono il servizio anche in
modalità “servito”, i quali ormai
rappresentano solo una parte
dell’offerta sul mercato rilevante, e
sono in diretta concorrenza con gli
impianti che operano esclusivamente
senza assistenza. Gli obblighi in
materia di orari di apertura, pertanto,
oltre
a
restringere
ingiustificatamente
la
libertà
imprenditoriale degli operatori,
risultano anche discriminatori. Detti
obblighi, infatti, essendo giocoforza
indirizzati solo ai titolari degli
impianti che funzionano in modalità
servito, impongono a tali operatori
dei costi connessi alla riduzione
nella flessibilità delle loro scelte
imprenditoriali che non sono
sostenuti dai loro concorrenti attivi
solo in modalità self-service.
A parere dell’Autorità, pertanto,
sarebbe opportuno rivedere la
normativa vigente e considerare con
molta
attenzione
qualunque
intervento in materia di orari degli
impianti di distribuzione carburanti,
posto che questo tipo di intervento
costituisce una misura restrittiva e
discriminatoria.
Laddove si intenda riconoscere
l’esistenza di esigenze specifiche
che inducano a imporre tale misura,
è necessario che dette esigenze
abbiano carattere eccezionale e siano
adeguatamente motivate. Inoltre, la
restrizione che ne consegue dovrà
essere
limitata
al
minimo
indispensabile,
valutando
la
rispondenza della misura adottata al
necessario rispetto del principio di
proporzionalità. Non appare più
ammissibile, ad ogni buon conto,
giustificare
una
qualunque
prescrizione in materia di orari di
apertura
degli
impianti
di
distribuzione carburanti adducendo
come motivazione la tutela del
semplice interesse pubblico a che sia
garantita la possibilità di fare
rifornimento per la generalità dei
consumatori, atteso che, come detto,
tale possibilità risulta ormai
ampiamente assicurata dalle norme
relative allo svolgimento del
servizio in modalità self service.
L’Autorità confida che i suesposti
rilievi siano tenuti in adeguata
considerazione.
IL PRESIDENTE
Giovanni Pitruzzella
Parlamento Europeo,
tetto alle commissioni
sulle carte di credito
L’Europa affronta uno dei principali
ostacoli alla diffusione della moneta
elettronica
ed
annuncia
una
revisione
dei
costi
delle
commissioni bancarie sostenuti dal
circuito distributivo.
Il Parlamento Europeo ha approvato,
infatti, con una maggioranza
schiacciante dei massimali che si
applicheranno sia agli acquisti con
carta di debito che con carta di
credito.
Secondo l’atto approvato, per quanto
riguarda le carte di debito - i
pagamenti col bancomat, - il tetto
alle commissioni che gli operatori
commerciali pagheranno alle banche
è fissato allo 0,2% della transazione.
Quelle applicate ai pagamenti con
7
carta di credito, invece, dovranno
fermarsi allo 0,3%.
Nel corso degli anni le transazioni
elettroniche
sono
cresciute
enormemente fino a toccare i 100
miliardi di euro per le 760 milioni di
carte in circolazione, gravando sulle
imprese per circa 10 miliardi di
euro. Una vera e propria miniera per
il sistema bancario e per quello dei
pagamenti elettronici. Che pesa
enormemente
sulla
struttura
distributiva
Nel settore della distribuzione
carburanti - che non può sottrarsi
dall'obbligo di accettazione - reso
obbligatori per Legge, sopra i 30
euro - le commissioni imposte
oscillano fra lo 0,60 e l'1.40% sul
transato. Se consideriamo, infatti, il
margine medio riservato al gestore,
quest’ultimo sarà costretto a
sborsare dal 25% al 56% del suo
ricavo lordo. Un costo insostenibile
Ora finalmente l’Unione Europea
prevede l'armonizzazione delle
commissioni con una soglia posta
fra lo 0,2% (carte di debito) e lo
0,3% (carte di credito).
Secondo i promotori europei - nel
silenzio assordante e nella latitanza
assoluta del Governo italiano, così
attento a rinnovare e rottamare - i
nuovi regolamenti, che dovrebbero
entrare in vigore ad ottobre,
andranno a tutto beneficio del
sistema economico e dei consumi.
Conoscendo però la forza e la
capacità persuasiva della lobby
bancaria, però, non è detto che
questo avvenga. E bisognerà anche
vigilare perché non compensino come già fatto durante la breve
stagione
della
gratuità
delle
transazioni sulla rete carburanti per
rifornimenti sotto i 100 euro - le
ricche entrate perdute aumentando il
costo dei servizi e/o dei canoni.
Leggi il Provvedimento europeo
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Deputati PD calabresi
interrogano Governo
su vicenda crollo A3
FAIB Informa 8
I Deputati del PD calabrese
interrogano
i
Ministri
dell’Ambiente, delle Infrastrutture,
del Lavoro e dello Sviluppo
Economico per sollecitare un
intervento del Governo in seguito al
crollo della campata del viadotto
“Italia” sull’autostrada SalernoReggio Calabria.
“L’incidente
avvenuto
sull’autostrada
nel
tratto
di
attraversamento
del
Pollino
calabrese - ha dichiarato la prima
firmataria Enza Bruno Bossio - che
è costato la vita ad un giovane
operaio venticinquenne, non può
essere ricondotto in una dimensione
ordinaria. E’crollata una campata e
si ritiene a rischio la stabilità della
struttura dell’intero viadotto”.
“E’ allarmante il sine die nei tempi
che ha annunciato l’ANAS per il
ripristino e per la messa in sicurezza.
I danni che si profilano per i
collegamenti nazionali con forti
ricadute negative sull’economia - ha
proseguito Bruno Bossio - sono
incalcolabili. Non possono essere
sottovalutate, inoltre, le cause che
hanno determinato un crollo difficile
da giustificare quando si stava per
consegnare, dopo oltre un ventennio,
l’opera di ammodernamento”.
“Forse è arrivato il momento - ha
concluso la Deputata democratica che Governo e Parlamento riflettano
sui contenuti, sulle modalità e sugli
strumenti di controllo in relazione
alla definizione dei contratti tra
ANAS e Contraenti generali per
l’affidamento e lo svolgimento dei
lavori”.
L’interrogazione dei Parlamentari è
specificatamente rivolta a sollecitare
il Governo ad assumere iniziative
“al fine: di garantire in tempi rapidi
la messa in sicurezza e la
transitabilità del viadotto; di
accertare le cause e le eventuali
responsabilità del crollo che si è
verificato; di verificare se sono state
rispettate le norme che tutelano la
sicurezza dei lavoratori sui cantieri e
di avere conoscenza di quanto
effettivamente sia accaduto intorno
alla vicenda degli incidenti mortali e
di grave infortuni che si sono
registrati,
finora,
durante
lo
svolgimento dei lavori sull’A3; di
prevedere e incentivare forme
alternative a sostegno soprattutto del
trasporto dei prodotti agricoli ed
ortofrutticoli; di evitare e prevenire
che gli effetti negativi, con il
perdurare
dell’interruzione
autostradale, si riflettano in maniera
rilevante
ed
incidano
nella
limitazione dei flussi turistici verso
la Calabria e la Sicilia; di valutare
l’opportunità
di
svolgere
un’indagine conoscitiva ed ispettiva,
i cui risultati siano resi noti in sede
parlamentare, sulla conduzione
dell’intero
programma
di
ammodernamento della autostrada
Salerno-Reggio Calabria, soprattutto
in relazione ai rapporti tra l’ANAS e
General Contractors sulle modalità e
le forme attuative dei contratti di
affidamento dei lavori di tutti i lotti
riguardanti
i
progetti
di
adeguamento e ammodernamento
dell’ asse autostradale”.