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AUTOBIOGRAFIA
DI CRISTOFORO
COLOMBO


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LE ORIGINI
• SONO CRISTOFORO COLOMBO, NACQUI A GENOVA IN UN PAESE VICINO A PORTA S. ANDREA TRA FRA IL 26
AGOSTO E IL 31 OTTOBRE 1451 E SONO IL PRIMOGENITO DEI QUATTRO FIGLI (TRE MASCHI E UNA FEMMINA).
SONO UN ESPLORATORE E NAVIGATORE ITALIANO, CITTADINO DELLA REPUBBLICA DI GENOVA PRIMA E IN
SEGUITO SONO DIVENTATO SUDDITO DEL REGNO DI CASTIGLIA. INOLTRE SONO TRA I PIÙ IMPORTANTI
NAVIGATORI ITALIANI CHE PRESERO PARTE AL PROCESSO DI ESPLORAZIONE DELLE GRANDI SCOPERTE
GEOGRAFICHE A CAVALLO TRA IL XV E IL XVI SECOLO. FU PRIMOGENITO DEI QUATTRO FIGLI (TRE MASCHI E UNA
FEMMINA). IN GIOVANE ETÀ ESERCITAI LA PROFESSIONE DI LANAIOLO E DI PICCOLO COMMERCIANTE
ACCOMPAGNANDO MIO PADRE IN VIAGGI DI PICCOLO CABOTAGGIO LUNGO LE COSTE LIGURI. NEL 1470
COMINCIAI A NAVIGARE PER COMMERCIO AL SERVIZIO DELLE CASATE GENOVESI DEI CENTURIONI, DEGLI SPÌNOLA
E DEI DI NEGRO.



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IL PROGETTO
• IL MIO PROGETTO ERA QUELLO DI VERIFICARE LE TEORIE DI COPERNICO, UN FRATE POLACCO, STUDIOSO IN ASTRONOMIA
CONVINTO CHE IL PIANETA TERRA NON ERA PIATTA, MA SFERICA.QUESTO FU LA VERA MOTIVAZIONE CHE MI SPINSE A
CHIEDERE AIUTO, ALLA REPUBBLICA MARINARA DI GENOVA, CHE NON FINANZIÒ IL MIO PROGETTO DESTINATO VERSO
L’IGNOTO E SOPRATTUTTO NON CREDETTERO ALLA TEORIA DI COPERNICO. IL MIO TENTATIVO NON SI FERMÒ ALLA
REPUBBLICA DI GENOVA, MA ESSENDO GIA’ NOTO COME NAVIGATORE, PROVAI ALTROVE SPERANDO DI OTTENERE
FINANZIATORI DISPOSTI AD INVESTIRE PER UN VIAGGIO CHE AVREBBE AFFERMATO NON SOLO TEORIE, MA PROVE
CONCRETE CHE LA TERRA NON ERA PIATTA E LE POSSIBILI ESPLORAZIONI.COSÌ MI CONVINSI DELLA NUOVA TEORIA. ALLA
LUCE DI QUESTE NUOVE RIVELAZIONI, CHE MI APRIVANO ORIZZONTI INFINITI NELLA TESTA, COMINCIAI A COLTIVARE
L'IDEA DI RAGGIUNGERE LE INDIE, NAVIGANDO VERSO OCCIDENTE.FU ANCHE QUESTA UNA BATTAGLIA PER FARMI
FINANZIARE DA QUALCUNO.
• IO ERO CONVINTO CHE I MIEI CALCOLI ERANO GIUSTI, MA LA COMUNITÀ SCIENTIFICA DISSE CHE ERANO SBAGLIATI, IN
REALTÀ SBAGLIAVAMO ENTRAMBI.
• DOPO UNA LUNGA BATTAGLIA RIUSCII A FARMI FINANZIARE DALLA REPUBBLICA SPAGNOLA, PROMETTENDO LORO NUOVE
RICCHEZZE E TERRITORI DA AMMINISTRARE. MI OFFRÌRONO TRE NAVI CON CUI AVREI RAGGIUNTO L' AMERICA, CREDENDO
CHE FOSSE L' INDIA. ERO CONVINTO CHE IL VIAGGIO SAREBBE STATO PIÙ BREVE XCHÈ LE CARTE A MIA DISPOSIZIONE
ELABORATE DA TOSCANELLI DAVANO ALLA TERRA UNA CIRCONFERENZA MOLTO PIÙ PICCOLA DI QUELLA REALE.


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I FINANZIAMENTI
• ERO ALLA RICERCA DI QUALCUNO CHE POTESSE FINANZIARE L'IMPRESA: DAPPRIMA PROVAI CON IL DUCA MEDINA
SIDONIA, MA QUESTI NON OTTENNE L'APPOGGIO DELLA CORONA E FU COSTRETTO A RIFIUTARE; IN SEGUITO TENTAI CON
IL DUCA DI MEDINACELI, CHE CONVINSE PARZIALMENTE LA REGINA ISABELLA DI CASTIGLIA.
• LA MIA INIZIATIVA FU RESPINTA DA UNA COMMISSIONE MARITTIMA REALE PERCHÉ I MIEI CALCOLI ERANO RITENUTI
SBAGLIATI E, PROBABILMENTE, ANCHE PERCHÉ I NAVIGATORI PORTOGHESI ERANO SUL PUNTO DI TROVARE UNA VIA
MARITTIMA PER GIUNGERE IN ASIA CIRCUMNAVIGANDO L'AFRICA.
• MI RIVOLSI ALLE CORTI DI PORTOGALLO, SPAGNA, FRANCIA E INGHILTERRA MA PER ANNI NON TROVAI NESSUNO
DISPOSTO A DARMI FIDUCIA.
• QUINDI MI TRASFERÌ IN SPAGNA, DOVE IL MIO PROGETTO OTTENNE IL SOSTEGNO DI NUMEROSE PERSONALITÀ DI SPICCO,
CHE NEL 1486 MI ASSICURARONO UN INCONTRO CON ISABELLA I, REGINA DI CASTIGLIA. A QUEL TEMPO ERO DIVENTATO
NEL FRATTEMPO VEDOVO, MI LEGAI A BEATRIZ ENRIQUEZ, FUTURA MADRE DEL MIO SECONDO FIGLIO, FERDINANDO. COME
GIÀ ERA ACCADUTO IN PORTOGALLO, ANCHE IN SPAGNA LA COMMISSIONE CHE AVEVA IL COMPITO DI VALUTARE I
PROGETTI ESPLORATIVI RESPINSE IL MIO PIANO.PERÒ INSISTETTI E, NELL'APRILE DEL 1492, GRAZIE ANCHE ALLA FIDUCIA
CHE SEPPI ISPIRARE ALLA REGINA, LA MIA TESTARDAGGINE VENNE INFINE PREMIATA: FERDINANDO V E ISABELLA
ACCETTARONO DI FINANZIARE LA MIA SPEDIZIONE.


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IL PRIMO VIAGGIO
• LA PARTENZA AVVENNE ALLE SEI DEL MATTINO DEL 3 AGOSTO 1492 DA PALOS DE LA FRONTERA E PROCEDEMMO VERSO LE ISOLE
CANARIE. NEI GIORNI SEGUENTI LE NAVI IN CUI VIAGGIAVAMO EBBERO ALCUNI PROBLEMI QUINDI, FACEMMO SCALO DI CIRCA UN
MESE A LA GOMERA(UN’ISOLA), PER RIFORNIMENTI E MODIFICHE ALLA VELATURA.
• LE TRE NAVI RIPRESERO IL LARGO IL 6 SETTEMBRE E LE CARAVELLE NAVIGARONO PER UN MESE SENZA CHE I MARINAI RIUSCISSERO A
SCORGERE ALCUNA TERRA. PROPRIO QUANDO ORMAI SI STAVANO PERDENDO LE SPERANZE, ALLE DUE DEL MATTINO DEL 12
OTTOBRE 1492, LA TERRA FU AVVISTATA DA UN MARINAIO DELLA PINTA E, NEL CORSO DELLA MATTINATA, SBARCAMMO SU UN
ISOLA . MI TROVAI DAVANTI AD UN GRUPPO DI INDIGENI SBALORDITI; IN SEGUITO PRESI POSSESSO DELL'ISOLA, CHE CHIAMAI SAN
SALVADOR. NELLE SETTIMANE APPRODAMMO IN ALTRE TERRE CHE CHIAMAI JUANA E A HISPANIOLA, TUTTE ISOLE CHE RITENEVO
SITUATE NEI MARI DELL'ASIA. NEL MESE DI DICEMBRE LA SANTA MARÍA FECE NAUFRAGIO AL LARGO DI HISPANIOLA. CON I RESTI DEL
RELITTO COSTRUIMMO UN FORTINO, CHIAMATO LA NAVIDAD, CHE FU AFFIDATO A UNA GUARNIGIONE FORMATA DA 43 UOMINI. LA
NIÑA, COMANDATA DA ME STESSO, E LA PINTA INIZIARONO IL VIAGGIO DI RITORNO NEL GENNAIO DEL 1493 E RAGGIUNSERO LA
SPAGNA IL 15 MARZO SUCCESSIVO. BENCHÉ ERA TORNATO PRIVO DEI TESORI CHE TANTO PROMETTEVO, FUI ACCOLTO CON GRANDE
ENTUSIASMO SIA DALLE FOLLE CHE DAI MONARCHI.


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IL SECONDO VIAGGIO
• LA SECONDA SPEDIZIONE LASCIÒ LA SPAGNA NEL SETTEMBRE DEL 1493, QUESTA VOLTA CON 17 NAVI E 1500 UOMINI DI EQUIPAGGIO,
DECISI DI INTRAPRENDERE UNA ROTTA PIÙ MERIDIONALE, TOCCANDO ANCHE LE ISOLE CANARIE, E SBARCAI NELLE ISOLE DI DOMINICA,
GUADALUPA E ANTIGUA. IL 27 NOVEMBRE GETTAI L'ANCORA DI FRONTE A HISPANIOLA, PRESSO IL FORTINO LA NAVIDAD. NON RITROVAI
NESSUNO DEI 43 UOMINI CHE LÌ AVEVA LASCIATO E IL FORTINO IMPROVVISATO CON I RESTI DELLA SANTA MARIA ERA STATO DISTRUTTO.
ABBANDONAI LE ROVINE E FONDAI LA COLONIA DI ISABELLA, CHE ERA IL PRIMO INSEDIAMENTO PERMANENTE EUROPEO NEL NUOVO
MONDO. LASCIATA LA COLONIA NEL 1494, FECI DEI RILEVAMENTI LUNGO LA COSTA CHE RICONOBBI COME UNA PARTE DEL CONTINENTE
ASIATICO.
• QUANDO RITORNAI, IL 29 SETTEMBRE SUCCESSIVO, NELLA COLONIA DI ISABELLA, LA TROVAI MINATA DAI CONTRASTI INTERNI, CHE
AVEVANO GIÀ SPINTO MOLTI COLONI A RITORNARE IN SPAGNA.
• IL RE DEL NUOVO MONDO FU COSTRETTO AD AFFRONTARE GLI INDIGENI, LA CUI INIZIALE, SPONTANEA AMICHEVOLEZZA SI ERA
TRASFORMATA IN OSTILITÀ A CAUSA DELLA BRUTALITÀ DEGLI EUROPEI. COSÌ LI SOTTOMISI CON LA FORZA NEL MARZO DEL 1495, E MOLTI
DI LORO FURONO INVIATI IN SPAGNA COME SCHIAVI. NELL'OTTOBRE DEL 1495.
• LE CRITICHE MOSSE CONTRO LA GESTIONE DELLA COLONIA DI ISABELLA, MI SPINSERO A FONDARE UNA NUOVA CAPITALE CHE CHIAMAI
SANTO DOMINGO E, DOPO AVER AFFIDATO IL COMANDO DI HAITI A MIO FRATELLO BARTOLOMEO, FECI RITORNO IN SPAGNA. MI
PRESENTAI DIRETTAMENTE A FERDINANDO E ISABELLA I QUALI PROMISERO, CHE AVREBBERO FINANZIATO UNA NUOVA SPEDIZIONE.


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IL TERZO VIAGGIO
Salpai dal porto di San Lucar de Barrameda il 30 maggio del 1498. Era il mio terzo viaggio.
Stavolta però, affrontai un itinerario decisamente più meridionale. Il nostro primo approdo fu
l'isola di Trinidad, così chiamata in onore della Santa Trinità, da dove proseguii fino ad avvistare
delle coste. Viaggiando sempre verso sud, raggiunsi l'estuario di un fiume, dove sbarcai, avevo
raggiunto un "mondo nuovo", sconosciuto agli europei. Ricominciando a navigare in mare avvistai
e visitai numerose altre isole, tra le quali Margarita, per poi fare rotta nuovamente verso
Hispaniola.
Nel frattempo a Santo Domingo era scoppiata una ribellione organizzata dai coloni e dai marinai,
che non volevano sottomettersi al governo di Bartolomeo e di Don Diego (mio figlio). A causa di
ciò il governo di Madrid aveva inviato sul posto Francisco de Bobadilla, incaricato di svolgere
un’inchiesta su quello che stava avvenendo. Come risultato della sua inchiesta decise di far
arrestare Don Diego, Bartolomeo e me stesso, “deportandoci” in Spagna. In realtà il vero incarico
di Bobadilla era di sostituirmi nel governo dei Caraibi, spinto dai miei nemici spagnoli . Giunto di
fronte ai due regnanti, insistetti perché la regina in persona mi liberasse dalle catene. Isabella mi
liberò e perdonò anche mio fratello, ci premiò per le nostre scoperte, ma non acconsentì a
rimetterci al comando della colonia.
Ma in seguito ottenni nuovamente il sostegno della regina per compiere una nuova spedizione alla


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I IL QUARTO VIAGGIO
• QUESTA VOLTA MI FURONO CONCESSE SOLTANTO QUATTRO CARAVELLE, PER GIUNTA IN PESSIME CONDIZIONI, E MI FU PROIBITO DI FARE SCALO A
HISPANIOLA. LA SPEDIZIONE SALPÒ DA CADICE NEL MAGGIO DEL 1502. AL TERMINE DELLA TRAVERSATA DELL'ATLANTICO, COMPLETATA IN SOLI 21
GIORNI, LE NAVI AVEVANO URGENTE BISOGNO DI RIPARAZIONI. CONDUSSI UN ITINERARIO MOLTO SIMILE A QUELLO DELLA TERZA SPEDIZIONE,
DIRETTO PIÙ O MENO SECONDO UNA LINEA RETTA VERSO SUD-OVEST, CERCANDO UN PRESUNTO PASSAGGIO VERSO L’INDIA. GETTAI L'ANCORA
VICINO A SANTO DOMINGO DOVE, VISTO L'IMMINENTE ARRIVO DI UN URAGANO, MI FU NEGATO L'ACCESSO AL PORTO. LA FORTUNA PERÒ MI AIUTÒ
UN'ALTRA VOLTA: LA TEMPESTA CHE SEGUÌ MI RISPARMIÒ MA DISTRUSSE QUASI COMPLETAMENTE LA FLOTTA CHE RIPORTAVA IN PATRIA ALCUNI DEI
MIEI PEGGIORI NEMICI, TRA I QUALI LO STESSO BOBADILLA, CHE NEL FRATTEMPO ERA STATO SOSTITUITO DA NICOLÁS DA OVANDO NEL COMANDO
DELLA COLONIA. L'UNICA NAVE SUPERSTITE FU QUELLA CHE TRASPORTAVA L'ORO CHE MI SPETTAVA. DOPO AVER COMPLETATO LE RIPARAZIONI
NECESSARIE, NAVIGAI NELLE ACQUE DAVANTI ALL'HONDURAS DA DOVE, PER ALTRI SEI MESI, CERCAI VERSO SUD UN PASSAGGIO.
• NEL GENNAIO DEL 1503 SBARCAI A PANAMA, DOVE STABILII UN INSEDIAMENTO CHE FUI POI COSTRETTO AD ABBANDONARE A CAUSA DI UN
AMMUTINAMENTO E DEI CRESCENTI PROBLEMI CON GLI INDIGENI. LA SPEDIZIONE, RIDOTTA NEL FRATTEMPO A DUE SOLE NAVI, FECE NUOVAMENTE
ROTTA VERSO HISPANIOLA, MA ENTRAMBE LE IMBARCAZIONI AFFONDARONO. COSI INVIAI A HISPANIOLA UNA RICHIESTA DI AIUTO MENTRE
COSTRINGEVO GLI INDIGENI A PROCURARE IL CIBO PER I MIEI UOMINI. I SOCCORSI ARRIVARONO SOLAMENTE UN ANNO DOPO, CON UN RITARDO
VOLUTO INTENZIONALMENTE DAL GOVERNATORE. I SUPERSTITI DELLA SPEDIZIONE FURONO IMBARCATI NEL 1504 ALLA VOLTA DI SANTO DOMINGO,
DA DOVE, IL 7 NOVEMBRE, RAGGIUNSERO LA SPAGNA. DOPO QUEL GIORNO NON AVREI MAI PIÙ NAVIGATO. TORNATO ALLA CORTE REALE APPRESI
CON DOLORE LA NOTIZIA DELLA MORTE DELLA REGINA ISABELLA, MIA PROTETTRICE, E VENNI ACCOLTO MOLTO FREDDAMENTE DAL RE CHE TENTÒ DI
SBARAZZARSI SI ME, PER NON FAR FRONTE AGLI ACCORDI PRECEDENTEMENTE PRESI. RIMASE DEMORALIZZATO E ACCASCIATO E MI RITIRAI A
VALLADOLID, DOVE STO TUTTORA TRASCORRENDO IL RESTO DELLA MIA VITA.


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THE END
LAVORO DI:
ALICE,ENRICO,GIORGIO E DIEGO.