LE PERSONE CON DISABILITA’ AL TEMPO DELLA CRISI Diritti inalienabili, opportunità e prospettive IL Piano Sanitario e Sociosanitario Regionale 2010 - 2012 Giuseppe BAZZO Annalisa FAGGIONATO Palmanova, 22

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Slide 1

LE PERSONE CON DISABILITA’
AL TEMPO DELLA CRISI
Diritti inalienabili,
opportunità e
prospettive

IL Piano Sanitario e Sociosanitario Regionale 2010 - 2012
Giuseppe BAZZO
Annalisa FAGGIONATO
Palmanova, 22 ottobre 2010

Contenuti della presentazione:

Premessa: il sistema di welfare in FVG
Alcuni dati di contesto
Il PSSR 2010 – 2012: impegni per il prossimo futuro

2

Il sistema di protezione sociale in FVG


Le LL.RR emanate dal 2003 ed in particolare la LR n. 6/2006 “Sistema integrato
di interventi e servizi per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza
sociale” hanno l’obiettivo generale di promuovere il benessere della comunità
regionale attraverso l’innovazione e lo sviluppo del sistema di welfare
regionale che pone al centro di un sistema integrato di interventi e servizi
la persona e la sua famiglia.



Un primo obiettivo è il superamento dell’ottica meramente assistenziale e
l’affermazione di una strategia di integrazione delle diverse politiche del
welfare, specie per quelle che incidono sulla qualità della vita dei cittadini
(politiche sociali, sanitarie, educative, formative, del lavoro, dei trasporti, ecc.).



Un altro obiettivo è l’innovazione di un impianto per molti versi superato,
attraverso il rilancio di un sistema istituzionale e di servizi sociali capace di
garantire un più elevato livello d’offerta.
3

L’attuale quadro normativo prevede cambiamenti:


nel concetto di assistenza:




diritto dei cittadini di partecipare alle decisioni che li riguardano
promozione dello sviluppo della persona umana
favorire la cittadinanza attiva



nel ruolo dell’Ente Locale ed in particolare dei Comuni associati nei 19 ambiti;



nel ruolo degli operatori sociali





nell’organizzazione dei servizi e degli interventi




basata su progetti e processi e non tanto su procedimenti ed atti;

nel modo di fare amministrazione




migliorare la capacità di presa in carico dei problemi delle persone e delle famiglie in un’ottica
negoziale
maggiore capacità di lettura dei fenomeni sociali e di coerente programmazione

non semplice produzione di regole ma maggiore attenzione ai risultati;

nelle modalità e nei contenuti della pianificazione e della programmazione attuativa


a tutti i livelli (regionale e locale) sempre più caratterizzata da modalità concertative e
partecipative.
4

Un percorso verso un sistema di

“welfare di responsabilità condivise”
I termini “Integrazione delle politiche“ di protezione sociale con le più generali
politiche sociali e “governance”, vale a dire “governo partecipato”, sono
le espressioni che meglio di altre descrivono il mutamento in atto nella nostra
Regione e meglio si correlano con il concetto di “welfare comunitario”, inteso come
costruzione di un “welfare di responsabilità condivise”, finalità generale cui tende
l’intero processo di riforma regionale.

5

LIVELLI DI GOVERNANCE
L.R. n. 23/2004 rappresenta uno snodo importante perché oltre a definire
le modalità di partecipazione degli enti locali alla programmazione
sociale sociosanitaria e sanitaria nei diversi livelli (regionale,
aziendale e di ambito distrettuale) definisce anche gli strumenti di
programmazione sanitaria, sociosanitaria e sociale:
Sanitario

Sociale

Livello
regionale

• Piano sanitario e sociosanitario

• Piano regionale degli
interventi e dei servizi sociali

Livello locale

• Piano attuativo locale (PAL) e
• Piano di zona (PdZ)
Piano attuativo ospedaliero (PAO)
• Programma delle attività
territoriali (PAT)

6

Governance

• Livello regionale
– definizione delle linee generali e degli obiettivi
strategici della programmazione, la determinazione
dei livelli di assistenza, i criteri e i modelli di
valutazione, la politica della spesa, l’esercizio delle
funzioni
di
indirizzo,
accompagnamento,
monitoraggio e controllo;

• Livello locale
– programmazione territoriale, pianificazione degli
interventi, organizzazione e gestione associata dei
servizi, valutazione dei risultati e governo della
rete, implementazione flussi informativi, gestione
delle risorse e rendicontazione della spesa.
7

Aree che saranno
argomento
specifico a partire
dal 2011 del
Piano locale per
la disabilità. Detto
sarà recepito nei
PAT e nei PdZ

Azioni congiunte nelle
aree di integrazione
sociosanitaria

L’elaborazione congiunta riguarda particolarmente:







la prevenzione e assistenza materno-infantile;
l’assistenza, riabilitazione ed integrazione sociale delle persone con disabilità;
la tutela della salute delle persone anziane;
la cura e recupero dei soggetti tossicodipendenti;
la cura e recupero dei soggetti malati di mente;
le situazioni di non autosufficienza, temporanea o permanente, derivanti da patologie
diverse.

9

Qualche dato in sintesi

10

Persone con riconoscimento di invalidità civile e con
certificazione di handicap ai sensi della L. 104/92
ANNO 2005
n. persone viventi al 31.12.05

TOTALE

Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

52.007

1.774

653

ANNO 2008
n. persone viventi al 31.12.08
Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

75.899

2.078

776

Circa 76.000 persone vivono con una disabilità più o meno grave nella nostra regione.
Prevalenti le persone anziane, ultrasessantacinquenni, non autosufficienti per le conseguenze
di malattie invalidanti e dei processi di invecchiamento (sono circa 51.000)
Sono circa 25.000 le persone con disabilità di età inferiore ai 65 anni
Circa 2.000 i minori con malformazioni per effetto di traumi neonatali o di fattori genetici o
altre cause.

11

Servizio Sociale dei Comuni: gli utenti in carico

2007
Tot. Utenti

2008
di cui disabili

Tot. Utenti

2009
di cui disabili

Tot. Utenti

di cui disabili

MF

MF

%

MF

MF

%

MF

MF

%

0-17 anni

5.979

1.516

25,4

6.836

1.722

25,2

7.572

1.889

24,9

18-24 anni

2.727

840

30,8

3.806

986

25,9

4.840

1.086

22,4

35-64 anni

6.803

1.999

29,4

9.805

2.428

24,8

12.638

2.893

22,9

65-74 anni

2.571

691

26,9

3.206

870

27,1

3.883

974

25,1

75 e +

10.069

2.856

28,4

12.699

3.673

28,9

15.552

4.195

27,0

Totale
FVG

28.149

7.902

28,1

36.352

9.679

26,6

44.485

11.037

24,8

Fonte: SISS su dati CSI (il dato 2007 risulta non completo)

12

Servizio Sociale dei Comuni: i minori disabili in carico
2007

2008

2009

1.516

1.722

1.889

• con interventi socioeducativi a scuola

214

271

474

• con interventi assistenziali a scuola

229

273

444

• con interventi socioeducativi di gruppo

60

62

86

• con interventi socioeducativi individuali

739

810

954

Totale minori in carico ai SSC
di cui utenti con interventi di cui lett. A) e b) , art. 6 LR 41/96:

Gli interventi socio-educativi a scuola quanto risultano essere una variabile dipendente dalle risorse
(insegnante di sostegno, altro personale docente) messe in campo dalla scuola?

13

Alunni certificati a.s. 2009 - 2010
Situazione anno scolastico 2009 - 2010
Pop.
scolastica

Tot. alunni
disabili

% alunni disabili
su pop. scol.

GO

17.414

427

2,45

PN

37.173

567

1,53

TS

23.334

424

1,82

UD

63.662

1.177

1,85

Tot.

141.583

2.595

1,83

Gli alunni certificati ai sensi della Legge 104/92
nell’anno
scolastico
2009-2010
hanno
rappresentato l’1,83% della popolazione scolastica

Passaggio
dalla scuola
alla vita
adulta: quali
prospettive?
Nell’adolescente
con
disabilità emerge come in
tutti gli adolescenti la
necessità di un "progetto
di vita“ .

regionale (media nazionale: 2,3%).

14

Persone con disabilità nei centri diurni (art. 6, lett. e), f) LR 41/96)
.

TOTALE

2006

2007

2008

2009

993

1.108

1.154

1.220

La rete dei servizi diurni rappresenta indubbiamente una risorsa importante per
garantire, soprattutto dopo l’uscita dal sistema scolastico delle persone con gravi
compromissioni di funzionamento, un percorso assistenziale, educativo e socioriabilitativo.
Riteniamo che tale offerta vada tuttavia riqualificata. Oggi c’è il rischio che tale
offerta rappresenti per molti territori l’unica risposta strutturata anche per quelle
persone per le quali è possibile intravedere possibilità alternative al tradizionale
centro diurno.
E’ necessario che i centri diurni:
• riaffermino la propria funzione educativa e abilitativa finalizzata all’emancipazione
della persona disabile;
• Evolvano attraverso nuove proposte operative, soluzioni differenziate più
qualificanti e capaci di promuovere una migliore qualità di vita soprattutto per i
disabili che oggi escono dalla scuola.
15

Persone con disabilità nei servizi residenziali
TOTALE

2006

2007

2008

2009

158

285

324

368

Le strutture residenziali stanno cercando di rispondere al meglio alle richieste di residenzialità
extradomiciliare:

Sta invecchiando la generazione dei genitori che ha fatto la scelta di mantenere i propri figli in famiglia.
Per molti di loro, il tema, mai tramontato, del “dopo di noi” rimane una questione cruciale.
Avvertiamo la necessità di sperimentare soluzioni abitative complementari/alternative alle attuali
strutture residenziali in grado di valorizzare le capacità e le esigenze di autonomia e di vita indipendente
in particolare per le persone con disabilità meno gravi e discreti livelli di autonomia.
Le famiglie chiedono un sostegno al loro lavoro di cura con servizi di emergenza e sollievo, nonché
con programmi di auto-mutuo-aiuto, di sostegno psicologico e promozione delle competenze dei
famigliari.
Va promossa la conoscenza e l'utilizzo da parte delle famiglie con figli adulti con disabilità di tutte le
misure di tutela giuridica oggi disponibili (amministratore di sostegno, ecc).

16

Servizi attivati nel periodo 2005 - 2009
2005

TOTALE

2009

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

64

22

76

38

La crescita significativa di utenti registrata in questi anni ci deve far
riflettere in prospettiva su più fattori:





Quali servizi sono necessari? E’ possibile sperimentare modelli organizzativi innovativi
che permettano di recuperare efficienza e garantiscano comunque qualità della vita?
Come possiamo affrontare il tema della sostenibilità economica nel tempo a fronte di un
effetto “pile up” registrato da tutti i servizi?
L’orientamento delle strutture verso interventi più incisivi di promozione dell’autonomia e
di inclusione sociale può determinare una condizione facilitante di emancipazione della
persona con disabilità e favorire un suo minor livello di dipendenza?
La tecnologia (domotica, controllo sull’ambiente, …) può esserci di aiuto per sviluppare
modelli di assistenza innovativi e meno costosi?
17

Persone con disabilità in carico ai Servizi per
l’integrazione lavorativa
TOTALE

2006

2007

2008

2009

715

726

758

791

Il diritto al lavoro per le persone svantaggiate e per le persone con disabilità
rimane un percorso su cui continuare a porre la massima attenzione.
Sono necessarie modalità stabili di collegamento e di integrazione tra diversi
attori che si occupano delle politiche di formazione, occupazione, inclusione
sociale e lavorativa, welfare locale e imprese, per creare condizioni più ottimali a
favore dell’inclusione della persona disabile nei contesti lavorativi.
Va rivalutato il ruolo del SIL, anche in un’ottica strategica per rafforzare gli
interventi che favoriscono la presenza di persone con disabilità in contesti
lavorativi/occupazionali anche con finalità assistenziali qualora non vi siano i
requisiti per un percorso di inserimento lavorativo più evoluto.
18

Finanziamento agli Enti gestori dei servizi per l'handicap
(regionale, comunale e altro finanziamento)
Fonte
finanziamento

2006

2007

2008

2009

da Regione

€ 20.800.000,00

€ 22.160.000,00

€ 23.300.000,00

€ 26.900.000,00

da Comuni

€ 13.239.308,51

€ 13.572.978,69

€ 14.518.352,92

€ 12.878.117,97

€ 2.315.922,33

€ 2.256.277,81

€ 3.423.384,24

€ 3.291.612,88

€ 36.355.230,84

€ 37.989.256,50

€ 41.241.737,16

€ 43.069.730,85

Da altre fonti
(Provincia, ecc.)
TOTALE

19

Non può essere trascurato l’impegno del sistema regionale sul fronte delle
risorse (la spesa sociale procapite negli ultimi anni è significativamente
superiore alla media nazionale).
Spesa(1) sociale
pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni
Tav. 1 - Spesa sociale pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni singoli e associati per regione e
ripartizipone
anni 2005-2007
singoli e associati
pergeografica,
regione
e ripartizione geografica, anni 2004-2007
2005-2007
(1)

Ripartizioni geografiche
Regioni e Ripartizioni geografiche
Friuli-Venezia Giulia

Friuli-Venezia Giulia
Nord-ovest

Nord-ovest
Nord-est

Centro
Sud

Nord-est
Centro
Sud
Isole
ITALIA

Spesa pro-capite(2)
Spesa pro-capite(2)

2004
148,9
111,9
135,2

103,6
38,1

2005
2005

2004

148,9

173,1

111,9

112,6

173,1

146,1
112,6

135,2
103,6

111,0

146,1
38,1
40,1
84,0
111,0

73,2
92,4

98,0

40,1

2006
2007
2006
2007

197,3

189,8

117,5

125,4

197,3

189,8

117,5 148,7 125,4

145,6
113,8

145,6
44,0
86,4
113,8

101,0

44,0

122,4
51,6
90,5
107,8

148,7

122,4
51,6

Isole

73,2

84,0

86,4

90,5

ITALIA

92,4

98,0

101,0

107,8

Fonte: Istat
(1) Si intende la spesa in conto corrente di competenza impegnata per l’erogazione dei servizi o degli interventi socio-assistenziali
da parte di Comuni e associazioni di comuni. Sono incluse le spese per il personale, per l’affitto di immobili o attrezzature e per
l’acquisto di beni e servizi (spesa gestita direttamente). La spesa è indicata in euro, al netto della compartecipazione degli utenti e
del Servizio sanitario nazionale.

Scelta strategica del
PSSR 2010 – 2012

• Nel confermare gli obblighi di attività previsti
dalle pianificazioni e/o indirizzi vigenti, il PSSR
2010-2012 pone la lente di ingrandimento sulla
presa in carico integrata delle persone con
malattie croniche e con disabilità.

21

Perché una lente di
ingrandimento
sulla
disabilità?
Le persone con malattie croniche e con disabilità:


chiedono particolare attenzione rispetto all’inclusione
sociale nei vari contesti comunitari;



chiedono spesso assistenza e cure continuative sia
sanitarie che sociali;



una quota significativa di risorse pubbliche è destinata a
loro;



impegnano significative quote di professionisti;



con le loro famiglie concorrono economicamente alla
propria cura e assistenza.

22

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Miglioramento del sistema di accesso ai servizi (migliorare la
funzione di informazione, di orientamento e di accompagnamento ai
servizi).
• L’adozione di sistemi unitari di valutazione del funzionamento della
persona con disabilità basato su ICF (adozione di una metodologia
valutativa uniforme e standardizzata);
• Adozione sistematica del progetto personalizzato redatto secondo
un impianto regionale uniforme e coerente con la valutazione
• Miglioramento della presa in carico integrata delle persone che
richiedono interventi sanitari e sociali unitariamente e definizione delle
responsabilità sul caso;

23

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012

• Definizione di un catalogo dei servizi sociosanitari;
• Monitoraggio degli attuali strumenti di sostegno della domiciliarità;

• Avvio percorso di riqualificazione delle strutture semiresidenziali e
residenziali;
• Accreditamento dei servizi per la disabilità.

24

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Ricomposizione delle risorse pubbliche regionali e ottimizzazione delle
stesse.
• Revisione e potenziamento
sociosanitario e sociale.

del

sistema

regionale

informativo

• Riavvio della programmazione locale PAT e PdZ e predisposizione di un
nuovo strumento di pianificazione settoriale specifico per la disabilità
(PLD).

25

Rilancio della programmazione locale 2011
• Rilancio della pianificazione locale condivisa e partecipata:
– Dobbiamo essere capaci di produrre documenti di pianificazione che non
siano dichiarazione del “dover essere” o “del sarebbe bello”, ma documenti
le cui azioni e interventi abbiano la caratteristica di fattibilità, quindi:
– Attenzione alla realizzabilità di quanto programmato;
– Definizione, sulla scorta delle risorse disponibili, di una scala di priorità di
azioni e interventi coerenti con i bisogni delle persone e delle famiglie.

• Perseguire l’integrazione territoriale tra i servizi alla persona e i diversi
soggetti del sistema comunitario come valore per lo sviluppo e il
benessere delle nostre comunità.

26

Perché l’integrazione? Tre grandi motivi di merito:


L'integrazione genera maggiore efficacia di cura e di sostegno in
particolare a fronte di una crescita esponenziale delle patologie croniche
che richiedono lungo-assistenza e che coinvolgono pesantemente i nuclei
familiari degli assistiti sempre più non autosufficienti;



L'integrazione favorisce un uso più efficiente
superando le frammentazioni e le duplicazioni improprie;



L'integrazione riduce il disagio dei cittadini nel rapporto con i servizi
concentrando i punti di accesso alle reti dei servizi e rendendo, quindi,
meno problematica, da parte del cittadino, l'affannosa ricerca di servizi
e sportelli differenziati per materia e "target" assistenziale.

delle

risorse

27

Conclusioni
Ritengo che dobbiamo sentirci pronti alla sfida. La quantità dei servizi è buona, la
qualità può essere certamente migliorata.

Dobbiamo cercare di giocarci bene questa nuova partita.

Uscirne insieme è la democrazia e una società giusta.

28


Slide 2

LE PERSONE CON DISABILITA’
AL TEMPO DELLA CRISI
Diritti inalienabili,
opportunità e
prospettive

IL Piano Sanitario e Sociosanitario Regionale 2010 - 2012
Giuseppe BAZZO
Annalisa FAGGIONATO
Palmanova, 22 ottobre 2010

Contenuti della presentazione:

Premessa: il sistema di welfare in FVG
Alcuni dati di contesto
Il PSSR 2010 – 2012: impegni per il prossimo futuro

2

Il sistema di protezione sociale in FVG


Le LL.RR emanate dal 2003 ed in particolare la LR n. 6/2006 “Sistema integrato
di interventi e servizi per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza
sociale” hanno l’obiettivo generale di promuovere il benessere della comunità
regionale attraverso l’innovazione e lo sviluppo del sistema di welfare
regionale che pone al centro di un sistema integrato di interventi e servizi
la persona e la sua famiglia.



Un primo obiettivo è il superamento dell’ottica meramente assistenziale e
l’affermazione di una strategia di integrazione delle diverse politiche del
welfare, specie per quelle che incidono sulla qualità della vita dei cittadini
(politiche sociali, sanitarie, educative, formative, del lavoro, dei trasporti, ecc.).



Un altro obiettivo è l’innovazione di un impianto per molti versi superato,
attraverso il rilancio di un sistema istituzionale e di servizi sociali capace di
garantire un più elevato livello d’offerta.
3

L’attuale quadro normativo prevede cambiamenti:


nel concetto di assistenza:




diritto dei cittadini di partecipare alle decisioni che li riguardano
promozione dello sviluppo della persona umana
favorire la cittadinanza attiva



nel ruolo dell’Ente Locale ed in particolare dei Comuni associati nei 19 ambiti;



nel ruolo degli operatori sociali





nell’organizzazione dei servizi e degli interventi




basata su progetti e processi e non tanto su procedimenti ed atti;

nel modo di fare amministrazione




migliorare la capacità di presa in carico dei problemi delle persone e delle famiglie in un’ottica
negoziale
maggiore capacità di lettura dei fenomeni sociali e di coerente programmazione

non semplice produzione di regole ma maggiore attenzione ai risultati;

nelle modalità e nei contenuti della pianificazione e della programmazione attuativa


a tutti i livelli (regionale e locale) sempre più caratterizzata da modalità concertative e
partecipative.
4

Un percorso verso un sistema di

“welfare di responsabilità condivise”
I termini “Integrazione delle politiche“ di protezione sociale con le più generali
politiche sociali e “governance”, vale a dire “governo partecipato”, sono
le espressioni che meglio di altre descrivono il mutamento in atto nella nostra
Regione e meglio si correlano con il concetto di “welfare comunitario”, inteso come
costruzione di un “welfare di responsabilità condivise”, finalità generale cui tende
l’intero processo di riforma regionale.

5

LIVELLI DI GOVERNANCE
L.R. n. 23/2004 rappresenta uno snodo importante perché oltre a definire
le modalità di partecipazione degli enti locali alla programmazione
sociale sociosanitaria e sanitaria nei diversi livelli (regionale,
aziendale e di ambito distrettuale) definisce anche gli strumenti di
programmazione sanitaria, sociosanitaria e sociale:
Sanitario

Sociale

Livello
regionale

• Piano sanitario e sociosanitario

• Piano regionale degli
interventi e dei servizi sociali

Livello locale

• Piano attuativo locale (PAL) e
• Piano di zona (PdZ)
Piano attuativo ospedaliero (PAO)
• Programma delle attività
territoriali (PAT)

6

Governance

• Livello regionale
– definizione delle linee generali e degli obiettivi
strategici della programmazione, la determinazione
dei livelli di assistenza, i criteri e i modelli di
valutazione, la politica della spesa, l’esercizio delle
funzioni
di
indirizzo,
accompagnamento,
monitoraggio e controllo;

• Livello locale
– programmazione territoriale, pianificazione degli
interventi, organizzazione e gestione associata dei
servizi, valutazione dei risultati e governo della
rete, implementazione flussi informativi, gestione
delle risorse e rendicontazione della spesa.
7

Aree che saranno
argomento
specifico a partire
dal 2011 del
Piano locale per
la disabilità. Detto
sarà recepito nei
PAT e nei PdZ

Azioni congiunte nelle
aree di integrazione
sociosanitaria

L’elaborazione congiunta riguarda particolarmente:







la prevenzione e assistenza materno-infantile;
l’assistenza, riabilitazione ed integrazione sociale delle persone con disabilità;
la tutela della salute delle persone anziane;
la cura e recupero dei soggetti tossicodipendenti;
la cura e recupero dei soggetti malati di mente;
le situazioni di non autosufficienza, temporanea o permanente, derivanti da patologie
diverse.

9

Qualche dato in sintesi

10

Persone con riconoscimento di invalidità civile e con
certificazione di handicap ai sensi della L. 104/92
ANNO 2005
n. persone viventi al 31.12.05

TOTALE

Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

52.007

1.774

653

ANNO 2008
n. persone viventi al 31.12.08
Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

75.899

2.078

776

Circa 76.000 persone vivono con una disabilità più o meno grave nella nostra regione.
Prevalenti le persone anziane, ultrasessantacinquenni, non autosufficienti per le conseguenze
di malattie invalidanti e dei processi di invecchiamento (sono circa 51.000)
Sono circa 25.000 le persone con disabilità di età inferiore ai 65 anni
Circa 2.000 i minori con malformazioni per effetto di traumi neonatali o di fattori genetici o
altre cause.

11

Servizio Sociale dei Comuni: gli utenti in carico

2007
Tot. Utenti

2008
di cui disabili

Tot. Utenti

2009
di cui disabili

Tot. Utenti

di cui disabili

MF

MF

%

MF

MF

%

MF

MF

%

0-17 anni

5.979

1.516

25,4

6.836

1.722

25,2

7.572

1.889

24,9

18-24 anni

2.727

840

30,8

3.806

986

25,9

4.840

1.086

22,4

35-64 anni

6.803

1.999

29,4

9.805

2.428

24,8

12.638

2.893

22,9

65-74 anni

2.571

691

26,9

3.206

870

27,1

3.883

974

25,1

75 e +

10.069

2.856

28,4

12.699

3.673

28,9

15.552

4.195

27,0

Totale
FVG

28.149

7.902

28,1

36.352

9.679

26,6

44.485

11.037

24,8

Fonte: SISS su dati CSI (il dato 2007 risulta non completo)

12

Servizio Sociale dei Comuni: i minori disabili in carico
2007

2008

2009

1.516

1.722

1.889

• con interventi socioeducativi a scuola

214

271

474

• con interventi assistenziali a scuola

229

273

444

• con interventi socioeducativi di gruppo

60

62

86

• con interventi socioeducativi individuali

739

810

954

Totale minori in carico ai SSC
di cui utenti con interventi di cui lett. A) e b) , art. 6 LR 41/96:

Gli interventi socio-educativi a scuola quanto risultano essere una variabile dipendente dalle risorse
(insegnante di sostegno, altro personale docente) messe in campo dalla scuola?

13

Alunni certificati a.s. 2009 - 2010
Situazione anno scolastico 2009 - 2010
Pop.
scolastica

Tot. alunni
disabili

% alunni disabili
su pop. scol.

GO

17.414

427

2,45

PN

37.173

567

1,53

TS

23.334

424

1,82

UD

63.662

1.177

1,85

Tot.

141.583

2.595

1,83

Gli alunni certificati ai sensi della Legge 104/92
nell’anno
scolastico
2009-2010
hanno
rappresentato l’1,83% della popolazione scolastica

Passaggio
dalla scuola
alla vita
adulta: quali
prospettive?
Nell’adolescente
con
disabilità emerge come in
tutti gli adolescenti la
necessità di un "progetto
di vita“ .

regionale (media nazionale: 2,3%).

14

Persone con disabilità nei centri diurni (art. 6, lett. e), f) LR 41/96)
.

TOTALE

2006

2007

2008

2009

993

1.108

1.154

1.220

La rete dei servizi diurni rappresenta indubbiamente una risorsa importante per
garantire, soprattutto dopo l’uscita dal sistema scolastico delle persone con gravi
compromissioni di funzionamento, un percorso assistenziale, educativo e socioriabilitativo.
Riteniamo che tale offerta vada tuttavia riqualificata. Oggi c’è il rischio che tale
offerta rappresenti per molti territori l’unica risposta strutturata anche per quelle
persone per le quali è possibile intravedere possibilità alternative al tradizionale
centro diurno.
E’ necessario che i centri diurni:
• riaffermino la propria funzione educativa e abilitativa finalizzata all’emancipazione
della persona disabile;
• Evolvano attraverso nuove proposte operative, soluzioni differenziate più
qualificanti e capaci di promuovere una migliore qualità di vita soprattutto per i
disabili che oggi escono dalla scuola.
15

Persone con disabilità nei servizi residenziali
TOTALE

2006

2007

2008

2009

158

285

324

368

Le strutture residenziali stanno cercando di rispondere al meglio alle richieste di residenzialità
extradomiciliare:

Sta invecchiando la generazione dei genitori che ha fatto la scelta di mantenere i propri figli in famiglia.
Per molti di loro, il tema, mai tramontato, del “dopo di noi” rimane una questione cruciale.
Avvertiamo la necessità di sperimentare soluzioni abitative complementari/alternative alle attuali
strutture residenziali in grado di valorizzare le capacità e le esigenze di autonomia e di vita indipendente
in particolare per le persone con disabilità meno gravi e discreti livelli di autonomia.
Le famiglie chiedono un sostegno al loro lavoro di cura con servizi di emergenza e sollievo, nonché
con programmi di auto-mutuo-aiuto, di sostegno psicologico e promozione delle competenze dei
famigliari.
Va promossa la conoscenza e l'utilizzo da parte delle famiglie con figli adulti con disabilità di tutte le
misure di tutela giuridica oggi disponibili (amministratore di sostegno, ecc).

16

Servizi attivati nel periodo 2005 - 2009
2005

TOTALE

2009

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

64

22

76

38

La crescita significativa di utenti registrata in questi anni ci deve far
riflettere in prospettiva su più fattori:





Quali servizi sono necessari? E’ possibile sperimentare modelli organizzativi innovativi
che permettano di recuperare efficienza e garantiscano comunque qualità della vita?
Come possiamo affrontare il tema della sostenibilità economica nel tempo a fronte di un
effetto “pile up” registrato da tutti i servizi?
L’orientamento delle strutture verso interventi più incisivi di promozione dell’autonomia e
di inclusione sociale può determinare una condizione facilitante di emancipazione della
persona con disabilità e favorire un suo minor livello di dipendenza?
La tecnologia (domotica, controllo sull’ambiente, …) può esserci di aiuto per sviluppare
modelli di assistenza innovativi e meno costosi?
17

Persone con disabilità in carico ai Servizi per
l’integrazione lavorativa
TOTALE

2006

2007

2008

2009

715

726

758

791

Il diritto al lavoro per le persone svantaggiate e per le persone con disabilità
rimane un percorso su cui continuare a porre la massima attenzione.
Sono necessarie modalità stabili di collegamento e di integrazione tra diversi
attori che si occupano delle politiche di formazione, occupazione, inclusione
sociale e lavorativa, welfare locale e imprese, per creare condizioni più ottimali a
favore dell’inclusione della persona disabile nei contesti lavorativi.
Va rivalutato il ruolo del SIL, anche in un’ottica strategica per rafforzare gli
interventi che favoriscono la presenza di persone con disabilità in contesti
lavorativi/occupazionali anche con finalità assistenziali qualora non vi siano i
requisiti per un percorso di inserimento lavorativo più evoluto.
18

Finanziamento agli Enti gestori dei servizi per l'handicap
(regionale, comunale e altro finanziamento)
Fonte
finanziamento

2006

2007

2008

2009

da Regione

€ 20.800.000,00

€ 22.160.000,00

€ 23.300.000,00

€ 26.900.000,00

da Comuni

€ 13.239.308,51

€ 13.572.978,69

€ 14.518.352,92

€ 12.878.117,97

€ 2.315.922,33

€ 2.256.277,81

€ 3.423.384,24

€ 3.291.612,88

€ 36.355.230,84

€ 37.989.256,50

€ 41.241.737,16

€ 43.069.730,85

Da altre fonti
(Provincia, ecc.)
TOTALE

19

Non può essere trascurato l’impegno del sistema regionale sul fronte delle
risorse (la spesa sociale procapite negli ultimi anni è significativamente
superiore alla media nazionale).
Spesa(1) sociale
pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni
Tav. 1 - Spesa sociale pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni singoli e associati per regione e
ripartizipone
anni 2005-2007
singoli e associati
pergeografica,
regione
e ripartizione geografica, anni 2004-2007
2005-2007
(1)

Ripartizioni geografiche
Regioni e Ripartizioni geografiche
Friuli-Venezia Giulia

Friuli-Venezia Giulia
Nord-ovest

Nord-ovest
Nord-est

Centro
Sud

Nord-est
Centro
Sud
Isole
ITALIA

Spesa pro-capite(2)
Spesa pro-capite(2)

2004
148,9
111,9
135,2

103,6
38,1

2005
2005

2004

148,9

173,1

111,9

112,6

173,1

146,1
112,6

135,2
103,6

111,0

146,1
38,1
40,1
84,0
111,0

73,2
92,4

98,0

40,1

2006
2007
2006
2007

197,3

189,8

117,5

125,4

197,3

189,8

117,5 148,7 125,4

145,6
113,8

145,6
44,0
86,4
113,8

101,0

44,0

122,4
51,6
90,5
107,8

148,7

122,4
51,6

Isole

73,2

84,0

86,4

90,5

ITALIA

92,4

98,0

101,0

107,8

Fonte: Istat
(1) Si intende la spesa in conto corrente di competenza impegnata per l’erogazione dei servizi o degli interventi socio-assistenziali
da parte di Comuni e associazioni di comuni. Sono incluse le spese per il personale, per l’affitto di immobili o attrezzature e per
l’acquisto di beni e servizi (spesa gestita direttamente). La spesa è indicata in euro, al netto della compartecipazione degli utenti e
del Servizio sanitario nazionale.

Scelta strategica del
PSSR 2010 – 2012

• Nel confermare gli obblighi di attività previsti
dalle pianificazioni e/o indirizzi vigenti, il PSSR
2010-2012 pone la lente di ingrandimento sulla
presa in carico integrata delle persone con
malattie croniche e con disabilità.

21

Perché una lente di
ingrandimento
sulla
disabilità?
Le persone con malattie croniche e con disabilità:


chiedono particolare attenzione rispetto all’inclusione
sociale nei vari contesti comunitari;



chiedono spesso assistenza e cure continuative sia
sanitarie che sociali;



una quota significativa di risorse pubbliche è destinata a
loro;



impegnano significative quote di professionisti;



con le loro famiglie concorrono economicamente alla
propria cura e assistenza.

22

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Miglioramento del sistema di accesso ai servizi (migliorare la
funzione di informazione, di orientamento e di accompagnamento ai
servizi).
• L’adozione di sistemi unitari di valutazione del funzionamento della
persona con disabilità basato su ICF (adozione di una metodologia
valutativa uniforme e standardizzata);
• Adozione sistematica del progetto personalizzato redatto secondo
un impianto regionale uniforme e coerente con la valutazione
• Miglioramento della presa in carico integrata delle persone che
richiedono interventi sanitari e sociali unitariamente e definizione delle
responsabilità sul caso;

23

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012

• Definizione di un catalogo dei servizi sociosanitari;
• Monitoraggio degli attuali strumenti di sostegno della domiciliarità;

• Avvio percorso di riqualificazione delle strutture semiresidenziali e
residenziali;
• Accreditamento dei servizi per la disabilità.

24

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Ricomposizione delle risorse pubbliche regionali e ottimizzazione delle
stesse.
• Revisione e potenziamento
sociosanitario e sociale.

del

sistema

regionale

informativo

• Riavvio della programmazione locale PAT e PdZ e predisposizione di un
nuovo strumento di pianificazione settoriale specifico per la disabilità
(PLD).

25

Rilancio della programmazione locale 2011
• Rilancio della pianificazione locale condivisa e partecipata:
– Dobbiamo essere capaci di produrre documenti di pianificazione che non
siano dichiarazione del “dover essere” o “del sarebbe bello”, ma documenti
le cui azioni e interventi abbiano la caratteristica di fattibilità, quindi:
– Attenzione alla realizzabilità di quanto programmato;
– Definizione, sulla scorta delle risorse disponibili, di una scala di priorità di
azioni e interventi coerenti con i bisogni delle persone e delle famiglie.

• Perseguire l’integrazione territoriale tra i servizi alla persona e i diversi
soggetti del sistema comunitario come valore per lo sviluppo e il
benessere delle nostre comunità.

26

Perché l’integrazione? Tre grandi motivi di merito:


L'integrazione genera maggiore efficacia di cura e di sostegno in
particolare a fronte di una crescita esponenziale delle patologie croniche
che richiedono lungo-assistenza e che coinvolgono pesantemente i nuclei
familiari degli assistiti sempre più non autosufficienti;



L'integrazione favorisce un uso più efficiente
superando le frammentazioni e le duplicazioni improprie;



L'integrazione riduce il disagio dei cittadini nel rapporto con i servizi
concentrando i punti di accesso alle reti dei servizi e rendendo, quindi,
meno problematica, da parte del cittadino, l'affannosa ricerca di servizi
e sportelli differenziati per materia e "target" assistenziale.

delle

risorse

27

Conclusioni
Ritengo che dobbiamo sentirci pronti alla sfida. La quantità dei servizi è buona, la
qualità può essere certamente migliorata.

Dobbiamo cercare di giocarci bene questa nuova partita.

Uscirne insieme è la democrazia e una società giusta.

28


Slide 3

LE PERSONE CON DISABILITA’
AL TEMPO DELLA CRISI
Diritti inalienabili,
opportunità e
prospettive

IL Piano Sanitario e Sociosanitario Regionale 2010 - 2012
Giuseppe BAZZO
Annalisa FAGGIONATO
Palmanova, 22 ottobre 2010

Contenuti della presentazione:

Premessa: il sistema di welfare in FVG
Alcuni dati di contesto
Il PSSR 2010 – 2012: impegni per il prossimo futuro

2

Il sistema di protezione sociale in FVG


Le LL.RR emanate dal 2003 ed in particolare la LR n. 6/2006 “Sistema integrato
di interventi e servizi per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza
sociale” hanno l’obiettivo generale di promuovere il benessere della comunità
regionale attraverso l’innovazione e lo sviluppo del sistema di welfare
regionale che pone al centro di un sistema integrato di interventi e servizi
la persona e la sua famiglia.



Un primo obiettivo è il superamento dell’ottica meramente assistenziale e
l’affermazione di una strategia di integrazione delle diverse politiche del
welfare, specie per quelle che incidono sulla qualità della vita dei cittadini
(politiche sociali, sanitarie, educative, formative, del lavoro, dei trasporti, ecc.).



Un altro obiettivo è l’innovazione di un impianto per molti versi superato,
attraverso il rilancio di un sistema istituzionale e di servizi sociali capace di
garantire un più elevato livello d’offerta.
3

L’attuale quadro normativo prevede cambiamenti:


nel concetto di assistenza:




diritto dei cittadini di partecipare alle decisioni che li riguardano
promozione dello sviluppo della persona umana
favorire la cittadinanza attiva



nel ruolo dell’Ente Locale ed in particolare dei Comuni associati nei 19 ambiti;



nel ruolo degli operatori sociali





nell’organizzazione dei servizi e degli interventi




basata su progetti e processi e non tanto su procedimenti ed atti;

nel modo di fare amministrazione




migliorare la capacità di presa in carico dei problemi delle persone e delle famiglie in un’ottica
negoziale
maggiore capacità di lettura dei fenomeni sociali e di coerente programmazione

non semplice produzione di regole ma maggiore attenzione ai risultati;

nelle modalità e nei contenuti della pianificazione e della programmazione attuativa


a tutti i livelli (regionale e locale) sempre più caratterizzata da modalità concertative e
partecipative.
4

Un percorso verso un sistema di

“welfare di responsabilità condivise”
I termini “Integrazione delle politiche“ di protezione sociale con le più generali
politiche sociali e “governance”, vale a dire “governo partecipato”, sono
le espressioni che meglio di altre descrivono il mutamento in atto nella nostra
Regione e meglio si correlano con il concetto di “welfare comunitario”, inteso come
costruzione di un “welfare di responsabilità condivise”, finalità generale cui tende
l’intero processo di riforma regionale.

5

LIVELLI DI GOVERNANCE
L.R. n. 23/2004 rappresenta uno snodo importante perché oltre a definire
le modalità di partecipazione degli enti locali alla programmazione
sociale sociosanitaria e sanitaria nei diversi livelli (regionale,
aziendale e di ambito distrettuale) definisce anche gli strumenti di
programmazione sanitaria, sociosanitaria e sociale:
Sanitario

Sociale

Livello
regionale

• Piano sanitario e sociosanitario

• Piano regionale degli
interventi e dei servizi sociali

Livello locale

• Piano attuativo locale (PAL) e
• Piano di zona (PdZ)
Piano attuativo ospedaliero (PAO)
• Programma delle attività
territoriali (PAT)

6

Governance

• Livello regionale
– definizione delle linee generali e degli obiettivi
strategici della programmazione, la determinazione
dei livelli di assistenza, i criteri e i modelli di
valutazione, la politica della spesa, l’esercizio delle
funzioni
di
indirizzo,
accompagnamento,
monitoraggio e controllo;

• Livello locale
– programmazione territoriale, pianificazione degli
interventi, organizzazione e gestione associata dei
servizi, valutazione dei risultati e governo della
rete, implementazione flussi informativi, gestione
delle risorse e rendicontazione della spesa.
7

Aree che saranno
argomento
specifico a partire
dal 2011 del
Piano locale per
la disabilità. Detto
sarà recepito nei
PAT e nei PdZ

Azioni congiunte nelle
aree di integrazione
sociosanitaria

L’elaborazione congiunta riguarda particolarmente:







la prevenzione e assistenza materno-infantile;
l’assistenza, riabilitazione ed integrazione sociale delle persone con disabilità;
la tutela della salute delle persone anziane;
la cura e recupero dei soggetti tossicodipendenti;
la cura e recupero dei soggetti malati di mente;
le situazioni di non autosufficienza, temporanea o permanente, derivanti da patologie
diverse.

9

Qualche dato in sintesi

10

Persone con riconoscimento di invalidità civile e con
certificazione di handicap ai sensi della L. 104/92
ANNO 2005
n. persone viventi al 31.12.05

TOTALE

Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

52.007

1.774

653

ANNO 2008
n. persone viventi al 31.12.08
Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

75.899

2.078

776

Circa 76.000 persone vivono con una disabilità più o meno grave nella nostra regione.
Prevalenti le persone anziane, ultrasessantacinquenni, non autosufficienti per le conseguenze
di malattie invalidanti e dei processi di invecchiamento (sono circa 51.000)
Sono circa 25.000 le persone con disabilità di età inferiore ai 65 anni
Circa 2.000 i minori con malformazioni per effetto di traumi neonatali o di fattori genetici o
altre cause.

11

Servizio Sociale dei Comuni: gli utenti in carico

2007
Tot. Utenti

2008
di cui disabili

Tot. Utenti

2009
di cui disabili

Tot. Utenti

di cui disabili

MF

MF

%

MF

MF

%

MF

MF

%

0-17 anni

5.979

1.516

25,4

6.836

1.722

25,2

7.572

1.889

24,9

18-24 anni

2.727

840

30,8

3.806

986

25,9

4.840

1.086

22,4

35-64 anni

6.803

1.999

29,4

9.805

2.428

24,8

12.638

2.893

22,9

65-74 anni

2.571

691

26,9

3.206

870

27,1

3.883

974

25,1

75 e +

10.069

2.856

28,4

12.699

3.673

28,9

15.552

4.195

27,0

Totale
FVG

28.149

7.902

28,1

36.352

9.679

26,6

44.485

11.037

24,8

Fonte: SISS su dati CSI (il dato 2007 risulta non completo)

12

Servizio Sociale dei Comuni: i minori disabili in carico
2007

2008

2009

1.516

1.722

1.889

• con interventi socioeducativi a scuola

214

271

474

• con interventi assistenziali a scuola

229

273

444

• con interventi socioeducativi di gruppo

60

62

86

• con interventi socioeducativi individuali

739

810

954

Totale minori in carico ai SSC
di cui utenti con interventi di cui lett. A) e b) , art. 6 LR 41/96:

Gli interventi socio-educativi a scuola quanto risultano essere una variabile dipendente dalle risorse
(insegnante di sostegno, altro personale docente) messe in campo dalla scuola?

13

Alunni certificati a.s. 2009 - 2010
Situazione anno scolastico 2009 - 2010
Pop.
scolastica

Tot. alunni
disabili

% alunni disabili
su pop. scol.

GO

17.414

427

2,45

PN

37.173

567

1,53

TS

23.334

424

1,82

UD

63.662

1.177

1,85

Tot.

141.583

2.595

1,83

Gli alunni certificati ai sensi della Legge 104/92
nell’anno
scolastico
2009-2010
hanno
rappresentato l’1,83% della popolazione scolastica

Passaggio
dalla scuola
alla vita
adulta: quali
prospettive?
Nell’adolescente
con
disabilità emerge come in
tutti gli adolescenti la
necessità di un "progetto
di vita“ .

regionale (media nazionale: 2,3%).

14

Persone con disabilità nei centri diurni (art. 6, lett. e), f) LR 41/96)
.

TOTALE

2006

2007

2008

2009

993

1.108

1.154

1.220

La rete dei servizi diurni rappresenta indubbiamente una risorsa importante per
garantire, soprattutto dopo l’uscita dal sistema scolastico delle persone con gravi
compromissioni di funzionamento, un percorso assistenziale, educativo e socioriabilitativo.
Riteniamo che tale offerta vada tuttavia riqualificata. Oggi c’è il rischio che tale
offerta rappresenti per molti territori l’unica risposta strutturata anche per quelle
persone per le quali è possibile intravedere possibilità alternative al tradizionale
centro diurno.
E’ necessario che i centri diurni:
• riaffermino la propria funzione educativa e abilitativa finalizzata all’emancipazione
della persona disabile;
• Evolvano attraverso nuove proposte operative, soluzioni differenziate più
qualificanti e capaci di promuovere una migliore qualità di vita soprattutto per i
disabili che oggi escono dalla scuola.
15

Persone con disabilità nei servizi residenziali
TOTALE

2006

2007

2008

2009

158

285

324

368

Le strutture residenziali stanno cercando di rispondere al meglio alle richieste di residenzialità
extradomiciliare:

Sta invecchiando la generazione dei genitori che ha fatto la scelta di mantenere i propri figli in famiglia.
Per molti di loro, il tema, mai tramontato, del “dopo di noi” rimane una questione cruciale.
Avvertiamo la necessità di sperimentare soluzioni abitative complementari/alternative alle attuali
strutture residenziali in grado di valorizzare le capacità e le esigenze di autonomia e di vita indipendente
in particolare per le persone con disabilità meno gravi e discreti livelli di autonomia.
Le famiglie chiedono un sostegno al loro lavoro di cura con servizi di emergenza e sollievo, nonché
con programmi di auto-mutuo-aiuto, di sostegno psicologico e promozione delle competenze dei
famigliari.
Va promossa la conoscenza e l'utilizzo da parte delle famiglie con figli adulti con disabilità di tutte le
misure di tutela giuridica oggi disponibili (amministratore di sostegno, ecc).

16

Servizi attivati nel periodo 2005 - 2009
2005

TOTALE

2009

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

64

22

76

38

La crescita significativa di utenti registrata in questi anni ci deve far
riflettere in prospettiva su più fattori:





Quali servizi sono necessari? E’ possibile sperimentare modelli organizzativi innovativi
che permettano di recuperare efficienza e garantiscano comunque qualità della vita?
Come possiamo affrontare il tema della sostenibilità economica nel tempo a fronte di un
effetto “pile up” registrato da tutti i servizi?
L’orientamento delle strutture verso interventi più incisivi di promozione dell’autonomia e
di inclusione sociale può determinare una condizione facilitante di emancipazione della
persona con disabilità e favorire un suo minor livello di dipendenza?
La tecnologia (domotica, controllo sull’ambiente, …) può esserci di aiuto per sviluppare
modelli di assistenza innovativi e meno costosi?
17

Persone con disabilità in carico ai Servizi per
l’integrazione lavorativa
TOTALE

2006

2007

2008

2009

715

726

758

791

Il diritto al lavoro per le persone svantaggiate e per le persone con disabilità
rimane un percorso su cui continuare a porre la massima attenzione.
Sono necessarie modalità stabili di collegamento e di integrazione tra diversi
attori che si occupano delle politiche di formazione, occupazione, inclusione
sociale e lavorativa, welfare locale e imprese, per creare condizioni più ottimali a
favore dell’inclusione della persona disabile nei contesti lavorativi.
Va rivalutato il ruolo del SIL, anche in un’ottica strategica per rafforzare gli
interventi che favoriscono la presenza di persone con disabilità in contesti
lavorativi/occupazionali anche con finalità assistenziali qualora non vi siano i
requisiti per un percorso di inserimento lavorativo più evoluto.
18

Finanziamento agli Enti gestori dei servizi per l'handicap
(regionale, comunale e altro finanziamento)
Fonte
finanziamento

2006

2007

2008

2009

da Regione

€ 20.800.000,00

€ 22.160.000,00

€ 23.300.000,00

€ 26.900.000,00

da Comuni

€ 13.239.308,51

€ 13.572.978,69

€ 14.518.352,92

€ 12.878.117,97

€ 2.315.922,33

€ 2.256.277,81

€ 3.423.384,24

€ 3.291.612,88

€ 36.355.230,84

€ 37.989.256,50

€ 41.241.737,16

€ 43.069.730,85

Da altre fonti
(Provincia, ecc.)
TOTALE

19

Non può essere trascurato l’impegno del sistema regionale sul fronte delle
risorse (la spesa sociale procapite negli ultimi anni è significativamente
superiore alla media nazionale).
Spesa(1) sociale
pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni
Tav. 1 - Spesa sociale pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni singoli e associati per regione e
ripartizipone
anni 2005-2007
singoli e associati
pergeografica,
regione
e ripartizione geografica, anni 2004-2007
2005-2007
(1)

Ripartizioni geografiche
Regioni e Ripartizioni geografiche
Friuli-Venezia Giulia

Friuli-Venezia Giulia
Nord-ovest

Nord-ovest
Nord-est

Centro
Sud

Nord-est
Centro
Sud
Isole
ITALIA

Spesa pro-capite(2)
Spesa pro-capite(2)

2004
148,9
111,9
135,2

103,6
38,1

2005
2005

2004

148,9

173,1

111,9

112,6

173,1

146,1
112,6

135,2
103,6

111,0

146,1
38,1
40,1
84,0
111,0

73,2
92,4

98,0

40,1

2006
2007
2006
2007

197,3

189,8

117,5

125,4

197,3

189,8

117,5 148,7 125,4

145,6
113,8

145,6
44,0
86,4
113,8

101,0

44,0

122,4
51,6
90,5
107,8

148,7

122,4
51,6

Isole

73,2

84,0

86,4

90,5

ITALIA

92,4

98,0

101,0

107,8

Fonte: Istat
(1) Si intende la spesa in conto corrente di competenza impegnata per l’erogazione dei servizi o degli interventi socio-assistenziali
da parte di Comuni e associazioni di comuni. Sono incluse le spese per il personale, per l’affitto di immobili o attrezzature e per
l’acquisto di beni e servizi (spesa gestita direttamente). La spesa è indicata in euro, al netto della compartecipazione degli utenti e
del Servizio sanitario nazionale.

Scelta strategica del
PSSR 2010 – 2012

• Nel confermare gli obblighi di attività previsti
dalle pianificazioni e/o indirizzi vigenti, il PSSR
2010-2012 pone la lente di ingrandimento sulla
presa in carico integrata delle persone con
malattie croniche e con disabilità.

21

Perché una lente di
ingrandimento
sulla
disabilità?
Le persone con malattie croniche e con disabilità:


chiedono particolare attenzione rispetto all’inclusione
sociale nei vari contesti comunitari;



chiedono spesso assistenza e cure continuative sia
sanitarie che sociali;



una quota significativa di risorse pubbliche è destinata a
loro;



impegnano significative quote di professionisti;



con le loro famiglie concorrono economicamente alla
propria cura e assistenza.

22

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Miglioramento del sistema di accesso ai servizi (migliorare la
funzione di informazione, di orientamento e di accompagnamento ai
servizi).
• L’adozione di sistemi unitari di valutazione del funzionamento della
persona con disabilità basato su ICF (adozione di una metodologia
valutativa uniforme e standardizzata);
• Adozione sistematica del progetto personalizzato redatto secondo
un impianto regionale uniforme e coerente con la valutazione
• Miglioramento della presa in carico integrata delle persone che
richiedono interventi sanitari e sociali unitariamente e definizione delle
responsabilità sul caso;

23

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012

• Definizione di un catalogo dei servizi sociosanitari;
• Monitoraggio degli attuali strumenti di sostegno della domiciliarità;

• Avvio percorso di riqualificazione delle strutture semiresidenziali e
residenziali;
• Accreditamento dei servizi per la disabilità.

24

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Ricomposizione delle risorse pubbliche regionali e ottimizzazione delle
stesse.
• Revisione e potenziamento
sociosanitario e sociale.

del

sistema

regionale

informativo

• Riavvio della programmazione locale PAT e PdZ e predisposizione di un
nuovo strumento di pianificazione settoriale specifico per la disabilità
(PLD).

25

Rilancio della programmazione locale 2011
• Rilancio della pianificazione locale condivisa e partecipata:
– Dobbiamo essere capaci di produrre documenti di pianificazione che non
siano dichiarazione del “dover essere” o “del sarebbe bello”, ma documenti
le cui azioni e interventi abbiano la caratteristica di fattibilità, quindi:
– Attenzione alla realizzabilità di quanto programmato;
– Definizione, sulla scorta delle risorse disponibili, di una scala di priorità di
azioni e interventi coerenti con i bisogni delle persone e delle famiglie.

• Perseguire l’integrazione territoriale tra i servizi alla persona e i diversi
soggetti del sistema comunitario come valore per lo sviluppo e il
benessere delle nostre comunità.

26

Perché l’integrazione? Tre grandi motivi di merito:


L'integrazione genera maggiore efficacia di cura e di sostegno in
particolare a fronte di una crescita esponenziale delle patologie croniche
che richiedono lungo-assistenza e che coinvolgono pesantemente i nuclei
familiari degli assistiti sempre più non autosufficienti;



L'integrazione favorisce un uso più efficiente
superando le frammentazioni e le duplicazioni improprie;



L'integrazione riduce il disagio dei cittadini nel rapporto con i servizi
concentrando i punti di accesso alle reti dei servizi e rendendo, quindi,
meno problematica, da parte del cittadino, l'affannosa ricerca di servizi
e sportelli differenziati per materia e "target" assistenziale.

delle

risorse

27

Conclusioni
Ritengo che dobbiamo sentirci pronti alla sfida. La quantità dei servizi è buona, la
qualità può essere certamente migliorata.

Dobbiamo cercare di giocarci bene questa nuova partita.

Uscirne insieme è la democrazia e una società giusta.

28


Slide 4

LE PERSONE CON DISABILITA’
AL TEMPO DELLA CRISI
Diritti inalienabili,
opportunità e
prospettive

IL Piano Sanitario e Sociosanitario Regionale 2010 - 2012
Giuseppe BAZZO
Annalisa FAGGIONATO
Palmanova, 22 ottobre 2010

Contenuti della presentazione:

Premessa: il sistema di welfare in FVG
Alcuni dati di contesto
Il PSSR 2010 – 2012: impegni per il prossimo futuro

2

Il sistema di protezione sociale in FVG


Le LL.RR emanate dal 2003 ed in particolare la LR n. 6/2006 “Sistema integrato
di interventi e servizi per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza
sociale” hanno l’obiettivo generale di promuovere il benessere della comunità
regionale attraverso l’innovazione e lo sviluppo del sistema di welfare
regionale che pone al centro di un sistema integrato di interventi e servizi
la persona e la sua famiglia.



Un primo obiettivo è il superamento dell’ottica meramente assistenziale e
l’affermazione di una strategia di integrazione delle diverse politiche del
welfare, specie per quelle che incidono sulla qualità della vita dei cittadini
(politiche sociali, sanitarie, educative, formative, del lavoro, dei trasporti, ecc.).



Un altro obiettivo è l’innovazione di un impianto per molti versi superato,
attraverso il rilancio di un sistema istituzionale e di servizi sociali capace di
garantire un più elevato livello d’offerta.
3

L’attuale quadro normativo prevede cambiamenti:


nel concetto di assistenza:




diritto dei cittadini di partecipare alle decisioni che li riguardano
promozione dello sviluppo della persona umana
favorire la cittadinanza attiva



nel ruolo dell’Ente Locale ed in particolare dei Comuni associati nei 19 ambiti;



nel ruolo degli operatori sociali





nell’organizzazione dei servizi e degli interventi




basata su progetti e processi e non tanto su procedimenti ed atti;

nel modo di fare amministrazione




migliorare la capacità di presa in carico dei problemi delle persone e delle famiglie in un’ottica
negoziale
maggiore capacità di lettura dei fenomeni sociali e di coerente programmazione

non semplice produzione di regole ma maggiore attenzione ai risultati;

nelle modalità e nei contenuti della pianificazione e della programmazione attuativa


a tutti i livelli (regionale e locale) sempre più caratterizzata da modalità concertative e
partecipative.
4

Un percorso verso un sistema di

“welfare di responsabilità condivise”
I termini “Integrazione delle politiche“ di protezione sociale con le più generali
politiche sociali e “governance”, vale a dire “governo partecipato”, sono
le espressioni che meglio di altre descrivono il mutamento in atto nella nostra
Regione e meglio si correlano con il concetto di “welfare comunitario”, inteso come
costruzione di un “welfare di responsabilità condivise”, finalità generale cui tende
l’intero processo di riforma regionale.

5

LIVELLI DI GOVERNANCE
L.R. n. 23/2004 rappresenta uno snodo importante perché oltre a definire
le modalità di partecipazione degli enti locali alla programmazione
sociale sociosanitaria e sanitaria nei diversi livelli (regionale,
aziendale e di ambito distrettuale) definisce anche gli strumenti di
programmazione sanitaria, sociosanitaria e sociale:
Sanitario

Sociale

Livello
regionale

• Piano sanitario e sociosanitario

• Piano regionale degli
interventi e dei servizi sociali

Livello locale

• Piano attuativo locale (PAL) e
• Piano di zona (PdZ)
Piano attuativo ospedaliero (PAO)
• Programma delle attività
territoriali (PAT)

6

Governance

• Livello regionale
– definizione delle linee generali e degli obiettivi
strategici della programmazione, la determinazione
dei livelli di assistenza, i criteri e i modelli di
valutazione, la politica della spesa, l’esercizio delle
funzioni
di
indirizzo,
accompagnamento,
monitoraggio e controllo;

• Livello locale
– programmazione territoriale, pianificazione degli
interventi, organizzazione e gestione associata dei
servizi, valutazione dei risultati e governo della
rete, implementazione flussi informativi, gestione
delle risorse e rendicontazione della spesa.
7

Aree che saranno
argomento
specifico a partire
dal 2011 del
Piano locale per
la disabilità. Detto
sarà recepito nei
PAT e nei PdZ

Azioni congiunte nelle
aree di integrazione
sociosanitaria

L’elaborazione congiunta riguarda particolarmente:







la prevenzione e assistenza materno-infantile;
l’assistenza, riabilitazione ed integrazione sociale delle persone con disabilità;
la tutela della salute delle persone anziane;
la cura e recupero dei soggetti tossicodipendenti;
la cura e recupero dei soggetti malati di mente;
le situazioni di non autosufficienza, temporanea o permanente, derivanti da patologie
diverse.

9

Qualche dato in sintesi

10

Persone con riconoscimento di invalidità civile e con
certificazione di handicap ai sensi della L. 104/92
ANNO 2005
n. persone viventi al 31.12.05

TOTALE

Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

52.007

1.774

653

ANNO 2008
n. persone viventi al 31.12.08
Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

75.899

2.078

776

Circa 76.000 persone vivono con una disabilità più o meno grave nella nostra regione.
Prevalenti le persone anziane, ultrasessantacinquenni, non autosufficienti per le conseguenze
di malattie invalidanti e dei processi di invecchiamento (sono circa 51.000)
Sono circa 25.000 le persone con disabilità di età inferiore ai 65 anni
Circa 2.000 i minori con malformazioni per effetto di traumi neonatali o di fattori genetici o
altre cause.

11

Servizio Sociale dei Comuni: gli utenti in carico

2007
Tot. Utenti

2008
di cui disabili

Tot. Utenti

2009
di cui disabili

Tot. Utenti

di cui disabili

MF

MF

%

MF

MF

%

MF

MF

%

0-17 anni

5.979

1.516

25,4

6.836

1.722

25,2

7.572

1.889

24,9

18-24 anni

2.727

840

30,8

3.806

986

25,9

4.840

1.086

22,4

35-64 anni

6.803

1.999

29,4

9.805

2.428

24,8

12.638

2.893

22,9

65-74 anni

2.571

691

26,9

3.206

870

27,1

3.883

974

25,1

75 e +

10.069

2.856

28,4

12.699

3.673

28,9

15.552

4.195

27,0

Totale
FVG

28.149

7.902

28,1

36.352

9.679

26,6

44.485

11.037

24,8

Fonte: SISS su dati CSI (il dato 2007 risulta non completo)

12

Servizio Sociale dei Comuni: i minori disabili in carico
2007

2008

2009

1.516

1.722

1.889

• con interventi socioeducativi a scuola

214

271

474

• con interventi assistenziali a scuola

229

273

444

• con interventi socioeducativi di gruppo

60

62

86

• con interventi socioeducativi individuali

739

810

954

Totale minori in carico ai SSC
di cui utenti con interventi di cui lett. A) e b) , art. 6 LR 41/96:

Gli interventi socio-educativi a scuola quanto risultano essere una variabile dipendente dalle risorse
(insegnante di sostegno, altro personale docente) messe in campo dalla scuola?

13

Alunni certificati a.s. 2009 - 2010
Situazione anno scolastico 2009 - 2010
Pop.
scolastica

Tot. alunni
disabili

% alunni disabili
su pop. scol.

GO

17.414

427

2,45

PN

37.173

567

1,53

TS

23.334

424

1,82

UD

63.662

1.177

1,85

Tot.

141.583

2.595

1,83

Gli alunni certificati ai sensi della Legge 104/92
nell’anno
scolastico
2009-2010
hanno
rappresentato l’1,83% della popolazione scolastica

Passaggio
dalla scuola
alla vita
adulta: quali
prospettive?
Nell’adolescente
con
disabilità emerge come in
tutti gli adolescenti la
necessità di un "progetto
di vita“ .

regionale (media nazionale: 2,3%).

14

Persone con disabilità nei centri diurni (art. 6, lett. e), f) LR 41/96)
.

TOTALE

2006

2007

2008

2009

993

1.108

1.154

1.220

La rete dei servizi diurni rappresenta indubbiamente una risorsa importante per
garantire, soprattutto dopo l’uscita dal sistema scolastico delle persone con gravi
compromissioni di funzionamento, un percorso assistenziale, educativo e socioriabilitativo.
Riteniamo che tale offerta vada tuttavia riqualificata. Oggi c’è il rischio che tale
offerta rappresenti per molti territori l’unica risposta strutturata anche per quelle
persone per le quali è possibile intravedere possibilità alternative al tradizionale
centro diurno.
E’ necessario che i centri diurni:
• riaffermino la propria funzione educativa e abilitativa finalizzata all’emancipazione
della persona disabile;
• Evolvano attraverso nuove proposte operative, soluzioni differenziate più
qualificanti e capaci di promuovere una migliore qualità di vita soprattutto per i
disabili che oggi escono dalla scuola.
15

Persone con disabilità nei servizi residenziali
TOTALE

2006

2007

2008

2009

158

285

324

368

Le strutture residenziali stanno cercando di rispondere al meglio alle richieste di residenzialità
extradomiciliare:

Sta invecchiando la generazione dei genitori che ha fatto la scelta di mantenere i propri figli in famiglia.
Per molti di loro, il tema, mai tramontato, del “dopo di noi” rimane una questione cruciale.
Avvertiamo la necessità di sperimentare soluzioni abitative complementari/alternative alle attuali
strutture residenziali in grado di valorizzare le capacità e le esigenze di autonomia e di vita indipendente
in particolare per le persone con disabilità meno gravi e discreti livelli di autonomia.
Le famiglie chiedono un sostegno al loro lavoro di cura con servizi di emergenza e sollievo, nonché
con programmi di auto-mutuo-aiuto, di sostegno psicologico e promozione delle competenze dei
famigliari.
Va promossa la conoscenza e l'utilizzo da parte delle famiglie con figli adulti con disabilità di tutte le
misure di tutela giuridica oggi disponibili (amministratore di sostegno, ecc).

16

Servizi attivati nel periodo 2005 - 2009
2005

TOTALE

2009

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

64

22

76

38

La crescita significativa di utenti registrata in questi anni ci deve far
riflettere in prospettiva su più fattori:





Quali servizi sono necessari? E’ possibile sperimentare modelli organizzativi innovativi
che permettano di recuperare efficienza e garantiscano comunque qualità della vita?
Come possiamo affrontare il tema della sostenibilità economica nel tempo a fronte di un
effetto “pile up” registrato da tutti i servizi?
L’orientamento delle strutture verso interventi più incisivi di promozione dell’autonomia e
di inclusione sociale può determinare una condizione facilitante di emancipazione della
persona con disabilità e favorire un suo minor livello di dipendenza?
La tecnologia (domotica, controllo sull’ambiente, …) può esserci di aiuto per sviluppare
modelli di assistenza innovativi e meno costosi?
17

Persone con disabilità in carico ai Servizi per
l’integrazione lavorativa
TOTALE

2006

2007

2008

2009

715

726

758

791

Il diritto al lavoro per le persone svantaggiate e per le persone con disabilità
rimane un percorso su cui continuare a porre la massima attenzione.
Sono necessarie modalità stabili di collegamento e di integrazione tra diversi
attori che si occupano delle politiche di formazione, occupazione, inclusione
sociale e lavorativa, welfare locale e imprese, per creare condizioni più ottimali a
favore dell’inclusione della persona disabile nei contesti lavorativi.
Va rivalutato il ruolo del SIL, anche in un’ottica strategica per rafforzare gli
interventi che favoriscono la presenza di persone con disabilità in contesti
lavorativi/occupazionali anche con finalità assistenziali qualora non vi siano i
requisiti per un percorso di inserimento lavorativo più evoluto.
18

Finanziamento agli Enti gestori dei servizi per l'handicap
(regionale, comunale e altro finanziamento)
Fonte
finanziamento

2006

2007

2008

2009

da Regione

€ 20.800.000,00

€ 22.160.000,00

€ 23.300.000,00

€ 26.900.000,00

da Comuni

€ 13.239.308,51

€ 13.572.978,69

€ 14.518.352,92

€ 12.878.117,97

€ 2.315.922,33

€ 2.256.277,81

€ 3.423.384,24

€ 3.291.612,88

€ 36.355.230,84

€ 37.989.256,50

€ 41.241.737,16

€ 43.069.730,85

Da altre fonti
(Provincia, ecc.)
TOTALE

19

Non può essere trascurato l’impegno del sistema regionale sul fronte delle
risorse (la spesa sociale procapite negli ultimi anni è significativamente
superiore alla media nazionale).
Spesa(1) sociale
pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni
Tav. 1 - Spesa sociale pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni singoli e associati per regione e
ripartizipone
anni 2005-2007
singoli e associati
pergeografica,
regione
e ripartizione geografica, anni 2004-2007
2005-2007
(1)

Ripartizioni geografiche
Regioni e Ripartizioni geografiche
Friuli-Venezia Giulia

Friuli-Venezia Giulia
Nord-ovest

Nord-ovest
Nord-est

Centro
Sud

Nord-est
Centro
Sud
Isole
ITALIA

Spesa pro-capite(2)
Spesa pro-capite(2)

2004
148,9
111,9
135,2

103,6
38,1

2005
2005

2004

148,9

173,1

111,9

112,6

173,1

146,1
112,6

135,2
103,6

111,0

146,1
38,1
40,1
84,0
111,0

73,2
92,4

98,0

40,1

2006
2007
2006
2007

197,3

189,8

117,5

125,4

197,3

189,8

117,5 148,7 125,4

145,6
113,8

145,6
44,0
86,4
113,8

101,0

44,0

122,4
51,6
90,5
107,8

148,7

122,4
51,6

Isole

73,2

84,0

86,4

90,5

ITALIA

92,4

98,0

101,0

107,8

Fonte: Istat
(1) Si intende la spesa in conto corrente di competenza impegnata per l’erogazione dei servizi o degli interventi socio-assistenziali
da parte di Comuni e associazioni di comuni. Sono incluse le spese per il personale, per l’affitto di immobili o attrezzature e per
l’acquisto di beni e servizi (spesa gestita direttamente). La spesa è indicata in euro, al netto della compartecipazione degli utenti e
del Servizio sanitario nazionale.

Scelta strategica del
PSSR 2010 – 2012

• Nel confermare gli obblighi di attività previsti
dalle pianificazioni e/o indirizzi vigenti, il PSSR
2010-2012 pone la lente di ingrandimento sulla
presa in carico integrata delle persone con
malattie croniche e con disabilità.

21

Perché una lente di
ingrandimento
sulla
disabilità?
Le persone con malattie croniche e con disabilità:


chiedono particolare attenzione rispetto all’inclusione
sociale nei vari contesti comunitari;



chiedono spesso assistenza e cure continuative sia
sanitarie che sociali;



una quota significativa di risorse pubbliche è destinata a
loro;



impegnano significative quote di professionisti;



con le loro famiglie concorrono economicamente alla
propria cura e assistenza.

22

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Miglioramento del sistema di accesso ai servizi (migliorare la
funzione di informazione, di orientamento e di accompagnamento ai
servizi).
• L’adozione di sistemi unitari di valutazione del funzionamento della
persona con disabilità basato su ICF (adozione di una metodologia
valutativa uniforme e standardizzata);
• Adozione sistematica del progetto personalizzato redatto secondo
un impianto regionale uniforme e coerente con la valutazione
• Miglioramento della presa in carico integrata delle persone che
richiedono interventi sanitari e sociali unitariamente e definizione delle
responsabilità sul caso;

23

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012

• Definizione di un catalogo dei servizi sociosanitari;
• Monitoraggio degli attuali strumenti di sostegno della domiciliarità;

• Avvio percorso di riqualificazione delle strutture semiresidenziali e
residenziali;
• Accreditamento dei servizi per la disabilità.

24

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Ricomposizione delle risorse pubbliche regionali e ottimizzazione delle
stesse.
• Revisione e potenziamento
sociosanitario e sociale.

del

sistema

regionale

informativo

• Riavvio della programmazione locale PAT e PdZ e predisposizione di un
nuovo strumento di pianificazione settoriale specifico per la disabilità
(PLD).

25

Rilancio della programmazione locale 2011
• Rilancio della pianificazione locale condivisa e partecipata:
– Dobbiamo essere capaci di produrre documenti di pianificazione che non
siano dichiarazione del “dover essere” o “del sarebbe bello”, ma documenti
le cui azioni e interventi abbiano la caratteristica di fattibilità, quindi:
– Attenzione alla realizzabilità di quanto programmato;
– Definizione, sulla scorta delle risorse disponibili, di una scala di priorità di
azioni e interventi coerenti con i bisogni delle persone e delle famiglie.

• Perseguire l’integrazione territoriale tra i servizi alla persona e i diversi
soggetti del sistema comunitario come valore per lo sviluppo e il
benessere delle nostre comunità.

26

Perché l’integrazione? Tre grandi motivi di merito:


L'integrazione genera maggiore efficacia di cura e di sostegno in
particolare a fronte di una crescita esponenziale delle patologie croniche
che richiedono lungo-assistenza e che coinvolgono pesantemente i nuclei
familiari degli assistiti sempre più non autosufficienti;



L'integrazione favorisce un uso più efficiente
superando le frammentazioni e le duplicazioni improprie;



L'integrazione riduce il disagio dei cittadini nel rapporto con i servizi
concentrando i punti di accesso alle reti dei servizi e rendendo, quindi,
meno problematica, da parte del cittadino, l'affannosa ricerca di servizi
e sportelli differenziati per materia e "target" assistenziale.

delle

risorse

27

Conclusioni
Ritengo che dobbiamo sentirci pronti alla sfida. La quantità dei servizi è buona, la
qualità può essere certamente migliorata.

Dobbiamo cercare di giocarci bene questa nuova partita.

Uscirne insieme è la democrazia e una società giusta.

28


Slide 5

LE PERSONE CON DISABILITA’
AL TEMPO DELLA CRISI
Diritti inalienabili,
opportunità e
prospettive

IL Piano Sanitario e Sociosanitario Regionale 2010 - 2012
Giuseppe BAZZO
Annalisa FAGGIONATO
Palmanova, 22 ottobre 2010

Contenuti della presentazione:

Premessa: il sistema di welfare in FVG
Alcuni dati di contesto
Il PSSR 2010 – 2012: impegni per il prossimo futuro

2

Il sistema di protezione sociale in FVG


Le LL.RR emanate dal 2003 ed in particolare la LR n. 6/2006 “Sistema integrato
di interventi e servizi per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza
sociale” hanno l’obiettivo generale di promuovere il benessere della comunità
regionale attraverso l’innovazione e lo sviluppo del sistema di welfare
regionale che pone al centro di un sistema integrato di interventi e servizi
la persona e la sua famiglia.



Un primo obiettivo è il superamento dell’ottica meramente assistenziale e
l’affermazione di una strategia di integrazione delle diverse politiche del
welfare, specie per quelle che incidono sulla qualità della vita dei cittadini
(politiche sociali, sanitarie, educative, formative, del lavoro, dei trasporti, ecc.).



Un altro obiettivo è l’innovazione di un impianto per molti versi superato,
attraverso il rilancio di un sistema istituzionale e di servizi sociali capace di
garantire un più elevato livello d’offerta.
3

L’attuale quadro normativo prevede cambiamenti:


nel concetto di assistenza:




diritto dei cittadini di partecipare alle decisioni che li riguardano
promozione dello sviluppo della persona umana
favorire la cittadinanza attiva



nel ruolo dell’Ente Locale ed in particolare dei Comuni associati nei 19 ambiti;



nel ruolo degli operatori sociali





nell’organizzazione dei servizi e degli interventi




basata su progetti e processi e non tanto su procedimenti ed atti;

nel modo di fare amministrazione




migliorare la capacità di presa in carico dei problemi delle persone e delle famiglie in un’ottica
negoziale
maggiore capacità di lettura dei fenomeni sociali e di coerente programmazione

non semplice produzione di regole ma maggiore attenzione ai risultati;

nelle modalità e nei contenuti della pianificazione e della programmazione attuativa


a tutti i livelli (regionale e locale) sempre più caratterizzata da modalità concertative e
partecipative.
4

Un percorso verso un sistema di

“welfare di responsabilità condivise”
I termini “Integrazione delle politiche“ di protezione sociale con le più generali
politiche sociali e “governance”, vale a dire “governo partecipato”, sono
le espressioni che meglio di altre descrivono il mutamento in atto nella nostra
Regione e meglio si correlano con il concetto di “welfare comunitario”, inteso come
costruzione di un “welfare di responsabilità condivise”, finalità generale cui tende
l’intero processo di riforma regionale.

5

LIVELLI DI GOVERNANCE
L.R. n. 23/2004 rappresenta uno snodo importante perché oltre a definire
le modalità di partecipazione degli enti locali alla programmazione
sociale sociosanitaria e sanitaria nei diversi livelli (regionale,
aziendale e di ambito distrettuale) definisce anche gli strumenti di
programmazione sanitaria, sociosanitaria e sociale:
Sanitario

Sociale

Livello
regionale

• Piano sanitario e sociosanitario

• Piano regionale degli
interventi e dei servizi sociali

Livello locale

• Piano attuativo locale (PAL) e
• Piano di zona (PdZ)
Piano attuativo ospedaliero (PAO)
• Programma delle attività
territoriali (PAT)

6

Governance

• Livello regionale
– definizione delle linee generali e degli obiettivi
strategici della programmazione, la determinazione
dei livelli di assistenza, i criteri e i modelli di
valutazione, la politica della spesa, l’esercizio delle
funzioni
di
indirizzo,
accompagnamento,
monitoraggio e controllo;

• Livello locale
– programmazione territoriale, pianificazione degli
interventi, organizzazione e gestione associata dei
servizi, valutazione dei risultati e governo della
rete, implementazione flussi informativi, gestione
delle risorse e rendicontazione della spesa.
7

Aree che saranno
argomento
specifico a partire
dal 2011 del
Piano locale per
la disabilità. Detto
sarà recepito nei
PAT e nei PdZ

Azioni congiunte nelle
aree di integrazione
sociosanitaria

L’elaborazione congiunta riguarda particolarmente:







la prevenzione e assistenza materno-infantile;
l’assistenza, riabilitazione ed integrazione sociale delle persone con disabilità;
la tutela della salute delle persone anziane;
la cura e recupero dei soggetti tossicodipendenti;
la cura e recupero dei soggetti malati di mente;
le situazioni di non autosufficienza, temporanea o permanente, derivanti da patologie
diverse.

9

Qualche dato in sintesi

10

Persone con riconoscimento di invalidità civile e con
certificazione di handicap ai sensi della L. 104/92
ANNO 2005
n. persone viventi al 31.12.05

TOTALE

Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

52.007

1.774

653

ANNO 2008
n. persone viventi al 31.12.08
Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

75.899

2.078

776

Circa 76.000 persone vivono con una disabilità più o meno grave nella nostra regione.
Prevalenti le persone anziane, ultrasessantacinquenni, non autosufficienti per le conseguenze
di malattie invalidanti e dei processi di invecchiamento (sono circa 51.000)
Sono circa 25.000 le persone con disabilità di età inferiore ai 65 anni
Circa 2.000 i minori con malformazioni per effetto di traumi neonatali o di fattori genetici o
altre cause.

11

Servizio Sociale dei Comuni: gli utenti in carico

2007
Tot. Utenti

2008
di cui disabili

Tot. Utenti

2009
di cui disabili

Tot. Utenti

di cui disabili

MF

MF

%

MF

MF

%

MF

MF

%

0-17 anni

5.979

1.516

25,4

6.836

1.722

25,2

7.572

1.889

24,9

18-24 anni

2.727

840

30,8

3.806

986

25,9

4.840

1.086

22,4

35-64 anni

6.803

1.999

29,4

9.805

2.428

24,8

12.638

2.893

22,9

65-74 anni

2.571

691

26,9

3.206

870

27,1

3.883

974

25,1

75 e +

10.069

2.856

28,4

12.699

3.673

28,9

15.552

4.195

27,0

Totale
FVG

28.149

7.902

28,1

36.352

9.679

26,6

44.485

11.037

24,8

Fonte: SISS su dati CSI (il dato 2007 risulta non completo)

12

Servizio Sociale dei Comuni: i minori disabili in carico
2007

2008

2009

1.516

1.722

1.889

• con interventi socioeducativi a scuola

214

271

474

• con interventi assistenziali a scuola

229

273

444

• con interventi socioeducativi di gruppo

60

62

86

• con interventi socioeducativi individuali

739

810

954

Totale minori in carico ai SSC
di cui utenti con interventi di cui lett. A) e b) , art. 6 LR 41/96:

Gli interventi socio-educativi a scuola quanto risultano essere una variabile dipendente dalle risorse
(insegnante di sostegno, altro personale docente) messe in campo dalla scuola?

13

Alunni certificati a.s. 2009 - 2010
Situazione anno scolastico 2009 - 2010
Pop.
scolastica

Tot. alunni
disabili

% alunni disabili
su pop. scol.

GO

17.414

427

2,45

PN

37.173

567

1,53

TS

23.334

424

1,82

UD

63.662

1.177

1,85

Tot.

141.583

2.595

1,83

Gli alunni certificati ai sensi della Legge 104/92
nell’anno
scolastico
2009-2010
hanno
rappresentato l’1,83% della popolazione scolastica

Passaggio
dalla scuola
alla vita
adulta: quali
prospettive?
Nell’adolescente
con
disabilità emerge come in
tutti gli adolescenti la
necessità di un "progetto
di vita“ .

regionale (media nazionale: 2,3%).

14

Persone con disabilità nei centri diurni (art. 6, lett. e), f) LR 41/96)
.

TOTALE

2006

2007

2008

2009

993

1.108

1.154

1.220

La rete dei servizi diurni rappresenta indubbiamente una risorsa importante per
garantire, soprattutto dopo l’uscita dal sistema scolastico delle persone con gravi
compromissioni di funzionamento, un percorso assistenziale, educativo e socioriabilitativo.
Riteniamo che tale offerta vada tuttavia riqualificata. Oggi c’è il rischio che tale
offerta rappresenti per molti territori l’unica risposta strutturata anche per quelle
persone per le quali è possibile intravedere possibilità alternative al tradizionale
centro diurno.
E’ necessario che i centri diurni:
• riaffermino la propria funzione educativa e abilitativa finalizzata all’emancipazione
della persona disabile;
• Evolvano attraverso nuove proposte operative, soluzioni differenziate più
qualificanti e capaci di promuovere una migliore qualità di vita soprattutto per i
disabili che oggi escono dalla scuola.
15

Persone con disabilità nei servizi residenziali
TOTALE

2006

2007

2008

2009

158

285

324

368

Le strutture residenziali stanno cercando di rispondere al meglio alle richieste di residenzialità
extradomiciliare:

Sta invecchiando la generazione dei genitori che ha fatto la scelta di mantenere i propri figli in famiglia.
Per molti di loro, il tema, mai tramontato, del “dopo di noi” rimane una questione cruciale.
Avvertiamo la necessità di sperimentare soluzioni abitative complementari/alternative alle attuali
strutture residenziali in grado di valorizzare le capacità e le esigenze di autonomia e di vita indipendente
in particolare per le persone con disabilità meno gravi e discreti livelli di autonomia.
Le famiglie chiedono un sostegno al loro lavoro di cura con servizi di emergenza e sollievo, nonché
con programmi di auto-mutuo-aiuto, di sostegno psicologico e promozione delle competenze dei
famigliari.
Va promossa la conoscenza e l'utilizzo da parte delle famiglie con figli adulti con disabilità di tutte le
misure di tutela giuridica oggi disponibili (amministratore di sostegno, ecc).

16

Servizi attivati nel periodo 2005 - 2009
2005

TOTALE

2009

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

64

22

76

38

La crescita significativa di utenti registrata in questi anni ci deve far
riflettere in prospettiva su più fattori:





Quali servizi sono necessari? E’ possibile sperimentare modelli organizzativi innovativi
che permettano di recuperare efficienza e garantiscano comunque qualità della vita?
Come possiamo affrontare il tema della sostenibilità economica nel tempo a fronte di un
effetto “pile up” registrato da tutti i servizi?
L’orientamento delle strutture verso interventi più incisivi di promozione dell’autonomia e
di inclusione sociale può determinare una condizione facilitante di emancipazione della
persona con disabilità e favorire un suo minor livello di dipendenza?
La tecnologia (domotica, controllo sull’ambiente, …) può esserci di aiuto per sviluppare
modelli di assistenza innovativi e meno costosi?
17

Persone con disabilità in carico ai Servizi per
l’integrazione lavorativa
TOTALE

2006

2007

2008

2009

715

726

758

791

Il diritto al lavoro per le persone svantaggiate e per le persone con disabilità
rimane un percorso su cui continuare a porre la massima attenzione.
Sono necessarie modalità stabili di collegamento e di integrazione tra diversi
attori che si occupano delle politiche di formazione, occupazione, inclusione
sociale e lavorativa, welfare locale e imprese, per creare condizioni più ottimali a
favore dell’inclusione della persona disabile nei contesti lavorativi.
Va rivalutato il ruolo del SIL, anche in un’ottica strategica per rafforzare gli
interventi che favoriscono la presenza di persone con disabilità in contesti
lavorativi/occupazionali anche con finalità assistenziali qualora non vi siano i
requisiti per un percorso di inserimento lavorativo più evoluto.
18

Finanziamento agli Enti gestori dei servizi per l'handicap
(regionale, comunale e altro finanziamento)
Fonte
finanziamento

2006

2007

2008

2009

da Regione

€ 20.800.000,00

€ 22.160.000,00

€ 23.300.000,00

€ 26.900.000,00

da Comuni

€ 13.239.308,51

€ 13.572.978,69

€ 14.518.352,92

€ 12.878.117,97

€ 2.315.922,33

€ 2.256.277,81

€ 3.423.384,24

€ 3.291.612,88

€ 36.355.230,84

€ 37.989.256,50

€ 41.241.737,16

€ 43.069.730,85

Da altre fonti
(Provincia, ecc.)
TOTALE

19

Non può essere trascurato l’impegno del sistema regionale sul fronte delle
risorse (la spesa sociale procapite negli ultimi anni è significativamente
superiore alla media nazionale).
Spesa(1) sociale
pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni
Tav. 1 - Spesa sociale pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni singoli e associati per regione e
ripartizipone
anni 2005-2007
singoli e associati
pergeografica,
regione
e ripartizione geografica, anni 2004-2007
2005-2007
(1)

Ripartizioni geografiche
Regioni e Ripartizioni geografiche
Friuli-Venezia Giulia

Friuli-Venezia Giulia
Nord-ovest

Nord-ovest
Nord-est

Centro
Sud

Nord-est
Centro
Sud
Isole
ITALIA

Spesa pro-capite(2)
Spesa pro-capite(2)

2004
148,9
111,9
135,2

103,6
38,1

2005
2005

2004

148,9

173,1

111,9

112,6

173,1

146,1
112,6

135,2
103,6

111,0

146,1
38,1
40,1
84,0
111,0

73,2
92,4

98,0

40,1

2006
2007
2006
2007

197,3

189,8

117,5

125,4

197,3

189,8

117,5 148,7 125,4

145,6
113,8

145,6
44,0
86,4
113,8

101,0

44,0

122,4
51,6
90,5
107,8

148,7

122,4
51,6

Isole

73,2

84,0

86,4

90,5

ITALIA

92,4

98,0

101,0

107,8

Fonte: Istat
(1) Si intende la spesa in conto corrente di competenza impegnata per l’erogazione dei servizi o degli interventi socio-assistenziali
da parte di Comuni e associazioni di comuni. Sono incluse le spese per il personale, per l’affitto di immobili o attrezzature e per
l’acquisto di beni e servizi (spesa gestita direttamente). La spesa è indicata in euro, al netto della compartecipazione degli utenti e
del Servizio sanitario nazionale.

Scelta strategica del
PSSR 2010 – 2012

• Nel confermare gli obblighi di attività previsti
dalle pianificazioni e/o indirizzi vigenti, il PSSR
2010-2012 pone la lente di ingrandimento sulla
presa in carico integrata delle persone con
malattie croniche e con disabilità.

21

Perché una lente di
ingrandimento
sulla
disabilità?
Le persone con malattie croniche e con disabilità:


chiedono particolare attenzione rispetto all’inclusione
sociale nei vari contesti comunitari;



chiedono spesso assistenza e cure continuative sia
sanitarie che sociali;



una quota significativa di risorse pubbliche è destinata a
loro;



impegnano significative quote di professionisti;



con le loro famiglie concorrono economicamente alla
propria cura e assistenza.

22

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Miglioramento del sistema di accesso ai servizi (migliorare la
funzione di informazione, di orientamento e di accompagnamento ai
servizi).
• L’adozione di sistemi unitari di valutazione del funzionamento della
persona con disabilità basato su ICF (adozione di una metodologia
valutativa uniforme e standardizzata);
• Adozione sistematica del progetto personalizzato redatto secondo
un impianto regionale uniforme e coerente con la valutazione
• Miglioramento della presa in carico integrata delle persone che
richiedono interventi sanitari e sociali unitariamente e definizione delle
responsabilità sul caso;

23

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012

• Definizione di un catalogo dei servizi sociosanitari;
• Monitoraggio degli attuali strumenti di sostegno della domiciliarità;

• Avvio percorso di riqualificazione delle strutture semiresidenziali e
residenziali;
• Accreditamento dei servizi per la disabilità.

24

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Ricomposizione delle risorse pubbliche regionali e ottimizzazione delle
stesse.
• Revisione e potenziamento
sociosanitario e sociale.

del

sistema

regionale

informativo

• Riavvio della programmazione locale PAT e PdZ e predisposizione di un
nuovo strumento di pianificazione settoriale specifico per la disabilità
(PLD).

25

Rilancio della programmazione locale 2011
• Rilancio della pianificazione locale condivisa e partecipata:
– Dobbiamo essere capaci di produrre documenti di pianificazione che non
siano dichiarazione del “dover essere” o “del sarebbe bello”, ma documenti
le cui azioni e interventi abbiano la caratteristica di fattibilità, quindi:
– Attenzione alla realizzabilità di quanto programmato;
– Definizione, sulla scorta delle risorse disponibili, di una scala di priorità di
azioni e interventi coerenti con i bisogni delle persone e delle famiglie.

• Perseguire l’integrazione territoriale tra i servizi alla persona e i diversi
soggetti del sistema comunitario come valore per lo sviluppo e il
benessere delle nostre comunità.

26

Perché l’integrazione? Tre grandi motivi di merito:


L'integrazione genera maggiore efficacia di cura e di sostegno in
particolare a fronte di una crescita esponenziale delle patologie croniche
che richiedono lungo-assistenza e che coinvolgono pesantemente i nuclei
familiari degli assistiti sempre più non autosufficienti;



L'integrazione favorisce un uso più efficiente
superando le frammentazioni e le duplicazioni improprie;



L'integrazione riduce il disagio dei cittadini nel rapporto con i servizi
concentrando i punti di accesso alle reti dei servizi e rendendo, quindi,
meno problematica, da parte del cittadino, l'affannosa ricerca di servizi
e sportelli differenziati per materia e "target" assistenziale.

delle

risorse

27

Conclusioni
Ritengo che dobbiamo sentirci pronti alla sfida. La quantità dei servizi è buona, la
qualità può essere certamente migliorata.

Dobbiamo cercare di giocarci bene questa nuova partita.

Uscirne insieme è la democrazia e una società giusta.

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Slide 6

LE PERSONE CON DISABILITA’
AL TEMPO DELLA CRISI
Diritti inalienabili,
opportunità e
prospettive

IL Piano Sanitario e Sociosanitario Regionale 2010 - 2012
Giuseppe BAZZO
Annalisa FAGGIONATO
Palmanova, 22 ottobre 2010

Contenuti della presentazione:

Premessa: il sistema di welfare in FVG
Alcuni dati di contesto
Il PSSR 2010 – 2012: impegni per il prossimo futuro

2

Il sistema di protezione sociale in FVG


Le LL.RR emanate dal 2003 ed in particolare la LR n. 6/2006 “Sistema integrato
di interventi e servizi per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza
sociale” hanno l’obiettivo generale di promuovere il benessere della comunità
regionale attraverso l’innovazione e lo sviluppo del sistema di welfare
regionale che pone al centro di un sistema integrato di interventi e servizi
la persona e la sua famiglia.



Un primo obiettivo è il superamento dell’ottica meramente assistenziale e
l’affermazione di una strategia di integrazione delle diverse politiche del
welfare, specie per quelle che incidono sulla qualità della vita dei cittadini
(politiche sociali, sanitarie, educative, formative, del lavoro, dei trasporti, ecc.).



Un altro obiettivo è l’innovazione di un impianto per molti versi superato,
attraverso il rilancio di un sistema istituzionale e di servizi sociali capace di
garantire un più elevato livello d’offerta.
3

L’attuale quadro normativo prevede cambiamenti:


nel concetto di assistenza:




diritto dei cittadini di partecipare alle decisioni che li riguardano
promozione dello sviluppo della persona umana
favorire la cittadinanza attiva



nel ruolo dell’Ente Locale ed in particolare dei Comuni associati nei 19 ambiti;



nel ruolo degli operatori sociali





nell’organizzazione dei servizi e degli interventi




basata su progetti e processi e non tanto su procedimenti ed atti;

nel modo di fare amministrazione




migliorare la capacità di presa in carico dei problemi delle persone e delle famiglie in un’ottica
negoziale
maggiore capacità di lettura dei fenomeni sociali e di coerente programmazione

non semplice produzione di regole ma maggiore attenzione ai risultati;

nelle modalità e nei contenuti della pianificazione e della programmazione attuativa


a tutti i livelli (regionale e locale) sempre più caratterizzata da modalità concertative e
partecipative.
4

Un percorso verso un sistema di

“welfare di responsabilità condivise”
I termini “Integrazione delle politiche“ di protezione sociale con le più generali
politiche sociali e “governance”, vale a dire “governo partecipato”, sono
le espressioni che meglio di altre descrivono il mutamento in atto nella nostra
Regione e meglio si correlano con il concetto di “welfare comunitario”, inteso come
costruzione di un “welfare di responsabilità condivise”, finalità generale cui tende
l’intero processo di riforma regionale.

5

LIVELLI DI GOVERNANCE
L.R. n. 23/2004 rappresenta uno snodo importante perché oltre a definire
le modalità di partecipazione degli enti locali alla programmazione
sociale sociosanitaria e sanitaria nei diversi livelli (regionale,
aziendale e di ambito distrettuale) definisce anche gli strumenti di
programmazione sanitaria, sociosanitaria e sociale:
Sanitario

Sociale

Livello
regionale

• Piano sanitario e sociosanitario

• Piano regionale degli
interventi e dei servizi sociali

Livello locale

• Piano attuativo locale (PAL) e
• Piano di zona (PdZ)
Piano attuativo ospedaliero (PAO)
• Programma delle attività
territoriali (PAT)

6

Governance

• Livello regionale
– definizione delle linee generali e degli obiettivi
strategici della programmazione, la determinazione
dei livelli di assistenza, i criteri e i modelli di
valutazione, la politica della spesa, l’esercizio delle
funzioni
di
indirizzo,
accompagnamento,
monitoraggio e controllo;

• Livello locale
– programmazione territoriale, pianificazione degli
interventi, organizzazione e gestione associata dei
servizi, valutazione dei risultati e governo della
rete, implementazione flussi informativi, gestione
delle risorse e rendicontazione della spesa.
7

Aree che saranno
argomento
specifico a partire
dal 2011 del
Piano locale per
la disabilità. Detto
sarà recepito nei
PAT e nei PdZ

Azioni congiunte nelle
aree di integrazione
sociosanitaria

L’elaborazione congiunta riguarda particolarmente:







la prevenzione e assistenza materno-infantile;
l’assistenza, riabilitazione ed integrazione sociale delle persone con disabilità;
la tutela della salute delle persone anziane;
la cura e recupero dei soggetti tossicodipendenti;
la cura e recupero dei soggetti malati di mente;
le situazioni di non autosufficienza, temporanea o permanente, derivanti da patologie
diverse.

9

Qualche dato in sintesi

10

Persone con riconoscimento di invalidità civile e con
certificazione di handicap ai sensi della L. 104/92
ANNO 2005
n. persone viventi al 31.12.05

TOTALE

Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

52.007

1.774

653

ANNO 2008
n. persone viventi al 31.12.08
Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

75.899

2.078

776

Circa 76.000 persone vivono con una disabilità più o meno grave nella nostra regione.
Prevalenti le persone anziane, ultrasessantacinquenni, non autosufficienti per le conseguenze
di malattie invalidanti e dei processi di invecchiamento (sono circa 51.000)
Sono circa 25.000 le persone con disabilità di età inferiore ai 65 anni
Circa 2.000 i minori con malformazioni per effetto di traumi neonatali o di fattori genetici o
altre cause.

11

Servizio Sociale dei Comuni: gli utenti in carico

2007
Tot. Utenti

2008
di cui disabili

Tot. Utenti

2009
di cui disabili

Tot. Utenti

di cui disabili

MF

MF

%

MF

MF

%

MF

MF

%

0-17 anni

5.979

1.516

25,4

6.836

1.722

25,2

7.572

1.889

24,9

18-24 anni

2.727

840

30,8

3.806

986

25,9

4.840

1.086

22,4

35-64 anni

6.803

1.999

29,4

9.805

2.428

24,8

12.638

2.893

22,9

65-74 anni

2.571

691

26,9

3.206

870

27,1

3.883

974

25,1

75 e +

10.069

2.856

28,4

12.699

3.673

28,9

15.552

4.195

27,0

Totale
FVG

28.149

7.902

28,1

36.352

9.679

26,6

44.485

11.037

24,8

Fonte: SISS su dati CSI (il dato 2007 risulta non completo)

12

Servizio Sociale dei Comuni: i minori disabili in carico
2007

2008

2009

1.516

1.722

1.889

• con interventi socioeducativi a scuola

214

271

474

• con interventi assistenziali a scuola

229

273

444

• con interventi socioeducativi di gruppo

60

62

86

• con interventi socioeducativi individuali

739

810

954

Totale minori in carico ai SSC
di cui utenti con interventi di cui lett. A) e b) , art. 6 LR 41/96:

Gli interventi socio-educativi a scuola quanto risultano essere una variabile dipendente dalle risorse
(insegnante di sostegno, altro personale docente) messe in campo dalla scuola?

13

Alunni certificati a.s. 2009 - 2010
Situazione anno scolastico 2009 - 2010
Pop.
scolastica

Tot. alunni
disabili

% alunni disabili
su pop. scol.

GO

17.414

427

2,45

PN

37.173

567

1,53

TS

23.334

424

1,82

UD

63.662

1.177

1,85

Tot.

141.583

2.595

1,83

Gli alunni certificati ai sensi della Legge 104/92
nell’anno
scolastico
2009-2010
hanno
rappresentato l’1,83% della popolazione scolastica

Passaggio
dalla scuola
alla vita
adulta: quali
prospettive?
Nell’adolescente
con
disabilità emerge come in
tutti gli adolescenti la
necessità di un "progetto
di vita“ .

regionale (media nazionale: 2,3%).

14

Persone con disabilità nei centri diurni (art. 6, lett. e), f) LR 41/96)
.

TOTALE

2006

2007

2008

2009

993

1.108

1.154

1.220

La rete dei servizi diurni rappresenta indubbiamente una risorsa importante per
garantire, soprattutto dopo l’uscita dal sistema scolastico delle persone con gravi
compromissioni di funzionamento, un percorso assistenziale, educativo e socioriabilitativo.
Riteniamo che tale offerta vada tuttavia riqualificata. Oggi c’è il rischio che tale
offerta rappresenti per molti territori l’unica risposta strutturata anche per quelle
persone per le quali è possibile intravedere possibilità alternative al tradizionale
centro diurno.
E’ necessario che i centri diurni:
• riaffermino la propria funzione educativa e abilitativa finalizzata all’emancipazione
della persona disabile;
• Evolvano attraverso nuove proposte operative, soluzioni differenziate più
qualificanti e capaci di promuovere una migliore qualità di vita soprattutto per i
disabili che oggi escono dalla scuola.
15

Persone con disabilità nei servizi residenziali
TOTALE

2006

2007

2008

2009

158

285

324

368

Le strutture residenziali stanno cercando di rispondere al meglio alle richieste di residenzialità
extradomiciliare:

Sta invecchiando la generazione dei genitori che ha fatto la scelta di mantenere i propri figli in famiglia.
Per molti di loro, il tema, mai tramontato, del “dopo di noi” rimane una questione cruciale.
Avvertiamo la necessità di sperimentare soluzioni abitative complementari/alternative alle attuali
strutture residenziali in grado di valorizzare le capacità e le esigenze di autonomia e di vita indipendente
in particolare per le persone con disabilità meno gravi e discreti livelli di autonomia.
Le famiglie chiedono un sostegno al loro lavoro di cura con servizi di emergenza e sollievo, nonché
con programmi di auto-mutuo-aiuto, di sostegno psicologico e promozione delle competenze dei
famigliari.
Va promossa la conoscenza e l'utilizzo da parte delle famiglie con figli adulti con disabilità di tutte le
misure di tutela giuridica oggi disponibili (amministratore di sostegno, ecc).

16

Servizi attivati nel periodo 2005 - 2009
2005

TOTALE

2009

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

64

22

76

38

La crescita significativa di utenti registrata in questi anni ci deve far
riflettere in prospettiva su più fattori:





Quali servizi sono necessari? E’ possibile sperimentare modelli organizzativi innovativi
che permettano di recuperare efficienza e garantiscano comunque qualità della vita?
Come possiamo affrontare il tema della sostenibilità economica nel tempo a fronte di un
effetto “pile up” registrato da tutti i servizi?
L’orientamento delle strutture verso interventi più incisivi di promozione dell’autonomia e
di inclusione sociale può determinare una condizione facilitante di emancipazione della
persona con disabilità e favorire un suo minor livello di dipendenza?
La tecnologia (domotica, controllo sull’ambiente, …) può esserci di aiuto per sviluppare
modelli di assistenza innovativi e meno costosi?
17

Persone con disabilità in carico ai Servizi per
l’integrazione lavorativa
TOTALE

2006

2007

2008

2009

715

726

758

791

Il diritto al lavoro per le persone svantaggiate e per le persone con disabilità
rimane un percorso su cui continuare a porre la massima attenzione.
Sono necessarie modalità stabili di collegamento e di integrazione tra diversi
attori che si occupano delle politiche di formazione, occupazione, inclusione
sociale e lavorativa, welfare locale e imprese, per creare condizioni più ottimali a
favore dell’inclusione della persona disabile nei contesti lavorativi.
Va rivalutato il ruolo del SIL, anche in un’ottica strategica per rafforzare gli
interventi che favoriscono la presenza di persone con disabilità in contesti
lavorativi/occupazionali anche con finalità assistenziali qualora non vi siano i
requisiti per un percorso di inserimento lavorativo più evoluto.
18

Finanziamento agli Enti gestori dei servizi per l'handicap
(regionale, comunale e altro finanziamento)
Fonte
finanziamento

2006

2007

2008

2009

da Regione

€ 20.800.000,00

€ 22.160.000,00

€ 23.300.000,00

€ 26.900.000,00

da Comuni

€ 13.239.308,51

€ 13.572.978,69

€ 14.518.352,92

€ 12.878.117,97

€ 2.315.922,33

€ 2.256.277,81

€ 3.423.384,24

€ 3.291.612,88

€ 36.355.230,84

€ 37.989.256,50

€ 41.241.737,16

€ 43.069.730,85

Da altre fonti
(Provincia, ecc.)
TOTALE

19

Non può essere trascurato l’impegno del sistema regionale sul fronte delle
risorse (la spesa sociale procapite negli ultimi anni è significativamente
superiore alla media nazionale).
Spesa(1) sociale
pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni
Tav. 1 - Spesa sociale pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni singoli e associati per regione e
ripartizipone
anni 2005-2007
singoli e associati
pergeografica,
regione
e ripartizione geografica, anni 2004-2007
2005-2007
(1)

Ripartizioni geografiche
Regioni e Ripartizioni geografiche
Friuli-Venezia Giulia

Friuli-Venezia Giulia
Nord-ovest

Nord-ovest
Nord-est

Centro
Sud

Nord-est
Centro
Sud
Isole
ITALIA

Spesa pro-capite(2)
Spesa pro-capite(2)

2004
148,9
111,9
135,2

103,6
38,1

2005
2005

2004

148,9

173,1

111,9

112,6

173,1

146,1
112,6

135,2
103,6

111,0

146,1
38,1
40,1
84,0
111,0

73,2
92,4

98,0

40,1

2006
2007
2006
2007

197,3

189,8

117,5

125,4

197,3

189,8

117,5 148,7 125,4

145,6
113,8

145,6
44,0
86,4
113,8

101,0

44,0

122,4
51,6
90,5
107,8

148,7

122,4
51,6

Isole

73,2

84,0

86,4

90,5

ITALIA

92,4

98,0

101,0

107,8

Fonte: Istat
(1) Si intende la spesa in conto corrente di competenza impegnata per l’erogazione dei servizi o degli interventi socio-assistenziali
da parte di Comuni e associazioni di comuni. Sono incluse le spese per il personale, per l’affitto di immobili o attrezzature e per
l’acquisto di beni e servizi (spesa gestita direttamente). La spesa è indicata in euro, al netto della compartecipazione degli utenti e
del Servizio sanitario nazionale.

Scelta strategica del
PSSR 2010 – 2012

• Nel confermare gli obblighi di attività previsti
dalle pianificazioni e/o indirizzi vigenti, il PSSR
2010-2012 pone la lente di ingrandimento sulla
presa in carico integrata delle persone con
malattie croniche e con disabilità.

21

Perché una lente di
ingrandimento
sulla
disabilità?
Le persone con malattie croniche e con disabilità:


chiedono particolare attenzione rispetto all’inclusione
sociale nei vari contesti comunitari;



chiedono spesso assistenza e cure continuative sia
sanitarie che sociali;



una quota significativa di risorse pubbliche è destinata a
loro;



impegnano significative quote di professionisti;



con le loro famiglie concorrono economicamente alla
propria cura e assistenza.

22

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Miglioramento del sistema di accesso ai servizi (migliorare la
funzione di informazione, di orientamento e di accompagnamento ai
servizi).
• L’adozione di sistemi unitari di valutazione del funzionamento della
persona con disabilità basato su ICF (adozione di una metodologia
valutativa uniforme e standardizzata);
• Adozione sistematica del progetto personalizzato redatto secondo
un impianto regionale uniforme e coerente con la valutazione
• Miglioramento della presa in carico integrata delle persone che
richiedono interventi sanitari e sociali unitariamente e definizione delle
responsabilità sul caso;

23

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012

• Definizione di un catalogo dei servizi sociosanitari;
• Monitoraggio degli attuali strumenti di sostegno della domiciliarità;

• Avvio percorso di riqualificazione delle strutture semiresidenziali e
residenziali;
• Accreditamento dei servizi per la disabilità.

24

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Ricomposizione delle risorse pubbliche regionali e ottimizzazione delle
stesse.
• Revisione e potenziamento
sociosanitario e sociale.

del

sistema

regionale

informativo

• Riavvio della programmazione locale PAT e PdZ e predisposizione di un
nuovo strumento di pianificazione settoriale specifico per la disabilità
(PLD).

25

Rilancio della programmazione locale 2011
• Rilancio della pianificazione locale condivisa e partecipata:
– Dobbiamo essere capaci di produrre documenti di pianificazione che non
siano dichiarazione del “dover essere” o “del sarebbe bello”, ma documenti
le cui azioni e interventi abbiano la caratteristica di fattibilità, quindi:
– Attenzione alla realizzabilità di quanto programmato;
– Definizione, sulla scorta delle risorse disponibili, di una scala di priorità di
azioni e interventi coerenti con i bisogni delle persone e delle famiglie.

• Perseguire l’integrazione territoriale tra i servizi alla persona e i diversi
soggetti del sistema comunitario come valore per lo sviluppo e il
benessere delle nostre comunità.

26

Perché l’integrazione? Tre grandi motivi di merito:


L'integrazione genera maggiore efficacia di cura e di sostegno in
particolare a fronte di una crescita esponenziale delle patologie croniche
che richiedono lungo-assistenza e che coinvolgono pesantemente i nuclei
familiari degli assistiti sempre più non autosufficienti;



L'integrazione favorisce un uso più efficiente
superando le frammentazioni e le duplicazioni improprie;



L'integrazione riduce il disagio dei cittadini nel rapporto con i servizi
concentrando i punti di accesso alle reti dei servizi e rendendo, quindi,
meno problematica, da parte del cittadino, l'affannosa ricerca di servizi
e sportelli differenziati per materia e "target" assistenziale.

delle

risorse

27

Conclusioni
Ritengo che dobbiamo sentirci pronti alla sfida. La quantità dei servizi è buona, la
qualità può essere certamente migliorata.

Dobbiamo cercare di giocarci bene questa nuova partita.

Uscirne insieme è la democrazia e una società giusta.

28


Slide 7

LE PERSONE CON DISABILITA’
AL TEMPO DELLA CRISI
Diritti inalienabili,
opportunità e
prospettive

IL Piano Sanitario e Sociosanitario Regionale 2010 - 2012
Giuseppe BAZZO
Annalisa FAGGIONATO
Palmanova, 22 ottobre 2010

Contenuti della presentazione:

Premessa: il sistema di welfare in FVG
Alcuni dati di contesto
Il PSSR 2010 – 2012: impegni per il prossimo futuro

2

Il sistema di protezione sociale in FVG


Le LL.RR emanate dal 2003 ed in particolare la LR n. 6/2006 “Sistema integrato
di interventi e servizi per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza
sociale” hanno l’obiettivo generale di promuovere il benessere della comunità
regionale attraverso l’innovazione e lo sviluppo del sistema di welfare
regionale che pone al centro di un sistema integrato di interventi e servizi
la persona e la sua famiglia.



Un primo obiettivo è il superamento dell’ottica meramente assistenziale e
l’affermazione di una strategia di integrazione delle diverse politiche del
welfare, specie per quelle che incidono sulla qualità della vita dei cittadini
(politiche sociali, sanitarie, educative, formative, del lavoro, dei trasporti, ecc.).



Un altro obiettivo è l’innovazione di un impianto per molti versi superato,
attraverso il rilancio di un sistema istituzionale e di servizi sociali capace di
garantire un più elevato livello d’offerta.
3

L’attuale quadro normativo prevede cambiamenti:


nel concetto di assistenza:




diritto dei cittadini di partecipare alle decisioni che li riguardano
promozione dello sviluppo della persona umana
favorire la cittadinanza attiva



nel ruolo dell’Ente Locale ed in particolare dei Comuni associati nei 19 ambiti;



nel ruolo degli operatori sociali





nell’organizzazione dei servizi e degli interventi




basata su progetti e processi e non tanto su procedimenti ed atti;

nel modo di fare amministrazione




migliorare la capacità di presa in carico dei problemi delle persone e delle famiglie in un’ottica
negoziale
maggiore capacità di lettura dei fenomeni sociali e di coerente programmazione

non semplice produzione di regole ma maggiore attenzione ai risultati;

nelle modalità e nei contenuti della pianificazione e della programmazione attuativa


a tutti i livelli (regionale e locale) sempre più caratterizzata da modalità concertative e
partecipative.
4

Un percorso verso un sistema di

“welfare di responsabilità condivise”
I termini “Integrazione delle politiche“ di protezione sociale con le più generali
politiche sociali e “governance”, vale a dire “governo partecipato”, sono
le espressioni che meglio di altre descrivono il mutamento in atto nella nostra
Regione e meglio si correlano con il concetto di “welfare comunitario”, inteso come
costruzione di un “welfare di responsabilità condivise”, finalità generale cui tende
l’intero processo di riforma regionale.

5

LIVELLI DI GOVERNANCE
L.R. n. 23/2004 rappresenta uno snodo importante perché oltre a definire
le modalità di partecipazione degli enti locali alla programmazione
sociale sociosanitaria e sanitaria nei diversi livelli (regionale,
aziendale e di ambito distrettuale) definisce anche gli strumenti di
programmazione sanitaria, sociosanitaria e sociale:
Sanitario

Sociale

Livello
regionale

• Piano sanitario e sociosanitario

• Piano regionale degli
interventi e dei servizi sociali

Livello locale

• Piano attuativo locale (PAL) e
• Piano di zona (PdZ)
Piano attuativo ospedaliero (PAO)
• Programma delle attività
territoriali (PAT)

6

Governance

• Livello regionale
– definizione delle linee generali e degli obiettivi
strategici della programmazione, la determinazione
dei livelli di assistenza, i criteri e i modelli di
valutazione, la politica della spesa, l’esercizio delle
funzioni
di
indirizzo,
accompagnamento,
monitoraggio e controllo;

• Livello locale
– programmazione territoriale, pianificazione degli
interventi, organizzazione e gestione associata dei
servizi, valutazione dei risultati e governo della
rete, implementazione flussi informativi, gestione
delle risorse e rendicontazione della spesa.
7

Aree che saranno
argomento
specifico a partire
dal 2011 del
Piano locale per
la disabilità. Detto
sarà recepito nei
PAT e nei PdZ

Azioni congiunte nelle
aree di integrazione
sociosanitaria

L’elaborazione congiunta riguarda particolarmente:







la prevenzione e assistenza materno-infantile;
l’assistenza, riabilitazione ed integrazione sociale delle persone con disabilità;
la tutela della salute delle persone anziane;
la cura e recupero dei soggetti tossicodipendenti;
la cura e recupero dei soggetti malati di mente;
le situazioni di non autosufficienza, temporanea o permanente, derivanti da patologie
diverse.

9

Qualche dato in sintesi

10

Persone con riconoscimento di invalidità civile e con
certificazione di handicap ai sensi della L. 104/92
ANNO 2005
n. persone viventi al 31.12.05

TOTALE

Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

52.007

1.774

653

ANNO 2008
n. persone viventi al 31.12.08
Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

75.899

2.078

776

Circa 76.000 persone vivono con una disabilità più o meno grave nella nostra regione.
Prevalenti le persone anziane, ultrasessantacinquenni, non autosufficienti per le conseguenze
di malattie invalidanti e dei processi di invecchiamento (sono circa 51.000)
Sono circa 25.000 le persone con disabilità di età inferiore ai 65 anni
Circa 2.000 i minori con malformazioni per effetto di traumi neonatali o di fattori genetici o
altre cause.

11

Servizio Sociale dei Comuni: gli utenti in carico

2007
Tot. Utenti

2008
di cui disabili

Tot. Utenti

2009
di cui disabili

Tot. Utenti

di cui disabili

MF

MF

%

MF

MF

%

MF

MF

%

0-17 anni

5.979

1.516

25,4

6.836

1.722

25,2

7.572

1.889

24,9

18-24 anni

2.727

840

30,8

3.806

986

25,9

4.840

1.086

22,4

35-64 anni

6.803

1.999

29,4

9.805

2.428

24,8

12.638

2.893

22,9

65-74 anni

2.571

691

26,9

3.206

870

27,1

3.883

974

25,1

75 e +

10.069

2.856

28,4

12.699

3.673

28,9

15.552

4.195

27,0

Totale
FVG

28.149

7.902

28,1

36.352

9.679

26,6

44.485

11.037

24,8

Fonte: SISS su dati CSI (il dato 2007 risulta non completo)

12

Servizio Sociale dei Comuni: i minori disabili in carico
2007

2008

2009

1.516

1.722

1.889

• con interventi socioeducativi a scuola

214

271

474

• con interventi assistenziali a scuola

229

273

444

• con interventi socioeducativi di gruppo

60

62

86

• con interventi socioeducativi individuali

739

810

954

Totale minori in carico ai SSC
di cui utenti con interventi di cui lett. A) e b) , art. 6 LR 41/96:

Gli interventi socio-educativi a scuola quanto risultano essere una variabile dipendente dalle risorse
(insegnante di sostegno, altro personale docente) messe in campo dalla scuola?

13

Alunni certificati a.s. 2009 - 2010
Situazione anno scolastico 2009 - 2010
Pop.
scolastica

Tot. alunni
disabili

% alunni disabili
su pop. scol.

GO

17.414

427

2,45

PN

37.173

567

1,53

TS

23.334

424

1,82

UD

63.662

1.177

1,85

Tot.

141.583

2.595

1,83

Gli alunni certificati ai sensi della Legge 104/92
nell’anno
scolastico
2009-2010
hanno
rappresentato l’1,83% della popolazione scolastica

Passaggio
dalla scuola
alla vita
adulta: quali
prospettive?
Nell’adolescente
con
disabilità emerge come in
tutti gli adolescenti la
necessità di un "progetto
di vita“ .

regionale (media nazionale: 2,3%).

14

Persone con disabilità nei centri diurni (art. 6, lett. e), f) LR 41/96)
.

TOTALE

2006

2007

2008

2009

993

1.108

1.154

1.220

La rete dei servizi diurni rappresenta indubbiamente una risorsa importante per
garantire, soprattutto dopo l’uscita dal sistema scolastico delle persone con gravi
compromissioni di funzionamento, un percorso assistenziale, educativo e socioriabilitativo.
Riteniamo che tale offerta vada tuttavia riqualificata. Oggi c’è il rischio che tale
offerta rappresenti per molti territori l’unica risposta strutturata anche per quelle
persone per le quali è possibile intravedere possibilità alternative al tradizionale
centro diurno.
E’ necessario che i centri diurni:
• riaffermino la propria funzione educativa e abilitativa finalizzata all’emancipazione
della persona disabile;
• Evolvano attraverso nuove proposte operative, soluzioni differenziate più
qualificanti e capaci di promuovere una migliore qualità di vita soprattutto per i
disabili che oggi escono dalla scuola.
15

Persone con disabilità nei servizi residenziali
TOTALE

2006

2007

2008

2009

158

285

324

368

Le strutture residenziali stanno cercando di rispondere al meglio alle richieste di residenzialità
extradomiciliare:

Sta invecchiando la generazione dei genitori che ha fatto la scelta di mantenere i propri figli in famiglia.
Per molti di loro, il tema, mai tramontato, del “dopo di noi” rimane una questione cruciale.
Avvertiamo la necessità di sperimentare soluzioni abitative complementari/alternative alle attuali
strutture residenziali in grado di valorizzare le capacità e le esigenze di autonomia e di vita indipendente
in particolare per le persone con disabilità meno gravi e discreti livelli di autonomia.
Le famiglie chiedono un sostegno al loro lavoro di cura con servizi di emergenza e sollievo, nonché
con programmi di auto-mutuo-aiuto, di sostegno psicologico e promozione delle competenze dei
famigliari.
Va promossa la conoscenza e l'utilizzo da parte delle famiglie con figli adulti con disabilità di tutte le
misure di tutela giuridica oggi disponibili (amministratore di sostegno, ecc).

16

Servizi attivati nel periodo 2005 - 2009
2005

TOTALE

2009

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

64

22

76

38

La crescita significativa di utenti registrata in questi anni ci deve far
riflettere in prospettiva su più fattori:





Quali servizi sono necessari? E’ possibile sperimentare modelli organizzativi innovativi
che permettano di recuperare efficienza e garantiscano comunque qualità della vita?
Come possiamo affrontare il tema della sostenibilità economica nel tempo a fronte di un
effetto “pile up” registrato da tutti i servizi?
L’orientamento delle strutture verso interventi più incisivi di promozione dell’autonomia e
di inclusione sociale può determinare una condizione facilitante di emancipazione della
persona con disabilità e favorire un suo minor livello di dipendenza?
La tecnologia (domotica, controllo sull’ambiente, …) può esserci di aiuto per sviluppare
modelli di assistenza innovativi e meno costosi?
17

Persone con disabilità in carico ai Servizi per
l’integrazione lavorativa
TOTALE

2006

2007

2008

2009

715

726

758

791

Il diritto al lavoro per le persone svantaggiate e per le persone con disabilità
rimane un percorso su cui continuare a porre la massima attenzione.
Sono necessarie modalità stabili di collegamento e di integrazione tra diversi
attori che si occupano delle politiche di formazione, occupazione, inclusione
sociale e lavorativa, welfare locale e imprese, per creare condizioni più ottimali a
favore dell’inclusione della persona disabile nei contesti lavorativi.
Va rivalutato il ruolo del SIL, anche in un’ottica strategica per rafforzare gli
interventi che favoriscono la presenza di persone con disabilità in contesti
lavorativi/occupazionali anche con finalità assistenziali qualora non vi siano i
requisiti per un percorso di inserimento lavorativo più evoluto.
18

Finanziamento agli Enti gestori dei servizi per l'handicap
(regionale, comunale e altro finanziamento)
Fonte
finanziamento

2006

2007

2008

2009

da Regione

€ 20.800.000,00

€ 22.160.000,00

€ 23.300.000,00

€ 26.900.000,00

da Comuni

€ 13.239.308,51

€ 13.572.978,69

€ 14.518.352,92

€ 12.878.117,97

€ 2.315.922,33

€ 2.256.277,81

€ 3.423.384,24

€ 3.291.612,88

€ 36.355.230,84

€ 37.989.256,50

€ 41.241.737,16

€ 43.069.730,85

Da altre fonti
(Provincia, ecc.)
TOTALE

19

Non può essere trascurato l’impegno del sistema regionale sul fronte delle
risorse (la spesa sociale procapite negli ultimi anni è significativamente
superiore alla media nazionale).
Spesa(1) sociale
pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni
Tav. 1 - Spesa sociale pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni singoli e associati per regione e
ripartizipone
anni 2005-2007
singoli e associati
pergeografica,
regione
e ripartizione geografica, anni 2004-2007
2005-2007
(1)

Ripartizioni geografiche
Regioni e Ripartizioni geografiche
Friuli-Venezia Giulia

Friuli-Venezia Giulia
Nord-ovest

Nord-ovest
Nord-est

Centro
Sud

Nord-est
Centro
Sud
Isole
ITALIA

Spesa pro-capite(2)
Spesa pro-capite(2)

2004
148,9
111,9
135,2

103,6
38,1

2005
2005

2004

148,9

173,1

111,9

112,6

173,1

146,1
112,6

135,2
103,6

111,0

146,1
38,1
40,1
84,0
111,0

73,2
92,4

98,0

40,1

2006
2007
2006
2007

197,3

189,8

117,5

125,4

197,3

189,8

117,5 148,7 125,4

145,6
113,8

145,6
44,0
86,4
113,8

101,0

44,0

122,4
51,6
90,5
107,8

148,7

122,4
51,6

Isole

73,2

84,0

86,4

90,5

ITALIA

92,4

98,0

101,0

107,8

Fonte: Istat
(1) Si intende la spesa in conto corrente di competenza impegnata per l’erogazione dei servizi o degli interventi socio-assistenziali
da parte di Comuni e associazioni di comuni. Sono incluse le spese per il personale, per l’affitto di immobili o attrezzature e per
l’acquisto di beni e servizi (spesa gestita direttamente). La spesa è indicata in euro, al netto della compartecipazione degli utenti e
del Servizio sanitario nazionale.

Scelta strategica del
PSSR 2010 – 2012

• Nel confermare gli obblighi di attività previsti
dalle pianificazioni e/o indirizzi vigenti, il PSSR
2010-2012 pone la lente di ingrandimento sulla
presa in carico integrata delle persone con
malattie croniche e con disabilità.

21

Perché una lente di
ingrandimento
sulla
disabilità?
Le persone con malattie croniche e con disabilità:


chiedono particolare attenzione rispetto all’inclusione
sociale nei vari contesti comunitari;



chiedono spesso assistenza e cure continuative sia
sanitarie che sociali;



una quota significativa di risorse pubbliche è destinata a
loro;



impegnano significative quote di professionisti;



con le loro famiglie concorrono economicamente alla
propria cura e assistenza.

22

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Miglioramento del sistema di accesso ai servizi (migliorare la
funzione di informazione, di orientamento e di accompagnamento ai
servizi).
• L’adozione di sistemi unitari di valutazione del funzionamento della
persona con disabilità basato su ICF (adozione di una metodologia
valutativa uniforme e standardizzata);
• Adozione sistematica del progetto personalizzato redatto secondo
un impianto regionale uniforme e coerente con la valutazione
• Miglioramento della presa in carico integrata delle persone che
richiedono interventi sanitari e sociali unitariamente e definizione delle
responsabilità sul caso;

23

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012

• Definizione di un catalogo dei servizi sociosanitari;
• Monitoraggio degli attuali strumenti di sostegno della domiciliarità;

• Avvio percorso di riqualificazione delle strutture semiresidenziali e
residenziali;
• Accreditamento dei servizi per la disabilità.

24

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Ricomposizione delle risorse pubbliche regionali e ottimizzazione delle
stesse.
• Revisione e potenziamento
sociosanitario e sociale.

del

sistema

regionale

informativo

• Riavvio della programmazione locale PAT e PdZ e predisposizione di un
nuovo strumento di pianificazione settoriale specifico per la disabilità
(PLD).

25

Rilancio della programmazione locale 2011
• Rilancio della pianificazione locale condivisa e partecipata:
– Dobbiamo essere capaci di produrre documenti di pianificazione che non
siano dichiarazione del “dover essere” o “del sarebbe bello”, ma documenti
le cui azioni e interventi abbiano la caratteristica di fattibilità, quindi:
– Attenzione alla realizzabilità di quanto programmato;
– Definizione, sulla scorta delle risorse disponibili, di una scala di priorità di
azioni e interventi coerenti con i bisogni delle persone e delle famiglie.

• Perseguire l’integrazione territoriale tra i servizi alla persona e i diversi
soggetti del sistema comunitario come valore per lo sviluppo e il
benessere delle nostre comunità.

26

Perché l’integrazione? Tre grandi motivi di merito:


L'integrazione genera maggiore efficacia di cura e di sostegno in
particolare a fronte di una crescita esponenziale delle patologie croniche
che richiedono lungo-assistenza e che coinvolgono pesantemente i nuclei
familiari degli assistiti sempre più non autosufficienti;



L'integrazione favorisce un uso più efficiente
superando le frammentazioni e le duplicazioni improprie;



L'integrazione riduce il disagio dei cittadini nel rapporto con i servizi
concentrando i punti di accesso alle reti dei servizi e rendendo, quindi,
meno problematica, da parte del cittadino, l'affannosa ricerca di servizi
e sportelli differenziati per materia e "target" assistenziale.

delle

risorse

27

Conclusioni
Ritengo che dobbiamo sentirci pronti alla sfida. La quantità dei servizi è buona, la
qualità può essere certamente migliorata.

Dobbiamo cercare di giocarci bene questa nuova partita.

Uscirne insieme è la democrazia e una società giusta.

28


Slide 8

LE PERSONE CON DISABILITA’
AL TEMPO DELLA CRISI
Diritti inalienabili,
opportunità e
prospettive

IL Piano Sanitario e Sociosanitario Regionale 2010 - 2012
Giuseppe BAZZO
Annalisa FAGGIONATO
Palmanova, 22 ottobre 2010

Contenuti della presentazione:

Premessa: il sistema di welfare in FVG
Alcuni dati di contesto
Il PSSR 2010 – 2012: impegni per il prossimo futuro

2

Il sistema di protezione sociale in FVG


Le LL.RR emanate dal 2003 ed in particolare la LR n. 6/2006 “Sistema integrato
di interventi e servizi per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza
sociale” hanno l’obiettivo generale di promuovere il benessere della comunità
regionale attraverso l’innovazione e lo sviluppo del sistema di welfare
regionale che pone al centro di un sistema integrato di interventi e servizi
la persona e la sua famiglia.



Un primo obiettivo è il superamento dell’ottica meramente assistenziale e
l’affermazione di una strategia di integrazione delle diverse politiche del
welfare, specie per quelle che incidono sulla qualità della vita dei cittadini
(politiche sociali, sanitarie, educative, formative, del lavoro, dei trasporti, ecc.).



Un altro obiettivo è l’innovazione di un impianto per molti versi superato,
attraverso il rilancio di un sistema istituzionale e di servizi sociali capace di
garantire un più elevato livello d’offerta.
3

L’attuale quadro normativo prevede cambiamenti:


nel concetto di assistenza:




diritto dei cittadini di partecipare alle decisioni che li riguardano
promozione dello sviluppo della persona umana
favorire la cittadinanza attiva



nel ruolo dell’Ente Locale ed in particolare dei Comuni associati nei 19 ambiti;



nel ruolo degli operatori sociali





nell’organizzazione dei servizi e degli interventi




basata su progetti e processi e non tanto su procedimenti ed atti;

nel modo di fare amministrazione




migliorare la capacità di presa in carico dei problemi delle persone e delle famiglie in un’ottica
negoziale
maggiore capacità di lettura dei fenomeni sociali e di coerente programmazione

non semplice produzione di regole ma maggiore attenzione ai risultati;

nelle modalità e nei contenuti della pianificazione e della programmazione attuativa


a tutti i livelli (regionale e locale) sempre più caratterizzata da modalità concertative e
partecipative.
4

Un percorso verso un sistema di

“welfare di responsabilità condivise”
I termini “Integrazione delle politiche“ di protezione sociale con le più generali
politiche sociali e “governance”, vale a dire “governo partecipato”, sono
le espressioni che meglio di altre descrivono il mutamento in atto nella nostra
Regione e meglio si correlano con il concetto di “welfare comunitario”, inteso come
costruzione di un “welfare di responsabilità condivise”, finalità generale cui tende
l’intero processo di riforma regionale.

5

LIVELLI DI GOVERNANCE
L.R. n. 23/2004 rappresenta uno snodo importante perché oltre a definire
le modalità di partecipazione degli enti locali alla programmazione
sociale sociosanitaria e sanitaria nei diversi livelli (regionale,
aziendale e di ambito distrettuale) definisce anche gli strumenti di
programmazione sanitaria, sociosanitaria e sociale:
Sanitario

Sociale

Livello
regionale

• Piano sanitario e sociosanitario

• Piano regionale degli
interventi e dei servizi sociali

Livello locale

• Piano attuativo locale (PAL) e
• Piano di zona (PdZ)
Piano attuativo ospedaliero (PAO)
• Programma delle attività
territoriali (PAT)

6

Governance

• Livello regionale
– definizione delle linee generali e degli obiettivi
strategici della programmazione, la determinazione
dei livelli di assistenza, i criteri e i modelli di
valutazione, la politica della spesa, l’esercizio delle
funzioni
di
indirizzo,
accompagnamento,
monitoraggio e controllo;

• Livello locale
– programmazione territoriale, pianificazione degli
interventi, organizzazione e gestione associata dei
servizi, valutazione dei risultati e governo della
rete, implementazione flussi informativi, gestione
delle risorse e rendicontazione della spesa.
7

Aree che saranno
argomento
specifico a partire
dal 2011 del
Piano locale per
la disabilità. Detto
sarà recepito nei
PAT e nei PdZ

Azioni congiunte nelle
aree di integrazione
sociosanitaria

L’elaborazione congiunta riguarda particolarmente:







la prevenzione e assistenza materno-infantile;
l’assistenza, riabilitazione ed integrazione sociale delle persone con disabilità;
la tutela della salute delle persone anziane;
la cura e recupero dei soggetti tossicodipendenti;
la cura e recupero dei soggetti malati di mente;
le situazioni di non autosufficienza, temporanea o permanente, derivanti da patologie
diverse.

9

Qualche dato in sintesi

10

Persone con riconoscimento di invalidità civile e con
certificazione di handicap ai sensi della L. 104/92
ANNO 2005
n. persone viventi al 31.12.05

TOTALE

Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

52.007

1.774

653

ANNO 2008
n. persone viventi al 31.12.08
Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

75.899

2.078

776

Circa 76.000 persone vivono con una disabilità più o meno grave nella nostra regione.
Prevalenti le persone anziane, ultrasessantacinquenni, non autosufficienti per le conseguenze
di malattie invalidanti e dei processi di invecchiamento (sono circa 51.000)
Sono circa 25.000 le persone con disabilità di età inferiore ai 65 anni
Circa 2.000 i minori con malformazioni per effetto di traumi neonatali o di fattori genetici o
altre cause.

11

Servizio Sociale dei Comuni: gli utenti in carico

2007
Tot. Utenti

2008
di cui disabili

Tot. Utenti

2009
di cui disabili

Tot. Utenti

di cui disabili

MF

MF

%

MF

MF

%

MF

MF

%

0-17 anni

5.979

1.516

25,4

6.836

1.722

25,2

7.572

1.889

24,9

18-24 anni

2.727

840

30,8

3.806

986

25,9

4.840

1.086

22,4

35-64 anni

6.803

1.999

29,4

9.805

2.428

24,8

12.638

2.893

22,9

65-74 anni

2.571

691

26,9

3.206

870

27,1

3.883

974

25,1

75 e +

10.069

2.856

28,4

12.699

3.673

28,9

15.552

4.195

27,0

Totale
FVG

28.149

7.902

28,1

36.352

9.679

26,6

44.485

11.037

24,8

Fonte: SISS su dati CSI (il dato 2007 risulta non completo)

12

Servizio Sociale dei Comuni: i minori disabili in carico
2007

2008

2009

1.516

1.722

1.889

• con interventi socioeducativi a scuola

214

271

474

• con interventi assistenziali a scuola

229

273

444

• con interventi socioeducativi di gruppo

60

62

86

• con interventi socioeducativi individuali

739

810

954

Totale minori in carico ai SSC
di cui utenti con interventi di cui lett. A) e b) , art. 6 LR 41/96:

Gli interventi socio-educativi a scuola quanto risultano essere una variabile dipendente dalle risorse
(insegnante di sostegno, altro personale docente) messe in campo dalla scuola?

13

Alunni certificati a.s. 2009 - 2010
Situazione anno scolastico 2009 - 2010
Pop.
scolastica

Tot. alunni
disabili

% alunni disabili
su pop. scol.

GO

17.414

427

2,45

PN

37.173

567

1,53

TS

23.334

424

1,82

UD

63.662

1.177

1,85

Tot.

141.583

2.595

1,83

Gli alunni certificati ai sensi della Legge 104/92
nell’anno
scolastico
2009-2010
hanno
rappresentato l’1,83% della popolazione scolastica

Passaggio
dalla scuola
alla vita
adulta: quali
prospettive?
Nell’adolescente
con
disabilità emerge come in
tutti gli adolescenti la
necessità di un "progetto
di vita“ .

regionale (media nazionale: 2,3%).

14

Persone con disabilità nei centri diurni (art. 6, lett. e), f) LR 41/96)
.

TOTALE

2006

2007

2008

2009

993

1.108

1.154

1.220

La rete dei servizi diurni rappresenta indubbiamente una risorsa importante per
garantire, soprattutto dopo l’uscita dal sistema scolastico delle persone con gravi
compromissioni di funzionamento, un percorso assistenziale, educativo e socioriabilitativo.
Riteniamo che tale offerta vada tuttavia riqualificata. Oggi c’è il rischio che tale
offerta rappresenti per molti territori l’unica risposta strutturata anche per quelle
persone per le quali è possibile intravedere possibilità alternative al tradizionale
centro diurno.
E’ necessario che i centri diurni:
• riaffermino la propria funzione educativa e abilitativa finalizzata all’emancipazione
della persona disabile;
• Evolvano attraverso nuove proposte operative, soluzioni differenziate più
qualificanti e capaci di promuovere una migliore qualità di vita soprattutto per i
disabili che oggi escono dalla scuola.
15

Persone con disabilità nei servizi residenziali
TOTALE

2006

2007

2008

2009

158

285

324

368

Le strutture residenziali stanno cercando di rispondere al meglio alle richieste di residenzialità
extradomiciliare:

Sta invecchiando la generazione dei genitori che ha fatto la scelta di mantenere i propri figli in famiglia.
Per molti di loro, il tema, mai tramontato, del “dopo di noi” rimane una questione cruciale.
Avvertiamo la necessità di sperimentare soluzioni abitative complementari/alternative alle attuali
strutture residenziali in grado di valorizzare le capacità e le esigenze di autonomia e di vita indipendente
in particolare per le persone con disabilità meno gravi e discreti livelli di autonomia.
Le famiglie chiedono un sostegno al loro lavoro di cura con servizi di emergenza e sollievo, nonché
con programmi di auto-mutuo-aiuto, di sostegno psicologico e promozione delle competenze dei
famigliari.
Va promossa la conoscenza e l'utilizzo da parte delle famiglie con figli adulti con disabilità di tutte le
misure di tutela giuridica oggi disponibili (amministratore di sostegno, ecc).

16

Servizi attivati nel periodo 2005 - 2009
2005

TOTALE

2009

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

64

22

76

38

La crescita significativa di utenti registrata in questi anni ci deve far
riflettere in prospettiva su più fattori:





Quali servizi sono necessari? E’ possibile sperimentare modelli organizzativi innovativi
che permettano di recuperare efficienza e garantiscano comunque qualità della vita?
Come possiamo affrontare il tema della sostenibilità economica nel tempo a fronte di un
effetto “pile up” registrato da tutti i servizi?
L’orientamento delle strutture verso interventi più incisivi di promozione dell’autonomia e
di inclusione sociale può determinare una condizione facilitante di emancipazione della
persona con disabilità e favorire un suo minor livello di dipendenza?
La tecnologia (domotica, controllo sull’ambiente, …) può esserci di aiuto per sviluppare
modelli di assistenza innovativi e meno costosi?
17

Persone con disabilità in carico ai Servizi per
l’integrazione lavorativa
TOTALE

2006

2007

2008

2009

715

726

758

791

Il diritto al lavoro per le persone svantaggiate e per le persone con disabilità
rimane un percorso su cui continuare a porre la massima attenzione.
Sono necessarie modalità stabili di collegamento e di integrazione tra diversi
attori che si occupano delle politiche di formazione, occupazione, inclusione
sociale e lavorativa, welfare locale e imprese, per creare condizioni più ottimali a
favore dell’inclusione della persona disabile nei contesti lavorativi.
Va rivalutato il ruolo del SIL, anche in un’ottica strategica per rafforzare gli
interventi che favoriscono la presenza di persone con disabilità in contesti
lavorativi/occupazionali anche con finalità assistenziali qualora non vi siano i
requisiti per un percorso di inserimento lavorativo più evoluto.
18

Finanziamento agli Enti gestori dei servizi per l'handicap
(regionale, comunale e altro finanziamento)
Fonte
finanziamento

2006

2007

2008

2009

da Regione

€ 20.800.000,00

€ 22.160.000,00

€ 23.300.000,00

€ 26.900.000,00

da Comuni

€ 13.239.308,51

€ 13.572.978,69

€ 14.518.352,92

€ 12.878.117,97

€ 2.315.922,33

€ 2.256.277,81

€ 3.423.384,24

€ 3.291.612,88

€ 36.355.230,84

€ 37.989.256,50

€ 41.241.737,16

€ 43.069.730,85

Da altre fonti
(Provincia, ecc.)
TOTALE

19

Non può essere trascurato l’impegno del sistema regionale sul fronte delle
risorse (la spesa sociale procapite negli ultimi anni è significativamente
superiore alla media nazionale).
Spesa(1) sociale
pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni
Tav. 1 - Spesa sociale pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni singoli e associati per regione e
ripartizipone
anni 2005-2007
singoli e associati
pergeografica,
regione
e ripartizione geografica, anni 2004-2007
2005-2007
(1)

Ripartizioni geografiche
Regioni e Ripartizioni geografiche
Friuli-Venezia Giulia

Friuli-Venezia Giulia
Nord-ovest

Nord-ovest
Nord-est

Centro
Sud

Nord-est
Centro
Sud
Isole
ITALIA

Spesa pro-capite(2)
Spesa pro-capite(2)

2004
148,9
111,9
135,2

103,6
38,1

2005
2005

2004

148,9

173,1

111,9

112,6

173,1

146,1
112,6

135,2
103,6

111,0

146,1
38,1
40,1
84,0
111,0

73,2
92,4

98,0

40,1

2006
2007
2006
2007

197,3

189,8

117,5

125,4

197,3

189,8

117,5 148,7 125,4

145,6
113,8

145,6
44,0
86,4
113,8

101,0

44,0

122,4
51,6
90,5
107,8

148,7

122,4
51,6

Isole

73,2

84,0

86,4

90,5

ITALIA

92,4

98,0

101,0

107,8

Fonte: Istat
(1) Si intende la spesa in conto corrente di competenza impegnata per l’erogazione dei servizi o degli interventi socio-assistenziali
da parte di Comuni e associazioni di comuni. Sono incluse le spese per il personale, per l’affitto di immobili o attrezzature e per
l’acquisto di beni e servizi (spesa gestita direttamente). La spesa è indicata in euro, al netto della compartecipazione degli utenti e
del Servizio sanitario nazionale.

Scelta strategica del
PSSR 2010 – 2012

• Nel confermare gli obblighi di attività previsti
dalle pianificazioni e/o indirizzi vigenti, il PSSR
2010-2012 pone la lente di ingrandimento sulla
presa in carico integrata delle persone con
malattie croniche e con disabilità.

21

Perché una lente di
ingrandimento
sulla
disabilità?
Le persone con malattie croniche e con disabilità:


chiedono particolare attenzione rispetto all’inclusione
sociale nei vari contesti comunitari;



chiedono spesso assistenza e cure continuative sia
sanitarie che sociali;



una quota significativa di risorse pubbliche è destinata a
loro;



impegnano significative quote di professionisti;



con le loro famiglie concorrono economicamente alla
propria cura e assistenza.

22

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Miglioramento del sistema di accesso ai servizi (migliorare la
funzione di informazione, di orientamento e di accompagnamento ai
servizi).
• L’adozione di sistemi unitari di valutazione del funzionamento della
persona con disabilità basato su ICF (adozione di una metodologia
valutativa uniforme e standardizzata);
• Adozione sistematica del progetto personalizzato redatto secondo
un impianto regionale uniforme e coerente con la valutazione
• Miglioramento della presa in carico integrata delle persone che
richiedono interventi sanitari e sociali unitariamente e definizione delle
responsabilità sul caso;

23

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012

• Definizione di un catalogo dei servizi sociosanitari;
• Monitoraggio degli attuali strumenti di sostegno della domiciliarità;

• Avvio percorso di riqualificazione delle strutture semiresidenziali e
residenziali;
• Accreditamento dei servizi per la disabilità.

24

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Ricomposizione delle risorse pubbliche regionali e ottimizzazione delle
stesse.
• Revisione e potenziamento
sociosanitario e sociale.

del

sistema

regionale

informativo

• Riavvio della programmazione locale PAT e PdZ e predisposizione di un
nuovo strumento di pianificazione settoriale specifico per la disabilità
(PLD).

25

Rilancio della programmazione locale 2011
• Rilancio della pianificazione locale condivisa e partecipata:
– Dobbiamo essere capaci di produrre documenti di pianificazione che non
siano dichiarazione del “dover essere” o “del sarebbe bello”, ma documenti
le cui azioni e interventi abbiano la caratteristica di fattibilità, quindi:
– Attenzione alla realizzabilità di quanto programmato;
– Definizione, sulla scorta delle risorse disponibili, di una scala di priorità di
azioni e interventi coerenti con i bisogni delle persone e delle famiglie.

• Perseguire l’integrazione territoriale tra i servizi alla persona e i diversi
soggetti del sistema comunitario come valore per lo sviluppo e il
benessere delle nostre comunità.

26

Perché l’integrazione? Tre grandi motivi di merito:


L'integrazione genera maggiore efficacia di cura e di sostegno in
particolare a fronte di una crescita esponenziale delle patologie croniche
che richiedono lungo-assistenza e che coinvolgono pesantemente i nuclei
familiari degli assistiti sempre più non autosufficienti;



L'integrazione favorisce un uso più efficiente
superando le frammentazioni e le duplicazioni improprie;



L'integrazione riduce il disagio dei cittadini nel rapporto con i servizi
concentrando i punti di accesso alle reti dei servizi e rendendo, quindi,
meno problematica, da parte del cittadino, l'affannosa ricerca di servizi
e sportelli differenziati per materia e "target" assistenziale.

delle

risorse

27

Conclusioni
Ritengo che dobbiamo sentirci pronti alla sfida. La quantità dei servizi è buona, la
qualità può essere certamente migliorata.

Dobbiamo cercare di giocarci bene questa nuova partita.

Uscirne insieme è la democrazia e una società giusta.

28


Slide 9

LE PERSONE CON DISABILITA’
AL TEMPO DELLA CRISI
Diritti inalienabili,
opportunità e
prospettive

IL Piano Sanitario e Sociosanitario Regionale 2010 - 2012
Giuseppe BAZZO
Annalisa FAGGIONATO
Palmanova, 22 ottobre 2010

Contenuti della presentazione:

Premessa: il sistema di welfare in FVG
Alcuni dati di contesto
Il PSSR 2010 – 2012: impegni per il prossimo futuro

2

Il sistema di protezione sociale in FVG


Le LL.RR emanate dal 2003 ed in particolare la LR n. 6/2006 “Sistema integrato
di interventi e servizi per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza
sociale” hanno l’obiettivo generale di promuovere il benessere della comunità
regionale attraverso l’innovazione e lo sviluppo del sistema di welfare
regionale che pone al centro di un sistema integrato di interventi e servizi
la persona e la sua famiglia.



Un primo obiettivo è il superamento dell’ottica meramente assistenziale e
l’affermazione di una strategia di integrazione delle diverse politiche del
welfare, specie per quelle che incidono sulla qualità della vita dei cittadini
(politiche sociali, sanitarie, educative, formative, del lavoro, dei trasporti, ecc.).



Un altro obiettivo è l’innovazione di un impianto per molti versi superato,
attraverso il rilancio di un sistema istituzionale e di servizi sociali capace di
garantire un più elevato livello d’offerta.
3

L’attuale quadro normativo prevede cambiamenti:


nel concetto di assistenza:




diritto dei cittadini di partecipare alle decisioni che li riguardano
promozione dello sviluppo della persona umana
favorire la cittadinanza attiva



nel ruolo dell’Ente Locale ed in particolare dei Comuni associati nei 19 ambiti;



nel ruolo degli operatori sociali





nell’organizzazione dei servizi e degli interventi




basata su progetti e processi e non tanto su procedimenti ed atti;

nel modo di fare amministrazione




migliorare la capacità di presa in carico dei problemi delle persone e delle famiglie in un’ottica
negoziale
maggiore capacità di lettura dei fenomeni sociali e di coerente programmazione

non semplice produzione di regole ma maggiore attenzione ai risultati;

nelle modalità e nei contenuti della pianificazione e della programmazione attuativa


a tutti i livelli (regionale e locale) sempre più caratterizzata da modalità concertative e
partecipative.
4

Un percorso verso un sistema di

“welfare di responsabilità condivise”
I termini “Integrazione delle politiche“ di protezione sociale con le più generali
politiche sociali e “governance”, vale a dire “governo partecipato”, sono
le espressioni che meglio di altre descrivono il mutamento in atto nella nostra
Regione e meglio si correlano con il concetto di “welfare comunitario”, inteso come
costruzione di un “welfare di responsabilità condivise”, finalità generale cui tende
l’intero processo di riforma regionale.

5

LIVELLI DI GOVERNANCE
L.R. n. 23/2004 rappresenta uno snodo importante perché oltre a definire
le modalità di partecipazione degli enti locali alla programmazione
sociale sociosanitaria e sanitaria nei diversi livelli (regionale,
aziendale e di ambito distrettuale) definisce anche gli strumenti di
programmazione sanitaria, sociosanitaria e sociale:
Sanitario

Sociale

Livello
regionale

• Piano sanitario e sociosanitario

• Piano regionale degli
interventi e dei servizi sociali

Livello locale

• Piano attuativo locale (PAL) e
• Piano di zona (PdZ)
Piano attuativo ospedaliero (PAO)
• Programma delle attività
territoriali (PAT)

6

Governance

• Livello regionale
– definizione delle linee generali e degli obiettivi
strategici della programmazione, la determinazione
dei livelli di assistenza, i criteri e i modelli di
valutazione, la politica della spesa, l’esercizio delle
funzioni
di
indirizzo,
accompagnamento,
monitoraggio e controllo;

• Livello locale
– programmazione territoriale, pianificazione degli
interventi, organizzazione e gestione associata dei
servizi, valutazione dei risultati e governo della
rete, implementazione flussi informativi, gestione
delle risorse e rendicontazione della spesa.
7

Aree che saranno
argomento
specifico a partire
dal 2011 del
Piano locale per
la disabilità. Detto
sarà recepito nei
PAT e nei PdZ

Azioni congiunte nelle
aree di integrazione
sociosanitaria

L’elaborazione congiunta riguarda particolarmente:







la prevenzione e assistenza materno-infantile;
l’assistenza, riabilitazione ed integrazione sociale delle persone con disabilità;
la tutela della salute delle persone anziane;
la cura e recupero dei soggetti tossicodipendenti;
la cura e recupero dei soggetti malati di mente;
le situazioni di non autosufficienza, temporanea o permanente, derivanti da patologie
diverse.

9

Qualche dato in sintesi

10

Persone con riconoscimento di invalidità civile e con
certificazione di handicap ai sensi della L. 104/92
ANNO 2005
n. persone viventi al 31.12.05

TOTALE

Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

52.007

1.774

653

ANNO 2008
n. persone viventi al 31.12.08
Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

75.899

2.078

776

Circa 76.000 persone vivono con una disabilità più o meno grave nella nostra regione.
Prevalenti le persone anziane, ultrasessantacinquenni, non autosufficienti per le conseguenze
di malattie invalidanti e dei processi di invecchiamento (sono circa 51.000)
Sono circa 25.000 le persone con disabilità di età inferiore ai 65 anni
Circa 2.000 i minori con malformazioni per effetto di traumi neonatali o di fattori genetici o
altre cause.

11

Servizio Sociale dei Comuni: gli utenti in carico

2007
Tot. Utenti

2008
di cui disabili

Tot. Utenti

2009
di cui disabili

Tot. Utenti

di cui disabili

MF

MF

%

MF

MF

%

MF

MF

%

0-17 anni

5.979

1.516

25,4

6.836

1.722

25,2

7.572

1.889

24,9

18-24 anni

2.727

840

30,8

3.806

986

25,9

4.840

1.086

22,4

35-64 anni

6.803

1.999

29,4

9.805

2.428

24,8

12.638

2.893

22,9

65-74 anni

2.571

691

26,9

3.206

870

27,1

3.883

974

25,1

75 e +

10.069

2.856

28,4

12.699

3.673

28,9

15.552

4.195

27,0

Totale
FVG

28.149

7.902

28,1

36.352

9.679

26,6

44.485

11.037

24,8

Fonte: SISS su dati CSI (il dato 2007 risulta non completo)

12

Servizio Sociale dei Comuni: i minori disabili in carico
2007

2008

2009

1.516

1.722

1.889

• con interventi socioeducativi a scuola

214

271

474

• con interventi assistenziali a scuola

229

273

444

• con interventi socioeducativi di gruppo

60

62

86

• con interventi socioeducativi individuali

739

810

954

Totale minori in carico ai SSC
di cui utenti con interventi di cui lett. A) e b) , art. 6 LR 41/96:

Gli interventi socio-educativi a scuola quanto risultano essere una variabile dipendente dalle risorse
(insegnante di sostegno, altro personale docente) messe in campo dalla scuola?

13

Alunni certificati a.s. 2009 - 2010
Situazione anno scolastico 2009 - 2010
Pop.
scolastica

Tot. alunni
disabili

% alunni disabili
su pop. scol.

GO

17.414

427

2,45

PN

37.173

567

1,53

TS

23.334

424

1,82

UD

63.662

1.177

1,85

Tot.

141.583

2.595

1,83

Gli alunni certificati ai sensi della Legge 104/92
nell’anno
scolastico
2009-2010
hanno
rappresentato l’1,83% della popolazione scolastica

Passaggio
dalla scuola
alla vita
adulta: quali
prospettive?
Nell’adolescente
con
disabilità emerge come in
tutti gli adolescenti la
necessità di un "progetto
di vita“ .

regionale (media nazionale: 2,3%).

14

Persone con disabilità nei centri diurni (art. 6, lett. e), f) LR 41/96)
.

TOTALE

2006

2007

2008

2009

993

1.108

1.154

1.220

La rete dei servizi diurni rappresenta indubbiamente una risorsa importante per
garantire, soprattutto dopo l’uscita dal sistema scolastico delle persone con gravi
compromissioni di funzionamento, un percorso assistenziale, educativo e socioriabilitativo.
Riteniamo che tale offerta vada tuttavia riqualificata. Oggi c’è il rischio che tale
offerta rappresenti per molti territori l’unica risposta strutturata anche per quelle
persone per le quali è possibile intravedere possibilità alternative al tradizionale
centro diurno.
E’ necessario che i centri diurni:
• riaffermino la propria funzione educativa e abilitativa finalizzata all’emancipazione
della persona disabile;
• Evolvano attraverso nuove proposte operative, soluzioni differenziate più
qualificanti e capaci di promuovere una migliore qualità di vita soprattutto per i
disabili che oggi escono dalla scuola.
15

Persone con disabilità nei servizi residenziali
TOTALE

2006

2007

2008

2009

158

285

324

368

Le strutture residenziali stanno cercando di rispondere al meglio alle richieste di residenzialità
extradomiciliare:

Sta invecchiando la generazione dei genitori che ha fatto la scelta di mantenere i propri figli in famiglia.
Per molti di loro, il tema, mai tramontato, del “dopo di noi” rimane una questione cruciale.
Avvertiamo la necessità di sperimentare soluzioni abitative complementari/alternative alle attuali
strutture residenziali in grado di valorizzare le capacità e le esigenze di autonomia e di vita indipendente
in particolare per le persone con disabilità meno gravi e discreti livelli di autonomia.
Le famiglie chiedono un sostegno al loro lavoro di cura con servizi di emergenza e sollievo, nonché
con programmi di auto-mutuo-aiuto, di sostegno psicologico e promozione delle competenze dei
famigliari.
Va promossa la conoscenza e l'utilizzo da parte delle famiglie con figli adulti con disabilità di tutte le
misure di tutela giuridica oggi disponibili (amministratore di sostegno, ecc).

16

Servizi attivati nel periodo 2005 - 2009
2005

TOTALE

2009

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

64

22

76

38

La crescita significativa di utenti registrata in questi anni ci deve far
riflettere in prospettiva su più fattori:





Quali servizi sono necessari? E’ possibile sperimentare modelli organizzativi innovativi
che permettano di recuperare efficienza e garantiscano comunque qualità della vita?
Come possiamo affrontare il tema della sostenibilità economica nel tempo a fronte di un
effetto “pile up” registrato da tutti i servizi?
L’orientamento delle strutture verso interventi più incisivi di promozione dell’autonomia e
di inclusione sociale può determinare una condizione facilitante di emancipazione della
persona con disabilità e favorire un suo minor livello di dipendenza?
La tecnologia (domotica, controllo sull’ambiente, …) può esserci di aiuto per sviluppare
modelli di assistenza innovativi e meno costosi?
17

Persone con disabilità in carico ai Servizi per
l’integrazione lavorativa
TOTALE

2006

2007

2008

2009

715

726

758

791

Il diritto al lavoro per le persone svantaggiate e per le persone con disabilità
rimane un percorso su cui continuare a porre la massima attenzione.
Sono necessarie modalità stabili di collegamento e di integrazione tra diversi
attori che si occupano delle politiche di formazione, occupazione, inclusione
sociale e lavorativa, welfare locale e imprese, per creare condizioni più ottimali a
favore dell’inclusione della persona disabile nei contesti lavorativi.
Va rivalutato il ruolo del SIL, anche in un’ottica strategica per rafforzare gli
interventi che favoriscono la presenza di persone con disabilità in contesti
lavorativi/occupazionali anche con finalità assistenziali qualora non vi siano i
requisiti per un percorso di inserimento lavorativo più evoluto.
18

Finanziamento agli Enti gestori dei servizi per l'handicap
(regionale, comunale e altro finanziamento)
Fonte
finanziamento

2006

2007

2008

2009

da Regione

€ 20.800.000,00

€ 22.160.000,00

€ 23.300.000,00

€ 26.900.000,00

da Comuni

€ 13.239.308,51

€ 13.572.978,69

€ 14.518.352,92

€ 12.878.117,97

€ 2.315.922,33

€ 2.256.277,81

€ 3.423.384,24

€ 3.291.612,88

€ 36.355.230,84

€ 37.989.256,50

€ 41.241.737,16

€ 43.069.730,85

Da altre fonti
(Provincia, ecc.)
TOTALE

19

Non può essere trascurato l’impegno del sistema regionale sul fronte delle
risorse (la spesa sociale procapite negli ultimi anni è significativamente
superiore alla media nazionale).
Spesa(1) sociale
pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni
Tav. 1 - Spesa sociale pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni singoli e associati per regione e
ripartizipone
anni 2005-2007
singoli e associati
pergeografica,
regione
e ripartizione geografica, anni 2004-2007
2005-2007
(1)

Ripartizioni geografiche
Regioni e Ripartizioni geografiche
Friuli-Venezia Giulia

Friuli-Venezia Giulia
Nord-ovest

Nord-ovest
Nord-est

Centro
Sud

Nord-est
Centro
Sud
Isole
ITALIA

Spesa pro-capite(2)
Spesa pro-capite(2)

2004
148,9
111,9
135,2

103,6
38,1

2005
2005

2004

148,9

173,1

111,9

112,6

173,1

146,1
112,6

135,2
103,6

111,0

146,1
38,1
40,1
84,0
111,0

73,2
92,4

98,0

40,1

2006
2007
2006
2007

197,3

189,8

117,5

125,4

197,3

189,8

117,5 148,7 125,4

145,6
113,8

145,6
44,0
86,4
113,8

101,0

44,0

122,4
51,6
90,5
107,8

148,7

122,4
51,6

Isole

73,2

84,0

86,4

90,5

ITALIA

92,4

98,0

101,0

107,8

Fonte: Istat
(1) Si intende la spesa in conto corrente di competenza impegnata per l’erogazione dei servizi o degli interventi socio-assistenziali
da parte di Comuni e associazioni di comuni. Sono incluse le spese per il personale, per l’affitto di immobili o attrezzature e per
l’acquisto di beni e servizi (spesa gestita direttamente). La spesa è indicata in euro, al netto della compartecipazione degli utenti e
del Servizio sanitario nazionale.

Scelta strategica del
PSSR 2010 – 2012

• Nel confermare gli obblighi di attività previsti
dalle pianificazioni e/o indirizzi vigenti, il PSSR
2010-2012 pone la lente di ingrandimento sulla
presa in carico integrata delle persone con
malattie croniche e con disabilità.

21

Perché una lente di
ingrandimento
sulla
disabilità?
Le persone con malattie croniche e con disabilità:


chiedono particolare attenzione rispetto all’inclusione
sociale nei vari contesti comunitari;



chiedono spesso assistenza e cure continuative sia
sanitarie che sociali;



una quota significativa di risorse pubbliche è destinata a
loro;



impegnano significative quote di professionisti;



con le loro famiglie concorrono economicamente alla
propria cura e assistenza.

22

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Miglioramento del sistema di accesso ai servizi (migliorare la
funzione di informazione, di orientamento e di accompagnamento ai
servizi).
• L’adozione di sistemi unitari di valutazione del funzionamento della
persona con disabilità basato su ICF (adozione di una metodologia
valutativa uniforme e standardizzata);
• Adozione sistematica del progetto personalizzato redatto secondo
un impianto regionale uniforme e coerente con la valutazione
• Miglioramento della presa in carico integrata delle persone che
richiedono interventi sanitari e sociali unitariamente e definizione delle
responsabilità sul caso;

23

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012

• Definizione di un catalogo dei servizi sociosanitari;
• Monitoraggio degli attuali strumenti di sostegno della domiciliarità;

• Avvio percorso di riqualificazione delle strutture semiresidenziali e
residenziali;
• Accreditamento dei servizi per la disabilità.

24

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Ricomposizione delle risorse pubbliche regionali e ottimizzazione delle
stesse.
• Revisione e potenziamento
sociosanitario e sociale.

del

sistema

regionale

informativo

• Riavvio della programmazione locale PAT e PdZ e predisposizione di un
nuovo strumento di pianificazione settoriale specifico per la disabilità
(PLD).

25

Rilancio della programmazione locale 2011
• Rilancio della pianificazione locale condivisa e partecipata:
– Dobbiamo essere capaci di produrre documenti di pianificazione che non
siano dichiarazione del “dover essere” o “del sarebbe bello”, ma documenti
le cui azioni e interventi abbiano la caratteristica di fattibilità, quindi:
– Attenzione alla realizzabilità di quanto programmato;
– Definizione, sulla scorta delle risorse disponibili, di una scala di priorità di
azioni e interventi coerenti con i bisogni delle persone e delle famiglie.

• Perseguire l’integrazione territoriale tra i servizi alla persona e i diversi
soggetti del sistema comunitario come valore per lo sviluppo e il
benessere delle nostre comunità.

26

Perché l’integrazione? Tre grandi motivi di merito:


L'integrazione genera maggiore efficacia di cura e di sostegno in
particolare a fronte di una crescita esponenziale delle patologie croniche
che richiedono lungo-assistenza e che coinvolgono pesantemente i nuclei
familiari degli assistiti sempre più non autosufficienti;



L'integrazione favorisce un uso più efficiente
superando le frammentazioni e le duplicazioni improprie;



L'integrazione riduce il disagio dei cittadini nel rapporto con i servizi
concentrando i punti di accesso alle reti dei servizi e rendendo, quindi,
meno problematica, da parte del cittadino, l'affannosa ricerca di servizi
e sportelli differenziati per materia e "target" assistenziale.

delle

risorse

27

Conclusioni
Ritengo che dobbiamo sentirci pronti alla sfida. La quantità dei servizi è buona, la
qualità può essere certamente migliorata.

Dobbiamo cercare di giocarci bene questa nuova partita.

Uscirne insieme è la democrazia e una società giusta.

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Slide 10

LE PERSONE CON DISABILITA’
AL TEMPO DELLA CRISI
Diritti inalienabili,
opportunità e
prospettive

IL Piano Sanitario e Sociosanitario Regionale 2010 - 2012
Giuseppe BAZZO
Annalisa FAGGIONATO
Palmanova, 22 ottobre 2010

Contenuti della presentazione:

Premessa: il sistema di welfare in FVG
Alcuni dati di contesto
Il PSSR 2010 – 2012: impegni per il prossimo futuro

2

Il sistema di protezione sociale in FVG


Le LL.RR emanate dal 2003 ed in particolare la LR n. 6/2006 “Sistema integrato
di interventi e servizi per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza
sociale” hanno l’obiettivo generale di promuovere il benessere della comunità
regionale attraverso l’innovazione e lo sviluppo del sistema di welfare
regionale che pone al centro di un sistema integrato di interventi e servizi
la persona e la sua famiglia.



Un primo obiettivo è il superamento dell’ottica meramente assistenziale e
l’affermazione di una strategia di integrazione delle diverse politiche del
welfare, specie per quelle che incidono sulla qualità della vita dei cittadini
(politiche sociali, sanitarie, educative, formative, del lavoro, dei trasporti, ecc.).



Un altro obiettivo è l’innovazione di un impianto per molti versi superato,
attraverso il rilancio di un sistema istituzionale e di servizi sociali capace di
garantire un più elevato livello d’offerta.
3

L’attuale quadro normativo prevede cambiamenti:


nel concetto di assistenza:




diritto dei cittadini di partecipare alle decisioni che li riguardano
promozione dello sviluppo della persona umana
favorire la cittadinanza attiva



nel ruolo dell’Ente Locale ed in particolare dei Comuni associati nei 19 ambiti;



nel ruolo degli operatori sociali





nell’organizzazione dei servizi e degli interventi




basata su progetti e processi e non tanto su procedimenti ed atti;

nel modo di fare amministrazione




migliorare la capacità di presa in carico dei problemi delle persone e delle famiglie in un’ottica
negoziale
maggiore capacità di lettura dei fenomeni sociali e di coerente programmazione

non semplice produzione di regole ma maggiore attenzione ai risultati;

nelle modalità e nei contenuti della pianificazione e della programmazione attuativa


a tutti i livelli (regionale e locale) sempre più caratterizzata da modalità concertative e
partecipative.
4

Un percorso verso un sistema di

“welfare di responsabilità condivise”
I termini “Integrazione delle politiche“ di protezione sociale con le più generali
politiche sociali e “governance”, vale a dire “governo partecipato”, sono
le espressioni che meglio di altre descrivono il mutamento in atto nella nostra
Regione e meglio si correlano con il concetto di “welfare comunitario”, inteso come
costruzione di un “welfare di responsabilità condivise”, finalità generale cui tende
l’intero processo di riforma regionale.

5

LIVELLI DI GOVERNANCE
L.R. n. 23/2004 rappresenta uno snodo importante perché oltre a definire
le modalità di partecipazione degli enti locali alla programmazione
sociale sociosanitaria e sanitaria nei diversi livelli (regionale,
aziendale e di ambito distrettuale) definisce anche gli strumenti di
programmazione sanitaria, sociosanitaria e sociale:
Sanitario

Sociale

Livello
regionale

• Piano sanitario e sociosanitario

• Piano regionale degli
interventi e dei servizi sociali

Livello locale

• Piano attuativo locale (PAL) e
• Piano di zona (PdZ)
Piano attuativo ospedaliero (PAO)
• Programma delle attività
territoriali (PAT)

6

Governance

• Livello regionale
– definizione delle linee generali e degli obiettivi
strategici della programmazione, la determinazione
dei livelli di assistenza, i criteri e i modelli di
valutazione, la politica della spesa, l’esercizio delle
funzioni
di
indirizzo,
accompagnamento,
monitoraggio e controllo;

• Livello locale
– programmazione territoriale, pianificazione degli
interventi, organizzazione e gestione associata dei
servizi, valutazione dei risultati e governo della
rete, implementazione flussi informativi, gestione
delle risorse e rendicontazione della spesa.
7

Aree che saranno
argomento
specifico a partire
dal 2011 del
Piano locale per
la disabilità. Detto
sarà recepito nei
PAT e nei PdZ

Azioni congiunte nelle
aree di integrazione
sociosanitaria

L’elaborazione congiunta riguarda particolarmente:







la prevenzione e assistenza materno-infantile;
l’assistenza, riabilitazione ed integrazione sociale delle persone con disabilità;
la tutela della salute delle persone anziane;
la cura e recupero dei soggetti tossicodipendenti;
la cura e recupero dei soggetti malati di mente;
le situazioni di non autosufficienza, temporanea o permanente, derivanti da patologie
diverse.

9

Qualche dato in sintesi

10

Persone con riconoscimento di invalidità civile e con
certificazione di handicap ai sensi della L. 104/92
ANNO 2005
n. persone viventi al 31.12.05

TOTALE

Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

52.007

1.774

653

ANNO 2008
n. persone viventi al 31.12.08
Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

75.899

2.078

776

Circa 76.000 persone vivono con una disabilità più o meno grave nella nostra regione.
Prevalenti le persone anziane, ultrasessantacinquenni, non autosufficienti per le conseguenze
di malattie invalidanti e dei processi di invecchiamento (sono circa 51.000)
Sono circa 25.000 le persone con disabilità di età inferiore ai 65 anni
Circa 2.000 i minori con malformazioni per effetto di traumi neonatali o di fattori genetici o
altre cause.

11

Servizio Sociale dei Comuni: gli utenti in carico

2007
Tot. Utenti

2008
di cui disabili

Tot. Utenti

2009
di cui disabili

Tot. Utenti

di cui disabili

MF

MF

%

MF

MF

%

MF

MF

%

0-17 anni

5.979

1.516

25,4

6.836

1.722

25,2

7.572

1.889

24,9

18-24 anni

2.727

840

30,8

3.806

986

25,9

4.840

1.086

22,4

35-64 anni

6.803

1.999

29,4

9.805

2.428

24,8

12.638

2.893

22,9

65-74 anni

2.571

691

26,9

3.206

870

27,1

3.883

974

25,1

75 e +

10.069

2.856

28,4

12.699

3.673

28,9

15.552

4.195

27,0

Totale
FVG

28.149

7.902

28,1

36.352

9.679

26,6

44.485

11.037

24,8

Fonte: SISS su dati CSI (il dato 2007 risulta non completo)

12

Servizio Sociale dei Comuni: i minori disabili in carico
2007

2008

2009

1.516

1.722

1.889

• con interventi socioeducativi a scuola

214

271

474

• con interventi assistenziali a scuola

229

273

444

• con interventi socioeducativi di gruppo

60

62

86

• con interventi socioeducativi individuali

739

810

954

Totale minori in carico ai SSC
di cui utenti con interventi di cui lett. A) e b) , art. 6 LR 41/96:

Gli interventi socio-educativi a scuola quanto risultano essere una variabile dipendente dalle risorse
(insegnante di sostegno, altro personale docente) messe in campo dalla scuola?

13

Alunni certificati a.s. 2009 - 2010
Situazione anno scolastico 2009 - 2010
Pop.
scolastica

Tot. alunni
disabili

% alunni disabili
su pop. scol.

GO

17.414

427

2,45

PN

37.173

567

1,53

TS

23.334

424

1,82

UD

63.662

1.177

1,85

Tot.

141.583

2.595

1,83

Gli alunni certificati ai sensi della Legge 104/92
nell’anno
scolastico
2009-2010
hanno
rappresentato l’1,83% della popolazione scolastica

Passaggio
dalla scuola
alla vita
adulta: quali
prospettive?
Nell’adolescente
con
disabilità emerge come in
tutti gli adolescenti la
necessità di un "progetto
di vita“ .

regionale (media nazionale: 2,3%).

14

Persone con disabilità nei centri diurni (art. 6, lett. e), f) LR 41/96)
.

TOTALE

2006

2007

2008

2009

993

1.108

1.154

1.220

La rete dei servizi diurni rappresenta indubbiamente una risorsa importante per
garantire, soprattutto dopo l’uscita dal sistema scolastico delle persone con gravi
compromissioni di funzionamento, un percorso assistenziale, educativo e socioriabilitativo.
Riteniamo che tale offerta vada tuttavia riqualificata. Oggi c’è il rischio che tale
offerta rappresenti per molti territori l’unica risposta strutturata anche per quelle
persone per le quali è possibile intravedere possibilità alternative al tradizionale
centro diurno.
E’ necessario che i centri diurni:
• riaffermino la propria funzione educativa e abilitativa finalizzata all’emancipazione
della persona disabile;
• Evolvano attraverso nuove proposte operative, soluzioni differenziate più
qualificanti e capaci di promuovere una migliore qualità di vita soprattutto per i
disabili che oggi escono dalla scuola.
15

Persone con disabilità nei servizi residenziali
TOTALE

2006

2007

2008

2009

158

285

324

368

Le strutture residenziali stanno cercando di rispondere al meglio alle richieste di residenzialità
extradomiciliare:

Sta invecchiando la generazione dei genitori che ha fatto la scelta di mantenere i propri figli in famiglia.
Per molti di loro, il tema, mai tramontato, del “dopo di noi” rimane una questione cruciale.
Avvertiamo la necessità di sperimentare soluzioni abitative complementari/alternative alle attuali
strutture residenziali in grado di valorizzare le capacità e le esigenze di autonomia e di vita indipendente
in particolare per le persone con disabilità meno gravi e discreti livelli di autonomia.
Le famiglie chiedono un sostegno al loro lavoro di cura con servizi di emergenza e sollievo, nonché
con programmi di auto-mutuo-aiuto, di sostegno psicologico e promozione delle competenze dei
famigliari.
Va promossa la conoscenza e l'utilizzo da parte delle famiglie con figli adulti con disabilità di tutte le
misure di tutela giuridica oggi disponibili (amministratore di sostegno, ecc).

16

Servizi attivati nel periodo 2005 - 2009
2005

TOTALE

2009

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

64

22

76

38

La crescita significativa di utenti registrata in questi anni ci deve far
riflettere in prospettiva su più fattori:





Quali servizi sono necessari? E’ possibile sperimentare modelli organizzativi innovativi
che permettano di recuperare efficienza e garantiscano comunque qualità della vita?
Come possiamo affrontare il tema della sostenibilità economica nel tempo a fronte di un
effetto “pile up” registrato da tutti i servizi?
L’orientamento delle strutture verso interventi più incisivi di promozione dell’autonomia e
di inclusione sociale può determinare una condizione facilitante di emancipazione della
persona con disabilità e favorire un suo minor livello di dipendenza?
La tecnologia (domotica, controllo sull’ambiente, …) può esserci di aiuto per sviluppare
modelli di assistenza innovativi e meno costosi?
17

Persone con disabilità in carico ai Servizi per
l’integrazione lavorativa
TOTALE

2006

2007

2008

2009

715

726

758

791

Il diritto al lavoro per le persone svantaggiate e per le persone con disabilità
rimane un percorso su cui continuare a porre la massima attenzione.
Sono necessarie modalità stabili di collegamento e di integrazione tra diversi
attori che si occupano delle politiche di formazione, occupazione, inclusione
sociale e lavorativa, welfare locale e imprese, per creare condizioni più ottimali a
favore dell’inclusione della persona disabile nei contesti lavorativi.
Va rivalutato il ruolo del SIL, anche in un’ottica strategica per rafforzare gli
interventi che favoriscono la presenza di persone con disabilità in contesti
lavorativi/occupazionali anche con finalità assistenziali qualora non vi siano i
requisiti per un percorso di inserimento lavorativo più evoluto.
18

Finanziamento agli Enti gestori dei servizi per l'handicap
(regionale, comunale e altro finanziamento)
Fonte
finanziamento

2006

2007

2008

2009

da Regione

€ 20.800.000,00

€ 22.160.000,00

€ 23.300.000,00

€ 26.900.000,00

da Comuni

€ 13.239.308,51

€ 13.572.978,69

€ 14.518.352,92

€ 12.878.117,97

€ 2.315.922,33

€ 2.256.277,81

€ 3.423.384,24

€ 3.291.612,88

€ 36.355.230,84

€ 37.989.256,50

€ 41.241.737,16

€ 43.069.730,85

Da altre fonti
(Provincia, ecc.)
TOTALE

19

Non può essere trascurato l’impegno del sistema regionale sul fronte delle
risorse (la spesa sociale procapite negli ultimi anni è significativamente
superiore alla media nazionale).
Spesa(1) sociale
pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni
Tav. 1 - Spesa sociale pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni singoli e associati per regione e
ripartizipone
anni 2005-2007
singoli e associati
pergeografica,
regione
e ripartizione geografica, anni 2004-2007
2005-2007
(1)

Ripartizioni geografiche
Regioni e Ripartizioni geografiche
Friuli-Venezia Giulia

Friuli-Venezia Giulia
Nord-ovest

Nord-ovest
Nord-est

Centro
Sud

Nord-est
Centro
Sud
Isole
ITALIA

Spesa pro-capite(2)
Spesa pro-capite(2)

2004
148,9
111,9
135,2

103,6
38,1

2005
2005

2004

148,9

173,1

111,9

112,6

173,1

146,1
112,6

135,2
103,6

111,0

146,1
38,1
40,1
84,0
111,0

73,2
92,4

98,0

40,1

2006
2007
2006
2007

197,3

189,8

117,5

125,4

197,3

189,8

117,5 148,7 125,4

145,6
113,8

145,6
44,0
86,4
113,8

101,0

44,0

122,4
51,6
90,5
107,8

148,7

122,4
51,6

Isole

73,2

84,0

86,4

90,5

ITALIA

92,4

98,0

101,0

107,8

Fonte: Istat
(1) Si intende la spesa in conto corrente di competenza impegnata per l’erogazione dei servizi o degli interventi socio-assistenziali
da parte di Comuni e associazioni di comuni. Sono incluse le spese per il personale, per l’affitto di immobili o attrezzature e per
l’acquisto di beni e servizi (spesa gestita direttamente). La spesa è indicata in euro, al netto della compartecipazione degli utenti e
del Servizio sanitario nazionale.

Scelta strategica del
PSSR 2010 – 2012

• Nel confermare gli obblighi di attività previsti
dalle pianificazioni e/o indirizzi vigenti, il PSSR
2010-2012 pone la lente di ingrandimento sulla
presa in carico integrata delle persone con
malattie croniche e con disabilità.

21

Perché una lente di
ingrandimento
sulla
disabilità?
Le persone con malattie croniche e con disabilità:


chiedono particolare attenzione rispetto all’inclusione
sociale nei vari contesti comunitari;



chiedono spesso assistenza e cure continuative sia
sanitarie che sociali;



una quota significativa di risorse pubbliche è destinata a
loro;



impegnano significative quote di professionisti;



con le loro famiglie concorrono economicamente alla
propria cura e assistenza.

22

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Miglioramento del sistema di accesso ai servizi (migliorare la
funzione di informazione, di orientamento e di accompagnamento ai
servizi).
• L’adozione di sistemi unitari di valutazione del funzionamento della
persona con disabilità basato su ICF (adozione di una metodologia
valutativa uniforme e standardizzata);
• Adozione sistematica del progetto personalizzato redatto secondo
un impianto regionale uniforme e coerente con la valutazione
• Miglioramento della presa in carico integrata delle persone che
richiedono interventi sanitari e sociali unitariamente e definizione delle
responsabilità sul caso;

23

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012

• Definizione di un catalogo dei servizi sociosanitari;
• Monitoraggio degli attuali strumenti di sostegno della domiciliarità;

• Avvio percorso di riqualificazione delle strutture semiresidenziali e
residenziali;
• Accreditamento dei servizi per la disabilità.

24

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Ricomposizione delle risorse pubbliche regionali e ottimizzazione delle
stesse.
• Revisione e potenziamento
sociosanitario e sociale.

del

sistema

regionale

informativo

• Riavvio della programmazione locale PAT e PdZ e predisposizione di un
nuovo strumento di pianificazione settoriale specifico per la disabilità
(PLD).

25

Rilancio della programmazione locale 2011
• Rilancio della pianificazione locale condivisa e partecipata:
– Dobbiamo essere capaci di produrre documenti di pianificazione che non
siano dichiarazione del “dover essere” o “del sarebbe bello”, ma documenti
le cui azioni e interventi abbiano la caratteristica di fattibilità, quindi:
– Attenzione alla realizzabilità di quanto programmato;
– Definizione, sulla scorta delle risorse disponibili, di una scala di priorità di
azioni e interventi coerenti con i bisogni delle persone e delle famiglie.

• Perseguire l’integrazione territoriale tra i servizi alla persona e i diversi
soggetti del sistema comunitario come valore per lo sviluppo e il
benessere delle nostre comunità.

26

Perché l’integrazione? Tre grandi motivi di merito:


L'integrazione genera maggiore efficacia di cura e di sostegno in
particolare a fronte di una crescita esponenziale delle patologie croniche
che richiedono lungo-assistenza e che coinvolgono pesantemente i nuclei
familiari degli assistiti sempre più non autosufficienti;



L'integrazione favorisce un uso più efficiente
superando le frammentazioni e le duplicazioni improprie;



L'integrazione riduce il disagio dei cittadini nel rapporto con i servizi
concentrando i punti di accesso alle reti dei servizi e rendendo, quindi,
meno problematica, da parte del cittadino, l'affannosa ricerca di servizi
e sportelli differenziati per materia e "target" assistenziale.

delle

risorse

27

Conclusioni
Ritengo che dobbiamo sentirci pronti alla sfida. La quantità dei servizi è buona, la
qualità può essere certamente migliorata.

Dobbiamo cercare di giocarci bene questa nuova partita.

Uscirne insieme è la democrazia e una società giusta.

28


Slide 11

LE PERSONE CON DISABILITA’
AL TEMPO DELLA CRISI
Diritti inalienabili,
opportunità e
prospettive

IL Piano Sanitario e Sociosanitario Regionale 2010 - 2012
Giuseppe BAZZO
Annalisa FAGGIONATO
Palmanova, 22 ottobre 2010

Contenuti della presentazione:

Premessa: il sistema di welfare in FVG
Alcuni dati di contesto
Il PSSR 2010 – 2012: impegni per il prossimo futuro

2

Il sistema di protezione sociale in FVG


Le LL.RR emanate dal 2003 ed in particolare la LR n. 6/2006 “Sistema integrato
di interventi e servizi per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza
sociale” hanno l’obiettivo generale di promuovere il benessere della comunità
regionale attraverso l’innovazione e lo sviluppo del sistema di welfare
regionale che pone al centro di un sistema integrato di interventi e servizi
la persona e la sua famiglia.



Un primo obiettivo è il superamento dell’ottica meramente assistenziale e
l’affermazione di una strategia di integrazione delle diverse politiche del
welfare, specie per quelle che incidono sulla qualità della vita dei cittadini
(politiche sociali, sanitarie, educative, formative, del lavoro, dei trasporti, ecc.).



Un altro obiettivo è l’innovazione di un impianto per molti versi superato,
attraverso il rilancio di un sistema istituzionale e di servizi sociali capace di
garantire un più elevato livello d’offerta.
3

L’attuale quadro normativo prevede cambiamenti:


nel concetto di assistenza:




diritto dei cittadini di partecipare alle decisioni che li riguardano
promozione dello sviluppo della persona umana
favorire la cittadinanza attiva



nel ruolo dell’Ente Locale ed in particolare dei Comuni associati nei 19 ambiti;



nel ruolo degli operatori sociali





nell’organizzazione dei servizi e degli interventi




basata su progetti e processi e non tanto su procedimenti ed atti;

nel modo di fare amministrazione




migliorare la capacità di presa in carico dei problemi delle persone e delle famiglie in un’ottica
negoziale
maggiore capacità di lettura dei fenomeni sociali e di coerente programmazione

non semplice produzione di regole ma maggiore attenzione ai risultati;

nelle modalità e nei contenuti della pianificazione e della programmazione attuativa


a tutti i livelli (regionale e locale) sempre più caratterizzata da modalità concertative e
partecipative.
4

Un percorso verso un sistema di

“welfare di responsabilità condivise”
I termini “Integrazione delle politiche“ di protezione sociale con le più generali
politiche sociali e “governance”, vale a dire “governo partecipato”, sono
le espressioni che meglio di altre descrivono il mutamento in atto nella nostra
Regione e meglio si correlano con il concetto di “welfare comunitario”, inteso come
costruzione di un “welfare di responsabilità condivise”, finalità generale cui tende
l’intero processo di riforma regionale.

5

LIVELLI DI GOVERNANCE
L.R. n. 23/2004 rappresenta uno snodo importante perché oltre a definire
le modalità di partecipazione degli enti locali alla programmazione
sociale sociosanitaria e sanitaria nei diversi livelli (regionale,
aziendale e di ambito distrettuale) definisce anche gli strumenti di
programmazione sanitaria, sociosanitaria e sociale:
Sanitario

Sociale

Livello
regionale

• Piano sanitario e sociosanitario

• Piano regionale degli
interventi e dei servizi sociali

Livello locale

• Piano attuativo locale (PAL) e
• Piano di zona (PdZ)
Piano attuativo ospedaliero (PAO)
• Programma delle attività
territoriali (PAT)

6

Governance

• Livello regionale
– definizione delle linee generali e degli obiettivi
strategici della programmazione, la determinazione
dei livelli di assistenza, i criteri e i modelli di
valutazione, la politica della spesa, l’esercizio delle
funzioni
di
indirizzo,
accompagnamento,
monitoraggio e controllo;

• Livello locale
– programmazione territoriale, pianificazione degli
interventi, organizzazione e gestione associata dei
servizi, valutazione dei risultati e governo della
rete, implementazione flussi informativi, gestione
delle risorse e rendicontazione della spesa.
7

Aree che saranno
argomento
specifico a partire
dal 2011 del
Piano locale per
la disabilità. Detto
sarà recepito nei
PAT e nei PdZ

Azioni congiunte nelle
aree di integrazione
sociosanitaria

L’elaborazione congiunta riguarda particolarmente:







la prevenzione e assistenza materno-infantile;
l’assistenza, riabilitazione ed integrazione sociale delle persone con disabilità;
la tutela della salute delle persone anziane;
la cura e recupero dei soggetti tossicodipendenti;
la cura e recupero dei soggetti malati di mente;
le situazioni di non autosufficienza, temporanea o permanente, derivanti da patologie
diverse.

9

Qualche dato in sintesi

10

Persone con riconoscimento di invalidità civile e con
certificazione di handicap ai sensi della L. 104/92
ANNO 2005
n. persone viventi al 31.12.05

TOTALE

Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

52.007

1.774

653

ANNO 2008
n. persone viventi al 31.12.08
Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

75.899

2.078

776

Circa 76.000 persone vivono con una disabilità più o meno grave nella nostra regione.
Prevalenti le persone anziane, ultrasessantacinquenni, non autosufficienti per le conseguenze
di malattie invalidanti e dei processi di invecchiamento (sono circa 51.000)
Sono circa 25.000 le persone con disabilità di età inferiore ai 65 anni
Circa 2.000 i minori con malformazioni per effetto di traumi neonatali o di fattori genetici o
altre cause.

11

Servizio Sociale dei Comuni: gli utenti in carico

2007
Tot. Utenti

2008
di cui disabili

Tot. Utenti

2009
di cui disabili

Tot. Utenti

di cui disabili

MF

MF

%

MF

MF

%

MF

MF

%

0-17 anni

5.979

1.516

25,4

6.836

1.722

25,2

7.572

1.889

24,9

18-24 anni

2.727

840

30,8

3.806

986

25,9

4.840

1.086

22,4

35-64 anni

6.803

1.999

29,4

9.805

2.428

24,8

12.638

2.893

22,9

65-74 anni

2.571

691

26,9

3.206

870

27,1

3.883

974

25,1

75 e +

10.069

2.856

28,4

12.699

3.673

28,9

15.552

4.195

27,0

Totale
FVG

28.149

7.902

28,1

36.352

9.679

26,6

44.485

11.037

24,8

Fonte: SISS su dati CSI (il dato 2007 risulta non completo)

12

Servizio Sociale dei Comuni: i minori disabili in carico
2007

2008

2009

1.516

1.722

1.889

• con interventi socioeducativi a scuola

214

271

474

• con interventi assistenziali a scuola

229

273

444

• con interventi socioeducativi di gruppo

60

62

86

• con interventi socioeducativi individuali

739

810

954

Totale minori in carico ai SSC
di cui utenti con interventi di cui lett. A) e b) , art. 6 LR 41/96:

Gli interventi socio-educativi a scuola quanto risultano essere una variabile dipendente dalle risorse
(insegnante di sostegno, altro personale docente) messe in campo dalla scuola?

13

Alunni certificati a.s. 2009 - 2010
Situazione anno scolastico 2009 - 2010
Pop.
scolastica

Tot. alunni
disabili

% alunni disabili
su pop. scol.

GO

17.414

427

2,45

PN

37.173

567

1,53

TS

23.334

424

1,82

UD

63.662

1.177

1,85

Tot.

141.583

2.595

1,83

Gli alunni certificati ai sensi della Legge 104/92
nell’anno
scolastico
2009-2010
hanno
rappresentato l’1,83% della popolazione scolastica

Passaggio
dalla scuola
alla vita
adulta: quali
prospettive?
Nell’adolescente
con
disabilità emerge come in
tutti gli adolescenti la
necessità di un "progetto
di vita“ .

regionale (media nazionale: 2,3%).

14

Persone con disabilità nei centri diurni (art. 6, lett. e), f) LR 41/96)
.

TOTALE

2006

2007

2008

2009

993

1.108

1.154

1.220

La rete dei servizi diurni rappresenta indubbiamente una risorsa importante per
garantire, soprattutto dopo l’uscita dal sistema scolastico delle persone con gravi
compromissioni di funzionamento, un percorso assistenziale, educativo e socioriabilitativo.
Riteniamo che tale offerta vada tuttavia riqualificata. Oggi c’è il rischio che tale
offerta rappresenti per molti territori l’unica risposta strutturata anche per quelle
persone per le quali è possibile intravedere possibilità alternative al tradizionale
centro diurno.
E’ necessario che i centri diurni:
• riaffermino la propria funzione educativa e abilitativa finalizzata all’emancipazione
della persona disabile;
• Evolvano attraverso nuove proposte operative, soluzioni differenziate più
qualificanti e capaci di promuovere una migliore qualità di vita soprattutto per i
disabili che oggi escono dalla scuola.
15

Persone con disabilità nei servizi residenziali
TOTALE

2006

2007

2008

2009

158

285

324

368

Le strutture residenziali stanno cercando di rispondere al meglio alle richieste di residenzialità
extradomiciliare:

Sta invecchiando la generazione dei genitori che ha fatto la scelta di mantenere i propri figli in famiglia.
Per molti di loro, il tema, mai tramontato, del “dopo di noi” rimane una questione cruciale.
Avvertiamo la necessità di sperimentare soluzioni abitative complementari/alternative alle attuali
strutture residenziali in grado di valorizzare le capacità e le esigenze di autonomia e di vita indipendente
in particolare per le persone con disabilità meno gravi e discreti livelli di autonomia.
Le famiglie chiedono un sostegno al loro lavoro di cura con servizi di emergenza e sollievo, nonché
con programmi di auto-mutuo-aiuto, di sostegno psicologico e promozione delle competenze dei
famigliari.
Va promossa la conoscenza e l'utilizzo da parte delle famiglie con figli adulti con disabilità di tutte le
misure di tutela giuridica oggi disponibili (amministratore di sostegno, ecc).

16

Servizi attivati nel periodo 2005 - 2009
2005

TOTALE

2009

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

64

22

76

38

La crescita significativa di utenti registrata in questi anni ci deve far
riflettere in prospettiva su più fattori:





Quali servizi sono necessari? E’ possibile sperimentare modelli organizzativi innovativi
che permettano di recuperare efficienza e garantiscano comunque qualità della vita?
Come possiamo affrontare il tema della sostenibilità economica nel tempo a fronte di un
effetto “pile up” registrato da tutti i servizi?
L’orientamento delle strutture verso interventi più incisivi di promozione dell’autonomia e
di inclusione sociale può determinare una condizione facilitante di emancipazione della
persona con disabilità e favorire un suo minor livello di dipendenza?
La tecnologia (domotica, controllo sull’ambiente, …) può esserci di aiuto per sviluppare
modelli di assistenza innovativi e meno costosi?
17

Persone con disabilità in carico ai Servizi per
l’integrazione lavorativa
TOTALE

2006

2007

2008

2009

715

726

758

791

Il diritto al lavoro per le persone svantaggiate e per le persone con disabilità
rimane un percorso su cui continuare a porre la massima attenzione.
Sono necessarie modalità stabili di collegamento e di integrazione tra diversi
attori che si occupano delle politiche di formazione, occupazione, inclusione
sociale e lavorativa, welfare locale e imprese, per creare condizioni più ottimali a
favore dell’inclusione della persona disabile nei contesti lavorativi.
Va rivalutato il ruolo del SIL, anche in un’ottica strategica per rafforzare gli
interventi che favoriscono la presenza di persone con disabilità in contesti
lavorativi/occupazionali anche con finalità assistenziali qualora non vi siano i
requisiti per un percorso di inserimento lavorativo più evoluto.
18

Finanziamento agli Enti gestori dei servizi per l'handicap
(regionale, comunale e altro finanziamento)
Fonte
finanziamento

2006

2007

2008

2009

da Regione

€ 20.800.000,00

€ 22.160.000,00

€ 23.300.000,00

€ 26.900.000,00

da Comuni

€ 13.239.308,51

€ 13.572.978,69

€ 14.518.352,92

€ 12.878.117,97

€ 2.315.922,33

€ 2.256.277,81

€ 3.423.384,24

€ 3.291.612,88

€ 36.355.230,84

€ 37.989.256,50

€ 41.241.737,16

€ 43.069.730,85

Da altre fonti
(Provincia, ecc.)
TOTALE

19

Non può essere trascurato l’impegno del sistema regionale sul fronte delle
risorse (la spesa sociale procapite negli ultimi anni è significativamente
superiore alla media nazionale).
Spesa(1) sociale
pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni
Tav. 1 - Spesa sociale pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni singoli e associati per regione e
ripartizipone
anni 2005-2007
singoli e associati
pergeografica,
regione
e ripartizione geografica, anni 2004-2007
2005-2007
(1)

Ripartizioni geografiche
Regioni e Ripartizioni geografiche
Friuli-Venezia Giulia

Friuli-Venezia Giulia
Nord-ovest

Nord-ovest
Nord-est

Centro
Sud

Nord-est
Centro
Sud
Isole
ITALIA

Spesa pro-capite(2)
Spesa pro-capite(2)

2004
148,9
111,9
135,2

103,6
38,1

2005
2005

2004

148,9

173,1

111,9

112,6

173,1

146,1
112,6

135,2
103,6

111,0

146,1
38,1
40,1
84,0
111,0

73,2
92,4

98,0

40,1

2006
2007
2006
2007

197,3

189,8

117,5

125,4

197,3

189,8

117,5 148,7 125,4

145,6
113,8

145,6
44,0
86,4
113,8

101,0

44,0

122,4
51,6
90,5
107,8

148,7

122,4
51,6

Isole

73,2

84,0

86,4

90,5

ITALIA

92,4

98,0

101,0

107,8

Fonte: Istat
(1) Si intende la spesa in conto corrente di competenza impegnata per l’erogazione dei servizi o degli interventi socio-assistenziali
da parte di Comuni e associazioni di comuni. Sono incluse le spese per il personale, per l’affitto di immobili o attrezzature e per
l’acquisto di beni e servizi (spesa gestita direttamente). La spesa è indicata in euro, al netto della compartecipazione degli utenti e
del Servizio sanitario nazionale.

Scelta strategica del
PSSR 2010 – 2012

• Nel confermare gli obblighi di attività previsti
dalle pianificazioni e/o indirizzi vigenti, il PSSR
2010-2012 pone la lente di ingrandimento sulla
presa in carico integrata delle persone con
malattie croniche e con disabilità.

21

Perché una lente di
ingrandimento
sulla
disabilità?
Le persone con malattie croniche e con disabilità:


chiedono particolare attenzione rispetto all’inclusione
sociale nei vari contesti comunitari;



chiedono spesso assistenza e cure continuative sia
sanitarie che sociali;



una quota significativa di risorse pubbliche è destinata a
loro;



impegnano significative quote di professionisti;



con le loro famiglie concorrono economicamente alla
propria cura e assistenza.

22

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Miglioramento del sistema di accesso ai servizi (migliorare la
funzione di informazione, di orientamento e di accompagnamento ai
servizi).
• L’adozione di sistemi unitari di valutazione del funzionamento della
persona con disabilità basato su ICF (adozione di una metodologia
valutativa uniforme e standardizzata);
• Adozione sistematica del progetto personalizzato redatto secondo
un impianto regionale uniforme e coerente con la valutazione
• Miglioramento della presa in carico integrata delle persone che
richiedono interventi sanitari e sociali unitariamente e definizione delle
responsabilità sul caso;

23

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012

• Definizione di un catalogo dei servizi sociosanitari;
• Monitoraggio degli attuali strumenti di sostegno della domiciliarità;

• Avvio percorso di riqualificazione delle strutture semiresidenziali e
residenziali;
• Accreditamento dei servizi per la disabilità.

24

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Ricomposizione delle risorse pubbliche regionali e ottimizzazione delle
stesse.
• Revisione e potenziamento
sociosanitario e sociale.

del

sistema

regionale

informativo

• Riavvio della programmazione locale PAT e PdZ e predisposizione di un
nuovo strumento di pianificazione settoriale specifico per la disabilità
(PLD).

25

Rilancio della programmazione locale 2011
• Rilancio della pianificazione locale condivisa e partecipata:
– Dobbiamo essere capaci di produrre documenti di pianificazione che non
siano dichiarazione del “dover essere” o “del sarebbe bello”, ma documenti
le cui azioni e interventi abbiano la caratteristica di fattibilità, quindi:
– Attenzione alla realizzabilità di quanto programmato;
– Definizione, sulla scorta delle risorse disponibili, di una scala di priorità di
azioni e interventi coerenti con i bisogni delle persone e delle famiglie.

• Perseguire l’integrazione territoriale tra i servizi alla persona e i diversi
soggetti del sistema comunitario come valore per lo sviluppo e il
benessere delle nostre comunità.

26

Perché l’integrazione? Tre grandi motivi di merito:


L'integrazione genera maggiore efficacia di cura e di sostegno in
particolare a fronte di una crescita esponenziale delle patologie croniche
che richiedono lungo-assistenza e che coinvolgono pesantemente i nuclei
familiari degli assistiti sempre più non autosufficienti;



L'integrazione favorisce un uso più efficiente
superando le frammentazioni e le duplicazioni improprie;



L'integrazione riduce il disagio dei cittadini nel rapporto con i servizi
concentrando i punti di accesso alle reti dei servizi e rendendo, quindi,
meno problematica, da parte del cittadino, l'affannosa ricerca di servizi
e sportelli differenziati per materia e "target" assistenziale.

delle

risorse

27

Conclusioni
Ritengo che dobbiamo sentirci pronti alla sfida. La quantità dei servizi è buona, la
qualità può essere certamente migliorata.

Dobbiamo cercare di giocarci bene questa nuova partita.

Uscirne insieme è la democrazia e una società giusta.

28


Slide 12

LE PERSONE CON DISABILITA’
AL TEMPO DELLA CRISI
Diritti inalienabili,
opportunità e
prospettive

IL Piano Sanitario e Sociosanitario Regionale 2010 - 2012
Giuseppe BAZZO
Annalisa FAGGIONATO
Palmanova, 22 ottobre 2010

Contenuti della presentazione:

Premessa: il sistema di welfare in FVG
Alcuni dati di contesto
Il PSSR 2010 – 2012: impegni per il prossimo futuro

2

Il sistema di protezione sociale in FVG


Le LL.RR emanate dal 2003 ed in particolare la LR n. 6/2006 “Sistema integrato
di interventi e servizi per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza
sociale” hanno l’obiettivo generale di promuovere il benessere della comunità
regionale attraverso l’innovazione e lo sviluppo del sistema di welfare
regionale che pone al centro di un sistema integrato di interventi e servizi
la persona e la sua famiglia.



Un primo obiettivo è il superamento dell’ottica meramente assistenziale e
l’affermazione di una strategia di integrazione delle diverse politiche del
welfare, specie per quelle che incidono sulla qualità della vita dei cittadini
(politiche sociali, sanitarie, educative, formative, del lavoro, dei trasporti, ecc.).



Un altro obiettivo è l’innovazione di un impianto per molti versi superato,
attraverso il rilancio di un sistema istituzionale e di servizi sociali capace di
garantire un più elevato livello d’offerta.
3

L’attuale quadro normativo prevede cambiamenti:


nel concetto di assistenza:




diritto dei cittadini di partecipare alle decisioni che li riguardano
promozione dello sviluppo della persona umana
favorire la cittadinanza attiva



nel ruolo dell’Ente Locale ed in particolare dei Comuni associati nei 19 ambiti;



nel ruolo degli operatori sociali





nell’organizzazione dei servizi e degli interventi




basata su progetti e processi e non tanto su procedimenti ed atti;

nel modo di fare amministrazione




migliorare la capacità di presa in carico dei problemi delle persone e delle famiglie in un’ottica
negoziale
maggiore capacità di lettura dei fenomeni sociali e di coerente programmazione

non semplice produzione di regole ma maggiore attenzione ai risultati;

nelle modalità e nei contenuti della pianificazione e della programmazione attuativa


a tutti i livelli (regionale e locale) sempre più caratterizzata da modalità concertative e
partecipative.
4

Un percorso verso un sistema di

“welfare di responsabilità condivise”
I termini “Integrazione delle politiche“ di protezione sociale con le più generali
politiche sociali e “governance”, vale a dire “governo partecipato”, sono
le espressioni che meglio di altre descrivono il mutamento in atto nella nostra
Regione e meglio si correlano con il concetto di “welfare comunitario”, inteso come
costruzione di un “welfare di responsabilità condivise”, finalità generale cui tende
l’intero processo di riforma regionale.

5

LIVELLI DI GOVERNANCE
L.R. n. 23/2004 rappresenta uno snodo importante perché oltre a definire
le modalità di partecipazione degli enti locali alla programmazione
sociale sociosanitaria e sanitaria nei diversi livelli (regionale,
aziendale e di ambito distrettuale) definisce anche gli strumenti di
programmazione sanitaria, sociosanitaria e sociale:
Sanitario

Sociale

Livello
regionale

• Piano sanitario e sociosanitario

• Piano regionale degli
interventi e dei servizi sociali

Livello locale

• Piano attuativo locale (PAL) e
• Piano di zona (PdZ)
Piano attuativo ospedaliero (PAO)
• Programma delle attività
territoriali (PAT)

6

Governance

• Livello regionale
– definizione delle linee generali e degli obiettivi
strategici della programmazione, la determinazione
dei livelli di assistenza, i criteri e i modelli di
valutazione, la politica della spesa, l’esercizio delle
funzioni
di
indirizzo,
accompagnamento,
monitoraggio e controllo;

• Livello locale
– programmazione territoriale, pianificazione degli
interventi, organizzazione e gestione associata dei
servizi, valutazione dei risultati e governo della
rete, implementazione flussi informativi, gestione
delle risorse e rendicontazione della spesa.
7

Aree che saranno
argomento
specifico a partire
dal 2011 del
Piano locale per
la disabilità. Detto
sarà recepito nei
PAT e nei PdZ

Azioni congiunte nelle
aree di integrazione
sociosanitaria

L’elaborazione congiunta riguarda particolarmente:







la prevenzione e assistenza materno-infantile;
l’assistenza, riabilitazione ed integrazione sociale delle persone con disabilità;
la tutela della salute delle persone anziane;
la cura e recupero dei soggetti tossicodipendenti;
la cura e recupero dei soggetti malati di mente;
le situazioni di non autosufficienza, temporanea o permanente, derivanti da patologie
diverse.

9

Qualche dato in sintesi

10

Persone con riconoscimento di invalidità civile e con
certificazione di handicap ai sensi della L. 104/92
ANNO 2005
n. persone viventi al 31.12.05

TOTALE

Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

52.007

1.774

653

ANNO 2008
n. persone viventi al 31.12.08
Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

75.899

2.078

776

Circa 76.000 persone vivono con una disabilità più o meno grave nella nostra regione.
Prevalenti le persone anziane, ultrasessantacinquenni, non autosufficienti per le conseguenze
di malattie invalidanti e dei processi di invecchiamento (sono circa 51.000)
Sono circa 25.000 le persone con disabilità di età inferiore ai 65 anni
Circa 2.000 i minori con malformazioni per effetto di traumi neonatali o di fattori genetici o
altre cause.

11

Servizio Sociale dei Comuni: gli utenti in carico

2007
Tot. Utenti

2008
di cui disabili

Tot. Utenti

2009
di cui disabili

Tot. Utenti

di cui disabili

MF

MF

%

MF

MF

%

MF

MF

%

0-17 anni

5.979

1.516

25,4

6.836

1.722

25,2

7.572

1.889

24,9

18-24 anni

2.727

840

30,8

3.806

986

25,9

4.840

1.086

22,4

35-64 anni

6.803

1.999

29,4

9.805

2.428

24,8

12.638

2.893

22,9

65-74 anni

2.571

691

26,9

3.206

870

27,1

3.883

974

25,1

75 e +

10.069

2.856

28,4

12.699

3.673

28,9

15.552

4.195

27,0

Totale
FVG

28.149

7.902

28,1

36.352

9.679

26,6

44.485

11.037

24,8

Fonte: SISS su dati CSI (il dato 2007 risulta non completo)

12

Servizio Sociale dei Comuni: i minori disabili in carico
2007

2008

2009

1.516

1.722

1.889

• con interventi socioeducativi a scuola

214

271

474

• con interventi assistenziali a scuola

229

273

444

• con interventi socioeducativi di gruppo

60

62

86

• con interventi socioeducativi individuali

739

810

954

Totale minori in carico ai SSC
di cui utenti con interventi di cui lett. A) e b) , art. 6 LR 41/96:

Gli interventi socio-educativi a scuola quanto risultano essere una variabile dipendente dalle risorse
(insegnante di sostegno, altro personale docente) messe in campo dalla scuola?

13

Alunni certificati a.s. 2009 - 2010
Situazione anno scolastico 2009 - 2010
Pop.
scolastica

Tot. alunni
disabili

% alunni disabili
su pop. scol.

GO

17.414

427

2,45

PN

37.173

567

1,53

TS

23.334

424

1,82

UD

63.662

1.177

1,85

Tot.

141.583

2.595

1,83

Gli alunni certificati ai sensi della Legge 104/92
nell’anno
scolastico
2009-2010
hanno
rappresentato l’1,83% della popolazione scolastica

Passaggio
dalla scuola
alla vita
adulta: quali
prospettive?
Nell’adolescente
con
disabilità emerge come in
tutti gli adolescenti la
necessità di un "progetto
di vita“ .

regionale (media nazionale: 2,3%).

14

Persone con disabilità nei centri diurni (art. 6, lett. e), f) LR 41/96)
.

TOTALE

2006

2007

2008

2009

993

1.108

1.154

1.220

La rete dei servizi diurni rappresenta indubbiamente una risorsa importante per
garantire, soprattutto dopo l’uscita dal sistema scolastico delle persone con gravi
compromissioni di funzionamento, un percorso assistenziale, educativo e socioriabilitativo.
Riteniamo che tale offerta vada tuttavia riqualificata. Oggi c’è il rischio che tale
offerta rappresenti per molti territori l’unica risposta strutturata anche per quelle
persone per le quali è possibile intravedere possibilità alternative al tradizionale
centro diurno.
E’ necessario che i centri diurni:
• riaffermino la propria funzione educativa e abilitativa finalizzata all’emancipazione
della persona disabile;
• Evolvano attraverso nuove proposte operative, soluzioni differenziate più
qualificanti e capaci di promuovere una migliore qualità di vita soprattutto per i
disabili che oggi escono dalla scuola.
15

Persone con disabilità nei servizi residenziali
TOTALE

2006

2007

2008

2009

158

285

324

368

Le strutture residenziali stanno cercando di rispondere al meglio alle richieste di residenzialità
extradomiciliare:

Sta invecchiando la generazione dei genitori che ha fatto la scelta di mantenere i propri figli in famiglia.
Per molti di loro, il tema, mai tramontato, del “dopo di noi” rimane una questione cruciale.
Avvertiamo la necessità di sperimentare soluzioni abitative complementari/alternative alle attuali
strutture residenziali in grado di valorizzare le capacità e le esigenze di autonomia e di vita indipendente
in particolare per le persone con disabilità meno gravi e discreti livelli di autonomia.
Le famiglie chiedono un sostegno al loro lavoro di cura con servizi di emergenza e sollievo, nonché
con programmi di auto-mutuo-aiuto, di sostegno psicologico e promozione delle competenze dei
famigliari.
Va promossa la conoscenza e l'utilizzo da parte delle famiglie con figli adulti con disabilità di tutte le
misure di tutela giuridica oggi disponibili (amministratore di sostegno, ecc).

16

Servizi attivati nel periodo 2005 - 2009
2005

TOTALE

2009

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

64

22

76

38

La crescita significativa di utenti registrata in questi anni ci deve far
riflettere in prospettiva su più fattori:





Quali servizi sono necessari? E’ possibile sperimentare modelli organizzativi innovativi
che permettano di recuperare efficienza e garantiscano comunque qualità della vita?
Come possiamo affrontare il tema della sostenibilità economica nel tempo a fronte di un
effetto “pile up” registrato da tutti i servizi?
L’orientamento delle strutture verso interventi più incisivi di promozione dell’autonomia e
di inclusione sociale può determinare una condizione facilitante di emancipazione della
persona con disabilità e favorire un suo minor livello di dipendenza?
La tecnologia (domotica, controllo sull’ambiente, …) può esserci di aiuto per sviluppare
modelli di assistenza innovativi e meno costosi?
17

Persone con disabilità in carico ai Servizi per
l’integrazione lavorativa
TOTALE

2006

2007

2008

2009

715

726

758

791

Il diritto al lavoro per le persone svantaggiate e per le persone con disabilità
rimane un percorso su cui continuare a porre la massima attenzione.
Sono necessarie modalità stabili di collegamento e di integrazione tra diversi
attori che si occupano delle politiche di formazione, occupazione, inclusione
sociale e lavorativa, welfare locale e imprese, per creare condizioni più ottimali a
favore dell’inclusione della persona disabile nei contesti lavorativi.
Va rivalutato il ruolo del SIL, anche in un’ottica strategica per rafforzare gli
interventi che favoriscono la presenza di persone con disabilità in contesti
lavorativi/occupazionali anche con finalità assistenziali qualora non vi siano i
requisiti per un percorso di inserimento lavorativo più evoluto.
18

Finanziamento agli Enti gestori dei servizi per l'handicap
(regionale, comunale e altro finanziamento)
Fonte
finanziamento

2006

2007

2008

2009

da Regione

€ 20.800.000,00

€ 22.160.000,00

€ 23.300.000,00

€ 26.900.000,00

da Comuni

€ 13.239.308,51

€ 13.572.978,69

€ 14.518.352,92

€ 12.878.117,97

€ 2.315.922,33

€ 2.256.277,81

€ 3.423.384,24

€ 3.291.612,88

€ 36.355.230,84

€ 37.989.256,50

€ 41.241.737,16

€ 43.069.730,85

Da altre fonti
(Provincia, ecc.)
TOTALE

19

Non può essere trascurato l’impegno del sistema regionale sul fronte delle
risorse (la spesa sociale procapite negli ultimi anni è significativamente
superiore alla media nazionale).
Spesa(1) sociale
pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni
Tav. 1 - Spesa sociale pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni singoli e associati per regione e
ripartizipone
anni 2005-2007
singoli e associati
pergeografica,
regione
e ripartizione geografica, anni 2004-2007
2005-2007
(1)

Ripartizioni geografiche
Regioni e Ripartizioni geografiche
Friuli-Venezia Giulia

Friuli-Venezia Giulia
Nord-ovest

Nord-ovest
Nord-est

Centro
Sud

Nord-est
Centro
Sud
Isole
ITALIA

Spesa pro-capite(2)
Spesa pro-capite(2)

2004
148,9
111,9
135,2

103,6
38,1

2005
2005

2004

148,9

173,1

111,9

112,6

173,1

146,1
112,6

135,2
103,6

111,0

146,1
38,1
40,1
84,0
111,0

73,2
92,4

98,0

40,1

2006
2007
2006
2007

197,3

189,8

117,5

125,4

197,3

189,8

117,5 148,7 125,4

145,6
113,8

145,6
44,0
86,4
113,8

101,0

44,0

122,4
51,6
90,5
107,8

148,7

122,4
51,6

Isole

73,2

84,0

86,4

90,5

ITALIA

92,4

98,0

101,0

107,8

Fonte: Istat
(1) Si intende la spesa in conto corrente di competenza impegnata per l’erogazione dei servizi o degli interventi socio-assistenziali
da parte di Comuni e associazioni di comuni. Sono incluse le spese per il personale, per l’affitto di immobili o attrezzature e per
l’acquisto di beni e servizi (spesa gestita direttamente). La spesa è indicata in euro, al netto della compartecipazione degli utenti e
del Servizio sanitario nazionale.

Scelta strategica del
PSSR 2010 – 2012

• Nel confermare gli obblighi di attività previsti
dalle pianificazioni e/o indirizzi vigenti, il PSSR
2010-2012 pone la lente di ingrandimento sulla
presa in carico integrata delle persone con
malattie croniche e con disabilità.

21

Perché una lente di
ingrandimento
sulla
disabilità?
Le persone con malattie croniche e con disabilità:


chiedono particolare attenzione rispetto all’inclusione
sociale nei vari contesti comunitari;



chiedono spesso assistenza e cure continuative sia
sanitarie che sociali;



una quota significativa di risorse pubbliche è destinata a
loro;



impegnano significative quote di professionisti;



con le loro famiglie concorrono economicamente alla
propria cura e assistenza.

22

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Miglioramento del sistema di accesso ai servizi (migliorare la
funzione di informazione, di orientamento e di accompagnamento ai
servizi).
• L’adozione di sistemi unitari di valutazione del funzionamento della
persona con disabilità basato su ICF (adozione di una metodologia
valutativa uniforme e standardizzata);
• Adozione sistematica del progetto personalizzato redatto secondo
un impianto regionale uniforme e coerente con la valutazione
• Miglioramento della presa in carico integrata delle persone che
richiedono interventi sanitari e sociali unitariamente e definizione delle
responsabilità sul caso;

23

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012

• Definizione di un catalogo dei servizi sociosanitari;
• Monitoraggio degli attuali strumenti di sostegno della domiciliarità;

• Avvio percorso di riqualificazione delle strutture semiresidenziali e
residenziali;
• Accreditamento dei servizi per la disabilità.

24

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Ricomposizione delle risorse pubbliche regionali e ottimizzazione delle
stesse.
• Revisione e potenziamento
sociosanitario e sociale.

del

sistema

regionale

informativo

• Riavvio della programmazione locale PAT e PdZ e predisposizione di un
nuovo strumento di pianificazione settoriale specifico per la disabilità
(PLD).

25

Rilancio della programmazione locale 2011
• Rilancio della pianificazione locale condivisa e partecipata:
– Dobbiamo essere capaci di produrre documenti di pianificazione che non
siano dichiarazione del “dover essere” o “del sarebbe bello”, ma documenti
le cui azioni e interventi abbiano la caratteristica di fattibilità, quindi:
– Attenzione alla realizzabilità di quanto programmato;
– Definizione, sulla scorta delle risorse disponibili, di una scala di priorità di
azioni e interventi coerenti con i bisogni delle persone e delle famiglie.

• Perseguire l’integrazione territoriale tra i servizi alla persona e i diversi
soggetti del sistema comunitario come valore per lo sviluppo e il
benessere delle nostre comunità.

26

Perché l’integrazione? Tre grandi motivi di merito:


L'integrazione genera maggiore efficacia di cura e di sostegno in
particolare a fronte di una crescita esponenziale delle patologie croniche
che richiedono lungo-assistenza e che coinvolgono pesantemente i nuclei
familiari degli assistiti sempre più non autosufficienti;



L'integrazione favorisce un uso più efficiente
superando le frammentazioni e le duplicazioni improprie;



L'integrazione riduce il disagio dei cittadini nel rapporto con i servizi
concentrando i punti di accesso alle reti dei servizi e rendendo, quindi,
meno problematica, da parte del cittadino, l'affannosa ricerca di servizi
e sportelli differenziati per materia e "target" assistenziale.

delle

risorse

27

Conclusioni
Ritengo che dobbiamo sentirci pronti alla sfida. La quantità dei servizi è buona, la
qualità può essere certamente migliorata.

Dobbiamo cercare di giocarci bene questa nuova partita.

Uscirne insieme è la democrazia e una società giusta.

28


Slide 13

LE PERSONE CON DISABILITA’
AL TEMPO DELLA CRISI
Diritti inalienabili,
opportunità e
prospettive

IL Piano Sanitario e Sociosanitario Regionale 2010 - 2012
Giuseppe BAZZO
Annalisa FAGGIONATO
Palmanova, 22 ottobre 2010

Contenuti della presentazione:

Premessa: il sistema di welfare in FVG
Alcuni dati di contesto
Il PSSR 2010 – 2012: impegni per il prossimo futuro

2

Il sistema di protezione sociale in FVG


Le LL.RR emanate dal 2003 ed in particolare la LR n. 6/2006 “Sistema integrato
di interventi e servizi per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza
sociale” hanno l’obiettivo generale di promuovere il benessere della comunità
regionale attraverso l’innovazione e lo sviluppo del sistema di welfare
regionale che pone al centro di un sistema integrato di interventi e servizi
la persona e la sua famiglia.



Un primo obiettivo è il superamento dell’ottica meramente assistenziale e
l’affermazione di una strategia di integrazione delle diverse politiche del
welfare, specie per quelle che incidono sulla qualità della vita dei cittadini
(politiche sociali, sanitarie, educative, formative, del lavoro, dei trasporti, ecc.).



Un altro obiettivo è l’innovazione di un impianto per molti versi superato,
attraverso il rilancio di un sistema istituzionale e di servizi sociali capace di
garantire un più elevato livello d’offerta.
3

L’attuale quadro normativo prevede cambiamenti:


nel concetto di assistenza:




diritto dei cittadini di partecipare alle decisioni che li riguardano
promozione dello sviluppo della persona umana
favorire la cittadinanza attiva



nel ruolo dell’Ente Locale ed in particolare dei Comuni associati nei 19 ambiti;



nel ruolo degli operatori sociali





nell’organizzazione dei servizi e degli interventi




basata su progetti e processi e non tanto su procedimenti ed atti;

nel modo di fare amministrazione




migliorare la capacità di presa in carico dei problemi delle persone e delle famiglie in un’ottica
negoziale
maggiore capacità di lettura dei fenomeni sociali e di coerente programmazione

non semplice produzione di regole ma maggiore attenzione ai risultati;

nelle modalità e nei contenuti della pianificazione e della programmazione attuativa


a tutti i livelli (regionale e locale) sempre più caratterizzata da modalità concertative e
partecipative.
4

Un percorso verso un sistema di

“welfare di responsabilità condivise”
I termini “Integrazione delle politiche“ di protezione sociale con le più generali
politiche sociali e “governance”, vale a dire “governo partecipato”, sono
le espressioni che meglio di altre descrivono il mutamento in atto nella nostra
Regione e meglio si correlano con il concetto di “welfare comunitario”, inteso come
costruzione di un “welfare di responsabilità condivise”, finalità generale cui tende
l’intero processo di riforma regionale.

5

LIVELLI DI GOVERNANCE
L.R. n. 23/2004 rappresenta uno snodo importante perché oltre a definire
le modalità di partecipazione degli enti locali alla programmazione
sociale sociosanitaria e sanitaria nei diversi livelli (regionale,
aziendale e di ambito distrettuale) definisce anche gli strumenti di
programmazione sanitaria, sociosanitaria e sociale:
Sanitario

Sociale

Livello
regionale

• Piano sanitario e sociosanitario

• Piano regionale degli
interventi e dei servizi sociali

Livello locale

• Piano attuativo locale (PAL) e
• Piano di zona (PdZ)
Piano attuativo ospedaliero (PAO)
• Programma delle attività
territoriali (PAT)

6

Governance

• Livello regionale
– definizione delle linee generali e degli obiettivi
strategici della programmazione, la determinazione
dei livelli di assistenza, i criteri e i modelli di
valutazione, la politica della spesa, l’esercizio delle
funzioni
di
indirizzo,
accompagnamento,
monitoraggio e controllo;

• Livello locale
– programmazione territoriale, pianificazione degli
interventi, organizzazione e gestione associata dei
servizi, valutazione dei risultati e governo della
rete, implementazione flussi informativi, gestione
delle risorse e rendicontazione della spesa.
7

Aree che saranno
argomento
specifico a partire
dal 2011 del
Piano locale per
la disabilità. Detto
sarà recepito nei
PAT e nei PdZ

Azioni congiunte nelle
aree di integrazione
sociosanitaria

L’elaborazione congiunta riguarda particolarmente:







la prevenzione e assistenza materno-infantile;
l’assistenza, riabilitazione ed integrazione sociale delle persone con disabilità;
la tutela della salute delle persone anziane;
la cura e recupero dei soggetti tossicodipendenti;
la cura e recupero dei soggetti malati di mente;
le situazioni di non autosufficienza, temporanea o permanente, derivanti da patologie
diverse.

9

Qualche dato in sintesi

10

Persone con riconoscimento di invalidità civile e con
certificazione di handicap ai sensi della L. 104/92
ANNO 2005
n. persone viventi al 31.12.05

TOTALE

Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

52.007

1.774

653

ANNO 2008
n. persone viventi al 31.12.08
Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

75.899

2.078

776

Circa 76.000 persone vivono con una disabilità più o meno grave nella nostra regione.
Prevalenti le persone anziane, ultrasessantacinquenni, non autosufficienti per le conseguenze
di malattie invalidanti e dei processi di invecchiamento (sono circa 51.000)
Sono circa 25.000 le persone con disabilità di età inferiore ai 65 anni
Circa 2.000 i minori con malformazioni per effetto di traumi neonatali o di fattori genetici o
altre cause.

11

Servizio Sociale dei Comuni: gli utenti in carico

2007
Tot. Utenti

2008
di cui disabili

Tot. Utenti

2009
di cui disabili

Tot. Utenti

di cui disabili

MF

MF

%

MF

MF

%

MF

MF

%

0-17 anni

5.979

1.516

25,4

6.836

1.722

25,2

7.572

1.889

24,9

18-24 anni

2.727

840

30,8

3.806

986

25,9

4.840

1.086

22,4

35-64 anni

6.803

1.999

29,4

9.805

2.428

24,8

12.638

2.893

22,9

65-74 anni

2.571

691

26,9

3.206

870

27,1

3.883

974

25,1

75 e +

10.069

2.856

28,4

12.699

3.673

28,9

15.552

4.195

27,0

Totale
FVG

28.149

7.902

28,1

36.352

9.679

26,6

44.485

11.037

24,8

Fonte: SISS su dati CSI (il dato 2007 risulta non completo)

12

Servizio Sociale dei Comuni: i minori disabili in carico
2007

2008

2009

1.516

1.722

1.889

• con interventi socioeducativi a scuola

214

271

474

• con interventi assistenziali a scuola

229

273

444

• con interventi socioeducativi di gruppo

60

62

86

• con interventi socioeducativi individuali

739

810

954

Totale minori in carico ai SSC
di cui utenti con interventi di cui lett. A) e b) , art. 6 LR 41/96:

Gli interventi socio-educativi a scuola quanto risultano essere una variabile dipendente dalle risorse
(insegnante di sostegno, altro personale docente) messe in campo dalla scuola?

13

Alunni certificati a.s. 2009 - 2010
Situazione anno scolastico 2009 - 2010
Pop.
scolastica

Tot. alunni
disabili

% alunni disabili
su pop. scol.

GO

17.414

427

2,45

PN

37.173

567

1,53

TS

23.334

424

1,82

UD

63.662

1.177

1,85

Tot.

141.583

2.595

1,83

Gli alunni certificati ai sensi della Legge 104/92
nell’anno
scolastico
2009-2010
hanno
rappresentato l’1,83% della popolazione scolastica

Passaggio
dalla scuola
alla vita
adulta: quali
prospettive?
Nell’adolescente
con
disabilità emerge come in
tutti gli adolescenti la
necessità di un "progetto
di vita“ .

regionale (media nazionale: 2,3%).

14

Persone con disabilità nei centri diurni (art. 6, lett. e), f) LR 41/96)
.

TOTALE

2006

2007

2008

2009

993

1.108

1.154

1.220

La rete dei servizi diurni rappresenta indubbiamente una risorsa importante per
garantire, soprattutto dopo l’uscita dal sistema scolastico delle persone con gravi
compromissioni di funzionamento, un percorso assistenziale, educativo e socioriabilitativo.
Riteniamo che tale offerta vada tuttavia riqualificata. Oggi c’è il rischio che tale
offerta rappresenti per molti territori l’unica risposta strutturata anche per quelle
persone per le quali è possibile intravedere possibilità alternative al tradizionale
centro diurno.
E’ necessario che i centri diurni:
• riaffermino la propria funzione educativa e abilitativa finalizzata all’emancipazione
della persona disabile;
• Evolvano attraverso nuove proposte operative, soluzioni differenziate più
qualificanti e capaci di promuovere una migliore qualità di vita soprattutto per i
disabili che oggi escono dalla scuola.
15

Persone con disabilità nei servizi residenziali
TOTALE

2006

2007

2008

2009

158

285

324

368

Le strutture residenziali stanno cercando di rispondere al meglio alle richieste di residenzialità
extradomiciliare:

Sta invecchiando la generazione dei genitori che ha fatto la scelta di mantenere i propri figli in famiglia.
Per molti di loro, il tema, mai tramontato, del “dopo di noi” rimane una questione cruciale.
Avvertiamo la necessità di sperimentare soluzioni abitative complementari/alternative alle attuali
strutture residenziali in grado di valorizzare le capacità e le esigenze di autonomia e di vita indipendente
in particolare per le persone con disabilità meno gravi e discreti livelli di autonomia.
Le famiglie chiedono un sostegno al loro lavoro di cura con servizi di emergenza e sollievo, nonché
con programmi di auto-mutuo-aiuto, di sostegno psicologico e promozione delle competenze dei
famigliari.
Va promossa la conoscenza e l'utilizzo da parte delle famiglie con figli adulti con disabilità di tutte le
misure di tutela giuridica oggi disponibili (amministratore di sostegno, ecc).

16

Servizi attivati nel periodo 2005 - 2009
2005

TOTALE

2009

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

64

22

76

38

La crescita significativa di utenti registrata in questi anni ci deve far
riflettere in prospettiva su più fattori:





Quali servizi sono necessari? E’ possibile sperimentare modelli organizzativi innovativi
che permettano di recuperare efficienza e garantiscano comunque qualità della vita?
Come possiamo affrontare il tema della sostenibilità economica nel tempo a fronte di un
effetto “pile up” registrato da tutti i servizi?
L’orientamento delle strutture verso interventi più incisivi di promozione dell’autonomia e
di inclusione sociale può determinare una condizione facilitante di emancipazione della
persona con disabilità e favorire un suo minor livello di dipendenza?
La tecnologia (domotica, controllo sull’ambiente, …) può esserci di aiuto per sviluppare
modelli di assistenza innovativi e meno costosi?
17

Persone con disabilità in carico ai Servizi per
l’integrazione lavorativa
TOTALE

2006

2007

2008

2009

715

726

758

791

Il diritto al lavoro per le persone svantaggiate e per le persone con disabilità
rimane un percorso su cui continuare a porre la massima attenzione.
Sono necessarie modalità stabili di collegamento e di integrazione tra diversi
attori che si occupano delle politiche di formazione, occupazione, inclusione
sociale e lavorativa, welfare locale e imprese, per creare condizioni più ottimali a
favore dell’inclusione della persona disabile nei contesti lavorativi.
Va rivalutato il ruolo del SIL, anche in un’ottica strategica per rafforzare gli
interventi che favoriscono la presenza di persone con disabilità in contesti
lavorativi/occupazionali anche con finalità assistenziali qualora non vi siano i
requisiti per un percorso di inserimento lavorativo più evoluto.
18

Finanziamento agli Enti gestori dei servizi per l'handicap
(regionale, comunale e altro finanziamento)
Fonte
finanziamento

2006

2007

2008

2009

da Regione

€ 20.800.000,00

€ 22.160.000,00

€ 23.300.000,00

€ 26.900.000,00

da Comuni

€ 13.239.308,51

€ 13.572.978,69

€ 14.518.352,92

€ 12.878.117,97

€ 2.315.922,33

€ 2.256.277,81

€ 3.423.384,24

€ 3.291.612,88

€ 36.355.230,84

€ 37.989.256,50

€ 41.241.737,16

€ 43.069.730,85

Da altre fonti
(Provincia, ecc.)
TOTALE

19

Non può essere trascurato l’impegno del sistema regionale sul fronte delle
risorse (la spesa sociale procapite negli ultimi anni è significativamente
superiore alla media nazionale).
Spesa(1) sociale
pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni
Tav. 1 - Spesa sociale pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni singoli e associati per regione e
ripartizipone
anni 2005-2007
singoli e associati
pergeografica,
regione
e ripartizione geografica, anni 2004-2007
2005-2007
(1)

Ripartizioni geografiche
Regioni e Ripartizioni geografiche
Friuli-Venezia Giulia

Friuli-Venezia Giulia
Nord-ovest

Nord-ovest
Nord-est

Centro
Sud

Nord-est
Centro
Sud
Isole
ITALIA

Spesa pro-capite(2)
Spesa pro-capite(2)

2004
148,9
111,9
135,2

103,6
38,1

2005
2005

2004

148,9

173,1

111,9

112,6

173,1

146,1
112,6

135,2
103,6

111,0

146,1
38,1
40,1
84,0
111,0

73,2
92,4

98,0

40,1

2006
2007
2006
2007

197,3

189,8

117,5

125,4

197,3

189,8

117,5 148,7 125,4

145,6
113,8

145,6
44,0
86,4
113,8

101,0

44,0

122,4
51,6
90,5
107,8

148,7

122,4
51,6

Isole

73,2

84,0

86,4

90,5

ITALIA

92,4

98,0

101,0

107,8

Fonte: Istat
(1) Si intende la spesa in conto corrente di competenza impegnata per l’erogazione dei servizi o degli interventi socio-assistenziali
da parte di Comuni e associazioni di comuni. Sono incluse le spese per il personale, per l’affitto di immobili o attrezzature e per
l’acquisto di beni e servizi (spesa gestita direttamente). La spesa è indicata in euro, al netto della compartecipazione degli utenti e
del Servizio sanitario nazionale.

Scelta strategica del
PSSR 2010 – 2012

• Nel confermare gli obblighi di attività previsti
dalle pianificazioni e/o indirizzi vigenti, il PSSR
2010-2012 pone la lente di ingrandimento sulla
presa in carico integrata delle persone con
malattie croniche e con disabilità.

21

Perché una lente di
ingrandimento
sulla
disabilità?
Le persone con malattie croniche e con disabilità:


chiedono particolare attenzione rispetto all’inclusione
sociale nei vari contesti comunitari;



chiedono spesso assistenza e cure continuative sia
sanitarie che sociali;



una quota significativa di risorse pubbliche è destinata a
loro;



impegnano significative quote di professionisti;



con le loro famiglie concorrono economicamente alla
propria cura e assistenza.

22

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Miglioramento del sistema di accesso ai servizi (migliorare la
funzione di informazione, di orientamento e di accompagnamento ai
servizi).
• L’adozione di sistemi unitari di valutazione del funzionamento della
persona con disabilità basato su ICF (adozione di una metodologia
valutativa uniforme e standardizzata);
• Adozione sistematica del progetto personalizzato redatto secondo
un impianto regionale uniforme e coerente con la valutazione
• Miglioramento della presa in carico integrata delle persone che
richiedono interventi sanitari e sociali unitariamente e definizione delle
responsabilità sul caso;

23

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012

• Definizione di un catalogo dei servizi sociosanitari;
• Monitoraggio degli attuali strumenti di sostegno della domiciliarità;

• Avvio percorso di riqualificazione delle strutture semiresidenziali e
residenziali;
• Accreditamento dei servizi per la disabilità.

24

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Ricomposizione delle risorse pubbliche regionali e ottimizzazione delle
stesse.
• Revisione e potenziamento
sociosanitario e sociale.

del

sistema

regionale

informativo

• Riavvio della programmazione locale PAT e PdZ e predisposizione di un
nuovo strumento di pianificazione settoriale specifico per la disabilità
(PLD).

25

Rilancio della programmazione locale 2011
• Rilancio della pianificazione locale condivisa e partecipata:
– Dobbiamo essere capaci di produrre documenti di pianificazione che non
siano dichiarazione del “dover essere” o “del sarebbe bello”, ma documenti
le cui azioni e interventi abbiano la caratteristica di fattibilità, quindi:
– Attenzione alla realizzabilità di quanto programmato;
– Definizione, sulla scorta delle risorse disponibili, di una scala di priorità di
azioni e interventi coerenti con i bisogni delle persone e delle famiglie.

• Perseguire l’integrazione territoriale tra i servizi alla persona e i diversi
soggetti del sistema comunitario come valore per lo sviluppo e il
benessere delle nostre comunità.

26

Perché l’integrazione? Tre grandi motivi di merito:


L'integrazione genera maggiore efficacia di cura e di sostegno in
particolare a fronte di una crescita esponenziale delle patologie croniche
che richiedono lungo-assistenza e che coinvolgono pesantemente i nuclei
familiari degli assistiti sempre più non autosufficienti;



L'integrazione favorisce un uso più efficiente
superando le frammentazioni e le duplicazioni improprie;



L'integrazione riduce il disagio dei cittadini nel rapporto con i servizi
concentrando i punti di accesso alle reti dei servizi e rendendo, quindi,
meno problematica, da parte del cittadino, l'affannosa ricerca di servizi
e sportelli differenziati per materia e "target" assistenziale.

delle

risorse

27

Conclusioni
Ritengo che dobbiamo sentirci pronti alla sfida. La quantità dei servizi è buona, la
qualità può essere certamente migliorata.

Dobbiamo cercare di giocarci bene questa nuova partita.

Uscirne insieme è la democrazia e una società giusta.

28


Slide 14

LE PERSONE CON DISABILITA’
AL TEMPO DELLA CRISI
Diritti inalienabili,
opportunità e
prospettive

IL Piano Sanitario e Sociosanitario Regionale 2010 - 2012
Giuseppe BAZZO
Annalisa FAGGIONATO
Palmanova, 22 ottobre 2010

Contenuti della presentazione:

Premessa: il sistema di welfare in FVG
Alcuni dati di contesto
Il PSSR 2010 – 2012: impegni per il prossimo futuro

2

Il sistema di protezione sociale in FVG


Le LL.RR emanate dal 2003 ed in particolare la LR n. 6/2006 “Sistema integrato
di interventi e servizi per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza
sociale” hanno l’obiettivo generale di promuovere il benessere della comunità
regionale attraverso l’innovazione e lo sviluppo del sistema di welfare
regionale che pone al centro di un sistema integrato di interventi e servizi
la persona e la sua famiglia.



Un primo obiettivo è il superamento dell’ottica meramente assistenziale e
l’affermazione di una strategia di integrazione delle diverse politiche del
welfare, specie per quelle che incidono sulla qualità della vita dei cittadini
(politiche sociali, sanitarie, educative, formative, del lavoro, dei trasporti, ecc.).



Un altro obiettivo è l’innovazione di un impianto per molti versi superato,
attraverso il rilancio di un sistema istituzionale e di servizi sociali capace di
garantire un più elevato livello d’offerta.
3

L’attuale quadro normativo prevede cambiamenti:


nel concetto di assistenza:




diritto dei cittadini di partecipare alle decisioni che li riguardano
promozione dello sviluppo della persona umana
favorire la cittadinanza attiva



nel ruolo dell’Ente Locale ed in particolare dei Comuni associati nei 19 ambiti;



nel ruolo degli operatori sociali





nell’organizzazione dei servizi e degli interventi




basata su progetti e processi e non tanto su procedimenti ed atti;

nel modo di fare amministrazione




migliorare la capacità di presa in carico dei problemi delle persone e delle famiglie in un’ottica
negoziale
maggiore capacità di lettura dei fenomeni sociali e di coerente programmazione

non semplice produzione di regole ma maggiore attenzione ai risultati;

nelle modalità e nei contenuti della pianificazione e della programmazione attuativa


a tutti i livelli (regionale e locale) sempre più caratterizzata da modalità concertative e
partecipative.
4

Un percorso verso un sistema di

“welfare di responsabilità condivise”
I termini “Integrazione delle politiche“ di protezione sociale con le più generali
politiche sociali e “governance”, vale a dire “governo partecipato”, sono
le espressioni che meglio di altre descrivono il mutamento in atto nella nostra
Regione e meglio si correlano con il concetto di “welfare comunitario”, inteso come
costruzione di un “welfare di responsabilità condivise”, finalità generale cui tende
l’intero processo di riforma regionale.

5

LIVELLI DI GOVERNANCE
L.R. n. 23/2004 rappresenta uno snodo importante perché oltre a definire
le modalità di partecipazione degli enti locali alla programmazione
sociale sociosanitaria e sanitaria nei diversi livelli (regionale,
aziendale e di ambito distrettuale) definisce anche gli strumenti di
programmazione sanitaria, sociosanitaria e sociale:
Sanitario

Sociale

Livello
regionale

• Piano sanitario e sociosanitario

• Piano regionale degli
interventi e dei servizi sociali

Livello locale

• Piano attuativo locale (PAL) e
• Piano di zona (PdZ)
Piano attuativo ospedaliero (PAO)
• Programma delle attività
territoriali (PAT)

6

Governance

• Livello regionale
– definizione delle linee generali e degli obiettivi
strategici della programmazione, la determinazione
dei livelli di assistenza, i criteri e i modelli di
valutazione, la politica della spesa, l’esercizio delle
funzioni
di
indirizzo,
accompagnamento,
monitoraggio e controllo;

• Livello locale
– programmazione territoriale, pianificazione degli
interventi, organizzazione e gestione associata dei
servizi, valutazione dei risultati e governo della
rete, implementazione flussi informativi, gestione
delle risorse e rendicontazione della spesa.
7

Aree che saranno
argomento
specifico a partire
dal 2011 del
Piano locale per
la disabilità. Detto
sarà recepito nei
PAT e nei PdZ

Azioni congiunte nelle
aree di integrazione
sociosanitaria

L’elaborazione congiunta riguarda particolarmente:







la prevenzione e assistenza materno-infantile;
l’assistenza, riabilitazione ed integrazione sociale delle persone con disabilità;
la tutela della salute delle persone anziane;
la cura e recupero dei soggetti tossicodipendenti;
la cura e recupero dei soggetti malati di mente;
le situazioni di non autosufficienza, temporanea o permanente, derivanti da patologie
diverse.

9

Qualche dato in sintesi

10

Persone con riconoscimento di invalidità civile e con
certificazione di handicap ai sensi della L. 104/92
ANNO 2005
n. persone viventi al 31.12.05

TOTALE

Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

52.007

1.774

653

ANNO 2008
n. persone viventi al 31.12.08
Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

75.899

2.078

776

Circa 76.000 persone vivono con una disabilità più o meno grave nella nostra regione.
Prevalenti le persone anziane, ultrasessantacinquenni, non autosufficienti per le conseguenze
di malattie invalidanti e dei processi di invecchiamento (sono circa 51.000)
Sono circa 25.000 le persone con disabilità di età inferiore ai 65 anni
Circa 2.000 i minori con malformazioni per effetto di traumi neonatali o di fattori genetici o
altre cause.

11

Servizio Sociale dei Comuni: gli utenti in carico

2007
Tot. Utenti

2008
di cui disabili

Tot. Utenti

2009
di cui disabili

Tot. Utenti

di cui disabili

MF

MF

%

MF

MF

%

MF

MF

%

0-17 anni

5.979

1.516

25,4

6.836

1.722

25,2

7.572

1.889

24,9

18-24 anni

2.727

840

30,8

3.806

986

25,9

4.840

1.086

22,4

35-64 anni

6.803

1.999

29,4

9.805

2.428

24,8

12.638

2.893

22,9

65-74 anni

2.571

691

26,9

3.206

870

27,1

3.883

974

25,1

75 e +

10.069

2.856

28,4

12.699

3.673

28,9

15.552

4.195

27,0

Totale
FVG

28.149

7.902

28,1

36.352

9.679

26,6

44.485

11.037

24,8

Fonte: SISS su dati CSI (il dato 2007 risulta non completo)

12

Servizio Sociale dei Comuni: i minori disabili in carico
2007

2008

2009

1.516

1.722

1.889

• con interventi socioeducativi a scuola

214

271

474

• con interventi assistenziali a scuola

229

273

444

• con interventi socioeducativi di gruppo

60

62

86

• con interventi socioeducativi individuali

739

810

954

Totale minori in carico ai SSC
di cui utenti con interventi di cui lett. A) e b) , art. 6 LR 41/96:

Gli interventi socio-educativi a scuola quanto risultano essere una variabile dipendente dalle risorse
(insegnante di sostegno, altro personale docente) messe in campo dalla scuola?

13

Alunni certificati a.s. 2009 - 2010
Situazione anno scolastico 2009 - 2010
Pop.
scolastica

Tot. alunni
disabili

% alunni disabili
su pop. scol.

GO

17.414

427

2,45

PN

37.173

567

1,53

TS

23.334

424

1,82

UD

63.662

1.177

1,85

Tot.

141.583

2.595

1,83

Gli alunni certificati ai sensi della Legge 104/92
nell’anno
scolastico
2009-2010
hanno
rappresentato l’1,83% della popolazione scolastica

Passaggio
dalla scuola
alla vita
adulta: quali
prospettive?
Nell’adolescente
con
disabilità emerge come in
tutti gli adolescenti la
necessità di un "progetto
di vita“ .

regionale (media nazionale: 2,3%).

14

Persone con disabilità nei centri diurni (art. 6, lett. e), f) LR 41/96)
.

TOTALE

2006

2007

2008

2009

993

1.108

1.154

1.220

La rete dei servizi diurni rappresenta indubbiamente una risorsa importante per
garantire, soprattutto dopo l’uscita dal sistema scolastico delle persone con gravi
compromissioni di funzionamento, un percorso assistenziale, educativo e socioriabilitativo.
Riteniamo che tale offerta vada tuttavia riqualificata. Oggi c’è il rischio che tale
offerta rappresenti per molti territori l’unica risposta strutturata anche per quelle
persone per le quali è possibile intravedere possibilità alternative al tradizionale
centro diurno.
E’ necessario che i centri diurni:
• riaffermino la propria funzione educativa e abilitativa finalizzata all’emancipazione
della persona disabile;
• Evolvano attraverso nuove proposte operative, soluzioni differenziate più
qualificanti e capaci di promuovere una migliore qualità di vita soprattutto per i
disabili che oggi escono dalla scuola.
15

Persone con disabilità nei servizi residenziali
TOTALE

2006

2007

2008

2009

158

285

324

368

Le strutture residenziali stanno cercando di rispondere al meglio alle richieste di residenzialità
extradomiciliare:

Sta invecchiando la generazione dei genitori che ha fatto la scelta di mantenere i propri figli in famiglia.
Per molti di loro, il tema, mai tramontato, del “dopo di noi” rimane una questione cruciale.
Avvertiamo la necessità di sperimentare soluzioni abitative complementari/alternative alle attuali
strutture residenziali in grado di valorizzare le capacità e le esigenze di autonomia e di vita indipendente
in particolare per le persone con disabilità meno gravi e discreti livelli di autonomia.
Le famiglie chiedono un sostegno al loro lavoro di cura con servizi di emergenza e sollievo, nonché
con programmi di auto-mutuo-aiuto, di sostegno psicologico e promozione delle competenze dei
famigliari.
Va promossa la conoscenza e l'utilizzo da parte delle famiglie con figli adulti con disabilità di tutte le
misure di tutela giuridica oggi disponibili (amministratore di sostegno, ecc).

16

Servizi attivati nel periodo 2005 - 2009
2005

TOTALE

2009

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

64

22

76

38

La crescita significativa di utenti registrata in questi anni ci deve far
riflettere in prospettiva su più fattori:





Quali servizi sono necessari? E’ possibile sperimentare modelli organizzativi innovativi
che permettano di recuperare efficienza e garantiscano comunque qualità della vita?
Come possiamo affrontare il tema della sostenibilità economica nel tempo a fronte di un
effetto “pile up” registrato da tutti i servizi?
L’orientamento delle strutture verso interventi più incisivi di promozione dell’autonomia e
di inclusione sociale può determinare una condizione facilitante di emancipazione della
persona con disabilità e favorire un suo minor livello di dipendenza?
La tecnologia (domotica, controllo sull’ambiente, …) può esserci di aiuto per sviluppare
modelli di assistenza innovativi e meno costosi?
17

Persone con disabilità in carico ai Servizi per
l’integrazione lavorativa
TOTALE

2006

2007

2008

2009

715

726

758

791

Il diritto al lavoro per le persone svantaggiate e per le persone con disabilità
rimane un percorso su cui continuare a porre la massima attenzione.
Sono necessarie modalità stabili di collegamento e di integrazione tra diversi
attori che si occupano delle politiche di formazione, occupazione, inclusione
sociale e lavorativa, welfare locale e imprese, per creare condizioni più ottimali a
favore dell’inclusione della persona disabile nei contesti lavorativi.
Va rivalutato il ruolo del SIL, anche in un’ottica strategica per rafforzare gli
interventi che favoriscono la presenza di persone con disabilità in contesti
lavorativi/occupazionali anche con finalità assistenziali qualora non vi siano i
requisiti per un percorso di inserimento lavorativo più evoluto.
18

Finanziamento agli Enti gestori dei servizi per l'handicap
(regionale, comunale e altro finanziamento)
Fonte
finanziamento

2006

2007

2008

2009

da Regione

€ 20.800.000,00

€ 22.160.000,00

€ 23.300.000,00

€ 26.900.000,00

da Comuni

€ 13.239.308,51

€ 13.572.978,69

€ 14.518.352,92

€ 12.878.117,97

€ 2.315.922,33

€ 2.256.277,81

€ 3.423.384,24

€ 3.291.612,88

€ 36.355.230,84

€ 37.989.256,50

€ 41.241.737,16

€ 43.069.730,85

Da altre fonti
(Provincia, ecc.)
TOTALE

19

Non può essere trascurato l’impegno del sistema regionale sul fronte delle
risorse (la spesa sociale procapite negli ultimi anni è significativamente
superiore alla media nazionale).
Spesa(1) sociale
pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni
Tav. 1 - Spesa sociale pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni singoli e associati per regione e
ripartizipone
anni 2005-2007
singoli e associati
pergeografica,
regione
e ripartizione geografica, anni 2004-2007
2005-2007
(1)

Ripartizioni geografiche
Regioni e Ripartizioni geografiche
Friuli-Venezia Giulia

Friuli-Venezia Giulia
Nord-ovest

Nord-ovest
Nord-est

Centro
Sud

Nord-est
Centro
Sud
Isole
ITALIA

Spesa pro-capite(2)
Spesa pro-capite(2)

2004
148,9
111,9
135,2

103,6
38,1

2005
2005

2004

148,9

173,1

111,9

112,6

173,1

146,1
112,6

135,2
103,6

111,0

146,1
38,1
40,1
84,0
111,0

73,2
92,4

98,0

40,1

2006
2007
2006
2007

197,3

189,8

117,5

125,4

197,3

189,8

117,5 148,7 125,4

145,6
113,8

145,6
44,0
86,4
113,8

101,0

44,0

122,4
51,6
90,5
107,8

148,7

122,4
51,6

Isole

73,2

84,0

86,4

90,5

ITALIA

92,4

98,0

101,0

107,8

Fonte: Istat
(1) Si intende la spesa in conto corrente di competenza impegnata per l’erogazione dei servizi o degli interventi socio-assistenziali
da parte di Comuni e associazioni di comuni. Sono incluse le spese per il personale, per l’affitto di immobili o attrezzature e per
l’acquisto di beni e servizi (spesa gestita direttamente). La spesa è indicata in euro, al netto della compartecipazione degli utenti e
del Servizio sanitario nazionale.

Scelta strategica del
PSSR 2010 – 2012

• Nel confermare gli obblighi di attività previsti
dalle pianificazioni e/o indirizzi vigenti, il PSSR
2010-2012 pone la lente di ingrandimento sulla
presa in carico integrata delle persone con
malattie croniche e con disabilità.

21

Perché una lente di
ingrandimento
sulla
disabilità?
Le persone con malattie croniche e con disabilità:


chiedono particolare attenzione rispetto all’inclusione
sociale nei vari contesti comunitari;



chiedono spesso assistenza e cure continuative sia
sanitarie che sociali;



una quota significativa di risorse pubbliche è destinata a
loro;



impegnano significative quote di professionisti;



con le loro famiglie concorrono economicamente alla
propria cura e assistenza.

22

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Miglioramento del sistema di accesso ai servizi (migliorare la
funzione di informazione, di orientamento e di accompagnamento ai
servizi).
• L’adozione di sistemi unitari di valutazione del funzionamento della
persona con disabilità basato su ICF (adozione di una metodologia
valutativa uniforme e standardizzata);
• Adozione sistematica del progetto personalizzato redatto secondo
un impianto regionale uniforme e coerente con la valutazione
• Miglioramento della presa in carico integrata delle persone che
richiedono interventi sanitari e sociali unitariamente e definizione delle
responsabilità sul caso;

23

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012

• Definizione di un catalogo dei servizi sociosanitari;
• Monitoraggio degli attuali strumenti di sostegno della domiciliarità;

• Avvio percorso di riqualificazione delle strutture semiresidenziali e
residenziali;
• Accreditamento dei servizi per la disabilità.

24

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Ricomposizione delle risorse pubbliche regionali e ottimizzazione delle
stesse.
• Revisione e potenziamento
sociosanitario e sociale.

del

sistema

regionale

informativo

• Riavvio della programmazione locale PAT e PdZ e predisposizione di un
nuovo strumento di pianificazione settoriale specifico per la disabilità
(PLD).

25

Rilancio della programmazione locale 2011
• Rilancio della pianificazione locale condivisa e partecipata:
– Dobbiamo essere capaci di produrre documenti di pianificazione che non
siano dichiarazione del “dover essere” o “del sarebbe bello”, ma documenti
le cui azioni e interventi abbiano la caratteristica di fattibilità, quindi:
– Attenzione alla realizzabilità di quanto programmato;
– Definizione, sulla scorta delle risorse disponibili, di una scala di priorità di
azioni e interventi coerenti con i bisogni delle persone e delle famiglie.

• Perseguire l’integrazione territoriale tra i servizi alla persona e i diversi
soggetti del sistema comunitario come valore per lo sviluppo e il
benessere delle nostre comunità.

26

Perché l’integrazione? Tre grandi motivi di merito:


L'integrazione genera maggiore efficacia di cura e di sostegno in
particolare a fronte di una crescita esponenziale delle patologie croniche
che richiedono lungo-assistenza e che coinvolgono pesantemente i nuclei
familiari degli assistiti sempre più non autosufficienti;



L'integrazione favorisce un uso più efficiente
superando le frammentazioni e le duplicazioni improprie;



L'integrazione riduce il disagio dei cittadini nel rapporto con i servizi
concentrando i punti di accesso alle reti dei servizi e rendendo, quindi,
meno problematica, da parte del cittadino, l'affannosa ricerca di servizi
e sportelli differenziati per materia e "target" assistenziale.

delle

risorse

27

Conclusioni
Ritengo che dobbiamo sentirci pronti alla sfida. La quantità dei servizi è buona, la
qualità può essere certamente migliorata.

Dobbiamo cercare di giocarci bene questa nuova partita.

Uscirne insieme è la democrazia e una società giusta.

28


Slide 15

LE PERSONE CON DISABILITA’
AL TEMPO DELLA CRISI
Diritti inalienabili,
opportunità e
prospettive

IL Piano Sanitario e Sociosanitario Regionale 2010 - 2012
Giuseppe BAZZO
Annalisa FAGGIONATO
Palmanova, 22 ottobre 2010

Contenuti della presentazione:

Premessa: il sistema di welfare in FVG
Alcuni dati di contesto
Il PSSR 2010 – 2012: impegni per il prossimo futuro

2

Il sistema di protezione sociale in FVG


Le LL.RR emanate dal 2003 ed in particolare la LR n. 6/2006 “Sistema integrato
di interventi e servizi per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza
sociale” hanno l’obiettivo generale di promuovere il benessere della comunità
regionale attraverso l’innovazione e lo sviluppo del sistema di welfare
regionale che pone al centro di un sistema integrato di interventi e servizi
la persona e la sua famiglia.



Un primo obiettivo è il superamento dell’ottica meramente assistenziale e
l’affermazione di una strategia di integrazione delle diverse politiche del
welfare, specie per quelle che incidono sulla qualità della vita dei cittadini
(politiche sociali, sanitarie, educative, formative, del lavoro, dei trasporti, ecc.).



Un altro obiettivo è l’innovazione di un impianto per molti versi superato,
attraverso il rilancio di un sistema istituzionale e di servizi sociali capace di
garantire un più elevato livello d’offerta.
3

L’attuale quadro normativo prevede cambiamenti:


nel concetto di assistenza:




diritto dei cittadini di partecipare alle decisioni che li riguardano
promozione dello sviluppo della persona umana
favorire la cittadinanza attiva



nel ruolo dell’Ente Locale ed in particolare dei Comuni associati nei 19 ambiti;



nel ruolo degli operatori sociali





nell’organizzazione dei servizi e degli interventi




basata su progetti e processi e non tanto su procedimenti ed atti;

nel modo di fare amministrazione




migliorare la capacità di presa in carico dei problemi delle persone e delle famiglie in un’ottica
negoziale
maggiore capacità di lettura dei fenomeni sociali e di coerente programmazione

non semplice produzione di regole ma maggiore attenzione ai risultati;

nelle modalità e nei contenuti della pianificazione e della programmazione attuativa


a tutti i livelli (regionale e locale) sempre più caratterizzata da modalità concertative e
partecipative.
4

Un percorso verso un sistema di

“welfare di responsabilità condivise”
I termini “Integrazione delle politiche“ di protezione sociale con le più generali
politiche sociali e “governance”, vale a dire “governo partecipato”, sono
le espressioni che meglio di altre descrivono il mutamento in atto nella nostra
Regione e meglio si correlano con il concetto di “welfare comunitario”, inteso come
costruzione di un “welfare di responsabilità condivise”, finalità generale cui tende
l’intero processo di riforma regionale.

5

LIVELLI DI GOVERNANCE
L.R. n. 23/2004 rappresenta uno snodo importante perché oltre a definire
le modalità di partecipazione degli enti locali alla programmazione
sociale sociosanitaria e sanitaria nei diversi livelli (regionale,
aziendale e di ambito distrettuale) definisce anche gli strumenti di
programmazione sanitaria, sociosanitaria e sociale:
Sanitario

Sociale

Livello
regionale

• Piano sanitario e sociosanitario

• Piano regionale degli
interventi e dei servizi sociali

Livello locale

• Piano attuativo locale (PAL) e
• Piano di zona (PdZ)
Piano attuativo ospedaliero (PAO)
• Programma delle attività
territoriali (PAT)

6

Governance

• Livello regionale
– definizione delle linee generali e degli obiettivi
strategici della programmazione, la determinazione
dei livelli di assistenza, i criteri e i modelli di
valutazione, la politica della spesa, l’esercizio delle
funzioni
di
indirizzo,
accompagnamento,
monitoraggio e controllo;

• Livello locale
– programmazione territoriale, pianificazione degli
interventi, organizzazione e gestione associata dei
servizi, valutazione dei risultati e governo della
rete, implementazione flussi informativi, gestione
delle risorse e rendicontazione della spesa.
7

Aree che saranno
argomento
specifico a partire
dal 2011 del
Piano locale per
la disabilità. Detto
sarà recepito nei
PAT e nei PdZ

Azioni congiunte nelle
aree di integrazione
sociosanitaria

L’elaborazione congiunta riguarda particolarmente:







la prevenzione e assistenza materno-infantile;
l’assistenza, riabilitazione ed integrazione sociale delle persone con disabilità;
la tutela della salute delle persone anziane;
la cura e recupero dei soggetti tossicodipendenti;
la cura e recupero dei soggetti malati di mente;
le situazioni di non autosufficienza, temporanea o permanente, derivanti da patologie
diverse.

9

Qualche dato in sintesi

10

Persone con riconoscimento di invalidità civile e con
certificazione di handicap ai sensi della L. 104/92
ANNO 2005
n. persone viventi al 31.12.05

TOTALE

Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

52.007

1.774

653

ANNO 2008
n. persone viventi al 31.12.08
Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

75.899

2.078

776

Circa 76.000 persone vivono con una disabilità più o meno grave nella nostra regione.
Prevalenti le persone anziane, ultrasessantacinquenni, non autosufficienti per le conseguenze
di malattie invalidanti e dei processi di invecchiamento (sono circa 51.000)
Sono circa 25.000 le persone con disabilità di età inferiore ai 65 anni
Circa 2.000 i minori con malformazioni per effetto di traumi neonatali o di fattori genetici o
altre cause.

11

Servizio Sociale dei Comuni: gli utenti in carico

2007
Tot. Utenti

2008
di cui disabili

Tot. Utenti

2009
di cui disabili

Tot. Utenti

di cui disabili

MF

MF

%

MF

MF

%

MF

MF

%

0-17 anni

5.979

1.516

25,4

6.836

1.722

25,2

7.572

1.889

24,9

18-24 anni

2.727

840

30,8

3.806

986

25,9

4.840

1.086

22,4

35-64 anni

6.803

1.999

29,4

9.805

2.428

24,8

12.638

2.893

22,9

65-74 anni

2.571

691

26,9

3.206

870

27,1

3.883

974

25,1

75 e +

10.069

2.856

28,4

12.699

3.673

28,9

15.552

4.195

27,0

Totale
FVG

28.149

7.902

28,1

36.352

9.679

26,6

44.485

11.037

24,8

Fonte: SISS su dati CSI (il dato 2007 risulta non completo)

12

Servizio Sociale dei Comuni: i minori disabili in carico
2007

2008

2009

1.516

1.722

1.889

• con interventi socioeducativi a scuola

214

271

474

• con interventi assistenziali a scuola

229

273

444

• con interventi socioeducativi di gruppo

60

62

86

• con interventi socioeducativi individuali

739

810

954

Totale minori in carico ai SSC
di cui utenti con interventi di cui lett. A) e b) , art. 6 LR 41/96:

Gli interventi socio-educativi a scuola quanto risultano essere una variabile dipendente dalle risorse
(insegnante di sostegno, altro personale docente) messe in campo dalla scuola?

13

Alunni certificati a.s. 2009 - 2010
Situazione anno scolastico 2009 - 2010
Pop.
scolastica

Tot. alunni
disabili

% alunni disabili
su pop. scol.

GO

17.414

427

2,45

PN

37.173

567

1,53

TS

23.334

424

1,82

UD

63.662

1.177

1,85

Tot.

141.583

2.595

1,83

Gli alunni certificati ai sensi della Legge 104/92
nell’anno
scolastico
2009-2010
hanno
rappresentato l’1,83% della popolazione scolastica

Passaggio
dalla scuola
alla vita
adulta: quali
prospettive?
Nell’adolescente
con
disabilità emerge come in
tutti gli adolescenti la
necessità di un "progetto
di vita“ .

regionale (media nazionale: 2,3%).

14

Persone con disabilità nei centri diurni (art. 6, lett. e), f) LR 41/96)
.

TOTALE

2006

2007

2008

2009

993

1.108

1.154

1.220

La rete dei servizi diurni rappresenta indubbiamente una risorsa importante per
garantire, soprattutto dopo l’uscita dal sistema scolastico delle persone con gravi
compromissioni di funzionamento, un percorso assistenziale, educativo e socioriabilitativo.
Riteniamo che tale offerta vada tuttavia riqualificata. Oggi c’è il rischio che tale
offerta rappresenti per molti territori l’unica risposta strutturata anche per quelle
persone per le quali è possibile intravedere possibilità alternative al tradizionale
centro diurno.
E’ necessario che i centri diurni:
• riaffermino la propria funzione educativa e abilitativa finalizzata all’emancipazione
della persona disabile;
• Evolvano attraverso nuove proposte operative, soluzioni differenziate più
qualificanti e capaci di promuovere una migliore qualità di vita soprattutto per i
disabili che oggi escono dalla scuola.
15

Persone con disabilità nei servizi residenziali
TOTALE

2006

2007

2008

2009

158

285

324

368

Le strutture residenziali stanno cercando di rispondere al meglio alle richieste di residenzialità
extradomiciliare:

Sta invecchiando la generazione dei genitori che ha fatto la scelta di mantenere i propri figli in famiglia.
Per molti di loro, il tema, mai tramontato, del “dopo di noi” rimane una questione cruciale.
Avvertiamo la necessità di sperimentare soluzioni abitative complementari/alternative alle attuali
strutture residenziali in grado di valorizzare le capacità e le esigenze di autonomia e di vita indipendente
in particolare per le persone con disabilità meno gravi e discreti livelli di autonomia.
Le famiglie chiedono un sostegno al loro lavoro di cura con servizi di emergenza e sollievo, nonché
con programmi di auto-mutuo-aiuto, di sostegno psicologico e promozione delle competenze dei
famigliari.
Va promossa la conoscenza e l'utilizzo da parte delle famiglie con figli adulti con disabilità di tutte le
misure di tutela giuridica oggi disponibili (amministratore di sostegno, ecc).

16

Servizi attivati nel periodo 2005 - 2009
2005

TOTALE

2009

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

64

22

76

38

La crescita significativa di utenti registrata in questi anni ci deve far
riflettere in prospettiva su più fattori:





Quali servizi sono necessari? E’ possibile sperimentare modelli organizzativi innovativi
che permettano di recuperare efficienza e garantiscano comunque qualità della vita?
Come possiamo affrontare il tema della sostenibilità economica nel tempo a fronte di un
effetto “pile up” registrato da tutti i servizi?
L’orientamento delle strutture verso interventi più incisivi di promozione dell’autonomia e
di inclusione sociale può determinare una condizione facilitante di emancipazione della
persona con disabilità e favorire un suo minor livello di dipendenza?
La tecnologia (domotica, controllo sull’ambiente, …) può esserci di aiuto per sviluppare
modelli di assistenza innovativi e meno costosi?
17

Persone con disabilità in carico ai Servizi per
l’integrazione lavorativa
TOTALE

2006

2007

2008

2009

715

726

758

791

Il diritto al lavoro per le persone svantaggiate e per le persone con disabilità
rimane un percorso su cui continuare a porre la massima attenzione.
Sono necessarie modalità stabili di collegamento e di integrazione tra diversi
attori che si occupano delle politiche di formazione, occupazione, inclusione
sociale e lavorativa, welfare locale e imprese, per creare condizioni più ottimali a
favore dell’inclusione della persona disabile nei contesti lavorativi.
Va rivalutato il ruolo del SIL, anche in un’ottica strategica per rafforzare gli
interventi che favoriscono la presenza di persone con disabilità in contesti
lavorativi/occupazionali anche con finalità assistenziali qualora non vi siano i
requisiti per un percorso di inserimento lavorativo più evoluto.
18

Finanziamento agli Enti gestori dei servizi per l'handicap
(regionale, comunale e altro finanziamento)
Fonte
finanziamento

2006

2007

2008

2009

da Regione

€ 20.800.000,00

€ 22.160.000,00

€ 23.300.000,00

€ 26.900.000,00

da Comuni

€ 13.239.308,51

€ 13.572.978,69

€ 14.518.352,92

€ 12.878.117,97

€ 2.315.922,33

€ 2.256.277,81

€ 3.423.384,24

€ 3.291.612,88

€ 36.355.230,84

€ 37.989.256,50

€ 41.241.737,16

€ 43.069.730,85

Da altre fonti
(Provincia, ecc.)
TOTALE

19

Non può essere trascurato l’impegno del sistema regionale sul fronte delle
risorse (la spesa sociale procapite negli ultimi anni è significativamente
superiore alla media nazionale).
Spesa(1) sociale
pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni
Tav. 1 - Spesa sociale pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni singoli e associati per regione e
ripartizipone
anni 2005-2007
singoli e associati
pergeografica,
regione
e ripartizione geografica, anni 2004-2007
2005-2007
(1)

Ripartizioni geografiche
Regioni e Ripartizioni geografiche
Friuli-Venezia Giulia

Friuli-Venezia Giulia
Nord-ovest

Nord-ovest
Nord-est

Centro
Sud

Nord-est
Centro
Sud
Isole
ITALIA

Spesa pro-capite(2)
Spesa pro-capite(2)

2004
148,9
111,9
135,2

103,6
38,1

2005
2005

2004

148,9

173,1

111,9

112,6

173,1

146,1
112,6

135,2
103,6

111,0

146,1
38,1
40,1
84,0
111,0

73,2
92,4

98,0

40,1

2006
2007
2006
2007

197,3

189,8

117,5

125,4

197,3

189,8

117,5 148,7 125,4

145,6
113,8

145,6
44,0
86,4
113,8

101,0

44,0

122,4
51,6
90,5
107,8

148,7

122,4
51,6

Isole

73,2

84,0

86,4

90,5

ITALIA

92,4

98,0

101,0

107,8

Fonte: Istat
(1) Si intende la spesa in conto corrente di competenza impegnata per l’erogazione dei servizi o degli interventi socio-assistenziali
da parte di Comuni e associazioni di comuni. Sono incluse le spese per il personale, per l’affitto di immobili o attrezzature e per
l’acquisto di beni e servizi (spesa gestita direttamente). La spesa è indicata in euro, al netto della compartecipazione degli utenti e
del Servizio sanitario nazionale.

Scelta strategica del
PSSR 2010 – 2012

• Nel confermare gli obblighi di attività previsti
dalle pianificazioni e/o indirizzi vigenti, il PSSR
2010-2012 pone la lente di ingrandimento sulla
presa in carico integrata delle persone con
malattie croniche e con disabilità.

21

Perché una lente di
ingrandimento
sulla
disabilità?
Le persone con malattie croniche e con disabilità:


chiedono particolare attenzione rispetto all’inclusione
sociale nei vari contesti comunitari;



chiedono spesso assistenza e cure continuative sia
sanitarie che sociali;



una quota significativa di risorse pubbliche è destinata a
loro;



impegnano significative quote di professionisti;



con le loro famiglie concorrono economicamente alla
propria cura e assistenza.

22

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Miglioramento del sistema di accesso ai servizi (migliorare la
funzione di informazione, di orientamento e di accompagnamento ai
servizi).
• L’adozione di sistemi unitari di valutazione del funzionamento della
persona con disabilità basato su ICF (adozione di una metodologia
valutativa uniforme e standardizzata);
• Adozione sistematica del progetto personalizzato redatto secondo
un impianto regionale uniforme e coerente con la valutazione
• Miglioramento della presa in carico integrata delle persone che
richiedono interventi sanitari e sociali unitariamente e definizione delle
responsabilità sul caso;

23

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012

• Definizione di un catalogo dei servizi sociosanitari;
• Monitoraggio degli attuali strumenti di sostegno della domiciliarità;

• Avvio percorso di riqualificazione delle strutture semiresidenziali e
residenziali;
• Accreditamento dei servizi per la disabilità.

24

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Ricomposizione delle risorse pubbliche regionali e ottimizzazione delle
stesse.
• Revisione e potenziamento
sociosanitario e sociale.

del

sistema

regionale

informativo

• Riavvio della programmazione locale PAT e PdZ e predisposizione di un
nuovo strumento di pianificazione settoriale specifico per la disabilità
(PLD).

25

Rilancio della programmazione locale 2011
• Rilancio della pianificazione locale condivisa e partecipata:
– Dobbiamo essere capaci di produrre documenti di pianificazione che non
siano dichiarazione del “dover essere” o “del sarebbe bello”, ma documenti
le cui azioni e interventi abbiano la caratteristica di fattibilità, quindi:
– Attenzione alla realizzabilità di quanto programmato;
– Definizione, sulla scorta delle risorse disponibili, di una scala di priorità di
azioni e interventi coerenti con i bisogni delle persone e delle famiglie.

• Perseguire l’integrazione territoriale tra i servizi alla persona e i diversi
soggetti del sistema comunitario come valore per lo sviluppo e il
benessere delle nostre comunità.

26

Perché l’integrazione? Tre grandi motivi di merito:


L'integrazione genera maggiore efficacia di cura e di sostegno in
particolare a fronte di una crescita esponenziale delle patologie croniche
che richiedono lungo-assistenza e che coinvolgono pesantemente i nuclei
familiari degli assistiti sempre più non autosufficienti;



L'integrazione favorisce un uso più efficiente
superando le frammentazioni e le duplicazioni improprie;



L'integrazione riduce il disagio dei cittadini nel rapporto con i servizi
concentrando i punti di accesso alle reti dei servizi e rendendo, quindi,
meno problematica, da parte del cittadino, l'affannosa ricerca di servizi
e sportelli differenziati per materia e "target" assistenziale.

delle

risorse

27

Conclusioni
Ritengo che dobbiamo sentirci pronti alla sfida. La quantità dei servizi è buona, la
qualità può essere certamente migliorata.

Dobbiamo cercare di giocarci bene questa nuova partita.

Uscirne insieme è la democrazia e una società giusta.

28


Slide 16

LE PERSONE CON DISABILITA’
AL TEMPO DELLA CRISI
Diritti inalienabili,
opportunità e
prospettive

IL Piano Sanitario e Sociosanitario Regionale 2010 - 2012
Giuseppe BAZZO
Annalisa FAGGIONATO
Palmanova, 22 ottobre 2010

Contenuti della presentazione:

Premessa: il sistema di welfare in FVG
Alcuni dati di contesto
Il PSSR 2010 – 2012: impegni per il prossimo futuro

2

Il sistema di protezione sociale in FVG


Le LL.RR emanate dal 2003 ed in particolare la LR n. 6/2006 “Sistema integrato
di interventi e servizi per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza
sociale” hanno l’obiettivo generale di promuovere il benessere della comunità
regionale attraverso l’innovazione e lo sviluppo del sistema di welfare
regionale che pone al centro di un sistema integrato di interventi e servizi
la persona e la sua famiglia.



Un primo obiettivo è il superamento dell’ottica meramente assistenziale e
l’affermazione di una strategia di integrazione delle diverse politiche del
welfare, specie per quelle che incidono sulla qualità della vita dei cittadini
(politiche sociali, sanitarie, educative, formative, del lavoro, dei trasporti, ecc.).



Un altro obiettivo è l’innovazione di un impianto per molti versi superato,
attraverso il rilancio di un sistema istituzionale e di servizi sociali capace di
garantire un più elevato livello d’offerta.
3

L’attuale quadro normativo prevede cambiamenti:


nel concetto di assistenza:




diritto dei cittadini di partecipare alle decisioni che li riguardano
promozione dello sviluppo della persona umana
favorire la cittadinanza attiva



nel ruolo dell’Ente Locale ed in particolare dei Comuni associati nei 19 ambiti;



nel ruolo degli operatori sociali





nell’organizzazione dei servizi e degli interventi




basata su progetti e processi e non tanto su procedimenti ed atti;

nel modo di fare amministrazione




migliorare la capacità di presa in carico dei problemi delle persone e delle famiglie in un’ottica
negoziale
maggiore capacità di lettura dei fenomeni sociali e di coerente programmazione

non semplice produzione di regole ma maggiore attenzione ai risultati;

nelle modalità e nei contenuti della pianificazione e della programmazione attuativa


a tutti i livelli (regionale e locale) sempre più caratterizzata da modalità concertative e
partecipative.
4

Un percorso verso un sistema di

“welfare di responsabilità condivise”
I termini “Integrazione delle politiche“ di protezione sociale con le più generali
politiche sociali e “governance”, vale a dire “governo partecipato”, sono
le espressioni che meglio di altre descrivono il mutamento in atto nella nostra
Regione e meglio si correlano con il concetto di “welfare comunitario”, inteso come
costruzione di un “welfare di responsabilità condivise”, finalità generale cui tende
l’intero processo di riforma regionale.

5

LIVELLI DI GOVERNANCE
L.R. n. 23/2004 rappresenta uno snodo importante perché oltre a definire
le modalità di partecipazione degli enti locali alla programmazione
sociale sociosanitaria e sanitaria nei diversi livelli (regionale,
aziendale e di ambito distrettuale) definisce anche gli strumenti di
programmazione sanitaria, sociosanitaria e sociale:
Sanitario

Sociale

Livello
regionale

• Piano sanitario e sociosanitario

• Piano regionale degli
interventi e dei servizi sociali

Livello locale

• Piano attuativo locale (PAL) e
• Piano di zona (PdZ)
Piano attuativo ospedaliero (PAO)
• Programma delle attività
territoriali (PAT)

6

Governance

• Livello regionale
– definizione delle linee generali e degli obiettivi
strategici della programmazione, la determinazione
dei livelli di assistenza, i criteri e i modelli di
valutazione, la politica della spesa, l’esercizio delle
funzioni
di
indirizzo,
accompagnamento,
monitoraggio e controllo;

• Livello locale
– programmazione territoriale, pianificazione degli
interventi, organizzazione e gestione associata dei
servizi, valutazione dei risultati e governo della
rete, implementazione flussi informativi, gestione
delle risorse e rendicontazione della spesa.
7

Aree che saranno
argomento
specifico a partire
dal 2011 del
Piano locale per
la disabilità. Detto
sarà recepito nei
PAT e nei PdZ

Azioni congiunte nelle
aree di integrazione
sociosanitaria

L’elaborazione congiunta riguarda particolarmente:







la prevenzione e assistenza materno-infantile;
l’assistenza, riabilitazione ed integrazione sociale delle persone con disabilità;
la tutela della salute delle persone anziane;
la cura e recupero dei soggetti tossicodipendenti;
la cura e recupero dei soggetti malati di mente;
le situazioni di non autosufficienza, temporanea o permanente, derivanti da patologie
diverse.

9

Qualche dato in sintesi

10

Persone con riconoscimento di invalidità civile e con
certificazione di handicap ai sensi della L. 104/92
ANNO 2005
n. persone viventi al 31.12.05

TOTALE

Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

52.007

1.774

653

ANNO 2008
n. persone viventi al 31.12.08
Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

75.899

2.078

776

Circa 76.000 persone vivono con una disabilità più o meno grave nella nostra regione.
Prevalenti le persone anziane, ultrasessantacinquenni, non autosufficienti per le conseguenze
di malattie invalidanti e dei processi di invecchiamento (sono circa 51.000)
Sono circa 25.000 le persone con disabilità di età inferiore ai 65 anni
Circa 2.000 i minori con malformazioni per effetto di traumi neonatali o di fattori genetici o
altre cause.

11

Servizio Sociale dei Comuni: gli utenti in carico

2007
Tot. Utenti

2008
di cui disabili

Tot. Utenti

2009
di cui disabili

Tot. Utenti

di cui disabili

MF

MF

%

MF

MF

%

MF

MF

%

0-17 anni

5.979

1.516

25,4

6.836

1.722

25,2

7.572

1.889

24,9

18-24 anni

2.727

840

30,8

3.806

986

25,9

4.840

1.086

22,4

35-64 anni

6.803

1.999

29,4

9.805

2.428

24,8

12.638

2.893

22,9

65-74 anni

2.571

691

26,9

3.206

870

27,1

3.883

974

25,1

75 e +

10.069

2.856

28,4

12.699

3.673

28,9

15.552

4.195

27,0

Totale
FVG

28.149

7.902

28,1

36.352

9.679

26,6

44.485

11.037

24,8

Fonte: SISS su dati CSI (il dato 2007 risulta non completo)

12

Servizio Sociale dei Comuni: i minori disabili in carico
2007

2008

2009

1.516

1.722

1.889

• con interventi socioeducativi a scuola

214

271

474

• con interventi assistenziali a scuola

229

273

444

• con interventi socioeducativi di gruppo

60

62

86

• con interventi socioeducativi individuali

739

810

954

Totale minori in carico ai SSC
di cui utenti con interventi di cui lett. A) e b) , art. 6 LR 41/96:

Gli interventi socio-educativi a scuola quanto risultano essere una variabile dipendente dalle risorse
(insegnante di sostegno, altro personale docente) messe in campo dalla scuola?

13

Alunni certificati a.s. 2009 - 2010
Situazione anno scolastico 2009 - 2010
Pop.
scolastica

Tot. alunni
disabili

% alunni disabili
su pop. scol.

GO

17.414

427

2,45

PN

37.173

567

1,53

TS

23.334

424

1,82

UD

63.662

1.177

1,85

Tot.

141.583

2.595

1,83

Gli alunni certificati ai sensi della Legge 104/92
nell’anno
scolastico
2009-2010
hanno
rappresentato l’1,83% della popolazione scolastica

Passaggio
dalla scuola
alla vita
adulta: quali
prospettive?
Nell’adolescente
con
disabilità emerge come in
tutti gli adolescenti la
necessità di un "progetto
di vita“ .

regionale (media nazionale: 2,3%).

14

Persone con disabilità nei centri diurni (art. 6, lett. e), f) LR 41/96)
.

TOTALE

2006

2007

2008

2009

993

1.108

1.154

1.220

La rete dei servizi diurni rappresenta indubbiamente una risorsa importante per
garantire, soprattutto dopo l’uscita dal sistema scolastico delle persone con gravi
compromissioni di funzionamento, un percorso assistenziale, educativo e socioriabilitativo.
Riteniamo che tale offerta vada tuttavia riqualificata. Oggi c’è il rischio che tale
offerta rappresenti per molti territori l’unica risposta strutturata anche per quelle
persone per le quali è possibile intravedere possibilità alternative al tradizionale
centro diurno.
E’ necessario che i centri diurni:
• riaffermino la propria funzione educativa e abilitativa finalizzata all’emancipazione
della persona disabile;
• Evolvano attraverso nuove proposte operative, soluzioni differenziate più
qualificanti e capaci di promuovere una migliore qualità di vita soprattutto per i
disabili che oggi escono dalla scuola.
15

Persone con disabilità nei servizi residenziali
TOTALE

2006

2007

2008

2009

158

285

324

368

Le strutture residenziali stanno cercando di rispondere al meglio alle richieste di residenzialità
extradomiciliare:

Sta invecchiando la generazione dei genitori che ha fatto la scelta di mantenere i propri figli in famiglia.
Per molti di loro, il tema, mai tramontato, del “dopo di noi” rimane una questione cruciale.
Avvertiamo la necessità di sperimentare soluzioni abitative complementari/alternative alle attuali
strutture residenziali in grado di valorizzare le capacità e le esigenze di autonomia e di vita indipendente
in particolare per le persone con disabilità meno gravi e discreti livelli di autonomia.
Le famiglie chiedono un sostegno al loro lavoro di cura con servizi di emergenza e sollievo, nonché
con programmi di auto-mutuo-aiuto, di sostegno psicologico e promozione delle competenze dei
famigliari.
Va promossa la conoscenza e l'utilizzo da parte delle famiglie con figli adulti con disabilità di tutte le
misure di tutela giuridica oggi disponibili (amministratore di sostegno, ecc).

16

Servizi attivati nel periodo 2005 - 2009
2005

TOTALE

2009

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

64

22

76

38

La crescita significativa di utenti registrata in questi anni ci deve far
riflettere in prospettiva su più fattori:





Quali servizi sono necessari? E’ possibile sperimentare modelli organizzativi innovativi
che permettano di recuperare efficienza e garantiscano comunque qualità della vita?
Come possiamo affrontare il tema della sostenibilità economica nel tempo a fronte di un
effetto “pile up” registrato da tutti i servizi?
L’orientamento delle strutture verso interventi più incisivi di promozione dell’autonomia e
di inclusione sociale può determinare una condizione facilitante di emancipazione della
persona con disabilità e favorire un suo minor livello di dipendenza?
La tecnologia (domotica, controllo sull’ambiente, …) può esserci di aiuto per sviluppare
modelli di assistenza innovativi e meno costosi?
17

Persone con disabilità in carico ai Servizi per
l’integrazione lavorativa
TOTALE

2006

2007

2008

2009

715

726

758

791

Il diritto al lavoro per le persone svantaggiate e per le persone con disabilità
rimane un percorso su cui continuare a porre la massima attenzione.
Sono necessarie modalità stabili di collegamento e di integrazione tra diversi
attori che si occupano delle politiche di formazione, occupazione, inclusione
sociale e lavorativa, welfare locale e imprese, per creare condizioni più ottimali a
favore dell’inclusione della persona disabile nei contesti lavorativi.
Va rivalutato il ruolo del SIL, anche in un’ottica strategica per rafforzare gli
interventi che favoriscono la presenza di persone con disabilità in contesti
lavorativi/occupazionali anche con finalità assistenziali qualora non vi siano i
requisiti per un percorso di inserimento lavorativo più evoluto.
18

Finanziamento agli Enti gestori dei servizi per l'handicap
(regionale, comunale e altro finanziamento)
Fonte
finanziamento

2006

2007

2008

2009

da Regione

€ 20.800.000,00

€ 22.160.000,00

€ 23.300.000,00

€ 26.900.000,00

da Comuni

€ 13.239.308,51

€ 13.572.978,69

€ 14.518.352,92

€ 12.878.117,97

€ 2.315.922,33

€ 2.256.277,81

€ 3.423.384,24

€ 3.291.612,88

€ 36.355.230,84

€ 37.989.256,50

€ 41.241.737,16

€ 43.069.730,85

Da altre fonti
(Provincia, ecc.)
TOTALE

19

Non può essere trascurato l’impegno del sistema regionale sul fronte delle
risorse (la spesa sociale procapite negli ultimi anni è significativamente
superiore alla media nazionale).
Spesa(1) sociale
pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni
Tav. 1 - Spesa sociale pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni singoli e associati per regione e
ripartizipone
anni 2005-2007
singoli e associati
pergeografica,
regione
e ripartizione geografica, anni 2004-2007
2005-2007
(1)

Ripartizioni geografiche
Regioni e Ripartizioni geografiche
Friuli-Venezia Giulia

Friuli-Venezia Giulia
Nord-ovest

Nord-ovest
Nord-est

Centro
Sud

Nord-est
Centro
Sud
Isole
ITALIA

Spesa pro-capite(2)
Spesa pro-capite(2)

2004
148,9
111,9
135,2

103,6
38,1

2005
2005

2004

148,9

173,1

111,9

112,6

173,1

146,1
112,6

135,2
103,6

111,0

146,1
38,1
40,1
84,0
111,0

73,2
92,4

98,0

40,1

2006
2007
2006
2007

197,3

189,8

117,5

125,4

197,3

189,8

117,5 148,7 125,4

145,6
113,8

145,6
44,0
86,4
113,8

101,0

44,0

122,4
51,6
90,5
107,8

148,7

122,4
51,6

Isole

73,2

84,0

86,4

90,5

ITALIA

92,4

98,0

101,0

107,8

Fonte: Istat
(1) Si intende la spesa in conto corrente di competenza impegnata per l’erogazione dei servizi o degli interventi socio-assistenziali
da parte di Comuni e associazioni di comuni. Sono incluse le spese per il personale, per l’affitto di immobili o attrezzature e per
l’acquisto di beni e servizi (spesa gestita direttamente). La spesa è indicata in euro, al netto della compartecipazione degli utenti e
del Servizio sanitario nazionale.

Scelta strategica del
PSSR 2010 – 2012

• Nel confermare gli obblighi di attività previsti
dalle pianificazioni e/o indirizzi vigenti, il PSSR
2010-2012 pone la lente di ingrandimento sulla
presa in carico integrata delle persone con
malattie croniche e con disabilità.

21

Perché una lente di
ingrandimento
sulla
disabilità?
Le persone con malattie croniche e con disabilità:


chiedono particolare attenzione rispetto all’inclusione
sociale nei vari contesti comunitari;



chiedono spesso assistenza e cure continuative sia
sanitarie che sociali;



una quota significativa di risorse pubbliche è destinata a
loro;



impegnano significative quote di professionisti;



con le loro famiglie concorrono economicamente alla
propria cura e assistenza.

22

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Miglioramento del sistema di accesso ai servizi (migliorare la
funzione di informazione, di orientamento e di accompagnamento ai
servizi).
• L’adozione di sistemi unitari di valutazione del funzionamento della
persona con disabilità basato su ICF (adozione di una metodologia
valutativa uniforme e standardizzata);
• Adozione sistematica del progetto personalizzato redatto secondo
un impianto regionale uniforme e coerente con la valutazione
• Miglioramento della presa in carico integrata delle persone che
richiedono interventi sanitari e sociali unitariamente e definizione delle
responsabilità sul caso;

23

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012

• Definizione di un catalogo dei servizi sociosanitari;
• Monitoraggio degli attuali strumenti di sostegno della domiciliarità;

• Avvio percorso di riqualificazione delle strutture semiresidenziali e
residenziali;
• Accreditamento dei servizi per la disabilità.

24

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Ricomposizione delle risorse pubbliche regionali e ottimizzazione delle
stesse.
• Revisione e potenziamento
sociosanitario e sociale.

del

sistema

regionale

informativo

• Riavvio della programmazione locale PAT e PdZ e predisposizione di un
nuovo strumento di pianificazione settoriale specifico per la disabilità
(PLD).

25

Rilancio della programmazione locale 2011
• Rilancio della pianificazione locale condivisa e partecipata:
– Dobbiamo essere capaci di produrre documenti di pianificazione che non
siano dichiarazione del “dover essere” o “del sarebbe bello”, ma documenti
le cui azioni e interventi abbiano la caratteristica di fattibilità, quindi:
– Attenzione alla realizzabilità di quanto programmato;
– Definizione, sulla scorta delle risorse disponibili, di una scala di priorità di
azioni e interventi coerenti con i bisogni delle persone e delle famiglie.

• Perseguire l’integrazione territoriale tra i servizi alla persona e i diversi
soggetti del sistema comunitario come valore per lo sviluppo e il
benessere delle nostre comunità.

26

Perché l’integrazione? Tre grandi motivi di merito:


L'integrazione genera maggiore efficacia di cura e di sostegno in
particolare a fronte di una crescita esponenziale delle patologie croniche
che richiedono lungo-assistenza e che coinvolgono pesantemente i nuclei
familiari degli assistiti sempre più non autosufficienti;



L'integrazione favorisce un uso più efficiente
superando le frammentazioni e le duplicazioni improprie;



L'integrazione riduce il disagio dei cittadini nel rapporto con i servizi
concentrando i punti di accesso alle reti dei servizi e rendendo, quindi,
meno problematica, da parte del cittadino, l'affannosa ricerca di servizi
e sportelli differenziati per materia e "target" assistenziale.

delle

risorse

27

Conclusioni
Ritengo che dobbiamo sentirci pronti alla sfida. La quantità dei servizi è buona, la
qualità può essere certamente migliorata.

Dobbiamo cercare di giocarci bene questa nuova partita.

Uscirne insieme è la democrazia e una società giusta.

28


Slide 17

LE PERSONE CON DISABILITA’
AL TEMPO DELLA CRISI
Diritti inalienabili,
opportunità e
prospettive

IL Piano Sanitario e Sociosanitario Regionale 2010 - 2012
Giuseppe BAZZO
Annalisa FAGGIONATO
Palmanova, 22 ottobre 2010

Contenuti della presentazione:

Premessa: il sistema di welfare in FVG
Alcuni dati di contesto
Il PSSR 2010 – 2012: impegni per il prossimo futuro

2

Il sistema di protezione sociale in FVG


Le LL.RR emanate dal 2003 ed in particolare la LR n. 6/2006 “Sistema integrato
di interventi e servizi per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza
sociale” hanno l’obiettivo generale di promuovere il benessere della comunità
regionale attraverso l’innovazione e lo sviluppo del sistema di welfare
regionale che pone al centro di un sistema integrato di interventi e servizi
la persona e la sua famiglia.



Un primo obiettivo è il superamento dell’ottica meramente assistenziale e
l’affermazione di una strategia di integrazione delle diverse politiche del
welfare, specie per quelle che incidono sulla qualità della vita dei cittadini
(politiche sociali, sanitarie, educative, formative, del lavoro, dei trasporti, ecc.).



Un altro obiettivo è l’innovazione di un impianto per molti versi superato,
attraverso il rilancio di un sistema istituzionale e di servizi sociali capace di
garantire un più elevato livello d’offerta.
3

L’attuale quadro normativo prevede cambiamenti:


nel concetto di assistenza:




diritto dei cittadini di partecipare alle decisioni che li riguardano
promozione dello sviluppo della persona umana
favorire la cittadinanza attiva



nel ruolo dell’Ente Locale ed in particolare dei Comuni associati nei 19 ambiti;



nel ruolo degli operatori sociali





nell’organizzazione dei servizi e degli interventi




basata su progetti e processi e non tanto su procedimenti ed atti;

nel modo di fare amministrazione




migliorare la capacità di presa in carico dei problemi delle persone e delle famiglie in un’ottica
negoziale
maggiore capacità di lettura dei fenomeni sociali e di coerente programmazione

non semplice produzione di regole ma maggiore attenzione ai risultati;

nelle modalità e nei contenuti della pianificazione e della programmazione attuativa


a tutti i livelli (regionale e locale) sempre più caratterizzata da modalità concertative e
partecipative.
4

Un percorso verso un sistema di

“welfare di responsabilità condivise”
I termini “Integrazione delle politiche“ di protezione sociale con le più generali
politiche sociali e “governance”, vale a dire “governo partecipato”, sono
le espressioni che meglio di altre descrivono il mutamento in atto nella nostra
Regione e meglio si correlano con il concetto di “welfare comunitario”, inteso come
costruzione di un “welfare di responsabilità condivise”, finalità generale cui tende
l’intero processo di riforma regionale.

5

LIVELLI DI GOVERNANCE
L.R. n. 23/2004 rappresenta uno snodo importante perché oltre a definire
le modalità di partecipazione degli enti locali alla programmazione
sociale sociosanitaria e sanitaria nei diversi livelli (regionale,
aziendale e di ambito distrettuale) definisce anche gli strumenti di
programmazione sanitaria, sociosanitaria e sociale:
Sanitario

Sociale

Livello
regionale

• Piano sanitario e sociosanitario

• Piano regionale degli
interventi e dei servizi sociali

Livello locale

• Piano attuativo locale (PAL) e
• Piano di zona (PdZ)
Piano attuativo ospedaliero (PAO)
• Programma delle attività
territoriali (PAT)

6

Governance

• Livello regionale
– definizione delle linee generali e degli obiettivi
strategici della programmazione, la determinazione
dei livelli di assistenza, i criteri e i modelli di
valutazione, la politica della spesa, l’esercizio delle
funzioni
di
indirizzo,
accompagnamento,
monitoraggio e controllo;

• Livello locale
– programmazione territoriale, pianificazione degli
interventi, organizzazione e gestione associata dei
servizi, valutazione dei risultati e governo della
rete, implementazione flussi informativi, gestione
delle risorse e rendicontazione della spesa.
7

Aree che saranno
argomento
specifico a partire
dal 2011 del
Piano locale per
la disabilità. Detto
sarà recepito nei
PAT e nei PdZ

Azioni congiunte nelle
aree di integrazione
sociosanitaria

L’elaborazione congiunta riguarda particolarmente:







la prevenzione e assistenza materno-infantile;
l’assistenza, riabilitazione ed integrazione sociale delle persone con disabilità;
la tutela della salute delle persone anziane;
la cura e recupero dei soggetti tossicodipendenti;
la cura e recupero dei soggetti malati di mente;
le situazioni di non autosufficienza, temporanea o permanente, derivanti da patologie
diverse.

9

Qualche dato in sintesi

10

Persone con riconoscimento di invalidità civile e con
certificazione di handicap ai sensi della L. 104/92
ANNO 2005
n. persone viventi al 31.12.05

TOTALE

Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

52.007

1.774

653

ANNO 2008
n. persone viventi al 31.12.08
Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

75.899

2.078

776

Circa 76.000 persone vivono con una disabilità più o meno grave nella nostra regione.
Prevalenti le persone anziane, ultrasessantacinquenni, non autosufficienti per le conseguenze
di malattie invalidanti e dei processi di invecchiamento (sono circa 51.000)
Sono circa 25.000 le persone con disabilità di età inferiore ai 65 anni
Circa 2.000 i minori con malformazioni per effetto di traumi neonatali o di fattori genetici o
altre cause.

11

Servizio Sociale dei Comuni: gli utenti in carico

2007
Tot. Utenti

2008
di cui disabili

Tot. Utenti

2009
di cui disabili

Tot. Utenti

di cui disabili

MF

MF

%

MF

MF

%

MF

MF

%

0-17 anni

5.979

1.516

25,4

6.836

1.722

25,2

7.572

1.889

24,9

18-24 anni

2.727

840

30,8

3.806

986

25,9

4.840

1.086

22,4

35-64 anni

6.803

1.999

29,4

9.805

2.428

24,8

12.638

2.893

22,9

65-74 anni

2.571

691

26,9

3.206

870

27,1

3.883

974

25,1

75 e +

10.069

2.856

28,4

12.699

3.673

28,9

15.552

4.195

27,0

Totale
FVG

28.149

7.902

28,1

36.352

9.679

26,6

44.485

11.037

24,8

Fonte: SISS su dati CSI (il dato 2007 risulta non completo)

12

Servizio Sociale dei Comuni: i minori disabili in carico
2007

2008

2009

1.516

1.722

1.889

• con interventi socioeducativi a scuola

214

271

474

• con interventi assistenziali a scuola

229

273

444

• con interventi socioeducativi di gruppo

60

62

86

• con interventi socioeducativi individuali

739

810

954

Totale minori in carico ai SSC
di cui utenti con interventi di cui lett. A) e b) , art. 6 LR 41/96:

Gli interventi socio-educativi a scuola quanto risultano essere una variabile dipendente dalle risorse
(insegnante di sostegno, altro personale docente) messe in campo dalla scuola?

13

Alunni certificati a.s. 2009 - 2010
Situazione anno scolastico 2009 - 2010
Pop.
scolastica

Tot. alunni
disabili

% alunni disabili
su pop. scol.

GO

17.414

427

2,45

PN

37.173

567

1,53

TS

23.334

424

1,82

UD

63.662

1.177

1,85

Tot.

141.583

2.595

1,83

Gli alunni certificati ai sensi della Legge 104/92
nell’anno
scolastico
2009-2010
hanno
rappresentato l’1,83% della popolazione scolastica

Passaggio
dalla scuola
alla vita
adulta: quali
prospettive?
Nell’adolescente
con
disabilità emerge come in
tutti gli adolescenti la
necessità di un "progetto
di vita“ .

regionale (media nazionale: 2,3%).

14

Persone con disabilità nei centri diurni (art. 6, lett. e), f) LR 41/96)
.

TOTALE

2006

2007

2008

2009

993

1.108

1.154

1.220

La rete dei servizi diurni rappresenta indubbiamente una risorsa importante per
garantire, soprattutto dopo l’uscita dal sistema scolastico delle persone con gravi
compromissioni di funzionamento, un percorso assistenziale, educativo e socioriabilitativo.
Riteniamo che tale offerta vada tuttavia riqualificata. Oggi c’è il rischio che tale
offerta rappresenti per molti territori l’unica risposta strutturata anche per quelle
persone per le quali è possibile intravedere possibilità alternative al tradizionale
centro diurno.
E’ necessario che i centri diurni:
• riaffermino la propria funzione educativa e abilitativa finalizzata all’emancipazione
della persona disabile;
• Evolvano attraverso nuove proposte operative, soluzioni differenziate più
qualificanti e capaci di promuovere una migliore qualità di vita soprattutto per i
disabili che oggi escono dalla scuola.
15

Persone con disabilità nei servizi residenziali
TOTALE

2006

2007

2008

2009

158

285

324

368

Le strutture residenziali stanno cercando di rispondere al meglio alle richieste di residenzialità
extradomiciliare:

Sta invecchiando la generazione dei genitori che ha fatto la scelta di mantenere i propri figli in famiglia.
Per molti di loro, il tema, mai tramontato, del “dopo di noi” rimane una questione cruciale.
Avvertiamo la necessità di sperimentare soluzioni abitative complementari/alternative alle attuali
strutture residenziali in grado di valorizzare le capacità e le esigenze di autonomia e di vita indipendente
in particolare per le persone con disabilità meno gravi e discreti livelli di autonomia.
Le famiglie chiedono un sostegno al loro lavoro di cura con servizi di emergenza e sollievo, nonché
con programmi di auto-mutuo-aiuto, di sostegno psicologico e promozione delle competenze dei
famigliari.
Va promossa la conoscenza e l'utilizzo da parte delle famiglie con figli adulti con disabilità di tutte le
misure di tutela giuridica oggi disponibili (amministratore di sostegno, ecc).

16

Servizi attivati nel periodo 2005 - 2009
2005

TOTALE

2009

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

64

22

76

38

La crescita significativa di utenti registrata in questi anni ci deve far
riflettere in prospettiva su più fattori:





Quali servizi sono necessari? E’ possibile sperimentare modelli organizzativi innovativi
che permettano di recuperare efficienza e garantiscano comunque qualità della vita?
Come possiamo affrontare il tema della sostenibilità economica nel tempo a fronte di un
effetto “pile up” registrato da tutti i servizi?
L’orientamento delle strutture verso interventi più incisivi di promozione dell’autonomia e
di inclusione sociale può determinare una condizione facilitante di emancipazione della
persona con disabilità e favorire un suo minor livello di dipendenza?
La tecnologia (domotica, controllo sull’ambiente, …) può esserci di aiuto per sviluppare
modelli di assistenza innovativi e meno costosi?
17

Persone con disabilità in carico ai Servizi per
l’integrazione lavorativa
TOTALE

2006

2007

2008

2009

715

726

758

791

Il diritto al lavoro per le persone svantaggiate e per le persone con disabilità
rimane un percorso su cui continuare a porre la massima attenzione.
Sono necessarie modalità stabili di collegamento e di integrazione tra diversi
attori che si occupano delle politiche di formazione, occupazione, inclusione
sociale e lavorativa, welfare locale e imprese, per creare condizioni più ottimali a
favore dell’inclusione della persona disabile nei contesti lavorativi.
Va rivalutato il ruolo del SIL, anche in un’ottica strategica per rafforzare gli
interventi che favoriscono la presenza di persone con disabilità in contesti
lavorativi/occupazionali anche con finalità assistenziali qualora non vi siano i
requisiti per un percorso di inserimento lavorativo più evoluto.
18

Finanziamento agli Enti gestori dei servizi per l'handicap
(regionale, comunale e altro finanziamento)
Fonte
finanziamento

2006

2007

2008

2009

da Regione

€ 20.800.000,00

€ 22.160.000,00

€ 23.300.000,00

€ 26.900.000,00

da Comuni

€ 13.239.308,51

€ 13.572.978,69

€ 14.518.352,92

€ 12.878.117,97

€ 2.315.922,33

€ 2.256.277,81

€ 3.423.384,24

€ 3.291.612,88

€ 36.355.230,84

€ 37.989.256,50

€ 41.241.737,16

€ 43.069.730,85

Da altre fonti
(Provincia, ecc.)
TOTALE

19

Non può essere trascurato l’impegno del sistema regionale sul fronte delle
risorse (la spesa sociale procapite negli ultimi anni è significativamente
superiore alla media nazionale).
Spesa(1) sociale
pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni
Tav. 1 - Spesa sociale pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni singoli e associati per regione e
ripartizipone
anni 2005-2007
singoli e associati
pergeografica,
regione
e ripartizione geografica, anni 2004-2007
2005-2007
(1)

Ripartizioni geografiche
Regioni e Ripartizioni geografiche
Friuli-Venezia Giulia

Friuli-Venezia Giulia
Nord-ovest

Nord-ovest
Nord-est

Centro
Sud

Nord-est
Centro
Sud
Isole
ITALIA

Spesa pro-capite(2)
Spesa pro-capite(2)

2004
148,9
111,9
135,2

103,6
38,1

2005
2005

2004

148,9

173,1

111,9

112,6

173,1

146,1
112,6

135,2
103,6

111,0

146,1
38,1
40,1
84,0
111,0

73,2
92,4

98,0

40,1

2006
2007
2006
2007

197,3

189,8

117,5

125,4

197,3

189,8

117,5 148,7 125,4

145,6
113,8

145,6
44,0
86,4
113,8

101,0

44,0

122,4
51,6
90,5
107,8

148,7

122,4
51,6

Isole

73,2

84,0

86,4

90,5

ITALIA

92,4

98,0

101,0

107,8

Fonte: Istat
(1) Si intende la spesa in conto corrente di competenza impegnata per l’erogazione dei servizi o degli interventi socio-assistenziali
da parte di Comuni e associazioni di comuni. Sono incluse le spese per il personale, per l’affitto di immobili o attrezzature e per
l’acquisto di beni e servizi (spesa gestita direttamente). La spesa è indicata in euro, al netto della compartecipazione degli utenti e
del Servizio sanitario nazionale.

Scelta strategica del
PSSR 2010 – 2012

• Nel confermare gli obblighi di attività previsti
dalle pianificazioni e/o indirizzi vigenti, il PSSR
2010-2012 pone la lente di ingrandimento sulla
presa in carico integrata delle persone con
malattie croniche e con disabilità.

21

Perché una lente di
ingrandimento
sulla
disabilità?
Le persone con malattie croniche e con disabilità:


chiedono particolare attenzione rispetto all’inclusione
sociale nei vari contesti comunitari;



chiedono spesso assistenza e cure continuative sia
sanitarie che sociali;



una quota significativa di risorse pubbliche è destinata a
loro;



impegnano significative quote di professionisti;



con le loro famiglie concorrono economicamente alla
propria cura e assistenza.

22

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Miglioramento del sistema di accesso ai servizi (migliorare la
funzione di informazione, di orientamento e di accompagnamento ai
servizi).
• L’adozione di sistemi unitari di valutazione del funzionamento della
persona con disabilità basato su ICF (adozione di una metodologia
valutativa uniforme e standardizzata);
• Adozione sistematica del progetto personalizzato redatto secondo
un impianto regionale uniforme e coerente con la valutazione
• Miglioramento della presa in carico integrata delle persone che
richiedono interventi sanitari e sociali unitariamente e definizione delle
responsabilità sul caso;

23

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012

• Definizione di un catalogo dei servizi sociosanitari;
• Monitoraggio degli attuali strumenti di sostegno della domiciliarità;

• Avvio percorso di riqualificazione delle strutture semiresidenziali e
residenziali;
• Accreditamento dei servizi per la disabilità.

24

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Ricomposizione delle risorse pubbliche regionali e ottimizzazione delle
stesse.
• Revisione e potenziamento
sociosanitario e sociale.

del

sistema

regionale

informativo

• Riavvio della programmazione locale PAT e PdZ e predisposizione di un
nuovo strumento di pianificazione settoriale specifico per la disabilità
(PLD).

25

Rilancio della programmazione locale 2011
• Rilancio della pianificazione locale condivisa e partecipata:
– Dobbiamo essere capaci di produrre documenti di pianificazione che non
siano dichiarazione del “dover essere” o “del sarebbe bello”, ma documenti
le cui azioni e interventi abbiano la caratteristica di fattibilità, quindi:
– Attenzione alla realizzabilità di quanto programmato;
– Definizione, sulla scorta delle risorse disponibili, di una scala di priorità di
azioni e interventi coerenti con i bisogni delle persone e delle famiglie.

• Perseguire l’integrazione territoriale tra i servizi alla persona e i diversi
soggetti del sistema comunitario come valore per lo sviluppo e il
benessere delle nostre comunità.

26

Perché l’integrazione? Tre grandi motivi di merito:


L'integrazione genera maggiore efficacia di cura e di sostegno in
particolare a fronte di una crescita esponenziale delle patologie croniche
che richiedono lungo-assistenza e che coinvolgono pesantemente i nuclei
familiari degli assistiti sempre più non autosufficienti;



L'integrazione favorisce un uso più efficiente
superando le frammentazioni e le duplicazioni improprie;



L'integrazione riduce il disagio dei cittadini nel rapporto con i servizi
concentrando i punti di accesso alle reti dei servizi e rendendo, quindi,
meno problematica, da parte del cittadino, l'affannosa ricerca di servizi
e sportelli differenziati per materia e "target" assistenziale.

delle

risorse

27

Conclusioni
Ritengo che dobbiamo sentirci pronti alla sfida. La quantità dei servizi è buona, la
qualità può essere certamente migliorata.

Dobbiamo cercare di giocarci bene questa nuova partita.

Uscirne insieme è la democrazia e una società giusta.

28


Slide 18

LE PERSONE CON DISABILITA’
AL TEMPO DELLA CRISI
Diritti inalienabili,
opportunità e
prospettive

IL Piano Sanitario e Sociosanitario Regionale 2010 - 2012
Giuseppe BAZZO
Annalisa FAGGIONATO
Palmanova, 22 ottobre 2010

Contenuti della presentazione:

Premessa: il sistema di welfare in FVG
Alcuni dati di contesto
Il PSSR 2010 – 2012: impegni per il prossimo futuro

2

Il sistema di protezione sociale in FVG


Le LL.RR emanate dal 2003 ed in particolare la LR n. 6/2006 “Sistema integrato
di interventi e servizi per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza
sociale” hanno l’obiettivo generale di promuovere il benessere della comunità
regionale attraverso l’innovazione e lo sviluppo del sistema di welfare
regionale che pone al centro di un sistema integrato di interventi e servizi
la persona e la sua famiglia.



Un primo obiettivo è il superamento dell’ottica meramente assistenziale e
l’affermazione di una strategia di integrazione delle diverse politiche del
welfare, specie per quelle che incidono sulla qualità della vita dei cittadini
(politiche sociali, sanitarie, educative, formative, del lavoro, dei trasporti, ecc.).



Un altro obiettivo è l’innovazione di un impianto per molti versi superato,
attraverso il rilancio di un sistema istituzionale e di servizi sociali capace di
garantire un più elevato livello d’offerta.
3

L’attuale quadro normativo prevede cambiamenti:


nel concetto di assistenza:




diritto dei cittadini di partecipare alle decisioni che li riguardano
promozione dello sviluppo della persona umana
favorire la cittadinanza attiva



nel ruolo dell’Ente Locale ed in particolare dei Comuni associati nei 19 ambiti;



nel ruolo degli operatori sociali





nell’organizzazione dei servizi e degli interventi




basata su progetti e processi e non tanto su procedimenti ed atti;

nel modo di fare amministrazione




migliorare la capacità di presa in carico dei problemi delle persone e delle famiglie in un’ottica
negoziale
maggiore capacità di lettura dei fenomeni sociali e di coerente programmazione

non semplice produzione di regole ma maggiore attenzione ai risultati;

nelle modalità e nei contenuti della pianificazione e della programmazione attuativa


a tutti i livelli (regionale e locale) sempre più caratterizzata da modalità concertative e
partecipative.
4

Un percorso verso un sistema di

“welfare di responsabilità condivise”
I termini “Integrazione delle politiche“ di protezione sociale con le più generali
politiche sociali e “governance”, vale a dire “governo partecipato”, sono
le espressioni che meglio di altre descrivono il mutamento in atto nella nostra
Regione e meglio si correlano con il concetto di “welfare comunitario”, inteso come
costruzione di un “welfare di responsabilità condivise”, finalità generale cui tende
l’intero processo di riforma regionale.

5

LIVELLI DI GOVERNANCE
L.R. n. 23/2004 rappresenta uno snodo importante perché oltre a definire
le modalità di partecipazione degli enti locali alla programmazione
sociale sociosanitaria e sanitaria nei diversi livelli (regionale,
aziendale e di ambito distrettuale) definisce anche gli strumenti di
programmazione sanitaria, sociosanitaria e sociale:
Sanitario

Sociale

Livello
regionale

• Piano sanitario e sociosanitario

• Piano regionale degli
interventi e dei servizi sociali

Livello locale

• Piano attuativo locale (PAL) e
• Piano di zona (PdZ)
Piano attuativo ospedaliero (PAO)
• Programma delle attività
territoriali (PAT)

6

Governance

• Livello regionale
– definizione delle linee generali e degli obiettivi
strategici della programmazione, la determinazione
dei livelli di assistenza, i criteri e i modelli di
valutazione, la politica della spesa, l’esercizio delle
funzioni
di
indirizzo,
accompagnamento,
monitoraggio e controllo;

• Livello locale
– programmazione territoriale, pianificazione degli
interventi, organizzazione e gestione associata dei
servizi, valutazione dei risultati e governo della
rete, implementazione flussi informativi, gestione
delle risorse e rendicontazione della spesa.
7

Aree che saranno
argomento
specifico a partire
dal 2011 del
Piano locale per
la disabilità. Detto
sarà recepito nei
PAT e nei PdZ

Azioni congiunte nelle
aree di integrazione
sociosanitaria

L’elaborazione congiunta riguarda particolarmente:







la prevenzione e assistenza materno-infantile;
l’assistenza, riabilitazione ed integrazione sociale delle persone con disabilità;
la tutela della salute delle persone anziane;
la cura e recupero dei soggetti tossicodipendenti;
la cura e recupero dei soggetti malati di mente;
le situazioni di non autosufficienza, temporanea o permanente, derivanti da patologie
diverse.

9

Qualche dato in sintesi

10

Persone con riconoscimento di invalidità civile e con
certificazione di handicap ai sensi della L. 104/92
ANNO 2005
n. persone viventi al 31.12.05

TOTALE

Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

52.007

1.774

653

ANNO 2008
n. persone viventi al 31.12.08
Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

75.899

2.078

776

Circa 76.000 persone vivono con una disabilità più o meno grave nella nostra regione.
Prevalenti le persone anziane, ultrasessantacinquenni, non autosufficienti per le conseguenze
di malattie invalidanti e dei processi di invecchiamento (sono circa 51.000)
Sono circa 25.000 le persone con disabilità di età inferiore ai 65 anni
Circa 2.000 i minori con malformazioni per effetto di traumi neonatali o di fattori genetici o
altre cause.

11

Servizio Sociale dei Comuni: gli utenti in carico

2007
Tot. Utenti

2008
di cui disabili

Tot. Utenti

2009
di cui disabili

Tot. Utenti

di cui disabili

MF

MF

%

MF

MF

%

MF

MF

%

0-17 anni

5.979

1.516

25,4

6.836

1.722

25,2

7.572

1.889

24,9

18-24 anni

2.727

840

30,8

3.806

986

25,9

4.840

1.086

22,4

35-64 anni

6.803

1.999

29,4

9.805

2.428

24,8

12.638

2.893

22,9

65-74 anni

2.571

691

26,9

3.206

870

27,1

3.883

974

25,1

75 e +

10.069

2.856

28,4

12.699

3.673

28,9

15.552

4.195

27,0

Totale
FVG

28.149

7.902

28,1

36.352

9.679

26,6

44.485

11.037

24,8

Fonte: SISS su dati CSI (il dato 2007 risulta non completo)

12

Servizio Sociale dei Comuni: i minori disabili in carico
2007

2008

2009

1.516

1.722

1.889

• con interventi socioeducativi a scuola

214

271

474

• con interventi assistenziali a scuola

229

273

444

• con interventi socioeducativi di gruppo

60

62

86

• con interventi socioeducativi individuali

739

810

954

Totale minori in carico ai SSC
di cui utenti con interventi di cui lett. A) e b) , art. 6 LR 41/96:

Gli interventi socio-educativi a scuola quanto risultano essere una variabile dipendente dalle risorse
(insegnante di sostegno, altro personale docente) messe in campo dalla scuola?

13

Alunni certificati a.s. 2009 - 2010
Situazione anno scolastico 2009 - 2010
Pop.
scolastica

Tot. alunni
disabili

% alunni disabili
su pop. scol.

GO

17.414

427

2,45

PN

37.173

567

1,53

TS

23.334

424

1,82

UD

63.662

1.177

1,85

Tot.

141.583

2.595

1,83

Gli alunni certificati ai sensi della Legge 104/92
nell’anno
scolastico
2009-2010
hanno
rappresentato l’1,83% della popolazione scolastica

Passaggio
dalla scuola
alla vita
adulta: quali
prospettive?
Nell’adolescente
con
disabilità emerge come in
tutti gli adolescenti la
necessità di un "progetto
di vita“ .

regionale (media nazionale: 2,3%).

14

Persone con disabilità nei centri diurni (art. 6, lett. e), f) LR 41/96)
.

TOTALE

2006

2007

2008

2009

993

1.108

1.154

1.220

La rete dei servizi diurni rappresenta indubbiamente una risorsa importante per
garantire, soprattutto dopo l’uscita dal sistema scolastico delle persone con gravi
compromissioni di funzionamento, un percorso assistenziale, educativo e socioriabilitativo.
Riteniamo che tale offerta vada tuttavia riqualificata. Oggi c’è il rischio che tale
offerta rappresenti per molti territori l’unica risposta strutturata anche per quelle
persone per le quali è possibile intravedere possibilità alternative al tradizionale
centro diurno.
E’ necessario che i centri diurni:
• riaffermino la propria funzione educativa e abilitativa finalizzata all’emancipazione
della persona disabile;
• Evolvano attraverso nuove proposte operative, soluzioni differenziate più
qualificanti e capaci di promuovere una migliore qualità di vita soprattutto per i
disabili che oggi escono dalla scuola.
15

Persone con disabilità nei servizi residenziali
TOTALE

2006

2007

2008

2009

158

285

324

368

Le strutture residenziali stanno cercando di rispondere al meglio alle richieste di residenzialità
extradomiciliare:

Sta invecchiando la generazione dei genitori che ha fatto la scelta di mantenere i propri figli in famiglia.
Per molti di loro, il tema, mai tramontato, del “dopo di noi” rimane una questione cruciale.
Avvertiamo la necessità di sperimentare soluzioni abitative complementari/alternative alle attuali
strutture residenziali in grado di valorizzare le capacità e le esigenze di autonomia e di vita indipendente
in particolare per le persone con disabilità meno gravi e discreti livelli di autonomia.
Le famiglie chiedono un sostegno al loro lavoro di cura con servizi di emergenza e sollievo, nonché
con programmi di auto-mutuo-aiuto, di sostegno psicologico e promozione delle competenze dei
famigliari.
Va promossa la conoscenza e l'utilizzo da parte delle famiglie con figli adulti con disabilità di tutte le
misure di tutela giuridica oggi disponibili (amministratore di sostegno, ecc).

16

Servizi attivati nel periodo 2005 - 2009
2005

TOTALE

2009

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

64

22

76

38

La crescita significativa di utenti registrata in questi anni ci deve far
riflettere in prospettiva su più fattori:





Quali servizi sono necessari? E’ possibile sperimentare modelli organizzativi innovativi
che permettano di recuperare efficienza e garantiscano comunque qualità della vita?
Come possiamo affrontare il tema della sostenibilità economica nel tempo a fronte di un
effetto “pile up” registrato da tutti i servizi?
L’orientamento delle strutture verso interventi più incisivi di promozione dell’autonomia e
di inclusione sociale può determinare una condizione facilitante di emancipazione della
persona con disabilità e favorire un suo minor livello di dipendenza?
La tecnologia (domotica, controllo sull’ambiente, …) può esserci di aiuto per sviluppare
modelli di assistenza innovativi e meno costosi?
17

Persone con disabilità in carico ai Servizi per
l’integrazione lavorativa
TOTALE

2006

2007

2008

2009

715

726

758

791

Il diritto al lavoro per le persone svantaggiate e per le persone con disabilità
rimane un percorso su cui continuare a porre la massima attenzione.
Sono necessarie modalità stabili di collegamento e di integrazione tra diversi
attori che si occupano delle politiche di formazione, occupazione, inclusione
sociale e lavorativa, welfare locale e imprese, per creare condizioni più ottimali a
favore dell’inclusione della persona disabile nei contesti lavorativi.
Va rivalutato il ruolo del SIL, anche in un’ottica strategica per rafforzare gli
interventi che favoriscono la presenza di persone con disabilità in contesti
lavorativi/occupazionali anche con finalità assistenziali qualora non vi siano i
requisiti per un percorso di inserimento lavorativo più evoluto.
18

Finanziamento agli Enti gestori dei servizi per l'handicap
(regionale, comunale e altro finanziamento)
Fonte
finanziamento

2006

2007

2008

2009

da Regione

€ 20.800.000,00

€ 22.160.000,00

€ 23.300.000,00

€ 26.900.000,00

da Comuni

€ 13.239.308,51

€ 13.572.978,69

€ 14.518.352,92

€ 12.878.117,97

€ 2.315.922,33

€ 2.256.277,81

€ 3.423.384,24

€ 3.291.612,88

€ 36.355.230,84

€ 37.989.256,50

€ 41.241.737,16

€ 43.069.730,85

Da altre fonti
(Provincia, ecc.)
TOTALE

19

Non può essere trascurato l’impegno del sistema regionale sul fronte delle
risorse (la spesa sociale procapite negli ultimi anni è significativamente
superiore alla media nazionale).
Spesa(1) sociale
pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni
Tav. 1 - Spesa sociale pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni singoli e associati per regione e
ripartizipone
anni 2005-2007
singoli e associati
pergeografica,
regione
e ripartizione geografica, anni 2004-2007
2005-2007
(1)

Ripartizioni geografiche
Regioni e Ripartizioni geografiche
Friuli-Venezia Giulia

Friuli-Venezia Giulia
Nord-ovest

Nord-ovest
Nord-est

Centro
Sud

Nord-est
Centro
Sud
Isole
ITALIA

Spesa pro-capite(2)
Spesa pro-capite(2)

2004
148,9
111,9
135,2

103,6
38,1

2005
2005

2004

148,9

173,1

111,9

112,6

173,1

146,1
112,6

135,2
103,6

111,0

146,1
38,1
40,1
84,0
111,0

73,2
92,4

98,0

40,1

2006
2007
2006
2007

197,3

189,8

117,5

125,4

197,3

189,8

117,5 148,7 125,4

145,6
113,8

145,6
44,0
86,4
113,8

101,0

44,0

122,4
51,6
90,5
107,8

148,7

122,4
51,6

Isole

73,2

84,0

86,4

90,5

ITALIA

92,4

98,0

101,0

107,8

Fonte: Istat
(1) Si intende la spesa in conto corrente di competenza impegnata per l’erogazione dei servizi o degli interventi socio-assistenziali
da parte di Comuni e associazioni di comuni. Sono incluse le spese per il personale, per l’affitto di immobili o attrezzature e per
l’acquisto di beni e servizi (spesa gestita direttamente). La spesa è indicata in euro, al netto della compartecipazione degli utenti e
del Servizio sanitario nazionale.

Scelta strategica del
PSSR 2010 – 2012

• Nel confermare gli obblighi di attività previsti
dalle pianificazioni e/o indirizzi vigenti, il PSSR
2010-2012 pone la lente di ingrandimento sulla
presa in carico integrata delle persone con
malattie croniche e con disabilità.

21

Perché una lente di
ingrandimento
sulla
disabilità?
Le persone con malattie croniche e con disabilità:


chiedono particolare attenzione rispetto all’inclusione
sociale nei vari contesti comunitari;



chiedono spesso assistenza e cure continuative sia
sanitarie che sociali;



una quota significativa di risorse pubbliche è destinata a
loro;



impegnano significative quote di professionisti;



con le loro famiglie concorrono economicamente alla
propria cura e assistenza.

22

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Miglioramento del sistema di accesso ai servizi (migliorare la
funzione di informazione, di orientamento e di accompagnamento ai
servizi).
• L’adozione di sistemi unitari di valutazione del funzionamento della
persona con disabilità basato su ICF (adozione di una metodologia
valutativa uniforme e standardizzata);
• Adozione sistematica del progetto personalizzato redatto secondo
un impianto regionale uniforme e coerente con la valutazione
• Miglioramento della presa in carico integrata delle persone che
richiedono interventi sanitari e sociali unitariamente e definizione delle
responsabilità sul caso;

23

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012

• Definizione di un catalogo dei servizi sociosanitari;
• Monitoraggio degli attuali strumenti di sostegno della domiciliarità;

• Avvio percorso di riqualificazione delle strutture semiresidenziali e
residenziali;
• Accreditamento dei servizi per la disabilità.

24

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Ricomposizione delle risorse pubbliche regionali e ottimizzazione delle
stesse.
• Revisione e potenziamento
sociosanitario e sociale.

del

sistema

regionale

informativo

• Riavvio della programmazione locale PAT e PdZ e predisposizione di un
nuovo strumento di pianificazione settoriale specifico per la disabilità
(PLD).

25

Rilancio della programmazione locale 2011
• Rilancio della pianificazione locale condivisa e partecipata:
– Dobbiamo essere capaci di produrre documenti di pianificazione che non
siano dichiarazione del “dover essere” o “del sarebbe bello”, ma documenti
le cui azioni e interventi abbiano la caratteristica di fattibilità, quindi:
– Attenzione alla realizzabilità di quanto programmato;
– Definizione, sulla scorta delle risorse disponibili, di una scala di priorità di
azioni e interventi coerenti con i bisogni delle persone e delle famiglie.

• Perseguire l’integrazione territoriale tra i servizi alla persona e i diversi
soggetti del sistema comunitario come valore per lo sviluppo e il
benessere delle nostre comunità.

26

Perché l’integrazione? Tre grandi motivi di merito:


L'integrazione genera maggiore efficacia di cura e di sostegno in
particolare a fronte di una crescita esponenziale delle patologie croniche
che richiedono lungo-assistenza e che coinvolgono pesantemente i nuclei
familiari degli assistiti sempre più non autosufficienti;



L'integrazione favorisce un uso più efficiente
superando le frammentazioni e le duplicazioni improprie;



L'integrazione riduce il disagio dei cittadini nel rapporto con i servizi
concentrando i punti di accesso alle reti dei servizi e rendendo, quindi,
meno problematica, da parte del cittadino, l'affannosa ricerca di servizi
e sportelli differenziati per materia e "target" assistenziale.

delle

risorse

27

Conclusioni
Ritengo che dobbiamo sentirci pronti alla sfida. La quantità dei servizi è buona, la
qualità può essere certamente migliorata.

Dobbiamo cercare di giocarci bene questa nuova partita.

Uscirne insieme è la democrazia e una società giusta.

28


Slide 19

LE PERSONE CON DISABILITA’
AL TEMPO DELLA CRISI
Diritti inalienabili,
opportunità e
prospettive

IL Piano Sanitario e Sociosanitario Regionale 2010 - 2012
Giuseppe BAZZO
Annalisa FAGGIONATO
Palmanova, 22 ottobre 2010

Contenuti della presentazione:

Premessa: il sistema di welfare in FVG
Alcuni dati di contesto
Il PSSR 2010 – 2012: impegni per il prossimo futuro

2

Il sistema di protezione sociale in FVG


Le LL.RR emanate dal 2003 ed in particolare la LR n. 6/2006 “Sistema integrato
di interventi e servizi per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza
sociale” hanno l’obiettivo generale di promuovere il benessere della comunità
regionale attraverso l’innovazione e lo sviluppo del sistema di welfare
regionale che pone al centro di un sistema integrato di interventi e servizi
la persona e la sua famiglia.



Un primo obiettivo è il superamento dell’ottica meramente assistenziale e
l’affermazione di una strategia di integrazione delle diverse politiche del
welfare, specie per quelle che incidono sulla qualità della vita dei cittadini
(politiche sociali, sanitarie, educative, formative, del lavoro, dei trasporti, ecc.).



Un altro obiettivo è l’innovazione di un impianto per molti versi superato,
attraverso il rilancio di un sistema istituzionale e di servizi sociali capace di
garantire un più elevato livello d’offerta.
3

L’attuale quadro normativo prevede cambiamenti:


nel concetto di assistenza:




diritto dei cittadini di partecipare alle decisioni che li riguardano
promozione dello sviluppo della persona umana
favorire la cittadinanza attiva



nel ruolo dell’Ente Locale ed in particolare dei Comuni associati nei 19 ambiti;



nel ruolo degli operatori sociali





nell’organizzazione dei servizi e degli interventi




basata su progetti e processi e non tanto su procedimenti ed atti;

nel modo di fare amministrazione




migliorare la capacità di presa in carico dei problemi delle persone e delle famiglie in un’ottica
negoziale
maggiore capacità di lettura dei fenomeni sociali e di coerente programmazione

non semplice produzione di regole ma maggiore attenzione ai risultati;

nelle modalità e nei contenuti della pianificazione e della programmazione attuativa


a tutti i livelli (regionale e locale) sempre più caratterizzata da modalità concertative e
partecipative.
4

Un percorso verso un sistema di

“welfare di responsabilità condivise”
I termini “Integrazione delle politiche“ di protezione sociale con le più generali
politiche sociali e “governance”, vale a dire “governo partecipato”, sono
le espressioni che meglio di altre descrivono il mutamento in atto nella nostra
Regione e meglio si correlano con il concetto di “welfare comunitario”, inteso come
costruzione di un “welfare di responsabilità condivise”, finalità generale cui tende
l’intero processo di riforma regionale.

5

LIVELLI DI GOVERNANCE
L.R. n. 23/2004 rappresenta uno snodo importante perché oltre a definire
le modalità di partecipazione degli enti locali alla programmazione
sociale sociosanitaria e sanitaria nei diversi livelli (regionale,
aziendale e di ambito distrettuale) definisce anche gli strumenti di
programmazione sanitaria, sociosanitaria e sociale:
Sanitario

Sociale

Livello
regionale

• Piano sanitario e sociosanitario

• Piano regionale degli
interventi e dei servizi sociali

Livello locale

• Piano attuativo locale (PAL) e
• Piano di zona (PdZ)
Piano attuativo ospedaliero (PAO)
• Programma delle attività
territoriali (PAT)

6

Governance

• Livello regionale
– definizione delle linee generali e degli obiettivi
strategici della programmazione, la determinazione
dei livelli di assistenza, i criteri e i modelli di
valutazione, la politica della spesa, l’esercizio delle
funzioni
di
indirizzo,
accompagnamento,
monitoraggio e controllo;

• Livello locale
– programmazione territoriale, pianificazione degli
interventi, organizzazione e gestione associata dei
servizi, valutazione dei risultati e governo della
rete, implementazione flussi informativi, gestione
delle risorse e rendicontazione della spesa.
7

Aree che saranno
argomento
specifico a partire
dal 2011 del
Piano locale per
la disabilità. Detto
sarà recepito nei
PAT e nei PdZ

Azioni congiunte nelle
aree di integrazione
sociosanitaria

L’elaborazione congiunta riguarda particolarmente:







la prevenzione e assistenza materno-infantile;
l’assistenza, riabilitazione ed integrazione sociale delle persone con disabilità;
la tutela della salute delle persone anziane;
la cura e recupero dei soggetti tossicodipendenti;
la cura e recupero dei soggetti malati di mente;
le situazioni di non autosufficienza, temporanea o permanente, derivanti da patologie
diverse.

9

Qualche dato in sintesi

10

Persone con riconoscimento di invalidità civile e con
certificazione di handicap ai sensi della L. 104/92
ANNO 2005
n. persone viventi al 31.12.05

TOTALE

Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

52.007

1.774

653

ANNO 2008
n. persone viventi al 31.12.08
Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

75.899

2.078

776

Circa 76.000 persone vivono con una disabilità più o meno grave nella nostra regione.
Prevalenti le persone anziane, ultrasessantacinquenni, non autosufficienti per le conseguenze
di malattie invalidanti e dei processi di invecchiamento (sono circa 51.000)
Sono circa 25.000 le persone con disabilità di età inferiore ai 65 anni
Circa 2.000 i minori con malformazioni per effetto di traumi neonatali o di fattori genetici o
altre cause.

11

Servizio Sociale dei Comuni: gli utenti in carico

2007
Tot. Utenti

2008
di cui disabili

Tot. Utenti

2009
di cui disabili

Tot. Utenti

di cui disabili

MF

MF

%

MF

MF

%

MF

MF

%

0-17 anni

5.979

1.516

25,4

6.836

1.722

25,2

7.572

1.889

24,9

18-24 anni

2.727

840

30,8

3.806

986

25,9

4.840

1.086

22,4

35-64 anni

6.803

1.999

29,4

9.805

2.428

24,8

12.638

2.893

22,9

65-74 anni

2.571

691

26,9

3.206

870

27,1

3.883

974

25,1

75 e +

10.069

2.856

28,4

12.699

3.673

28,9

15.552

4.195

27,0

Totale
FVG

28.149

7.902

28,1

36.352

9.679

26,6

44.485

11.037

24,8

Fonte: SISS su dati CSI (il dato 2007 risulta non completo)

12

Servizio Sociale dei Comuni: i minori disabili in carico
2007

2008

2009

1.516

1.722

1.889

• con interventi socioeducativi a scuola

214

271

474

• con interventi assistenziali a scuola

229

273

444

• con interventi socioeducativi di gruppo

60

62

86

• con interventi socioeducativi individuali

739

810

954

Totale minori in carico ai SSC
di cui utenti con interventi di cui lett. A) e b) , art. 6 LR 41/96:

Gli interventi socio-educativi a scuola quanto risultano essere una variabile dipendente dalle risorse
(insegnante di sostegno, altro personale docente) messe in campo dalla scuola?

13

Alunni certificati a.s. 2009 - 2010
Situazione anno scolastico 2009 - 2010
Pop.
scolastica

Tot. alunni
disabili

% alunni disabili
su pop. scol.

GO

17.414

427

2,45

PN

37.173

567

1,53

TS

23.334

424

1,82

UD

63.662

1.177

1,85

Tot.

141.583

2.595

1,83

Gli alunni certificati ai sensi della Legge 104/92
nell’anno
scolastico
2009-2010
hanno
rappresentato l’1,83% della popolazione scolastica

Passaggio
dalla scuola
alla vita
adulta: quali
prospettive?
Nell’adolescente
con
disabilità emerge come in
tutti gli adolescenti la
necessità di un "progetto
di vita“ .

regionale (media nazionale: 2,3%).

14

Persone con disabilità nei centri diurni (art. 6, lett. e), f) LR 41/96)
.

TOTALE

2006

2007

2008

2009

993

1.108

1.154

1.220

La rete dei servizi diurni rappresenta indubbiamente una risorsa importante per
garantire, soprattutto dopo l’uscita dal sistema scolastico delle persone con gravi
compromissioni di funzionamento, un percorso assistenziale, educativo e socioriabilitativo.
Riteniamo che tale offerta vada tuttavia riqualificata. Oggi c’è il rischio che tale
offerta rappresenti per molti territori l’unica risposta strutturata anche per quelle
persone per le quali è possibile intravedere possibilità alternative al tradizionale
centro diurno.
E’ necessario che i centri diurni:
• riaffermino la propria funzione educativa e abilitativa finalizzata all’emancipazione
della persona disabile;
• Evolvano attraverso nuove proposte operative, soluzioni differenziate più
qualificanti e capaci di promuovere una migliore qualità di vita soprattutto per i
disabili che oggi escono dalla scuola.
15

Persone con disabilità nei servizi residenziali
TOTALE

2006

2007

2008

2009

158

285

324

368

Le strutture residenziali stanno cercando di rispondere al meglio alle richieste di residenzialità
extradomiciliare:

Sta invecchiando la generazione dei genitori che ha fatto la scelta di mantenere i propri figli in famiglia.
Per molti di loro, il tema, mai tramontato, del “dopo di noi” rimane una questione cruciale.
Avvertiamo la necessità di sperimentare soluzioni abitative complementari/alternative alle attuali
strutture residenziali in grado di valorizzare le capacità e le esigenze di autonomia e di vita indipendente
in particolare per le persone con disabilità meno gravi e discreti livelli di autonomia.
Le famiglie chiedono un sostegno al loro lavoro di cura con servizi di emergenza e sollievo, nonché
con programmi di auto-mutuo-aiuto, di sostegno psicologico e promozione delle competenze dei
famigliari.
Va promossa la conoscenza e l'utilizzo da parte delle famiglie con figli adulti con disabilità di tutte le
misure di tutela giuridica oggi disponibili (amministratore di sostegno, ecc).

16

Servizi attivati nel periodo 2005 - 2009
2005

TOTALE

2009

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

64

22

76

38

La crescita significativa di utenti registrata in questi anni ci deve far
riflettere in prospettiva su più fattori:





Quali servizi sono necessari? E’ possibile sperimentare modelli organizzativi innovativi
che permettano di recuperare efficienza e garantiscano comunque qualità della vita?
Come possiamo affrontare il tema della sostenibilità economica nel tempo a fronte di un
effetto “pile up” registrato da tutti i servizi?
L’orientamento delle strutture verso interventi più incisivi di promozione dell’autonomia e
di inclusione sociale può determinare una condizione facilitante di emancipazione della
persona con disabilità e favorire un suo minor livello di dipendenza?
La tecnologia (domotica, controllo sull’ambiente, …) può esserci di aiuto per sviluppare
modelli di assistenza innovativi e meno costosi?
17

Persone con disabilità in carico ai Servizi per
l’integrazione lavorativa
TOTALE

2006

2007

2008

2009

715

726

758

791

Il diritto al lavoro per le persone svantaggiate e per le persone con disabilità
rimane un percorso su cui continuare a porre la massima attenzione.
Sono necessarie modalità stabili di collegamento e di integrazione tra diversi
attori che si occupano delle politiche di formazione, occupazione, inclusione
sociale e lavorativa, welfare locale e imprese, per creare condizioni più ottimali a
favore dell’inclusione della persona disabile nei contesti lavorativi.
Va rivalutato il ruolo del SIL, anche in un’ottica strategica per rafforzare gli
interventi che favoriscono la presenza di persone con disabilità in contesti
lavorativi/occupazionali anche con finalità assistenziali qualora non vi siano i
requisiti per un percorso di inserimento lavorativo più evoluto.
18

Finanziamento agli Enti gestori dei servizi per l'handicap
(regionale, comunale e altro finanziamento)
Fonte
finanziamento

2006

2007

2008

2009

da Regione

€ 20.800.000,00

€ 22.160.000,00

€ 23.300.000,00

€ 26.900.000,00

da Comuni

€ 13.239.308,51

€ 13.572.978,69

€ 14.518.352,92

€ 12.878.117,97

€ 2.315.922,33

€ 2.256.277,81

€ 3.423.384,24

€ 3.291.612,88

€ 36.355.230,84

€ 37.989.256,50

€ 41.241.737,16

€ 43.069.730,85

Da altre fonti
(Provincia, ecc.)
TOTALE

19

Non può essere trascurato l’impegno del sistema regionale sul fronte delle
risorse (la spesa sociale procapite negli ultimi anni è significativamente
superiore alla media nazionale).
Spesa(1) sociale
pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni
Tav. 1 - Spesa sociale pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni singoli e associati per regione e
ripartizipone
anni 2005-2007
singoli e associati
pergeografica,
regione
e ripartizione geografica, anni 2004-2007
2005-2007
(1)

Ripartizioni geografiche
Regioni e Ripartizioni geografiche
Friuli-Venezia Giulia

Friuli-Venezia Giulia
Nord-ovest

Nord-ovest
Nord-est

Centro
Sud

Nord-est
Centro
Sud
Isole
ITALIA

Spesa pro-capite(2)
Spesa pro-capite(2)

2004
148,9
111,9
135,2

103,6
38,1

2005
2005

2004

148,9

173,1

111,9

112,6

173,1

146,1
112,6

135,2
103,6

111,0

146,1
38,1
40,1
84,0
111,0

73,2
92,4

98,0

40,1

2006
2007
2006
2007

197,3

189,8

117,5

125,4

197,3

189,8

117,5 148,7 125,4

145,6
113,8

145,6
44,0
86,4
113,8

101,0

44,0

122,4
51,6
90,5
107,8

148,7

122,4
51,6

Isole

73,2

84,0

86,4

90,5

ITALIA

92,4

98,0

101,0

107,8

Fonte: Istat
(1) Si intende la spesa in conto corrente di competenza impegnata per l’erogazione dei servizi o degli interventi socio-assistenziali
da parte di Comuni e associazioni di comuni. Sono incluse le spese per il personale, per l’affitto di immobili o attrezzature e per
l’acquisto di beni e servizi (spesa gestita direttamente). La spesa è indicata in euro, al netto della compartecipazione degli utenti e
del Servizio sanitario nazionale.

Scelta strategica del
PSSR 2010 – 2012

• Nel confermare gli obblighi di attività previsti
dalle pianificazioni e/o indirizzi vigenti, il PSSR
2010-2012 pone la lente di ingrandimento sulla
presa in carico integrata delle persone con
malattie croniche e con disabilità.

21

Perché una lente di
ingrandimento
sulla
disabilità?
Le persone con malattie croniche e con disabilità:


chiedono particolare attenzione rispetto all’inclusione
sociale nei vari contesti comunitari;



chiedono spesso assistenza e cure continuative sia
sanitarie che sociali;



una quota significativa di risorse pubbliche è destinata a
loro;



impegnano significative quote di professionisti;



con le loro famiglie concorrono economicamente alla
propria cura e assistenza.

22

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Miglioramento del sistema di accesso ai servizi (migliorare la
funzione di informazione, di orientamento e di accompagnamento ai
servizi).
• L’adozione di sistemi unitari di valutazione del funzionamento della
persona con disabilità basato su ICF (adozione di una metodologia
valutativa uniforme e standardizzata);
• Adozione sistematica del progetto personalizzato redatto secondo
un impianto regionale uniforme e coerente con la valutazione
• Miglioramento della presa in carico integrata delle persone che
richiedono interventi sanitari e sociali unitariamente e definizione delle
responsabilità sul caso;

23

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012

• Definizione di un catalogo dei servizi sociosanitari;
• Monitoraggio degli attuali strumenti di sostegno della domiciliarità;

• Avvio percorso di riqualificazione delle strutture semiresidenziali e
residenziali;
• Accreditamento dei servizi per la disabilità.

24

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Ricomposizione delle risorse pubbliche regionali e ottimizzazione delle
stesse.
• Revisione e potenziamento
sociosanitario e sociale.

del

sistema

regionale

informativo

• Riavvio della programmazione locale PAT e PdZ e predisposizione di un
nuovo strumento di pianificazione settoriale specifico per la disabilità
(PLD).

25

Rilancio della programmazione locale 2011
• Rilancio della pianificazione locale condivisa e partecipata:
– Dobbiamo essere capaci di produrre documenti di pianificazione che non
siano dichiarazione del “dover essere” o “del sarebbe bello”, ma documenti
le cui azioni e interventi abbiano la caratteristica di fattibilità, quindi:
– Attenzione alla realizzabilità di quanto programmato;
– Definizione, sulla scorta delle risorse disponibili, di una scala di priorità di
azioni e interventi coerenti con i bisogni delle persone e delle famiglie.

• Perseguire l’integrazione territoriale tra i servizi alla persona e i diversi
soggetti del sistema comunitario come valore per lo sviluppo e il
benessere delle nostre comunità.

26

Perché l’integrazione? Tre grandi motivi di merito:


L'integrazione genera maggiore efficacia di cura e di sostegno in
particolare a fronte di una crescita esponenziale delle patologie croniche
che richiedono lungo-assistenza e che coinvolgono pesantemente i nuclei
familiari degli assistiti sempre più non autosufficienti;



L'integrazione favorisce un uso più efficiente
superando le frammentazioni e le duplicazioni improprie;



L'integrazione riduce il disagio dei cittadini nel rapporto con i servizi
concentrando i punti di accesso alle reti dei servizi e rendendo, quindi,
meno problematica, da parte del cittadino, l'affannosa ricerca di servizi
e sportelli differenziati per materia e "target" assistenziale.

delle

risorse

27

Conclusioni
Ritengo che dobbiamo sentirci pronti alla sfida. La quantità dei servizi è buona, la
qualità può essere certamente migliorata.

Dobbiamo cercare di giocarci bene questa nuova partita.

Uscirne insieme è la democrazia e una società giusta.

28


Slide 20

LE PERSONE CON DISABILITA’
AL TEMPO DELLA CRISI
Diritti inalienabili,
opportunità e
prospettive

IL Piano Sanitario e Sociosanitario Regionale 2010 - 2012
Giuseppe BAZZO
Annalisa FAGGIONATO
Palmanova, 22 ottobre 2010

Contenuti della presentazione:

Premessa: il sistema di welfare in FVG
Alcuni dati di contesto
Il PSSR 2010 – 2012: impegni per il prossimo futuro

2

Il sistema di protezione sociale in FVG


Le LL.RR emanate dal 2003 ed in particolare la LR n. 6/2006 “Sistema integrato
di interventi e servizi per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza
sociale” hanno l’obiettivo generale di promuovere il benessere della comunità
regionale attraverso l’innovazione e lo sviluppo del sistema di welfare
regionale che pone al centro di un sistema integrato di interventi e servizi
la persona e la sua famiglia.



Un primo obiettivo è il superamento dell’ottica meramente assistenziale e
l’affermazione di una strategia di integrazione delle diverse politiche del
welfare, specie per quelle che incidono sulla qualità della vita dei cittadini
(politiche sociali, sanitarie, educative, formative, del lavoro, dei trasporti, ecc.).



Un altro obiettivo è l’innovazione di un impianto per molti versi superato,
attraverso il rilancio di un sistema istituzionale e di servizi sociali capace di
garantire un più elevato livello d’offerta.
3

L’attuale quadro normativo prevede cambiamenti:


nel concetto di assistenza:




diritto dei cittadini di partecipare alle decisioni che li riguardano
promozione dello sviluppo della persona umana
favorire la cittadinanza attiva



nel ruolo dell’Ente Locale ed in particolare dei Comuni associati nei 19 ambiti;



nel ruolo degli operatori sociali





nell’organizzazione dei servizi e degli interventi




basata su progetti e processi e non tanto su procedimenti ed atti;

nel modo di fare amministrazione




migliorare la capacità di presa in carico dei problemi delle persone e delle famiglie in un’ottica
negoziale
maggiore capacità di lettura dei fenomeni sociali e di coerente programmazione

non semplice produzione di regole ma maggiore attenzione ai risultati;

nelle modalità e nei contenuti della pianificazione e della programmazione attuativa


a tutti i livelli (regionale e locale) sempre più caratterizzata da modalità concertative e
partecipative.
4

Un percorso verso un sistema di

“welfare di responsabilità condivise”
I termini “Integrazione delle politiche“ di protezione sociale con le più generali
politiche sociali e “governance”, vale a dire “governo partecipato”, sono
le espressioni che meglio di altre descrivono il mutamento in atto nella nostra
Regione e meglio si correlano con il concetto di “welfare comunitario”, inteso come
costruzione di un “welfare di responsabilità condivise”, finalità generale cui tende
l’intero processo di riforma regionale.

5

LIVELLI DI GOVERNANCE
L.R. n. 23/2004 rappresenta uno snodo importante perché oltre a definire
le modalità di partecipazione degli enti locali alla programmazione
sociale sociosanitaria e sanitaria nei diversi livelli (regionale,
aziendale e di ambito distrettuale) definisce anche gli strumenti di
programmazione sanitaria, sociosanitaria e sociale:
Sanitario

Sociale

Livello
regionale

• Piano sanitario e sociosanitario

• Piano regionale degli
interventi e dei servizi sociali

Livello locale

• Piano attuativo locale (PAL) e
• Piano di zona (PdZ)
Piano attuativo ospedaliero (PAO)
• Programma delle attività
territoriali (PAT)

6

Governance

• Livello regionale
– definizione delle linee generali e degli obiettivi
strategici della programmazione, la determinazione
dei livelli di assistenza, i criteri e i modelli di
valutazione, la politica della spesa, l’esercizio delle
funzioni
di
indirizzo,
accompagnamento,
monitoraggio e controllo;

• Livello locale
– programmazione territoriale, pianificazione degli
interventi, organizzazione e gestione associata dei
servizi, valutazione dei risultati e governo della
rete, implementazione flussi informativi, gestione
delle risorse e rendicontazione della spesa.
7

Aree che saranno
argomento
specifico a partire
dal 2011 del
Piano locale per
la disabilità. Detto
sarà recepito nei
PAT e nei PdZ

Azioni congiunte nelle
aree di integrazione
sociosanitaria

L’elaborazione congiunta riguarda particolarmente:







la prevenzione e assistenza materno-infantile;
l’assistenza, riabilitazione ed integrazione sociale delle persone con disabilità;
la tutela della salute delle persone anziane;
la cura e recupero dei soggetti tossicodipendenti;
la cura e recupero dei soggetti malati di mente;
le situazioni di non autosufficienza, temporanea o permanente, derivanti da patologie
diverse.

9

Qualche dato in sintesi

10

Persone con riconoscimento di invalidità civile e con
certificazione di handicap ai sensi della L. 104/92
ANNO 2005
n. persone viventi al 31.12.05

TOTALE

Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

52.007

1.774

653

ANNO 2008
n. persone viventi al 31.12.08
Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

75.899

2.078

776

Circa 76.000 persone vivono con una disabilità più o meno grave nella nostra regione.
Prevalenti le persone anziane, ultrasessantacinquenni, non autosufficienti per le conseguenze
di malattie invalidanti e dei processi di invecchiamento (sono circa 51.000)
Sono circa 25.000 le persone con disabilità di età inferiore ai 65 anni
Circa 2.000 i minori con malformazioni per effetto di traumi neonatali o di fattori genetici o
altre cause.

11

Servizio Sociale dei Comuni: gli utenti in carico

2007
Tot. Utenti

2008
di cui disabili

Tot. Utenti

2009
di cui disabili

Tot. Utenti

di cui disabili

MF

MF

%

MF

MF

%

MF

MF

%

0-17 anni

5.979

1.516

25,4

6.836

1.722

25,2

7.572

1.889

24,9

18-24 anni

2.727

840

30,8

3.806

986

25,9

4.840

1.086

22,4

35-64 anni

6.803

1.999

29,4

9.805

2.428

24,8

12.638

2.893

22,9

65-74 anni

2.571

691

26,9

3.206

870

27,1

3.883

974

25,1

75 e +

10.069

2.856

28,4

12.699

3.673

28,9

15.552

4.195

27,0

Totale
FVG

28.149

7.902

28,1

36.352

9.679

26,6

44.485

11.037

24,8

Fonte: SISS su dati CSI (il dato 2007 risulta non completo)

12

Servizio Sociale dei Comuni: i minori disabili in carico
2007

2008

2009

1.516

1.722

1.889

• con interventi socioeducativi a scuola

214

271

474

• con interventi assistenziali a scuola

229

273

444

• con interventi socioeducativi di gruppo

60

62

86

• con interventi socioeducativi individuali

739

810

954

Totale minori in carico ai SSC
di cui utenti con interventi di cui lett. A) e b) , art. 6 LR 41/96:

Gli interventi socio-educativi a scuola quanto risultano essere una variabile dipendente dalle risorse
(insegnante di sostegno, altro personale docente) messe in campo dalla scuola?

13

Alunni certificati a.s. 2009 - 2010
Situazione anno scolastico 2009 - 2010
Pop.
scolastica

Tot. alunni
disabili

% alunni disabili
su pop. scol.

GO

17.414

427

2,45

PN

37.173

567

1,53

TS

23.334

424

1,82

UD

63.662

1.177

1,85

Tot.

141.583

2.595

1,83

Gli alunni certificati ai sensi della Legge 104/92
nell’anno
scolastico
2009-2010
hanno
rappresentato l’1,83% della popolazione scolastica

Passaggio
dalla scuola
alla vita
adulta: quali
prospettive?
Nell’adolescente
con
disabilità emerge come in
tutti gli adolescenti la
necessità di un "progetto
di vita“ .

regionale (media nazionale: 2,3%).

14

Persone con disabilità nei centri diurni (art. 6, lett. e), f) LR 41/96)
.

TOTALE

2006

2007

2008

2009

993

1.108

1.154

1.220

La rete dei servizi diurni rappresenta indubbiamente una risorsa importante per
garantire, soprattutto dopo l’uscita dal sistema scolastico delle persone con gravi
compromissioni di funzionamento, un percorso assistenziale, educativo e socioriabilitativo.
Riteniamo che tale offerta vada tuttavia riqualificata. Oggi c’è il rischio che tale
offerta rappresenti per molti territori l’unica risposta strutturata anche per quelle
persone per le quali è possibile intravedere possibilità alternative al tradizionale
centro diurno.
E’ necessario che i centri diurni:
• riaffermino la propria funzione educativa e abilitativa finalizzata all’emancipazione
della persona disabile;
• Evolvano attraverso nuove proposte operative, soluzioni differenziate più
qualificanti e capaci di promuovere una migliore qualità di vita soprattutto per i
disabili che oggi escono dalla scuola.
15

Persone con disabilità nei servizi residenziali
TOTALE

2006

2007

2008

2009

158

285

324

368

Le strutture residenziali stanno cercando di rispondere al meglio alle richieste di residenzialità
extradomiciliare:

Sta invecchiando la generazione dei genitori che ha fatto la scelta di mantenere i propri figli in famiglia.
Per molti di loro, il tema, mai tramontato, del “dopo di noi” rimane una questione cruciale.
Avvertiamo la necessità di sperimentare soluzioni abitative complementari/alternative alle attuali
strutture residenziali in grado di valorizzare le capacità e le esigenze di autonomia e di vita indipendente
in particolare per le persone con disabilità meno gravi e discreti livelli di autonomia.
Le famiglie chiedono un sostegno al loro lavoro di cura con servizi di emergenza e sollievo, nonché
con programmi di auto-mutuo-aiuto, di sostegno psicologico e promozione delle competenze dei
famigliari.
Va promossa la conoscenza e l'utilizzo da parte delle famiglie con figli adulti con disabilità di tutte le
misure di tutela giuridica oggi disponibili (amministratore di sostegno, ecc).

16

Servizi attivati nel periodo 2005 - 2009
2005

TOTALE

2009

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

64

22

76

38

La crescita significativa di utenti registrata in questi anni ci deve far
riflettere in prospettiva su più fattori:





Quali servizi sono necessari? E’ possibile sperimentare modelli organizzativi innovativi
che permettano di recuperare efficienza e garantiscano comunque qualità della vita?
Come possiamo affrontare il tema della sostenibilità economica nel tempo a fronte di un
effetto “pile up” registrato da tutti i servizi?
L’orientamento delle strutture verso interventi più incisivi di promozione dell’autonomia e
di inclusione sociale può determinare una condizione facilitante di emancipazione della
persona con disabilità e favorire un suo minor livello di dipendenza?
La tecnologia (domotica, controllo sull’ambiente, …) può esserci di aiuto per sviluppare
modelli di assistenza innovativi e meno costosi?
17

Persone con disabilità in carico ai Servizi per
l’integrazione lavorativa
TOTALE

2006

2007

2008

2009

715

726

758

791

Il diritto al lavoro per le persone svantaggiate e per le persone con disabilità
rimane un percorso su cui continuare a porre la massima attenzione.
Sono necessarie modalità stabili di collegamento e di integrazione tra diversi
attori che si occupano delle politiche di formazione, occupazione, inclusione
sociale e lavorativa, welfare locale e imprese, per creare condizioni più ottimali a
favore dell’inclusione della persona disabile nei contesti lavorativi.
Va rivalutato il ruolo del SIL, anche in un’ottica strategica per rafforzare gli
interventi che favoriscono la presenza di persone con disabilità in contesti
lavorativi/occupazionali anche con finalità assistenziali qualora non vi siano i
requisiti per un percorso di inserimento lavorativo più evoluto.
18

Finanziamento agli Enti gestori dei servizi per l'handicap
(regionale, comunale e altro finanziamento)
Fonte
finanziamento

2006

2007

2008

2009

da Regione

€ 20.800.000,00

€ 22.160.000,00

€ 23.300.000,00

€ 26.900.000,00

da Comuni

€ 13.239.308,51

€ 13.572.978,69

€ 14.518.352,92

€ 12.878.117,97

€ 2.315.922,33

€ 2.256.277,81

€ 3.423.384,24

€ 3.291.612,88

€ 36.355.230,84

€ 37.989.256,50

€ 41.241.737,16

€ 43.069.730,85

Da altre fonti
(Provincia, ecc.)
TOTALE

19

Non può essere trascurato l’impegno del sistema regionale sul fronte delle
risorse (la spesa sociale procapite negli ultimi anni è significativamente
superiore alla media nazionale).
Spesa(1) sociale
pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni
Tav. 1 - Spesa sociale pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni singoli e associati per regione e
ripartizipone
anni 2005-2007
singoli e associati
pergeografica,
regione
e ripartizione geografica, anni 2004-2007
2005-2007
(1)

Ripartizioni geografiche
Regioni e Ripartizioni geografiche
Friuli-Venezia Giulia

Friuli-Venezia Giulia
Nord-ovest

Nord-ovest
Nord-est

Centro
Sud

Nord-est
Centro
Sud
Isole
ITALIA

Spesa pro-capite(2)
Spesa pro-capite(2)

2004
148,9
111,9
135,2

103,6
38,1

2005
2005

2004

148,9

173,1

111,9

112,6

173,1

146,1
112,6

135,2
103,6

111,0

146,1
38,1
40,1
84,0
111,0

73,2
92,4

98,0

40,1

2006
2007
2006
2007

197,3

189,8

117,5

125,4

197,3

189,8

117,5 148,7 125,4

145,6
113,8

145,6
44,0
86,4
113,8

101,0

44,0

122,4
51,6
90,5
107,8

148,7

122,4
51,6

Isole

73,2

84,0

86,4

90,5

ITALIA

92,4

98,0

101,0

107,8

Fonte: Istat
(1) Si intende la spesa in conto corrente di competenza impegnata per l’erogazione dei servizi o degli interventi socio-assistenziali
da parte di Comuni e associazioni di comuni. Sono incluse le spese per il personale, per l’affitto di immobili o attrezzature e per
l’acquisto di beni e servizi (spesa gestita direttamente). La spesa è indicata in euro, al netto della compartecipazione degli utenti e
del Servizio sanitario nazionale.

Scelta strategica del
PSSR 2010 – 2012

• Nel confermare gli obblighi di attività previsti
dalle pianificazioni e/o indirizzi vigenti, il PSSR
2010-2012 pone la lente di ingrandimento sulla
presa in carico integrata delle persone con
malattie croniche e con disabilità.

21

Perché una lente di
ingrandimento
sulla
disabilità?
Le persone con malattie croniche e con disabilità:


chiedono particolare attenzione rispetto all’inclusione
sociale nei vari contesti comunitari;



chiedono spesso assistenza e cure continuative sia
sanitarie che sociali;



una quota significativa di risorse pubbliche è destinata a
loro;



impegnano significative quote di professionisti;



con le loro famiglie concorrono economicamente alla
propria cura e assistenza.

22

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Miglioramento del sistema di accesso ai servizi (migliorare la
funzione di informazione, di orientamento e di accompagnamento ai
servizi).
• L’adozione di sistemi unitari di valutazione del funzionamento della
persona con disabilità basato su ICF (adozione di una metodologia
valutativa uniforme e standardizzata);
• Adozione sistematica del progetto personalizzato redatto secondo
un impianto regionale uniforme e coerente con la valutazione
• Miglioramento della presa in carico integrata delle persone che
richiedono interventi sanitari e sociali unitariamente e definizione delle
responsabilità sul caso;

23

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012

• Definizione di un catalogo dei servizi sociosanitari;
• Monitoraggio degli attuali strumenti di sostegno della domiciliarità;

• Avvio percorso di riqualificazione delle strutture semiresidenziali e
residenziali;
• Accreditamento dei servizi per la disabilità.

24

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Ricomposizione delle risorse pubbliche regionali e ottimizzazione delle
stesse.
• Revisione e potenziamento
sociosanitario e sociale.

del

sistema

regionale

informativo

• Riavvio della programmazione locale PAT e PdZ e predisposizione di un
nuovo strumento di pianificazione settoriale specifico per la disabilità
(PLD).

25

Rilancio della programmazione locale 2011
• Rilancio della pianificazione locale condivisa e partecipata:
– Dobbiamo essere capaci di produrre documenti di pianificazione che non
siano dichiarazione del “dover essere” o “del sarebbe bello”, ma documenti
le cui azioni e interventi abbiano la caratteristica di fattibilità, quindi:
– Attenzione alla realizzabilità di quanto programmato;
– Definizione, sulla scorta delle risorse disponibili, di una scala di priorità di
azioni e interventi coerenti con i bisogni delle persone e delle famiglie.

• Perseguire l’integrazione territoriale tra i servizi alla persona e i diversi
soggetti del sistema comunitario come valore per lo sviluppo e il
benessere delle nostre comunità.

26

Perché l’integrazione? Tre grandi motivi di merito:


L'integrazione genera maggiore efficacia di cura e di sostegno in
particolare a fronte di una crescita esponenziale delle patologie croniche
che richiedono lungo-assistenza e che coinvolgono pesantemente i nuclei
familiari degli assistiti sempre più non autosufficienti;



L'integrazione favorisce un uso più efficiente
superando le frammentazioni e le duplicazioni improprie;



L'integrazione riduce il disagio dei cittadini nel rapporto con i servizi
concentrando i punti di accesso alle reti dei servizi e rendendo, quindi,
meno problematica, da parte del cittadino, l'affannosa ricerca di servizi
e sportelli differenziati per materia e "target" assistenziale.

delle

risorse

27

Conclusioni
Ritengo che dobbiamo sentirci pronti alla sfida. La quantità dei servizi è buona, la
qualità può essere certamente migliorata.

Dobbiamo cercare di giocarci bene questa nuova partita.

Uscirne insieme è la democrazia e una società giusta.

28


Slide 21

LE PERSONE CON DISABILITA’
AL TEMPO DELLA CRISI
Diritti inalienabili,
opportunità e
prospettive

IL Piano Sanitario e Sociosanitario Regionale 2010 - 2012
Giuseppe BAZZO
Annalisa FAGGIONATO
Palmanova, 22 ottobre 2010

Contenuti della presentazione:

Premessa: il sistema di welfare in FVG
Alcuni dati di contesto
Il PSSR 2010 – 2012: impegni per il prossimo futuro

2

Il sistema di protezione sociale in FVG


Le LL.RR emanate dal 2003 ed in particolare la LR n. 6/2006 “Sistema integrato
di interventi e servizi per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza
sociale” hanno l’obiettivo generale di promuovere il benessere della comunità
regionale attraverso l’innovazione e lo sviluppo del sistema di welfare
regionale che pone al centro di un sistema integrato di interventi e servizi
la persona e la sua famiglia.



Un primo obiettivo è il superamento dell’ottica meramente assistenziale e
l’affermazione di una strategia di integrazione delle diverse politiche del
welfare, specie per quelle che incidono sulla qualità della vita dei cittadini
(politiche sociali, sanitarie, educative, formative, del lavoro, dei trasporti, ecc.).



Un altro obiettivo è l’innovazione di un impianto per molti versi superato,
attraverso il rilancio di un sistema istituzionale e di servizi sociali capace di
garantire un più elevato livello d’offerta.
3

L’attuale quadro normativo prevede cambiamenti:


nel concetto di assistenza:




diritto dei cittadini di partecipare alle decisioni che li riguardano
promozione dello sviluppo della persona umana
favorire la cittadinanza attiva



nel ruolo dell’Ente Locale ed in particolare dei Comuni associati nei 19 ambiti;



nel ruolo degli operatori sociali





nell’organizzazione dei servizi e degli interventi




basata su progetti e processi e non tanto su procedimenti ed atti;

nel modo di fare amministrazione




migliorare la capacità di presa in carico dei problemi delle persone e delle famiglie in un’ottica
negoziale
maggiore capacità di lettura dei fenomeni sociali e di coerente programmazione

non semplice produzione di regole ma maggiore attenzione ai risultati;

nelle modalità e nei contenuti della pianificazione e della programmazione attuativa


a tutti i livelli (regionale e locale) sempre più caratterizzata da modalità concertative e
partecipative.
4

Un percorso verso un sistema di

“welfare di responsabilità condivise”
I termini “Integrazione delle politiche“ di protezione sociale con le più generali
politiche sociali e “governance”, vale a dire “governo partecipato”, sono
le espressioni che meglio di altre descrivono il mutamento in atto nella nostra
Regione e meglio si correlano con il concetto di “welfare comunitario”, inteso come
costruzione di un “welfare di responsabilità condivise”, finalità generale cui tende
l’intero processo di riforma regionale.

5

LIVELLI DI GOVERNANCE
L.R. n. 23/2004 rappresenta uno snodo importante perché oltre a definire
le modalità di partecipazione degli enti locali alla programmazione
sociale sociosanitaria e sanitaria nei diversi livelli (regionale,
aziendale e di ambito distrettuale) definisce anche gli strumenti di
programmazione sanitaria, sociosanitaria e sociale:
Sanitario

Sociale

Livello
regionale

• Piano sanitario e sociosanitario

• Piano regionale degli
interventi e dei servizi sociali

Livello locale

• Piano attuativo locale (PAL) e
• Piano di zona (PdZ)
Piano attuativo ospedaliero (PAO)
• Programma delle attività
territoriali (PAT)

6

Governance

• Livello regionale
– definizione delle linee generali e degli obiettivi
strategici della programmazione, la determinazione
dei livelli di assistenza, i criteri e i modelli di
valutazione, la politica della spesa, l’esercizio delle
funzioni
di
indirizzo,
accompagnamento,
monitoraggio e controllo;

• Livello locale
– programmazione territoriale, pianificazione degli
interventi, organizzazione e gestione associata dei
servizi, valutazione dei risultati e governo della
rete, implementazione flussi informativi, gestione
delle risorse e rendicontazione della spesa.
7

Aree che saranno
argomento
specifico a partire
dal 2011 del
Piano locale per
la disabilità. Detto
sarà recepito nei
PAT e nei PdZ

Azioni congiunte nelle
aree di integrazione
sociosanitaria

L’elaborazione congiunta riguarda particolarmente:







la prevenzione e assistenza materno-infantile;
l’assistenza, riabilitazione ed integrazione sociale delle persone con disabilità;
la tutela della salute delle persone anziane;
la cura e recupero dei soggetti tossicodipendenti;
la cura e recupero dei soggetti malati di mente;
le situazioni di non autosufficienza, temporanea o permanente, derivanti da patologie
diverse.

9

Qualche dato in sintesi

10

Persone con riconoscimento di invalidità civile e con
certificazione di handicap ai sensi della L. 104/92
ANNO 2005
n. persone viventi al 31.12.05

TOTALE

Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

52.007

1.774

653

ANNO 2008
n. persone viventi al 31.12.08
Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

75.899

2.078

776

Circa 76.000 persone vivono con una disabilità più o meno grave nella nostra regione.
Prevalenti le persone anziane, ultrasessantacinquenni, non autosufficienti per le conseguenze
di malattie invalidanti e dei processi di invecchiamento (sono circa 51.000)
Sono circa 25.000 le persone con disabilità di età inferiore ai 65 anni
Circa 2.000 i minori con malformazioni per effetto di traumi neonatali o di fattori genetici o
altre cause.

11

Servizio Sociale dei Comuni: gli utenti in carico

2007
Tot. Utenti

2008
di cui disabili

Tot. Utenti

2009
di cui disabili

Tot. Utenti

di cui disabili

MF

MF

%

MF

MF

%

MF

MF

%

0-17 anni

5.979

1.516

25,4

6.836

1.722

25,2

7.572

1.889

24,9

18-24 anni

2.727

840

30,8

3.806

986

25,9

4.840

1.086

22,4

35-64 anni

6.803

1.999

29,4

9.805

2.428

24,8

12.638

2.893

22,9

65-74 anni

2.571

691

26,9

3.206

870

27,1

3.883

974

25,1

75 e +

10.069

2.856

28,4

12.699

3.673

28,9

15.552

4.195

27,0

Totale
FVG

28.149

7.902

28,1

36.352

9.679

26,6

44.485

11.037

24,8

Fonte: SISS su dati CSI (il dato 2007 risulta non completo)

12

Servizio Sociale dei Comuni: i minori disabili in carico
2007

2008

2009

1.516

1.722

1.889

• con interventi socioeducativi a scuola

214

271

474

• con interventi assistenziali a scuola

229

273

444

• con interventi socioeducativi di gruppo

60

62

86

• con interventi socioeducativi individuali

739

810

954

Totale minori in carico ai SSC
di cui utenti con interventi di cui lett. A) e b) , art. 6 LR 41/96:

Gli interventi socio-educativi a scuola quanto risultano essere una variabile dipendente dalle risorse
(insegnante di sostegno, altro personale docente) messe in campo dalla scuola?

13

Alunni certificati a.s. 2009 - 2010
Situazione anno scolastico 2009 - 2010
Pop.
scolastica

Tot. alunni
disabili

% alunni disabili
su pop. scol.

GO

17.414

427

2,45

PN

37.173

567

1,53

TS

23.334

424

1,82

UD

63.662

1.177

1,85

Tot.

141.583

2.595

1,83

Gli alunni certificati ai sensi della Legge 104/92
nell’anno
scolastico
2009-2010
hanno
rappresentato l’1,83% della popolazione scolastica

Passaggio
dalla scuola
alla vita
adulta: quali
prospettive?
Nell’adolescente
con
disabilità emerge come in
tutti gli adolescenti la
necessità di un "progetto
di vita“ .

regionale (media nazionale: 2,3%).

14

Persone con disabilità nei centri diurni (art. 6, lett. e), f) LR 41/96)
.

TOTALE

2006

2007

2008

2009

993

1.108

1.154

1.220

La rete dei servizi diurni rappresenta indubbiamente una risorsa importante per
garantire, soprattutto dopo l’uscita dal sistema scolastico delle persone con gravi
compromissioni di funzionamento, un percorso assistenziale, educativo e socioriabilitativo.
Riteniamo che tale offerta vada tuttavia riqualificata. Oggi c’è il rischio che tale
offerta rappresenti per molti territori l’unica risposta strutturata anche per quelle
persone per le quali è possibile intravedere possibilità alternative al tradizionale
centro diurno.
E’ necessario che i centri diurni:
• riaffermino la propria funzione educativa e abilitativa finalizzata all’emancipazione
della persona disabile;
• Evolvano attraverso nuove proposte operative, soluzioni differenziate più
qualificanti e capaci di promuovere una migliore qualità di vita soprattutto per i
disabili che oggi escono dalla scuola.
15

Persone con disabilità nei servizi residenziali
TOTALE

2006

2007

2008

2009

158

285

324

368

Le strutture residenziali stanno cercando di rispondere al meglio alle richieste di residenzialità
extradomiciliare:

Sta invecchiando la generazione dei genitori che ha fatto la scelta di mantenere i propri figli in famiglia.
Per molti di loro, il tema, mai tramontato, del “dopo di noi” rimane una questione cruciale.
Avvertiamo la necessità di sperimentare soluzioni abitative complementari/alternative alle attuali
strutture residenziali in grado di valorizzare le capacità e le esigenze di autonomia e di vita indipendente
in particolare per le persone con disabilità meno gravi e discreti livelli di autonomia.
Le famiglie chiedono un sostegno al loro lavoro di cura con servizi di emergenza e sollievo, nonché
con programmi di auto-mutuo-aiuto, di sostegno psicologico e promozione delle competenze dei
famigliari.
Va promossa la conoscenza e l'utilizzo da parte delle famiglie con figli adulti con disabilità di tutte le
misure di tutela giuridica oggi disponibili (amministratore di sostegno, ecc).

16

Servizi attivati nel periodo 2005 - 2009
2005

TOTALE

2009

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

64

22

76

38

La crescita significativa di utenti registrata in questi anni ci deve far
riflettere in prospettiva su più fattori:





Quali servizi sono necessari? E’ possibile sperimentare modelli organizzativi innovativi
che permettano di recuperare efficienza e garantiscano comunque qualità della vita?
Come possiamo affrontare il tema della sostenibilità economica nel tempo a fronte di un
effetto “pile up” registrato da tutti i servizi?
L’orientamento delle strutture verso interventi più incisivi di promozione dell’autonomia e
di inclusione sociale può determinare una condizione facilitante di emancipazione della
persona con disabilità e favorire un suo minor livello di dipendenza?
La tecnologia (domotica, controllo sull’ambiente, …) può esserci di aiuto per sviluppare
modelli di assistenza innovativi e meno costosi?
17

Persone con disabilità in carico ai Servizi per
l’integrazione lavorativa
TOTALE

2006

2007

2008

2009

715

726

758

791

Il diritto al lavoro per le persone svantaggiate e per le persone con disabilità
rimane un percorso su cui continuare a porre la massima attenzione.
Sono necessarie modalità stabili di collegamento e di integrazione tra diversi
attori che si occupano delle politiche di formazione, occupazione, inclusione
sociale e lavorativa, welfare locale e imprese, per creare condizioni più ottimali a
favore dell’inclusione della persona disabile nei contesti lavorativi.
Va rivalutato il ruolo del SIL, anche in un’ottica strategica per rafforzare gli
interventi che favoriscono la presenza di persone con disabilità in contesti
lavorativi/occupazionali anche con finalità assistenziali qualora non vi siano i
requisiti per un percorso di inserimento lavorativo più evoluto.
18

Finanziamento agli Enti gestori dei servizi per l'handicap
(regionale, comunale e altro finanziamento)
Fonte
finanziamento

2006

2007

2008

2009

da Regione

€ 20.800.000,00

€ 22.160.000,00

€ 23.300.000,00

€ 26.900.000,00

da Comuni

€ 13.239.308,51

€ 13.572.978,69

€ 14.518.352,92

€ 12.878.117,97

€ 2.315.922,33

€ 2.256.277,81

€ 3.423.384,24

€ 3.291.612,88

€ 36.355.230,84

€ 37.989.256,50

€ 41.241.737,16

€ 43.069.730,85

Da altre fonti
(Provincia, ecc.)
TOTALE

19

Non può essere trascurato l’impegno del sistema regionale sul fronte delle
risorse (la spesa sociale procapite negli ultimi anni è significativamente
superiore alla media nazionale).
Spesa(1) sociale
pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni
Tav. 1 - Spesa sociale pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni singoli e associati per regione e
ripartizipone
anni 2005-2007
singoli e associati
pergeografica,
regione
e ripartizione geografica, anni 2004-2007
2005-2007
(1)

Ripartizioni geografiche
Regioni e Ripartizioni geografiche
Friuli-Venezia Giulia

Friuli-Venezia Giulia
Nord-ovest

Nord-ovest
Nord-est

Centro
Sud

Nord-est
Centro
Sud
Isole
ITALIA

Spesa pro-capite(2)
Spesa pro-capite(2)

2004
148,9
111,9
135,2

103,6
38,1

2005
2005

2004

148,9

173,1

111,9

112,6

173,1

146,1
112,6

135,2
103,6

111,0

146,1
38,1
40,1
84,0
111,0

73,2
92,4

98,0

40,1

2006
2007
2006
2007

197,3

189,8

117,5

125,4

197,3

189,8

117,5 148,7 125,4

145,6
113,8

145,6
44,0
86,4
113,8

101,0

44,0

122,4
51,6
90,5
107,8

148,7

122,4
51,6

Isole

73,2

84,0

86,4

90,5

ITALIA

92,4

98,0

101,0

107,8

Fonte: Istat
(1) Si intende la spesa in conto corrente di competenza impegnata per l’erogazione dei servizi o degli interventi socio-assistenziali
da parte di Comuni e associazioni di comuni. Sono incluse le spese per il personale, per l’affitto di immobili o attrezzature e per
l’acquisto di beni e servizi (spesa gestita direttamente). La spesa è indicata in euro, al netto della compartecipazione degli utenti e
del Servizio sanitario nazionale.

Scelta strategica del
PSSR 2010 – 2012

• Nel confermare gli obblighi di attività previsti
dalle pianificazioni e/o indirizzi vigenti, il PSSR
2010-2012 pone la lente di ingrandimento sulla
presa in carico integrata delle persone con
malattie croniche e con disabilità.

21

Perché una lente di
ingrandimento
sulla
disabilità?
Le persone con malattie croniche e con disabilità:


chiedono particolare attenzione rispetto all’inclusione
sociale nei vari contesti comunitari;



chiedono spesso assistenza e cure continuative sia
sanitarie che sociali;



una quota significativa di risorse pubbliche è destinata a
loro;



impegnano significative quote di professionisti;



con le loro famiglie concorrono economicamente alla
propria cura e assistenza.

22

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Miglioramento del sistema di accesso ai servizi (migliorare la
funzione di informazione, di orientamento e di accompagnamento ai
servizi).
• L’adozione di sistemi unitari di valutazione del funzionamento della
persona con disabilità basato su ICF (adozione di una metodologia
valutativa uniforme e standardizzata);
• Adozione sistematica del progetto personalizzato redatto secondo
un impianto regionale uniforme e coerente con la valutazione
• Miglioramento della presa in carico integrata delle persone che
richiedono interventi sanitari e sociali unitariamente e definizione delle
responsabilità sul caso;

23

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012

• Definizione di un catalogo dei servizi sociosanitari;
• Monitoraggio degli attuali strumenti di sostegno della domiciliarità;

• Avvio percorso di riqualificazione delle strutture semiresidenziali e
residenziali;
• Accreditamento dei servizi per la disabilità.

24

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Ricomposizione delle risorse pubbliche regionali e ottimizzazione delle
stesse.
• Revisione e potenziamento
sociosanitario e sociale.

del

sistema

regionale

informativo

• Riavvio della programmazione locale PAT e PdZ e predisposizione di un
nuovo strumento di pianificazione settoriale specifico per la disabilità
(PLD).

25

Rilancio della programmazione locale 2011
• Rilancio della pianificazione locale condivisa e partecipata:
– Dobbiamo essere capaci di produrre documenti di pianificazione che non
siano dichiarazione del “dover essere” o “del sarebbe bello”, ma documenti
le cui azioni e interventi abbiano la caratteristica di fattibilità, quindi:
– Attenzione alla realizzabilità di quanto programmato;
– Definizione, sulla scorta delle risorse disponibili, di una scala di priorità di
azioni e interventi coerenti con i bisogni delle persone e delle famiglie.

• Perseguire l’integrazione territoriale tra i servizi alla persona e i diversi
soggetti del sistema comunitario come valore per lo sviluppo e il
benessere delle nostre comunità.

26

Perché l’integrazione? Tre grandi motivi di merito:


L'integrazione genera maggiore efficacia di cura e di sostegno in
particolare a fronte di una crescita esponenziale delle patologie croniche
che richiedono lungo-assistenza e che coinvolgono pesantemente i nuclei
familiari degli assistiti sempre più non autosufficienti;



L'integrazione favorisce un uso più efficiente
superando le frammentazioni e le duplicazioni improprie;



L'integrazione riduce il disagio dei cittadini nel rapporto con i servizi
concentrando i punti di accesso alle reti dei servizi e rendendo, quindi,
meno problematica, da parte del cittadino, l'affannosa ricerca di servizi
e sportelli differenziati per materia e "target" assistenziale.

delle

risorse

27

Conclusioni
Ritengo che dobbiamo sentirci pronti alla sfida. La quantità dei servizi è buona, la
qualità può essere certamente migliorata.

Dobbiamo cercare di giocarci bene questa nuova partita.

Uscirne insieme è la democrazia e una società giusta.

28


Slide 22

LE PERSONE CON DISABILITA’
AL TEMPO DELLA CRISI
Diritti inalienabili,
opportunità e
prospettive

IL Piano Sanitario e Sociosanitario Regionale 2010 - 2012
Giuseppe BAZZO
Annalisa FAGGIONATO
Palmanova, 22 ottobre 2010

Contenuti della presentazione:

Premessa: il sistema di welfare in FVG
Alcuni dati di contesto
Il PSSR 2010 – 2012: impegni per il prossimo futuro

2

Il sistema di protezione sociale in FVG


Le LL.RR emanate dal 2003 ed in particolare la LR n. 6/2006 “Sistema integrato
di interventi e servizi per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza
sociale” hanno l’obiettivo generale di promuovere il benessere della comunità
regionale attraverso l’innovazione e lo sviluppo del sistema di welfare
regionale che pone al centro di un sistema integrato di interventi e servizi
la persona e la sua famiglia.



Un primo obiettivo è il superamento dell’ottica meramente assistenziale e
l’affermazione di una strategia di integrazione delle diverse politiche del
welfare, specie per quelle che incidono sulla qualità della vita dei cittadini
(politiche sociali, sanitarie, educative, formative, del lavoro, dei trasporti, ecc.).



Un altro obiettivo è l’innovazione di un impianto per molti versi superato,
attraverso il rilancio di un sistema istituzionale e di servizi sociali capace di
garantire un più elevato livello d’offerta.
3

L’attuale quadro normativo prevede cambiamenti:


nel concetto di assistenza:




diritto dei cittadini di partecipare alle decisioni che li riguardano
promozione dello sviluppo della persona umana
favorire la cittadinanza attiva



nel ruolo dell’Ente Locale ed in particolare dei Comuni associati nei 19 ambiti;



nel ruolo degli operatori sociali





nell’organizzazione dei servizi e degli interventi




basata su progetti e processi e non tanto su procedimenti ed atti;

nel modo di fare amministrazione




migliorare la capacità di presa in carico dei problemi delle persone e delle famiglie in un’ottica
negoziale
maggiore capacità di lettura dei fenomeni sociali e di coerente programmazione

non semplice produzione di regole ma maggiore attenzione ai risultati;

nelle modalità e nei contenuti della pianificazione e della programmazione attuativa


a tutti i livelli (regionale e locale) sempre più caratterizzata da modalità concertative e
partecipative.
4

Un percorso verso un sistema di

“welfare di responsabilità condivise”
I termini “Integrazione delle politiche“ di protezione sociale con le più generali
politiche sociali e “governance”, vale a dire “governo partecipato”, sono
le espressioni che meglio di altre descrivono il mutamento in atto nella nostra
Regione e meglio si correlano con il concetto di “welfare comunitario”, inteso come
costruzione di un “welfare di responsabilità condivise”, finalità generale cui tende
l’intero processo di riforma regionale.

5

LIVELLI DI GOVERNANCE
L.R. n. 23/2004 rappresenta uno snodo importante perché oltre a definire
le modalità di partecipazione degli enti locali alla programmazione
sociale sociosanitaria e sanitaria nei diversi livelli (regionale,
aziendale e di ambito distrettuale) definisce anche gli strumenti di
programmazione sanitaria, sociosanitaria e sociale:
Sanitario

Sociale

Livello
regionale

• Piano sanitario e sociosanitario

• Piano regionale degli
interventi e dei servizi sociali

Livello locale

• Piano attuativo locale (PAL) e
• Piano di zona (PdZ)
Piano attuativo ospedaliero (PAO)
• Programma delle attività
territoriali (PAT)

6

Governance

• Livello regionale
– definizione delle linee generali e degli obiettivi
strategici della programmazione, la determinazione
dei livelli di assistenza, i criteri e i modelli di
valutazione, la politica della spesa, l’esercizio delle
funzioni
di
indirizzo,
accompagnamento,
monitoraggio e controllo;

• Livello locale
– programmazione territoriale, pianificazione degli
interventi, organizzazione e gestione associata dei
servizi, valutazione dei risultati e governo della
rete, implementazione flussi informativi, gestione
delle risorse e rendicontazione della spesa.
7

Aree che saranno
argomento
specifico a partire
dal 2011 del
Piano locale per
la disabilità. Detto
sarà recepito nei
PAT e nei PdZ

Azioni congiunte nelle
aree di integrazione
sociosanitaria

L’elaborazione congiunta riguarda particolarmente:







la prevenzione e assistenza materno-infantile;
l’assistenza, riabilitazione ed integrazione sociale delle persone con disabilità;
la tutela della salute delle persone anziane;
la cura e recupero dei soggetti tossicodipendenti;
la cura e recupero dei soggetti malati di mente;
le situazioni di non autosufficienza, temporanea o permanente, derivanti da patologie
diverse.

9

Qualche dato in sintesi

10

Persone con riconoscimento di invalidità civile e con
certificazione di handicap ai sensi della L. 104/92
ANNO 2005
n. persone viventi al 31.12.05

TOTALE

Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

52.007

1.774

653

ANNO 2008
n. persone viventi al 31.12.08
Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

75.899

2.078

776

Circa 76.000 persone vivono con una disabilità più o meno grave nella nostra regione.
Prevalenti le persone anziane, ultrasessantacinquenni, non autosufficienti per le conseguenze
di malattie invalidanti e dei processi di invecchiamento (sono circa 51.000)
Sono circa 25.000 le persone con disabilità di età inferiore ai 65 anni
Circa 2.000 i minori con malformazioni per effetto di traumi neonatali o di fattori genetici o
altre cause.

11

Servizio Sociale dei Comuni: gli utenti in carico

2007
Tot. Utenti

2008
di cui disabili

Tot. Utenti

2009
di cui disabili

Tot. Utenti

di cui disabili

MF

MF

%

MF

MF

%

MF

MF

%

0-17 anni

5.979

1.516

25,4

6.836

1.722

25,2

7.572

1.889

24,9

18-24 anni

2.727

840

30,8

3.806

986

25,9

4.840

1.086

22,4

35-64 anni

6.803

1.999

29,4

9.805

2.428

24,8

12.638

2.893

22,9

65-74 anni

2.571

691

26,9

3.206

870

27,1

3.883

974

25,1

75 e +

10.069

2.856

28,4

12.699

3.673

28,9

15.552

4.195

27,0

Totale
FVG

28.149

7.902

28,1

36.352

9.679

26,6

44.485

11.037

24,8

Fonte: SISS su dati CSI (il dato 2007 risulta non completo)

12

Servizio Sociale dei Comuni: i minori disabili in carico
2007

2008

2009

1.516

1.722

1.889

• con interventi socioeducativi a scuola

214

271

474

• con interventi assistenziali a scuola

229

273

444

• con interventi socioeducativi di gruppo

60

62

86

• con interventi socioeducativi individuali

739

810

954

Totale minori in carico ai SSC
di cui utenti con interventi di cui lett. A) e b) , art. 6 LR 41/96:

Gli interventi socio-educativi a scuola quanto risultano essere una variabile dipendente dalle risorse
(insegnante di sostegno, altro personale docente) messe in campo dalla scuola?

13

Alunni certificati a.s. 2009 - 2010
Situazione anno scolastico 2009 - 2010
Pop.
scolastica

Tot. alunni
disabili

% alunni disabili
su pop. scol.

GO

17.414

427

2,45

PN

37.173

567

1,53

TS

23.334

424

1,82

UD

63.662

1.177

1,85

Tot.

141.583

2.595

1,83

Gli alunni certificati ai sensi della Legge 104/92
nell’anno
scolastico
2009-2010
hanno
rappresentato l’1,83% della popolazione scolastica

Passaggio
dalla scuola
alla vita
adulta: quali
prospettive?
Nell’adolescente
con
disabilità emerge come in
tutti gli adolescenti la
necessità di un "progetto
di vita“ .

regionale (media nazionale: 2,3%).

14

Persone con disabilità nei centri diurni (art. 6, lett. e), f) LR 41/96)
.

TOTALE

2006

2007

2008

2009

993

1.108

1.154

1.220

La rete dei servizi diurni rappresenta indubbiamente una risorsa importante per
garantire, soprattutto dopo l’uscita dal sistema scolastico delle persone con gravi
compromissioni di funzionamento, un percorso assistenziale, educativo e socioriabilitativo.
Riteniamo che tale offerta vada tuttavia riqualificata. Oggi c’è il rischio che tale
offerta rappresenti per molti territori l’unica risposta strutturata anche per quelle
persone per le quali è possibile intravedere possibilità alternative al tradizionale
centro diurno.
E’ necessario che i centri diurni:
• riaffermino la propria funzione educativa e abilitativa finalizzata all’emancipazione
della persona disabile;
• Evolvano attraverso nuove proposte operative, soluzioni differenziate più
qualificanti e capaci di promuovere una migliore qualità di vita soprattutto per i
disabili che oggi escono dalla scuola.
15

Persone con disabilità nei servizi residenziali
TOTALE

2006

2007

2008

2009

158

285

324

368

Le strutture residenziali stanno cercando di rispondere al meglio alle richieste di residenzialità
extradomiciliare:

Sta invecchiando la generazione dei genitori che ha fatto la scelta di mantenere i propri figli in famiglia.
Per molti di loro, il tema, mai tramontato, del “dopo di noi” rimane una questione cruciale.
Avvertiamo la necessità di sperimentare soluzioni abitative complementari/alternative alle attuali
strutture residenziali in grado di valorizzare le capacità e le esigenze di autonomia e di vita indipendente
in particolare per le persone con disabilità meno gravi e discreti livelli di autonomia.
Le famiglie chiedono un sostegno al loro lavoro di cura con servizi di emergenza e sollievo, nonché
con programmi di auto-mutuo-aiuto, di sostegno psicologico e promozione delle competenze dei
famigliari.
Va promossa la conoscenza e l'utilizzo da parte delle famiglie con figli adulti con disabilità di tutte le
misure di tutela giuridica oggi disponibili (amministratore di sostegno, ecc).

16

Servizi attivati nel periodo 2005 - 2009
2005

TOTALE

2009

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

64

22

76

38

La crescita significativa di utenti registrata in questi anni ci deve far
riflettere in prospettiva su più fattori:





Quali servizi sono necessari? E’ possibile sperimentare modelli organizzativi innovativi
che permettano di recuperare efficienza e garantiscano comunque qualità della vita?
Come possiamo affrontare il tema della sostenibilità economica nel tempo a fronte di un
effetto “pile up” registrato da tutti i servizi?
L’orientamento delle strutture verso interventi più incisivi di promozione dell’autonomia e
di inclusione sociale può determinare una condizione facilitante di emancipazione della
persona con disabilità e favorire un suo minor livello di dipendenza?
La tecnologia (domotica, controllo sull’ambiente, …) può esserci di aiuto per sviluppare
modelli di assistenza innovativi e meno costosi?
17

Persone con disabilità in carico ai Servizi per
l’integrazione lavorativa
TOTALE

2006

2007

2008

2009

715

726

758

791

Il diritto al lavoro per le persone svantaggiate e per le persone con disabilità
rimane un percorso su cui continuare a porre la massima attenzione.
Sono necessarie modalità stabili di collegamento e di integrazione tra diversi
attori che si occupano delle politiche di formazione, occupazione, inclusione
sociale e lavorativa, welfare locale e imprese, per creare condizioni più ottimali a
favore dell’inclusione della persona disabile nei contesti lavorativi.
Va rivalutato il ruolo del SIL, anche in un’ottica strategica per rafforzare gli
interventi che favoriscono la presenza di persone con disabilità in contesti
lavorativi/occupazionali anche con finalità assistenziali qualora non vi siano i
requisiti per un percorso di inserimento lavorativo più evoluto.
18

Finanziamento agli Enti gestori dei servizi per l'handicap
(regionale, comunale e altro finanziamento)
Fonte
finanziamento

2006

2007

2008

2009

da Regione

€ 20.800.000,00

€ 22.160.000,00

€ 23.300.000,00

€ 26.900.000,00

da Comuni

€ 13.239.308,51

€ 13.572.978,69

€ 14.518.352,92

€ 12.878.117,97

€ 2.315.922,33

€ 2.256.277,81

€ 3.423.384,24

€ 3.291.612,88

€ 36.355.230,84

€ 37.989.256,50

€ 41.241.737,16

€ 43.069.730,85

Da altre fonti
(Provincia, ecc.)
TOTALE

19

Non può essere trascurato l’impegno del sistema regionale sul fronte delle
risorse (la spesa sociale procapite negli ultimi anni è significativamente
superiore alla media nazionale).
Spesa(1) sociale
pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni
Tav. 1 - Spesa sociale pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni singoli e associati per regione e
ripartizipone
anni 2005-2007
singoli e associati
pergeografica,
regione
e ripartizione geografica, anni 2004-2007
2005-2007
(1)

Ripartizioni geografiche
Regioni e Ripartizioni geografiche
Friuli-Venezia Giulia

Friuli-Venezia Giulia
Nord-ovest

Nord-ovest
Nord-est

Centro
Sud

Nord-est
Centro
Sud
Isole
ITALIA

Spesa pro-capite(2)
Spesa pro-capite(2)

2004
148,9
111,9
135,2

103,6
38,1

2005
2005

2004

148,9

173,1

111,9

112,6

173,1

146,1
112,6

135,2
103,6

111,0

146,1
38,1
40,1
84,0
111,0

73,2
92,4

98,0

40,1

2006
2007
2006
2007

197,3

189,8

117,5

125,4

197,3

189,8

117,5 148,7 125,4

145,6
113,8

145,6
44,0
86,4
113,8

101,0

44,0

122,4
51,6
90,5
107,8

148,7

122,4
51,6

Isole

73,2

84,0

86,4

90,5

ITALIA

92,4

98,0

101,0

107,8

Fonte: Istat
(1) Si intende la spesa in conto corrente di competenza impegnata per l’erogazione dei servizi o degli interventi socio-assistenziali
da parte di Comuni e associazioni di comuni. Sono incluse le spese per il personale, per l’affitto di immobili o attrezzature e per
l’acquisto di beni e servizi (spesa gestita direttamente). La spesa è indicata in euro, al netto della compartecipazione degli utenti e
del Servizio sanitario nazionale.

Scelta strategica del
PSSR 2010 – 2012

• Nel confermare gli obblighi di attività previsti
dalle pianificazioni e/o indirizzi vigenti, il PSSR
2010-2012 pone la lente di ingrandimento sulla
presa in carico integrata delle persone con
malattie croniche e con disabilità.

21

Perché una lente di
ingrandimento
sulla
disabilità?
Le persone con malattie croniche e con disabilità:


chiedono particolare attenzione rispetto all’inclusione
sociale nei vari contesti comunitari;



chiedono spesso assistenza e cure continuative sia
sanitarie che sociali;



una quota significativa di risorse pubbliche è destinata a
loro;



impegnano significative quote di professionisti;



con le loro famiglie concorrono economicamente alla
propria cura e assistenza.

22

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Miglioramento del sistema di accesso ai servizi (migliorare la
funzione di informazione, di orientamento e di accompagnamento ai
servizi).
• L’adozione di sistemi unitari di valutazione del funzionamento della
persona con disabilità basato su ICF (adozione di una metodologia
valutativa uniforme e standardizzata);
• Adozione sistematica del progetto personalizzato redatto secondo
un impianto regionale uniforme e coerente con la valutazione
• Miglioramento della presa in carico integrata delle persone che
richiedono interventi sanitari e sociali unitariamente e definizione delle
responsabilità sul caso;

23

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012

• Definizione di un catalogo dei servizi sociosanitari;
• Monitoraggio degli attuali strumenti di sostegno della domiciliarità;

• Avvio percorso di riqualificazione delle strutture semiresidenziali e
residenziali;
• Accreditamento dei servizi per la disabilità.

24

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Ricomposizione delle risorse pubbliche regionali e ottimizzazione delle
stesse.
• Revisione e potenziamento
sociosanitario e sociale.

del

sistema

regionale

informativo

• Riavvio della programmazione locale PAT e PdZ e predisposizione di un
nuovo strumento di pianificazione settoriale specifico per la disabilità
(PLD).

25

Rilancio della programmazione locale 2011
• Rilancio della pianificazione locale condivisa e partecipata:
– Dobbiamo essere capaci di produrre documenti di pianificazione che non
siano dichiarazione del “dover essere” o “del sarebbe bello”, ma documenti
le cui azioni e interventi abbiano la caratteristica di fattibilità, quindi:
– Attenzione alla realizzabilità di quanto programmato;
– Definizione, sulla scorta delle risorse disponibili, di una scala di priorità di
azioni e interventi coerenti con i bisogni delle persone e delle famiglie.

• Perseguire l’integrazione territoriale tra i servizi alla persona e i diversi
soggetti del sistema comunitario come valore per lo sviluppo e il
benessere delle nostre comunità.

26

Perché l’integrazione? Tre grandi motivi di merito:


L'integrazione genera maggiore efficacia di cura e di sostegno in
particolare a fronte di una crescita esponenziale delle patologie croniche
che richiedono lungo-assistenza e che coinvolgono pesantemente i nuclei
familiari degli assistiti sempre più non autosufficienti;



L'integrazione favorisce un uso più efficiente
superando le frammentazioni e le duplicazioni improprie;



L'integrazione riduce il disagio dei cittadini nel rapporto con i servizi
concentrando i punti di accesso alle reti dei servizi e rendendo, quindi,
meno problematica, da parte del cittadino, l'affannosa ricerca di servizi
e sportelli differenziati per materia e "target" assistenziale.

delle

risorse

27

Conclusioni
Ritengo che dobbiamo sentirci pronti alla sfida. La quantità dei servizi è buona, la
qualità può essere certamente migliorata.

Dobbiamo cercare di giocarci bene questa nuova partita.

Uscirne insieme è la democrazia e una società giusta.

28


Slide 23

LE PERSONE CON DISABILITA’
AL TEMPO DELLA CRISI
Diritti inalienabili,
opportunità e
prospettive

IL Piano Sanitario e Sociosanitario Regionale 2010 - 2012
Giuseppe BAZZO
Annalisa FAGGIONATO
Palmanova, 22 ottobre 2010

Contenuti della presentazione:

Premessa: il sistema di welfare in FVG
Alcuni dati di contesto
Il PSSR 2010 – 2012: impegni per il prossimo futuro

2

Il sistema di protezione sociale in FVG


Le LL.RR emanate dal 2003 ed in particolare la LR n. 6/2006 “Sistema integrato
di interventi e servizi per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza
sociale” hanno l’obiettivo generale di promuovere il benessere della comunità
regionale attraverso l’innovazione e lo sviluppo del sistema di welfare
regionale che pone al centro di un sistema integrato di interventi e servizi
la persona e la sua famiglia.



Un primo obiettivo è il superamento dell’ottica meramente assistenziale e
l’affermazione di una strategia di integrazione delle diverse politiche del
welfare, specie per quelle che incidono sulla qualità della vita dei cittadini
(politiche sociali, sanitarie, educative, formative, del lavoro, dei trasporti, ecc.).



Un altro obiettivo è l’innovazione di un impianto per molti versi superato,
attraverso il rilancio di un sistema istituzionale e di servizi sociali capace di
garantire un più elevato livello d’offerta.
3

L’attuale quadro normativo prevede cambiamenti:


nel concetto di assistenza:




diritto dei cittadini di partecipare alle decisioni che li riguardano
promozione dello sviluppo della persona umana
favorire la cittadinanza attiva



nel ruolo dell’Ente Locale ed in particolare dei Comuni associati nei 19 ambiti;



nel ruolo degli operatori sociali





nell’organizzazione dei servizi e degli interventi




basata su progetti e processi e non tanto su procedimenti ed atti;

nel modo di fare amministrazione




migliorare la capacità di presa in carico dei problemi delle persone e delle famiglie in un’ottica
negoziale
maggiore capacità di lettura dei fenomeni sociali e di coerente programmazione

non semplice produzione di regole ma maggiore attenzione ai risultati;

nelle modalità e nei contenuti della pianificazione e della programmazione attuativa


a tutti i livelli (regionale e locale) sempre più caratterizzata da modalità concertative e
partecipative.
4

Un percorso verso un sistema di

“welfare di responsabilità condivise”
I termini “Integrazione delle politiche“ di protezione sociale con le più generali
politiche sociali e “governance”, vale a dire “governo partecipato”, sono
le espressioni che meglio di altre descrivono il mutamento in atto nella nostra
Regione e meglio si correlano con il concetto di “welfare comunitario”, inteso come
costruzione di un “welfare di responsabilità condivise”, finalità generale cui tende
l’intero processo di riforma regionale.

5

LIVELLI DI GOVERNANCE
L.R. n. 23/2004 rappresenta uno snodo importante perché oltre a definire
le modalità di partecipazione degli enti locali alla programmazione
sociale sociosanitaria e sanitaria nei diversi livelli (regionale,
aziendale e di ambito distrettuale) definisce anche gli strumenti di
programmazione sanitaria, sociosanitaria e sociale:
Sanitario

Sociale

Livello
regionale

• Piano sanitario e sociosanitario

• Piano regionale degli
interventi e dei servizi sociali

Livello locale

• Piano attuativo locale (PAL) e
• Piano di zona (PdZ)
Piano attuativo ospedaliero (PAO)
• Programma delle attività
territoriali (PAT)

6

Governance

• Livello regionale
– definizione delle linee generali e degli obiettivi
strategici della programmazione, la determinazione
dei livelli di assistenza, i criteri e i modelli di
valutazione, la politica della spesa, l’esercizio delle
funzioni
di
indirizzo,
accompagnamento,
monitoraggio e controllo;

• Livello locale
– programmazione territoriale, pianificazione degli
interventi, organizzazione e gestione associata dei
servizi, valutazione dei risultati e governo della
rete, implementazione flussi informativi, gestione
delle risorse e rendicontazione della spesa.
7

Aree che saranno
argomento
specifico a partire
dal 2011 del
Piano locale per
la disabilità. Detto
sarà recepito nei
PAT e nei PdZ

Azioni congiunte nelle
aree di integrazione
sociosanitaria

L’elaborazione congiunta riguarda particolarmente:







la prevenzione e assistenza materno-infantile;
l’assistenza, riabilitazione ed integrazione sociale delle persone con disabilità;
la tutela della salute delle persone anziane;
la cura e recupero dei soggetti tossicodipendenti;
la cura e recupero dei soggetti malati di mente;
le situazioni di non autosufficienza, temporanea o permanente, derivanti da patologie
diverse.

9

Qualche dato in sintesi

10

Persone con riconoscimento di invalidità civile e con
certificazione di handicap ai sensi della L. 104/92
ANNO 2005
n. persone viventi al 31.12.05

TOTALE

Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

52.007

1.774

653

ANNO 2008
n. persone viventi al 31.12.08
Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

75.899

2.078

776

Circa 76.000 persone vivono con una disabilità più o meno grave nella nostra regione.
Prevalenti le persone anziane, ultrasessantacinquenni, non autosufficienti per le conseguenze
di malattie invalidanti e dei processi di invecchiamento (sono circa 51.000)
Sono circa 25.000 le persone con disabilità di età inferiore ai 65 anni
Circa 2.000 i minori con malformazioni per effetto di traumi neonatali o di fattori genetici o
altre cause.

11

Servizio Sociale dei Comuni: gli utenti in carico

2007
Tot. Utenti

2008
di cui disabili

Tot. Utenti

2009
di cui disabili

Tot. Utenti

di cui disabili

MF

MF

%

MF

MF

%

MF

MF

%

0-17 anni

5.979

1.516

25,4

6.836

1.722

25,2

7.572

1.889

24,9

18-24 anni

2.727

840

30,8

3.806

986

25,9

4.840

1.086

22,4

35-64 anni

6.803

1.999

29,4

9.805

2.428

24,8

12.638

2.893

22,9

65-74 anni

2.571

691

26,9

3.206

870

27,1

3.883

974

25,1

75 e +

10.069

2.856

28,4

12.699

3.673

28,9

15.552

4.195

27,0

Totale
FVG

28.149

7.902

28,1

36.352

9.679

26,6

44.485

11.037

24,8

Fonte: SISS su dati CSI (il dato 2007 risulta non completo)

12

Servizio Sociale dei Comuni: i minori disabili in carico
2007

2008

2009

1.516

1.722

1.889

• con interventi socioeducativi a scuola

214

271

474

• con interventi assistenziali a scuola

229

273

444

• con interventi socioeducativi di gruppo

60

62

86

• con interventi socioeducativi individuali

739

810

954

Totale minori in carico ai SSC
di cui utenti con interventi di cui lett. A) e b) , art. 6 LR 41/96:

Gli interventi socio-educativi a scuola quanto risultano essere una variabile dipendente dalle risorse
(insegnante di sostegno, altro personale docente) messe in campo dalla scuola?

13

Alunni certificati a.s. 2009 - 2010
Situazione anno scolastico 2009 - 2010
Pop.
scolastica

Tot. alunni
disabili

% alunni disabili
su pop. scol.

GO

17.414

427

2,45

PN

37.173

567

1,53

TS

23.334

424

1,82

UD

63.662

1.177

1,85

Tot.

141.583

2.595

1,83

Gli alunni certificati ai sensi della Legge 104/92
nell’anno
scolastico
2009-2010
hanno
rappresentato l’1,83% della popolazione scolastica

Passaggio
dalla scuola
alla vita
adulta: quali
prospettive?
Nell’adolescente
con
disabilità emerge come in
tutti gli adolescenti la
necessità di un "progetto
di vita“ .

regionale (media nazionale: 2,3%).

14

Persone con disabilità nei centri diurni (art. 6, lett. e), f) LR 41/96)
.

TOTALE

2006

2007

2008

2009

993

1.108

1.154

1.220

La rete dei servizi diurni rappresenta indubbiamente una risorsa importante per
garantire, soprattutto dopo l’uscita dal sistema scolastico delle persone con gravi
compromissioni di funzionamento, un percorso assistenziale, educativo e socioriabilitativo.
Riteniamo che tale offerta vada tuttavia riqualificata. Oggi c’è il rischio che tale
offerta rappresenti per molti territori l’unica risposta strutturata anche per quelle
persone per le quali è possibile intravedere possibilità alternative al tradizionale
centro diurno.
E’ necessario che i centri diurni:
• riaffermino la propria funzione educativa e abilitativa finalizzata all’emancipazione
della persona disabile;
• Evolvano attraverso nuove proposte operative, soluzioni differenziate più
qualificanti e capaci di promuovere una migliore qualità di vita soprattutto per i
disabili che oggi escono dalla scuola.
15

Persone con disabilità nei servizi residenziali
TOTALE

2006

2007

2008

2009

158

285

324

368

Le strutture residenziali stanno cercando di rispondere al meglio alle richieste di residenzialità
extradomiciliare:

Sta invecchiando la generazione dei genitori che ha fatto la scelta di mantenere i propri figli in famiglia.
Per molti di loro, il tema, mai tramontato, del “dopo di noi” rimane una questione cruciale.
Avvertiamo la necessità di sperimentare soluzioni abitative complementari/alternative alle attuali
strutture residenziali in grado di valorizzare le capacità e le esigenze di autonomia e di vita indipendente
in particolare per le persone con disabilità meno gravi e discreti livelli di autonomia.
Le famiglie chiedono un sostegno al loro lavoro di cura con servizi di emergenza e sollievo, nonché
con programmi di auto-mutuo-aiuto, di sostegno psicologico e promozione delle competenze dei
famigliari.
Va promossa la conoscenza e l'utilizzo da parte delle famiglie con figli adulti con disabilità di tutte le
misure di tutela giuridica oggi disponibili (amministratore di sostegno, ecc).

16

Servizi attivati nel periodo 2005 - 2009
2005

TOTALE

2009

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

64

22

76

38

La crescita significativa di utenti registrata in questi anni ci deve far
riflettere in prospettiva su più fattori:





Quali servizi sono necessari? E’ possibile sperimentare modelli organizzativi innovativi
che permettano di recuperare efficienza e garantiscano comunque qualità della vita?
Come possiamo affrontare il tema della sostenibilità economica nel tempo a fronte di un
effetto “pile up” registrato da tutti i servizi?
L’orientamento delle strutture verso interventi più incisivi di promozione dell’autonomia e
di inclusione sociale può determinare una condizione facilitante di emancipazione della
persona con disabilità e favorire un suo minor livello di dipendenza?
La tecnologia (domotica, controllo sull’ambiente, …) può esserci di aiuto per sviluppare
modelli di assistenza innovativi e meno costosi?
17

Persone con disabilità in carico ai Servizi per
l’integrazione lavorativa
TOTALE

2006

2007

2008

2009

715

726

758

791

Il diritto al lavoro per le persone svantaggiate e per le persone con disabilità
rimane un percorso su cui continuare a porre la massima attenzione.
Sono necessarie modalità stabili di collegamento e di integrazione tra diversi
attori che si occupano delle politiche di formazione, occupazione, inclusione
sociale e lavorativa, welfare locale e imprese, per creare condizioni più ottimali a
favore dell’inclusione della persona disabile nei contesti lavorativi.
Va rivalutato il ruolo del SIL, anche in un’ottica strategica per rafforzare gli
interventi che favoriscono la presenza di persone con disabilità in contesti
lavorativi/occupazionali anche con finalità assistenziali qualora non vi siano i
requisiti per un percorso di inserimento lavorativo più evoluto.
18

Finanziamento agli Enti gestori dei servizi per l'handicap
(regionale, comunale e altro finanziamento)
Fonte
finanziamento

2006

2007

2008

2009

da Regione

€ 20.800.000,00

€ 22.160.000,00

€ 23.300.000,00

€ 26.900.000,00

da Comuni

€ 13.239.308,51

€ 13.572.978,69

€ 14.518.352,92

€ 12.878.117,97

€ 2.315.922,33

€ 2.256.277,81

€ 3.423.384,24

€ 3.291.612,88

€ 36.355.230,84

€ 37.989.256,50

€ 41.241.737,16

€ 43.069.730,85

Da altre fonti
(Provincia, ecc.)
TOTALE

19

Non può essere trascurato l’impegno del sistema regionale sul fronte delle
risorse (la spesa sociale procapite negli ultimi anni è significativamente
superiore alla media nazionale).
Spesa(1) sociale
pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni
Tav. 1 - Spesa sociale pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni singoli e associati per regione e
ripartizipone
anni 2005-2007
singoli e associati
pergeografica,
regione
e ripartizione geografica, anni 2004-2007
2005-2007
(1)

Ripartizioni geografiche
Regioni e Ripartizioni geografiche
Friuli-Venezia Giulia

Friuli-Venezia Giulia
Nord-ovest

Nord-ovest
Nord-est

Centro
Sud

Nord-est
Centro
Sud
Isole
ITALIA

Spesa pro-capite(2)
Spesa pro-capite(2)

2004
148,9
111,9
135,2

103,6
38,1

2005
2005

2004

148,9

173,1

111,9

112,6

173,1

146,1
112,6

135,2
103,6

111,0

146,1
38,1
40,1
84,0
111,0

73,2
92,4

98,0

40,1

2006
2007
2006
2007

197,3

189,8

117,5

125,4

197,3

189,8

117,5 148,7 125,4

145,6
113,8

145,6
44,0
86,4
113,8

101,0

44,0

122,4
51,6
90,5
107,8

148,7

122,4
51,6

Isole

73,2

84,0

86,4

90,5

ITALIA

92,4

98,0

101,0

107,8

Fonte: Istat
(1) Si intende la spesa in conto corrente di competenza impegnata per l’erogazione dei servizi o degli interventi socio-assistenziali
da parte di Comuni e associazioni di comuni. Sono incluse le spese per il personale, per l’affitto di immobili o attrezzature e per
l’acquisto di beni e servizi (spesa gestita direttamente). La spesa è indicata in euro, al netto della compartecipazione degli utenti e
del Servizio sanitario nazionale.

Scelta strategica del
PSSR 2010 – 2012

• Nel confermare gli obblighi di attività previsti
dalle pianificazioni e/o indirizzi vigenti, il PSSR
2010-2012 pone la lente di ingrandimento sulla
presa in carico integrata delle persone con
malattie croniche e con disabilità.

21

Perché una lente di
ingrandimento
sulla
disabilità?
Le persone con malattie croniche e con disabilità:


chiedono particolare attenzione rispetto all’inclusione
sociale nei vari contesti comunitari;



chiedono spesso assistenza e cure continuative sia
sanitarie che sociali;



una quota significativa di risorse pubbliche è destinata a
loro;



impegnano significative quote di professionisti;



con le loro famiglie concorrono economicamente alla
propria cura e assistenza.

22

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Miglioramento del sistema di accesso ai servizi (migliorare la
funzione di informazione, di orientamento e di accompagnamento ai
servizi).
• L’adozione di sistemi unitari di valutazione del funzionamento della
persona con disabilità basato su ICF (adozione di una metodologia
valutativa uniforme e standardizzata);
• Adozione sistematica del progetto personalizzato redatto secondo
un impianto regionale uniforme e coerente con la valutazione
• Miglioramento della presa in carico integrata delle persone che
richiedono interventi sanitari e sociali unitariamente e definizione delle
responsabilità sul caso;

23

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012

• Definizione di un catalogo dei servizi sociosanitari;
• Monitoraggio degli attuali strumenti di sostegno della domiciliarità;

• Avvio percorso di riqualificazione delle strutture semiresidenziali e
residenziali;
• Accreditamento dei servizi per la disabilità.

24

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Ricomposizione delle risorse pubbliche regionali e ottimizzazione delle
stesse.
• Revisione e potenziamento
sociosanitario e sociale.

del

sistema

regionale

informativo

• Riavvio della programmazione locale PAT e PdZ e predisposizione di un
nuovo strumento di pianificazione settoriale specifico per la disabilità
(PLD).

25

Rilancio della programmazione locale 2011
• Rilancio della pianificazione locale condivisa e partecipata:
– Dobbiamo essere capaci di produrre documenti di pianificazione che non
siano dichiarazione del “dover essere” o “del sarebbe bello”, ma documenti
le cui azioni e interventi abbiano la caratteristica di fattibilità, quindi:
– Attenzione alla realizzabilità di quanto programmato;
– Definizione, sulla scorta delle risorse disponibili, di una scala di priorità di
azioni e interventi coerenti con i bisogni delle persone e delle famiglie.

• Perseguire l’integrazione territoriale tra i servizi alla persona e i diversi
soggetti del sistema comunitario come valore per lo sviluppo e il
benessere delle nostre comunità.

26

Perché l’integrazione? Tre grandi motivi di merito:


L'integrazione genera maggiore efficacia di cura e di sostegno in
particolare a fronte di una crescita esponenziale delle patologie croniche
che richiedono lungo-assistenza e che coinvolgono pesantemente i nuclei
familiari degli assistiti sempre più non autosufficienti;



L'integrazione favorisce un uso più efficiente
superando le frammentazioni e le duplicazioni improprie;



L'integrazione riduce il disagio dei cittadini nel rapporto con i servizi
concentrando i punti di accesso alle reti dei servizi e rendendo, quindi,
meno problematica, da parte del cittadino, l'affannosa ricerca di servizi
e sportelli differenziati per materia e "target" assistenziale.

delle

risorse

27

Conclusioni
Ritengo che dobbiamo sentirci pronti alla sfida. La quantità dei servizi è buona, la
qualità può essere certamente migliorata.

Dobbiamo cercare di giocarci bene questa nuova partita.

Uscirne insieme è la democrazia e una società giusta.

28


Slide 24

LE PERSONE CON DISABILITA’
AL TEMPO DELLA CRISI
Diritti inalienabili,
opportunità e
prospettive

IL Piano Sanitario e Sociosanitario Regionale 2010 - 2012
Giuseppe BAZZO
Annalisa FAGGIONATO
Palmanova, 22 ottobre 2010

Contenuti della presentazione:

Premessa: il sistema di welfare in FVG
Alcuni dati di contesto
Il PSSR 2010 – 2012: impegni per il prossimo futuro

2

Il sistema di protezione sociale in FVG


Le LL.RR emanate dal 2003 ed in particolare la LR n. 6/2006 “Sistema integrato
di interventi e servizi per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza
sociale” hanno l’obiettivo generale di promuovere il benessere della comunità
regionale attraverso l’innovazione e lo sviluppo del sistema di welfare
regionale che pone al centro di un sistema integrato di interventi e servizi
la persona e la sua famiglia.



Un primo obiettivo è il superamento dell’ottica meramente assistenziale e
l’affermazione di una strategia di integrazione delle diverse politiche del
welfare, specie per quelle che incidono sulla qualità della vita dei cittadini
(politiche sociali, sanitarie, educative, formative, del lavoro, dei trasporti, ecc.).



Un altro obiettivo è l’innovazione di un impianto per molti versi superato,
attraverso il rilancio di un sistema istituzionale e di servizi sociali capace di
garantire un più elevato livello d’offerta.
3

L’attuale quadro normativo prevede cambiamenti:


nel concetto di assistenza:




diritto dei cittadini di partecipare alle decisioni che li riguardano
promozione dello sviluppo della persona umana
favorire la cittadinanza attiva



nel ruolo dell’Ente Locale ed in particolare dei Comuni associati nei 19 ambiti;



nel ruolo degli operatori sociali





nell’organizzazione dei servizi e degli interventi




basata su progetti e processi e non tanto su procedimenti ed atti;

nel modo di fare amministrazione




migliorare la capacità di presa in carico dei problemi delle persone e delle famiglie in un’ottica
negoziale
maggiore capacità di lettura dei fenomeni sociali e di coerente programmazione

non semplice produzione di regole ma maggiore attenzione ai risultati;

nelle modalità e nei contenuti della pianificazione e della programmazione attuativa


a tutti i livelli (regionale e locale) sempre più caratterizzata da modalità concertative e
partecipative.
4

Un percorso verso un sistema di

“welfare di responsabilità condivise”
I termini “Integrazione delle politiche“ di protezione sociale con le più generali
politiche sociali e “governance”, vale a dire “governo partecipato”, sono
le espressioni che meglio di altre descrivono il mutamento in atto nella nostra
Regione e meglio si correlano con il concetto di “welfare comunitario”, inteso come
costruzione di un “welfare di responsabilità condivise”, finalità generale cui tende
l’intero processo di riforma regionale.

5

LIVELLI DI GOVERNANCE
L.R. n. 23/2004 rappresenta uno snodo importante perché oltre a definire
le modalità di partecipazione degli enti locali alla programmazione
sociale sociosanitaria e sanitaria nei diversi livelli (regionale,
aziendale e di ambito distrettuale) definisce anche gli strumenti di
programmazione sanitaria, sociosanitaria e sociale:
Sanitario

Sociale

Livello
regionale

• Piano sanitario e sociosanitario

• Piano regionale degli
interventi e dei servizi sociali

Livello locale

• Piano attuativo locale (PAL) e
• Piano di zona (PdZ)
Piano attuativo ospedaliero (PAO)
• Programma delle attività
territoriali (PAT)

6

Governance

• Livello regionale
– definizione delle linee generali e degli obiettivi
strategici della programmazione, la determinazione
dei livelli di assistenza, i criteri e i modelli di
valutazione, la politica della spesa, l’esercizio delle
funzioni
di
indirizzo,
accompagnamento,
monitoraggio e controllo;

• Livello locale
– programmazione territoriale, pianificazione degli
interventi, organizzazione e gestione associata dei
servizi, valutazione dei risultati e governo della
rete, implementazione flussi informativi, gestione
delle risorse e rendicontazione della spesa.
7

Aree che saranno
argomento
specifico a partire
dal 2011 del
Piano locale per
la disabilità. Detto
sarà recepito nei
PAT e nei PdZ

Azioni congiunte nelle
aree di integrazione
sociosanitaria

L’elaborazione congiunta riguarda particolarmente:







la prevenzione e assistenza materno-infantile;
l’assistenza, riabilitazione ed integrazione sociale delle persone con disabilità;
la tutela della salute delle persone anziane;
la cura e recupero dei soggetti tossicodipendenti;
la cura e recupero dei soggetti malati di mente;
le situazioni di non autosufficienza, temporanea o permanente, derivanti da patologie
diverse.

9

Qualche dato in sintesi

10

Persone con riconoscimento di invalidità civile e con
certificazione di handicap ai sensi della L. 104/92
ANNO 2005
n. persone viventi al 31.12.05

TOTALE

Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

52.007

1.774

653

ANNO 2008
n. persone viventi al 31.12.08
Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

75.899

2.078

776

Circa 76.000 persone vivono con una disabilità più o meno grave nella nostra regione.
Prevalenti le persone anziane, ultrasessantacinquenni, non autosufficienti per le conseguenze
di malattie invalidanti e dei processi di invecchiamento (sono circa 51.000)
Sono circa 25.000 le persone con disabilità di età inferiore ai 65 anni
Circa 2.000 i minori con malformazioni per effetto di traumi neonatali o di fattori genetici o
altre cause.

11

Servizio Sociale dei Comuni: gli utenti in carico

2007
Tot. Utenti

2008
di cui disabili

Tot. Utenti

2009
di cui disabili

Tot. Utenti

di cui disabili

MF

MF

%

MF

MF

%

MF

MF

%

0-17 anni

5.979

1.516

25,4

6.836

1.722

25,2

7.572

1.889

24,9

18-24 anni

2.727

840

30,8

3.806

986

25,9

4.840

1.086

22,4

35-64 anni

6.803

1.999

29,4

9.805

2.428

24,8

12.638

2.893

22,9

65-74 anni

2.571

691

26,9

3.206

870

27,1

3.883

974

25,1

75 e +

10.069

2.856

28,4

12.699

3.673

28,9

15.552

4.195

27,0

Totale
FVG

28.149

7.902

28,1

36.352

9.679

26,6

44.485

11.037

24,8

Fonte: SISS su dati CSI (il dato 2007 risulta non completo)

12

Servizio Sociale dei Comuni: i minori disabili in carico
2007

2008

2009

1.516

1.722

1.889

• con interventi socioeducativi a scuola

214

271

474

• con interventi assistenziali a scuola

229

273

444

• con interventi socioeducativi di gruppo

60

62

86

• con interventi socioeducativi individuali

739

810

954

Totale minori in carico ai SSC
di cui utenti con interventi di cui lett. A) e b) , art. 6 LR 41/96:

Gli interventi socio-educativi a scuola quanto risultano essere una variabile dipendente dalle risorse
(insegnante di sostegno, altro personale docente) messe in campo dalla scuola?

13

Alunni certificati a.s. 2009 - 2010
Situazione anno scolastico 2009 - 2010
Pop.
scolastica

Tot. alunni
disabili

% alunni disabili
su pop. scol.

GO

17.414

427

2,45

PN

37.173

567

1,53

TS

23.334

424

1,82

UD

63.662

1.177

1,85

Tot.

141.583

2.595

1,83

Gli alunni certificati ai sensi della Legge 104/92
nell’anno
scolastico
2009-2010
hanno
rappresentato l’1,83% della popolazione scolastica

Passaggio
dalla scuola
alla vita
adulta: quali
prospettive?
Nell’adolescente
con
disabilità emerge come in
tutti gli adolescenti la
necessità di un "progetto
di vita“ .

regionale (media nazionale: 2,3%).

14

Persone con disabilità nei centri diurni (art. 6, lett. e), f) LR 41/96)
.

TOTALE

2006

2007

2008

2009

993

1.108

1.154

1.220

La rete dei servizi diurni rappresenta indubbiamente una risorsa importante per
garantire, soprattutto dopo l’uscita dal sistema scolastico delle persone con gravi
compromissioni di funzionamento, un percorso assistenziale, educativo e socioriabilitativo.
Riteniamo che tale offerta vada tuttavia riqualificata. Oggi c’è il rischio che tale
offerta rappresenti per molti territori l’unica risposta strutturata anche per quelle
persone per le quali è possibile intravedere possibilità alternative al tradizionale
centro diurno.
E’ necessario che i centri diurni:
• riaffermino la propria funzione educativa e abilitativa finalizzata all’emancipazione
della persona disabile;
• Evolvano attraverso nuove proposte operative, soluzioni differenziate più
qualificanti e capaci di promuovere una migliore qualità di vita soprattutto per i
disabili che oggi escono dalla scuola.
15

Persone con disabilità nei servizi residenziali
TOTALE

2006

2007

2008

2009

158

285

324

368

Le strutture residenziali stanno cercando di rispondere al meglio alle richieste di residenzialità
extradomiciliare:

Sta invecchiando la generazione dei genitori che ha fatto la scelta di mantenere i propri figli in famiglia.
Per molti di loro, il tema, mai tramontato, del “dopo di noi” rimane una questione cruciale.
Avvertiamo la necessità di sperimentare soluzioni abitative complementari/alternative alle attuali
strutture residenziali in grado di valorizzare le capacità e le esigenze di autonomia e di vita indipendente
in particolare per le persone con disabilità meno gravi e discreti livelli di autonomia.
Le famiglie chiedono un sostegno al loro lavoro di cura con servizi di emergenza e sollievo, nonché
con programmi di auto-mutuo-aiuto, di sostegno psicologico e promozione delle competenze dei
famigliari.
Va promossa la conoscenza e l'utilizzo da parte delle famiglie con figli adulti con disabilità di tutte le
misure di tutela giuridica oggi disponibili (amministratore di sostegno, ecc).

16

Servizi attivati nel periodo 2005 - 2009
2005

TOTALE

2009

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

64

22

76

38

La crescita significativa di utenti registrata in questi anni ci deve far
riflettere in prospettiva su più fattori:





Quali servizi sono necessari? E’ possibile sperimentare modelli organizzativi innovativi
che permettano di recuperare efficienza e garantiscano comunque qualità della vita?
Come possiamo affrontare il tema della sostenibilità economica nel tempo a fronte di un
effetto “pile up” registrato da tutti i servizi?
L’orientamento delle strutture verso interventi più incisivi di promozione dell’autonomia e
di inclusione sociale può determinare una condizione facilitante di emancipazione della
persona con disabilità e favorire un suo minor livello di dipendenza?
La tecnologia (domotica, controllo sull’ambiente, …) può esserci di aiuto per sviluppare
modelli di assistenza innovativi e meno costosi?
17

Persone con disabilità in carico ai Servizi per
l’integrazione lavorativa
TOTALE

2006

2007

2008

2009

715

726

758

791

Il diritto al lavoro per le persone svantaggiate e per le persone con disabilità
rimane un percorso su cui continuare a porre la massima attenzione.
Sono necessarie modalità stabili di collegamento e di integrazione tra diversi
attori che si occupano delle politiche di formazione, occupazione, inclusione
sociale e lavorativa, welfare locale e imprese, per creare condizioni più ottimali a
favore dell’inclusione della persona disabile nei contesti lavorativi.
Va rivalutato il ruolo del SIL, anche in un’ottica strategica per rafforzare gli
interventi che favoriscono la presenza di persone con disabilità in contesti
lavorativi/occupazionali anche con finalità assistenziali qualora non vi siano i
requisiti per un percorso di inserimento lavorativo più evoluto.
18

Finanziamento agli Enti gestori dei servizi per l'handicap
(regionale, comunale e altro finanziamento)
Fonte
finanziamento

2006

2007

2008

2009

da Regione

€ 20.800.000,00

€ 22.160.000,00

€ 23.300.000,00

€ 26.900.000,00

da Comuni

€ 13.239.308,51

€ 13.572.978,69

€ 14.518.352,92

€ 12.878.117,97

€ 2.315.922,33

€ 2.256.277,81

€ 3.423.384,24

€ 3.291.612,88

€ 36.355.230,84

€ 37.989.256,50

€ 41.241.737,16

€ 43.069.730,85

Da altre fonti
(Provincia, ecc.)
TOTALE

19

Non può essere trascurato l’impegno del sistema regionale sul fronte delle
risorse (la spesa sociale procapite negli ultimi anni è significativamente
superiore alla media nazionale).
Spesa(1) sociale
pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni
Tav. 1 - Spesa sociale pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni singoli e associati per regione e
ripartizipone
anni 2005-2007
singoli e associati
pergeografica,
regione
e ripartizione geografica, anni 2004-2007
2005-2007
(1)

Ripartizioni geografiche
Regioni e Ripartizioni geografiche
Friuli-Venezia Giulia

Friuli-Venezia Giulia
Nord-ovest

Nord-ovest
Nord-est

Centro
Sud

Nord-est
Centro
Sud
Isole
ITALIA

Spesa pro-capite(2)
Spesa pro-capite(2)

2004
148,9
111,9
135,2

103,6
38,1

2005
2005

2004

148,9

173,1

111,9

112,6

173,1

146,1
112,6

135,2
103,6

111,0

146,1
38,1
40,1
84,0
111,0

73,2
92,4

98,0

40,1

2006
2007
2006
2007

197,3

189,8

117,5

125,4

197,3

189,8

117,5 148,7 125,4

145,6
113,8

145,6
44,0
86,4
113,8

101,0

44,0

122,4
51,6
90,5
107,8

148,7

122,4
51,6

Isole

73,2

84,0

86,4

90,5

ITALIA

92,4

98,0

101,0

107,8

Fonte: Istat
(1) Si intende la spesa in conto corrente di competenza impegnata per l’erogazione dei servizi o degli interventi socio-assistenziali
da parte di Comuni e associazioni di comuni. Sono incluse le spese per il personale, per l’affitto di immobili o attrezzature e per
l’acquisto di beni e servizi (spesa gestita direttamente). La spesa è indicata in euro, al netto della compartecipazione degli utenti e
del Servizio sanitario nazionale.

Scelta strategica del
PSSR 2010 – 2012

• Nel confermare gli obblighi di attività previsti
dalle pianificazioni e/o indirizzi vigenti, il PSSR
2010-2012 pone la lente di ingrandimento sulla
presa in carico integrata delle persone con
malattie croniche e con disabilità.

21

Perché una lente di
ingrandimento
sulla
disabilità?
Le persone con malattie croniche e con disabilità:


chiedono particolare attenzione rispetto all’inclusione
sociale nei vari contesti comunitari;



chiedono spesso assistenza e cure continuative sia
sanitarie che sociali;



una quota significativa di risorse pubbliche è destinata a
loro;



impegnano significative quote di professionisti;



con le loro famiglie concorrono economicamente alla
propria cura e assistenza.

22

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Miglioramento del sistema di accesso ai servizi (migliorare la
funzione di informazione, di orientamento e di accompagnamento ai
servizi).
• L’adozione di sistemi unitari di valutazione del funzionamento della
persona con disabilità basato su ICF (adozione di una metodologia
valutativa uniforme e standardizzata);
• Adozione sistematica del progetto personalizzato redatto secondo
un impianto regionale uniforme e coerente con la valutazione
• Miglioramento della presa in carico integrata delle persone che
richiedono interventi sanitari e sociali unitariamente e definizione delle
responsabilità sul caso;

23

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012

• Definizione di un catalogo dei servizi sociosanitari;
• Monitoraggio degli attuali strumenti di sostegno della domiciliarità;

• Avvio percorso di riqualificazione delle strutture semiresidenziali e
residenziali;
• Accreditamento dei servizi per la disabilità.

24

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Ricomposizione delle risorse pubbliche regionali e ottimizzazione delle
stesse.
• Revisione e potenziamento
sociosanitario e sociale.

del

sistema

regionale

informativo

• Riavvio della programmazione locale PAT e PdZ e predisposizione di un
nuovo strumento di pianificazione settoriale specifico per la disabilità
(PLD).

25

Rilancio della programmazione locale 2011
• Rilancio della pianificazione locale condivisa e partecipata:
– Dobbiamo essere capaci di produrre documenti di pianificazione che non
siano dichiarazione del “dover essere” o “del sarebbe bello”, ma documenti
le cui azioni e interventi abbiano la caratteristica di fattibilità, quindi:
– Attenzione alla realizzabilità di quanto programmato;
– Definizione, sulla scorta delle risorse disponibili, di una scala di priorità di
azioni e interventi coerenti con i bisogni delle persone e delle famiglie.

• Perseguire l’integrazione territoriale tra i servizi alla persona e i diversi
soggetti del sistema comunitario come valore per lo sviluppo e il
benessere delle nostre comunità.

26

Perché l’integrazione? Tre grandi motivi di merito:


L'integrazione genera maggiore efficacia di cura e di sostegno in
particolare a fronte di una crescita esponenziale delle patologie croniche
che richiedono lungo-assistenza e che coinvolgono pesantemente i nuclei
familiari degli assistiti sempre più non autosufficienti;



L'integrazione favorisce un uso più efficiente
superando le frammentazioni e le duplicazioni improprie;



L'integrazione riduce il disagio dei cittadini nel rapporto con i servizi
concentrando i punti di accesso alle reti dei servizi e rendendo, quindi,
meno problematica, da parte del cittadino, l'affannosa ricerca di servizi
e sportelli differenziati per materia e "target" assistenziale.

delle

risorse

27

Conclusioni
Ritengo che dobbiamo sentirci pronti alla sfida. La quantità dei servizi è buona, la
qualità può essere certamente migliorata.

Dobbiamo cercare di giocarci bene questa nuova partita.

Uscirne insieme è la democrazia e una società giusta.

28


Slide 25

LE PERSONE CON DISABILITA’
AL TEMPO DELLA CRISI
Diritti inalienabili,
opportunità e
prospettive

IL Piano Sanitario e Sociosanitario Regionale 2010 - 2012
Giuseppe BAZZO
Annalisa FAGGIONATO
Palmanova, 22 ottobre 2010

Contenuti della presentazione:

Premessa: il sistema di welfare in FVG
Alcuni dati di contesto
Il PSSR 2010 – 2012: impegni per il prossimo futuro

2

Il sistema di protezione sociale in FVG


Le LL.RR emanate dal 2003 ed in particolare la LR n. 6/2006 “Sistema integrato
di interventi e servizi per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza
sociale” hanno l’obiettivo generale di promuovere il benessere della comunità
regionale attraverso l’innovazione e lo sviluppo del sistema di welfare
regionale che pone al centro di un sistema integrato di interventi e servizi
la persona e la sua famiglia.



Un primo obiettivo è il superamento dell’ottica meramente assistenziale e
l’affermazione di una strategia di integrazione delle diverse politiche del
welfare, specie per quelle che incidono sulla qualità della vita dei cittadini
(politiche sociali, sanitarie, educative, formative, del lavoro, dei trasporti, ecc.).



Un altro obiettivo è l’innovazione di un impianto per molti versi superato,
attraverso il rilancio di un sistema istituzionale e di servizi sociali capace di
garantire un più elevato livello d’offerta.
3

L’attuale quadro normativo prevede cambiamenti:


nel concetto di assistenza:




diritto dei cittadini di partecipare alle decisioni che li riguardano
promozione dello sviluppo della persona umana
favorire la cittadinanza attiva



nel ruolo dell’Ente Locale ed in particolare dei Comuni associati nei 19 ambiti;



nel ruolo degli operatori sociali





nell’organizzazione dei servizi e degli interventi




basata su progetti e processi e non tanto su procedimenti ed atti;

nel modo di fare amministrazione




migliorare la capacità di presa in carico dei problemi delle persone e delle famiglie in un’ottica
negoziale
maggiore capacità di lettura dei fenomeni sociali e di coerente programmazione

non semplice produzione di regole ma maggiore attenzione ai risultati;

nelle modalità e nei contenuti della pianificazione e della programmazione attuativa


a tutti i livelli (regionale e locale) sempre più caratterizzata da modalità concertative e
partecipative.
4

Un percorso verso un sistema di

“welfare di responsabilità condivise”
I termini “Integrazione delle politiche“ di protezione sociale con le più generali
politiche sociali e “governance”, vale a dire “governo partecipato”, sono
le espressioni che meglio di altre descrivono il mutamento in atto nella nostra
Regione e meglio si correlano con il concetto di “welfare comunitario”, inteso come
costruzione di un “welfare di responsabilità condivise”, finalità generale cui tende
l’intero processo di riforma regionale.

5

LIVELLI DI GOVERNANCE
L.R. n. 23/2004 rappresenta uno snodo importante perché oltre a definire
le modalità di partecipazione degli enti locali alla programmazione
sociale sociosanitaria e sanitaria nei diversi livelli (regionale,
aziendale e di ambito distrettuale) definisce anche gli strumenti di
programmazione sanitaria, sociosanitaria e sociale:
Sanitario

Sociale

Livello
regionale

• Piano sanitario e sociosanitario

• Piano regionale degli
interventi e dei servizi sociali

Livello locale

• Piano attuativo locale (PAL) e
• Piano di zona (PdZ)
Piano attuativo ospedaliero (PAO)
• Programma delle attività
territoriali (PAT)

6

Governance

• Livello regionale
– definizione delle linee generali e degli obiettivi
strategici della programmazione, la determinazione
dei livelli di assistenza, i criteri e i modelli di
valutazione, la politica della spesa, l’esercizio delle
funzioni
di
indirizzo,
accompagnamento,
monitoraggio e controllo;

• Livello locale
– programmazione territoriale, pianificazione degli
interventi, organizzazione e gestione associata dei
servizi, valutazione dei risultati e governo della
rete, implementazione flussi informativi, gestione
delle risorse e rendicontazione della spesa.
7

Aree che saranno
argomento
specifico a partire
dal 2011 del
Piano locale per
la disabilità. Detto
sarà recepito nei
PAT e nei PdZ

Azioni congiunte nelle
aree di integrazione
sociosanitaria

L’elaborazione congiunta riguarda particolarmente:







la prevenzione e assistenza materno-infantile;
l’assistenza, riabilitazione ed integrazione sociale delle persone con disabilità;
la tutela della salute delle persone anziane;
la cura e recupero dei soggetti tossicodipendenti;
la cura e recupero dei soggetti malati di mente;
le situazioni di non autosufficienza, temporanea o permanente, derivanti da patologie
diverse.

9

Qualche dato in sintesi

10

Persone con riconoscimento di invalidità civile e con
certificazione di handicap ai sensi della L. 104/92
ANNO 2005
n. persone viventi al 31.12.05

TOTALE

Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

52.007

1.774

653

ANNO 2008
n. persone viventi al 31.12.08
Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

75.899

2.078

776

Circa 76.000 persone vivono con una disabilità più o meno grave nella nostra regione.
Prevalenti le persone anziane, ultrasessantacinquenni, non autosufficienti per le conseguenze
di malattie invalidanti e dei processi di invecchiamento (sono circa 51.000)
Sono circa 25.000 le persone con disabilità di età inferiore ai 65 anni
Circa 2.000 i minori con malformazioni per effetto di traumi neonatali o di fattori genetici o
altre cause.

11

Servizio Sociale dei Comuni: gli utenti in carico

2007
Tot. Utenti

2008
di cui disabili

Tot. Utenti

2009
di cui disabili

Tot. Utenti

di cui disabili

MF

MF

%

MF

MF

%

MF

MF

%

0-17 anni

5.979

1.516

25,4

6.836

1.722

25,2

7.572

1.889

24,9

18-24 anni

2.727

840

30,8

3.806

986

25,9

4.840

1.086

22,4

35-64 anni

6.803

1.999

29,4

9.805

2.428

24,8

12.638

2.893

22,9

65-74 anni

2.571

691

26,9

3.206

870

27,1

3.883

974

25,1

75 e +

10.069

2.856

28,4

12.699

3.673

28,9

15.552

4.195

27,0

Totale
FVG

28.149

7.902

28,1

36.352

9.679

26,6

44.485

11.037

24,8

Fonte: SISS su dati CSI (il dato 2007 risulta non completo)

12

Servizio Sociale dei Comuni: i minori disabili in carico
2007

2008

2009

1.516

1.722

1.889

• con interventi socioeducativi a scuola

214

271

474

• con interventi assistenziali a scuola

229

273

444

• con interventi socioeducativi di gruppo

60

62

86

• con interventi socioeducativi individuali

739

810

954

Totale minori in carico ai SSC
di cui utenti con interventi di cui lett. A) e b) , art. 6 LR 41/96:

Gli interventi socio-educativi a scuola quanto risultano essere una variabile dipendente dalle risorse
(insegnante di sostegno, altro personale docente) messe in campo dalla scuola?

13

Alunni certificati a.s. 2009 - 2010
Situazione anno scolastico 2009 - 2010
Pop.
scolastica

Tot. alunni
disabili

% alunni disabili
su pop. scol.

GO

17.414

427

2,45

PN

37.173

567

1,53

TS

23.334

424

1,82

UD

63.662

1.177

1,85

Tot.

141.583

2.595

1,83

Gli alunni certificati ai sensi della Legge 104/92
nell’anno
scolastico
2009-2010
hanno
rappresentato l’1,83% della popolazione scolastica

Passaggio
dalla scuola
alla vita
adulta: quali
prospettive?
Nell’adolescente
con
disabilità emerge come in
tutti gli adolescenti la
necessità di un "progetto
di vita“ .

regionale (media nazionale: 2,3%).

14

Persone con disabilità nei centri diurni (art. 6, lett. e), f) LR 41/96)
.

TOTALE

2006

2007

2008

2009

993

1.108

1.154

1.220

La rete dei servizi diurni rappresenta indubbiamente una risorsa importante per
garantire, soprattutto dopo l’uscita dal sistema scolastico delle persone con gravi
compromissioni di funzionamento, un percorso assistenziale, educativo e socioriabilitativo.
Riteniamo che tale offerta vada tuttavia riqualificata. Oggi c’è il rischio che tale
offerta rappresenti per molti territori l’unica risposta strutturata anche per quelle
persone per le quali è possibile intravedere possibilità alternative al tradizionale
centro diurno.
E’ necessario che i centri diurni:
• riaffermino la propria funzione educativa e abilitativa finalizzata all’emancipazione
della persona disabile;
• Evolvano attraverso nuove proposte operative, soluzioni differenziate più
qualificanti e capaci di promuovere una migliore qualità di vita soprattutto per i
disabili che oggi escono dalla scuola.
15

Persone con disabilità nei servizi residenziali
TOTALE

2006

2007

2008

2009

158

285

324

368

Le strutture residenziali stanno cercando di rispondere al meglio alle richieste di residenzialità
extradomiciliare:

Sta invecchiando la generazione dei genitori che ha fatto la scelta di mantenere i propri figli in famiglia.
Per molti di loro, il tema, mai tramontato, del “dopo di noi” rimane una questione cruciale.
Avvertiamo la necessità di sperimentare soluzioni abitative complementari/alternative alle attuali
strutture residenziali in grado di valorizzare le capacità e le esigenze di autonomia e di vita indipendente
in particolare per le persone con disabilità meno gravi e discreti livelli di autonomia.
Le famiglie chiedono un sostegno al loro lavoro di cura con servizi di emergenza e sollievo, nonché
con programmi di auto-mutuo-aiuto, di sostegno psicologico e promozione delle competenze dei
famigliari.
Va promossa la conoscenza e l'utilizzo da parte delle famiglie con figli adulti con disabilità di tutte le
misure di tutela giuridica oggi disponibili (amministratore di sostegno, ecc).

16

Servizi attivati nel periodo 2005 - 2009
2005

TOTALE

2009

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

64

22

76

38

La crescita significativa di utenti registrata in questi anni ci deve far
riflettere in prospettiva su più fattori:





Quali servizi sono necessari? E’ possibile sperimentare modelli organizzativi innovativi
che permettano di recuperare efficienza e garantiscano comunque qualità della vita?
Come possiamo affrontare il tema della sostenibilità economica nel tempo a fronte di un
effetto “pile up” registrato da tutti i servizi?
L’orientamento delle strutture verso interventi più incisivi di promozione dell’autonomia e
di inclusione sociale può determinare una condizione facilitante di emancipazione della
persona con disabilità e favorire un suo minor livello di dipendenza?
La tecnologia (domotica, controllo sull’ambiente, …) può esserci di aiuto per sviluppare
modelli di assistenza innovativi e meno costosi?
17

Persone con disabilità in carico ai Servizi per
l’integrazione lavorativa
TOTALE

2006

2007

2008

2009

715

726

758

791

Il diritto al lavoro per le persone svantaggiate e per le persone con disabilità
rimane un percorso su cui continuare a porre la massima attenzione.
Sono necessarie modalità stabili di collegamento e di integrazione tra diversi
attori che si occupano delle politiche di formazione, occupazione, inclusione
sociale e lavorativa, welfare locale e imprese, per creare condizioni più ottimali a
favore dell’inclusione della persona disabile nei contesti lavorativi.
Va rivalutato il ruolo del SIL, anche in un’ottica strategica per rafforzare gli
interventi che favoriscono la presenza di persone con disabilità in contesti
lavorativi/occupazionali anche con finalità assistenziali qualora non vi siano i
requisiti per un percorso di inserimento lavorativo più evoluto.
18

Finanziamento agli Enti gestori dei servizi per l'handicap
(regionale, comunale e altro finanziamento)
Fonte
finanziamento

2006

2007

2008

2009

da Regione

€ 20.800.000,00

€ 22.160.000,00

€ 23.300.000,00

€ 26.900.000,00

da Comuni

€ 13.239.308,51

€ 13.572.978,69

€ 14.518.352,92

€ 12.878.117,97

€ 2.315.922,33

€ 2.256.277,81

€ 3.423.384,24

€ 3.291.612,88

€ 36.355.230,84

€ 37.989.256,50

€ 41.241.737,16

€ 43.069.730,85

Da altre fonti
(Provincia, ecc.)
TOTALE

19

Non può essere trascurato l’impegno del sistema regionale sul fronte delle
risorse (la spesa sociale procapite negli ultimi anni è significativamente
superiore alla media nazionale).
Spesa(1) sociale
pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni
Tav. 1 - Spesa sociale pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni singoli e associati per regione e
ripartizipone
anni 2005-2007
singoli e associati
pergeografica,
regione
e ripartizione geografica, anni 2004-2007
2005-2007
(1)

Ripartizioni geografiche
Regioni e Ripartizioni geografiche
Friuli-Venezia Giulia

Friuli-Venezia Giulia
Nord-ovest

Nord-ovest
Nord-est

Centro
Sud

Nord-est
Centro
Sud
Isole
ITALIA

Spesa pro-capite(2)
Spesa pro-capite(2)

2004
148,9
111,9
135,2

103,6
38,1

2005
2005

2004

148,9

173,1

111,9

112,6

173,1

146,1
112,6

135,2
103,6

111,0

146,1
38,1
40,1
84,0
111,0

73,2
92,4

98,0

40,1

2006
2007
2006
2007

197,3

189,8

117,5

125,4

197,3

189,8

117,5 148,7 125,4

145,6
113,8

145,6
44,0
86,4
113,8

101,0

44,0

122,4
51,6
90,5
107,8

148,7

122,4
51,6

Isole

73,2

84,0

86,4

90,5

ITALIA

92,4

98,0

101,0

107,8

Fonte: Istat
(1) Si intende la spesa in conto corrente di competenza impegnata per l’erogazione dei servizi o degli interventi socio-assistenziali
da parte di Comuni e associazioni di comuni. Sono incluse le spese per il personale, per l’affitto di immobili o attrezzature e per
l’acquisto di beni e servizi (spesa gestita direttamente). La spesa è indicata in euro, al netto della compartecipazione degli utenti e
del Servizio sanitario nazionale.

Scelta strategica del
PSSR 2010 – 2012

• Nel confermare gli obblighi di attività previsti
dalle pianificazioni e/o indirizzi vigenti, il PSSR
2010-2012 pone la lente di ingrandimento sulla
presa in carico integrata delle persone con
malattie croniche e con disabilità.

21

Perché una lente di
ingrandimento
sulla
disabilità?
Le persone con malattie croniche e con disabilità:


chiedono particolare attenzione rispetto all’inclusione
sociale nei vari contesti comunitari;



chiedono spesso assistenza e cure continuative sia
sanitarie che sociali;



una quota significativa di risorse pubbliche è destinata a
loro;



impegnano significative quote di professionisti;



con le loro famiglie concorrono economicamente alla
propria cura e assistenza.

22

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Miglioramento del sistema di accesso ai servizi (migliorare la
funzione di informazione, di orientamento e di accompagnamento ai
servizi).
• L’adozione di sistemi unitari di valutazione del funzionamento della
persona con disabilità basato su ICF (adozione di una metodologia
valutativa uniforme e standardizzata);
• Adozione sistematica del progetto personalizzato redatto secondo
un impianto regionale uniforme e coerente con la valutazione
• Miglioramento della presa in carico integrata delle persone che
richiedono interventi sanitari e sociali unitariamente e definizione delle
responsabilità sul caso;

23

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012

• Definizione di un catalogo dei servizi sociosanitari;
• Monitoraggio degli attuali strumenti di sostegno della domiciliarità;

• Avvio percorso di riqualificazione delle strutture semiresidenziali e
residenziali;
• Accreditamento dei servizi per la disabilità.

24

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Ricomposizione delle risorse pubbliche regionali e ottimizzazione delle
stesse.
• Revisione e potenziamento
sociosanitario e sociale.

del

sistema

regionale

informativo

• Riavvio della programmazione locale PAT e PdZ e predisposizione di un
nuovo strumento di pianificazione settoriale specifico per la disabilità
(PLD).

25

Rilancio della programmazione locale 2011
• Rilancio della pianificazione locale condivisa e partecipata:
– Dobbiamo essere capaci di produrre documenti di pianificazione che non
siano dichiarazione del “dover essere” o “del sarebbe bello”, ma documenti
le cui azioni e interventi abbiano la caratteristica di fattibilità, quindi:
– Attenzione alla realizzabilità di quanto programmato;
– Definizione, sulla scorta delle risorse disponibili, di una scala di priorità di
azioni e interventi coerenti con i bisogni delle persone e delle famiglie.

• Perseguire l’integrazione territoriale tra i servizi alla persona e i diversi
soggetti del sistema comunitario come valore per lo sviluppo e il
benessere delle nostre comunità.

26

Perché l’integrazione? Tre grandi motivi di merito:


L'integrazione genera maggiore efficacia di cura e di sostegno in
particolare a fronte di una crescita esponenziale delle patologie croniche
che richiedono lungo-assistenza e che coinvolgono pesantemente i nuclei
familiari degli assistiti sempre più non autosufficienti;



L'integrazione favorisce un uso più efficiente
superando le frammentazioni e le duplicazioni improprie;



L'integrazione riduce il disagio dei cittadini nel rapporto con i servizi
concentrando i punti di accesso alle reti dei servizi e rendendo, quindi,
meno problematica, da parte del cittadino, l'affannosa ricerca di servizi
e sportelli differenziati per materia e "target" assistenziale.

delle

risorse

27

Conclusioni
Ritengo che dobbiamo sentirci pronti alla sfida. La quantità dei servizi è buona, la
qualità può essere certamente migliorata.

Dobbiamo cercare di giocarci bene questa nuova partita.

Uscirne insieme è la democrazia e una società giusta.

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Slide 26

LE PERSONE CON DISABILITA’
AL TEMPO DELLA CRISI
Diritti inalienabili,
opportunità e
prospettive

IL Piano Sanitario e Sociosanitario Regionale 2010 - 2012
Giuseppe BAZZO
Annalisa FAGGIONATO
Palmanova, 22 ottobre 2010

Contenuti della presentazione:

Premessa: il sistema di welfare in FVG
Alcuni dati di contesto
Il PSSR 2010 – 2012: impegni per il prossimo futuro

2

Il sistema di protezione sociale in FVG


Le LL.RR emanate dal 2003 ed in particolare la LR n. 6/2006 “Sistema integrato
di interventi e servizi per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza
sociale” hanno l’obiettivo generale di promuovere il benessere della comunità
regionale attraverso l’innovazione e lo sviluppo del sistema di welfare
regionale che pone al centro di un sistema integrato di interventi e servizi
la persona e la sua famiglia.



Un primo obiettivo è il superamento dell’ottica meramente assistenziale e
l’affermazione di una strategia di integrazione delle diverse politiche del
welfare, specie per quelle che incidono sulla qualità della vita dei cittadini
(politiche sociali, sanitarie, educative, formative, del lavoro, dei trasporti, ecc.).



Un altro obiettivo è l’innovazione di un impianto per molti versi superato,
attraverso il rilancio di un sistema istituzionale e di servizi sociali capace di
garantire un più elevato livello d’offerta.
3

L’attuale quadro normativo prevede cambiamenti:


nel concetto di assistenza:




diritto dei cittadini di partecipare alle decisioni che li riguardano
promozione dello sviluppo della persona umana
favorire la cittadinanza attiva



nel ruolo dell’Ente Locale ed in particolare dei Comuni associati nei 19 ambiti;



nel ruolo degli operatori sociali





nell’organizzazione dei servizi e degli interventi




basata su progetti e processi e non tanto su procedimenti ed atti;

nel modo di fare amministrazione




migliorare la capacità di presa in carico dei problemi delle persone e delle famiglie in un’ottica
negoziale
maggiore capacità di lettura dei fenomeni sociali e di coerente programmazione

non semplice produzione di regole ma maggiore attenzione ai risultati;

nelle modalità e nei contenuti della pianificazione e della programmazione attuativa


a tutti i livelli (regionale e locale) sempre più caratterizzata da modalità concertative e
partecipative.
4

Un percorso verso un sistema di

“welfare di responsabilità condivise”
I termini “Integrazione delle politiche“ di protezione sociale con le più generali
politiche sociali e “governance”, vale a dire “governo partecipato”, sono
le espressioni che meglio di altre descrivono il mutamento in atto nella nostra
Regione e meglio si correlano con il concetto di “welfare comunitario”, inteso come
costruzione di un “welfare di responsabilità condivise”, finalità generale cui tende
l’intero processo di riforma regionale.

5

LIVELLI DI GOVERNANCE
L.R. n. 23/2004 rappresenta uno snodo importante perché oltre a definire
le modalità di partecipazione degli enti locali alla programmazione
sociale sociosanitaria e sanitaria nei diversi livelli (regionale,
aziendale e di ambito distrettuale) definisce anche gli strumenti di
programmazione sanitaria, sociosanitaria e sociale:
Sanitario

Sociale

Livello
regionale

• Piano sanitario e sociosanitario

• Piano regionale degli
interventi e dei servizi sociali

Livello locale

• Piano attuativo locale (PAL) e
• Piano di zona (PdZ)
Piano attuativo ospedaliero (PAO)
• Programma delle attività
territoriali (PAT)

6

Governance

• Livello regionale
– definizione delle linee generali e degli obiettivi
strategici della programmazione, la determinazione
dei livelli di assistenza, i criteri e i modelli di
valutazione, la politica della spesa, l’esercizio delle
funzioni
di
indirizzo,
accompagnamento,
monitoraggio e controllo;

• Livello locale
– programmazione territoriale, pianificazione degli
interventi, organizzazione e gestione associata dei
servizi, valutazione dei risultati e governo della
rete, implementazione flussi informativi, gestione
delle risorse e rendicontazione della spesa.
7

Aree che saranno
argomento
specifico a partire
dal 2011 del
Piano locale per
la disabilità. Detto
sarà recepito nei
PAT e nei PdZ

Azioni congiunte nelle
aree di integrazione
sociosanitaria

L’elaborazione congiunta riguarda particolarmente:







la prevenzione e assistenza materno-infantile;
l’assistenza, riabilitazione ed integrazione sociale delle persone con disabilità;
la tutela della salute delle persone anziane;
la cura e recupero dei soggetti tossicodipendenti;
la cura e recupero dei soggetti malati di mente;
le situazioni di non autosufficienza, temporanea o permanente, derivanti da patologie
diverse.

9

Qualche dato in sintesi

10

Persone con riconoscimento di invalidità civile e con
certificazione di handicap ai sensi della L. 104/92
ANNO 2005
n. persone viventi al 31.12.05

TOTALE

Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

52.007

1.774

653

ANNO 2008
n. persone viventi al 31.12.08
Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

75.899

2.078

776

Circa 76.000 persone vivono con una disabilità più o meno grave nella nostra regione.
Prevalenti le persone anziane, ultrasessantacinquenni, non autosufficienti per le conseguenze
di malattie invalidanti e dei processi di invecchiamento (sono circa 51.000)
Sono circa 25.000 le persone con disabilità di età inferiore ai 65 anni
Circa 2.000 i minori con malformazioni per effetto di traumi neonatali o di fattori genetici o
altre cause.

11

Servizio Sociale dei Comuni: gli utenti in carico

2007
Tot. Utenti

2008
di cui disabili

Tot. Utenti

2009
di cui disabili

Tot. Utenti

di cui disabili

MF

MF

%

MF

MF

%

MF

MF

%

0-17 anni

5.979

1.516

25,4

6.836

1.722

25,2

7.572

1.889

24,9

18-24 anni

2.727

840

30,8

3.806

986

25,9

4.840

1.086

22,4

35-64 anni

6.803

1.999

29,4

9.805

2.428

24,8

12.638

2.893

22,9

65-74 anni

2.571

691

26,9

3.206

870

27,1

3.883

974

25,1

75 e +

10.069

2.856

28,4

12.699

3.673

28,9

15.552

4.195

27,0

Totale
FVG

28.149

7.902

28,1

36.352

9.679

26,6

44.485

11.037

24,8

Fonte: SISS su dati CSI (il dato 2007 risulta non completo)

12

Servizio Sociale dei Comuni: i minori disabili in carico
2007

2008

2009

1.516

1.722

1.889

• con interventi socioeducativi a scuola

214

271

474

• con interventi assistenziali a scuola

229

273

444

• con interventi socioeducativi di gruppo

60

62

86

• con interventi socioeducativi individuali

739

810

954

Totale minori in carico ai SSC
di cui utenti con interventi di cui lett. A) e b) , art. 6 LR 41/96:

Gli interventi socio-educativi a scuola quanto risultano essere una variabile dipendente dalle risorse
(insegnante di sostegno, altro personale docente) messe in campo dalla scuola?

13

Alunni certificati a.s. 2009 - 2010
Situazione anno scolastico 2009 - 2010
Pop.
scolastica

Tot. alunni
disabili

% alunni disabili
su pop. scol.

GO

17.414

427

2,45

PN

37.173

567

1,53

TS

23.334

424

1,82

UD

63.662

1.177

1,85

Tot.

141.583

2.595

1,83

Gli alunni certificati ai sensi della Legge 104/92
nell’anno
scolastico
2009-2010
hanno
rappresentato l’1,83% della popolazione scolastica

Passaggio
dalla scuola
alla vita
adulta: quali
prospettive?
Nell’adolescente
con
disabilità emerge come in
tutti gli adolescenti la
necessità di un "progetto
di vita“ .

regionale (media nazionale: 2,3%).

14

Persone con disabilità nei centri diurni (art. 6, lett. e), f) LR 41/96)
.

TOTALE

2006

2007

2008

2009

993

1.108

1.154

1.220

La rete dei servizi diurni rappresenta indubbiamente una risorsa importante per
garantire, soprattutto dopo l’uscita dal sistema scolastico delle persone con gravi
compromissioni di funzionamento, un percorso assistenziale, educativo e socioriabilitativo.
Riteniamo che tale offerta vada tuttavia riqualificata. Oggi c’è il rischio che tale
offerta rappresenti per molti territori l’unica risposta strutturata anche per quelle
persone per le quali è possibile intravedere possibilità alternative al tradizionale
centro diurno.
E’ necessario che i centri diurni:
• riaffermino la propria funzione educativa e abilitativa finalizzata all’emancipazione
della persona disabile;
• Evolvano attraverso nuove proposte operative, soluzioni differenziate più
qualificanti e capaci di promuovere una migliore qualità di vita soprattutto per i
disabili che oggi escono dalla scuola.
15

Persone con disabilità nei servizi residenziali
TOTALE

2006

2007

2008

2009

158

285

324

368

Le strutture residenziali stanno cercando di rispondere al meglio alle richieste di residenzialità
extradomiciliare:

Sta invecchiando la generazione dei genitori che ha fatto la scelta di mantenere i propri figli in famiglia.
Per molti di loro, il tema, mai tramontato, del “dopo di noi” rimane una questione cruciale.
Avvertiamo la necessità di sperimentare soluzioni abitative complementari/alternative alle attuali
strutture residenziali in grado di valorizzare le capacità e le esigenze di autonomia e di vita indipendente
in particolare per le persone con disabilità meno gravi e discreti livelli di autonomia.
Le famiglie chiedono un sostegno al loro lavoro di cura con servizi di emergenza e sollievo, nonché
con programmi di auto-mutuo-aiuto, di sostegno psicologico e promozione delle competenze dei
famigliari.
Va promossa la conoscenza e l'utilizzo da parte delle famiglie con figli adulti con disabilità di tutte le
misure di tutela giuridica oggi disponibili (amministratore di sostegno, ecc).

16

Servizi attivati nel periodo 2005 - 2009
2005

TOTALE

2009

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

64

22

76

38

La crescita significativa di utenti registrata in questi anni ci deve far
riflettere in prospettiva su più fattori:





Quali servizi sono necessari? E’ possibile sperimentare modelli organizzativi innovativi
che permettano di recuperare efficienza e garantiscano comunque qualità della vita?
Come possiamo affrontare il tema della sostenibilità economica nel tempo a fronte di un
effetto “pile up” registrato da tutti i servizi?
L’orientamento delle strutture verso interventi più incisivi di promozione dell’autonomia e
di inclusione sociale può determinare una condizione facilitante di emancipazione della
persona con disabilità e favorire un suo minor livello di dipendenza?
La tecnologia (domotica, controllo sull’ambiente, …) può esserci di aiuto per sviluppare
modelli di assistenza innovativi e meno costosi?
17

Persone con disabilità in carico ai Servizi per
l’integrazione lavorativa
TOTALE

2006

2007

2008

2009

715

726

758

791

Il diritto al lavoro per le persone svantaggiate e per le persone con disabilità
rimane un percorso su cui continuare a porre la massima attenzione.
Sono necessarie modalità stabili di collegamento e di integrazione tra diversi
attori che si occupano delle politiche di formazione, occupazione, inclusione
sociale e lavorativa, welfare locale e imprese, per creare condizioni più ottimali a
favore dell’inclusione della persona disabile nei contesti lavorativi.
Va rivalutato il ruolo del SIL, anche in un’ottica strategica per rafforzare gli
interventi che favoriscono la presenza di persone con disabilità in contesti
lavorativi/occupazionali anche con finalità assistenziali qualora non vi siano i
requisiti per un percorso di inserimento lavorativo più evoluto.
18

Finanziamento agli Enti gestori dei servizi per l'handicap
(regionale, comunale e altro finanziamento)
Fonte
finanziamento

2006

2007

2008

2009

da Regione

€ 20.800.000,00

€ 22.160.000,00

€ 23.300.000,00

€ 26.900.000,00

da Comuni

€ 13.239.308,51

€ 13.572.978,69

€ 14.518.352,92

€ 12.878.117,97

€ 2.315.922,33

€ 2.256.277,81

€ 3.423.384,24

€ 3.291.612,88

€ 36.355.230,84

€ 37.989.256,50

€ 41.241.737,16

€ 43.069.730,85

Da altre fonti
(Provincia, ecc.)
TOTALE

19

Non può essere trascurato l’impegno del sistema regionale sul fronte delle
risorse (la spesa sociale procapite negli ultimi anni è significativamente
superiore alla media nazionale).
Spesa(1) sociale
pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni
Tav. 1 - Spesa sociale pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni singoli e associati per regione e
ripartizipone
anni 2005-2007
singoli e associati
pergeografica,
regione
e ripartizione geografica, anni 2004-2007
2005-2007
(1)

Ripartizioni geografiche
Regioni e Ripartizioni geografiche
Friuli-Venezia Giulia

Friuli-Venezia Giulia
Nord-ovest

Nord-ovest
Nord-est

Centro
Sud

Nord-est
Centro
Sud
Isole
ITALIA

Spesa pro-capite(2)
Spesa pro-capite(2)

2004
148,9
111,9
135,2

103,6
38,1

2005
2005

2004

148,9

173,1

111,9

112,6

173,1

146,1
112,6

135,2
103,6

111,0

146,1
38,1
40,1
84,0
111,0

73,2
92,4

98,0

40,1

2006
2007
2006
2007

197,3

189,8

117,5

125,4

197,3

189,8

117,5 148,7 125,4

145,6
113,8

145,6
44,0
86,4
113,8

101,0

44,0

122,4
51,6
90,5
107,8

148,7

122,4
51,6

Isole

73,2

84,0

86,4

90,5

ITALIA

92,4

98,0

101,0

107,8

Fonte: Istat
(1) Si intende la spesa in conto corrente di competenza impegnata per l’erogazione dei servizi o degli interventi socio-assistenziali
da parte di Comuni e associazioni di comuni. Sono incluse le spese per il personale, per l’affitto di immobili o attrezzature e per
l’acquisto di beni e servizi (spesa gestita direttamente). La spesa è indicata in euro, al netto della compartecipazione degli utenti e
del Servizio sanitario nazionale.

Scelta strategica del
PSSR 2010 – 2012

• Nel confermare gli obblighi di attività previsti
dalle pianificazioni e/o indirizzi vigenti, il PSSR
2010-2012 pone la lente di ingrandimento sulla
presa in carico integrata delle persone con
malattie croniche e con disabilità.

21

Perché una lente di
ingrandimento
sulla
disabilità?
Le persone con malattie croniche e con disabilità:


chiedono particolare attenzione rispetto all’inclusione
sociale nei vari contesti comunitari;



chiedono spesso assistenza e cure continuative sia
sanitarie che sociali;



una quota significativa di risorse pubbliche è destinata a
loro;



impegnano significative quote di professionisti;



con le loro famiglie concorrono economicamente alla
propria cura e assistenza.

22

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Miglioramento del sistema di accesso ai servizi (migliorare la
funzione di informazione, di orientamento e di accompagnamento ai
servizi).
• L’adozione di sistemi unitari di valutazione del funzionamento della
persona con disabilità basato su ICF (adozione di una metodologia
valutativa uniforme e standardizzata);
• Adozione sistematica del progetto personalizzato redatto secondo
un impianto regionale uniforme e coerente con la valutazione
• Miglioramento della presa in carico integrata delle persone che
richiedono interventi sanitari e sociali unitariamente e definizione delle
responsabilità sul caso;

23

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012

• Definizione di un catalogo dei servizi sociosanitari;
• Monitoraggio degli attuali strumenti di sostegno della domiciliarità;

• Avvio percorso di riqualificazione delle strutture semiresidenziali e
residenziali;
• Accreditamento dei servizi per la disabilità.

24

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Ricomposizione delle risorse pubbliche regionali e ottimizzazione delle
stesse.
• Revisione e potenziamento
sociosanitario e sociale.

del

sistema

regionale

informativo

• Riavvio della programmazione locale PAT e PdZ e predisposizione di un
nuovo strumento di pianificazione settoriale specifico per la disabilità
(PLD).

25

Rilancio della programmazione locale 2011
• Rilancio della pianificazione locale condivisa e partecipata:
– Dobbiamo essere capaci di produrre documenti di pianificazione che non
siano dichiarazione del “dover essere” o “del sarebbe bello”, ma documenti
le cui azioni e interventi abbiano la caratteristica di fattibilità, quindi:
– Attenzione alla realizzabilità di quanto programmato;
– Definizione, sulla scorta delle risorse disponibili, di una scala di priorità di
azioni e interventi coerenti con i bisogni delle persone e delle famiglie.

• Perseguire l’integrazione territoriale tra i servizi alla persona e i diversi
soggetti del sistema comunitario come valore per lo sviluppo e il
benessere delle nostre comunità.

26

Perché l’integrazione? Tre grandi motivi di merito:


L'integrazione genera maggiore efficacia di cura e di sostegno in
particolare a fronte di una crescita esponenziale delle patologie croniche
che richiedono lungo-assistenza e che coinvolgono pesantemente i nuclei
familiari degli assistiti sempre più non autosufficienti;



L'integrazione favorisce un uso più efficiente
superando le frammentazioni e le duplicazioni improprie;



L'integrazione riduce il disagio dei cittadini nel rapporto con i servizi
concentrando i punti di accesso alle reti dei servizi e rendendo, quindi,
meno problematica, da parte del cittadino, l'affannosa ricerca di servizi
e sportelli differenziati per materia e "target" assistenziale.

delle

risorse

27

Conclusioni
Ritengo che dobbiamo sentirci pronti alla sfida. La quantità dei servizi è buona, la
qualità può essere certamente migliorata.

Dobbiamo cercare di giocarci bene questa nuova partita.

Uscirne insieme è la democrazia e una società giusta.

28


Slide 27

LE PERSONE CON DISABILITA’
AL TEMPO DELLA CRISI
Diritti inalienabili,
opportunità e
prospettive

IL Piano Sanitario e Sociosanitario Regionale 2010 - 2012
Giuseppe BAZZO
Annalisa FAGGIONATO
Palmanova, 22 ottobre 2010

Contenuti della presentazione:

Premessa: il sistema di welfare in FVG
Alcuni dati di contesto
Il PSSR 2010 – 2012: impegni per il prossimo futuro

2

Il sistema di protezione sociale in FVG


Le LL.RR emanate dal 2003 ed in particolare la LR n. 6/2006 “Sistema integrato
di interventi e servizi per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza
sociale” hanno l’obiettivo generale di promuovere il benessere della comunità
regionale attraverso l’innovazione e lo sviluppo del sistema di welfare
regionale che pone al centro di un sistema integrato di interventi e servizi
la persona e la sua famiglia.



Un primo obiettivo è il superamento dell’ottica meramente assistenziale e
l’affermazione di una strategia di integrazione delle diverse politiche del
welfare, specie per quelle che incidono sulla qualità della vita dei cittadini
(politiche sociali, sanitarie, educative, formative, del lavoro, dei trasporti, ecc.).



Un altro obiettivo è l’innovazione di un impianto per molti versi superato,
attraverso il rilancio di un sistema istituzionale e di servizi sociali capace di
garantire un più elevato livello d’offerta.
3

L’attuale quadro normativo prevede cambiamenti:


nel concetto di assistenza:




diritto dei cittadini di partecipare alle decisioni che li riguardano
promozione dello sviluppo della persona umana
favorire la cittadinanza attiva



nel ruolo dell’Ente Locale ed in particolare dei Comuni associati nei 19 ambiti;



nel ruolo degli operatori sociali





nell’organizzazione dei servizi e degli interventi




basata su progetti e processi e non tanto su procedimenti ed atti;

nel modo di fare amministrazione




migliorare la capacità di presa in carico dei problemi delle persone e delle famiglie in un’ottica
negoziale
maggiore capacità di lettura dei fenomeni sociali e di coerente programmazione

non semplice produzione di regole ma maggiore attenzione ai risultati;

nelle modalità e nei contenuti della pianificazione e della programmazione attuativa


a tutti i livelli (regionale e locale) sempre più caratterizzata da modalità concertative e
partecipative.
4

Un percorso verso un sistema di

“welfare di responsabilità condivise”
I termini “Integrazione delle politiche“ di protezione sociale con le più generali
politiche sociali e “governance”, vale a dire “governo partecipato”, sono
le espressioni che meglio di altre descrivono il mutamento in atto nella nostra
Regione e meglio si correlano con il concetto di “welfare comunitario”, inteso come
costruzione di un “welfare di responsabilità condivise”, finalità generale cui tende
l’intero processo di riforma regionale.

5

LIVELLI DI GOVERNANCE
L.R. n. 23/2004 rappresenta uno snodo importante perché oltre a definire
le modalità di partecipazione degli enti locali alla programmazione
sociale sociosanitaria e sanitaria nei diversi livelli (regionale,
aziendale e di ambito distrettuale) definisce anche gli strumenti di
programmazione sanitaria, sociosanitaria e sociale:
Sanitario

Sociale

Livello
regionale

• Piano sanitario e sociosanitario

• Piano regionale degli
interventi e dei servizi sociali

Livello locale

• Piano attuativo locale (PAL) e
• Piano di zona (PdZ)
Piano attuativo ospedaliero (PAO)
• Programma delle attività
territoriali (PAT)

6

Governance

• Livello regionale
– definizione delle linee generali e degli obiettivi
strategici della programmazione, la determinazione
dei livelli di assistenza, i criteri e i modelli di
valutazione, la politica della spesa, l’esercizio delle
funzioni
di
indirizzo,
accompagnamento,
monitoraggio e controllo;

• Livello locale
– programmazione territoriale, pianificazione degli
interventi, organizzazione e gestione associata dei
servizi, valutazione dei risultati e governo della
rete, implementazione flussi informativi, gestione
delle risorse e rendicontazione della spesa.
7

Aree che saranno
argomento
specifico a partire
dal 2011 del
Piano locale per
la disabilità. Detto
sarà recepito nei
PAT e nei PdZ

Azioni congiunte nelle
aree di integrazione
sociosanitaria

L’elaborazione congiunta riguarda particolarmente:







la prevenzione e assistenza materno-infantile;
l’assistenza, riabilitazione ed integrazione sociale delle persone con disabilità;
la tutela della salute delle persone anziane;
la cura e recupero dei soggetti tossicodipendenti;
la cura e recupero dei soggetti malati di mente;
le situazioni di non autosufficienza, temporanea o permanente, derivanti da patologie
diverse.

9

Qualche dato in sintesi

10

Persone con riconoscimento di invalidità civile e con
certificazione di handicap ai sensi della L. 104/92
ANNO 2005
n. persone viventi al 31.12.05

TOTALE

Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

52.007

1.774

653

ANNO 2008
n. persone viventi al 31.12.08
Tot. IC

di cui
0-18

di cui
0-18 gravi

75.899

2.078

776

Circa 76.000 persone vivono con una disabilità più o meno grave nella nostra regione.
Prevalenti le persone anziane, ultrasessantacinquenni, non autosufficienti per le conseguenze
di malattie invalidanti e dei processi di invecchiamento (sono circa 51.000)
Sono circa 25.000 le persone con disabilità di età inferiore ai 65 anni
Circa 2.000 i minori con malformazioni per effetto di traumi neonatali o di fattori genetici o
altre cause.

11

Servizio Sociale dei Comuni: gli utenti in carico

2007
Tot. Utenti

2008
di cui disabili

Tot. Utenti

2009
di cui disabili

Tot. Utenti

di cui disabili

MF

MF

%

MF

MF

%

MF

MF

%

0-17 anni

5.979

1.516

25,4

6.836

1.722

25,2

7.572

1.889

24,9

18-24 anni

2.727

840

30,8

3.806

986

25,9

4.840

1.086

22,4

35-64 anni

6.803

1.999

29,4

9.805

2.428

24,8

12.638

2.893

22,9

65-74 anni

2.571

691

26,9

3.206

870

27,1

3.883

974

25,1

75 e +

10.069

2.856

28,4

12.699

3.673

28,9

15.552

4.195

27,0

Totale
FVG

28.149

7.902

28,1

36.352

9.679

26,6

44.485

11.037

24,8

Fonte: SISS su dati CSI (il dato 2007 risulta non completo)

12

Servizio Sociale dei Comuni: i minori disabili in carico
2007

2008

2009

1.516

1.722

1.889

• con interventi socioeducativi a scuola

214

271

474

• con interventi assistenziali a scuola

229

273

444

• con interventi socioeducativi di gruppo

60

62

86

• con interventi socioeducativi individuali

739

810

954

Totale minori in carico ai SSC
di cui utenti con interventi di cui lett. A) e b) , art. 6 LR 41/96:

Gli interventi socio-educativi a scuola quanto risultano essere una variabile dipendente dalle risorse
(insegnante di sostegno, altro personale docente) messe in campo dalla scuola?

13

Alunni certificati a.s. 2009 - 2010
Situazione anno scolastico 2009 - 2010
Pop.
scolastica

Tot. alunni
disabili

% alunni disabili
su pop. scol.

GO

17.414

427

2,45

PN

37.173

567

1,53

TS

23.334

424

1,82

UD

63.662

1.177

1,85

Tot.

141.583

2.595

1,83

Gli alunni certificati ai sensi della Legge 104/92
nell’anno
scolastico
2009-2010
hanno
rappresentato l’1,83% della popolazione scolastica

Passaggio
dalla scuola
alla vita
adulta: quali
prospettive?
Nell’adolescente
con
disabilità emerge come in
tutti gli adolescenti la
necessità di un "progetto
di vita“ .

regionale (media nazionale: 2,3%).

14

Persone con disabilità nei centri diurni (art. 6, lett. e), f) LR 41/96)
.

TOTALE

2006

2007

2008

2009

993

1.108

1.154

1.220

La rete dei servizi diurni rappresenta indubbiamente una risorsa importante per
garantire, soprattutto dopo l’uscita dal sistema scolastico delle persone con gravi
compromissioni di funzionamento, un percorso assistenziale, educativo e socioriabilitativo.
Riteniamo che tale offerta vada tuttavia riqualificata. Oggi c’è il rischio che tale
offerta rappresenti per molti territori l’unica risposta strutturata anche per quelle
persone per le quali è possibile intravedere possibilità alternative al tradizionale
centro diurno.
E’ necessario che i centri diurni:
• riaffermino la propria funzione educativa e abilitativa finalizzata all’emancipazione
della persona disabile;
• Evolvano attraverso nuove proposte operative, soluzioni differenziate più
qualificanti e capaci di promuovere una migliore qualità di vita soprattutto per i
disabili che oggi escono dalla scuola.
15

Persone con disabilità nei servizi residenziali
TOTALE

2006

2007

2008

2009

158

285

324

368

Le strutture residenziali stanno cercando di rispondere al meglio alle richieste di residenzialità
extradomiciliare:

Sta invecchiando la generazione dei genitori che ha fatto la scelta di mantenere i propri figli in famiglia.
Per molti di loro, il tema, mai tramontato, del “dopo di noi” rimane una questione cruciale.
Avvertiamo la necessità di sperimentare soluzioni abitative complementari/alternative alle attuali
strutture residenziali in grado di valorizzare le capacità e le esigenze di autonomia e di vita indipendente
in particolare per le persone con disabilità meno gravi e discreti livelli di autonomia.
Le famiglie chiedono un sostegno al loro lavoro di cura con servizi di emergenza e sollievo, nonché
con programmi di auto-mutuo-aiuto, di sostegno psicologico e promozione delle competenze dei
famigliari.
Va promossa la conoscenza e l'utilizzo da parte delle famiglie con figli adulti con disabilità di tutte le
misure di tutela giuridica oggi disponibili (amministratore di sostegno, ecc).

16

Servizi attivati nel periodo 2005 - 2009
2005

TOTALE

2009

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

N. centri
diurni

N. servizi
residenziali

64

22

76

38

La crescita significativa di utenti registrata in questi anni ci deve far
riflettere in prospettiva su più fattori:





Quali servizi sono necessari? E’ possibile sperimentare modelli organizzativi innovativi
che permettano di recuperare efficienza e garantiscano comunque qualità della vita?
Come possiamo affrontare il tema della sostenibilità economica nel tempo a fronte di un
effetto “pile up” registrato da tutti i servizi?
L’orientamento delle strutture verso interventi più incisivi di promozione dell’autonomia e
di inclusione sociale può determinare una condizione facilitante di emancipazione della
persona con disabilità e favorire un suo minor livello di dipendenza?
La tecnologia (domotica, controllo sull’ambiente, …) può esserci di aiuto per sviluppare
modelli di assistenza innovativi e meno costosi?
17

Persone con disabilità in carico ai Servizi per
l’integrazione lavorativa
TOTALE

2006

2007

2008

2009

715

726

758

791

Il diritto al lavoro per le persone svantaggiate e per le persone con disabilità
rimane un percorso su cui continuare a porre la massima attenzione.
Sono necessarie modalità stabili di collegamento e di integrazione tra diversi
attori che si occupano delle politiche di formazione, occupazione, inclusione
sociale e lavorativa, welfare locale e imprese, per creare condizioni più ottimali a
favore dell’inclusione della persona disabile nei contesti lavorativi.
Va rivalutato il ruolo del SIL, anche in un’ottica strategica per rafforzare gli
interventi che favoriscono la presenza di persone con disabilità in contesti
lavorativi/occupazionali anche con finalità assistenziali qualora non vi siano i
requisiti per un percorso di inserimento lavorativo più evoluto.
18

Finanziamento agli Enti gestori dei servizi per l'handicap
(regionale, comunale e altro finanziamento)
Fonte
finanziamento

2006

2007

2008

2009

da Regione

€ 20.800.000,00

€ 22.160.000,00

€ 23.300.000,00

€ 26.900.000,00

da Comuni

€ 13.239.308,51

€ 13.572.978,69

€ 14.518.352,92

€ 12.878.117,97

€ 2.315.922,33

€ 2.256.277,81

€ 3.423.384,24

€ 3.291.612,88

€ 36.355.230,84

€ 37.989.256,50

€ 41.241.737,16

€ 43.069.730,85

Da altre fonti
(Provincia, ecc.)
TOTALE

19

Non può essere trascurato l’impegno del sistema regionale sul fronte delle
risorse (la spesa sociale procapite negli ultimi anni è significativamente
superiore alla media nazionale).
Spesa(1) sociale
pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni
Tav. 1 - Spesa sociale pro-capite per interventi e servizi sociali dei Comuni singoli e associati per regione e
ripartizipone
anni 2005-2007
singoli e associati
pergeografica,
regione
e ripartizione geografica, anni 2004-2007
2005-2007
(1)

Ripartizioni geografiche
Regioni e Ripartizioni geografiche
Friuli-Venezia Giulia

Friuli-Venezia Giulia
Nord-ovest

Nord-ovest
Nord-est

Centro
Sud

Nord-est
Centro
Sud
Isole
ITALIA

Spesa pro-capite(2)
Spesa pro-capite(2)

2004
148,9
111,9
135,2

103,6
38,1

2005
2005

2004

148,9

173,1

111,9

112,6

173,1

146,1
112,6

135,2
103,6

111,0

146,1
38,1
40,1
84,0
111,0

73,2
92,4

98,0

40,1

2006
2007
2006
2007

197,3

189,8

117,5

125,4

197,3

189,8

117,5 148,7 125,4

145,6
113,8

145,6
44,0
86,4
113,8

101,0

44,0

122,4
51,6
90,5
107,8

148,7

122,4
51,6

Isole

73,2

84,0

86,4

90,5

ITALIA

92,4

98,0

101,0

107,8

Fonte: Istat
(1) Si intende la spesa in conto corrente di competenza impegnata per l’erogazione dei servizi o degli interventi socio-assistenziali
da parte di Comuni e associazioni di comuni. Sono incluse le spese per il personale, per l’affitto di immobili o attrezzature e per
l’acquisto di beni e servizi (spesa gestita direttamente). La spesa è indicata in euro, al netto della compartecipazione degli utenti e
del Servizio sanitario nazionale.

Scelta strategica del
PSSR 2010 – 2012

• Nel confermare gli obblighi di attività previsti
dalle pianificazioni e/o indirizzi vigenti, il PSSR
2010-2012 pone la lente di ingrandimento sulla
presa in carico integrata delle persone con
malattie croniche e con disabilità.

21

Perché una lente di
ingrandimento
sulla
disabilità?
Le persone con malattie croniche e con disabilità:


chiedono particolare attenzione rispetto all’inclusione
sociale nei vari contesti comunitari;



chiedono spesso assistenza e cure continuative sia
sanitarie che sociali;



una quota significativa di risorse pubbliche è destinata a
loro;



impegnano significative quote di professionisti;



con le loro famiglie concorrono economicamente alla
propria cura e assistenza.

22

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Miglioramento del sistema di accesso ai servizi (migliorare la
funzione di informazione, di orientamento e di accompagnamento ai
servizi).
• L’adozione di sistemi unitari di valutazione del funzionamento della
persona con disabilità basato su ICF (adozione di una metodologia
valutativa uniforme e standardizzata);
• Adozione sistematica del progetto personalizzato redatto secondo
un impianto regionale uniforme e coerente con la valutazione
• Miglioramento della presa in carico integrata delle persone che
richiedono interventi sanitari e sociali unitariamente e definizione delle
responsabilità sul caso;

23

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012

• Definizione di un catalogo dei servizi sociosanitari;
• Monitoraggio degli attuali strumenti di sostegno della domiciliarità;

• Avvio percorso di riqualificazione delle strutture semiresidenziali e
residenziali;
• Accreditamento dei servizi per la disabilità.

24

Impegni previsti con il PSSR 2010 - 2012
• Ricomposizione delle risorse pubbliche regionali e ottimizzazione delle
stesse.
• Revisione e potenziamento
sociosanitario e sociale.

del

sistema

regionale

informativo

• Riavvio della programmazione locale PAT e PdZ e predisposizione di un
nuovo strumento di pianificazione settoriale specifico per la disabilità
(PLD).

25

Rilancio della programmazione locale 2011
• Rilancio della pianificazione locale condivisa e partecipata:
– Dobbiamo essere capaci di produrre documenti di pianificazione che non
siano dichiarazione del “dover essere” o “del sarebbe bello”, ma documenti
le cui azioni e interventi abbiano la caratteristica di fattibilità, quindi:
– Attenzione alla realizzabilità di quanto programmato;
– Definizione, sulla scorta delle risorse disponibili, di una scala di priorità di
azioni e interventi coerenti con i bisogni delle persone e delle famiglie.

• Perseguire l’integrazione territoriale tra i servizi alla persona e i diversi
soggetti del sistema comunitario come valore per lo sviluppo e il
benessere delle nostre comunità.

26

Perché l’integrazione? Tre grandi motivi di merito:


L'integrazione genera maggiore efficacia di cura e di sostegno in
particolare a fronte di una crescita esponenziale delle patologie croniche
che richiedono lungo-assistenza e che coinvolgono pesantemente i nuclei
familiari degli assistiti sempre più non autosufficienti;



L'integrazione favorisce un uso più efficiente
superando le frammentazioni e le duplicazioni improprie;



L'integrazione riduce il disagio dei cittadini nel rapporto con i servizi
concentrando i punti di accesso alle reti dei servizi e rendendo, quindi,
meno problematica, da parte del cittadino, l'affannosa ricerca di servizi
e sportelli differenziati per materia e "target" assistenziale.

delle

risorse

27

Conclusioni
Ritengo che dobbiamo sentirci pronti alla sfida. La quantità dei servizi è buona, la
qualità può essere certamente migliorata.

Dobbiamo cercare di giocarci bene questa nuova partita.

Uscirne insieme è la democrazia e una società giusta.

28