Corso di Psicologia Dinamica Donald W. Winnicott Franco Baldoni Facoltà di Psicologia - Università di Bologna.
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Corso di
Psicologia Dinamica
Donald W. Winnicott
Franco Baldoni
Facoltà di Psicologia - Università di Bologna
Slide 2
Donald Woods Winnicott
Nasce a Plymounth nel 1896
Pediatra, psichiatra infantile e psicoanalista, analizzato
da James Strachey e Joan Rivìere, supervisione con
Melanie Klein
Lavora per 40 anni in un consultorio pediatrico
ospedaliero a Londra
Presidente della Società Psicoanalitica Britannica
Da indipendente si propone come mediatore tra la Klein
e Anna Freud
Tiene conferenze e trasmissioni radiofoniche di
informazione sul rapporto bambini-genitori
Muore a Londra nel 1971
Slide 3
La concezione dello sviluppo
Non esiste un neonato senza una madre
La madre sufficientemente buona sa illudere e
gradualmente disilludere ed è in grado di sviluppare
una preoccupazione materna primaria
Lo sviluppo emozionale primario (primi 6 mesi di
vita) viene descritto attraverso tre concetti:
dipendenza, integrazione e organizzazione
Esiste una relazione dialettica tra un vero Sé ed un
falso Sé
L’attenzione viene spostata dal concetto di pulsione
a quello di bisogno
Slide 4
La madre
sufficientemente buona
Ha il compito di favorire, senza interferire,
la tendenza innata alla crescita del bambino
Deve permettere inizialmente l’illusione di
un ambiente protettivo quasi perfetto, per
poi disilludere il bambino esponendolo
gradualmente alle frustrazioni e difficoltà
esterne, senza difenderlo da ciò che è in
grado di affrontare da solo
Slide 5
La preoccupazione
materna primaria
E’ uno stato psicologico transitorio di devozione, di
dipendenza e di regressione nel quale i bisogni del neonato
vengono avvertiti come la cosa più importante
Una madre sufficientemente buona (sufficientemente devota)
è in grado di percepire empaticamente le esigenze del suo
bambino (tramite l’identificazione proiettiva) e di viverle come
proprie rispondendo in modo adeguato
Per riuscire in questo compito la madre non ha bisogno di
essere esperta o particolarmente intelligente o colta
Si manifesta dalla fine della gravidanza ad alcuni mesi dopo il
parto, se si presentasse in altri momenti corrisponderebbe a
una condizione psichiatrica
Slide 6
Le funzioni materne
Holding : è la funzione di sostegno, il tenere il
neonato in braccio e il contenerlo. Favorisce il
passaggio dal non Io all’Io sono
Handling : è il modo in cui il neonato è
manipolato e accudito dal punto di vista fisico.
Favorisce l’integrazione psicosomatica
Object presenting : è la presentazione del
mondo al bambino in modo da favorire l’illusione
che gli oggetti siano creati da lui stesso (oggetti
soggettivi)
Slide 7
La disillusione
Dopo un primo momento in cui ha favorito
l’illusione di un ambiente protettivo quasi
perfetto il compito della madre è quello di
disilludere
progressivamente
il
bambino
esponendolo alle frustrazioni del mondo esterno
Ha luogo con l’attenuarsi della preoccupazione
materna primaria
Dall’oggetto soggettivo (percepito come parte di
Sé) si passa all’oggetto oggettivo (diverso da Sé)
fondamento di una relazione vera e propria
Slide 8
Lo sviluppo
emozionale primario
Avviene nei primi sei mesi di vita
Viene descritto attraverso tre concetti:
DIPENDENZA
ORGANIZZAZIONE
INTEGRAZIONE
Slide 9
Il concetto di dipendenza
Dipendenza assoluta (primi 6 mesi) il bambino
piccolo non esiste da solo, ma è parte di una
relazione, anche se ignora che qualcuno si prende
cura di lui
Dipendenza relativa (dai 6 mesi ai 2 anni) graduale
consapevolezza dei propri bisogni e della propria
dipendenza
Indipendenza (dalla pubertà in poi) viene percepito
internamente un ambiente (la madre) che dà
sostegno e permette un’esistenza autonoma
soddisfacente
Slide 10
Il concetto di organizzazione
Nei primi mesi di vita l’individuo passa da uno
stato di non organizzazione ad uno di
organizzazione
Nello stato di non organizzazione è necessario
un ambiente che lo protegga dai vissuti di
vuoto, di frammentazione. La madre assolve
questo ruolo attraverso la preoccupazione
materna primaria
Slide 11
Il concetto di integrazione
Nei primi mesi di vita l’individuo passa da uno
stato di non integrazione ad uno di integrazione
psicosomatica
Nello stato di non integrazione non possiede un
unità corporea che gli permetta di riconoscere le
sensazioni (se ha fame, lui è la fame) e non ha il
senso del tempo. Sono fondamentali le funzioni
materne di holding, di handling e di object
presenting
Slide 12
L’integrazione psicosomatica
E’ lo sviluppo di un Sé allo stesso tempo
psichico e fisico, cioè di un senso di
esistenza nel proprio corpo
L’unità
psicosomatica
è
condizione
indispensabile per uno stato di salute
mentale e di pieno coinvolgimento nella
realtà (in questo caso l’utilizzazione del
corpo costituisce una fonte di grande
piacere)
Slide 13
Il malato psicosomatico
Il vero malato psicosomatico si caratterizza per
una
particolare
scissione
mente-corpo
(depersonalizzazone)
Le sensazioni somatiche non vengono elaborate e
rappresentate simbolicamente in modo adeguato,
per cui l’attività psichica tende a diventare
qualcosa di separato dall’esperienza corporea
Si sviluppa un falso Sé difensivo caratterizzato da
un’eccessiva intellettualizzazione non integrata
con le esperienze corporee
Slide 14
L’oggetto transizionale
Rappresenta, in modo simbolico, la relazione con la
madre
Difende dalle angosce depressive ed ha una funzione
positiva perché aiuta ad elaborare la separazione dalla
madre
Può essere un oggetto (una coperta, uno straccio, un
pupazzo, un cuscino, un gioco), ma anche una parola,
un comportamento o un’abitudine
Il rapporto con esso è ambivalente ed esclusivo
Compare tra i 4 e i 12 mesi
Viene utilizzato soprattutto quando il bambino è solo,
lontano dalla madre o deve andare a dormire
Slide 15
Slide 16
Le esperienze transizionali
Sono aree intermedie di esperienza tra realtà
esterna e interna
Nel bambino sono rappresentate dagli oggetti
transizionali
Nell’adulto sono legate alla consapevolezza di uno
spazio potenziale di riposo dove lasciare fluttuare
liberamente le idee e le fantasie: il gioco, il sogno,
l’esperienza artistica, culturale e religiosa, il
mentire, il rubare, il feticismo (oggetto feticcio ), i
rituali ossessivi o superstiziosi (il talismano),
l’alcool, la droga (oggetto tossico )
Slide 17
Il gioco
E’ un’esperienza transizionale, ma anche
una vera e propria terapia
Ogni psicoterapia presuppone l’instaurarsi
di un gioco comune all’interno di un
rapporto
Slide 18
La capacità di essere solo
Stare solo senza sentirsi soli implica una reale maturità
personale
Nasce dall’esperienza della solitudine in presenza di
un’altra persona (il neonato si abbandona a stati di nonintegrazione, di quiete e di riposo in presenza della
madre)
Più tardi il bambino riuscirà a stare solo senza bisogno
della presenza della madre o di un suo simbolo (oggetto
transizionale) perché avrà introiettato il sostegno
materno
Dopo un rapporto sessuale vi sono due persone che
assaporano l’esperienza di essere soli in presenza di un
altro
Slide 19
Che cos’è la vita?
L’assenza di malattie è forse la salute, ma non
è la vita
La creatività e l’autenticità danno all’individuo il
sentimento che la vita vale la pena di essere
vissuta
L’individuo in “crisi” può essere più sano di
quello in cui la apparente condizione di
normalità è sostenuta da un falso Sé
Il suicidio può essere un modo di dare al corpo
una morte che si è già verificata nella psiche
Slide 20
Il vero Sé
Corrisponde al gesto spontaneo (è il vero Sé in
azione)
Origina dalla vita corporea ed è allo stesso
tempo fisico e psichico
E’ strettamente legato al processo primario e,
all’inizio, non è reattivo agli stimoli esterni
E’ legato a un senso di esistenza nel proprio
corpo
Permette di essere creativi, di sentirsi autentici,
reali e presenti, di provare piacere
Slide 21
Il falso Sé
E’ un’organizzazione difensiva della personalità che ha
la funzione di proteggere come un involucro il vero Sé
Deriva da un ambiente insufficiente ed è un ultima
difesa verso la depressione
E’ totalmente inconscio e può corrispondere a una vita
apparentemente normale (anche se accompagnata da
sentimenti di vuoto e di noia)
Spesso sono stati dei bambini bravi e compiacenti,
apprezzati da genitori e insegnanti (dei piccoli adulti)
Nei momenti significativi della vita possono
scompensarsi manifestando gravi disturbi psicologici o
somatici
Slide 22
Lo sviluppo sano
Illusione infantile
di onnipotenza
Graduale disillusione
Ambiente
sufficientemente
buono
Integrazione
psicosomatica
Adeguamento
sociale
Falso Sé
Protezione
Sé totale
Spontaneità
Creatività
Piacere
Vero Sé
Slide 23
La condizione sana
Il vero Sé si esprime adeguatamente
consentendo la spontaneità, la creatività,
la soddisfazione personale e permettendo
di affrontare le frustrazioni e i
cambiamenti
Il falso Sé sostiene nel confronto con
l’ambiente costituendo una base per un
comportamento socialmente accettabile
Slide 24
Lo sviluppo problematico
Illusione infantile
di onnipotenza
Disillusione traumatica
Ambiente
insufficiente
Scissione
psicosomatica
Imitazione, compiacenza
Intellettualizzazione
Conformismo sociale
Falso Sé patologico
Annullamento
Spontaneità
Creatività
Piacere
Vero Sé
Slide 25
Il falso Sé patologico
E’ impedita un’espressione sufficiente del
vero Sé
Il falso Sé patologico agisce per motivi:
Imitativi : scelta basata sull’imitazione di
modelli, sulle aspettative altrui e sul
conformismo
Difensivi : per evitare l’angoscia e la
depressione che si manifestano quando i
propri bisogni più autentici emergono
Slide 26
Livelli organizzativi del falso Sé
1. Stato patologico: il falso Sé si sostituisce al vero Sé e viene
scambiato dagli altri per la persona reale. Tende a vacillare nei rapporti
più profondi, nell’amicizia e sul lavoro (è il livello più estremo)
2. Stato di confine: il falso Sé difende il vero Sé (che viene riconosciuto
come potenziale) permettendogli una vita segreta. La malattia può
assumere un significato positivo in quanto può permettere l’espressione
dell’individuo in condizioni ambientali sfavorevoli
3. Stato di sofferenza: il falso Sé cerca le condizioni migliori per fare
emergere il vero Sé. Se queste condizioni non sono trovate allora si
riorganizzano nuove difese fino ad arrivare al suicidio per evitare
l’annientamento del vero Sé
4. Stato di fragilità: il falso Sé si forma sulla base di identificazioni di
carattere imitativo (è il livello più vicino alla salute)
5. Stato di salute: il falso Sé è rappresentato dall’organizzazione
dell’atteggiamento sociale ed educato. L’individuo supera l’onnipotenza
infantile e il processo primario per avere un posto nella società.
Slide 27
Lo scompenso del falso Sé
Burn-out : nella sue manifestazioni più tipiche
(perdita di interesse, stanchezza, ansia, insonnia,
sintomi psicofisiologici, abbandono del lavoro)
Malattia : psichica (depressione, attacchi di
panico, crisi psicotiche) o somatica (infarto, cancro,
patologie endocrine)
Suicidio : può rappresentare un modo di dare al
corpo una morte che si è già verificata nella psiche.
Anche sotto forma di equivalenti suicidari (ripetuti
incidenti, traumi, autolesionismo)
Slide 28
Il falso Sé nella relazione
Nel controtransfert il falso Sé è percepito come
mancanza di autenticità, noia, vuoto, il vero Sé è
avvertito per la sua “assenza”
Terapeuta e falso Sé del paziente possono
sembrare due bambinaie che parlano del
bambino (il vero Sé)
Se una persona annoia, è malata ed ha bisogno
di aiuto, ma se il nostro interesse rimane sveglio,
allora si è capaci di aiutarla (quando non
proviamo interesse per una persona non
possiamo aiutarla)
Slide 29
Il sintomo in età evolutiva
Il
bambino
e
l’adolescente
esprimono attraverso il sintomo il
blocco del proprio sviluppo affettivo
in modo che possa essere percepito
dall’ambiente
Slide 30
Le tendenze antisociali
I comportamenti antisociali e devianti (il furto, la
bugia, la prepotenza) sono segnali emessi dal
bambino per comunicare un vissuto interiore di
deprivazione e sofferenza
I genitori e la società non devono reagire né in
modo indulgente, né colpevolizzante, ma cogliere
quello che, all’inizio, è un segnale di speranza
Più tardi si interviene sul disagio più queste
tendenze
si
cronicizzano
diventando
egosintoniche (delinquenza, psicopatie)
Slide 31
La psicoterapia
Ogni terapia deve tenere conto delle
tendenze spontanee alla guarigione
Lo scopo di una psicoterapia è offrire al
paziente un contesto in cui i suoi conflitti
possano essere espressi e tollerati
Lo psicoterapeuta deve saper “aspettare”
con pazienza la risoluzione dei conflitti,
piuttosto che sopprimere ad ogni costo i
sintomi (ogni violenza interpretativa è
pericolosa)
Slide 32
La terapia del bambino
E’ necessario farsi carico anche della madre
Il terapeuta può assumere la funzione
dell’ambiente primario mancante
La terapia ha un aspetto duplice:
aiutare i genitori a farsi carico del figlio
il genitore, attraverso l’aiuto che riesce a dare
al figlio, può prendere conoscenza delle
proprie difficoltà
Slide 33
Lo scarabocchio (Squiggle )
Si traccia uno scarabocchio su un foglio, poi si chiede al
bambino di aggiungere qualcosa. Successivamente si
invertono i ruoli (la parità è fondamentale). A volte si
realizzano veri disegni (anche 30 per seduta)
Il risultato è una rappresentazione dell’inconscio
paragonabile ai sogni e come tale può essere interpretato
E’ una forma di holding, in quanto il paziente, mano a
mano, sorprende se stesso con la produzione di idee e
sentimenti che precedentemente non erano integrati
E’ uno strumento non solo diagnostico perché rivela le
potenzialità terapeutiche della prima consultazione
(consultazioni terapeutiche )
Slide 34
I bisogni del paziente
Nei pazienti più maturi (nevrotici) la frustrazione
di un desiderio provoca frustrazione e collera
Con il malato regredito il termine desiderio non
è esatto: bisogna usare quello di bisogno
Se questi pazienti hanno bisogno di quiete e di
cure materne bisogna dare loro questo
Se non si risponde a questo bisogno si riproduce
la situazione di carenza dell’ambiente che ha
arrestato il processo di crescita del Sé
Slide 35
Differenze tra
psicoanalisi e psicoterapia
Psicoanalisi classica
Psicoterapia analitica
L’analista
assume
un
atteggiamento iniziale di attesa
evitando di interpretare per
favorire
il
transfert
e
l’espressione
dei
vissuti
profondi
Si sovrappongono due aree di
gioco: quella del paziente e
quella del terapeuta
Indicazioni:
Sé sufficientemente maturo,
integrato e stabile
L’analista deve sostenere il
paziente come una madre
(analista sufficientemente buono)
rendendolo capace di giocare
Indicazioni:
Paura della pazzia
Falso Sé
Tendenze antisociali, vissuti di
gravi deprivazioni
Scarso esame di realtà
Problemi contingenti (età,
difficoltà economiche, sociali e
culturali)
Slide 36
Donald W. Winnicott
Bibliografia essenziale
Dalla pediatria alla psicoanalisi
(1958) Martinelli, Firenze 1975
Sviluppo affettivo e ambiente.
Armando, Roma, 1965
Gioco e realtà. Armando, Roma,
1974
Colloqui terapeutici con i
bambini. Armando, Roma, 1974
La famiglia e lo sviluppo
dell'individuo (1965). Armando,
Roma, 1982.
Il bambino deprivato (1984).
Raffaello Cortina, Milano, 1986.
Monografie su Winnicott
Geets C. (1981) Winnicott.
Armando, Roma, 1983
A.A.V.V. (1982) Il pensiero di
D.W. Winnicott. Armando,
Roma
Abram J. (1996): Il linguaggio
di Winnicott. Franco Angeli,
Milano, 2002
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Preghiera
Oh Dio!
Fa che io sia vivo nel momento
della mia morte.
Donald Woods Winnicott
Cit. in Clare Winnicott (1977)
Corso di
Psicologia Dinamica
Donald W. Winnicott
Franco Baldoni
Facoltà di Psicologia - Università di Bologna
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Donald Woods Winnicott
Nasce a Plymounth nel 1896
Pediatra, psichiatra infantile e psicoanalista, analizzato
da James Strachey e Joan Rivìere, supervisione con
Melanie Klein
Lavora per 40 anni in un consultorio pediatrico
ospedaliero a Londra
Presidente della Società Psicoanalitica Britannica
Da indipendente si propone come mediatore tra la Klein
e Anna Freud
Tiene conferenze e trasmissioni radiofoniche di
informazione sul rapporto bambini-genitori
Muore a Londra nel 1971
Slide 3
La concezione dello sviluppo
Non esiste un neonato senza una madre
La madre sufficientemente buona sa illudere e
gradualmente disilludere ed è in grado di sviluppare
una preoccupazione materna primaria
Lo sviluppo emozionale primario (primi 6 mesi di
vita) viene descritto attraverso tre concetti:
dipendenza, integrazione e organizzazione
Esiste una relazione dialettica tra un vero Sé ed un
falso Sé
L’attenzione viene spostata dal concetto di pulsione
a quello di bisogno
Slide 4
La madre
sufficientemente buona
Ha il compito di favorire, senza interferire,
la tendenza innata alla crescita del bambino
Deve permettere inizialmente l’illusione di
un ambiente protettivo quasi perfetto, per
poi disilludere il bambino esponendolo
gradualmente alle frustrazioni e difficoltà
esterne, senza difenderlo da ciò che è in
grado di affrontare da solo
Slide 5
La preoccupazione
materna primaria
E’ uno stato psicologico transitorio di devozione, di
dipendenza e di regressione nel quale i bisogni del neonato
vengono avvertiti come la cosa più importante
Una madre sufficientemente buona (sufficientemente devota)
è in grado di percepire empaticamente le esigenze del suo
bambino (tramite l’identificazione proiettiva) e di viverle come
proprie rispondendo in modo adeguato
Per riuscire in questo compito la madre non ha bisogno di
essere esperta o particolarmente intelligente o colta
Si manifesta dalla fine della gravidanza ad alcuni mesi dopo il
parto, se si presentasse in altri momenti corrisponderebbe a
una condizione psichiatrica
Slide 6
Le funzioni materne
Holding : è la funzione di sostegno, il tenere il
neonato in braccio e il contenerlo. Favorisce il
passaggio dal non Io all’Io sono
Handling : è il modo in cui il neonato è
manipolato e accudito dal punto di vista fisico.
Favorisce l’integrazione psicosomatica
Object presenting : è la presentazione del
mondo al bambino in modo da favorire l’illusione
che gli oggetti siano creati da lui stesso (oggetti
soggettivi)
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La disillusione
Dopo un primo momento in cui ha favorito
l’illusione di un ambiente protettivo quasi
perfetto il compito della madre è quello di
disilludere
progressivamente
il
bambino
esponendolo alle frustrazioni del mondo esterno
Ha luogo con l’attenuarsi della preoccupazione
materna primaria
Dall’oggetto soggettivo (percepito come parte di
Sé) si passa all’oggetto oggettivo (diverso da Sé)
fondamento di una relazione vera e propria
Slide 8
Lo sviluppo
emozionale primario
Avviene nei primi sei mesi di vita
Viene descritto attraverso tre concetti:
DIPENDENZA
ORGANIZZAZIONE
INTEGRAZIONE
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Il concetto di dipendenza
Dipendenza assoluta (primi 6 mesi) il bambino
piccolo non esiste da solo, ma è parte di una
relazione, anche se ignora che qualcuno si prende
cura di lui
Dipendenza relativa (dai 6 mesi ai 2 anni) graduale
consapevolezza dei propri bisogni e della propria
dipendenza
Indipendenza (dalla pubertà in poi) viene percepito
internamente un ambiente (la madre) che dà
sostegno e permette un’esistenza autonoma
soddisfacente
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Il concetto di organizzazione
Nei primi mesi di vita l’individuo passa da uno
stato di non organizzazione ad uno di
organizzazione
Nello stato di non organizzazione è necessario
un ambiente che lo protegga dai vissuti di
vuoto, di frammentazione. La madre assolve
questo ruolo attraverso la preoccupazione
materna primaria
Slide 11
Il concetto di integrazione
Nei primi mesi di vita l’individuo passa da uno
stato di non integrazione ad uno di integrazione
psicosomatica
Nello stato di non integrazione non possiede un
unità corporea che gli permetta di riconoscere le
sensazioni (se ha fame, lui è la fame) e non ha il
senso del tempo. Sono fondamentali le funzioni
materne di holding, di handling e di object
presenting
Slide 12
L’integrazione psicosomatica
E’ lo sviluppo di un Sé allo stesso tempo
psichico e fisico, cioè di un senso di
esistenza nel proprio corpo
L’unità
psicosomatica
è
condizione
indispensabile per uno stato di salute
mentale e di pieno coinvolgimento nella
realtà (in questo caso l’utilizzazione del
corpo costituisce una fonte di grande
piacere)
Slide 13
Il malato psicosomatico
Il vero malato psicosomatico si caratterizza per
una
particolare
scissione
mente-corpo
(depersonalizzazone)
Le sensazioni somatiche non vengono elaborate e
rappresentate simbolicamente in modo adeguato,
per cui l’attività psichica tende a diventare
qualcosa di separato dall’esperienza corporea
Si sviluppa un falso Sé difensivo caratterizzato da
un’eccessiva intellettualizzazione non integrata
con le esperienze corporee
Slide 14
L’oggetto transizionale
Rappresenta, in modo simbolico, la relazione con la
madre
Difende dalle angosce depressive ed ha una funzione
positiva perché aiuta ad elaborare la separazione dalla
madre
Può essere un oggetto (una coperta, uno straccio, un
pupazzo, un cuscino, un gioco), ma anche una parola,
un comportamento o un’abitudine
Il rapporto con esso è ambivalente ed esclusivo
Compare tra i 4 e i 12 mesi
Viene utilizzato soprattutto quando il bambino è solo,
lontano dalla madre o deve andare a dormire
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Le esperienze transizionali
Sono aree intermedie di esperienza tra realtà
esterna e interna
Nel bambino sono rappresentate dagli oggetti
transizionali
Nell’adulto sono legate alla consapevolezza di uno
spazio potenziale di riposo dove lasciare fluttuare
liberamente le idee e le fantasie: il gioco, il sogno,
l’esperienza artistica, culturale e religiosa, il
mentire, il rubare, il feticismo (oggetto feticcio ), i
rituali ossessivi o superstiziosi (il talismano),
l’alcool, la droga (oggetto tossico )
Slide 17
Il gioco
E’ un’esperienza transizionale, ma anche
una vera e propria terapia
Ogni psicoterapia presuppone l’instaurarsi
di un gioco comune all’interno di un
rapporto
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La capacità di essere solo
Stare solo senza sentirsi soli implica una reale maturità
personale
Nasce dall’esperienza della solitudine in presenza di
un’altra persona (il neonato si abbandona a stati di nonintegrazione, di quiete e di riposo in presenza della
madre)
Più tardi il bambino riuscirà a stare solo senza bisogno
della presenza della madre o di un suo simbolo (oggetto
transizionale) perché avrà introiettato il sostegno
materno
Dopo un rapporto sessuale vi sono due persone che
assaporano l’esperienza di essere soli in presenza di un
altro
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Che cos’è la vita?
L’assenza di malattie è forse la salute, ma non
è la vita
La creatività e l’autenticità danno all’individuo il
sentimento che la vita vale la pena di essere
vissuta
L’individuo in “crisi” può essere più sano di
quello in cui la apparente condizione di
normalità è sostenuta da un falso Sé
Il suicidio può essere un modo di dare al corpo
una morte che si è già verificata nella psiche
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Il vero Sé
Corrisponde al gesto spontaneo (è il vero Sé in
azione)
Origina dalla vita corporea ed è allo stesso
tempo fisico e psichico
E’ strettamente legato al processo primario e,
all’inizio, non è reattivo agli stimoli esterni
E’ legato a un senso di esistenza nel proprio
corpo
Permette di essere creativi, di sentirsi autentici,
reali e presenti, di provare piacere
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Il falso Sé
E’ un’organizzazione difensiva della personalità che ha
la funzione di proteggere come un involucro il vero Sé
Deriva da un ambiente insufficiente ed è un ultima
difesa verso la depressione
E’ totalmente inconscio e può corrispondere a una vita
apparentemente normale (anche se accompagnata da
sentimenti di vuoto e di noia)
Spesso sono stati dei bambini bravi e compiacenti,
apprezzati da genitori e insegnanti (dei piccoli adulti)
Nei momenti significativi della vita possono
scompensarsi manifestando gravi disturbi psicologici o
somatici
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Lo sviluppo sano
Illusione infantile
di onnipotenza
Graduale disillusione
Ambiente
sufficientemente
buono
Integrazione
psicosomatica
Adeguamento
sociale
Falso Sé
Protezione
Sé totale
Spontaneità
Creatività
Piacere
Vero Sé
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La condizione sana
Il vero Sé si esprime adeguatamente
consentendo la spontaneità, la creatività,
la soddisfazione personale e permettendo
di affrontare le frustrazioni e i
cambiamenti
Il falso Sé sostiene nel confronto con
l’ambiente costituendo una base per un
comportamento socialmente accettabile
Slide 24
Lo sviluppo problematico
Illusione infantile
di onnipotenza
Disillusione traumatica
Ambiente
insufficiente
Scissione
psicosomatica
Imitazione, compiacenza
Intellettualizzazione
Conformismo sociale
Falso Sé patologico
Annullamento
Spontaneità
Creatività
Piacere
Vero Sé
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Il falso Sé patologico
E’ impedita un’espressione sufficiente del
vero Sé
Il falso Sé patologico agisce per motivi:
Imitativi : scelta basata sull’imitazione di
modelli, sulle aspettative altrui e sul
conformismo
Difensivi : per evitare l’angoscia e la
depressione che si manifestano quando i
propri bisogni più autentici emergono
Slide 26
Livelli organizzativi del falso Sé
1. Stato patologico: il falso Sé si sostituisce al vero Sé e viene
scambiato dagli altri per la persona reale. Tende a vacillare nei rapporti
più profondi, nell’amicizia e sul lavoro (è il livello più estremo)
2. Stato di confine: il falso Sé difende il vero Sé (che viene riconosciuto
come potenziale) permettendogli una vita segreta. La malattia può
assumere un significato positivo in quanto può permettere l’espressione
dell’individuo in condizioni ambientali sfavorevoli
3. Stato di sofferenza: il falso Sé cerca le condizioni migliori per fare
emergere il vero Sé. Se queste condizioni non sono trovate allora si
riorganizzano nuove difese fino ad arrivare al suicidio per evitare
l’annientamento del vero Sé
4. Stato di fragilità: il falso Sé si forma sulla base di identificazioni di
carattere imitativo (è il livello più vicino alla salute)
5. Stato di salute: il falso Sé è rappresentato dall’organizzazione
dell’atteggiamento sociale ed educato. L’individuo supera l’onnipotenza
infantile e il processo primario per avere un posto nella società.
Slide 27
Lo scompenso del falso Sé
Burn-out : nella sue manifestazioni più tipiche
(perdita di interesse, stanchezza, ansia, insonnia,
sintomi psicofisiologici, abbandono del lavoro)
Malattia : psichica (depressione, attacchi di
panico, crisi psicotiche) o somatica (infarto, cancro,
patologie endocrine)
Suicidio : può rappresentare un modo di dare al
corpo una morte che si è già verificata nella psiche.
Anche sotto forma di equivalenti suicidari (ripetuti
incidenti, traumi, autolesionismo)
Slide 28
Il falso Sé nella relazione
Nel controtransfert il falso Sé è percepito come
mancanza di autenticità, noia, vuoto, il vero Sé è
avvertito per la sua “assenza”
Terapeuta e falso Sé del paziente possono
sembrare due bambinaie che parlano del
bambino (il vero Sé)
Se una persona annoia, è malata ed ha bisogno
di aiuto, ma se il nostro interesse rimane sveglio,
allora si è capaci di aiutarla (quando non
proviamo interesse per una persona non
possiamo aiutarla)
Slide 29
Il sintomo in età evolutiva
Il
bambino
e
l’adolescente
esprimono attraverso il sintomo il
blocco del proprio sviluppo affettivo
in modo che possa essere percepito
dall’ambiente
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Le tendenze antisociali
I comportamenti antisociali e devianti (il furto, la
bugia, la prepotenza) sono segnali emessi dal
bambino per comunicare un vissuto interiore di
deprivazione e sofferenza
I genitori e la società non devono reagire né in
modo indulgente, né colpevolizzante, ma cogliere
quello che, all’inizio, è un segnale di speranza
Più tardi si interviene sul disagio più queste
tendenze
si
cronicizzano
diventando
egosintoniche (delinquenza, psicopatie)
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La psicoterapia
Ogni terapia deve tenere conto delle
tendenze spontanee alla guarigione
Lo scopo di una psicoterapia è offrire al
paziente un contesto in cui i suoi conflitti
possano essere espressi e tollerati
Lo psicoterapeuta deve saper “aspettare”
con pazienza la risoluzione dei conflitti,
piuttosto che sopprimere ad ogni costo i
sintomi (ogni violenza interpretativa è
pericolosa)
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La terapia del bambino
E’ necessario farsi carico anche della madre
Il terapeuta può assumere la funzione
dell’ambiente primario mancante
La terapia ha un aspetto duplice:
aiutare i genitori a farsi carico del figlio
il genitore, attraverso l’aiuto che riesce a dare
al figlio, può prendere conoscenza delle
proprie difficoltà
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Lo scarabocchio (Squiggle )
Si traccia uno scarabocchio su un foglio, poi si chiede al
bambino di aggiungere qualcosa. Successivamente si
invertono i ruoli (la parità è fondamentale). A volte si
realizzano veri disegni (anche 30 per seduta)
Il risultato è una rappresentazione dell’inconscio
paragonabile ai sogni e come tale può essere interpretato
E’ una forma di holding, in quanto il paziente, mano a
mano, sorprende se stesso con la produzione di idee e
sentimenti che precedentemente non erano integrati
E’ uno strumento non solo diagnostico perché rivela le
potenzialità terapeutiche della prima consultazione
(consultazioni terapeutiche )
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I bisogni del paziente
Nei pazienti più maturi (nevrotici) la frustrazione
di un desiderio provoca frustrazione e collera
Con il malato regredito il termine desiderio non
è esatto: bisogna usare quello di bisogno
Se questi pazienti hanno bisogno di quiete e di
cure materne bisogna dare loro questo
Se non si risponde a questo bisogno si riproduce
la situazione di carenza dell’ambiente che ha
arrestato il processo di crescita del Sé
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Differenze tra
psicoanalisi e psicoterapia
Psicoanalisi classica
Psicoterapia analitica
L’analista
assume
un
atteggiamento iniziale di attesa
evitando di interpretare per
favorire
il
transfert
e
l’espressione
dei
vissuti
profondi
Si sovrappongono due aree di
gioco: quella del paziente e
quella del terapeuta
Indicazioni:
Sé sufficientemente maturo,
integrato e stabile
L’analista deve sostenere il
paziente come una madre
(analista sufficientemente buono)
rendendolo capace di giocare
Indicazioni:
Paura della pazzia
Falso Sé
Tendenze antisociali, vissuti di
gravi deprivazioni
Scarso esame di realtà
Problemi contingenti (età,
difficoltà economiche, sociali e
culturali)
Slide 36
Donald W. Winnicott
Bibliografia essenziale
Dalla pediatria alla psicoanalisi
(1958) Martinelli, Firenze 1975
Sviluppo affettivo e ambiente.
Armando, Roma, 1965
Gioco e realtà. Armando, Roma,
1974
Colloqui terapeutici con i
bambini. Armando, Roma, 1974
La famiglia e lo sviluppo
dell'individuo (1965). Armando,
Roma, 1982.
Il bambino deprivato (1984).
Raffaello Cortina, Milano, 1986.
Monografie su Winnicott
Geets C. (1981) Winnicott.
Armando, Roma, 1983
A.A.V.V. (1982) Il pensiero di
D.W. Winnicott. Armando,
Roma
Abram J. (1996): Il linguaggio
di Winnicott. Franco Angeli,
Milano, 2002
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Preghiera
Oh Dio!
Fa che io sia vivo nel momento
della mia morte.
Donald Woods Winnicott
Cit. in Clare Winnicott (1977)