21- 28 aprile, 8 maggio 2015 Sala convegni ex ospedale Maglie Dott.ssa Giovanna Fersini – Dott.ssa Maristella Taurino “Formarsi alla relazione” con il paziente Dott.ssa.

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Transcript 21- 28 aprile, 8 maggio 2015 Sala convegni ex ospedale Maglie Dott.ssa Giovanna Fersini – Dott.ssa Maristella Taurino “Formarsi alla relazione” con il paziente Dott.ssa.

21- 28 aprile, 8 maggio 2015
Sala convegni
ex ospedale Maglie
Dott.ssa Giovanna Fersini – Dott.ssa Maristella Taurino
“Formarsi alla relazione” con il paziente
Dott.ssa Giovanna Fersini – Dott.ssa Maristella Taurino
Counseling è un modo nuovo per chiamare qualcosa di
vecchio
<<io lo chiamo, alla vecchia maniera, sostegno
psicologico, oggi "counseling”>>
Mauro Grimoldi
(Coordinatore del Gruppo CNOP
Tutela della Professione e della Qualità
della Formazione in Psicoterapia)
Dott.ssa Giovanna Fersini – Dott.ssa Maristella Taurino
Cosa è il counseling
 strumento di lavoro in ambito psicosociale.
 Con esso si indica un processo di interazione tra due
persone, di cui una è in difficoltà, processo orientato a far
prendere coscienza della propria situazione in modo da
poterla gestire fino a giungere alla risoluzione della stessa.
 Si tratta quindi di un intervento che favorisce il
cambiamento e sollecita le risorse del soggetto stesso.
Richiede, in chi aiuta, disposizione e abilità specifiche.
 “Il risultato finale è misurabile attraverso il "grado in cui si
riesce a rendere una persona capace di azioni razionali e
positive, a renderla più soddisfatta, più in pace con se stesso,
più capace di condurre una vita serena e socialmente
integrata" (Zavallone, 1977)"
(Folgheraiter F., in Mucchielli, 1987)
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Diatriba sul counseling 1
 l'attività di counseling è in realtà attività di "consulenza
psicologica" e "sostegno psicologico" e, pertanto,
i counselor che si definiscono tali ma che non sono
psicologi iscritti all'Ordine compiono un abuso (esercizio
abusivo di professione). L'attività del "counselor" è infatti
totalmente sovrapponibile ai compiti che già spettano
allo psicologo secondo la Legge 56/89;
-situazioni che riguardano l’area del benessere
- potenziare i punti di forza, nel momento in cui
una persona si trovi in un momento di difficoltà e
non abbia necessariamente bisogno di uno
psicoterapeuta.
- supporto, orientamento, sviluppo dell’autonomia
decisionale, training di abilità specifiche
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Diatriba sul counseling 2
 la non regolamentazione della professione
di counseling nuoce agli utenti in quanto vengono a
mancare i presupposti minimi per la tutela che, invece,
una professione regolamentata garantisce (Legge di
ordinamento, codice deontologico, etc.);
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Diatriba sul counseling 3
 molte competenze del counseling sono competenze proprie
alla professione di psicologo, e dunque le stesse scuole di
specializzazione per psicoterapeuti che erogano corsi
di counseling a non psicologi potrebbero compiere un abuso in
riferimento all'art. 21 del codice deontologico degli psicologi;
Questo principio, ribadito dall'Ordine degli Psicologi della
Lombardia, ed avverso cui era stata promossa un'azione
legale da alcuni ricorrenti, è stato confermato dalla Sentenza
n. 10289 del 26 maggio 2011 della quinta sezione civile del
Tribunale di Milano. Avverso questa sentenza di primo grado è
stato effettuato ricorso in appello, che si è concluso
confermando la sentenza di primo grado, evidenziando il
difetto di legittimazione attiva dei ricorrenti.
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Diatriba sul counseling 4
 molte competenze del counseling,
essendo competenze proprie alla
professione di psicologo, possono essere
esercitate solo da psicologi iscritti
all'Albo, ex art. 1, L. 56/89.
Dott.ssa Giovanna Fersini – Dott.ssa Maristella Taurino
Counseling in
ambito sanitario
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“Tutte le professionalità coinvolte hanno un
profilo professionale che le identifica e ne
delinea competenze, autonomia e
responsabilità, nonché un codice
deontologico cui attenersi. La capacità di
interazione di ciascuna di esse con le altre
dipende dal grado di consapevolezza, dalla
capacità di sfumare il proprio intervento
dove inizia l’altro e dalla presa di coscienza
che al centro c’è il bisogno del paziente da
soddisfare. Ogni operatore deve costruire
uno stile di lavoro che rispecchi gli accordi
presi con gli elementi dell’équipe, ma al
tempo stesso anche la sua modalità di
espressione!”
(Munno D., 2008)
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Il counseling in ambito sanitario
 Counseling psicologico
Counseling medico
Counseling infermieristico
…
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 L'obiettivo principale è quello di fornire
il supporto necessario a fronteggiare la
vasta gamma di aspetti psicosociali
connessi alla malattia.
 Può essere attuato, a partire da problemi
di ordine fisico, da operatori sanitari; si
tengono in conto le differenti variabili in
gioco.
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Una corretta applicazione del counseling
 di breve durata: al counseling si tende ad
attribuire obiettivi specifici, a seconda del
problema/malattia/disagio per cui si
applica;
 Se a lungo termine: si identifica con il
trattamento psicoterapeutico, qualsiasi sia
l'approccio con il quale viene effettuato, ed è
di competenza dello specialista di area
psicologica o psichiatrica.
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 Nel momento in cui il soggetto si confronta con il
disagio fisico è nel corpo che sta incontrando
la sua sofferenza ed è trattenuto nel corpo dal
dolore che accompagna l'esperienza di malattia.
 Il suo interlocutore non può quindi essere in
prima istanza che l'operatore riconosciuto
competente in questo ambito e da cui vengono
effettuate le cure. Perciò non c'è dubbio che,
quando il male è sperimentato sul piano fisico, il
compito di effettuare counseling è
prevalentemente dell'operatore sanitario, in
primo luogo del medico curante.
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Fasi del processo di counseling
1° Fase:
momento accoglienza; costruzione
alleanza; capire quale è il problema,
la preoccupazione; chiarificazione;
facilitare; ascolto senza trarre
conclusioni e senza attribuire
considerazioni personali…
2° Fase: ridefinire e chiarificare il problema;
esplorazione e focalizzazione;
sollecitare e stimolare affinchè si
arrivi a individuare il problema;
presa di coscienza del problema…
3° Fase: attivazione delle risorse interne ed
esterne del pz; gestione del problema;
farsi carico del problema; valutazione
e scelta delle risorse; verifica e
pertinenza degli obiettivi attesi…
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(Crocetti e coll., 2012)
Precisazioni
 informazioni
vs.
attenzione che
comprenda la
rilevanza
emotiva
 attenzione da parte dell'operatore sanitario al
mondo soggettivo del malato e al proprio
 formazione teorica
vs.
capacità di ascolto e
consapevolezza della
risonanza emotiva
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Counseling in ambito infermieristico
 Una particolare forma di relazione
d’aiuto
capacità comunicative +
conoscenze tecniche specifiche
scopo di fornire un’assistenza
finalizzata ed efficace.
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Il ruolo dell’infermiere
 Anche l'infermiere può utilmente utilizzare il
counseling
 È un ruolo ancor più difficile perché affiora dalla
quotidianità e dalla continuità del rapporto col malato.
 È un ruolo significativo e importante che prepara il
terreno a interventi più mirati, talvolta effettuati da altri
operatori.
 È un ruolo che richiede anche una sinergia con quello
degli altri operatori.
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Psicologia della salute …
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“(…) il medico deve curare non già la malattia, ma il
malato,
(…) pertanto deve avere una certa base di comprensione
della struttura psichica del paziente, per essere in grado di
far valere la propria influenza dal punto di vista
terapeutico;
ma non soltanto deve avere cognizione della struttura
psichica del paziente, ma anche della propria, poiché solo
colui che conosce se stesso può evitare di dire al paziente
cose che, sebbene dette in buona fede, possono dar luogo a
malintesi”.
(Fromm E., 1974)
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“Essere ammalato”
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Il giorno della diagnosi…
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La nostra seconda cittadinanza
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Quale “compliance”?!
Fattori che influenzano la non adesione ai
trattamenti
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La relazione operatore-paziente
 Ascolto
Rispetto
Attenzione
Interesse
Sostegno
Empatia
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La capacità di ascoltare
Prestare orecchio al dialogo interpersonale
(Balint M.)
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Le capacità relazionali
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Per aiutare davvero il malato
“è però necessario anche valutare in modo
corretto le sue emozioni, quelle presenti e quelle
remote.
Esse possono intervenire come concause dei
sempre più frequenti disturbi funzionali e talora,
di malattie conclamate come l’ulcera peptica,
l’ipertensione arteriosa o l’asma bronchiale.”
(Luban-Plozza L., 1986)
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ATTENZIONE!
Di cosa stiamo parlando?!
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L’arte del prendersi cura di una
persona…
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La relazione operatore-paziente
condizionata da:
 Un insieme di
fantasie consce
e inconsce
 Aspettative
 Paure
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Dimensione delle idee e delle
interpretazioni di malattia dei pz
“Capii che la nostra idea
di malattia non sempre
corrisponde a quella dei
nostri pazienti e che, a
volte, ciò che loro ci
chiedono non è un
farmaco.”
(Ponzi G., 2014)
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Aspettative del paziente nella
relazione d’aiuto
 Liberarsi dal dolore
 Questa fantasia può andare a colludere con quella
dell’operatore di essere un “buon genitore”.
 Il paziente implicitamente chiede di essere preso in carico
in modo globale (fisico e psichico).
 È importante che l’operatore sappia riconoscere la natura
magica e onnipotente di queste aspettative per non andare
incontro ad un crollo dell’idealizzazione con conseguenze
negative per la relazione, semmai dovrà aiutare il paziente a
capire queste fantasie con un ascolto attento e riflessivo.
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Paure del paziente nella
relazione d’aiuto
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Aspettative dell’operatore nella
relazione d’aiuto
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Paure dell’operatore nella
relazione d’aiuto
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è importante che l’operatore abbia la possibilità
di riflettere sulle proprie emozioni e riesca
in qualche modo a considerare e ad elaborare
anche i vissuti depressivi che nascono da
timori e aspettative di questo tipo
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U-mano
Con-tatto
La comunicazione con l’altro inizia
dall’ascolto di sé.
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Capacità empatica
 Capacità di entrare nella vita dell’altro
 Provare i suoi sentimenti
 Vivere la sua situazione
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Assistenza diviene
“terapeutica”
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La relazione che cura…
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Alleanza
terapeutica
Accettazione
delle cure
Relazione
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EMPATIA
Dott.ssa Giovanna Fersini – Dott.ssa Maristella Taurino
Neuroni specchio
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Neuroni specchio
Blu: mio braccio
Rosso: vedo braccio
Bianco: area di sovrapposizione
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Cosa è praticamente questa
“empatia”?
•È un modo di rapportarsi
•Saper ascoltare
•Raccogliere informazioni
•Dare fiducia e sostegno al pz
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A “giusta distanza”
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Il training dell’operatore
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“Capacità negativa” (Keats)
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L’ambiente in cui avviene la
comunicazione
 Nei corridoi
 Di fronte ad altri spettatori
 A casa del pz
 …..
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“Il malato ha il diritto di sapere”
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Il problema della comunicazione
 Informazione
 Comunicazione
 Tempo
 Supporto psicoterapeutico
 Valutare quanto il pz vuole sapere e può tollerare di
sapere
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Tre componenti essenziali dell’ascolto
 prestare attenzione
 verifica della percezione
 feed-back
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Comunicazione efficace
Una buona comunicazione
 Implica coinvolgimento
emozionale
 Attenzione alle emozioni è
presupposto necessario per creare
uno spazio di accoglienza
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Il confronto con le emozioni:
 Cosa suscita in me questo pz?
 Cosa succede a chi mi è davanti?
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I vantaggi del Saper Comunicare
Per il paziente
Per il curante
Migliore adattamento psicologico
Riduzione controversie legali
Migliore comprensione delle
informazioni complesse
Rendere il pz un partner del percorso
Riduzione dell’incertezza perché vi è
un piano di cure
Aumento adherence, consenso
informato
Aumento del senso di controllo
quando le cure sono discusse e
condivise
Riduzione burn out specie se in
condizioni di sottorganico
Riduzione ansie e paure tramite
fiducia e rapporto di riferimento
Più competenza medica
nell’affrontare le questioni «fine vita»
(Fonte: Burlando M.)
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PAZIENTE
OPERATORE
Storia attuale di
malattia
Sistema di riferimento
culturale e valoriale
Ruolo terapeutico
assistenziale
Bagaglio di esperienze
personali
Relazione
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Funzioni dell’operatore
Area
fisiologica
Area
emotiva
Area
sociale
• Bisogno di maggiore controllo dei sintomi;
• Bisogno di migliorare e ripristinare la qualità dell’alimentazione, del sonno e
della cura della persona
• Bisogno di rassicurazione;
• Bisogno di informazioni sulla malattia
• Bisogno di comunicare con i familiari e le persone care riguardo la malattia
• Bisogno di occupare la giornata in modo soddisfacente
• Bisogno di assistenza per le necessità pratiche
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Lo scopo profondo
della relazione d’aiuto
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L’alleanza terapeutica
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Gianni Grassi
Paziente esigente
[http://www.giannigrassi.it]
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Perché paziente esigente e perché il quadro di
Caravaggio?
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Il campo di osservazione
e di azione
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Un “grande gruppo sociale”
Medicina centrata sulla
persona inserita nell’ambiente
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“Quest’oggi ho parlato con i
parenti…”
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I problemi dell’accompagnare l’altro:
meccanismi di
identificazione-distanziamento
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Formazione alla relazione
Addestramento a prestare
attenzione al proprio mondo interno
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“Formarsi alle relazioni”col malato grave
Nessuno deve pensare che questo
lavoro sia qualcosa che si pratica da
soli!
(Nesci D.A, Poliseno T.A.)
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Quale tipo di formazione per
l’operatore
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Difficoltà per l’operatore in questo
tipo di formazione
 Dover rinunciare alla “certezze”
 Non esistono modalità standardizzate per stabilire
una relazione d’aiuto con un’altra persona.
 Non c’è un pz uguale ad un altro, così come non c’è un
operatore uguale ad un altro.
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Il diritto ad una formazione
 Avere strumenti adeguati per gestire il contatto con il
pz, con la famiglia e con gli stessi colleghi.
Ma…
 Fermarsi per pensare fa perdere tempo?! Toglie tempo a
fare?!
 Tempo dedicato alla formazione è vissuto come tempo
sottratto al lavoro?!
Dott.ssa Giovanna Fersini – Dott.ssa Maristella Taurino
Grazie per l’attenzione
Dott.ssa Giovanna Fersini
(Psicologa-Psicoterapeuta)
Dott.ssa Maristella Taurino
(Psicologa-Psicoterapeuta)
Tel: 349 8836852