presentazione in classe

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La «speranza dell’immortalità»
(Sap 3,4):
la morale della sapienza biblica greca
ἡ ἐλπὶς αὐτῶν ἀθανασίας πλήρης
www.awodka.net/m141/
Sap 9,1-6.9-11
Dio dei padri e Signore della misericordia,
che tutto hai creato con la tua parola,
e con la tua sapienza hai formato l'uomo
perché dominasse sulle creature che tu hai fatto,
e governasse il mondo con santità e giustizia
ed esercitasse il giudizio con animo retto,
dammi la sapienza, che siede accanto a te in trono,
e non mi escludere dal numero dei tuoi figli,
perché io sono tuo schiavo e figlio della tua schiava,
uomo debole e dalla vita breve,
incapace di comprendere la giustizia e le leggi.
Se qualcuno fra gli uomini fosse perfetto,
privo della sapienza che viene da te,
sarebbe stimato un nulla.
Con te è la sapienza che conosce le tue opere,
che era presente quando creavi il mondo;
lei sa quel che piace ai tuoi occhi
e ciò che è conforme ai tuoi decreti.
Inviala dai cieli santi,
mandala dal tuo trono glorioso,
perché mi assista e mi affianchi nella mia fatica
e io sappia ciò che ti è gradito.
Ella infatti tutto conosce e tutto comprende:
mi guiderà con prudenza nelle mie azioni
e mi proteggerà con la sua gloria.
Cominciamo…
Che vogliamo fare oggi?
Lectio brevis et levis
1. La fisionomia di un corso sulla morale biblica
2. L’approccio dell’Accademia Alfonsiana
– un patrimonio del Concilio Vaticano II
3. Giudaismo ellenistico
L’intento del corso…




rivisitare la sapienza biblica dell’AT
espressa nella veste culturale greca
(linguaggio, concetti, idee),
preparatoria per la «pienezza dei tempi», realizzata
nell’evento Cristo.
introdurre alla sapienza biblica:
il suo sviluppo le sue soluzioni
condizionate dalla storia,
esaminare proposta etica
del Libro della Sapienza,
sullo sfondo del suo tempo
Come?
L’intento…

analizzando passi scelti
 affrontando temi mai debitamente risolti dalla
sapienza precritica (Proverbi) e quella critica
(Giobbe e Qoelet), privi di prospettiva dell’oltre
Sheol (l’ordine, la retribuzione e il timore di Dio).
 collegandoci con le prospettive
neotestamentarie e odierne...

Calendario delle lezioni
Strumenti essenziali
http://www.awodka.net/141/index.html
 1.
Riserva dei libri nella sala di lettura
 2. Sussidi per lo studio
 3. Attività proprie (4 ECTS)
 4. Programma esami (anticipato)
Epistemologia: «Una morale rivelata» (BeM)
 Epistemologia ispirata dal Concilio Vaticano II
 DV 24 (Sacra pagina: anima theologiae)
 DV 23 (l’alimento delle Scritture, che illumini la mente, corrobori la
volontà, accenda il cuore degli uomini all’amore di Dio)
 DV 8 (intima intelligentia quam experiuntur)
 DV 10 (Magisterium non supra Verbum Dei = ministrat docens
(audit, custodit, exponit = haurtit, proponit)
 GS 26 (theologica inquisitio – coniunctio cum proprio tempore)
Epistemologia…


Dei Verbum, 24 (18 novembre 1965)
La sacra teologia si basa come su un fondamento perenne sulla parola di
Dio scritta, insieme con la sacra tradizione, e in essa vigorosamente si
consolida e si ringiovanisce sempre, scrutando alla luce della fede ogni
verità racchiusa nel mistero di Cristo. Le sacre Scritture contengono la
parola di Dio e, perché ispirate, sono veramente parola di Dio, lo studio
della sacra pagina sia dunque come l’anima della sacra teologia. Anche
il ministero della parola, cioè la predicazione pastorale, la catechesi e
ogni tipo di istruzione cristiana, nella quale l’omelia liturgica deve avere
un posto privilegiato, trova in questa stessa parola della Scrittura un sano
nutrimento e un santo vigore.

Sacra Teologia in verbo Dei scripto, una cum Sacra Traditione,
tamquam in perenni fondamento innititur, in eoque ipsa firmissime
roboratur semperque iuvenescit, omnem veritatem in mysterio Christi
conditam sub lumine fidei perscrutando. Sacrae autem Scripturae
verbum Dei continent et, quia, inspiratae, vere verbum Dei sunt; ideoque
Sacrae Paginae studium sit veluti anima Sacrae Theologiae.
Epistemologia…


Dei Verbum, 8 (18 novembre 1965)
Questa Tradizione, che trae origine dagli apostoli, progredisce nella
Chiesa sotto l’assistenza dello Spirito Santo: cresce infatti la
comprensione, tanto delle cose quanto delle parole trasmesse, sia con
la contemplazione e lo studio dei credenti che le meditano in cuor loro
(cf. Lc 2,19.51), sia con l’intelligenza attinta dall’esperienza profonda
delle cose spirituali, sia con la predicazione di coloro che, con la
successione episcopale, hanno ricevuto un carisma certo di verità. La
Chiesa, in altra parole, nel corso dei secoli tende incessantemente alla
pienezza della verità divina, finché in essa giungano a compimento le
parole di Dio

Haec quae est ab Apostolis Tritio sub assistentia Spiritus Sancti in
Ecclesia proficit: crescit enim tam rerum quam verborum traditorum
percepito, tum ex contemplatione et studio credentium, qui ea
conferunt in corde suo (cf. Lc 2,19.51), tum ex intima spiritualium
rerum quam experiuntur intelligentia, tum ex praeconio […].
Optatam totius, 16
Specialis cura impendatur
Theologiae morali perficiendae,
cuius scientifica expositio,
doctrina S. Scripturae magis nutrita,
celsitudinem vocationis fidelium in Christo
illustret
eorumque obligationem
in caritate pro mundi vita fructum ferendi.
Optatam totius, 16
Si ponga speciale cura
nel perfezionare la teologia morale,
in modo che la sua esposizione scientifica,
più nutrita della dottrina della sacra Scrittura,
illustri la grandezza della vocazione
dei fedeli in Cristo
e il loro obbligo
di apportare frutto nella carità
per la vita del mondo
Accademia Alfonsiana
 Ordo,
2a (il fine, p. 11):
Investigare la teologia morale
alla luce del mistero di Cristo
(sub luce Mysterii Christi),
dal quale tutto è stato creato e riconciliato;
approfondirne la ricerca
secondo l’evoluzione del tempo
e le necessità del popolo di Dio.
Accademia Alfonsiana
 Ordo,
4b (i principi generali, p. 13):
[…] è necessario che il metodo in teologia
morale tenda a far sì che la sua esposizione
fondata sulla Sacra Scrittura illustri, in modo
veramente scientifico, alla luce del mistero
di Cristo, la grandezza della vocazione dei
fedeli in Cristo e il loro obbligo di portare
frutto nella carità per la vita del mondo
(Optatam totius n. 16).
Accademia Alfonsiana
 Ordo,
15 (la struttura, p. 18):
1. parte metodologica
che tratta di una ermeneutica,
nello Spirito di Cristo,
del senso e del significato morale
sia dei fatti e documenti del passato
sia dell’epoca contemporanea stessa,
per quanto è protesa al futuro;
Accademia Alfonsiana
 Ordo,
15 (la struttura, p. 18):
2. Parte biblica
che presenta
i principi e i grandi temi della vita morale,
per quanto si possano enucleare
a partire dall’Antico
e dal Nuovo Testamento.
La sapienza greca
 Sette
libri sapienziali
nella Nova Vulgata (1986):
prima dei libri dei Profeti
vengono collocati altri sette libri,
denominati da alcuni Didattici,
da altri Poetici, più spesso Sapienziali:
Giobbe, Salmi, Proverbi,
Qoèlet (o Ecclesiaste),
Cantico dei Cantici,
Sapienza, Siracide (o Ecclesiastico).
Il corpus sapientiale
Nella Bibbia ebraica:
 mancano la Sapienza e il Siracide.
 Gli altri cinque libri non formano un gruppo
a sé, ma appartengono all’insieme degli
altri Scritti (detti in ebraico Ketubím):
 Giobbe, Salmi, Proverbi,
Qoèlet (o Ecclesiaste),
Cantico dei Cantici
Diaspora ebraica
il habitat della sapienza biblica greca


Diaspora ebraica nacque
come un movimento storico
iniziato all’epoca persiana
e aumentato all’epoca dei diadochi.
Si calcola un numero approssimativo
di quattro milioni di ebrei
sparsi nel mondo allora conosciuto,
poco meno del 10% della popolazione
dell’Impero.
Diaspora ebraica
 Era
formata soprattutto da
schiavi, militari, artigiani, contadini,
commercianti.
Si riunivano in comunità riconosciute
con a capo un proprio responsabile.
La sinagoga costituiva il centro
della vita religiosa e sociale.
Diaspora ebraica
 Sue
caratteristiche sono:
l’accentuazione
delle esigenze etiche della legge
rispetto alle esigenze cultuali
e la lettura biblica letta in traduzione
(La Settanta - LXX).
Diaspora ebraica
La convivenza con il mondo pagano
divenne pretesto di scambio culturale
(cfr Filone alessandrino)
e di propaganda giudaica,
che distingueva tra:
proseliti, che accettavano la circoncisione,
e timorati di Dio, se si accontentavano
di far propri gli insegnamenti etici di Israele.
Diaspora ebraica
Nei pagani il giudaismo provocò
dei sentimenti sia di aperta ostilità
sia di ammirazione per il loro rigore morale.
Faceva impressione soprattutto
la loro separatezza, che non fu dovuta
tanto a ragioni di carattere razziale
o economico, ma fu di natura
eminentemente religiosa.
Diaspora ebraica
L’esempio su come il Libro della Sapienza
prenda le distanze
da una certa visione del mondo
proposta da alcune filosofie
considerate inaccettabili
si trova nel capitolo 2 dell’opera,
dove si introduce una sorta di canto
corale degli empi che, tra l’altro, esclamano:
Diaspora ebraica
Siamo nati per caso,
e dopo saremo come se non fossimo stati.
È un fumo il soffio delle nostre narici,
il pensiero è una scintilla
nel palpito del nostro cuore.
Una volta spentasi questa,
il corpo diventerà cenere
e lo spirito si disperderà come aria leggera
(2,2-3).
Diaspora ebraica
Ogni vocabolo greco usato dall’autore ispirato
ha paralleli nella cultura filosofica greca
e indica come emergano rimandi
alla visione stoica, al pensiero del filosofo Eraclito,
a quello di Democrito,
a una concezione materialistica
che considera il pensiero come una scintilla
emessa dal battito cardiaco,
destinata a estinguersi con la morte.
Diaspora ebraica
Di fronte a una prospettiva simile,
la reazione puramente umana è una sola:
se la vita è come
«nube o nebbia scacciata dai raggi del sole, allora
godiamoci i beni presenti (...), inebriamoci di vino
squisito e di profumi, non lasciamoci sfuggire il
fiore della primavera, coroniamoci di boccioli di
rose, prima che avvizziscano» (2,4-8).
Diaspora ebraica
Ma l’autore biblico suggella così
questo ragionamento:
«La pensano così ma si sbagliano,
la loro malizia li ha accecati» (2,21).