UNIVERSITA’ DI CATANIA M.CALTABIANO UNIVERSITA’ DI CATANIA     1) 2) 3) 4) CLASSIFICAZIONE Cementi chirurgici per impacchi parodontali; Adesivi chimici o suture chimiche; Materiali sostitutivi dell’osso; materiali per splintaggio parodontale. M.CALTABIANO.

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1)
2)
3)
4)
CLASSIFICAZIONE
Cementi chirurgici per impacchi parodontali;
Adesivi chimici o suture chimiche;
Materiali sostitutivi dell’osso;
materiali per splintaggio parodontale.
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1) Cementi chirurgici per impacchi parodontali
Vengono adoperati particolari cementi, i quali, oltre all’azione trofica e rigenerativa esplicano funzione
antiemorragica ed antidolorifica.
La copertura della ferita,in caso di interventi parodontali, permette al paziente di riprendere subito le
pratiche di igiene orale, favorendo nel contempo una più immediata e migliore guarigione.
Nella chirurgia parodontale l’impacco gengivale ha quindi i seguenti scopi:
1) proteggere la ferita da irritazioni cutanee, termiche e chimiche;
2) coprire il coagulo, quando non è possibile l’unione diretta della ferita (sutura dei margini);
3) coprire le parti molli sul supporto sottostante, come avviene ad esempio per i bordi gengivali dopo il
curettaggio e per i lembi nella zona limite muco-gengivale;
4) fissare i denti mobilizzati durante l’intervento in fase post-operatoria.
Inoltre deve avere i seguenti requisiti:
A) essere morbido, di facile manipolazione per potersi adattare alla morfologia della zona da trattare;
B) indurire nel tempo ragionevolmente breve per diminuire la possibilità di dislocazione involontaria dei lembi
mucosi sottostanti;
C) avere consistenza ed una durezza tale da resistere al trauma masticatorio e da prevenire la frattura ed
il dislocamento;
D) presentare una superficie liscia e compatta, allo scopo di ostacolare la ritenzione di residui alimentari e
depositi batterici e di prevenire l’irritazione della mucosa labiale e geniena;
E) effetto battericida per prevenire la colonizzazione batterica;
F) non interferire in modo negativo sulle varie fasi del processo di guarigione.
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1) Cementi chirurgici per impacchi parodontali
Storicamente i primi cementi chirurgici(con Eugenolo) sono stati:
1) Il CEMENTO DI WARD
Costituito da una polvere contenente: Ossido di Zinco “ZnO” (azione lenitiva e da un’ azione riparativa,
stimolante il
turnover delle cellule della mucosa gengivale), Colofonia (azione plastificante)e fibre di
Amianto (riempitivo per aumentare la consistenza) e da un liquido: eugenolo (reagente con l’ossido di Zn,
blando sedativo e antisettico) e olio d’oliva (plastificante).
Questo cemento aveva l’inconveniente di indurire troppo rapidamente durante la manipolazione, per cui
rendeva difficile la sua applicazione.
2) Il CEMENTO DI KINKLAND
Polvere: Ossido di Zinco, Colofonia, Acido Tannico (azione emostatica) e fibre di Amianto;
Il liquido: olio di arachidi, Colofonia e Eugenolo.
Presentava una facile manipolazione, ma induriva lentamente.
I suddetti cementi chirurgici sono stati ormai del tutto abbandonati, pertanto hanno un valore esclusivamente
storico,per i seguenti motivi:
A) l'inalazione anche di una sola fibra di Amianto, può causare il mesotelioma pleurico, tumore ad altissima
malignità; pertanto, l'impiego dell'amianto è fuori legge in Italia dal 1992. (ex.legge n. 257 del 1992);
B) l’acido tannico è istolesivo a livello delle cellule epatiche,in quanto si assorbiva,attraverso la mucosa orale;
C) l’eugenolo,è un agente irritante per la mucosa del cavo orale, ed è una sostanza tossica per il tessuto
osseo.
Microfibrilla di
Amianto al SEM
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1) Cementi chirurgici per impacchi parodontali
I cementi chirurgici attualmente più usati (Senza Eugenolo) sono:
I) PERI-PAK
È un cemento già pronto, che indurisce rapidamente in ambiente umido, a contatto con la saliva,presenta una
facile manipolazione,buona tollerabilità, però presenta lo svantaggio della scarsa adesività sulle mucose.
Contiene chimicamente solfato di Calcio, Ossido di Zinco, acrilati, coloranti inorganici,oli aromatici
.II) SEPTO-PAK
Pronto all'uso, si modella con le dita ed indurisce in ambiente umido a contatto con la saliva, a base di
solfato di calcio, ossido di zinco, coloranti ed oli aromatici, ha un effetto analgesico,presenta buona
adesione.
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1) Cementi chirurgici per impacchi parodontali
III) COE-PAK
E’ formato da due paste (una verde-a presa rapida o rossa-a presa regolare e l’altra bianca) contenute in
due tubi. Una pasta contiene ossido di zinco,di magnesio ed altri ossidi metallici ,laratidolo, coloranti; l’altra
pasta contiene acidi carbossilici non ionizzanti, clorotimolo (agente batteriostatico) e coloranti. Il coe-pak è
l’impacco più usato, in quanto presenta una buona adesività, tolleranza da parte della mucasa orale ed un
buon indurimento e manipolazione.
Le due paste, in uguale quantità, vengono miscelate, su un blocco di carta plastificato fornito nella
confezione commerciale con una spatola in metallo, fino ad ottener una pasta di color (verde pallido o rosa)
uniforme e della consistenza dello stucco da vetraio,indi si applica l’impacco, così miscelato nel cavo orale sul
sito operatorio, previa lubrificazione delle dita (rivestiti da guanti sterili chirurgici) con vasellina o soluzione
fisiologica, per evitare che il cemento aderisca alle dita dell’operatore.
Hard (a presa rapida)
Regular (a presa normale)
Esempi di applicazioni cliniche:
impacco
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Asportazione di fibroma muco-gengivale
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2) Adesivi chimici o suture chimiche
S’intendono quei materiali che presentano, oltre ad una ottima tolleranza a livello tissutale, una perfetta
aderenza ai tessuti vivendi umidi, permettendo così di ridurre od addirittura eliminare le tradizionali suture.
CLASSIFICAZONE:
A) Ciano-acrilati;
B) Colla di fibrina
CIANO-ACRILATI
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Sono derivati dell’acido cianoacrilico; essi sono il trifluoro-isopropil-cianoacrilato, l’isobutil-cianoacrilato e
l’N-butil2-cianoacrilato.
Ac.
cianoacrilico
C5H5NO2
(Cianoacrilato)
Cianoacrilato
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2) Adesivi chimici o suture chimiche
CIANO-ACRILATI
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Commercialmente si trovano sottoforma di monomeri che, in presenza di ambienti umidi alcalini od acqua,
induriscono rapidamente per una reazione di polimerizzazione.
Oltre al monomero, contengono , come colorante blue, l’antrachinone (1%) che ha la funzione di renderne più
facile l’applicazione.
PROPRIETA’
1) ottima azione emostatica, dovuta all’azione meccanica occlusiva dei vasi, la quale favorisce la retrazione
del coagulo;
2) notevole potere adesivo;
3) formazione di un film protettivo compatibile con i tessuti viventi;
4) rapida polimerizzazione (10 sec.):
5) ottima biocompatibilità;
6) azione batteriostatica, dovuta al diossido di zolfo volatile, che si forma durante la polimerizzazione;
7) azione di rigenerazione ossea, attualmente è controversa dagli A.A.
Dermabond
Histoacryl
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2) Adesivi chimici o suture chimiche
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COLLA DI FIBRINA
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Nel 1915-1916, Grey e Harvey proposero per la prima volta, l’uso di tamponi di fibrina per controllare
l’emorragia di organi parenchimatosi.
Successivamente nel 1979, Gastpar, Siegle, Wepner ed altri, utilizzarono per la prima volta in Odontoiatria
La colla di fibrina nella chiusura di alveoli dopo estrazioni dentarie nei pazienti con diatesi emorragica e negli
interventi di chiusura di comunicazioni oro-sinsali in combinazioni con lamine di collagene
Il prodotto commerciale (TISSUCOL della BAXTER) è un sistema di due componenti dal plasma umano, che
contiene più di fibrinogeno e trombina.
Il primo componente (che è la colla vera e propria) altamente concentrato contiene fibrinogeno, il fattore
VIII, fibronectina, e tracce di altre proteine plasmatiche.
Il secondo componente (attivante) contiene trombina, cloruro di calcio, e antifibrinolytic agenti come
aprotinina. Miscelazione di due componenti di coagulazione e promuove la formazione e il cross-linking di
fibrina. Il tessuto adesivo viene utilizzato per adesivo tissutale in sostituzione della sutura, per l'emostasi,
e la guarigione della ferita, mediante stimolazione tissutale
.
Scheda tecnica di TISSUCOL ADESIVO TISS.2SIR 2ML Principio attivo PROTEINE PLASMATICHE UMANE
COAGULABILI/FATTORE XIII/PLASMINOGENO/APROTININA/PROTEINE/CALCIO CLORURO
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INNESTO (LEMBO LIBERO) DI MUCOSA PALATINA:
fissato al sottostante osso, denudato, con il tissucol
Dopo 3 mesi
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3) Materiali sostitutivi dell’osso
L’osso com’ è noto, può essere riprodotto in modo biologicamente naturale,attraverso processi
di osteosintesi, utilizzando dell’osso autologo oppure in modo alloplastico (costituito da
materiale diverso dell’organismo, sintetico o comunque non biologico), utilizzando materiali
biocompatibili.
Il concetto di biocompatibilità si riferisce ad un'insieme di proprietà che un materiale
deve possedere per essere utilizzato con sicurezza in un organismo biologico. I tessuti
biologici infatti reagiscono secondo modalità variabili all'introduzione o al contatto con un
corpo estraneo, modalità che dipendono dalle caratteristiche fisico-chimiche e meccaniche
del materiale. Il materiale ideale non esiste e i materiali fino ad oggi utilizzati sono quelli
con le migliori caratteristiche di biocompatibilità.
Alcune delle caratteristiche che un materiale biocompatibile deve possedere sono:
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Assenza di carcinogenicità
Assenza di immunogenicità
Assenza di tossicità
Assenza di teratogenicità
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3) Materiali sostitutivi dell’osso
Classificazione dei biomateriali impiantabili
Attalmente sono disponibili numerosi e possono essere suddivisi in base alla composizione in:
Polimeri del carbonio: PoliTetraFluoroEtilene (Goretex) e PoliFluoroCarbonio(Teflon): ricostruzione parete
toracica e addominale; riempimento di difetti di tessuti molli; ricostruzione cranio-facciale; membrane non
riassorbibili
Polipropilene(Marlex, Prolene): ricostruzione parete toracica e addominale; suture chirurgiche; membrane
non riassorbibili
Polietilene (Medpore): riempimento di difetti di tessuti molli
Polietilene tereftalato (Dacron,Mersilene): suture chirurgiche; protesi vascolari
Poliuretano: rivestimento di protesi mammarie
Poliesteri alifatici-ac. polilattico,poliglicolico ecc. ( Poliglactin):suture chirurgiche; miniplacche e viti
riassorbibili; membrane riassorbibili
Metilmetacrilato(MMA): ricostruzione parete toracica e addominale; ricostruzione cranio-facciale
Polimeri non carbonici:Silicone: protesi mammarie; protesi per aumento di caratteristiche facciali
Ceramiche:Idrossiapatite: Camouflage di difetti del distretto cranio-facciale; ricostruzione difetti alveolari
Fosfato tricalcico: ricostruzione piccoli difetti ossei
Metalli: Titanio - Miniplacche e viti; protesi ortopediche.
In giallo = applicazioni cliniche in Parodontologia
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3) Materiali sostitutivi dell’osso
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I) IDROSSIAPATITE
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o duraapatite o monoidrossifosfato di pentacalcio:
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Ca5(PO4)3(OH)
Idrossiapatite
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È la forma di materiale ceramico risultante più idoneo ad essere utilizzato nei casi di difetti infraossei sotto
forma densa e/o porosa.
In natura si trova come costituente di alcune rocce vulcaniche, nello scheletro di alcuni coralli e nello
scheletro e nello smalto dei denti dei mammiferi.
Le idrossiapatiti sintetiche si ottengono a partire dall’idrolisi del fosfato di calcio monoidrato, il quale viene
successivamente sinterizzato, al fine di fondere fra loro le microparticelle.
Il vantaggio dell’idrossiapatite porosa, i cui canalicoli presentano un diametro tra i 190 ed i 200 micron,
consiste nella facilità della vascolarizzazione ed osteoconduzione e ciò perché la sua struttura è simile a
quella dell’osso umano.
Altre applicazioni dell’HA in ODONTOIATRIA
HA
Conici con spire
cilindrici lisci
Impianti dentali ruvidi per apposizione di
materiale:rivestiti di Hydroxylapatite (HA)
al SEM
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3) Materiali sostitutivi dell’osso
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II) BIOCERAMICHE A BASE DI FOSFATO TRICALCICO
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Son tutte riassorbibili e presentano una struttura porosa i cui pori possono essere di
diametro da 10 micron (microporosità) a 500 micron (macroporosita).Pertanto permettono una
valida crescita ossea al loro interno.
Nel mercato esistono tre prodotti di bioceramica, le quali variano per la loro composizione:
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a) ENGIpore (Calcio- fosfato poroso);
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b) EASY SET (Solfato di Calcio emidrato);
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c) SINTlife (Calcio-fosfato arricchito con magnesio).
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3) Materiali sostitutivi dell’osso
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a) ENGIpore (Calcio-fosfato poroso)
Caratteristiche generali:
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Indicazioni in PARODONTOLOGIA:
Controllo istologico
a otto settimane
di ENGIpore in
sito ectopico
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3) Materiali sostitutivi dell’osso
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b) EASY SET (Solfato di Calcio emidrato);
Caratteristiche generali:
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Vantaggi:
Indicazioni in PARODONTOLOGIA:
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3) Materiali sostitutivi dell’osso
c) SINTlife (Calcio-fosfato arricchito con magnesio).
Caratteristiche generali:
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Indicazioni in PARODONTOLOGIA:
Controllo istologico a otto
settimane. Particella di
SINTIife
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3) Materiali sostitutivi dell’osso
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III) POLIMERI POLILATTICI-POLIGLICOLI
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Sono noti da lungo tempo. Tra questi, l’acido polilattico e l’acido poliglicolico, in varia composizione
percentuale, sono i costituenti di numerosi prodotti attualmente in commercio utilizzati come dispositivi medici in
campo chirurgico odontoiatrico, maxillofacciale ed ortopedico.
Generalmente tali dispositivi, nelle forme placche ossee, chiodi e viti di sintesi, fili per suture, laminette
sagomate per uso maxillofacciale, sono caratterizzati da un’elevata densità specifica, in quanto devono svolgere
principalmente un’azione meccanica.
Numerosi studi sperimentali hanno dimostrato che il tempo di degradazione dei polimeri
(BIORIASSORBIBILITA’), a parità di condizioni di impianto, è strettamente correlato con il loro grado di
densità, con tempi teorici di demolizione variabili da un minimo di 5-7 settimane ad un massimo di 2-3 anni.
Nella degradazione biologica degli impianti di acido polilattico o di acido polilattico/poliglicolico, entrano in gioco
molte variabili, legate al sito d’impianto, all’età del ricevente, alla tolleranza tessutale, oltre che a fattori
fisici propri del materiale d’impianto, quali struttura chimica, composizione chimica, peso molecolare, forma
della superficie esposta. Il risultato finale dei sistemi di degradazione di questi polimeri è comunque la
formazione di anidride carbonica e acqua.
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3) Materiali sostitutivi dell’osso
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III) POLIMERI POLILATTICI-POLIGLICOLI
FISIOGRAFT
costituito da copolimero di acido l-d-polilattico ed acido poliglicolico, è invece caratterizzato
da una minore densità, in quanto la sua principale funzione meccanica è quella di mantenitore di spazio e,
proprio per il suo grado di densità, il tempo di riassorbimento risulta così maggiormente uniforme, essendo
compreso tra 3-4 mesi e i 6-8 mesi, in relazione alla dimensione dell’impianto, alla reattività individuale ed
al grado di circolo ematico nel sito d’impianto.
La degradazione biologica riferibile ai polimeri/copolimeri che esplicano una funzione di sostegno meccanico,
risulta solo analoga a quella di FISIOGRAFT, la cui massa, densità, superficie e finalità sono nettamente
differenti.
La funzione di FISIOGRAFT è, infatti, quella di spaziatore riassorbibile, lasciandosi permeare dal sangue e
sostituire progressivamente dalle cellule osteoprogenitrici, fino alla formazione di tessuto osseo. La sua
piccola massa e la sua grande superficie consentono alle cellule fibroblastiche, di entrare in profondità nel
materiale per iniziare sia il riassorbimento che la colonizzazione del pezzo impiantato.
Successivamente la struttura spugnosa non offre ostacoli alla avanzata degli osteoni ed alla successiva
solidificazione in tessuto osseo vero.
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INDICAZIONI:Per l’accrescimento e la ricostruzione delle
creste alveolari e per il riempimento delle cavità cistiche o
da granuloma;
Per l’otturazione di difetti dopo resezione della radice,
cistectomia;
Per il riempimento degli alveoli dopo estrazioni;
Per il mantenimento di creste alveolari
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3) Materiali sostitutivi dell’osso
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IV) MEMBRANE RIASSORBIBILI E NON RIASS.
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Le suddette membrane hanno lo scopo di produrre tessuto osseo, mediante il principio dell’ ” EFFETTO
TENDA”,
grazie al quale, sotto la membrana biosintetica, si ha all’inizio la formazione del coagulo che
riempirà tutta la neocavità priva di osso, che si vuole riempire con la
tessuto osseo,indi,
rigenerazione guidata di
funzionando come barriera protettiva passiva per escludere il tessuto connettivo
sovrastante del lembo muco-periosteo che potrebbe interferire con la guarigione del sottostante tessuto osseo
con guarigione per II intenzione, si ha l’organizzazione del coagulo con la formazione del tessuto di
granulazione. Successivamente viene trasformato in tessuto osteoide, nel quale si avrà la precipitazione dei
Sali di calcio e la definitiva formazione di tessuto osseo adulto, mediante guarigione per I intenzione.
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CLASSIFICAZIONE
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A)
B)
C)
D)
politetrafluoroetilene (Gore-tex);
polifluorocarbonio o teflon (Proplast),
polipropilene;
polyglactin.
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3) Materiali sostitutivi dell’osso
IV) MEMBRANE RISSORBIBILI E NON RIASS.
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A) politetrafluoroetilene (Gore-tex) - non riassorbibile:
Ideata nel 1969, ad opera di R.W.Gore è stata messa in commercio nel 1975, come protesi vascolare,
successivamente è stata utilizzata come membrana per la rigenerazione guidata ossea.
L’inconveniente delle membrane in Goretex è rappresentato dalla non riassorbibilità. Pertanto devono essere
rimosse, alla fine del periodo d’azione,con un secondo intervento chirurgico.Ormai sono poco usate.
B) polifluorocarbonio o teflon (Proplast) - non riassorbibile:
Non viene usata più, perché presentava la complicazione della formazione di un tatuaggio color bluastro della
mucosa circostante, per la stimolazione atipica metaplasica di cellule cromogene.
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C) polipropilene - non riassorbibile:
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Ormai poco usata,in quanto non riassorbibile.
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D) polyglactin - riassorbibile:
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È un copolimero ottenuto polimerizzando due parti glicolide ed una parte di 1(-)lactide.
Attualmente è il più utilizzato, in quanto è riassorbibile (Tra il 50° ed il 70° giorno). Presenta inoltre una
ottima resistenza, ritenzione e modellabilità.Il bioriassorbimento avviene mediante idrolisi del copolimero con
formazione di acido lattico ed acido glicolico, che vengono successivamente metabolizzati ed eliminati con le
urine.
MEMBRANA
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4) materiali per splintaggio parodontale
Per splintaggio si intende l’unione meccanica di diversi elementi dentali, solitamente, in
passato,veniva realizzata con l’ausilio di un filo metallico intrecciato,successivamente
sostituito con fibre di vetro e con della resina composita, al fine di raggiungere una
maggiore solidità in caso di mobilità dentale di uno o più denti.
Questo presidio è molto usato in parodontologia dove, soprattutto dopo l’esecuzione di
alcune pratiche chirurgiche, l’aumentata mobilità di un elemento dentale ne richiede
l’utilizzo.
E’ molto diffuso e solitamente, se ben realizzato, non crea problemi estetici in quanto
posizionato sulla superficie interna (linguale o palatale) dei denti.
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Cenni storici
Le Fibre di vetro
i primi tentativi riguardanti l’utilizzo di fibre di rinforzo, in sostituzione dei fili
intrecciati in metallo (altamente antiestetici) nella pratica odontoiatrica iniziarono circa 35
anni fa. Da allora sono stati proposti differenti materiali, quali fibre di silice, di carbonio,
di polietilene, di kevlar e infine fibre di vetro. Con lo sviluppo delle tecniche adesive, oggi i
materiali compositi e resinosi rinforzati con fibre hanno dimostrato di avere un grande
potenziale di sviluppo per l’applicazione in varie metodiche restaurative quali ponti fissi
incollati, contenzione permanente post-trattamento ortodontico ed in particolare trova
indicazione nello splintaggio parodontale.
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4) materiali per splintaggio parodontale
Le Fibre di vetro
Le fibre di vetro sono materiali ottenuti attraverso la filatura di una massa vetrosa fusa. Tali materiali sono
caratterizzati da proprietà meccaniche "specifiche" più alte di quelle dei metalli, cioè, resistenza più alta
a parità di peso.
La disposizione delle fibre nell’ambito della matrice può aumentare la resistenza del materiale nelle direzioni
richieste per soddisfare i requisiti di una struttura soggetta a sforzi multiassiali
( fibre a rete ) oppure
a sforzi sull’asse di trazione ( fibre unidirezionali ).
fibre di vetro a rete
Fibre di vetro unidirezionali
Le fibre di vetro sono largamente utilizzate nella produzione di compositi strutturali in campo
aerospaziale, nautico, automobilistico, associati a matrici diverse, ad esempio poliammidiche
o epossidiche, ma comunque resine sintetiche.
In ODONTOIATRIA da alcuni anni sono stati immessi nel mercato le TENDER FIBER ORTHO dalla ditta
Micerium che inizialmente furono adoperate per la contenzione post-trattamento ortodontico,
successivamente con la produzione delle TENDER FIBER DUE hanno trovato l’applicazione per lo splintaggio
parodontale.
contenzione
Tender Fiber Ortho
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4) materiali per splintaggio parodontale
Le Tender Fiber Due della Micerium:
sono fibre di vetro singole di 14 μm, unidirezionali immerse in matrice resinosa (Bis-GMA) con
biossido di silicio quale riempitivo, in particelle di 0,012 μm.
“Tender Fiber Due”
Applicazioni cliniche:
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Le
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Tender Fiber Quattro della Micerium:
vengono usate per la costruzione delle travate del Maryland Bridge (Ponte incollato)
Indicazioni:
Perdita di un elemento dentario, per trauma o parodontopatia;
Agenesia dentaria;
Provvisorio in implantologia.
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