Lezione a cura della Dott.ssa Vasta della Dott.ssa Girelli

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Transcript Lezione a cura della Dott.ssa Vasta della Dott.ssa Girelli

Prof. Claudio Neri – Prof. Paolo Cruciani
Psicodinamica dei gruppi
Lezione del 21 marzo 2011
Relatori: R. Girelli, F.N. Vasta
Parto pretermine
Si definisce parto pretermine o prematuro un
parto il cui travaglio ha luogo tra la 20esima e la
37esima settimana completa di gestazione. La
durata della maggior parte delle gravidanze è di
circa 40 settimane ma circa il 10% dei parti
avviene prima. Un neonato nato tra la 37esima e
la 42esima settimana è considerato a termine.
Complicazioni post-partum
Il mancato sviluppo degli organi si traduce in diversi
problemi di adattamento alla vita extra-uterina fino ad
assumere forme di patologie multivariate (respirazione,
disregolazione della temperatura, sistema cardiaco, deficit
del sistema immunitario e quindi vulnerabilità alle infezioni,
deficit nella produzione di globuli rossi, sistema visivo, ritardi
psico-motori ecc.).
Inoltre il rischio di mortalità nel primo anno di vita è più
elevato dei neonati a termine.
La nascita pretermine costituisce la causa principale di
mortalità e morbilità perinatale anche nei paesi occidentali,
nei quali l'assistenza sanitaria specialistica è ormai piuttosto
avanzata.
Cos’è l’Associazione Genitin/1
 Genitin è l’associazione che si occupa dei neonati
prematuri ricoverati nel Centro di Terapia Intensiva
Neonatale del Policlinico Universitario “Agostino
Gemelli” di Roma. L’associazione è nata nel 2003 per
iniziativa di genitori e con il supporto degli operatori
del Centro per proteggere la vita e la salute dei
neonati “pretermine”.
Cos’è l’Associazione Genitin/2
Si propone di:
 incentivare la formazione tecnico-professionale degli
operatori
 promuovere lo studio e la ricerca scientifica sulle
tematiche concernenti le patologie neonatali, come
pure quelle tese alla diffusione ed alla conoscenza delle
problematiche connesse alle nascite pretermine;
 fornire formazione ed assistenza, materiale e
psicologica, ai genitori e ai familiari dei neonati
prematuri durante le diverse fasi del loro ricovero ed
anche dopo le dimissioni da tale struttura.
Progetto «Genitori appena nati»
Nell’ambito delle attività dell’Associazione, si inserisce questo
progetto ideato e realizzato da F.N. Vasta e A. Aprea, che
prevede:
 colloqui individuali o di coppia per ogni genitore che entra
in TIN (fase valutativa della singola situazione, colloqui
pre-gruppo);
 uno spazio gruppale settimanale con i genitori;
 uno spazio gruppale settimanale con gli operatori sanitari
 interventi mirati ad personam laddove le situazioni lo
richiedano (per es.: famiglia multiproblematica, lutto del
bambino prematuro, disadattamento di uno dei fratelli).
L’attaccamento e la nascita
prematura (Pierrehumbert et al.
2007)
« La nascita prematura rappresenta una esperienza traumatica
per i genitori e può modificare la normale transizione alla
genitorialità, esperienza che può avere un ruolo di mediazione
sulle conseguenze evolutive della prematurità (come lo sviluppo
di rappresentazioni sicure dell’attaccamento).
Questi dati sembrano supportare la necessità di migliorare ed
approfondire interventi di carattere relazionale nell’ambito
della neonatologia. Viene in luce l’importanza di azioni
preventive quali il fornire un supporto ai genitori del neonato
prematuro durante i primi momenti del loro divenire genitori,
sostenendoli nell’affrontare lo stress peri-natale del bambino
e nell’adeguare le loro rappresentazione e le loro relazioni con il
bambino».
Slavson, pionere dei gruppi di
sostegno alla genitorialità
 «Se il ruolo parentale deve essere considerato un compito e non
soltanto una serie di reazioni istintive come avviene in altri
animali, ovviamente è necessario un addestramento […] Non si
può imparare a esercitare una mansione intellettuale o manuale
soltanto con l’apprendimento teorico. L’abilità, la capacità di
metterla in pratica possono essere acquisite solo con l’esercizio e
con l’esempio. Questo vale per ogni mestiere e ogni professione
[…] Non c’è alcun motivo per cui lo stesso principio non debba
essere applicato alla capacità di essere genitore. Una conoscenza
puramente libresca della psicologia e dello sviluppo infantili
raramente conduce a un’azione appropriata, che potrà essere
appresa soltanto attraverso quel tipo di guida che viene fornito da
questi gruppi di orientamento dei genitori incentrati sul
bambino».
La funzione di osservazione
partecipante
 Possiamo pensare all’osservatore, seguendo una
metafora di Margherita (2009), come a un
«coinquilino, che abita il gruppo, è nel gruppo, ma
riflette e pensa anche da un altro punto di vista».
 La funzione di osservare viene esplicata
dall’osservatore nel gruppo da più vertici.
 Assume pieno significato nel confronto periodico con
lo staff di conduzione.
Vertici di osservazione
 Osservatore stesso (emozioni e pensieri suscitati
dall’essere nel gruppo)
 Membri del gruppo (movimenti psichici individuali e
inter-individuali, stili di partecipazione al gruppo)
 Conduttori (stile di conduzione, effetti degli
interventi)
 Gruppo nel suo insieme (movimenti psichici collettivi,
temi emergenti, ritualità, processualità interna alle
sedute)
 Contesto istituzionale (relazione fra campo gruppale e
campo istituzionale)
Osservando questo gruppo…/1
Processualità interna alle sedute:
 rito di avvio di uno dei conduttori: presentazione del
progetto «Genitori appena nati» e del gruppo;
 invito ai nuovi membri a presentarsi, come coppia e
come genitori arrivati in TIN;
 invito ai vecchi membri ad aggiornare il gruppo (stato
d’animo dei genitori, salute dei figli), esemplificando
così per i nuovi il suo funzionamento;
 discussione libera per come intervengono i membri gli
uni con gli altri, interventi dei conduttori, eventuali
interventi dell’osservatore;
 chiusura della seduta da parte di uno dei conduttori.
Osservando questo gruppo…/2
 Stile di conduzione:
 percorso di calibrazione da parte dei due conduttori fra
uno stile più orientato ad interventi supportivi
(sostegno alla genitorialità dei membri e
mantenimento di un tono emotivo tollerabile per il
gruppo) ed uno più orientato a quelli espressivi (mirati
alla restituzione di significato implicito dei contenuti
portati dai genitori e dal gruppo).
Quesito emergente
Siamo abituati a pensare alla coesione fra i membri in
relazione alla solidità dei confini del gruppo, coesione
che si costruisce nel tempo grazie a un dispositivo stabile
nelle sue caratteristiche di spazio, tempo e relativamente
all’entrata/uscita dei membri.
Questo gruppo è «apertissimo», è un gruppo di reparto
dove in ogni seduta può capitare che membri nuovi
entrino e vecchi escano, oppure no. Eppure è capace di
grande coesione, riscontrabile nell’osservazione clinica.
La variabile chiave è l’esperienza traumatica
accomunante o il setting? Esempio di come la
verifica empirica può aiutare il clinico a progettare
il dispositivo più adeguato.
Bibliografia
 Coppola G., Cassibba R. (2004), La prematurità. Fattori di protezione




e di rischio per la relazione madre-bambino, Carocci, Roma.
Margherita Giorgia V. (2009), Narrazione e rappresentazione nella
psicodinamica di gruppo. Teorie e tecniche, Franco Angeli, Milano, p.
122.
Pierrehumbert B. et al. (2007), Il processo di attaccamento tra
genitori e bambini (nati) a rischio, relazione presentata al workshop
«Parenting, emotion regulation and attachment», Università degli
Studi di Trento, 18 ottobre 2007.
Slavson S.R. (1958), I gruppi per genitori, Boringhieri, Torino, 1980,
pp. 281-282.
Vasta F.N., Girelli R. (2011), Per un’epistemologia del modello di
gruppo omogeneo: note sul funzionamento del dispositivo di cura,
Gruppi (in corso di edizione).
Sitografia
 L’associazione Genitin (www.genitin.it)
 Il progetto «Genitori appena nati»
(www.genitin.it
I nostri progetti
Genitori appena nati)