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La crisi della polis e
Alessandro Magno
Francesco Toscano
Il declino della polis
dopo la sconfitta di Atene, torna operativo il
principio primo della politica greca:
eleutherìa kài autonomìa
la Grecia torna a frammentarsi in un sistema
di autonomie municipali, in perenne
conflitto fra loro e quindi estremamente deboli
vecchi e nuovi pericoli incombono sul mondo
greco: a nord la Macedonia, ad est la Persia,
ad est Cartagine (che nel 406 a. C. aveva
riconquistato l’intera Sicilia, tranne Siracusa)
si afferma un nuovo senso dell’individualità
Il dominio di Sparta
Sparta punta ad eliminare il sistema politico
ateniese, la democrazia, dovunque porti la
sua potenza, imponendo regimi oligarchici,
a volte sostenuti da presìdi militari
anche ad Atene vengono imposti Trenta
tiranni, che vengono, però, scacciati da esuli
democratici, capeggiati da Trasìbulo nel 403
a. C.
questi si vendicano di coloro che avevano
appoggiato i tiranni (condanna di Socrate,
399 a. C., per ateismo e corruzione dei
giovani)
Potere persiano fra Atene e Sparta
i Persiani sperano ancora di recuperare le città
greche della Ionia e affidano il comando della
propria flotta all’ateniese Conòne
nel 394 a. C. la flotta persiana sconfigge
quella spartana a Cnido e Atene riceve molto
denaro, con cui ricostruisce le Lunghe Mura e
punta a ricostitutire il potere del V secolo
ma la Persia teme ora Atene e, quindi, si allea
con Sparta, imponendo a tutte le città greche
la pace di Antàlcida (386 a. C.), per cui
le città ioniche passano alla Persia
tutte le leghe vengono sciolte
tutte le città greche sono riconosciute autonome
dai Persiani
L’egemonia di Tebe
in questo periodo emerge Tebe, capitale della
Beozia, guidata da Pelòpida e da Epaminònda
si liberano degli oligarchi imposti da Sparta e
si legano militarmente alle altre città della
Beozia (lega beòtica)
Epaminònda guida l’esercito tebano a Leuttra
nel 371 a. C. e vince grazie alla tattica obliqua
a Sparta gli iloti si ribellano e, di fatto, dànno
avvio all’involuzione della civiltà spartana
per 10 anni Tebe sembra primeggiare, ma la
morte di Epaminònda nel 362 a. C. a
Mantinèa segna l’inizio della fine della città
L’ascesa dei Macèdoni
la Macedonia è una regione montuosa, abitata
da una popolazione solo in parte greca, fino
ad allora marginale nella storia greca. La vita
cittadina è pressocché inesistente
c’è un re, contornato da aristocratici con
ampia autonomia. La capitale è Pella
nel corso del IV sec. a. C. la Macedonia si
rafforza, grazie al potere più consolidato del
re Archelào
Filippo II
Filippo II fu il creatore della potenza
macèdone. Prende il potere nel 359 a. C. e
riorganizza lo stato e l’esercito
inventa un nuovo tipo di falange, con opliti
dalle lunghe lance, con la quale conquista la
penisola balcànica e si impossessa delle
miniere d’oro della Tracia
Filippo sempre ostenta il carattere greco del
suo regno e, infatti, si presenta come
difensore del santuario di Delfi (a quel tempo
era stato saccheggiato) e come guida
dell’anfizionìa delfica dal 346 a. C.
Il trionfo di Filippo II
ad Atene prevale il partito dei ‘radicali’, cioè
coloro che osteggiano in ogni modo Filippo II.
Il loro capo fu l’oratore Demòstene, che
vedeva nell’arrivo dei Macèdoni la fine della
civiltà della polis
Atene decide di allearsi con Tebe per andare
contro i Macèdoni (promettendo l’egemonia
sulla Grecia intera), ma nel 338 a. C. a
Cheronèa l’esercito greco viene sconfitto da
Filippo II, che diventa così padrone assoluto
della Grecia
crea una lega fra le città greche (lega di
Corinto), del tutto assoggettata alla Macedonia
e assunse posizioni antipersiane
Alessandro Magno
Filippo viene ucciso nel 336 a. C da una
congiura di nobili e sale al trono il
giovanissimo figlio, Alessandro, educato da
Aristotele secondo il costume greco
sin da giovanissimo fu un gran soldato,
molto ambizioso e animato da una
fortissima volontà di potenza
resta l’unico greco (tale pensiero sarà la
norma, invece, a Roma) ad aver concepito
l’idea di un dominio territoriale continuativo,
e quindi ad aver tentato di assoggettare il
mondo allora conosciuto
Alessandro Magno
dopo aver devastato Tebe nel 335, perché
stava tentando di ribellarsi ai Macèdoni,
organizza una spedizione in Oriente, con un
significato militare, ma anche culturale
la sequenza delle vittorie è la seguente:
vicino al Granico, in Frigia, nel 334
Isso, in Cilìcia, nel 333
Tiro, in Fenicia, nel 332 (fonda
Alessandria, alla foce del Nilo)
Gaugamèla, vicino Nìnive, nel 331
La campagna militare
Il progetto politico di Alessandro
capisce subito che non può far governare un
regno di tali dimensioni dalla ristretta
aristocrazia macedone
quindi, punta alla fusione dei popoli
conquistati, in particolare con i più evoluti
Persiani. Lui stesso sposa Rossane, nobile
persiana che gli darà un figlio
lentamente assume i tratti del dèspota
orientale, lasciando molto insoddisfatti i
cittadini greci, non abituati ad essere trattati
da sudditi (impone loro la proskýnesis,
l’inchìno fino a terra)
L’eredità di Alessandro Magno
nel 323 a. C. muore di malaria e il suo regno si
disgrega anche a causa delle ambizioni dei suoi
generali, ben presto chiamati «diàdochi», cioè
successori
inizia il periodo detto ELLENISMO, che si
protrarrà fino al 31 a. C., quando l’ultimo
regno, quello dei Tolomèi, verrà conquistato da
Roma
presto i generali mettono da parte la politica di
fusione fra i popoli, sbarazzandosi dei funzionari
persiani. Inizia, così, una serie di guerre fra
Greci, che dureranno per oltre 20 anni, fino al
300 a. C., quando le monarchie ellenistiche si
stabilizzano
Alcuni regni ellenistici
i discendenti di Tolemeo regnarono sull’Egitto,
presentandosi come i continuatori dell’antica
storia egizia
Busto di Tolemeo I
(306 a. C.)
la capitale fu
Alessandria, dove era
stato sepolto
Alessandro, e che
divenne sede della
famosa Biblioteca