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Le scuole “presocratiche” e gli inizi della filosofia
Da Talete a Anassimene La scuola di Mileto
Il termine “presocratici”
A partire dalla storiografia Ottocentesca è iniziato l’uso del termine
presocratici
per indicare tutti i filosofi del VI e V secolo a.C. ; In realtà non ci sono ragioni strettamente cronologiche per l’uso di questo termine perché alcuni filosofi che rientrerebbero tra i presocratici furono contemporanei o addirittura più giovani di Socrate (470 – 399 a.C.) es.: Democrito (460 – 360 a.C., circa); Le ragioni sono quindi da trovare in due ambiti di ricerca diversi: a) lo studio e la riflessione della natura ( i “presocratici”); b) la riflessione sull’uomo e i problemi morali (Socrate).
Le Poleis greche, i filosofi e i principali luoghi di culto
Scuola di Mileto
:
Talete
,
Anassimandro
,
Anassimene Eraclito
Luogo di nascita di
Pitagora
La scuola eleatica:
Parmenide
,
Zenone
I filosofi in Magna Grecia
Scuola di
Pitagora
La scuola di Mileto “Talete”
Presumibilmente possiamo collocare la nascita di
Talete
negli ultimi decenni del VII secolo e la morte verso la metà del VI; Talete iniziò a filosofare entro un’altra dimensione rispetto all’oralità e al linguaggio immaginativo della tradizione omerica; Introdusse una nuova terminologia più razionale e adatta alla spiegazione di ciò che indagava.
(Mileto, 640 a.C./624 a. C. – circa 547 a.C.)
Talete “il Sapiente”
Avrebbe per primo ricevuto l'attributo di “
sapiente
” al tempo dell’arcontato di
Damasia in Atene
(582 a.C. 581 a.C.); Lo attesta
Platone
nel dialogo
Protagora
(343 a) e lo inserisce in una lista di sette nomi (i cosiddetti Sette savi): «
Talete
di Mileto,
Pittaco
di Mitilene,
Biante
di Priene, il nostro
Solone
,
Cleobulo
di Lindos,
Misone
di Chene e settimo
Chilone
di Sparta … ».
I Sette Sapienti e l’oracolo di Delfi
Talete
e gli
altri Sapienti
nonostante la loro capacità d’indagine razionale e critica, rimanevano al contempo degli “
ispirati
” i quali fecero dono, al tempio di Delfi, di alcune massime, tra le quali: “
nulla di troppo
” che costituisce la radice del pensiero etico dei greci.
I cambiamenti della coscienza
Dopo secoli del cosiddetto pensiero orale e immaginativo (XI – IX secolo a.C.) nell’VIII secolo a.C. i greci adottano l’
alfabeto fenicio
alla loro lingua, aggiungendo le vocali e adattando l’alfabeto alle esigenze dei vari dialetti greci. La filosofia inizia nel momento in cui la coscienza si
desta
dal
linguaggio immaginativo e di sogno
fino ad allora usato (tradizione omerica) e viene stimolata a pensare in modo “meno partecipativo” e
più astratto
→ inizia la formazione di un linguaggio (terminologie) più distaccato, riflessivo, consapevole e critico; Questo passaggio del pensiero venne decisamente favorito dall’uso dell’
alfabeto fonetico
e dalla
scrittura
.
Dall’oralità alla scrittura, i poemi omerici
L’introduzione dell’alfabeto fu decisivo per la cultura del periodo arcaico, e consentì il lento passaggio dalla tradizione orale alla cultura letteraria e filosofica scritta; Grazie alla scrittura l’immenso patrimonio di poesia epica tramandata oralmente venne fissato; Tra VIII e il VII secolo circa, vennero sintetizzati e redatti – sotto il nome di Omero, cantore cieco e ispirato dalle Muse – gli antichi canti della tradizione orale che circolavano in Grecia da secoli; Dalla raccolta e selezione di questi canti nacquero i due poemi: l’
Iliade
e l’
Odissea
che descrivevano i valori e i comportamenti della civiltà Micenea.
La filosofia: la “Contemplazione”, la “Meraviglia”
La filosofia nasce dalla
contemplazione
, quasi una forma di
estasi
; dopodiché, il filosofo si sforza di trovare un linguaggio per
descrivere
e
spiegare
ciò che ha
pienamente vissuto
; “
Gli uomini hanno iniziato a filosofare a causa della meraviglia”,
Aristotele
, Metafisica, I. (frase non testuale) “Ricordiamo la valenza morale oltre che conoscitiva del termine theoria : “contemplare” per il Greco significava assumere, sulla base della conoscenza, un preciso atteggiamento pratico nei confronti della vita […] ben lungi dall’avere un carattere intellettuale e astratto, ma è sempre una compartecipazione alla cosa contemplata”
Talete
Il suo filosofare era ancora vicino al racconto e all’immaginazione orale, tuttavia la sua indagine si rivolge verso la natura introducendo una nuova terminologia e una nuova sintassi; I suoi messaggi fondamentali sono i seguenti: a) Per primo affermò l’esistenza di un principio unico causa di tutte le cose che sono; b)Sostenne che il mondo è pieno di Dei; c) Disse che il magnete possedeva un anima, perché è capace di muovere (quest’ultima affermazione si discosta molto dalla tradizione omerica) – ora l’anima è principio di movimento.
Talete
Questo principio fu denominato da questi primi filosofi, se non già da Talete stesso, “
Physis”, parola che nel senso del greco arcaico sta per ‘realtà prima’, ‘realtà originaria’, ‘realtà fondamentale’,
in senso moderno viene tradotta come “natura”; Physis significa ciò che rimane
identico a se stesso
nonostante la realtà sia soggetta a mutamento e trasformazione e nell’apparenza tutto divenga.
Talete e il principio-acqua
Il principio viene dall’acqua perché tutto viene dall’acqua, tutto sorregge la propria vita con l’acqua, tutto finisce nell’acqua; Quindi non ci troviamo più, con Talete, di fronte a figurazioni puramente fantastico poetiche ma di fronte a spiegazioni, a descrizioni: siamo passati dal Mithos al Logos e così è nata la filosofia;
Talete e il principio-acqua
a) b) c) Talete da tre definizioni del principio acqua: Fonte e scaturigine delle cose; Foce o termine ultimo delle cose; Sostegno stabile e permanente delle cose.
Talete e il principio-acqua
Per Talete l’acqua non era un principio strettamente fisico (l’acqua reale è simbolo del principio-acqua) ma Divino
un’essenza fluida, dinamica e ingenerata
che permea tutte le cose, per questo egli afferma “
tutto è pieno di Dei”: tutto è pervaso dal principio acqua.
Quindi per Talete:
tutte le cose devono essere vive e animate. → la calamita dovette essere per lui prova di questa tesi.
Talete ha una visione che potremo definire
Panteistia Monista
della realtà.
Panteista
perché tutto e divino e e
Monista
perché vi è un’unica realtà di cui ogni cosa è manifestazione.
Panteismo nel Seicento sarà definito con un altro termine ovvero
iolozoismo → la materia non ha nulla di statico ma è vivente.
Anassimandro
Si calcola che Anassimandro sia nato verso la fine del VII secolo a.C. e morto intorno alla prima metà del VI; Compose un trattato che, secondo le testimonianze, costituisce il primo scritto filosofico dell’Occidente dei Greci ad ha il titolo:
Sulla Natura
di cui ci rimane solo un frammento.
(610-547/546 A.C.)
Anassimandro, biografia
È geografo e cartografo: a lui si deve la prima carina geografica; Sua è anche l’invenzione dello
gnomone solare
strumento con il quale egli riusciva a calcolare gli equinozi, i solstizi e l’intervallo tra una stagione e l’altra e, quindi, riusciva a misurare il tempo.
Dal greco gnømøn-gnømonos: conoscitore
Anassimandro: il principio - ápeiron
Anassimandro fu il primo a introdurre il termine “
arché
” per designare il principio; Contrariamente a Talete egli riteneva che tale bensì l’
ápeiron
( “
a”
= privativo
principio
(o realtà prima e ultima delle cose) non fosse l’acqua,
, “pèras” = limite)
vale a dire l’
infinito
o l’
illimitato
; Per Anassimandro il principio non può che essere l’infinito, l’indeterminato, l’ingenerato senza un inizio ne fine, fuori dal tempo; L’infinito
abbraccia
,
regge
,
governa
e
ordina
tutte le cose e per questo può essere considerato come Divino; Essendo infinito e indeterminato non coincide con nessuno degli elementi.
La genesi del modo
La realtà - le cose - derivano dall’infinito
, da una separazione da esso; Questa separazione è stata, in origine, determinata da
una colpa
, la quale ha generato un movimento di distacco degli elementi contrari che nell’infinito godevano di perfetta armonia; Questi elementi, che in origine erano in unità sono tutte le coppie di contrari (caldo – freddo, secco – umido, estate – inverno, notte – giorno, ecc.) Grafica dell’universo
Il “sopraffarsi” dei contrari
I
contrari
tendono istintivamente a
sopraffarsi
; L’evidenza che in origine il distacco è avvenuto per una colpa è l’
ingiustizia
che inevitabilmente pratica ogni elemento; L’Ingiustizia è il “carattere essenziale” che ogni elemento fatalmente
portare in sé
;
Il Tempo
, per Anassimandro è il
giudice
di tale ingiustizia, perché assegna un limite alla preminenza dell’uno sull’altro; L’ingiustizia alla fine verrà completamente espiata dalla fine e dalla morte stessa del mondo, secondo determinati cicli di tempo; Infinito è il principio e infiniti sono i mondi che si genereranno, moriranno e si succederanno.
La Terra
Non solo per Anassimandro il mondo morirà e si genererà un’altra volta, ma esistono spazialmente e contemporaneamente a questo mondo altri infiniti cosmi invisibili e visibili; La Terra è letteralmente sospesa nello spazio ed è di forma cilindrica, rimane sospesa perché la sua posizione rimane equidistante da tutto ciò che la circonda.
Karl Popper su Anassimandro
Il filosofo della scienza karl Popper definì quest’idea della terra: “
tra le più audaci, rivoluzionarie e portentose […] di tutta la storia del pensiero umano
” un’idea che anticiperebbe “
in qualche misura la concezione newtoniana di forze gravitazionali immateriali e invisibili
”, K. R. Popper,
Congetture e confutazioni
, p.239 [testo, pag.46]
Anassimene
Anassimene nativo di Mileto fu discepolo e successore di Anassimandro. Dalle indicazioni delle fonti antiche si può congetturare che sia nato nei primi decenni del VI secolo a.C. e morto negli ultimi decenni del medesimo secolo. Scrisse egli pure un libro
Sulla Natura
. Di questo abbiamo a disposizione solo 2 frammenti.
586 a.C – 528-525 a.C.
Anassimene – il principio aria
a) b) c) Anassimene corregge la teoria del maestro in questo senso: Il principio primo è si infinito, ma non è indeterminato: esso è “aria infinita”; L’aria come
pneuma
(spirito in senso fisico, soffio vitale), andrebbe considerata come principio perché si presta meglio di qualsiasi altro elemento come capace di generare tutto; Anassimene lo desume dalla considerazione che il respiro è fondamentale per ogni essere vivente.
Principio - aria
È credibile che Anassimene abbia chiamato il principio aria “Dio” o “Divino” e divine sono tutte le realtà che derivano dall’aria; La Divinità del principio è una caratteristica dei tre milesi; Anassimene, inoltre, cerca di determinare il processo che fa derivare dall’aria tutte le cose: si tratta della
condensazione
e della
rarefazione
→ la rarefazione dell’aria da origine al fuoco, la condensazione da origine all’acqua e poi alla terra.