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CONSERVAZIONE DEI FORAGGI
Scopi : Disponibilità di alimenti alimenti in diversi periodi dell’anno
Obiettivi: riduzione costi di gestione (impiego di mezzi, attrezzature e manodopera,
operazioni di raccolta, immagazzinamento, distribuzione, etc.), e di perdite di principi
nutritivi.
Condizioni: creazioni di ambienti idonei e condizioni tali da evitare fenomeni di
degenerazione della materia organica attraverso la riduzione in modo naturale e/o
artificiale di H2O (fienagione tradizionale o in due tempi, disidratazione)o favorendo la
formazione di ambienti anaerobi acidi o basici (insilamento, aggiunta di sostanze acide o
basiche).
Fienagione tradizionale
Il sistema più diffuso per la conservazione della massa foraggera, consiste in una serie di
operazioni volte a favorire una parziale perdita di acqua.
Sistemi: tradizionale (essiccazione in campo) e in due tempi (può essere effettuata
parzialmente sul campo e completata in fienili dotati di ventilatori).
Fienagione tradizionale: prevede la permanenza in campo dell’erba tagliata per circa 3-4
giorni fino al raggiungimento del contenuto d’acqua del 20%.
L’epoca del taglio rappresenta uno dei punti più delicati, poiché condiziona la produzione
dal punto di vista quali-quantitativo.
Epoche di taglio: inizio fioritura per le leguminose e spigatura incipiente per i
polifiti e le graminacee. Ciò ci permettere di ottenere la massima produzione di
energia alimentare (EN) e una quota elevata e di qualità di sostanza secca.
Tenore di acqua: il foraggio verde tagliato al mattino, in primavera, contiene all’incirca il
75-90% di H2O, questo valore dopo il 1° giorno si abbassa notevolmente, infatti, scende al
55-65%. Durante la notte il fieno assorbe l’umidità dell’aria, ma tempo altri 2-3 giorni e il
contenuto scende intorno al 20-30%. Durante il periodo estivo il processo di essiccazione
viene notevolmente accelerato.
OPERAZIONI
Taglio
Rivoltamento
Raccolta e immagazzinamento
Perdite
Respirazione erba recisa
Si hanno durante la fienagione e la conservazione
Lavorazioni meccaniche
Processi fermentativi
Precipitazioni, quindi dilavamento
Conservazione
Fienagione in due tempi
Sistema messo a punto per ovviare agli inconvenienti di quella tradizionale e per
permettere l’essiccazione dell’erba anche in quelle zone con andamenti climatici
sfavorevoli.
Mezzi impiegati: falciacondizionatrici, che schiacciano l’erba dopo il taglio al fine di favorire
la fuoriuscita dei liquidi vegetativi. L’erba viene lasciata in campo fino al raggiungimento
del 50% di umidità.
Il foraggio successivamente viene raccolto sfuso o imballato e portato nei fienili, che
dovranno essere attrezzati di appositi ventilatori. La massa foraggera così verrà tratta con
aria a temperatura ambiente o riscaldata fino a che l’umidità in essa contenuta non scenda
al di sotto del 20%.
Vantaggi: a) riduzione dei tempi (1-2 giorni); b) diminuzione perdite meccaniche; c)
miglioramento qualità del foraggio (riduzione perdite sostanze nutritive)
Dimensioni, potenza e costo impianto: a) quantità di acqua da eliminare; b) tempo
disponibile per l’essiccazione; c) umidità relativa e temperatura ambiente.
Perdite di umidità
Es: per ottenere 1 q.le di fieno che abbia 20 Kg di H2O e 80 Kg ss, occorre far
evaporare da 533 Kg di foraggio fresco 433 (453-20) Kg di H2O. Per ridurre
l’umidità dall’85% al 60% durante l’essiccazione in campo nel 1° giorno devono
evaporare 333 Kg di H2O; nel secondo giorno per portare l’umidità al 35% ne
deve evaporare 76 Kg, mentre al terzo giorno solamente 24 Kg. L’entità
dell’evaporazione rallenta con il diminuire dell’umidità.
Le maggiori perdite di principi nutritivi sono dovute all’umidità residua, queste è
possibile ridurle con l’essiccazione in fienile. Più bassa è la percentuale di
umidità al momento della raccolta più velocemente si raggiunge il risultato
finale.
Perdite
L’erba fresca e umida, una volta immagazzinata, inizia a scaldarsi, ciò favorisce
la perdita di sostanze nutritive e la diminuzione della digeribilità delle proteine.
Per evitare ciò, bisogna attivare la ventilazione immediatamente.
Essiccazione con aria a temperatura ambiente
Varia
in
funzione
della
temperatura e della % di
umidità relativa dell’aria.
Essiccazione
art.:
deve
essere completata entro 8
gg.,1 m3 di aria può assorbire
1 gr di H2O e che la presenza
del 40% di umidità al
momento
della
raccolta
richiede l’evaporazione di 33
Kg di H2O/q di fieno.
L’aria deve essere diffusa in maniera regolare a pressione omogenea, per cui
l’immagazzinamento deve essere effettuato a strati soffici e regolari. Anche la distribuzione
deve avvenire in modo uniforme, evitando di compattare il foraggio mediante soffiatrici.
Essiccazione con aria riscaldata
Utile per accelerare l’essiccazione in presenza di masse con umidità superiori al 40%. Vi
sono 2 sistemi:
1) riscaldamento leggero di 3-8°C;
2) riscaldamento forte di 30 – 40°C:
Valutazione del fieno
Viene effettuata attraverso l’esame della composizione floristica, del rapporto fra steli e
foglie, del colore, della consistenza, dell’odore, dell’eventuale presenza di essenze
infestanti e di alterazioni.
Osservazioni:
• Fieno
ingiallito
dalle
piogge,
imbrunito
dall’eccessivo
riscaldamento presenta una ridotta
qualità.
• Foglie frantumate, comportano un
cattivo giudizio.
• Fieno putrido, ammuffito o marcio,
non può essere somministrato.
• Rapporto stelo/foglie dipende dalla
specie di pianta e dall’epoca dello
sfalcio. Il fieno di prati avvicendati
contiene più steli di uno stabile. La
consistenza dura e pungente del fieno
può essere dovuta a perdite durante la
fienagione.
• Il fieno ottenuto con l’essiccazione
artificiale ha un valore nutritivo
superiore a quello ottenuto con la
fienagione tradizionale.
Disidratazione
Sistema di rapida essiccazione dell’erba, con sistemi industriali, al fine di evitare perdite di
fienagione e di mantenere inalterate le caratteristiche chimiche e nutritive dei foraggi
(elevati contenuti di proteine, elementi minerali e vitamine).
Viene attuato con foraggi giovani, ricchi di foglie.
Operazioni:
 Tagli frequenti (quando l’erba raggiunge i 25-35 cm di H);
 Trinciatura e invio ai disidratatori;
 Disidratazione: ventilazione con aria molto calda, in modo tale da far evaporare
immediatamente l’acqua, evitando che la temperatura interna delle foglie e degli steli
raggiungano livelli tali da denaturare o inattivare le proteine e le vitamine.
Lavorazioni:
 combinazione
temperatura
e
tempo
di
esposizione;
 Disidratatore a bassa temperatura (piccoli
impianti, permanenza dell’erba circa 20 min a T
130 – 200 °C, a seconda della specie e del suo
contenuto di acqua).
 Disidratatore ad alta temperatura (impianti
industriali, trattamenti a T 800 – 1000 °C, il
materiale viene rivoltato continuamente). Dopo
essere stato essiccato e raffreddato può essere
macinato (farina) e/o pressato (pellets, colbs,
briketts).
INSILAMENTO
Sistema di conservazione di antiche origini che si basa su processi chimico – biologici,
dovute a specifiche fermentazioni, finalizzati alla creazione di un ambiente avverso lla
proliferazione di microrganismi degenerativi della massa organica.
Vantaggi: limitazione delle perdite di raccolta, possibilità di conservare alimenti non
affienabili (mais).
L’azione è svolta da particolari microrganismi, alcuni dei quali provocano processi utili alla
conservazione, mentre altri causano fermentazioni svantaggiose con perdite di sostanze
organica fino ad arrivare alla produzione di sostanze tossiche. Le corrette tecniche di
insilamento tengono conto dello sviluppo dei primi e a limitare l’azione dei secondi.
Condizioni ambientali per lo sviluppo dei microrganismi
Substrati: in diversi.
Condizioni ambientali specifiche: pH, ossigeno, temperatura, etc.
Creazione di un ambiente favorevole allo sviluppo dei batteri utili alla conservazione:
Batteri lattici 4 generi: Lactobacillus, Steptococcus, Leuconostoc e Pediococcus. Si
sviluppano nei primi 3 giorni a T comprese tra i 20-30 °C (a fermentazione fedda).
Attaccano: zuccheri formando acido lattico (fermentazioni omolattiche) o un insieme di ac.
Lattico, acetico o di etanolo (f. eterolattiche), limitando le perdide di sostanza secca.
Importanza legata all’elevato potere acidificante, poiché l’acidità impedisce lo sviluppo dei
microrganismi dannosi. E’ importante eliminare l’aria rapidamente della massa insilata per
bloccare la respirazione, perché brucia zuccheri ed inoltre innalza la temperatura.
Colibatteri: si sviluppano da subito ad un pH circa neutro e con presenza di aria. La loro
attività produce CO2 e acido acetico. Consumo zuccheri e maggiori quantità di sostanze
nutritive vengono perse. Ciò si verifica quando vengono insilati foraggi ricchi di acqua,
scarsamente compressati e coperti.
Clostridi 2 gruppi: Clostrium butyricum, clostridi saccarolitici o butirrici; Clostridium
sporogenes, clostridi proteolitici o putrefattivi. I butirrici hanno effetti negativi, sono
termofili (T 40 °C circa), sono acido sensibili (pH < 4). Fermentano zuccheri e ac. lattico con
produzioni di CO2 e ac. butirrico, le perdite di ss è elevatissima. I proteolitici sono molto
acido sensibili, l’attacco alle proteine porta alla formazione di ammoniaca, CO2 , ac.
organici, ammine.
Muffe e lieviti: anch’essi dannosi, segno dell’avvenuta immissione di aria nell’insilato. Acido
sensibili, sono causa di fermentazioni secondarie, attaccano carboidrati con formazione di
etanolo e ingenti perdite di ss.
Decorso delle fermentazioni
Acidificazione