Rosanna_francescato_il gattonamento

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GATTONAMENTO
Il primo profumo di libertà
Alcuni bambini lo fanno, altri no: perché?*
1
Muoversi e vivere
Il movimento è una caratteristica fondamentale
della vita animale e umana, infantile e adulta,
è l’espressione di un adattamento positivo
all’ambiente che ci circonda.
2
l’apprendimento nel
primo anno di vita,
diceva:
Emmi Pikler *
(medico di Vienna)
è fondato
sostanzialmente sullo
sviluppo motorio e
costituisce la base dello
sviluppo dell’intera
personalità.
Piaget
parlava di
“intelligenza senso-motoria”
per caratterizzare lo
sviluppo di questo
primo periodo
3
I primi due anni di vita ci mostrano progressi
sorprendenti:

dal punto di vita della coordinazione motoria

e della conquista di nuovi sistemi di azione.*
4

Se iniziare a camminare è considerato una
pietra miliare
dello sviluppo, prima importante tappa verso
l’indipendenza fisica e psicologica e la fine della 1^
infanzia
non è da sottovalutare quella primitiva forma di
locomozione spontanea definita
“gattonamento”
(cawling) ovvero cammino a quattro gambe
5
Piaget
parlava di
in termini più
specialistici
“quadrupedica”
.
“intelligenza senso-motoria”
per caratterizzare lo
sviluppo di questo
primo periodo
6
Il passaggio da una condizione di
dipendenza alla possibilità di avanzare da
solo,
rappresenta un cambiamento qualitativo
- dal punto di vista dell’attività esplorativa
- dallo sviluppo percettivo, cognitivo
- oltre che dello sviluppo sociale.
7
Rotolare, strisciare, gattonare
La prima esperienza del corpo che si sposta
volontariamente nello spazio,
è il rotolamento,
ossia la possibilità di girarsi dalla posizione
supina a quella prona e viceversa, *
8
Il primo vero spostamento nell’ambiente
viene realizzato strisciando, già a partire
dai 5 mesi, facendo leva sulle braccia e
sulle gambe, con l’addome appoggiato a
terra.
Non tutti però utilizzano questa strategia.
9

Il bambino gattona in media a 8 mesi; spesso
all’inizio sta in questa posizione “a gatto” senza
riuscire a muoversi, a volte dondolandosi avanti
e indietro, come per sperimentare la nuova
postura.

Se i primi spostamenti mostrano incertezze e
difficoltà di coordinazione, ben presto attraverso
l’esperienza e l’esercizio, ma anche grazie alla
crescita delle dimensioni corporee e alla forza
muscolare, i movimenti diventano più coordinati
e l’andatura più rapida e sicura. *
10
Un’altra modalità locomotoria, abbastanza
inconsueta, è
lo spostarsi seduto, ruotando sul sedere,
con una gamba flessa ed una distesa.
Per lo più senza l’utilizzazione delle braccia.*
11
Le funzioni del gattonamento

Oltre al piacere legato all’esplorazione
dell’ambiente, al senso di autonomia e alla
sensazione di successo, il gattonamento,
presenta fin dall’inizio le caratteristiche di
un’attività volontaria, intenzionale.
12

Il bambino è libero di esplorare più ampi spazi,
ma si serve anche di questa funzione per
organizzare in modo autonomo i rapporti sociali

da via libera alle sue preferenze affettive*

Importante il ruolo del caregiver (la madre) che
dovrà rispettare, evitando di forzare o
tollerando la separazione, questo tipo di
movimento favorendo così lo sviluppo delle
funzioni autonome dell’io e dell’identità
13

Il comportamento del gattonamento rientra
nel più ampio campo di studio che
riguarda lo sviluppo motorio che più di
mezzo secolo fa era stato interpretato con
entusiasmo dai primi studiosi come il
semplice effetto della maturazione del
sistema nervoso centrale, in particolare
della corteccia cerebrale.
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La teoria dello sviluppo motorio era stata
ripresa, alla fine degli anni Sessanta, con
nuovi strumenti teorici, dal cognitivismo.
(corrente psicologica contemporanea che si
sviluppa a partire dalla seconda metà degli anni
’50 in aperta opposizione al comportamentismo)
Che considera la mente sostanzialmente come
un elaboratore di informazione
15

In questi ultimi vent’anni, lo studio dello
sviluppo motorio è ritornato al centro del
dibattito scientifico grazie a due teorie che
possono essere definite interazioniste o
emergenti:
l’approccio ecologico
 e la teoria dei sistemi dinamici

16
La teoria dei sistemi dinamici, ha prestato più
attenzione alla morfologia *, alla forma, ai processi
attraverso i quali nuovi tipi di movimento emergono e
cambiano nel tempo.
l’approccio ecologico (Gibson, Adolph) ha sottolineato lo
stretto legame fra percezione, azione e contesto, dimostrando come
qualsiasi movimento non possa essere studiato isolatamente,
ma sempre nella sua stretta relazione con i sistemi percettivi e
con l’ambiente fisico che offre le informazioni necessarie alla sua
esecuzione.
“..l’attività esplorativa e gli spostamenti locomotori
favoriscono, più della maturazione dovuta all’età la raccolta
delle informazioni.
17
Le due teorie :

rifiutano le concezioni tradizionali secondo le quali lo
sviluppo umano progredisce in un’unica direzione guidato
da leggi universali e da passaggi obbligati (stadi).
e hanno messo in luce come lo sviluppo sia
un processo complesso,

non riducibile ad un’unica causa,

ma correlato a molte variabili che si influenzano
reciprocamente.
18

Sostengono che …
“ Anche se tutti gli esseri umani condividono
condizioni di base comuni (ambiente geografico
o culturale) dalle quali derivano molti
comportamenti universali (stare seduto,
camminare ecc.) le situazioni in cui tali
comportamenti si realizzano sono diverse e
variabili da bambino a bambino.”…

Un fondamentale contributo degli approcci
ecologico-dinamici è l’importanza attribuita alle
differenze individuali.
19
In questa ottica Goldfield cerca di spiegare
il cammino a quattro gambe ossia la
combinazione di capacità differenti.
 L’orientamento: che dirige l’attenzione del
bambino verso le persone o gli oggetti,
motivandolo a muoversi
 L’estensione del braccio in avanti: che
permette di guidare il corpo
 Il movimento coordinato e alternato
dello scalciare: che spinge il corpo in
avanti.

20
Alcuni elementi possono non essere disponibili
ritardando o impedendo questa forma di
locomozione:

Alcuni bambini non hanno abbastanza forza
nelle braccia

Altri non dispongono di una superficie
abbastanza ampia per muoversi

Altri essere impacciati dagli abiti troppo pesanti
21

Un maggior numero di gattonatori è stato
rilevato che nella stagione estiva

I bambini snelli sembrano più motivati a
gattonare di quelli paffuti e pesanti.
22
 Occorre
ricordare che ci sono
bambini che saltano il periodo del
“crawling” ed arrivano comunque a
raggiungere risultati ottimali nelle
successive tappe dello sviluppo
motorio e cognitivo.
23
Se non gattona c’è da preoccuparsi?
Questa è fatidica domanda dei genitori
Si può rispondere, in maniera ottimistica, che la
presenza o l’assenza del gattonamento nella storia di un
bambino non è un problema
( almeno che, non siano presenti altre patologie dello sviluppo)
è piuttosto il risultato di un ampio gioco di
interazioni che è unico e particolare per ogni
essere umano.
24
E alle domande:





a quale età di solito si manifesta il gattonamento?
Ci sono differenti modi di gattonare?
I bambini che gattonano, cammineranno prima?
C’è qualche relazione con gli stili di accudimento dei
genitori?
Il girello o il box possono ritardare la comparsa di questa
attività?
Queste sono domande registrate in alcune sale
di aspetto di pediatria, che hanno guidato
l’interesse dei ricercatori e che sono state fonte
di questo approfondimento.
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