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Raccolta di escreti
e secreti
L’eliminazione fa parte della
sfera più intima di una
persona.
Non essere più in grado di
assolvere al bisogno di
eliminazione
autonomamente viene
vissuto come qualcosa di
vergognoso e imbarazzante.
Quando subentrano disturbi
come diarrea, stipsi,
incontinenza urinaria o
fecale, tutto diventa ancora
più difficile. Per ciascuno,
questo è spesso un aspetto
sgradevole delle cure.
Funzione escretoria
E’ deputata principalmente all’apparato
urinario ed intestinale.
La finalità è quella di liberare l’organismo
dalle scorie e/o da materiali dannosi per la
salute.
Tale funzione è indispensabile per la vita.
Questa attività risente da danni o malattie
dei vari organi.
Fattori che influenzano la funzione escretoria
In situazioni fisiologiche:
Stadio dello sviluppo dalla nascita
Assunzione di alimenti o bevande
Fattori fisico-psicologici
Esame urine
Emissione delle urine
Apporto di liquidi nell’organismo
Volume e pressione del sangue
Attività dei processi di secrezione
Il volume delle urine emesse nelle 24 h (800/200
ml a., 300/1500 ml b.) dipende da:
ingestione dei liquidi
concentrazione dei soluti nel filtrato
gittata cardiaca
perdita di liquidi attraverso feci, perspiratio
insensibilis
APPARATO URINARIO
– RENI
– VIE URINARIE:
• CALICI MINORI E
MAGGIORI
• PELVI
• URETERE
• VESCICA
• URETRA
FUNZIONI
– escretoria allontana dal circolo
sanguigno i prodotti del metabolismo
intermedio
– mantenimento equilibrio idrosalino / acido –base elimina acqua
e ioni, controlla il pH ematico
– pressione ematica
– endocrina con la produzione e la
liberazione di ormoni:
• eritropoietina
• renina
URETERI
• Condotti muscolomembranosi che dalla pelvi
renale discendono fino a
raggiungere la vescica
urinaria
• Lunghi ca 30 cm, decorrono
in basso e un po’
medialmente, davanti al
muscolo grande psoas.
• Sono retroperitoneali.
VESCICA
È un organo muscolare cavo che ha la funzione di
serbatoio dell’urina e che varia di dimensioni e forma
in relazione allo stato di riempimento.
Posizione
– Maschio:
• Anteriormente la sinfisi pubica
• Posteriormente intestino retto
• Superiormente anse intestinali
– Femmina:
• Anteriormente sinfisi pubica
• Posteriormente vagina
• Superiormente utero
urine
Liquido organico, prodotto dell’attività
renale che provvedono ad eliminare le
sostanze di rifiuto dal sangue e a
mantenere costante il volume e la
composizione dei liquidi corporei
Ha un pH che varia da 4,5 a
8, e il valore medio è 6
prodotto finale
dell’apparato urinario
processo di svuotamento
volontario, indolore e a
getto della vescica;
viene provocata
dalla
distensione
vescicale,
a vescica piena
permette l’allontanamento
dei prodotti terminali del
metabolismo dalla vescica
volume di urine prodotte
nell’unità di tempo
(0,5-1 ml/kg/h)
COMPOSIZIONE URINE
• 95% acqua,
• 5% sostanze solide (30-70 g/l):
- organiche: urea, ac. urico,
creatina, Nh4
- inorganiche: cloruri, Ca, Mg,
P, Na, K,
caratteri
Caratteri fisici dell’urina possono variare
fisiologicamente o patologicamente:
Aspetto
Colore
Odore
Reazione
Densità
Quantità
2. ALTERAZIONI DELLA MINZIONE
Disuria
Pollachiuria
Stranguria
Nicturia
Ematuria
Proteinuria
Poliuria
Oliguria
Incontinenza
Anuria
Ritenzione urinaria
enuresi
micro
macro
da sforzo
parziale
totale
Disturbi della minzione
Ritenzione: l’urina prodotta dai reni non
viene eliminata a causa di ostruzioni che
comprimono l’uretra o per cause
extraurinarie (cerebrali e midollari) o
farmacologiche
Enuresi: incapacità di trattenere le urine
Pollachiuria: minzione frequente
associata o no a poliuria
Stranguria: emissione dolorosa delle
urine con dolore iniziale (cistiti, calcolosi
o tumori vescicali)
Disuria: emissione dolorosa stentata o
difficoltosa delle urine
Tenesmo: desiderio impellente associato
a spasmo doloroso, non seguito
dall’emissione di urine (cistiti, uretriti,
prostatiti e in caso di tutte le patologie
che interessano lo sfintere interno
vescicale); è associato ai disturbi
precedenti
Alterazioni della diuresi
Oliguria < 500 ml
Anuria
Poliuria > 2000 ml
Isostenuria incapacità di concentrare le
urine, che presentano un p.s. basso (IRC)
Nicturia
Incontinenza urinaria
Da stress o da sforzo
Da urgenza
Da rigurgito (per sovradistensione,
ostacoloo problemi neurologici)
Vescica neurologica
Vescica atonica
Vescica autonoma
Vescica riflessa
Vescica neurogena non inibita
Alterazioni delle urine
Ematuria
Emoglobinuria
Ipercromia
Piuria
Cilindri
Proteinuria
Leucocituria
Glicosuria
Pneumaturia
Indagini diagnostiche delle vie
escretrici
Esame urine
Aspetto
Odore
Colore
Ph (acido)
Peso specifico
Esame batteriologico delle urine
(urinocoltura) - tecnica di esecuzione
Raccolta delle urine delle 24 ore
Preva di diluizione
Prove di funzionalità
renale
Prova di concentrazione
Raccolta di un campione
urine
Va prelevato dalle urine emesse dal
malato di prima mattina
Scopo: evidenziare la presenza o meno
di elementi patologici
Materiale occorrente:
contenitore specifico
etichetta
richiesta
tecnica
Invitare il paziente a procedere ad un’accurata
pulizia dei genitali, oppure effettuare tale
manovra se il pz è dipendente
Far urinare il paziente nel pappagallo o nella
padella o nel vaso
Versare le urine nell’apposito contenitore
Portare il campione al più presto in laboratorio
Raccolta urine delle 24 h
Consiste nella raccolta delle urine
emesse nell’arco delle 24 ore
Scopo: determinare la quantità di urina
eliminata dal pz e misurarne il peso
specifico, nonché determinare il
quantitativo di proteine e/o ormoni
emessi nell’arco della giornata
tecnica
Informare il pz circa la tecnica cui viene
sottoposto
Applicare un segnalatore in fondo al letto R.U.
24 h.
Far urinare il pz all’orario di inizio della raccolta
(es. h 7:00) e gettare l’urina
Iniziare da quel momento la raccolta versando
tutte le urine emesse nelle 24 ore successive,
nell’apposito recipiente
Se il paziente non si alza e
deve evacuare, portare 2 padelle
Continuare la raccolta fino al giorno
successivo, terminando all’ ora
corrispondente a quella di inizio (es. h. 7:00)
Rilevare la quantità totale e trascriverli o
informare l’infermiere
Portare il recipiente in laboratorio analisi
urinocoltura
Raccolta asettica delle urine per esame
batteriologico
Scopo: individuare la quantità ed il tipo dei
ceppi batterici presenti nelle urine appena
emesse
Possono essere prelevate secondo
due
tecniche principali:
Getto intermedio
Cateterismo vescicale temporaneo
Puntura sovrapubica
tecnica
Effettuare una accurata igiene dei
genitali, successivamente diksinfettare la
zona o sciacquarla con acqua sterilizzata
Roccoglire in un contenitore sterile le rine
del mitto intermedio facendo attenzione a
non contaminarla. Nei allatnti vanno
applivati appositi sacchetti monouso
Raccolte in condizioni
particolari
Acido 5-idrossilindolacetico
Recipiente di vetro scuro, contenente 5 gtt
di cloroformio, tenuto al buio a –10°C
Acido vanilmandelico (V.M.A.)
Recipiente di vetro scuro tenuto al buio in
friforifero. Il paziente esegue una dieta
ipokaliemica nelle 48 ore precedenti
l’esame
Catecolamine urinarie
Recipiente di vetro scuro, contenente 10 ml
di acido cloridrico, tenuto al buio. Il pz.
deve sospendere tutti i trattamenti
farmacologici nelle 24 ore precedenti
Calciuria
Recipiente sciacquato con soluzione acida
e con acqua distillata per eliminare i
residui calcarei
PRODUZIONE DELLE FECI
Dei circa 10 lt di materiale fluido immesso nel tratto
gastrointestinale come cibo, saliva, secrezioni gastriche,
succo pancreatico e bile dopo fermentazione e assorbimento:
il tenue lungo 7 mt digerisce grassi, proteine e carboidrati
fino ai costituenti più semplici che assorbe con la mucosa
grazie alle secrezioni suddette;
assorbe vit. liposolubili, il Fe, e il Ca, la vit. B12 legata al
fattore intrinseco, elettroliti disciolti in H2O (≈ 9,5 lt):
Il crasso lungo da 1,2 a 1,5 mt: il prossimale assorbe H2O
residua, il distale immagazzina feci fino evacuazione; batteri
degradano prodotti terminali del metabolismo.
PRODUZIONE DELLE FECI
In soggetti con peristalsi normale che assumono una dieta
mista;
il tempo di transito colico varia da 24 a 48 hs;
il contenuto dell’intestino tenue (chimo) comincia ad
entrare nel cieco dopo 2 – 3 hs dal pasto;
il processo si completa dopo 6 – 9 hs dal pasto;
la distensione del retto segnala necessità evacuazione
rilassamento volontario muscoli dello sfintere anale;
emissione degli escrementi o feci; una volta/die (vn 1v/2 3 gg), da 100 a 300 mg di feci;
CARATTERISTICHE DELLE FECI
Il neonato emette il MECONIO: bruno – verdastro e semisolido;
forma e calibro riflettono il lume colico e del retto;
la consistenza è plastica ne molla ne dura;
colore marrone da degradazione batterica dei pigmenti biliari
in stercobilina;
odore da prodotti di degradazione proteica indolo e scatolo;
sono costituite da: - fino al 70% - 75% da acqua,
- 15% batteri e residui cellulari,
- residui vegetali (cellulosa), grassi, cellule
epiteliali desquamate e sost. eterogenee
LA DEFECAZIONE
BIOFISIOLOGICI
Livello di sviluppo
Nutrizione
Movimento
Gravidanza
Farmaci
AMBIENTALI
Ridotta privacy
Cambio di luogo
SOCIO - CULTURALI
Stile di vita
Sostanze voluttuarie
PSICHICI
Ansia
Paura
Eccitazione
Stress acuto e cronico
LA DEFECAZIONE
Processo corporeo fisiologico indispensabile attraverso il
quale un individuo elimina le sostanze di rifiuto prodotte
dopo processi di trasformazione delle sostanze assunte:
avviene secondo modalità individuali;
di solito al riparo dalla vista degli altri (età);
fattori fisiologici e psicologici possono incidere
sull’evento;
l’ambiente incide sulla eliminazione;
rispetto della privacy,
valutare i bisogni emotivi.
LA DEFECAZIONE
Modalità di eliminazione e tempo;
considerare scrupolosamente la privacy;
implementare la peristalsi;
favorire comfort e posizione comoda;
conoscere spiegare effetti di farmaci sulla eliminazione;
considerarla in rapporto con l’età.
LA PERISTALSI
Movimenti serpeggianti medianti i quali organi tubulari dotati
di fibre muscolari sia longitudinali che circolari fanno
progredire il contenuto. Va promossa attraverso:
alimenti ad alto contenuto di fibre: - frutta cruda,
- cereali interi,
- verdura a foglia verde;
adeguata idratazione (1500 – 2000 ml /die): - i liquidi caldi
sono + efficaci;
attività fisica: - ginnastica e movimenti adeguati alla clinica,
- ginnastica passiva.
VALUTAZIONE
Al ricovero necessario EO infermieristico per la definizione
della modalità e del grado di autonomia nella eliminazione:
Paziente indipendente, obiettivi:
- indicare ubicazione delle toilette e orari e modalità di
utilizzo;
- educazione sanitaria
Paziente dipendente, obiettivi:
- spiegare ed insegnare uso dei dispositivi;
- favorire il coinvolgimento dei caregivers;
- delegare la competenza;
LA DELEGA
Il personale delegato a svolgere tale mansione (OSS, OSSS)
dovrà conoscere:
Corretto posizionamento del paziente e le specifiche relative
in caso di mobilità limitata;
saper assistere durante la procedura;
essere informato su precauzioni standard, o specifiche per il
rischio di trasmissione di infezione e sull’uso dei dispositivi di
protezione individuali (DPI);
conoscere il corretto utilizzo dei presidi anche in portatori di
dispositivi terapeutici [drenaggi, cateteri (vesc., e. v.), trazioni].
Raccolta di un campione
Raccogliere il materiale fecale per la
ricerca di parassiti, sangue o altre
sostanze o per l’esecuzione di esami
MATERIALE OCCORRENTE
Guanti monouso;
padella pulita e copripadella;
fazzoletti di carta, carta igienica;
contenitori per campioni;
catino con H2O a 37°C, spugne,
asciugamani, sapone;
tamponi assorbenti impermeabili;
traversa per ricambio
Malato autonomo: in bagno
Invitare il paziente ad urinare e gettare le
urine
Porgergli il vaso per raccogliere le feci
Indossare i guanti
Ritirare il vaso al termine della
defecazione
Aprire il contenitore
Prelevare una piccola quantità di feci con
l’apposita spatola e metterlo nel
contenitore senza sporcare le pareti
Richiudere il contenitore
Togliersi i guanti
Applicare l’etichetta
Avvolgere il contenitore nella carta
Lavarsi le mani
Riordinare il materiale usato
Esami in condizioni particolari
Ricerca ameba e coprocoltura
Contenitore sterile inviato immediatamente
in laboratorio
Sangue occulto
Dieta priva di carne, pesce e uova nei 3 gg
precedenti.
Trasmissioni all’infermiere
Effettuazione della prestazione e l’ora
Caratteristiche delle feci
Importante!!!
Non effettuare il prelievo della scarica
con il paziente ancora posizionato sulla
padella
Rispettare la privacy e il pudore del
paziente
Spiegare bene al paziente la prestazione
NON ASSUMERE ATTEGGIAMENTI O
ESPRESSIONI DI DISGUSTO
RACCOLTA DI CAMPIONE FECI
Alcune considerazioni:
Il campione non è ottenibile a richiesta;
da esplorazione rettale;
utilizzare per l’evacuazione una padella da letto e un
contenitore con spatola, sterili;
adoperare campione fresco o mantenerlo a temperatura
ottimale;
test qualitativi richiedono campioni casuali;
test quantitativi richiedono campioni a intervalli definiti,
da 24 a 72 hs.
DISINFEZIONE DELLE FECI
In caso di malattia infettiva decontaminare le feci:
i disinfettanti impiegati sono: - ipoclorito di calcio,
- lisolo (fenolo),
- formalina (aldeidi);
ricoprire il contenuto della padella con il disinfettante
e lasciare agire;
smaltire in contenitore apposito o nella fogna le feci;
detergere la padella;
steril. in autoclave (metallo) o con Ossido di Etilene.
INVIO DEI CAMPIONI
Il corretto invio dei campioni in laboratorio di analisi
(adottare un protocollo), presuppone:
richiesta redatta in ogni sua parte;
rispetto delle modalità di conservazione;
minimizzazione dei rischi di contatto e/o contagio
– uso dei mezzi idonei di trasporto;
indicazione precisa del lab. di analisi;
ESAMI DELLE FECI
Gli esami principali che vengono
eseguiti sulle feci sono:
esame macroscopico;
sangue nelle feci;
esame microscopico.
ESAME MACROSCOPICO
Questo esame, delle feci, valuta:
dimensioni;
forma;
consistenza;
colore;
odore;
eventuale presenza sangue, muco, pus, frammenti di
tessuto, residui alimentari o parassiti;
no dopo uso lassativi o di bario.
ESAME MACROSCOPICO
aspetto
Probabile etiologia
Masserelle tondeggianti,
piccole, scure, consistenza
aumentata
Stitichezza
Voluminose, odore spiccato,
galleggianti
Malassorbimento di grasso o proteine
Consistenza diminuita e muco
Colon irritabile, infiammazione diffusa mucosa
del colon
Consistenza diminuita, con
sangue e muco
Malattie infiam. Intestino, salmonellosi,
amebiasi, carcinoma
Appiccicose, nere, picee
Emorragia alte vie digerenti
Volume aumentato, acquose,
consistenti
Infezioni non invasive
Consistenza diminuita, pus e
materiale necrotico
Diverticolite, ascessi, tumore con aree
necrotiche, parassitosi
Pastose, bianco – grigie, poco
odorose
Ostruzione vie biliari, ingestione solfato di
bario
ESAME MACROSCOPICO
Caratteristiche:
Indicano:
• alteraz. dimensioni, forma
• mobilità, parete colon
• calibro grande
• dilatazione colon
• nastro
• elasticità, ostruzione
parziale
• piccole, rotendeggianti e dure
• stipsi cronica modesta;
• grandi masse compatte
• stipsi grave;
consistenti seguite da materiale
pastoso
ESAME MACROSCOPICO
colore
cause non patologiche c. patologiche
Marrone, m. scuro,
giallo – marrone
Normale ossidazione pigmenti
biliari
Marrone scuro
Prolungata esposizione aria
Alto contenuto carni nella dieta
Nero
Ingestione Fe o bismuto
Sangue alte vie dig.
Grigio
Ing. cacao o cioccolato
Steatorrea (feci molli
o semiliquide
Grigio chiaro
molto latte nella dieta, bario
Ostruz. vie biliari
Verde, giallo-verde
Dieta ricca spinaci o veget. Verdi transito intes.le
Lassativi origine vegetali
ossidazione bile
Rosso
Dieta ricca bietole
Sanguinamento
basse vie
SANGUE NELLE FECI
Il sangue occulto nelle feci è un esame utilizzato al fine
di evidenziarne la presenza non direttamente visibile;
tre campioni almeno, vetrini per più prelievi al paz.;
dieta carnea, rino – gengivorragia, aspirina (325
mg/die), falso positivo;
falso negativo ← sang. intermittente, camp. di ridotte
dimensioni, massa fecale piccola – rid. volume – transito
lento, eccesso Vit. C;
screening per il K del colon – retto, 1/3 mortalità;
ESAME MICROSCOPICO
L’es. può aggiungere informazioni
all’osservazione macroscopica;
parassiti e uova (feci fresche)
proc. digestivo (fibre muscolari striate)
cellule epiteliali elevate (irr. mucosa)
leucociti (infiammazione)
eritrociti intatti (sanguinamento ano o retto)
Alterazione del colore
Verde (tifo)
Acqua di riso (colera)
Acromiche (ittero)
Mucose (colite)
Con pus
Rosso vivo
rosso scuro – nerastro
Alterazioni della frequenza
Meno di 3 scariche
alla settimana
Più di 6 scariche
alla settimana
Alterazioni della quantità
Alterazioni del controllo
MANIFESTAZIONI DI ALTERAZIONI
DELLA FUNZIONE INTESTINALE
STIPSI (riduzione della normale frequenza di defecazione)
COSTIPAZIONE (infrequente passaggio di feci dure e
asciutte)
DIARREA (evacuzione di feci sciolte non formate)
FECALOMA (accumulo di feci dure bloccate nel retto)
INCONTINENZA FECALE (eliminazione involontaria del
contenuto intestinale)
FLATULENZA (accumulo di gas nel tratto gastrointestinale)
RIMOZIONE MANUALE DELLE FECI
La presenza di una grande massa o l’indurimento fecale
nel retto (fecaloma), può richiedere questa pratica;
defecazione poco frequente;
perdita di feci liquide o piccoli pezzi di feci dure;
stimolo all’evacuazione ma senza fuoriuscita delle
feci;
dolore stimolo al tentativo di defecazione;
evidenziare fattori favorenti e pianificare azioni
correttive per la prevenzione della ricomparsa;
valutare i parametri vitali (stimolazione del vago
bradicardia);
prescrizione clinica del sanitario;
preparazione del paziente, ambiente, materiale.
Favorire l’autonomia il più a lungo
possibile
Cosa potete fare
• Arredare il bagno e la toilette nel modo più
opportuno: rimuovere i tappeti (rischio di
scivolare o di inciampare), installare delle
maniglie (maggiore sicurezza),
sistemare un sedile rialzato sul water (alzarsi è
più facile).
• Sistemare una comoda ben stabile di fianco al
letto (utile soprattutto di notte).
• Tenere a portata di mano vicino al letto la
padella e il pappagallo in modo che l’assistito
possa servirsene facilmente e da solo.
Applicazione di ausili per
emissione di urine e feci
Applicazione della padella e del
pappagallo o storta
Scopi:
Permettere al pz allettato di urinare ed
avacuare regolarmente
Allontanare dall’ambiente prodotti potenziali
fonti di infezione
Allontanare dall’ambiente prodotti che
provocano disgusto al pz
Raccogliere campioni per escreti e secreti per
esami o richieste varie
Uso della padella
Materiale occorrente: carrello con
Padella con telino copripadella
Tela cerata e traversa
Carta igienica
Guanti monouso
Materiale per l’igiene intima
Biancheria di ricambio del letto
Biancheria personale pulita
Sacco per biancheria sporca
2 paraventi
tecnica
Lavarsi le mani
Indossare i guanti monouso
Informare il paziente
Abbassare la sondina se presente
Inserire la padella a seconda del grado di
collaborazione del paziente
Tecnica 1
Se il malato è in grado di collaborare ma
non può alzarsi dal letto:
Fate scivolare la padella sotto il corpo del
paziente, all’altezza
delle natiche
Tecnica 2
Malato allettato che non può sollevarsi
Viene eseguita da 1 o 2 operatori:
Si ruota il pz su un fianco (eventualmente il
pz può aiutarsi reggendosi alla spondina
rimasta in sede)
consegnare la carta igienica ed
allontanarsi se possibile, durante
l’espletamento dei bisogni, facendo
attenzione ad avvicinare il campanello al
paziente
Quando il pz ha terminato, togliere
delicatamente la padella e portarla nella
macchina lavapadelle o nel tritarifiuti
Effettuare una accurata pulizia della zona
perineale e posizionare il pz in modo
confortevole
Trasmissioni all’infermiere
Dolori addominali o rettali
Aspetto, colore e quantità delle feci
Aspetto colore e quantità delle urine
Applicazione del
pappagallo
Obiettivo: rispondere al bisogno di
eliminazione nel maschio
Indicazioni
Malato parzialmente o completamente
dipendente
Materiale occorrente
pappagallo
tela cerata o telino monouso
Guanti monouso
Carta igienica
Materiale per igiene
Tecnica pz. autosufficiente
Lavarsi le mani ed indossare i guanti
Informare il pz e rispettare la privacy
Spiegare le modalità per l’utilizzo del
pappagallo
Consegnare la carta igienica
Fornire il materiale per il lavaggio delle
mani
Tecnica pz. non autosufficiente
Mettere in posizione semiseduta per
facilitare l’eliminazione
Posizionare il telino monouso sotto il
bacino del pz per proteggere il letto
Posizionare il pappagallo
Coprire il pz ed invitarlo ad urinare
Prima di allontanarsi avvicinare il
campanello da cui il pz potrà chiamare
appena terminato
Rimuovere il pappagallo
Riposizionare il paziente e riordinare
l’unità del paziente
Controllare quantità e caratteristiche
delle urine
Pulire e disinfettare il pappagallo
Lavarsi le mani
Trasmissioni all’infermiere
Caratteristiche delle urine
Eventuale dolore alla minzione
Uso della comoda
Scopo: facilitare l’evacuazione e la minzione
Indicazione: malati che possono alzarsi ma
non compiere lunghi percorsi a pidei
Materiale occorrente:
Due paraventi
Una comoda
Carta igienica
Occorrente per lavarsi le mani
Occorrente per igiene perineale
Cambio del pannolone
Obiettivi: permettere il comfort del
paziente incontinente
Mantenere la cute pulita
Prevenire le lesioni da decubito
Cambio del pannolone
Materiale occorrente
Carrello
Pannoloni
Carta igienica
Materiale per l’igiene intima
Biancheria da ricambio del letto
Biancheria personale pulita
Raccoglitore per biancheria sporca e per rifiuti
Guanti monouso
tecnica
Lavarsi le mani
Indossare i guanti
Informare il paziente
Abbassare le spondine del letto
Nel caso il paziente abbia scaricato,
pulire dalle feci ed effettuare le cure
igieniche
Girare il paziente su un lato
Infilare il pannolone dal davanti
Distendere il più possibile la parte
davanti del pannolone
Girare il paziente sull’altro fianco
Distendere completamente la parte dietro
del pannolone
Rimettere il pz supino
Fissare prima le strisce adesive superiori
Trasmissioni all’infermiere
Irritazioni
Rossore
Lesioni da decubito
Urine (aspetto e quantità)
Feci (aspetto e quantità)
Cambio di una sacca di colonstomia
Assicurare l’igiene dell’ano artificiale
Educare il paziente
La prestazione va fatta su indicazione
infermieristica
materiale
Sul carrello disinfettato:
(Una brocca, Acqua tiepida)
Un telo di protezione
Una spugna per toilette
Garze monouso
Bacinella reniforme
Un sacco portarifiuti
Una nuova sacca
Forbici pulite
Asciugamano monouso
Guanti monouso non sterili
tecnica
Informare il paziente
lavarsi le mani, indossare i guanti
Posizionare il pz in maniera confortevole,
ponendo un telo di protezione sotto la
sacca
Staccare la sacca usata, scollandola dal
bordo, nella parte superiore, in modo da
evitare le perdite
Osservare la scarica
Mettere la sacca nel contenitore
portarifiuti
Togliere il materiale attorno allo stoma,
con una garza asciutta
Lavare accuratamente la stomia con
acqua tiepida con movimenti circolari,
dalla zona più pulita a quella più sporca
Asciugare tamponando con le garze
Non strofinare troppo forte
Non usare prodotti diversi dall’acqua, salvo
diversa indicazione infermieristica
Esaminare lo stato della cute e della mucosa
Prendere dei riferimenti per tagliare il foro nella
sacca della stomia, togliendo la pellicola
protettiva
Applicare l’orifizio della sacca sulla cute, vicino
all’ano artificiale e assicurarsi della perfetta
aderenza
Riordinare il materiale e disinfettarlo
Aerare la stanza
lavarsi le mani
Trasmissioni all’infermiere
Esecuzione della prestazione
Tutte le anomalie della cute e delle
mucose (in questo caso, non collegare
una nuova sacca, ma avvisare subito
l’infermiere)
Quantità e aspetto delle feci
Livello di autonomia del paziente
Dermatite 1 stadio
Dermatite 2 stadio
Retrazione dello stoma
Al di sotto del piano cutaneo
Prolasso dello stoma
Necrosi della stomia
importante
Far partecipare il paziente
Non radere i peli (rischio di infezione)
Non utilizzare l’etere
Posizionare la sacca verso il basso se il
paziente è in piedi
Posizionare la sacca di lato se il paziente
è a letto
Aiuto
nell’esecuzione del clistere
evacuativo
IL RUOLO DELL’OSS IN QUESTA
PRESTAZIONE E’ QUELLO DI
PREPARARE E RIORDINARE IL
MATERIALE E DI COADIUVARE
L’INFERMIERE NELL’ESECUZIONE
DEL CLISTERE
MATERIALE DA PREDISPORRE
sul carrello disinfettato:
Irrigatore
Tubo di connessione
Sonda rettale
Recipiente per la soluzione (500/1200ml)
Pomata lubrificante
Garze
Guanti monouso
Padella o comoda
Materiale per esecuzione di igiene intima
Si possono utilizzare clisterini monouso
con soluzione già pronta, senza utilizzare
la sonda rettale
Termometro da bagno
tecnica
Eseguire un lavaggio antisettico delle
mani prima di iniziare la procedura
Preparare tutto l’occorrente, riscaldando
la soluzione a circa 37°C
Informare il paziente ed assicurare la
privacy
Riempire il tubo di irrigazione e la sonda
con la soluzione, facendo fuoriuscire
l’aria
Proteggere il letto con una cerata
Porre il pz in decubito laterale sinistro,
con la gamba ds flessa, se non
controindicato
Porgere il materiale all’infermiere che
effettua il clistere
Dopo l’esecuzione
Posizionare la padella o accompagnare il
pz in bagno
Svuotare la padella o la comoda dopo
aver esaminato il materiale evacuato
Eseguire igiene intima se il pz non è
autonomo
Riordinare il letto ed il materiale usato
Assistenza al paziente che vomita
Assicurare l’igiene ed il comfort del
paziente
Evitare l’inalazione del vomito
Individuare e/o sorvegliare le
condizioni cliniche del paziente
indicazioni
Assistenza ai pazienti non autosufficienti o in
stato di incoscienza
Assistenza ai pazienti nel post-operatorio dopo
anestesia
Assistenza ai pazienti che eseguono terapie
citotossiche
Donne gravide
Pazienti con patologia infettiva
Bambini con intossicazione o chetoacidosi
Materiale occorrente
Bacinella o secchiello
Guanti monouso
Tela cerata o traversa monouso
Materiale per l’igiene della persona
Cambio vestiario del paziente
Cambio biancheria da letto
Materiale per l’igiene del cavo orale
Tecnica (pz vigile)
Procurarsi immediatamente una bacinella
Indossare i guanti
Posizionare il paziente su un fianco, se
non può stare seduto
Invitare il pz a rimanere tranquillo e fare
dei respiri profondi
Se il paziente è chirurgico, contenere la
ferita durante i conati
Aiutare il pz nell’igiene della bocca
Aiutare il paziente nell’igiene personale e
nel cambio della biancheria personale
Cambiare la biancheria del letto
Controllare quantità ed aspetto del
vomito
Lavarsi le mani
Riordinare e riposizionare l’unità del
paziente
Arieggiare la stanza
Tecnica (pz non cosciente)
Indossare i guanti
Sollevare leggermente la testa del
paziente e girarla di lato
Salvo controindicazioni, porre il pz in
posizione laterale
Porre un telo per proteggere la persona
ed il letto
Predisporre il materiale per eventuale
aspirazione
Provvedere all’igiene della persona
Provvedere al cambio di biancheria del
paziente e del letto
Eseguire una accurata igiene del cavo
orale
Riposizionare il paziente in decubito
laterale, salvo diverse indicazioni
Lasciare un telo di protezione sotto il viso
Controllare quantità ed aspetto del
vomito
Riordinare la stanza e l’unità del paziente
Caratteristiche del materiale
Quantità e aspetto:
A “fondi di caffè”
Vomito con sangue digerito (nero)
Vomito rosso vivo
Vomito biliare (giallastro o verdastro)
Cibo non digerito
Privo di odore
Odore aspro
Liquido
Mucoso o con pus
Caratteristiche dell’atto
Preceduto da nausea
A getto, non preceduto da nausea
Vomito asciutto, conati di vomito con sola
emissione di gas
Vomito di tipo gravidico
importante
Riferire sempre all’infermiere le
caratteristiche del vomito e le condizioni
del paziente subito dopo l’evento
Provvedere allo smaltimento del
materiale emesso nei rifiuti patologici