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Modello unitario centrato sul
compito
Agente primario del trattamento
non è l’a.s. ma il cliente
Autori: W. Reid e L. Epstein (USA): Modello
centrato sul compito
In Italia: Franca Ferrario, Modello unitario
centrato sul compito
E’ un modello consolidato negli anni 60 e
sviluppato, nei suoi aspetti applicativi, negli
anni 80
• Si tratta di un modello OLISTICO: affronta
problemi e bisogni nei loro aspetti individuali
e collettivi
Assunti di base:
• Ruolo di confine dell’assistente sociale tra
organizzazzione e territorio
• Tridimensionalità dell’azione professionale
• Centralità delle risorse: del cliente in primo
luogo, del territorio, risorse da scoprire e
promuovere
Riferimenti teorici:
• Spostamento di attenzione dai processi
intrapsichici con la loro componente inconscia
alla complessità dell’interazione tra soggetto e
mondo circostante
• Concezione dell’uomo non schiavo di impulsi
inconsci (teorie psicanalitiche) e neppure
schiavo di contingenze ambientali
(comportamentismo)
• Assumono importanza processi mentali di
percezione e conoscenza su cui si fonda il
rapporto individuo-ambiente e apprendimento e
soluzione dei problemi ( psicologia dell’io).
• Non vengono affrontate le origini storiche
o remote di un problema , ma i fattori che
lo stanno attualmente causando
• Vengono considerati gli ostacoli che si
frappongono alla realizzazione di un
problema; questi vengono individuati nelle
azioni e credenze del cliente e nel suo
sistema sociale
• I problemi sono creati dagli stessi elementi
che possono risolverli
• Secondo questo modello l’uomo è dotato
di una mente e una volontà sue proprie
che sono reattive , ma non subordinate, ad
influenze esterne ed interne
• Influenza del Cognitivismo e psicologia
dell’io
Brevi cenni sul cognitivismo
Rivoluziona gli assunti del modello
comportamentista attraverso revisione radicale
del concetto di uomo e relazione uomo ambiente
Comportamentismo: Idea di uomo passivo rispetto
all’ambiente
Idea centrale del cognitivismo è che gli organi di
senso non sono recettori passivi di stimoli e la
percezione stessa consiste in u processo di
selezione e organizzazione delle informazioni
disponibili nell’ambiente.
La conoscenza viene organizzata in schemi
cognitivi che possono essere considerati come
teorie che ciascuno di noi costruisce attraverso
le esperienze. Queste teorie orientano l’azione
Brevi cenni sul cognitivismo…..
L’azione umana è vista come prodotto di una
sceltaconnessa ad intenzioni e conoscenza, che
nasce da elaborazione e selezione di
informazioni disponibili: determinismo reciproco
tra individuo e ambiente.
Rispetto al modello psicanalitico, l’attenzione si
sposta sui processi consci.
L’attenzione si sposta dalle cause agli scopi dei
comportamenti
Le azioni sono intese come aventi uno scopo e
dirette a una meta : l’uomo è uno scienziato che
affronta problemi per tentativi ed errori e elabora
proprie teorie che è costretto a modificare nel
momento in cui si rivelano inadeguate
Brevi cenni alla psicologia dell’io
E’ una corrente nata all’interno della
psicanalisi ( H. Hartmann, Vienna)
La funzione dell’io è letta come quella di un
organizzatore dello sviluppo psichico, in
grado di leggere istanze ambientali ed
interiori, cui consegue un’azione adattiva
Della sfera dell’io fanno parte le capacità
cognitive e motorie, il linguaggio e la
memoria
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La strategia
L’operatore aiuta il cliente ad individuare dei
problemi specifici che nascono da bisogni e che
vengono tradotti in condizioni che necessitano di
un cambiamento
Il rapporto contrattuale tra a.s. e cliente specifica
quali sono le mete da raggiungere, il tempo
necessario, la natura e durata dell’assistenza.
L’analisi del problema considera tipi di azione
necessari a risolverlo, facilitazioni ed ostacoli che
si frappongono alla loro attuazione
Il cambiamento avviene attraverso azioni e
compiti che cliente e a. s. intraprendono al di
fuori del colloquio.
L’operatore aiuta il cliente, attraverso i feed back
successivi, ad apportare correttivi o sviluppare
nuovi compiti in direzione dell’obiettivo condiviso
strategia
• Elemento basilare della strategia è confidare nel
compito come mezzo per risolvere il problema
• Importanza attribuita al compito rappresenta il
tentativo di fidarsi della capacità degli esseri
umani di intraprendere azioni costruttive in
risposta a loro difficoltà.
• Viene rispettato il diritto del cliente a organizzare
la propria vita e ad individuare le strategie in
autonomia. In alcuni casi l’as può solo
incoraggiare e rinforzare ciò che il cliente ha già
pensato
• L’a.s. è parsimonioso
Oltre al compito.. Altri elementi
della strategia
• Il rapporto operatore cliente: mezzo per
stimolare e promuovere l’azione . Il cliente
deve essere accettato, rispettato,
apprezzato e capito. Condizioni essenziali
di un rapporto ottimale sono: empatia,
calore non possessivo e autenticità.
• In questa cornice le aspettative che l’as
comunica al cliente hanno la centralità; il
cliente vede nell’operatore un’autorità di
cui ha fiducia e in cui ritrova il senso di
sicurezza.
L’Ente di servizio sociale
Nel modello centrato sul compito il suo ruolo
è duplice:
1. È risorsa per l’operatore (attraverso
supporti tecnici, supervisione,
aggiornamento)
2. Conferisce “autorità” all’operatore,
l’identità nell’istituzione (vicaria l’identità
professionale fragile dell’a.s.)
Il contratto
• È un impegno orale o scritto in cui il cliente
si impegna a lavorare con l’a.s. su uno o
più problemi specificati
• Viene definito lo spazio temporale
dell’intervento: 8- 12 colloqui per 1-3 mesi
di trattamento
• Il contratto è uno strumento aperto. Può
essere modificato in itinere
La pianificazione del compito
• E’ la fase di selezione dei compiti e il
programma della loro realizzazzione.
• Il compito definisce cosa il cliente debba
fare per risolvere il suo problema
• Compiti generali
• Compiti specifici o operativi
• L’operatore non assegna compiti al cliente
• Vengono individuati insieme scegliendo tra
diverse alternative
• Scegliere un primo compito semplice,
aumenta la possibilità di successo e il
senso di autoefficacia
• Perché il piano funzioni il cliente deve
avere una chiara nozione di ciò che deve
fare
• Per essere sicuro di questo as e cliente
ricapitolano il piano alla fine di ogni
colloquio
Limiti all’utilizzo del modello
unitario centrato sul compito
• Situazioni in cui il cliente chiede ascolto
per poter raccontare di lutti recenti o gravi
crisi esistenziali
• Situazioni acute in cui è difficile scomporre
il problema in compiti singoli da affrontare
• Situazioni in cui il cliente non chiede alcun
aiuto, ma che deve essere seguito
attraverso un mandato dell’autorità
giudiziaria (misure di protezione).