Federica Pelati - AIIG Lazio, Le identità culturali di Montréal, un caso

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Transcript Federica Pelati - AIIG Lazio, Le identità culturali di Montréal, un caso

Le identità culturali di Montréal
un caso emblematico di
cosmopolitismo
Dati attuali sull’immigrazione in
Québec
• 2007-2011: 245.606 immigrati
• Media annuale: 49.121.
Dati attuali sull’immigrazione in
Québec
80
70
60
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% 2007-2011
80
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% 2007-2011
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Région non déterminée
Centre-du-Québec
Montérégie
Laurentides
Lanaudière
Laval
Chaudière-Appalaches
Gaspésie–Îles-de-la-Madeleine
Côte-Nord et Nord-du-Québec
Abitibi-Témiscamingue
Outaouais
Montréal
Estrie
Mauricie
Capitale Nationale
Saguenay- Lac Saint Jean
0
Bas Saint Laurent
• Immigrazione come
fenomeno metropolitano.
• 72% degli immigrati
ammessi in Québec
scelgono la città di Montréal
come destinazione.
• Altre percentuali
importanti si registrano a
Quebec City, ma soprattutto
nelle aree limitrofe la città di
Montréal (Laval ,
Montérégie). Fonte:
Ministere de l’immigration e
des Communautés
Culturelles.
Peculiarità
• Tipo di agglomerazione sociale
(segmentazione);
• Caratteristiche dell’emigrazione
internazionale;
• Metropoli bilingue e “bi-culturale”.
Una città di passaggio
• La città di Montréal sorge
su un’isola situata sulla
confluenza dei fiumi San
Lorenzo e Outaouais.
• Fiume S. Lorenzo,
importante asse di
penetrazione all’interno
del continente N.
Americano.
• Le rapide di Lachine
imponevano spesso una
sosta obbligata.
• Malgrado questi fattori geografici vantaggiosi
Montréal resta una piccola città fino alla
conquista da parte dell’esercito dell’Impero
Britannico (1760). Alla popolazione di origine
francese si aggiungono inglesi, scozzesi ed
irlandesi.
• Maggioranza di anglofoni tra il 1831 e il 1866.
• Anglofoni presenti soprattutto ad Ovest del
Blvd S. Laurent, francofoni maggioritari a Est.
• Fine del XIX sec : La città non è ancora
percepita come cosmopolita. Il 98% della
popolazione era di origine britannica o
francese. Immigrazione dalle campagne del
Québec e dalle Isole Britanniche.
• 1901: questa percentuale si abbassa al 94,6%
con 60,9% di francesi e 33,7% di britannici.
Cominciano ad arrivare i primi immigrati di
origine diversa da quella britannica o francese.
Prima ondata migratoria (1880-1930)
• Tedeschi, polacchi, ungheresi ed ucraini, molti
dei quali di religione ebraica.
• Italiani e greci.
• Gruppi ristretti di cinesi (Canton ed Hong
Kong), neri ( Stati Uniti, Caraibi) e sirianoLibanesi. L’immigrazione cinese, in questo
periodo, fu di carattere temporaneo (metà dei
cantonesi ritornò in Cina dopo qualche anno).
Seconda ondata migratoria (dopo la
Seconda Guerra Mondiale)
• Centro, Est, Sud Europa
(Germania, Grecia,
Italia, Portogallo).
• Caraibi, primi Haitiani.
Terza ondata migratoria (1970 in poi)
• Arrivo di immigrati dai PVS, in particolare:
• Paesi con un passato coloniale francese:
Vietnam, Haiti, Africa del Nord, Medio
Oriente.
• Paesi con cultura latina: America Centrale e
Meridionale.
• Paesi dell’Asia del Sud.
Distribuzione Spaziale
Boulevard Saint Laurent
• Vero e proprio
“corridoio” che
conduceva i primi
immigrati dal porto
verso i loro quartieri di
insediamento.
• Integrazione per
“segmentazione” (A. Germain,
1997): gli immigrati sceglievano di
insediarsi in prossimità dei
quartieri francofoni o di quelli
anglofoni a seconda delle loro
esigenze.
• Es: i primi italiani si insediarono
vicino alle zone francofone
perché condividevano la religione
cattolica con gli abitanti ed erano
facilitati nella comprensione
della lingua.
• I greci, che non erano ammessi
nelle scuole cattoliche
francofone, preferirono stabilirsi
nei pressi dei quartieri anglofoni.
Immigrazione odierna
• Ancora oggi, gli immigrati si localizzano in
maniera diversa nello spazio metropolitano:
alcuni gruppi si disperdono sul territorio, altri
tendono a raggrupparsi in quartieri dove si
concentrano altri immigrati che possiedono
caratteristiche simili (lingua, cultura, religione,
paese di origine).
• Anche il periodo d’immigrazione è un fattore
importante che determina l’aggregazione spaziale: in
linea di massima si nota che le comunità di più recente
immigrazione hanno la tendenza a raggrupparsi e
concentrarsi spazialmente. Tuttavia, questo fenomeno
dovrebbe diminuire con il passare del tempo.
• Paradossalmente, gli immigrati arrivati prima del 1971,
risultano essere ancora molto concentrati
spazialmente, soprattutto per quanto riguarda gli
italiani (parte Nord Est dell’isola di Montréal), i greci
(Parc- Extension, Laval) e gli ebrei (Côte Saint LucHampstead- Montréal Ovest).
• Gli immigrati originari dell’Europa
Occidentale, degli USA e del Regno Unito sono
quelli meno concentrati sul territorio.
• Le comunità immigrate sono presenti
soprattutto all’interno dell’isola di Montréal,
ma anche i sobborghi che gravitano attorno
alla città cominciano ad attirare numerose
presenze immigrate ( soprattutto a Laval e
nella Riva Sud del S. Lorenzo).
Imprese etniche
• Fin dall’inizio le diverse comunità immigrate
hanno lasciato la propria impronta sul
territorio dando vita a numerose “imprese
etniche”, spesso fortemente apprezzate dai
montrealesi, soprattutto per quanto riguarda
gli esercizi di ristorazione e i negozi di
alimentari.
Schwartz, rinomata charcuterie ebraica.
Romados, rosticceria portoghese.
Chinatown
Vita di quartiere a festival
• I quartieri che una volta ospitavano una o due
comunità culturali specifiche, stanno via via
diventando sempre più multiculturali.
• Parc Extension, il quartiere greco della città,
già negli anni ‘90 ospitava anche turchi,
haitiani, singalesi e latino americani.
• Le diversità culturali ed etniche sono meno
accentuate nelle estreme periferie, all’esterno
dell’isola.
• Montréal possiede un’importante tradizione
di vita associativa. Spesso le comunità culturali
giocano un ruolo importante nella
ridefinizione dei modi d’azione delle
associazioni locali, soprattutto quelle che si
occupano della sanità, dell’educazione, del
tempo libero, del diritto al lavoro.
• Molte associazioni sono nate per aiutare i giovani ad
uscire da situazioni di disagio sociale.
• Progetto YMCA per i giovani haitiani nel quartiere
Saint Michel per contrastare il fenomeno delle gang
di strada. Vengono presi a modello progetti già
realizzati presso altre comunità culturali, come
quella ebraica che possiede dei centri di svago per i
giovani della sua comunità.
• Domanda di spazi
pubblici come
importanti luoghi di
contatto interculturale
(nella foto: Parc du
Portugal, nei pressi di
Blvd Saint Laurent,
creato in onore della
comunità portoghese
della città).
• Festival culturali sono organizzati ogni anno
presso luoghi pubblici (all’aperto ed al chiuso),
soprattutto d’estate e attirano una folla
cosmpolita.
• La grande varietà dei festival testimonia una
certa abitudine alle differenze culturali nella
vita quotidiana.
Bibliografia
• AAVV, L’immigration permanente au Québec, selon les categories
d’immigration, Ministere Immigration et Communautés culturelles, 2011.
• P. Apparicio, X. Leloup, Repartition spatiale des immigrants a Montréal,
Centre de recherche interuniversitaire de Montréal sur l’immigration,
l’integration et la dynamique urbiane, 2006.
• G. Bouchard, C, Taylor, Rapport Abrégé, commission de consultation sur
les pratiques d’accomodament relieés aux differences culturelles, 2008.
• A. Germain, Montréal laboratoire de cosmopolitisme entre deux mondes,
INRS, 1997.
• A. Germain, F. Danserau “Les pratiques municipales de gestion de la
diversité à Montréal”, INRS 2003.