Concilio di Trento

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Storia della Chiesa
moderna
Concilio di Trento
Punto di convergenza delle spinte riformatrici e
centro di propagazione verso tutti i ceti della
vita cristiana.
Ambiente della vigilia
Papato: incombenze della sovranità temporale;
centro di interesse della nobiltà italiana
(nepotismo); mondanità/mecenatismo.
 Cardinali: mondani; assenteisti; vincolati alle
politiche famigliari; riformatori a partire da Leone
X, Clemente VII e soprattutto Polo III.
 Vescovi: assenteisti e succubi delle strategie
famigliari; spagnoli - secondo i principi dei re
cattolici: autoctoni, fedeli al Re, dotti e onesti

(Talavera, Mendoza ,Cisneros)
Riforma cattolica
Riforma cattolica (Mauernbrecher 1880), anti-riforma/
controriforma(Villoslada), disciplinamento protestante e
cattolico, con aspetti propositivi e aspetti repressivi.
 Riforma: Confraternite laicali; osservanze; studi
(Capranica); rinnovamento della teologia (Novum
testamentum e Complutense) revisione della curia;
educazione giovanile; purificazione della pietà popolare.
 Controriforma: Spedizioni dei vescovi di confine;
controversisti; canoni (decreti); indice; pietà eucaristica;
censura estetica.

Convocazione



Inerzia dei pontefici: Leone X (quisquilie dottrinali, timore di
conciliarismo) e Clemente VII (questioni politico diplomatiche)
I protestati lo volevano senza papa, aperto ai laici, con la parola come
unico criterio di valutazione; Carlo V lo intendeva come strumento di
unità politica in opposizione ai Turchi; I francesi non lo volevano per
motivi opposti rispetto a quelli di Carlo V; Enrico VIII lo temeva per la sua
situazione matrimoniale.
Con Paolo III, nuovi arrivi nel collegio cardinalizio, riforma della curia
(dataria, cancelleria, camera), inquisizione romana, fallimento dei
colloqui di religione, pace di Crepy tra Carlo V e Francesco I: elementi
che aprono la strada all’inizio dei lavori il 15 marzo 1545.
Concilio di Trento: sessione generale
I fase: Paolo III (1545-1547)
Concilio medievale: diretto dai legati papali, voti
espressi per testa da vescovi e superiori religiosi.
 Organizzazione: congregazione dei teologi;
congregazioni generali; gruppi di studio a disposizione
dei legati; sedute solenni.
 Decreti: a) scrittura e tradizione (partim partim/ scripto
et sine scripto traditionibus) b) Giustificazione (grazia e
collaborazione; fede fiduciale e certezza della
salvezza/osservanza dei comandamenti e
perseveranza nel bene) c) residenza

Concilio di Trento: sessione solenne
A Bologna
Trasferimento a causa del tifo e delle
contrapposizione delegato papale, del Monte,
e imperiali, Madruzzo e Paceco.
 Reazione di Carlo V per il fallimento delle sue
aspirazioni ‘quasi monarchiche’
 Mendicanti e biblioteche permettono
l'elaborazione delle dottrina sui sacramenti.

II Fase: Giulio III (1551-1552)
Decreti sui sacramenti: eucarestia, penitenza
unzione
 I protestanti si presentarono per convenienza:
Gioacchino II di Bradeburgo
 La Francia si allea con Solimano II contro Carlo V
 Paolo IV: inquisizione al Ghislieri, indice, riforma
della curia, selezione dei candidati all’episcopato,
revoca delle dispense a ecclesiastici vagabondi

III fase: Pio IV (1562-1563)
Nuova indictio sempre a Trento
 Obbligo di residenza = precetto divino
 Altri decreti sui sacramenti: comunione sotto le
due specie, dimensione sacrificale (ripresentatio),
lingua vernacola, sacramentalità del matrimonio
con forma ad validitatem
 Cura animarum suprema lex: vescovo, educatore,
visitatore, catecheta, animatore sinodale.

Concilio di
Trento:
Sessione
conclusiva
Valutazione
Dei tre obiettivi: unità, lotta contro i turchi e
riforma, due non furono colti
 Elementi positivi: chiarimento della dottrina,
specie mediante i decreti sulla giustificazione
e i sarmenti.
 Carenze ecclesiologiche, specie riguardo al
rapporto tra collegialità e primato.

Lacrime
di S.
Pietro.
G. Reni