RETORICA_Storia_e_Teoria__

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RETORICA
STORIA E TEORIA
Locke: la teoria del linguaggio
 Segno: idea e parola
 Idea: Phantasm, Notion, Species
“Tutte le operazioni
della mente si
riducono alla
memoria dei segni
o suoni,
all’immaginazione
o memoria delle
forme e delle
figure”
(Diderot, v. “Locke”,
E., IX, 1759)
Essenza nominale / Essenza reale
 Il generale e
l’universale non
appartengono
all’esistenza reale
delle cose ma al
linguaggio
Astrazione
Le idee diventano generali mediante
la separazione di esse dalle
circostanze di tempo e di luogo e di
qualunque altra idea che possa
determinarle nel senso di questa o
quella circostanza particolare (E.
III/III, 6)
 “gli uomini formano
certe idee astratte e
le fissano con i nomi
ad esse assegnati, si
pongono in
condizione di
considerare le cose, e
parlarne, per dir
così, a fasci” (E,
III/III, 20)
Economia cognitiva
 “Se ogni idea particolare che
apprendiamo avesse un nome distinto,
il numero dei nomi dovrebbe essere
infinito. Per ovviare a ciò lo spirito fa
sì che le idee particolari ricevute da
oggetti particolari diventino generali;
il che si fa considerando tali apparenze
separate dalle circostanze
dell’esistenza reale e così vengono
composti gli universali, che si tratti di
idee o di termini” (E, II/XI, 9).
Carattere dinamico
dell’essenza nominale
 Le collezioni di idee variano da un
interlocutore all’altro
 Persone diverse hanno “essenze nominali”
diverse
Scetticismo comunicativo
 I fraintendimenti e le incomprensioni non
sono l’eccezione, bensì la regola
 Le persone spesso sostengono tesi molto
diverse tra di loro e usano i nomi con
significati diversi
Etienne Bonnot de Condillac (1715-1780)
Essai sur l’origine des connaissances
humaines (1746)
La classificazione dei
segni:
 SEGNI NATURALI
 SEGNI ACCIDENTALI
 SEGNI
ISTITUZIONALI
LA RETORICA E’ L’ARTE DI
PARLARE (E DI PENSARE) BENE
 Persuadere, creare consenso giustificare
le proprie idee per farle ritenere giuste
 Piacere, sedurre, spiegare
 Far passare con validi argomenti il
verosimile, l’opinione e il probabile
 Ricorrere a un linguaggio figurato
I tre generi di discorso
 Giudiziario
 Deliberativo
 Epidittico
Il Sistema retorico
Quattro Parti:
• Inventio (Heuresis): trovare gli argomenti
• Dispositio (Taxis): organizzare il discorso
• Elocutio (Lexis): individuare lo stile
• Actio (hypocrisis): la recita effettiva
La forza degli argomenti
 “ (…) sappiamo che il condizionamento
dell’uditorio può attuarsi con tutti i mezzi
ausiliari: profumi, musica, concorso di folla;
ma si attua anche in maniera discorsiva. Il
discorso non lascia l’uditorio tale e quale come
era all’inizio; è proprio perché le modificazioni
dell’uditorio sono contemporaneamente
effettive e contingenti che l’ordine adottato ha
tanta importanza” (TA, p. 513).
DISPOSITIO (TAXIS)
 Schema tipo per costruire un discorso:
1. Esordio
2. Narratio
3. Confirmatio
4. [Digressio]
5. Peroratio
Esordio
 La funzione
 L’uditorio deve
dell’esordio è fàtica,
serve a rendere
l’uditorio docile,
attento, benevolo
 Tópos
dell’affettazione di
modestia
 Entrare in medias res
sentire di essere
coinvolto in ciò che si
sta dicendo, di
partecipare all’evento
 (Ret. 1415b)
Narratio: deve sembrare
obiettiva anche se non lo è
“racconto persuasivo di
un’azione come è stata o come
si suppone che sia stata fatta
(…) discorso che informa
l’ascoltatore sul tema della
controversia” (Inst. Orat. IV, 2,
31)
La maniera di presentare i fatti
costituisce già di per sé un
argomento
La narratio deve avere tre qualità di
base:
1. Chiarezza
2. Brevità
3. Credibilità
Retorica e pragmatica
Le regole conversazionali di H.Paul Grice
1. Quantità
2. Qualità
3. Relazione
4. Modo
[“Logica e conversazione” (1967), tr. it. in
M. Sbisà, (a cura di) Gli atti linguistici,
Feltrinelli 1978]
 “Non dare un contributo più informativo
di quanto è richiesto”
 “Non dire ciò per cui non hai prove
adeguate”
 “Sii pertinente”
 “Evita l’oscurità di espressione, evita
l’ambiguità”
Le “circostanze” della narratio
Persona
Factum
Causa
Locus
Tempus
Modus
Facultas
Confirmatio
 Le prove seguite dalla confutazione degli
argomenti avversi
 Quale ordine degli argomenti?
 Ordine omerico (Cicerone, De oratore II,
313)
Peroratio
¨ è il momento per eccellenza in cui
l’affettività si sposa all’argomentazione,
che è l’anima della retorica.
¨ È composta di tre parti:
1. Amplificatio
2. Pathos (domanda retorica)
3. Recapitulatio
ELOCUTIO (LEXIS)
 La redazione concreta del discorso:
 Fra res e verba non c’è una vera scissione
 uno stesso contenuto non è identico quando
è espresso in modo diverso
Lo stile è l’uomo
 “spessissimo occorre che se tu spogli del
suo stile una scrittura famosa, di cui ti
pensavi che quasi tutto il pregio stesse
nelle sentenza, tu la riduci in istato, che
ella ti par cosa di niuna stima” (Il Parini,
ovvero della gloria)
La presentazione dei dati
 Una presentazione efficace, capace di
impressionare la coscienza degli
ascoltatori, è essenziale non soltanto in
ogni argomentazione che miri all’azione
immediata, ma anche in quella che voglia
orientare lo spirito in un certo modo, che
voglia far prevalere alcuni schemi
interpretativi” (TA, p. 150).
Virtutes elocutiones (Cicerone)
 1. correttezza lessicale e grammaticale
(puritas)
Una sicura padronanza della lingua è un
requisito indispensabile per l’esercizio
dell’eloquenza
 2. Chiarezza ( perspicuitas)
“la prima virtù dell’eloquenza è la
chiarezza, tanto è vero che, quanto meno
uno è intelligente, tanto più cerca di
gonfiarsi e di innalzarsi: proprio come
avviene ai piccoli di statura, che si alzano
sulla punta dei piedi” (Institutio oratoria,
II, 3, 8)
3. Ornatus
Giustifica le deviazioni rispetto alle norme
grammaticali
Figure di parola
Figure di pensiero
Ambiguità sintattica e di senso
 Omonimia:
“Lia ha una vecchia credenza”
 Ambiguità strutturali:
“Paolo ha visto l’uomo con il binocolo”
 Ambiguità lessicali e strutturali
“La vecchia porta la sbarra”
 Polisemia
“Marco ha comprato un giornale”
Omonimia
 Omografi non omofoni:
leggere, principi
 Omofoni non omografi:
la normale / l’anormale
Giada / già da
anno / hanno
Sinonimia
 Esprimere una stessa idea con più parole
di significato affine:
Vedere e guardare / viso e volto
 La sinonimia come figura retorica
(dittologia):
Forte e robusto
“A passi tardi e lenti” (Petrarca)
come mi pare e piace
TIPOLOGIA DEGLI STILI
STILE
SCOPO
PROVA
MOMENTO
DEL DISCORSO
SUBLIME
GRAVE
COMMUOVERE
MOVERE
PATHOS
PERORATIO
DIGRESSIO
MEDIOCRE
MEDIUM
PIACERE
DELECTARE
ETHOS
ESORDIO
DIGRESSIO
LOGOS
NARRATIO
CONFIRMATIO
UMILE
TENUE
SPIEGARE
DOCERE
La compositio
 L’ornatus dipende anche dalla
capacità di collocare le frasi nei
periodi – e le parole nelle frasi - con
estro e armonia, in modo da
risultare un insieme unico e coeso
La compositio sintattica
1. L’ oratio soluta: registro colloquiale
2. L’ oratio perpetua: collegamenti
paratattici con prevalenza dell’uso
della perifrasi e del polisindeto
3. La periodus: collegamenti ipotattici
disposti in due tempi (protasi e apodosi)
Actio (Hypocrisis)
 Recitazione, arte della declamazione
 Comprende oltre alla modulazione della
voce anche i gesti, la mimica, la
prossemica
 L’oratore deve saper esporre bene il suo
discorso e porgerlo all’uditorio come un
vero attore
 La sua funzione è essenzialmente fatica
Quali sono le qualità di un
oratore?
 Demostene rispondeva che
 la prima qualità è l’actio,
 la seconda qualità è l’actio,
 la terza qualità è l’actio,
[Cicerone, Brutus 142]
L’oratore è come l’attore sulla
scena?
 Come l’ipocrita l’attore finge sentimenti
che non prova
 L’oratore, anche quando è sincero, non
può fare a meno di recitare con regole
simili a quelle dell’attore
Cicerone (Brutus, 142)
“nessuna cosa [come l’arte di porgere]
penetra maggiormente nei cuori degli
uomini, nessuna cosa serve meglio a
plasmarli, a disporli, a piegarli: essa fa
apparire gli oratori tali, quali essi stessi
vogliono apparire”
Quintiliano (Institutionis
oratoriae XI, 3)
“nessuna prova, che sia però dovuta
all’invenzione dell’oratore, è così salda,
da non perdere la sua efficacia, se non sia
sostenuta dalla forza di persuasione di
chi la espone. Tutti gli affetti
necessariamente languiscono, se non
vengono accesi con la voce, con
l’espressione del volto, con
l’atteggiamento di tutto il corpo
dell’oratore”
RETORICA POLITICA
Manipolare la verità dei fatti
 La tentazione dell’Onu: “Diamo una chance
all’Iraq” (La Repubblica 18.9.2002)
 US in pledge to rebuild Iraq (Financial Times
23.9.2002)
 Gentile: un filosofo antifascista per il regime
di Mussolini (Corriere della sera 11.9.2006)
 La guerra vinta di Alì (Repubblica
14.10.2003)
La classificazione dicotomica:
semplificazione della realtà
 Una scelta di campo
“tra il rischio di un regime e la certezza della
libertà. Il 16 aprile sarai chiamato a scegliere il
governo della tua regione. Ma dovrai fare in
realtà una scelta più importante. Una scelta di
campo tra due Italie: tra la “loro” Italia,
l’Italia della disoccupazione, delle tasse,
dell’insicurezza, della paura, un’Italia che sa
solo proibire e odiare, e la “nostra” Italia,
l’Italia che sa anche e soprattutto amare,
l’Italia libera, giusta, generosa, che ho in mente
io e che, sono sicuro, hai in mente anche tu”.
Silvio Berlusconi
 Tanto più gli individui sono emotivamente
eccitati – in preda alla rabbia, al dolore o
all’esaltazione – tanto meno raffinata è la
categorizzazione attraverso la quale definiscono
gli altri. Portato all’estremo l’individuo
sopraffatto dalle emozioni può operare una
suddivisione cognitiva troppo semplificata e
ridurre la gente a due sole categorie: o con me o
contro di me” (D.I. Kertzer, Riti e simboli del
potere, Laterza 1989, p. 115).
Il linguaggio della sinistra
radicale
Usare un linguaggio
Non logica
completamente privo di
contenuti razionali
Distacco dalla realtà
Parlare d’altro
Ambiguità
Astrattezza
Non pertinenza
Reticenza
Linguaggio della provocazione
– Contesta le regole del gioco politico
– Es. i discorsi di Pannella: toni di voce acuti, ritmo
martellante; particolari modalità espressive e
riformulazione semantica; parole chiave: sfascio,
ammucchiata, silenziamento (per parlamento), scippare,
imbavagliare, sgovernare.
– Bossi: semplificazione semantico-grammaticale, invettiva
verbale, centralità del dialetto nella duplice funzione di
collante etnico per l’autoriconoscimento delle genti
lombarde e di rottura con la lingua italiana standard come
codice ufficiale dello statalismo.
Nel linguaggio giornalistico
 Notizia come
informazione
Racconto su eventi
Approccio referenziale
Oggettività
 Notizia come racconto
mitico
 Narrazione continua,
parte di un flusso
patetica, coinvolgente