Perchè serve lavorare sul metodo di studio

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Transcript Perchè serve lavorare sul metodo di studio

Perché serve lavorare sul metodo di studio

Marcella Mauro SOS Dislessia, Milano

Metodo = insieme dei procedimenti messi in atto per ottenere uno scopo o determinati risultati.

Metodo di studio

come trovare la strada per raggiungere i nostri obiettivi di apprendimento nel modo più economico, meno noioso e più sicuro per noi.

Sapersi organizzare e individuare l’approccio adeguato a ciascun compito sono le condizioni basilari per imparare a « imparare »

Signora, suo figlio non ha un metodo di studio

FALLIMENTO SCOLASTICO = ALLA MANCANZA DI UN EFFICACE METODO DI STUDIO

Buone tecniche

Ingredienti personali

Metodo di studio efficace

Successo/senso di autoefficacia

Autoefficacia

Numerose ricerche hanno evidenziato come non sia tanto la capacità di un soggetto a determinarne le prestazioni, ma il suo senso di autoefficacia, che consente all’individuo di utilizzare al meglio le proprie abilità.

Ricordiamo che: 1. le convinzioni sulla nostra capacità di affrontare adeguatamente un compito dirigono la nostra scelta di intraprendere tale attività o meno 2. inoltre, esse sostengono lo sforzo e inducono a perseverare nell’azione iniziata.

3. Anche il livello dei processi cognitivi beneficia di una buona autoefficacia infatti la costruzione delle strategie risulta più efficiente ed il pensiero più analitico 4. Inoltre consente di instaurare dei soddisfacenti scambi interpersonali con le altre persone

Buone tecniche

Ingredienti personali

Metodo di studio efficace

Successo/senso di autoefficacia

Bandura, analizzando il ritmo incalzante con cui la società si è modificata nel giro di poco tempo, sottolinea l’importanza di possedere la capacità di gestire autonomamente la propria istruzione, per poter restare al passo con i tempi e affrontare le richieste che la società impone

Agli studenti viene chiesta via via maggiore autonomia, motivazione, tenacia e capacità organizzativa, ma tutto questo viene dato per scontato e non è previsto un percorso specifico per l’acquisizione di queste abilità.

Il contributo migliore che la scuola può dare è proprio l’istituzione di un percorso per lo studio

• Ma dobbiamo fare ancora alcune considerazioni : 1. Non esistono “formule generali” • 2. Esiste un metodo di studio “buono” e uno “cattivo”?

Come possiamo aiutarli?

Fornire loro guide, strategie, metodi, aiutarli e prendere coscienza dei loro stili cognitivi e di apprendimento In questo modo gli studenti possono fare esperienze e acquisire una padronanza autoregolata ed accrescere così il senso di autoefficacia.

Il punto centrale è proprio questo: nessuno può prescrivere “il metodo giusto”, perché gli stili di apprendimento variano da persona a persona e di generazione in generazione e sono legati anche agli strumenti di cui si dispone.

Però avere un buon metodo è indispensabile.

Infatti alcuni punti restano centrali sempre, ed è importante conoscerli.

STILI COGNITIVI

Quali strategie cognitive vengono utilizzate per risolvere un compito?

Stile cognitivo: modalità di elaborazione dell’informazione che la persona adotta in modo prevalente, che permane nel tempo e si generalizza a compiti diversi (Boscolo, 1981) - Stile sistematico/intuitivo - Stile verbale/visuale - Stile globale/analitico - Stile convergente/divergente - Stile impulsivo/riflessivo

STILE SISTEMATICO STILE INTUITIVO

Stile sistematico/intuitivo

Il soggetto tende a risolvere un problema esaminando gradualmente Il soggetto formula un’ipotesi risolutiva e procede per poterla le diverse variabili che vi sono implicate.

Usa strategia a piccoli passi per avvicinarsi alla soluzione.

confermare.

Spesso però rimane fisso sulla prima ipotesi, difficoltà a formularne altre A scuola: necessita di consegne e indicazioni precise.

E’ generalmente l’ultimo a consegnare una verifica Chiede chiarimenti su quanto viene detto A scuola: interpreta una consegna e non richiede ulteriori indicazioni su quanto deve fare.

E’ rapido nel consegnare le verifiche. Esprime con facilità le sue ipotesi. Tende a fare anticipazioni su quanto verrà detto o spiegato

STILE VERBALE STILE VISUALE

Preferisce il codice linguistico. Prima legge poi guarda (utilizza riassunti, associazioni verbali, istruzioni scritte, appunti) Preferisce le caratteristiche visuo spaziali.

Prima guarda poi legge (utilizza schemi, rappresentazioni grafiche, immagini) Associa le parole a una frase o a un’altra parola A scuola: Sottolinea le parti importanti, usando anche a matite colorate , evidenziatori, frecce, riquadri Per memorizzare utilizza schemi, mappe,grafici Associa le parole alle immagini

STILE GLOBALE STILE ANALITICO

L’attenzione si focalizza sull’aspetto generale del compito Parte da una visione di insieme per poi entrare nei particolari A scuola: sul piano percettivo tende a prestare attenzione a più aspetti contemporaneamente Parte da una percezione del dettaglio, dal particolare, arrivando in un secondo momento ad una visione di insieme.

A scuola: a livello percettivo, fatica a considerare contemporaneamente vari elementi e si focalizza sui particolari

STILE CONVERGENTE STILE DIVERGENTE

Procede secondo la logica e sulla base delle informazioni che possiede Preferisce usare routine consolidate e applicare principi generali Procede autonomamente e creativamente con la possibilità di generare quindi diverse risposte e soluzioni A scuola: utilizza procedure e strategie già applicate in contesti simili Tende a memorizzare A scuola: applica procedure e strategie non ancora utilizzate Recupera conoscenze ed esperienze non scolastiche Dimostra fiducia nelle proprie capacità Opera connessioni tra le conoscenze A B C D

STILE RIFLESSIVO

Il tempo decisionale è più lungo, lo stile più lento ed accurato Il soggetto pensa prima di rispondere, si concede del tempo.

Appare silenzioso, timido, poco pronto.

STILE IMPULSIVO

Il soggetto risponde in base all’impressione del momento: “spara la risposta, giusta o sbagliata che sia”.

Pur rendendosi conto che la strategia adottata non è la più giusta, insiste A scuola: deve sentirsi sicuro e tranquillo prima di parlare Preferisce non essere costretto ad intervenire A scuola: prende la parola con facilità. Appare frettoloso, impreciso.

Consegna rapidamente il lavoro assegnato

Lo stile cognitivo, quando applicato alle situazioni di apprendimento, viene definito stile di apprendimento e segnala il modo in cui un allievo fissa, organizza e recupera le informazioni.

LO STILE DI APPRENDIMENTO rimanda alla MODALITÀ SENSORIALE con cui percepiamo le informazioni… Ognuno di noi ha un proprio modo di apprendere in base alla via preferenziale di accesso alle informazioni. Si definiscono 4 canali sensoriali con cui l’informazione può essere percepita

Canali sensoriali/ stili di apprendimento

• Visivo-verbale ▪ Visivo- non verbale ▪ Uditivo ▪ Cinestesico

VISIVO- VERBALE preferenza per la letto-scrittura • • • • prendere appunti in classe e utilizzarli a casa per lo studio riassumere per iscritto quanto si è letto accompagnare grafici e mappe con spiegazioni scritte in generale elencare per iscritto ciò che vuole ricordare

VISIVO- NON VERBALE preferenza per immagini • • • • usare disegni, mappe multimediali in cui inserire parole-chiave, immagini, grafici ecc..

usare colori diversi per evidenziare nel testo le frasi, parole Utilizzare gli indici testuali prima di affrontare il testo Crearsi immagini mentali di ciò che viene ascoltato o letto, utili per memorizzare e recuperare i contenuti

UDITIVO preferenza per l’ascolto (e’ favorito dall’assistere ad una lezione, partecipare a discussioni e dal lavoro a gruppi) • • • • Prestare attenzione alle spiegazioni in classe Sfruttare il recupero e la verbalizzazione delle conoscenze pregresse su un dato argomento Utilizzo del formato audio (registrare le lezioni a scuola, registrare la propria voce mentre ripete) Lavora volentieri in gruppo con i compagni

CINESTESICO predilige attivita’ concrete e le esperienze dirette • • • • Bisogno di movimento :alterna momenti in cui si sta seduti a momenti in cui ci si alza Suddivide i momenti di studio da quelli di pausa trasforma in pratica ciò che si deve studiare Crea mappe, grafici, diagrammi di ciò che studia

Utile che l’insegnante

  Sia a conoscenza dei

diversi stili cognitivi e di apprendimento

Conosca le differenze dei suoi allievi ma riconosca anche

i propri stili cognitivi

( che influenzano il suo stile di insegnamento)

PRIMO PASSO: Un fattore condizionante il processo di apprendimento/recezione è la disponibilità all’ascolto • • • • L’ascolto richiede: empatia e disponibilità ad accogliere il messaggio.

Nessuno ascolta o apprende se non è motivato!

Il piacere di ascoltare è legato anche all’atmosfera che si crea in classe, alla natura dei rapporti interpersonali, all’interesse per gli argomenti proposti Occorre utilizzare strategie motivanti per rendere l’ascolto emotivamente coinvolgente: valorizzazione del vissuto individuale, la dimensione ludica, l’utilizzo di canali audio-visivi e strumenti tecnologici

L’ascolto

• elementi paralinguistici che integrano il piano semantico del messaggio orale: tono della voce, l’espressione del viso, i gesti, la postura, le pause, le ripetizioni

Importante che il docente in classe usi e faccia sperimentare strategie diverse Utilizzi :

-diversi canali di accesso alle informazioni ( messaggi scritti, orali, mappe, slide, audio, video ecc..) - scaletta degli argomenti da consegnare agli alunni per orientare l’ascolto e fissare i punti principali dell’argomento Insegni : 1.-strategie per prendere appunti ( es. parole chiave, sottolineare il testo, uso di evidenziatori con colori diversi) 2.-strumenti per ricordare ( tecniche di memoria, uso di appunti, del registratore, della penna digitale) 3.-strumenti e strategie per organizzarsi (diario scolastico, calendario, pianificazione dei compiti) 4. Uso corretto degli strumenti tecnologici

A scuola si può e si deve lavorare sul metodo di studio

Non esiste “un” metodo di studio che potremmo definire efficace in maniera assoluta; piuttosto esiste un set di strumenti che per la loro riconosciuta efficacia pratica e, soprattutto, per la loro generalità possono essere suggeriti dal docente ed utilizzati dallo studente. METODO PQ4R METODO MURDER METODO CORNER

Metodo PQ4R

È storicamente il primo metodo di studio e dopo la prima formulazione (1946) è stato successivamente rivisto Questo metodo propone che lo studio si articoli in 6 momenti: 1. Preview: scorsa rapida, sfogliare il materiale ( indici testuali) 2. Questions: porsi delle domande sui contenuti da studiare richiamare conoscenze precedenti 3. Read: leggere una prima volta il testo 4. Re-read: leggere di nuovo analizzando bene il testo (evidenziare i punti importati e saper creare dei collegamenti tra questi) 5. Recite: ripetere ad alta voce appena finito di leggere (e’ più valida una buona ripetizione che la rilettura del materiale) 6. Review: ripassare il materiale (per fissare i concetti principali)

L’efficacia di questo metodo dipende dalla seconda fase: Previsione del contenuto: crearsi delle aspettative rispetto al contenuto.

Queste hanno la funzione di “organizzatori anticipati ”. ( = suggerimenti, un’informazioni, che permettono di attivare degli schemi di conoscenza relativi al tema che verrà poi trattato) Es. il titolo di un brano riveste la funzione di organizzatore anticipato

Gli organizzatori anticipati sono strumenti cognitivi di grande utilità perché attivano le conoscenze e gli schemi preesistenti, facilitano la comprensione e l’apprendimento

• • •

Metodo MURDER

Proposto in tempi più recenti (Dansereau, 1988), questo metodo è basato sull’apprendimento cooperativo tra studenti. La cooperazione consente di stabilire un clima positivo in classe e conseguentemente promuovere la motivazione ad apprendere, Anche in questo caso il nome è la sigla dei nomi delle fasi che secondo l’autore devono essere prese in esame per facilitare l’apprendimento.

1)

M

ood: stato d’animo. I

n primo luogo è importante assumere un atteggiamento positivo Motivare i ragazzi verso l’attività di studio, anche se non è facile, è uno dei prerequisiti perché l’attività di insegnamento-apprendimento abbia successo.

2)

U

nderstand:

leggere cercando di capire quali siano le idee principali

3)

R

ecall:

ripetere, unico modo per valutare in modo accurato il grado di conoscenza che si possiede del materiale fino a quel momento studiato

4)

D

etect: accertarsi.

Si tratta di rivedere il testo per controllare l’accuratezza di quanto si è ripetuto (detect).

5)

E

laborate: sviluppare

utilizzando di strategie. Es. rappresentare graficamente lo schema dell’argomento, annotare, riassumere quanto si conosce, ecc.

6)

R

eview:

ripasso, rivedere il materiale

Metodo Cornell

• • Metodo elaborato nel 1989 da Walter Pauk, docente nell’Università di Cornell e successivamente utilizzato in tutto il mondo Il saper prendere appunti è un’importante abilità attraverso cui selezioniamo, registriamo, cataloghiamo informazioni che riteniamo rilevanti per lo studio ma che non sempre è adeguatamente controllata dagli studenti.

www.eleven21.com/notetaker/ Notalon

AREA B: spazio per note, aggiunte, osservazioni, riferimenti, collegamenti

In rielaborazione

• • • • • • • Es. applicazione metodo Cornel Scuola secondaria di primo e secondo grado

(

di Romina Corradini, Alessandra Cannelli, Dario Balzaretti) Elementi propedeutici: registrazione e schematizzazione (lezioni 1, 2, 3) Fase 2: Operazioni propedeutiche per un ascolto attivo ( lezioni 4, 5) Fase 3: Esposizione utilizzando il metodo Cornell (lezioni 6, 7, 8) Fase 4: Consolidamento (lezioni 9, 10, 11) Fase 5 : Focalizzazione sul lessico (lezioni 12, 13, 14) Fase 6 : Il riassunto (lezioni 15, 16, 17, 18) Fase 7 : Valutazione ed autovalutazione finali (lezioni 19, 20) DESTINATARI: intero gruppo classe TEMPI: un’ora settimanale delle lezioni di italiano, da novembre fino ad aprile per un totale di 20 ore.

OBIETTIVI livello base: 1. Saper ascoltare, mantenendo la concentrazione per almeno 10 minuti, testi regolativi, di cronaca ed espositivi, ricavandone le informazioni principali 2. Registrare le informazioni ascoltate utilizzando simboli e abbreviazioni 3. Schematizzare e riepilogare utilizzando il lessico specifico presente nel brano; 4. Esporre in maniera lineare e comprensibile quanto ascoltato; 5. Riassumere il contenuto del brano scrivendo un nuovo testo coerente e coeso, senza superare 1/3 della lunghezza del testo originario.

• • • • METODI: lezioni frontali, interattive con largo spazio riservato all’operatività. A seconda delle attività gli alunni hanno lavorano individualmente o in coppia.

STRUMENTI: Lim, registratore, computer, video proiettore.

VERIFICHE: E’ stata prevista una verifica sommativa a fine percorso.

E’ stato riservato spazio anche all’autovalutazione.

Tempo: 1 ora Destinatari: intera classe Lez. 1 ) Introduzione al metodo

Attività docente

Spiega, con l’ausilio di una lavagna luminosa, come utilizzare il foglio per scrivere appunti ascoltando un testo. In questa prima fase sarà riservata una particolare attenzione alla posizione e alla presenza dei seguenti elementi: 1. data (in alto a dx) 2. numero di pagina (in alto a sn) 3. argomento (al centro); 4. divisione del foglio nelle 3 aree e spiegazione delle loro funzioni: colonna di destra: registrazione delle informazioni principali utilizzando simboli e abbreviazioni; colonna di sinistra: sintesi con parole o frasi chiave; Spazio in basso per riassunti, note, osservazioni, collegamenti

Attività alunni

Riproducono nel suo foglio quanto presentato dall’insegnante Seguono la spiegazione

Tempo: 1 ora Destinatari: intera classe lezione 2) Introduzione al metodo

Attività docente

Presenta con power point un elenco di simboli e abbreviazioni per annotare i concetti in forma sintetica

Attività alunni

Riproducono nel suo foglio quanto presentato dall’insegnante Somministra un esercizio semistrutturato di ascolto per la verifica da svolgersi a coppie Seguono la spiegazione e annotano quanto spiegato Svolgono l’esercizio con un compagno Ritira i quaderni per controllare il corretto uso di abbreviazioni e simboli Consegnano i quaderni

-

Piccoli aiuti

Quando possibile sostituire la frase con una parola

( es . abbiamo organizzato un compleanno compleanno -

Abbreviare le parola se ricorrono frequentemente

: es. Giacomo Leopardi G L

Ridurre al minimo la frase (eliminare articoli e preposizioni )

Giacomo Leopardi si immerse totalmente in uno "studio matto e disperatissimo» della durata di sette anni. Apprese perfettamente il latino (sebbene si considerò sempre "poco inclinato a tradurre" da questa lingua in italiano) e, senza l'aiuto di maestri, il greco e l'ebraico.

GL studia 7 anni. Apprese latino greco ebraico ( senza aiuto maestri)

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usa abbreviazioni e segni grafici

più : + meno: per: x capitolo: cap . Pagina: pag . -

usare i segni di interpunzione

: per spiegare qualcosa ! per cosa importante ? per un dubbio

3.Lettura approfondita con identificazione delle idee principali contenute nel testo Sintesi dei metodi di studio 4. Porre o porsi domande sull’argomento 5. Riorganizzazione delle idee sotto forma di schema, riassunto 2. Leggere una 1^v. il testo, partendo dagli indici testuali ( prima organizzazione massima dell’argomento) 1. Iniziale motivazione positiva verso l’attività che si sta per intraprendere Efficace metodo di studio 6 . Strategie di organizzazione e consolidamento del materiale in memoria ( aggancio a conoscenze pregresse) 7) Revisione del materiale e ripasso ( ripetizione orale)

Grazie