Educazione alla scuola sostenibile

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Educazione alla scuola sostenibile

La valutazione dei rischi nella scuola nell'ottica di un Sistema di Gestione della Salute e Sicurezza

Fasi della Valutazione dei Rischi

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Sviluppo della Metodologia Schema processo di identificazione pericoli e valutazione dei rischi Identificazione dei pericoli Monitoraggio e riesame Applicazione delle misure di controllo L'organizzazione deve stabilire, attuare e mantenere attiva una procedura per l'identificazione continua dei pericoli, la valutazione dei rischi e la definizione delle misure di controllo necessarie Gestione delle modifiche Determinazione misure di controllo Valutazione dei rischi Linee guida per l’attuazione della OHSAS 18001:2007 3

Analisi dei pericoli a scuola

 Per la sicurezza infortuni) (possono provocare in modo diretto  Per la salute malattie) (possono provocare in modo diretto  Aspetti ergonomici , organizzativi e gestionali 4

Ruoli e Responsabilità nella scuola

Ente locale      Realizzazione di edifici conformi alle norme Adeguamento alle norme degli edifici esistenti Realizzazione o adeguamento degli impianti tecnici in conformità alle norme Interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria su strutture e impianti Richiesta di CPI Dirigente scolastico    Vigilanza sul mantenimento della conformità alla norma dell’edificio scolastico Segnalazione tempestiva all’Ente locale di eventuali situazioni di rischio dovute a strutture o impianti Interventi provvisori o migliorie (nei limiti delle disponibilità economiche dell’istituto) 5

• • •

Ruoli e Responsabilità nella scuola

Le attività relative agli interventi strutturali e di manutenzione delle scuole pubbliche competono all’Ente proprietario Gli obblighi del dirigente scolastico rispetto a questi interventi si intendono assolti con la richiesta del loro adempimento all’Ente locale Tuttavia il dirigente, dopo aver segnalato le problematiche di competenza dell’Ente locale, in presenza di rischi importanti, deve in ogni caso intervenire anche sul piano organizzativo-procedurale introducendo specifici divieti, interdicendo l’utilizzo di particolari - e circoscritte - zone a rischio, ecc.

, definendo nuove (auspicabilmente provvisorie) regole, 6

Attenzione ai Comportamenti!

• Una volta segnalati i problemi all’Ente proprietario i tempi necessari per la sistemazione di strutture e impianti sono spesso consistenti • Condizioni di rischio residuo:     impiego educativo (attività di laboratorio, palestra, ecc.) comportamenti a rischio degli allievi, per la diversa percezione del rischio, con particolare riguardo alle attività di laboratorio gestione della conduzione della ricreazione, dell’eventuale pausa pranzo (con permanenza degli allievi all’interno della scuola) e del tempo mensa eventi ascrivibili a bullismo 7

Attenzione ai Comportamenti!

Il processo di valutazione dei rischi si dovrà focalizzare:   sulle modalità con cui le persone interagiscono con le situazioni di rischio presenti sul loro grado di adesione alle regole e alle procedure di sicurezza 8

Misure di Prevenzione e Protezione nella Scuola Competenza, formazione e consapevolezza

• • • • Occorre che gli addetti di ciascuna funzione: Siano consapevoli dei loro rischi per la S&SL Siano consapevoli dei loro ruoli e responsabilità Abbiano la necessaria competenza per eseguire i compiti di lavoro che possono avere un impatto sul S&SL Siano formati in modo da raggiungere il livello di consapevolezza/competenza richiesto • • Le procedure di formazione devono tenere in considerazione i differenti livelli di: responsabilità, abilità, capacità linguistiche istruzione e rischio 9

Fonti di pericolo per la sicurezza

1. Territorio, aree esterne e accessi 2. Strutture edilizie, spazi di lavoro e arredi 3. Porte, vie e uscite in caso di emergenza 4. Scale fisse e portatili 5. Macchine 6. Attrezzature manuali e portatili e utensili 7. Immagazzinamento di oggetti e materiali 8. Impianti elettrici 9. Attrezzature a pressione 10.Impianti termici 11.Mezzi di sollevamento 12.Mezzi di trasporto 13.Incendio ed esplosione 10

Fonti di pericolo per la salute

14.Agenti chimici 15.Agenti cancerogeni o mutageni

16.Agenti biologici 17.Aerazione, ventilazione, inquinamento indoor 18.Microclima

19.Illuminazione

20.Rumore

21.Radiazioni ionizzanti 22.Radiazioni non ionizzanti 23.Lavoro ai VDT 24.Igiene degli ambienti, servizi igienici 11

Ergonomia, organizzazione e gestione

25. Ergonomia 26. Fattori di stress lavoro-correlato 27. Organizzazione del lavoro, lavoratrici gestanti 28. Pianificazione, gestione, controllo e coordinamento della sicurezza 29. Informazione, formazione e addestramento dei lavoratori, preposti e dirigenti 30. Partecipazione dei lavoratori, preposti e dirigenti 31. Istruzioni, prassi e procedure 32. Segnaletica di salute e sicurezza sul lavoro 33. DPI 34. Sorveglianza sanitaria 35. Gestione delle emergenze e pronto soccorso 36. Controlli, verifiche e manutenzioni 12

Esempi di Fonti di pericolo per la Sicurezza

1. Aree esterne e accessi: • Traffico mezzi e interferenze con i pedoni • • Accesso di estranei nella struttura Accesso dei mezzi di soccorso (p. es. VVF) 2. Strutture edilizie/arredi: ancoraggio attrezzature palestra, vetrate non infrangibili, barriere architettoniche 3. Porte, vie e uscite in caso di emergenza: larghezza alcune porte non sufficiente, porte tagliafuoco da sostituire 5. Macchine: non marcate CE, da mettere a norma ai sensi dell’All. V, Titolo III DLgs 81/08 13

Esempi di Fonti di pericolo per la Salute

16.Agenti biologici: utilizzo agenti gruppo 1 laboratorio microbiologia 22.Radiazioni non ionizzanti: emissioni da saldatura arco elettrico 23.Postazioni VDT nei laboratori informatica 14

Esempi di Fattori Organizzativi

35.Gestione delle Emergenze: • Redazione del Piano antincendio, di Evacuazione e di Primo Soccorso • Formazione del personale e degli allievi • Importanza delle svolgimento delle prove di evacuazione 15

Procedura per Identificazione pericoli e Valutazione dei rischi

• • • • • • Tutte le attività, ordinarie e non ordinarie, p.es.: pulizia degli ambienti e attrezzature, situazioni di emergenza, ecc.

Attività di tutte le persone aventi accesso al luogo (anche visitatori) Provenienza del personale, le capacità e altri fattori di tipo umano Infrastrutture, attrezzature, materiali sul posto di lavoro Ogni prescrizione legale cogente correlata alla valutazione del rischio e all'attuazione dei necessari controlli La progettazione delle aree di lavoro, dei processi, delle attrezzature, delle procedure operative e dell’organizzazione del lavoro, incluso l’adattamento alle capacità umane 16 Ing. Cecilia Peroni

Valutazione del Rischio Chimico

Identificazione delle fonti di pericolo • • • Dove? Laboratori didattici, attività di pulizia, ecc… Tipo di agente chimico pericoloso (stato fisico, caratteristiche di pericolosità, …) Tipologia delle operazioni svolte e attrezzature utilizzate • • • • Quantità e concentrazione utilizzate Modalità di manipolazione Frequenza di utilizzo Misure di prevenzione e protezione già adottate 17

Denomina zione chimica del prodotto Acido cloridrico 37 % Caratteri stiche pericolo sità (classifica zione, stato fisico) Liquido, H314 H335 Valore limite: 5 ppm …..

Analisi del rischio

Quantità stoccata Frequenza d’uso …..

< 45 min/giorno Quantità per uso per addetto Modalità manipola zione (impianto processo, DPI, …) < 1 l per sett per addetto ….

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Sostanza

Un elemento chimico e i suoi composti, allo stato

naturale od ottenuti per mezzo di un procedimento di fabbricazione

Anche gli additivi necessari a mantenerne la stabilità e le impurità derivanti dal procedimento utilizzato Non i solventi che possono essere separati senza compromettere la stabilità della sostanza o modificarne la composizione

Miscela

Una soluzione di due o più sostanze

P. es. vernici, detersivi, ecc.

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Cosa si intende per sostanza/miscela pericolosa?

F O E È in grado di provocare incendi e/o esplosioni Rischi per la sicurezza 20

Cosa si intende per sostanza/miscela pericolosa?

T Xn È pericolosa per la salute 21

Cosa si intende per sostanza/miscela pericolosa?

C Xi È corrosiva o irritante 22

Cosa si intende per sostanza/miscela pericolosa?

N È pericolosa per l’ambiente 23

F+ Estremamente infiammabili (F+) Sostanze che a contatto con l’aria formano una miscela esplosiva e sono altamente infiammabili in presenza di una fonte di innesco (punto di infiammabilità inferiore a 0 ° C, punto di ebollizione inferiore a 35 ° C) Esempi: idrogeno, acetilene 24

F Facilmente infiammabili (F): Sostanze che a contatto con l’aria formano una miscela esplosiva e sono facilmente infiammabili in presenza di una fonte di innesco (punto di infiammabilità inferiore a 21 ° C) Esempi: acetone, etanolo 25

(Nessun simbolo) Infiammabili Sostanze che a contatto con l’aria formano una miscela esplosiva e sono infiammabili in presenza di una fonte di innesco (punto di infiammabilità compreso tra 21 ° C e 55 ° C) Esempi: stirene 26

E Esplosivi (E) Sostanze che possono esplodere per effetto del calore, per attrito, urto o accensione Esempi: nitrocellulosa Comburenti (O) Sostanze che possono alimentare un incendio anche in assenza di aria Esempi: nitrato di

potassio, perossido di idrogeno

(oltre il 60%) O 27

T+ T

Molto Tossiche (T+) Sostanze che già in piccolissime quantità possono essere letali oppure provocare lesioni gravi.

Esempi: acido cianidrico, acido fluoridrico (oltre il 7%) Tossiche (T) Sostanze che in piccole quantità possono essere letali oppure provocare lesioni serie. Esempi:

biossido di zolfo, metanolo

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T T

Cancerogeni (Carc. Cat.): le sostanze o i preparati che, per inalazione, ingestione o penetrazione cutanea, possono provocare il cancro o aumentarne la frequenza Alle sostanze cancerogene di categoria 1 e 2 sono attribuiti il simbolo T e la frase di rischio R45 (può provocare il cancro) R49 (può provocare il cancro per inalazione) Es. Dicloruro di cobalto Mutageni (Muta. Cat.): le sostanze e i preparati che, per inalazione, ingestione o penetrazione cutanea, possono produrre difetti genetici ereditari o aumentarne la frequenza Alle sostanze classificate come mutagene della categoria 1 o 2 si applicano il simbolo T e la frase di rischio R46 (può provocare alterazioni genetiche ereditarie) 29

Xn Nocive (Xn) Sostanze che possono provocare danni alla salute oppure essere letali se assorbite in grandi quantità.

Esempio: cloruro di metilene (diclorometano) 30

Xi C Corrosivo (C) Sostanze che a contatto con la pelle, gli occhi e le mucose possono provocare lesioni serie.

Esempi: sodio idrossido (soda caustica), acido solforico (oltre il 15%) Irritante (Xi) Sostanze che a contatto con la pelle, gli occhi o le mucose possono provocare arrossamenti o infiammazioni. Esempi: carbonato

di sodio, ipoclorito di sodio

(candeggina) 31

N Pericolose per l’ambiente (N) Sostanze che possono rappresentare un pericolo per l’ambiente. Esempio:

ammoniaca

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Esempio di etichettatura 33

I nuovi pittogrammi secondo il Regolamento CLP 34

E Esplosivo Esplosivi Sostanze e miscele autoreattive (tipi A e B) Perossidi organici (tipi A e B) GHS 01 Gas, Aerosol, Liquidi e Solidi infiammabili Sostanze e miscele autoreattive (tipi B,C,D,E,F) Liquidi e Solidi piroforici Sostanze e miscele autoriscaldanti Sostanze e miscele che, a contatto con l'acqua, emettono gas infiammabili, Perossidi organici (tipi C,D,E,F) F Facilmente infiammabile F+ Estremamente infiammabile GHS 02 Gas, Liquidi e Solidi comburenti GHS 03 O Comburente Nessuna corrispondenza Gas sotto pressione GHS 04 35

C Corrosivo Sostanze e miscele corrosive per i metalli Corrosione cutanea Gravi lesioni oculari Xn Nocivo Tossicità acuta per via orale, cutanea e per inalazione (cat. 1,2,3) T+ Molto Tossico T Tossico GHS 05 GHS 06 36

Xn Nocivo Xi Irritante Xn Nocivo T Tossico (Mutageno Cancerogeno) Tossicità acuta per via orale, cutanea e per inalazione (cat. 4) Irritazione cutanea Irritazione oculare Sensibilizzazione cutanea Tossicità specifica organi bersaglio esposiz. singola (cat. 3) Irritazione delle vie respiratorie Narcosi Sensibilizzazione delle vie respiratorie Mutagenicità sulle cellule germinali,Cancerogenicità,Tossicità per la riproduzione Tossicità specifica organi bersaglio esposiz. singola (cat. 1 e 2) Tossicità specifica organi bersaglio esposiz. ripetuta Pericolo in caso di aspirazione Pericoloso per l'ambiente acquatico N Pericoloso per l’ambiente GHS 07 GHS 08 GHS 09 37

Criteri classificazione cancerogenicità 38

«Vecchia» etichettatura

(UE 67/248)

Nome Simboli e indicazioni di pericolo Responsabile immissione sul mercato

C - Corrosivo

ACIDO CLORIDRICO

CLORURO DI IDROGENO

NATURA DEI RISCHI: R34 – Provoca ustioni R37 – Irritante per le vie respiratorie

HCl

CONSIGLI DI PRUDENZA: S1/2 - Conservare sotto chiave e fuori della portata dei bambini S26 - In caso di contatto con gli occhi lavare immediatamente ed abbondantemente con acqua e consultare il medico S45 - In caso di malessere consultare il medico (se possibile, mostrargli l’etichetta)

NUMERO CAS: : 7647-01-0 NUMERO CEE: 017-002-00 X DITTA:…………………………………………………………………………...

INDIRIZZO:…………………………………………………………………….

Frasi indicanti rischi specifici Frasi indicanti consigli di prudenza Numero CE o quantità nominale contenuto

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Etichettatura secondo CLP

Ing. Cecilia Peroni 40

N °

Acido cloridrico …%

INDICE 017-002-01-X N ° CE 231-595-7 CAS 7647-01-0 Pericolo H314 Provoca gravi ustioni cutanee e gravi lesioni oculari H335 Può irritare le vie respiratorie P260 Non respirare i vapori P303+361+353 IN CASO DI CONTATTO CON LA PELLE (o con i capelli): togliersi di dosso immediatamente tutti gli indumenti contaminati. Sciacquare la pelle/fare una doccia.

P305+P351+P338 IN CASO DI CONTATTO CON GLI OCCHI: sciacquare accuratamente per parecchi minuti. Togliere le eventuali lenti a contatto se è agevole farlo. Continuare a sciacquare.

P310 Contattare immediatamente un CENTRO ANTIVELENI o un medico.

P405 Conservare sotto chiave.

P501 Smaltire il prodotto/recipiente in conformità con le disposizioni locali/regionali/nazionali/internazionali.

Quantità nominale: kg (massa netta/lorda) Ragione sociale – Indirizzo - Telefono 41

Scheda Dati di Sicurezza

1. Identificazione della sostanza/miscela e della società/impresa 2. Identificazione dei pericoli 3. Composizione/informazione sugli ingredienti 4. Misure di primo soccorso 5. Misure antincendio 6. Misure in caso di fuoriuscita accidentale 7. Manipolazione e stoccaggio 8. Controllo dell'esposizione/protezione individuale 9. Proprietà fisiche e chimiche 10. Stabilità e reattività 11. Informazioni tossicologiche 12. Informazioni ecologiche 13. Considerazioni sullo smaltimento 14. Informazioni sul trasporto 15. Informazioni sulla regolamentazione 16. Altre informazioni Identificazione pericoli Applico misure Allegati Scenari di esposizione – Misure specifiche per gli usi identificati 42

Stima del rischio

R = f (P, D) R = Rischio P = Probabilità del danno atteso D = entità del danno atteso Algoritmi o modelli matematici • • Stabiliscono delle fasce di rischio con l’assegnazione di un punteggio associato ai diversi fattori (pericolosità della sostanza, caratteristiche fisico- chimiche, frequenza e quantità d’uso, modalità di esposizione) Dal calcolo si ottiene un indice di rischio sintetico da confrontare con il valore di riferimento stabilito dall’algoritmo stesso 43

Stima del rischio

Giustificazione: rischio insignificante che non rende necessaria un’ulteriore valutazione, viste la natura e l’entità del rischio (es. “bianchetto” da ufficio) Rischio basso per la sicurezza ed irrilevante per la salute: il tipo, la quantità, la modalità e la frequenza di esposizione all’agente chimico pericoloso sono poco significativi, e quando le misure di prevenzione già presenti sono sufficienti a ridurre il rischio al minimo possibile Rischio non basso e non irrilevante: il livello di rischio è tale da imporre l’adozione di misure specifiche di prevenzione e protezione, oltre a procedure di intervento per incidenti ed emergenze e la sorveglianza sanitaria Rischio di natura cancerogena e mutagena: rientranti nel Titolo IX, Capo II del D.Lgs. 81/08 44

Misure di Prevenzione e Protezione

a) Eliminazione b) Sostituzione: della sostanza con un'altra meno pericolosa c) Misure di controllo tecniche: sistema chiuso, installare sistema di aspirazione, ecc.

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Misure di Prevenzione e Protezione

d) Segnaletica di sicurezza, procedure di sicurezza, ecc.

e) Dispositivi di Protezione Individuale 46

Misure di Prevenzione e Protezione

Prodotti chimici 1. Eliminare prodotti cancerogeni (vedi etichette e frasi di rischio) 2. Sostituire, ove compatibile con l’attività didattica, i prodotti tossici con altri non tossici 3. Eliminare i prodotti privi di etichetta e di scheda di sicurezza o etichettarli correttamente Aspetti strutturali 4. Disponibilità della cappe di aspirazione con idonea velocità di cattura 5. Colorazioni di sicurezza sulle tubazioni di gas, acqua, ecc.

6. Bunsen dotati di valvole di intercettazione dei gas 7. Impianto di rilevazione delle fughe di gas 8. Adeguata illuminazione localizzata 47

Misure di Prevenzione e Protezione

Procedure di sicurezza e formazione 9. Effettuare le lavorazioni che sviluppano vapori e gas nocivi sotto cappa 10.Definizione procedure di lavoro integrate con sicurezza 11.Addestramento alle procedure 12.Utilizzo di reagenti tossici, corrosivi, esplosivi o facilmente infiammabili sotto diretta sorveglianza dell’insegnante 13.Regolamento di laboratorio 14.Reattivi chimici custoditi in armadi accessibili solo agli DPI insegnanti, evitando la collocazione contigua di prodotti altamente reattivi tra loro 15.Corrette procedure di acquisto e di smaltimento 16.Procedure di emergenza 17.Uso di camici, guanti, occhiali secondo quanto richiesto dalle operazioni effettuate Dispositivi di emergenza 18.Estintori

19.Fontanelle o bottiglia lavaocchi 20.Cassetta di PS 48

Obiettivi e Programmi

  Devono essere stabiliti degli obiettivi misurabili di S&SL per le pertinenti funzioni Predisporre un programma per il raggiungimento degli obiettivi che includa almeno: • Attribuzione responsabilità • Mezzi e scadenze temporali 49

Controllo operativo

Definire operazioni e attività dove è necessaria l'attuazione di controlli per gestire i rischi identificati 50

Alcuni obblighi in fase di acquisto delle sostanze

a) Pre-registrate o registrate dal produttore/importatore. Gli utilizzatori a valle non sono autorizzati ad immettere sul mercato sostanze non registrate (art.5 del REACH).

b) Non comprese nell’elenco riportato in allegato 14 del REACH (sostanze soggette ad autorizzazione). Nel caso siano comprese in tale elenco, l’utilizzo è consentito solo previo rilascio di specifica autorizzazione da parte dell’ECHA al produttore, importatore o utilizzatore a valle - art. 56 del REACH.

c) Se comprese nell’elenco riportato in allegato 17 del REACH (sostanze soggette a restrizioni), rispettino le restrizioni d’uso riportate in tale allegato - art. 67 del REACH.

d) Utilizzate solo per usi consentiti dalla scheda dati di sicurezza - art. 37 del REACH 51

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No Si generano altri pericoli Sì Rischio residuo sotto controllo No Sì Sì Rischio residuo sotto controllo No Rischio residuo sotto controllo No Sì Eliminazione pericolo Misure di prevenzione Misure di protez. collettiva Misure di protez. individuale Rischio sotto controllo Sì Sì Sì Pericolo eliminabile No Sì Rischio riducibile alla fonte con misure preventive No Rischio riducibile alla fonte con misure protezione collettiva No Rischio riducibile alla fonte con misure protezione individuale No 53

Bibliografia e principali riferimenti

 DLgs 09.04.2008 n. 81 e s.m.i.  OHSAS 18002:2008  Regolamento europeo CE n. 1907/2006 e s.m.i.  Regolamento europeo CE n. 1272/2008 e s.m.i.    Bellina et al, Gestione del sistema sicurezza e cultura della prevenzione nella scuola Bellina et al, Strumenti di prevenzione per la riduzione dei rischi da sostanze pericolose nei laboratori scolastici Associazione Ambiente Lavoro, Dossier Ambiente 101, Rischi Fonti Misure [email protected]

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