Diapositiva 1 - "G. Cipriani" di Adria

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Transcript Diapositiva 1 - "G. Cipriani" di Adria

L’amore è l’energia positiva
che ci consente di vivere in
armonia con gli altri.
Il mondo degli affetti narra
dell’insieme dei sentimenti
derivati dal rapporto con un
genitore, un figlio, l’amicizia e
il valore della solidarietà.
Le sue forme sono quindi
infinite ma restano invariate
nel tempo.
Francesco d’Assisi nasce nel 1192 e
muore nel 1226, figlio di un ricco
mercante,
dopo
una
gioventù
scapestrata rinuncia ad ogni suo bene
facendo voto di assoluta povertà.
Fonderà tre ordini monastici chiamati
“Francescani” dediti alla preghiera,
alla carità ed alla predicazione.
Nel 1219 affronta un pericoloso
viaggio in Oriente dove tenterà (senza
successo) di convertire i Saraceni.
Negli ultimi anni sopporta
serenamente sofferenze e malattie.
Viene infine canonizzato nel 1228
dal Papa Gregorio IX.
Principali opere sono il «Cantico delle Creature» (conosciuto anche come
Cantico di Frate Sole) scritto in volgare umbro per risultare comprensibile
anche alla popolazione umile; scrisse anche in latino alcuni testi come: le
«Ammonizioni», «Preghiere», «Lettere» ed il «Testamento».
In questo cantico Francesco non si attiene alla scrittura in latino. Il testo racconta
dell’infinito amore di Francesco per ogni elemento creato da Dio, lodandolo e
ringraziandolo.
- Il cantico inizia con la lode al Signore e alla
sua infinita potenza.
- Nella seconda strofa si loda il sole,
splendente,
luminoso
ed
altissimo
analogamente al Signore.
- Continua parlando della preziosa bellezza
della Luna e delle Stelle.
- Evoca poi tutte le forme di tempo
atmosferico
dicendo
che
danno
sostentamento alle creature.
- Nella quinta strofa si ricordano le qualità
della sorella Acqua quali la castità, la
purezza e l’utilità all’uomo.
- Si parla poi del fuoco che illumina la notte,
giocondo e forte.
- Continua con la lode alla Madre Terra che
sostiene l’uomo, lo nutre e lo governa.
- Viene richiesta la benedizione per gli
uomini che perdonano in nome dell’amore
sostenendo malattia e dolore.
- Continua quindi benedicendo quanti
sopportano con rassegnazione e fiducia in
Dio poiché saranno premiati.
- Si ricorda a questo punto che dalla morte
corporale non si può sfuggire e che quindi
chi morirà nel peccato sarà dannato in
eterno. Sarà invece benedetto chi
accoglierà la morte facendo la volontà del
signore e quindi non si verrà toccati dalla
morte dell’ anima.
- Infine si invita a lodare e benedire il
signore ringraziandolo con umiltà e
infinito rispetto.
Nasce a Firenze intorno al 1265, il libro delle “Rime” fu invece scritto nel periodo
antecedente all’ opera “La vita nova”, cioè nel 1283. il poeta morì nel 1321 a Ravenna.
Dante esordì come poeta pubblicando le “Rime”: una
serie di poesie in rima appunto che non seguivano
un preciso ordine.
Dante subì dapprima l’influenza lirica cortese
Provenzale e Siciliana, poi si lascia influenzare dallo
Stilnovo: stile raffinato e cantato dove il poeta
esprime il proprio amore per la sua dama attraverso
la poesia.
“Guido, i’vorrei che tu e Lapo ed io” è un sonetto tratto
proprio dalle rime; nella lirica si evidenziano i sentimenti di
amore sia per la propria dama (nel caso di Dante Beatrice) sia quello per la poesia in generale.
Dante invita i suoi amici Lapo e Guido a partire con lui in questo viaggio fantastico
assieme alle rispettive compagne. Si interpreta perfettamente l’amore del poeta per
la propria Beatrice e per la poesia.
-Nella prima strofa Dante riferisce a
Guido il suo desiderio di andare, con lui
e Lapo, per mare su questa barca
fantastica, ovunque essi desiderino.
- continua dicendo che vorrebbe che
nessun avvenimento possa impedirgli di
seguire la loro strada e il loro desiderio.
- Dante parla poi dell’amore dei suoi
compagni per le loro Signore Vianna
e Lagia e del suo per la bellissima
Beatrice.
- nell’ultima strofa, infine, immagina
di parlare sempre d’amore e di
rendere felici le loro dame come lo
sarebbero, probabilmente, loro.
Nacque a Zante nel 1778 e dopo la morte del
padre si trasferì a Venezia dove visse per tutta
la sua giovinezza, dopo i moti della rivoluzione
francese Foscolo si trasferì da Venezia
iniziando una lunga serie di esili, che terminerà
solo con la morte, sopraggiunta nel 1827.
visse a Milano, Bologna ed infine a Londra.
Viene considerato un precursore del romanticismo e un patriota italiano, dati i suoi
ideali di Risorgimento e di ribellione verso gli invasori austriaci. Tra le opere più
conosciute troviamo il Romanzo Epistolare “Le ultime lettere di Jacopo Ortis”, le
“Poesie” ed infine “Dei sepolcri”. Nelle liriche contenute nello scritto le “Poesie” si
ritrovano pienamente gli ideali di Ugo Foscolo come: la fuga del tempo ed il
presagio della morte, la nostalgia della patria, la visione pessimistica della vita.
Questa lirica fu composta nel 1802 in omaggio al fratello minore Giovanni Dionigi,
suicidatosi per debiti di gioco. Il sonetto esprime a pieno il sentimento di dolore per
la morte del fratello e per non poter tornare in patria (Venezia).
- Il poeta spera che un giorno potrà far visita
alla tomba del fratello, per poter piangere la
sua così prematura morte.
- Continua poi evidenziando la sua condizione
di esule, ricordando che potrà salutare la
sua città solo da lontano, senza potervi
entrare.
- Ragiona dunque sui pensieri più bui
augurandosi che la morte gli sopraggiunga
presto e gli doni la quiete e la pace come
tanto desiderata dal fratello.
- Foscolo si augura la morte e prega affinché
i suoi resti, da terra straniera, vengano
restituiti alla madre.
Tra il 1700 ed il 1800 si ha il
passaggio dall’età moderna a
quella contemporanea.
Tale cambiamento riguarda sia
l’aspetto politico sia sociale.
Assieme alle idee derivate dalla
Rivoluzione
Francese,
cambiarono profondamente la
poesia anche grazie ai nuovi temi
offerti dalla nuova condizione di
tutta la società.
Proprio in questo periodo si sviluppa la corrente del Neoclassicismo che
diverrà una delle tante componenti della nuova corrente letteraria
nascente: il Romanticismo.
Il
Romanticismo
filosofico
si
contrappone alle teorie Illuministe.
L’Illuminismo infatti dà piena fiducia
alla ragione e la ritiene madre di ogni
ideale. Il Romanticismo crede invece nel
sentimento e lo eleva a condizione
fondamentale per ogni azione umana,
assumendolo come valore assoluto.
Rielabora
poi
i
fatti
storici
interpretandoli come avvenimenti di
natura umana e parte di un complesso
processo che ci porta fino al presente
(Storicismo).
Il Romanticismo Storico nacque alla fine
del 1700 in Germania, si pone come
obbiettivo quello di sovrastare il
predominio Neoclassico Mediterraneo,
rifiutando le regole stilistiche classiche,
dando piena libertà allo spunto creativo.
Si diffonde in tutta Europa legandosi, di
stato in stato, agli ideali nazionali; in
Italia, ad esempio, si unisce saldamente
agli ideali del Risorgimento.
In generale il Romanticismo, in letteratura,
si differenzia in due distinti pensieri, uno
legato alla condizione temporanea dell’
uomo e alla ricerca dell’infinito, tale
pensiero comprende poi diversi moti
letterari tra i quali: il Titanismo, il
Soggettivismo, l’Individualismo ed è detta
Sentimentale. Il secondo pensiero è invece
detto Realistico, basato sulla
rappresentazione della realtà
Per i figli maschi il rapporto con il padre non è
sempre sereno e disteso, per un adolescente,
spesso, i consigli o le restrizioni imposte dal padre
costituiscono una gabbia difficilmente accettabile.
Il rapporto può dunque essere messo a dura prova o
persino incrinarsi o rompersi del tutto rendendo la
figura paterna come una figura drammatica.
Riportiamo ora un confronto tra due poesie
riguardanti i due aspetti (quello felice e quello
conflittuale) con la figura paterna (U. Saba e C.
Sbarbaro).
In questo sonetto Saba racconta di quando, ormai ventenne, conobbe il padre; scoprendo così di
aver ereditato da lui la leggerezza e la capacità di accettare la realtà della vita.
- Il poeta inizia parlando del padre e dell’appellativo
che la madre gli dava: “assassino”. Capisce che il
padre era immaturo e spensierato.
- Continua poi dicendo che il padre aveva lo stesso
sguardo del poeta, azzurro, dolce ed astuto.
Racconta poi che suo padre girovagò per tutto il
mondo, stando con molte donne.
- Nella terza strofa riferisce che suo padre era leggero
e spensierato, invece la madre era molto
malinconica; per questo il padre le sfuggì di mano,
allontanandosi da lei .
- Nell’ultima strofa il poeta parla dei consigli datigli
dalla madre riguardo alle azioni disdicevoli del padre
e raccomandandosi di non assomigliargli; così si
capisce che i due temperamenti sono in costante
tensione tra loro.
Questa lirica rappresenta un affettuoso ritratto del padre, al quale il poeta
riconosce le propria qualità.
- Il poeta dà il via alla propria lirica esprimendo
l’affetto incondizionato per il padre, dicendo che
anche se non avesse legami di sangue con lui lo
amerebbe. Ricorda poi che un giorno prese una
viola sbocciata sul balcone, donandola ai figli.
- Il secondo ricordo che riporta è di quando
arrabbiato con la figlia (sorellina del poeta) per
una marachella da lei combinata, la spaventò e
lui allora la prese in braccio come per difenderla
da lui stesso quando era adirato.
- Ripete poi che vorrebbe bene al padre anche se
non avesse legami di parentela con lui; perché il
padre dimostra di essere una persona buona.