a) Interventi rivolti al paziente
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Transcript a) Interventi rivolti al paziente
La gestione del paziente con demenza in ospedale
Approccio non farmacologico
.
Luisa Cirilli U.O. di Geriatria
ULSS n°7 Pieve di Soligo
Interventi non farmacologici per le demenze:
( Linee Guida AIP)
a) Interventi rivolti al paziente:
• Interventi specifici approcci rivolti alle funzioni
cognitive, approcci orientati
al comportamento ed all’emotività, approcci orientati alla
stimolazione sensoriale
• Interventi aspecifici rassicurazione,”touch therapy”,
aromaterapia, “light therapy”,
snoezelen therapy)
b) Interventi rivolti ai familiari e caregivers.
Le basi teoriche dei trattamenti non farmacologici rivolti al
paziente con demenza (in ospedale) si fondano sui seguenti
principi:
• L’esercizio è in grado di ritardare il declino funzionale
• L’adattamento dell’ambiente alle capacità residue del
paziente demente contrasta l’insorgenza del delirium e dei
disturbi comportamentali e si oppone al peggioramento della
malattia dementigena
• I meccanismi di plasticità, di riorganizzazione e
adattamento funzionale del sistema nervoso centrale
permettono un recupero delle funzioni perse
in conseguenza della patologia degenerativa o vascolare.
Interventi specifici rivolti al paziente
con approccio orientato alle funzioni cognitive:
La terapia di orientamento alla realtà
(Reality Orientation Therapy- ROT)
• Secondo le “Linee guida dell’ AIP” la ROT è moderatamente
efficace sia sul piano cognitivo che per il controllo dei
disturbi del comportamento in pazienti con AD
• La classe di evidenza è I –II, pertanto dovrà essere presa in
considerazione per pazienti con AD (standardcomportamenti
che devono essere messi in atto per garantire migliori esiti
per i pazienti)
Il Metodo “Gentlecare” ideato da Moyra Jones: il concetto di
ASSISTENZA PROTESICA
La PROTESI è un mezzo o struttura artificiale (esterno o impiantato)
che sostituisce o completa una parte mancante o difettosa
L’ Assistenza Protesica alla persona con demenza si avvale della
triade di interventi intorno al paziente espressi da:
PERSONE (le persone significative con le quali vivono)
PROGRAMMI (le loro attività quotidiane)
SPAZIO FISICO nel quale vivono
Il Delirium
E’ una condizione psico-organica caratterizzata da un’alterazione
dello stato di coscienza, un cambiamento nella cognitività ad
esordio acuto o sub-acuto e con un decorso fluttuante.
(DSM-IV-TR, American Psychiatric Association, 2000)
Il delirium è una condizione reversibile e prevenibile, sottesa da una
causa organica che deve essere identificata e trattata in modo
adeguato.
Il delirium e la demenza rappresentano due entità cliniche
strettamente correlate fra di loro:
La presenza di demenza è il principale fattore di rischio per il
mancato riconoscimento del delirium durante l’ospedalizzazione
(Inouye et al., 2005)
La demenza è un forte fattore di rischio per lo sviluppo
di delirium (Elie et al., 1998)
La presenza di delirium aumenta l’incidenza di demenza
nei tre anni successivi (Rockwood et al., 1999)
Il delirium si associa ad aumentato rischio di decesso ad un anno
ed è fattore di rischio di istituzionalizzazione (Bellelli et al., 2005)
.
La diagnosi di delirium in corso di demenza
Qualsiasi modificazione nell’agire da parte del paziente, riferita dal
familiare o dal personale badante, dovrebbe essere considerata
utile per sospettare la presenza del delirium
Esistono diversi strumenti clinici per facilitare il riconoscimento del
delirium; molto usato è il CAM (Inouye 1990)
Confusion Assessment Method Diagnostic Algorithm, che si basa
sulla presenza dei sintomi 1 e 2 e alternativamente 3 o 4.
1. Insorgenza acuta ed andamento fluttuante
2. Perdita dell’attenzione
3. Disorganizzazione del pensiero
4. Alterato livello di coscienza
Completato con una breve valutazione dello stato mentale (MMSE)
Fattori predisponenti e precipitanti del delirium
•Fattori predisponenti:
Età avanzata, sesso maschile,
deficit visivo,
demenza, depressione,
dipendenza funzionale, allettamento,
disidratazione, etilismo, severità della malattia,
ictus, disturbi metabolici
•Fattori precipitanti:
IVU, febbre, catetere vescicale,
iponatriemia, ipossia, shock, anemia, dolore,
contenzione fisica, chirurgia ortopedica, chirurgia toracica,
elevato numero di procedure iatrogene, ammissione in unità di
cura intensiva
(Inouye et al., 1993)
Prevenzione e terapia del delirium
Poiché la patogenesi è multifattoriale il delirium richiede interventi
indirizzati a molteplici aspetti, in primo luogo
l’ADDESTRAMENTO DEL PERSONALE CHE HA IN CURA IL
PAZIENTE
ed inoltre
il LUOGO DELLA CURA (es: il delirium room)
il PROGRAMMA ovvero l’applicazione di un protocollo per la
prevenzione del delirium e la pianificazione delle linee di
intervento
Protocollo per la prevenzione del delirium
nel paziente demente ospedalizzato
(Trabucchi, 2007)
Screening iniziale
Dati demografici, anamnesi, pregressi episodi di delirium,
farmaci assunti, precedenti valutazioni dello stato mentale, dati di
neuroimaging
Valutazione dello stato mentale
Intervista ai familiari per la valutazione dello stato antecedente
al ricovero alla ricerca di segni di cambiamento nel
comportamento o nelle abitudini
Applicazione del CAM come strumento di screening
Ricerca nei diari clinici e infermieristici dei sintomi compatibili
con stato confusionale acuto
Protocollo per la prevenzione del delirium
Principali linee di intervento:
Farmaci
Infezioni
Disidratazione
Scompenso cardiaco
Dolore
Diuresi ed alvo
Insonnia
Ausilii, Orientamento e Mobilizzazione
Protocollo per la prevenzione del delirium
Ausilii
Fornire e rendere accessibili per il paziente gli apparecchi
acustici, gli occhiali, bastoni canadesi o deambulatori
Orientamento
Ricordare a ogni occasione al paziente la data, l’ora, il luogo
dove egli si trova e il motivo del ricovero, il nome dei medici e
degli infermieri, informarlo sul programma della giornata
(consulenze, esami diagnostici, terapie).
Informare costantemente i familiari e il personale badante sul
programma diagnostico e terapeutico, sensibilizzandoli a
ricordarlo più volte al paziente nell’arco della giornata.
Incoraggiare la presenza in stanza di orologio, calendario e
oggetti familiari (ad es fotografie) verificandone l’accessibilità per
il paziente
Protocollo per la prevenzione del delirium
Mobilizzazione
Rendere l’ambiente sicuro per prevenire il
rischio di cadute (walking without thinking)
Per i pazienti allettati stabilire un programma che preveda la
mobilizzazione fuori dal letto per almeno
tre volte al giorno
Mobilizzazione passiva al letto a ogni occasione
Evitare sistematicamente ogni mezzo di contenzione
Esempio di caso clinico tipico
Paziente di 80 anni ricoverato dal Pronto Soccorso per polmonite
batterica, in ambiente internistico; concomita Demenza di Alzheimer di
grado moderato.
Durante la notte il paziente si agita, vuole scendere dal letto e vagabondare per
il reparto.
Soluzione: l’infermiere avverte il medico di guardia richiedendo una terapia “sedativa”
poiché il paziente non è “gestibile”.
Il paziente assume la benzodiazepina, vengono posizionate le spondine (che
cerca di scavalcare), viene somministrata altra benzodiazepina.
Risultato: il pz dorme, anche il giorno dopo, non assume terapia x os, inizia
idratazione ev, produce ritenzione acuta d’urina (catetere vescicale), al risveglio
è sempre più confuso, ancora benzodiazepine… alla dimissione
non torna più a casa poiché PEGGIORATO!
Quesito: quale poteva essere l’alternativa di intervento?
GRAZIE PER L’ATTENZIONE