Ylenia Di Paolo - Patini Liberatore

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Transcript Ylenia Di Paolo - Patini Liberatore

Ylenia Di Paolo
4SIA
Le sue origini
Il suo vero nome è Rolihlahla,
“attaccabrighe”. Nelson glielo
affibbiò un insegnante del collegio
coloniale britannico di Healdtown,
forse pensando all’ammiraglio. Ha
studiato all’Università di Fort
Hare.
Nel 1940 lo hanno cacciato perché
aveva guidato una
manifestazione assieme a Oliver
Tambo.
Torna al suo villaggio, ma
quando scopre che il capotribù gli
ha già assegnato una moglie (con
dote pagata) fugge a
Johannesburg. A 22 anni, munito
di fischietto e di manganello, si
ritrova guardiano delle miniere
della Corona e assiste allo
sfruttamento dei neri.
Nel 1944 assieme a Oliver Tambo e a
Walter Sisulu fonda la Lega giovanile dell’
African National Congress.
Il regime di Pretoria, durante quello che è conosciuto come "il massacro di
Shaperville", elimina volontariamente e con una proditoria operazione 69
militanti dell'ANC.
In seguito, mette al bando e fuorilegge l'intera associazione. Mandela,
fortunatamente, sopravvive alla strage e riesce a fuggire. Raccolti gli
altri esponenti rimasti in vita, dà vita ad una frangia militarista, decisa a
rovesciare il regime e a difendere i propri diritti con le armi. Viene
arrestato nel 1963 e dopo un procedimento durato nove mesi è
condannato all'ergastolo.
La più alta testimonianza dell'impegno politico e sociale di Mandela la si ritrova
proprio nel discorso pronunciato di fronte ai giudici del tribunale, prima che
questi pronunciassero il loro verdetto:
"Sono pronto a pagare la pena anche se so quanto triste e disperata sia
la situazione per un africano in un carcere di questo paese. Sono stato
in queste prigioni e so quanto forte sia la discriminazione, anche dietro
le mura di una prigione, contro gli africani... In ogni caso queste
considerazioni non distoglieranno me né altri come me dal sentiero che
ho intrapreso. Per gli uomini, la libertà nella propria terra è l'apice delle
proprie aspirazioni. Niente può distogliere loro da questa meta. Più
potente della paura per l'inumana vita della prigione è la rabbia per le
terribili condizioni nelle quali il mio popolo è soggetto fuori dalle prigioni,
in questo paese... non ho dubbi che i posteri si pronunceranno per la
mia innocenza e che i criminali che dovrebbero essere portati di fronte
a questa corte sono i membri del governo"
Nel 1961 divenne il comandante
dell'ala armata dell'ANC ("Lancia
della nazione", o MK), della quale
fu co-fondatore. Coordinò la
campagna di sabotaggio contro
l'esercito e gli obiettivi del
governo, ed elaborò piani per
una possibile guerriglia per porre
fine all'apartheid.
Nell'agosto 1962 fu arrestato dalla
polizia sudafricana, per 5 anni
con l'accusa di viaggi illegali
all'estero e incitamento allo
sciopero.
Durante la sua prigionia, la polizia
arrestò importanti capi dell'ANC,
l'11 luglio 1963. Mandela fu
considerato fra i responsabili, e
insieme ad altri fu accusato di
sabotaggio e altri crimini.
Per tutti i successivi 26 anni, Mandela fu sempre maggiormente coinvolto nell'opposizione
all'apartheid, e lo slogan "Nelson Mandela Libero" divenne l'urlo di tutte le campagne antiapartheid del Mondo. Mentre era in prigione, Mandela riuscì a spedire un manifesto all'ANC,
pubblicato il 15 giugno 1980. Il testo recitava:
« Unitevi! Mobilitatevi! Lottate!
Tra l'incudine delle azioni di massa e il martello della lotta armata
dobbiamo annientare l'apartheid! »
Il regime tiene Mandela in gattabuia ma è sempre lui il
simbolo della lotta e la testa pensante della ribellione. Nel
febbraio del 1985, cosciente di questo stato di cose e ben
consapevole che ormai non si poteva più toccare un tale
simbolo, l'allora presidente sudafricano Botha offre a
Mandela la libertà purché rinneghi la guerriglia.
Mandela rifiuta l'offerta, decidendo di restare in carcere.
Le crescenti proteste dell'ANC e le
pressioni della comunità internazionale
portarono al suo rilascio l'11 febbraio
1990, su ordine del Presidente
sudafricano F. W. de Klerk, e alla fine
dell'illegalità per l'ANC.
Durante la sua detenzione, durata appunto 26-27 anni, Mandela lesse
molti testi, poemi, poesie, liriche, libri in lingua afrikaner (olandese) e
inglese, lingua che nel corso della detenzione imparò a perfezione
conoscendo grammatica e parlato del gergo comune.
Mandela e de Klerk
ottennero il Premio Nobel
per la pace nel 1993.
Mandela era già stato in
precedenza premiato con il
Premio Sakharov per la
libertà di pensiero nel
1988 e con il Premio Lenin
per la pace nel 1990.
Presidenza dell'ANC e
presidenza del Sudafrica
Divenuto libero cittadino e Presidente dell'ANC
(luglio 1991 - dicembre 1999) Mandela concorse
contro De Klerk per la nuova carica di presidente del Sudafrica e vinse,
diventando il primo capo di stato di colore mentre De Klerk fu nominato
vice presidente.
Come presidente, Mandela presiedette la transizione dal vecchio regime
basato sull'apartheid alla democrazia, che fu portata avanti tramite
l'istituzione di Mandela di un tribunale speciale:
Commissione per la Verità e la Riconciliazione
(Truth and Reconciliation Commission, TRC).
Alcuni esponenti radicali furono delusi dalle mancate conquiste sociali
durante il periodo del suo governo, nonché dall'incapacità del governo di
dare risposte efficaci al dilagare dell'HIV/AIDS nel Paese.
Abbandonata la carica di presidente nel 1999, proseguì il suo impegno e la sua
azione di sostegno alle organizzazioni per i diritti sociali, civili e umani.
Nel giugno 2004, Mandela ha annunciato di volersi ritirare dalla vita pubblica e di
voler passare il maggior tempo possibile con la sua famiglia, finché le condizioni di
salute glielo avessero concesso. Ha comunque fatto un'eccezione nel luglio 2004
confermando il suo duraturo impegno nella lotta contro l'Aids. Il 23 luglio 2004, con
una cerimonia, la città di Johannesburg gli ha conferito la più alta onorificenza
cittadina, il "Freedom of the City", paragonabile alla consegna delle chiavi della città.
Il 27 giugno 2008 a Londra, in Hyde Park, si è svolto un grande concerto per
ricordare i suoi novant'anni, il suo impegno nella lotta contro il razzismo e il suo
contributo alla lotta contro l'AIDS.
Il 18 luglio 2009, giorno del suo novantunesimo compleanno,
un fantasmagorico tributo chiamato "Mandela Day"
gli hanno riservato i grandi dello spettacolo,
della politica e
della cultura mondiale.
La casa in cui Mandela abitò a Soweto è oggi sede del Mandela Family Museum,
dedicato alla vita di Mandela. Nelson Mandela è morto il 5 dicembre 2013 nella
sua casa di Johannesburg all'età di 95 anni a seguito di una grave tubercolosi
causatagli dal periodo in carcere; a darne per primo l'annuncio è stato il
presidente del Sudafrica, Jacob Zuma, in diretta televisiva. Mandela è stato sepolto
nella tomba di famiglia presso il cimitero della cittadina di Qunu, dove ha passato
l'infanzia.
Il suo feretro è stato avvolto dalla bandiera sudafricana.
La sua citazione preferita erano queste parole scritte dal poeta inglese William Ernest Henley:
“Non importa quanto sia stretta la porta, quanto piena di castighi la vita. Io sono
padrone del mio destino, io sono il capitano della mia anima”
Realizzato da
Ylenia Di Paolo