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Recensioni cinema e film | Persinsala.it
Andrea Ussia
8 marzo 2017
Parodia che si distanzia poco dalla realtà di tutti i giorni,
Omicidio all’italiana è la seconda prova registica di Maccio
Capatonda. Un lavoro votato all’eccesso, che però possiede quel
suo lato paradossalmente credibile.
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Piero Peluria è il sindaco del piccolo paesino abruzzese di Acitrullo, dove
vivono 16 persone con un’età media di 68 anni. Una notte la contessa
Ugalda Martino in Cazzati si strozza mangiando e Piero (insieme al fratello
Marino) pensa di trasformare il malore in un efferato omicidio, in modo che
il paesino diventi famoso come Cogne, Avetrana o Novi Ligure.
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Nella sua seconda prova da regista Maccio Capatonda affronta temi come
la strumentalizzazione dei media e il piacere o lo sfruttamento della
sventura, veri catalizzatori di ambigui cacciatori di visibilità. Il tutto è
accolto con l’umorismo eccessivo e sopra le righe (ma non sempre) del
comico, che prova a raccontare la realtà attraverso la parodia. Maccio
Capatonda, insieme al suo fido braccio destro Herbert Ballerina, racconta
la vicenda dei fratelli Peluria e della contessa “morta ammazzata” nel
paese di Acitrullo. Il modello è quello dei delitti di Novi Ligure, Avetrana e
Cogne, luoghi che grazie a un efferato omicidio (enfatizzato dalla stampa
per anni) sono riusciti a farsi conoscere, ottenendo una macabra rilevanza.
Omicidio all’italiana punta inevitabilmente sulla risata (i giochi di parole,
un marchio di fabbrica della produzione di Capatonda, si sprecano) senza
però mai tralasciare la critica nei confronti degli insensati pregiudizi, del
giornalismo d’assalto, della polizia incompetente e dell’intrattenimento
televisivo (tutto quel che passa attraverso quella scatola non rappresenta
più la realtà). Invettive, quelle del regista, che passano attraverso
l’onnipresente codice dell’umorismo; difatti il regista non ha l’interesse di
farsi paladino delle incongruenze italiane, ma di dimostrare, con un velo di
comicità, il paradosso dell’italiano medio che gioisce quando riesce a farsi
fotografare nel luogo della tragedia.
Accompagnato dalla presenza di Sabrina Ferilli (nel ruolo della femme
fatale della televisione italiana, pronta a vendere l’anima pur di scovare
uno scoop), Omicidio all’italiana preferisce l’eccesso alla misura e,
come in Italiano medio, finisce per non rivelarsi efficace per l’intera
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durata della pellicola. Difatti si ha la costante impressione che quello di
Capatonda sia un linguaggio “mordi e fuggi”, più adatto a brevi e incisive
sortite, proprio come quei video che hanno permesso al regista di farsi
conoscere al grande pubblico.
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Titolo originale: Omicidio all’italiana
Regia: Maccio Capatonda
Sceneggiatura: Gianluca Ansanelli, Danilo Carlani, Daniele Grigolo, Maccio Capatonda, Sergio
Spaccavento
Attori principali: Maccio Capatonda, Herbert Ballerina, Ivo Avido, Gigio Morra, Sabrina Ferilli, Antonia
Truppo, Roberta Mattei, Fabrizio Biggio, Lorenza Guerrieri
Fotografia: Massimo Schiavon
Musiche: Lorenzo Tomio
Prodotto da Lotus Production, Medusa
Distribuzione: Medusa
Durata: 90′
Genere: Commedia
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