primo incontro - Santi Vito e Modesto Spinea

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Transcript primo incontro - Santi Vito e Modesto Spinea

L’
1
D
∗
I
OSpiritoSanto,seitucheuniscilamiaanimaaDio:
muovilaconardentidesideri
eaccendilaconilfuocodeltuoamore.
Quantoseibuonoconme,oSpiritoSantodiDio:
siipersemprelodatoebenedetto
perilgrandeamorecheeffondisudime!
DiomioemioCreatoreèmaipossibilechevisia
qualcunochenontiami?
MioDioemiotutto,c’èforsequalchealtracosa
cheiopossadesiderare?
Tusolomibasti.Amen.Santa Teresa D'Avila
M
Ricordati, o piissima Vergine Maria,
che non si è mai inteso al mondo
che qualcuno sia ricorso alla tua protezione,
abbia implorato il tuo aiuto, chiesto il tuo patrocinio
e sia stato da te abbandonato.
Animato da tale confidenza,
a te ricorro, o Madre, Vergine delle vergini,
a te vengo, e, peccatore come sono,
mi prostro ai tuoi piedi a domandare pietà.
Non volere, o Madre del divin Verbo,
disprezzare le mie preghiere,
ma benigna ascoltale ed esaudiscile. Amen.
I
Dal Vangelo secondo Marco (1,12-20)
(San Bernardo di Chiaravalle)
’
Dopo l’incontro ad ogni partecipante viene consegnato un foglie o a forma
di pesce sul quale scrivere il proprio nome ed una frase po “Mi fido di te
Gesù”.
Raccoglierli in una ces na. Le ces ne di tu! i GdA verranno porta come segno e depos sopra una rete da pesca ai piedi del crocifisso, dopo la messa del Giovedì Santo .
Primo incontro
F
?
G. Nel nome del Padre, e del Figlio, e dello Spirito Santo.
T. Amen.
Gesù privilegia le periferie del mondo (andò nella Galilea), e vuole la salvezza di ogni uomo (conver tevi e credete nel Vangelo).
Se ripenso la mia storia personale, o anche quella comunitaria, quali sono le mie
periferie ?
∗
Gesù incontra l’uomo nella sua quo dianità (passando lungo il mare di
Galilea, vide Simone e Andrea…)
In quale quo dianità incontra noi, incontra me?
∗
Nel chiamarci il Signore ci invita e ci invia; in cosa e dove, sento che il Signore
mi sta chiamando e inviando?
P
G
C
Subito dopo lo Spirito lo sospinse nel deserto e
vi rimase quaranta giorni, tentato da satana; stava con le fiere e gli angeli lo servivano.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò
nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo».
Passando lungo il mare della Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù
disse loro: «Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito, lasciate le reti, lo seguirono. Andando un poco oltre, vide sulla barca anche
Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello mentre riassettavano le reti. Li
chiamò. Ed essi, lasciato il loro padre Zebedèo sulla barca con i garzoni, lo
seguirono.
P
R!
Questo brano ci aiuta a conoscere
Gesù a0raverso la combinazione di
due scene:
1
un riassunto che, dopo aver ricordato l’arresto del Ba!sta, sintezza l’a!vità svolta da Gesù nella
Galilea . Questa regione di confine e commis one tra il mondo
ebraico e quello pagano viene
posta in ne o contrasto con la
Giudea, che si riteneva culto
dell’ortodossia religiosa e che si
rivelerà il luogo dell’opposizione
al Cristo da parte delle autorità
religiose ebraiche. In par colare
viene qui citato il mare di Galilea
dal quale, nel successivo proseguo del Vangelo, si allargherà in
una sorta di ideale cerchio concentrico che toccherà dapprima
Cafarnao (casa di Simone e Andrea, i due primi discepoli) fino
ad abbracciare altre località che
sorgevano nelle zone limitrofe,
2
una seconda scena che dà conto
della chiamata dei primi qua ro
discepoli. Come qualche studioso
ha ipo zzato, queste due coppie
di fratelli erano probabilmente
ben più che semplici pescatori,
bensì imprenditori e commercian di pesce, visto che il lago di
Galilea era la riserva di pesce di
tu a la parte se entrionale del
paese e si trovava anche sulla
principale via commerciale del
tempo. La via maris
Per so0olineare e rinforzare:
Giovanni: l’arresto del cugino è interpretato da Gesù come il segno dell’inizio del suo ministero.
Il Regno di Dio: la con nuità con la tradizione ebraica ora con ene una evidente novità; nell’An co Testamento la
venuta del Regno è sempre collocata in
un futuro indefinito, ora è indicata al
presente.
Conver tevi e credete: suggerisce che
il messaggio è universale è per tu!.
Le due coppie di fratelli: sebbene chiama in due tempi diversi hanno la medesima reazione alla chiamata di Gesù.
S
’
#
Quante Quaresime hai iniziato nella
tua vita? Quali fru! hanno dato? Quan
proposi hai fa o? E a quan di essi sei
stato fedele? Il bilancio dei proposi
rischia di essere deprimente! Basta fare
proposi ! Che hanno la tendenza di farci
sen re così bravi mentre li facciamo e
così piccoli e bru! quando (e questo
accade abbastanza sistema camente!) li
disa endiamo.
Inizia a cogliere tu e le occasioni.
Non rimandare il piccolo bene che puoi
fare adesso per quello grande che vorres fare dopo e che non farai mai.
Che cosa ha il potere di cambiare
(conver re) la nostra vita?
Il dolore, certamente la cambia, non
necessariamente in meglio, però.
Solo l’amore ha il potere di cambiare
la nostra vita. Allora, con l’amore, anche il
dolore serve a qualcosa. L’amore accolto,
prima ancora che l’amore donato.
Che meraviglia restare lì, con l’unica
preoccupazione di essere ama . Restare lì
a sen rmi dire: “Tu sei l’Amato”. Con l’unico pensiero che l’amore mi possa amare. Tu o il resto verrà di conseguenza.
E non mi ama perché ne sono degno.
Non mi ama perché sono bravo. Non mi
ama nemmeno perché faccio schifo. Mi
ama perché sono così come sono. Mi ama
perché sono così bello, così ricco, così
povero, così forte, così fragile. Certamente mi ama perché senza quell’amore immeritato e immo vato io non ci sarei.
Non sarei così simile al Figlio di Dio ad
immagine del quale sono stato fa o.
Serviamoci di questa Quaresima per
recuperare questa certezza di fede: che,
quando il Padre ci guarda, vede in noi il
volto di suo Figlio. E che si compiace con
se stesso per averci fa o così bene, così
simili a Lui, al Figlio. E che vale la pena di
togliere dalla nostra vita tu o ciò che la
distorce, che la fa bru a, che la fa dissimile da quella di Gesù. E, forse, questo amore che ci raggiunge è la verità di fede più
difficile da credere.
Quando comincerai a fidar di questo
amore forse inizierai a fidar del fa o che
Dio è Uno e Trino. Che perdona. Che si
dona tu o a te nell’Eucares a.
Questo Vangelo ci lascia una sensazione di digiuno, tanto scarno, tanto vuoto,
tanto deserto. Pochi verse!.
Gli altri Vangeli che ci parlano della
tentazioni di Gesù ci danno almeno il brivido di un volo sulla cima del pinnacolo
del Tempio, il brivido di una situazione
talmente straordinaria che poteva acca-
dere solo a Lui. Che tu o sommato a noi
non interessa. Facciamo un segno della
croce, una genuflessione, se siamo pii, o
un sorrise o so o i baffi. Ma cos’è? È una
cosa così semplice che potrebbe centrare
con tu! noi, potrebbe avere a che fare
con la vita di tu! i lo atori della fede.
Persino con me e con te.
Il Vangelo, poi, ci suggerisce che può
esistere un tempo di prova nel quale è lo
Spirito del Signore a sospingerci. Non è lo
Spirito del male che porta Gesù nel deserto. È lo Spirito del Padre suo, che lo porta
nel tempo della prova.
E poi… è un amore che chiama. La seconda parte del Vangelo ce lo ricorda. E
non chiama un tanto al chilo. Chiama me,
te, ciascuno di noi.
Per nome. Con il proprio nome. Lo sa
bene chi sei. Con le tue storie e le tue povertà. Con le violenze che hai subito e
quelle che hai fa o. Con i tuoi genitori e i
tuoi amici. E parla il tuo linguaggio.
A chi sa solo parlare di re da pesca e
di barche e di pesci dice: “Ti farò pescatore di uomini”.
Cammina sulla spiaggia della tua vita.
Dove tu stai rammendando le re .
E là incontra e dà un senso nuovo.
Ti chiama con il tuo nome.
(tra0o dalle omelie di
don Claudio Girardi)