Il NotiziAlsippe del 10 marzo 2017.

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AL.SI.P.PE ALLEANZA SINDACALE POLIZIA PENITENZIARIA VIA DEGLI ARCELLI 00164 (ROMA) TELEFONO 3931383562 EMAIL [email protected] SITO INTERNET WWW.ALSIPPE.IT AFFILIAT I O.S.A.P.P
NUMERO
1809
VENERDI
10
MARZO
2017
Polizia
penitenziaria
denuncia
donna
all’Autorita’ Giudiziaria.
Il personale di Polizia penitenziaria in
servizio nel reparto della Casa Circondariale
e reclusione Lo Russo e Cutugno di Torino
unitamente al personale
delle unita’
cinofile del Corpo di Polizia penitenziarai di
Asti hanno denunciato una donna
all’Autorita’ Giudiziaria perche ‘ trovata in
possesso di sostanze stupefacenti .La donna
si apprestava ad effettuare un colloquio con
il proprio familiare . Il tentativo di
introduzione non e’ sfuggito agli attenti
controlli del
personale della Polizia
penitenziaria che dopo gli adempimenti di
rito ha denunciato la donna .
Segreteria Generale
Polizia
Penitenziaria
collabora con i Carabinieri
ad un operazione antidroga.
Operazione antidroga dei Carabinieri alla
stazione ferroviaria di Bra .Nei giorni scorsi
è stata messa a segno un’importante
operazione di contrasto alla diffusione ed
A
CURA
DELLA
SEGRETERIA GENERALE
AD USO INTERNO
allo spaccio delle sostanze stupefacenti in
città dai Carabinieri della Compagnia di
Bra.L’attività antidroga dei militari
dell’Arma ha riguardato in particolare
l’area
compresa
tra
la
stazione
ferroviaria,
Piazza
Roma
ed
il
Movicentro. Sono stati eseguiti ripetuti
controlli
e
si
è
proceduto
all’identificazione di alcuni soggetti,
soprattutto di origine magrebina molti
dei quali con precedenti penali, sospettati
di essere dediti allo spaccio di droga a
giovani braidesi. La zona, ritenuta “a
rischio”, è stata attentamente monitorata
da carabinieri che hanno operato in
borghese così da poter fornire, grazie a
specifici servizi di osservazione e
pedinamento, supporto ai colleghi in
uniforme. Una volta avuto un quadro
chiaro del giro di spaccio di droga presso
lo scalo ferroviario di Bra, i carabinieri
sono passati poi all’azione con l’ausilio di
cani antidroga del Nucleo Cinofili della
Polizia Penitenziaria di Asti ed i risultati
non si sono fatti attendere:18 grammi di
hashis, pronti per essere spacciati, sono
stati rinvenuti ben nascosti nei giardinetti
posti all’esterno della stazione ferroviaria
e sono stati sequestrati;un marocchino,
disoccupato 28enne, che abita vicino a
Piazza Giolitti, è stato denunciato per
detenzione ai fini di spaccio di sostanze
stupefacenti, nella sua abitazione infatti i
cani antidroga della Polizia Penitenziaria
hanno scovato altri 44 grammi di
hashis;un altro marocchino 30enne,
senza fissa dimora e che era
temporaneamente ospitato dal suo
connazionale indagato per spaccio di
droga, è stato invece denunciato per
violazione della legge sull’immigrazione
ed a suo carico sono state avviate le
procedure di espulsione dal territorio
nazionale in quando si tratta di un
clandestino;5 italiani (4 uomini ed una
donna di Bra) di età compresa tra i 40 ed
i 20 anni, sono stati invece segnalati alla
Prefettura di Cuneo in quanto sorpresi
dai carabinieri subito dopo avere
acquistato droga dal pusher marocchino
indagato, a loro i militari hanno
sequestrato altre dosi di hashish per un
peso complessivo di ulteriori 11 grammi,
facendo così salire a 73 i grammi di
sostanza
stupefacente
sequestrataI
carabinieri,
nei
prossimi
giorni,
svolgeranno ulteriori servizi, sia in
uniforme che in borghese, nell’area
circostante la stazione di Bra, volti a
APERTO AL CONTRIBUTO
DÌ
TUTTI_
prevenire e contrastare ogni forma di
attività illecita così da garantire maggiore
sicurezza a cittadini residenti nella zona e
viaggiatori in transito nello scalo
ferroviario.(Ideaweb)
Cuneo: iniziati i lavori nel
carcere di Alba, presto la
riapertura
I lavori al carcere di Alba sono partiti. Un
primo, modesto intervento quasi "in
economia", ma che permetterà di riaprire
al più presto il reparto dei collaboratori di
giustizia. Ovvero, l'edificio che ospita 38
celle singole, separato dalla struttura
principale del "Giuseppe Montalto",
ricavato dall'antica sezione femminile e
ristrutturato nel 2014 per accogliere i
pentiti.
A fine gennaio, durante un sopralluogo
voluto dall'europarlamentare Alberto
Cirio per conoscere le novità sul futuro
della casa di reclusione chiusa dal 5
gennaio 2016 per un'epidemia di
legionella, la direttrice Giuseppina
Piscioneri aveva anticipato che il capo del
Dipartimento
amministrazione
penitenziaria, Santi Consolo, aveva
chiesto una relazione dettagliata sulla
situazione strutturale, "per accelerare
l'apertura del reparto in attesa degli
interventi all'intero edificio". "Così è stato
- conferma la direttrice. I lavori sono
iniziati qualche giorno fa e, se tutto andrà
come da programma, l'area riaprirà al più
presto".
Quali i lavori in corso? "È stata collegata
una nuova caldaia e la prossima
settimana verificheranno le temperature
dell'acqua. Per quanto riguarda le
assegnazioni dei detenuti, ci atterremo
alle indicazioni del Dipartimento. A quel
punto, si potrà provvedere anche al
rientro di gran parte degli agenti che oggi,
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con estrema difficoltà, sono sottoposti a
viaggi quotidiani nelle strutture di Saluzzo,
Asti
e
Alessandria".
Pare che per adesso la ristrutturazione
abbia comportato una spesa di poche
migliaia di euro. Molto più impegnativo, in
termini di tempo e finanze (la spesa messa
nel capitolo di bilancio del ministero era di
2 milioni di euro), il lavoro che dovrà essere
intrapreso nelle quattro sezioni comuni.
Alla visita di gennaio era presente anche il
garante regionale dei detenuti, Bruno
Mellano, che da mesi segue la vicenda con il
collega del Comune di Alba, Alessandro
Prandi.
"Innanzitutto,
grazie
al
capo
del
dipartimento Consolo per questa forte presa
di posizione - dicono -. In una lettera in cui
erano riportati i passaggi di raccordo fra
Roma e Torino, è stato proprio lui a
indicare la data del 26 febbraio entro cui
decidere un intervento. Siamo fiduciosi che
con il suo interessamento personale e la
disponibilità dimostrata dalle forze locali, si
andrà presto nella giusta direzione. Ora
occorre
monitorare
i
lavori".
Secondo i report regionali, 8 istituti
penitenziari su 12 in Piemonte sono
sovraffollati, quindi Alba non dovrebbe
attendere molto per riavere i suoi detenuti.
A seguire il caso, oltre a Cirio che si dice
"felice di aver smosso le acque con una
provocazione" (quella di un possibile
adattamento della struttura come centro di
accoglienza), anche l'avvocato albese
Roberto Ponzio, nominato da 70 agenti per
essere tutelati: "Con questo microintervento si realizza quanto avevano
proposto mesi fa gli agenti e si cancellano i
rumors su nuove destinazioni d'uso. Con
una spesa modesta si potrà riaprire un
reparto che, associato a quello interno dei
semi-liberi, potrà accogliere circa 70
detenuti e consentire il rientro a decine di
lavoratori costretti ora a disagevoli
trasferte".
Lucca: il Sindaco Tambellini
"nuovo carcere, non ci sono
ancora condizioni"
Il carcere resta al San Giorgio. A ribadirlo,
durante la maratona per l'approvazione del
piano strutturale, è stato il sindaco
Alessandro Tambellini. A far sorgere la
discussione una osservazione di Governare
Lucca che chiedeva che il piano strutturale
non prevedesse la possibilità di spostare la
casa
circondariale.
"Il carcere per ora sta in via San Giorgio ha detto il sindaco - e per quanto ci riguarda
non ci saranno nuovi carceri - in città. Il
ministero si muove con previsioni di
moduli standard che ripete dappertutto.
A noi questi moduli non piacciono né
interessano perché sono richiesti ben 5
ettari di terreno per quelle nuova
costruzione di edilizia carceraria. Se
partissero iniziative innovative nella
rieducazione (perché a questo serve il
carcere) prenderemmo in considerazione
proposte del ministero, ma solo allora.
Fino a quel momento la casa
circondariale, per noi, rimane in San
Giorgio".
Nel quadro propositivo del piano
strutturale, questo il tema che ha fatto
nascere il dibattito, si dice infatti che il
piano operativo "dovrà valutare eventuali
ipotesi di delocalizzazione del San
Giorgio". La lunga maratona, giunta alla
sua quarta giornata di lavori, è continuata
oggi con le analisi delle osservazioni e
delle
controdeduzioni
al
piano
strutturale.
Momento
centrale
l'illustrazione da parte del consigliere di
Governare Lucca, Piero Angelini, dei suoi
emendamenti nati da un lavoro, illustrato
con tanto di slide, con il contributo
"anche economico" ha detto dei
consiglieri Martinelli, Macera, Lenzi e
Bianchi, testo a dimostrare che esistono
area agricole da regolamento urbanistico
che il piano strutturare ha inserito nel
perimetro del territorio urbanizzato.
Vista
l'impossibilità
di
procedere
all'analisi di tutte le osservazioni e le
controdeduzioni l'opposizione ha chiesto
di proseguire ad oltranza, oltre il limite
fissato per le 23, per analizzare almeno le
osservazioni ritenute più importanti. Ma
l'ipotesi, avanzata dalla consigliera della
Federazione della Sinistra, Roberta
Bianchi, è stata bocciata e il Consiglio si è
concluso all'ora stabilita dalla conferenza
dei capigruppo.
Busto Arsizio: carcere di
nuovo al tracollo, 383
detenuti e pochi educatori
I detenuti oggi sono 383 e gli educatori
sono ridotti all'osso. Il direttore: torna il
sovraffollamento e mancano risorse. "A
quota 390 non siamo ancora arrivati, ma
siamo a 383 detenuti. La media delle
ultime settimane è di poco inferiore, fra i
375 e i 380. Stiamo tornando a livelli alti
di presenze, il sovraffollamento si fa
sentire".Orazio Sorrentini, direttore della
Casa circondariale di Busto Arsizio,
ammette le difficoltà segnalate dal
garante dei detenuti Luca Cirigliano. Il
bustese evidenziava una carenza nelle
risorse per l'area trattamentale, quella
che consente ai carcerati di essere
accompagnati nel loro percorso di
reclusione e di svolgere alcune attività
che possano stimolare il reinserimento
sociale.
Numeri e carenze riaprono il dibattito
sulla struttura di via Per Cassano, che
torna a non rispettare le regole dettate
dalla Corte per i diritti di Strasburgo.
"Cirigliano ha ragione - dichiara
Sorrentini, reduce da un incontro con gli
studenti del liceo scientifico "Grassi" di
Saronno - Purtroppo si sta seguendo un
trend nazionale: i detenuti stanno
aumentando ovunque". Quelli presenti
nelle carceri italiane sono 55.856; un
anno fa, il 20 febbraio 2016, erano
52.747. In Lombardia oggi sono 8.049 a
fronte di una capienza di 6.106 unità.
"È triste dirlo - commenta il direttore ma è finito l'effetto della liberazione
anticipata speciale, mentre sussiste quella
canonica, i famosi 90 giorni ogni anno, lo
sconto di un quarto di pena in caso di
buona condotta. Una legge di un paio di
anni fa (il decreto legislativo 146 del
2013, scaduto nel dicembre 2015) aveva
consentito di concedere una liberazione
anticipata più ampia: da 90 giorni per
anno si era passati a 150, da un quarto a
un terzo della pena. Questo aveva molto
aiutato lo sfollamento". Altri riferimenti
vanno alle regole della custodia cautelare:
"C'erano norme che avevano inciso sul
potere dei magistrati e dei pm di
mantenere in custodia cautelare gli
indagati, però rispetto ai 3mila detenuti
in più che si contano oggi oltre 2mila
sono già condannati. La custodia
cautelare influisce in un caso su tre".
Sorrentini fa capire di avere le mani
legate: non può non accogliere i detenuti
e, allo stesso tempo, non ha strumenti per
cambiare le cose: "Pende su di noi una
spada di Damocle pesante. Una sentenza
recente della Cassazione, nel dicembre
scorso, ha stabilito che la superficie che
deve essere messa a disposizione di
ciascuno come spazio vitale minimo deve
essere al netto dell'area occupata dal
letto. Se la Corte europea dice che il
detenuto deve contare su tre metri
quadrati, nel caso in cui per buona parte
della giornata possa restare fuori dalla
cella, come avviene da noi, la legge
italiana esclude dal computo i mobili.
Dice che ognuno deve poter calpestare tre
metri quadrati. Ebbene, considerando
questo
orientamento,
ancora
non
consolidato, in alcune celle saremmo
fuori
norma".
Preso atto che il sovraffollamento torna
apreoccupare, per l'area trattamentale
non ci sono fondi: in teoria, il carcere
bustese avrebbe, sulla carta, due
educatrici. "Una, dopo due maternità, ha
ottenuto il distacco a Civitavecchia.
L'altra, anche lei madre, ha un distacco
sindacale. Noi contiamo sul funzionario
giuridico pedagogico che arriva quattro
volte a settimana da Varese. Quanto
all'operatrice che arriva da Bollate,
vorrebbe restare con noi, è distaccata qui
ormai da parecchio. Il fatto è che non ci
sono fondi per assumere. Per i direttori
sono più di vent'anni che non viene
bandito un concorso, per gli educatori c'è
stato nel 2010 dopo 15 anni che non se ne
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facevano. Possiamo solo sperare che
mandino altri in distacco, ma Milano dice
che per ora basta così. Non possiamo fare
molto: vorremmo far calare il numero di
detenuti e alzare quello dei poliziotti, ma
non è così semplice".
Sicilia:
allarme
carceri,
6.150 detenuti su 6.250
posti
La mappa dei penitenziari che scoppiano.
Nell'istituto di Piazza Lanza ogni recluso
dispone di uno spazio di 4,2 mq. Torna il
rischio di affollamento nelle carceri.
Secondo i dati del ministero della Giustizia,
al 31 gennaio 2017 erano 55.381 i detenuti
presenti nelle strutture italiane (oltre
cinquemila unità in più rispetto alla
capienza regolamentare, pari a 50.174).
Nel dettaglio, le regioni maggiormente
sofferenti sono la Lombardia (con una
capienza stimata in 6.113 unità ed una
presenza ammontante a 7.865 detenuti),
Lazio (capienza di 5.235 e presenza pari a
6.211 detenuti) e Campania (capienza 6.114
e 7.066 presenze).Al contrario, la situazione
siciliana è abbastanza regolare nel
complesso: infatti, i detenuti ammontano a
6.150, esattamente cento unità in meno
rispetto alle presenze che gli istituti
penitenziari possono sopportare (6.250). Le
apparenze
però
ingannano:
infatti,
stringendo l'obiettivo fotografico sui singoli
istituti penitenziari la situazione si ribalta.
In ben dodici carceri su ventitré è possibile
osservare presenze superiori alla capacità
regolamentare. Le maggiori criticità si
rilevano nel carcere Piazza Lanza di Catania
e nell'istituto penitenziario di Siracusa
(rispettivamente 127 e 102 detenuti in più
rispetto alla capienza regolamentare).In
particolare, secondo
i
dati
forniti
dall'osservatorio
detenzione
dell'associazione Antigone, le novantadue
celle del carcere Piazza Lanza di Catania
dovrebbero misurare complessivamente
1.644 metri quadrati, superficie che divisa
per i 267 detenuti previsti dal ministero
della Giustizia restituisce uno spazio pari a
6,1
metri
quadrati
per
carcerato.Naturalmente la superficie si
riduce notevolmente nel momento in cui si
verifica un'eccedenza pari a 127 detenuti:
infatti, attualmente ogni carcerato beneficia
di 4,2 metri quadrati di spazio. Nella
fattispecie, ci troviamo poco sopra rispetto
allo standard minimo previsto dal Comitato
europeo per la prevenzione della tortura del
Consiglio d'Europa che ha stabilito che ogni
detenuto ha diritto a quattro metri
quadrati. Dunque, la situazione rischia di
precipitare da un momento all'altro, al
mimino
ulteriore
incremento
della
popolazione
carceraria.
A livello regionale si registra un notevole
incremento del numero di detenuti:
rispetto ai 5.627 del 31 dicembre 2015 si è
saliti ai 6.032 del 31 dicembre 2016, fino
ai 6.150 del 31 gennaio 2017. Torniamo
dunque ad avvicinarci al picco delle 7.098
presenze
rilevate
nel
2012.
Ma perché il numero di detenuti ha
ripreso a crescere? Ad incidere
pesantemente
sull'aumento
della
popolazione detenuta è il venir meno
della liberazione anticipata speciale. Si
trattava di una misura temporanea,
introdotta per due anni dal decreto legge
146 del 2013 e scaduta il 31 dicembre
2015, che aveva aumentato lo sconto di
pena
concesso
ai
detenuti
che
partecipano all'opera di rieducazione:
non più 45 giorni per ogni sei mesi di
pena detentiva scontata, ma 75 giorni.
Naturalmente la fine del periodo di
applicazione ha avuto la conseguenza di
rallentare le uscite e di conseguenza
aumentare le permanenze in carcere.
D'altro canto, occorre considerare che il
limitato uso delle misure alternative e
della messa alla prova contribuisce a
saturare le presenze nelle carceri. In
particolare, in Sicilia delle 5.784 richieste
di messa alla prova ne sono state accolte
solo 2.097 (poco più di un terzo).
Specifichiamo che si tratta di uno
strumento riservato a chi ha commesso
reati
minori,
consistente
nella
sospensione del processo ed evita
all'imputato o indagato che ne fa richiesta
di saltare il processo e cancellare il reato
a patto che questi svolga una serie di
attività che comprendono lavori di
pubblica utilità, condotte riparative per
eliminare le conseguenze del reato e
risarcimento
del
danno.Paesi
maggiormente
lungimiranti
come
l'Olanda, al contrario preferiscono
adottare pene alternative e programmi di
riabilitazione molto meno costosi, con il
risultato di svuotare le carceri. Infatti,
proprio nei Paesi Bassi diciannove dei
sessanta penitenziari sono vuoti: alcuni
adibiti all'accoglienza dei richiedenti
asilo, altri affittati ai Paesi vicini gravati
da carceri sovraffollate come Belgio e
Norvegia. Senza poi contare il fatto che in
Olanda gli istituti penitenziari sono dotati
di spazi di socializzazione e durante la
giornata è possibile prendere parte a
molteplici corsi. Al contrario, secondo
quanto
rilevato
dall'associazione
Antigone, in Italia ed in particolare in
Sicilia i detenuti passano la gran parte
della giornata in cella, privi di qualsiasi
stimolo culturale.
Con un messaggio del 16 gennaio scorso il
servizio Noi PA comunicava che il contributo
straordinario di 80 euro mensili, pari a 960 euro
su base annua, riconosciuto ai sensi dell’art. 1,
comma 972, della Legge 28 dicembre 2015, n.
208, al personale appartenente ai Corpi di
Polizia, al Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco e
alle Forze Armate, non destinatario di un
trattamento retributivo dirigenziale, era sospeso
a decorrere dalla mensilità di Gennaio 2017,
Possiamo confermare solo che il bonus di 80
euro, sarà retroattivo per il mese di gennaio, ad
oggi, tuttavia, ,riteniamo pero’ che con ogni
probabilita’ neanche nel mese di marzo sara’
presente in bonus in busta paga. Nei prossimi
comunicati saremo piu’ precisi sull’inserimento
in busta paga del contributo in questione
Segreteria Generale
Circolari ministeriali e
note D.A.P. marzo 2017
F.E.S.I. anno 2017 personale di
Polizia Penitenziaria- ipotesi di
Accordo .
Ipotesi di utilizzazione delle risorse
del Fondo per l’Efficienza dei
Servizi istituzionali per l’anno 2017
sottoscritto il 6 marzo.
Leggi le ministeriali
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sul
sito
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Invia le tue segnalazioni ad
Alsippe con WhatsApp al
numero 3931383562
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Alsippe ed i propri familiari. Per
eventuali
preventivi
e
ulteriori
informazioni chiamare al numero di
telefono 3931383562 oppure inviare la
documentazione
direttamente
all’indirizzo
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Convenzioni nazionali e
regionali per gli iscritti
Alsippe
Documenti richiesti per il preventivo
1)Fotocopia del libretto di circolazione
fronte e retro
2) Documento di riconoscimento
Nel caso in cui sia un familiare
intestatario
della
polizza
un
autocertificazione che ne attesti la
parentela ai sensi della normativa
vigente, per altre informazioni contattare
l’ufficio ai numeri indicati sopra
La Segreteria Generale in collaborazione con
i rappresentanti regionali provinciali e locali
presenti sul territorio ha stipulato una serie
di convenzioni per gli iscritti Alsippe e i
propri familiari , per usufruire di servizi con
sconti particolari. Per usufruire dei predetti
sconti bastera’ esibire la
Tessera Servizi
Alsippe
che potra’ essere richiesta ai
responsabili delle Segreterie Sindacali .
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La Segreteria Generale Alsippe ha definito
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militare/appartenente alle predette forze
di polizia e Vigili del Fuoco, che viaggi
con questi nelle stesse date, sullo stesso
itinerario e classe di viaggio.L’offerta è
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(coniuge, o figlio maggiore di 2 anni)Non
è possibile usufruire dell’offerta se
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anni due (neonato)L’offerta non è
cumulabile con altre promozioni in corso.
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degli sconti Bambini. L’offerta prevede
un periodo minimo di soggiorno di 3
notti o la permanenza della notte tra il
sabato e la domenica per le destinazioni
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cambi né rimborso.L’offerta include il
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voli con codice da AZ7000 a AZ7999 e da
AZ3000
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Linate, Alghero-Roma, Cagliari-Milano
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con sé il documento di riconoscimento
militare o della Amministrazione di
appartenenza; nel caso di estensione al
familiare, il predetto familiare dovrà
portare con sé idoneo documento
militare, ovvero una dichiarazione su
carta intestata del comando o della
Amministrazione di appartenenza che
certifichi lo stato di coniuge o di figlio. La
Compagnia si riserva di verificare al
momento del rilascio della carta
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presenza dei requisiti tariffari. Il mancato
imbarco dovuto all’assenza dei requisiti
di ammissione alla tariffa non dà diritto
al rimborso del biglietto
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