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SCHEDA – Cosa contengono i bidoni di scorie radioattive 1. Sabbia contaminata dalla spiaggia di Sellafield, Inghilterra

Questa sabbia è stata contaminata dagli scarichi (in acqua e in aria) dell’impianto di riprocessamento del combustibile irraggiato di Sellafield. Ha un contenuto di 11.670 Bq/kg (Bequerel per kg) di Americio-241 e 5.990 Bq/kg di Cesio-137. Il livello di Am-241 è 11 volte oltre il limite tollerato per i rifiuti nucleari dalle autorità europee, che è fissato in 1.000 Bq/kg. Se lo si trova in un ambiente contaminato, sia a legislazione vigente che per la nuova proposta di direttiva, non viene definito rifiuto. Ma se lo si raccoglie e lo si mette in un contenitore rientra nella categoria di rifiuto a bassa attività che va stoccato in un deposito e controllato per secoli.

2. Terreno contaminato da Akokan, Niger

Il terreno è stato preso vicino a una miniera di profondità gestita da una controllata dell’azienda francese AREVA, una delle più grandi aziende nucleari del mondo che si occupa di tutte le fasi del ciclo del combustibile nucleare. Il campione di terreno contiene 6.200 Bq/kg di Uranio-238, 6.700 Bq/kg di Radio-226 e 6.900 Bq/kg di Piombo-210. Il livello di Uranio è sei volte il limite europeo. Se viene scaricato nell’ambiente, sia nella legislazione attuale che nella proposta di direttiva, non viene definito rifiuto. Ma se lo si raccoglie e lo si mette in un contenitore rientra nella categoria di rifiuto a bassa attività che va stoccato in un deposito e controllato per secoli.

3. Sedimenti del fondo marino nei pressi dell’impianto di La Hague in Francia

I sedimenti sono contaminati dagli scarichi in acqua dell’impianto di riprocessamento del combustibile irraggiato, gestito da AREVA. Il campione contiene 1.210 Bq/kg di Americio-241, 2.840 Bq/kg di Cesio-137 e 1.016 Bq/kg di Cobalto-60. Il livello di Americio è oltre il limite stabilito in Europa. Se lo si trova in un ambiente contaminato, sia a legislazione vigente che per la nuova proposta di direttiva, non viene definito rifiuto. Ma se lo si raccoglie e lo si mette in un contenitore rientra nella categoria di rifiuto a bassa attività che va stoccato in un deposito e controllato per secoli.

4. Terreno delle rive del fiume Molse Nete, vicino a Dessel, Belgio

Il Molse Nete è contaminato dagli scarichi degli impianti di ricerca nucleare e dai vecchi impianti di riprocessamento a Mol, che operano prevalentemente per il settore nucleare. Il campione contiene 1.700 Bq/kg di Americio-241 e 1.800 Bq/kg di Cesio-137. Il livello di Americio è oltre il limite stabilito in Europa. Se lo si trova in un ambiente contaminato, sia a legislazione vigente che per la nuova proposta di direttiva, non viene definito rifiuto. Ma se lo si raccoglie e lo si mette in un contenitore rientra nella categoria di rifiuto a bassa attività che va stoccato in un deposito e controllato per secoli.

Nota

Tutti i campioni di “rifiuti nucleari” sono contenuti in bidoni alti 70 cm con schermature di piombo e cemento. Sono sigillati con un coperchio piombato. Greenpeace ha isolato i contenitori con una zona di sicurezza di 2 metri attorno ai contenitori per evitare vengano in contatto con non specialisti. Non ci sono rischi per il pubblico e per lo staff, se i contenitori non vengono manipolati e se le direttive degli esperti di radiazioni sono rispettate. I rifiuti nucleari sono stati portati per ricordare a tutti i membri del Parlamento Europeo che a breve verranno consultati sulla nuova direttiva sui rifiuti nucleari proposta dalla Commissione Europea. E’ importante che i deputati europei chiedano sostanziali modifiche alla proposta di direttiva.

La proposta di direttiva dovrebbe ammettere che non esiste una soluzione definitiva per la gestione di lungo termine delle scorie nucleari, che rimangono pericolose per centinaia di migliaia di anni. La direttiva dovrebbe prevedere una progressiva riduzione della produzione dei rifiuti nucleari prodotti fino a un minimo e prevedere una eliminazione dei processi che producono rifiuti nucleari, specie dalla produzione nucleare. La Commissione Europea dovrebbe promuovere la ricerca verso differenti forme di gestione dei rifiuti nucleari abbandonando l’ipotesi dello stoccaggio in depositi geologici profondi. La gestione dei rifiuti nucleari esistenti deve basarsi su solide conoscenze scientifiche, sulle migliori tecnologie disponibili e dovrebbe essere pianificata e realizzata in modo trasparente con la piena collaborazione volontaria delle popolazioni coinvolte. I fondi per le gestione dei rifiuti nucleari dovrebbero essere creati adesso e gestiti in modo indipendente e sicuro e non creati su tempi lunghi esponendo così a rischi finanziari le generazioni future. L’Europa può fare a meno del nucleare, una fonte rischiosa, costosa e esposta al rischio di terrorismo. Gli scenari per il 2050 preparati da Greenpeace nel rapporto Energy [R]evolution dimostrano la fattibilità tecnica ed economica di una eliminazione progressiva del nucleare e allo stesso tempo tagliare drasticamente le emissioni di CO2. Attualmente ci sono 143 reattori funzionanti in Europa e 3 in costruzione (due reattori EPR in costruzione in Finlandia e in Francia, e il completamento di una centrale di progettazione sovietica in Slovacchia da parte di una controllata di ENEL). Se questi reattori non avranno il permesso di estendere la loro vita utile, potranno essere chiusi entro il 2030. Questo ridurrebbe la quantità di rifiuti nucleari prodotta del 90%.