N°34 del 29/09/2016

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Transcript N°34 del 29/09/2016

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Editore: Calore s. r. l. Sede Legale: Via S. Giovanni, 86 - Villa Littorio - Laurino (Sa); Sede Redazionale:Viale della Repubblica, 177
Capaccio Paestum (Sa) - “Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1,
comma 1, Aut: 952/ATSUD/SA - Dir. Com. Business Salerno - Abb. annuale 25, 00€
Monte Cervati
Fascino e misteri
GIUSEPPE LIUCCIO
ettembre andiamo. È tempo di migrare/Ora in terra d’Abbruzzo i
miei pastori/lascian gli stazzi e
vanno verso il mare…” cantava D’annunzio,
scrivendo in poesia la più bella storia della
transumanza. Anche il Cilento lo è. Forse non
coinvolgerà come la potenza di un campanaccio da parata appeso al collo di una vacca da
latte che dagli alpeggi del Nord scende lentamente a valle o non stupirà con i colori delle
corone di fiori legate alle corna del bestiame e
quelli dei costumi della gente di montagna e
l’allegria che accompagna la “desmontegada”
degli alpigiani e valliggiani del Nord, ma
anche quella che dal Motola e dal Cervati raggiunge la Piana di Paestum ha il suo fascino e
la sua bella storia da raccontare.
Parco, la squadra scende in campo
Il consiglio direttivo si insedia a palazzo Mainenti
“S
SEGUE A PAGINA 7
Aldo Moro,
l’uomo e il cristiano
L.R.
arlare di Moro è diventato un argomento ostico soprattutto per chi cerca
la verità sul suo assassinio.
Più passa tempo e più emergono i dubbi su
alcuni esponenti delle istituzioni, da qui la
necessità di far luce, altrimenti in situazioni
analoghe ognuno è in pericolo.
L’Operazione fritz, “ciuffo bianco” in codice, durò tre minuti. I due milioni di pagine
prodotte della magistratura relative al caso
consentono di fare capolino nel buco nero
dal quale dovrebbe finalmente germinare la
verità.
A noi interessa ricordare il clima che si era
creato intorno alla figura di Moro, le avvisaglie prima del 16 marzo.
Già nel 1974, a Washington le parole di Kissinger, che invitava Moro a mettere da parte
il suo piano politico di collaborazione tra
partiti in Italia, suonano tragicamente minacciose.
P
SEGUE A PAGINA 13
Anno XVII
n° 34 del 29 settembre 2016
BARTOLO SCANDIZZO
I
Carione, Pellegrino, Malatesta e De Vita
La sanità al Sud di Salerno
Roccadaspide perde, Agropoli spera
ORESTE MOTTOLA
R
occadaspide, la partita
del girone di andata è finita male. Almeno tre a
zero. Risultato netto. L’ospedale di Roccadaspide è stato
fatto “dimagrire” da settanta a
soli venti
p o s t i
letto.
Azzerate
le speranze di
espansione.
Il D.S.
Antonio Giordano U n a
mazzata
tra capo e collo. NON COLPEVOLI. Gli unici non colpevoli
sono quelli della comunità
umana e professionale che in
questi anni ha lavorato nel
plesso della Valle del Calore. In
prima linea medici e paramedici, finanche i pazienti che raccontando del trattamento
ricevuto hanno convinto non
solo i compaesani ma anche le
persone provenienti da fuori
provincia a venire a curarsi qui.
E poi il promoter Girolamo Auricchio che su ogni dove decantava i pregi dell’ospedale del
suo paese e ne presentava i “numeri” positivi della gestione.
COLPEVOLI. Sono colpevoli i
consiglieri regionali che anni fa
approvarono una legge di riordino della sanità campana che
più o meno, ma solo dalle nostre parti, oggi si attua. Infatti
su Eboli e Battipaglia si accelerano le pratiche per l’unificazione. Nella Piana del Sele non
si applaude e non ci si stracciano le vesti. Idem per Agropoli che vede riaccendersi il
lumicino della speranza per una
riapertura del suo ospedale. I
numeri sono lì a parlare. Dei
presidi cilentani cambia il numero dei posti letto per acuti attualmente sussistenti con 212
per Polla, 20 per Roccadaspide
e Agropoli, 322 per Vallo della
Lucania, e 114 per Sapri.
SEGUE A PAGINA 2
l momento è arrivato! È stato interminabile il tempo impiegato dalla politica
per dare un nuovo presidente e, ancora
di più, un nuovo consiglio direttivo all’Ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo
di Diano e Alburni (PNCDA). Giovedì 29
settembre alle ore 12, ci sarà l’insediamento ufficiale del nuovo consiglio e si
potrà partire con la programmazione del
futuro della “regione” verde che, unitamente alle aree marine protette, è la più
estesa d’Italia e primeggia anche in Europa.
Al di là dei “proclami” di cambiare
“verso” all’ente e, di conseguenza, al territorio compreso nella perimetrazione del
parco, ora è giunto il tempo di far intravedere un precorso abbastanza definito su cui
hanno intenzione di incamminarsi.
Il presidente, Tommaso Pellegrino, nel
lungo tempo tenuto ad incubare idee e progetti, analizzare le problematiche dell’area,
raccogliere lamenti e proteste, conoscere
posti mai visti finora, impattare con i tempi
lunghi di un mondo che pensa più a durare
che a realizzare … Ha avuto anche il
tempo di assumere iniziative (circa cento
delibere presidenziali) per dare risposte urgenti a sollecitazioni improcrastinabili.
I consiglieri rappresentanti dei sindaci,
eletti dalla Comunità del Parco, hanno la responsabilità di rappresentare l’intera complessità degli 80 comuni (222.498 abitanti)
che hanno esigenze, in molti casi completamente opposte:
SEGUE A PAGINA 12
IL SONDAGGIO DI SETTEMBRE
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2
n° 34 29/09/2016
SANITA’
Perde Roccadaspide. Una speranza per Agropoli. Non si lamenta la Piana del Sele
Piano sanitario per le zone al Sud di Salerno
SEGUE DALLA PRIMA
ORESTE MOTTOLA
M
entre i distretti sanitari,
della zona cilentana, saranno Sapri, ‘CapaccioRoccadaspide’ e ‘Vallo della Lucania
- Agropoli’. Roccadaspide vede stopparsi il suo sogno di un ospedale sempre più grande capace anche di
promuovere un’economia locale sempre più stagnante. Se tanto mi dà
tanto, oggi siamo alle percentuali del
vino cotto, un terzo di quel che già si
aveva. Polla e Vallo della Lucania,
che rivaleggiano con Rocca come
poli di attrazione di popolazione da
una Valle del Calore e da una Valle
dell’Alento sempre più desertificate,
pegno non ne pagheranno. IL RITORNO DELLA PARTITA. Partita
di sola andata si diceva che è ormai
“andata”. Il “ritorno” si terrà il 25
gennaio si terrà l’udienza di discussione per quanto riguarda il ricorso
presentato dal dal sindaco Gabriele
Iuliano, contro il nuovo piano di riorganizzazione ospedaliera varato dal
commissario dell’Asl Salerno Joseph
Polimeni. Potrà andare bene o sancire
il disastro. Lo storico leader Auricchio fa mostra di realismo: “Roccadaspide da 70 posti scenderà a 20
posti con conseguente chiusura dei
reparti di chirurgia, ortopedia e cardiologia. Purtroppo nulla poteva cambiare, l’atto è un appendice del piano
ospedaliero e così hanno voluto. E
menomale che il dottor Coscioni, delegato del presidente De Luca, ha
detto che il Cilento è stato rinforzato,
se questo sarebbe un rinforzo…».
ALTRE PAGELLE CON SUFFICIENZA. Continuiamo con le pagelle. Molto più della sufficienza va
accordata al consigliere regionale
Cammarano che, oggettivamente, ha
fatto quel che poteva. Come al solito
non si sono risparmiati Mario Cammarota e Fernando Lombardi, semplici cittadini attivi, storici difensori
dell’Ospedale. NON PERVENUTI.
Non lo stesso si può dire di un Comitato Popolare apparso come pura entità virtuale e nemmeno molto
inclusivo. Sì, il Comitato Popolare,
non è mai entrato nella partita rinunciando manco provandoci, di fronte a
un esito prevedibile, o a organizzare
una manifestazione popolare di proposte. Sed semper amico Francione,
la cosa non si organizzava mica da
sola? “Non pervenuto” anche il Pd di
Roccadaspide, guidato stando a un
manifesto che una volta si vide, da
Michele Lettieri e Gabriele Iuliano.
Cosa accadrà nel breve periodo? Servirà o meno la ristrutturazione degli
stabili dove sarà riaperto un modernissimo Pronto Soccorso? Quali dimensioni, quantitative e qualitative,
avrà l’aumentato esodo delle personalità sanitarie attualmente in servizio?
BATTIPAGLIA E EBOLI VERSO
L’INTEGRAZIONE.
«L’atto aziendale che ridisegna la
struttura degli ospedali va nella direzione che abbiamo chiesto da tempo
– afferma la sindaca di Battipaglia
Cecilia Francese -. Ne avevamo discusso anche nell’incontro con il direttore generale dell’Asl Antonio
Giordano. Il piano conferma la direzione unica tra gli ospedali di Eboli e
Battipaglia e un’armonizzazione dei
reparti evitando i doppioni e migliorando i servizi. L’indirizzo dato getta
le basi anche per ottenere fisicamente
l’ospedale Unico».
7 OTTOBRE A EBOLI
A questo proposito il prossimo 7 ottobre si discuterà proprio del piano
ospedaliero nel corso di un convegno
organizzato ad Eboli. Sarà anche
quella l’occasione per discutere della
bozza dell’atto aziendale. «L’atto
aziendale proposto rispecchia ciò che
ci siamo detti nel corso dell’incontro
con il direttore generale dell’Asl Antonio Giordano – afferma il vicesindaco battipagliese con delega alla
Sanità Ugo Tozzi -. Quell’incontro fu
molto proficuo e la bozza dell’atto lo
conferma. A Battipaglia manteniamo
e confermiamo il Polo Materno Infantile mentre a Eboli passa il Polo Cardiologico. Nei dettagli vedremo nei
prossimi giorni ma già possiamo annunciare che si tratta di un buon piano
che potrà certamente essere migliorato ma che ci vede soddisfatti».
UN PIANO “RAGIONERISTICO”
Intanto filtrano i particolari del lavoro
che hanno portato alla formulazione
delle proposte attualmente in discussione- I risultati dell’atto aziendale
sono stati realizzati in base alle seguenti caratteristiche territoriali dei
158 Comuni della provincia di Salerno: -21 con un elevato grado di urbanizzazione e una popolazione
residente pari al 56% del totale; -40
con un livello medio di urbanizzazione e una popolazione residente
pari al 23%; - 97 con un basso livello
di urbanizzazione e una popolazione
residente pari al 21%.
L’area con livello medio di urbanizzazione è localizzata a ridosso di
quella metropolitana, lungo la costa
cilentana e del Vallo di Diano. Mentre
l’area a basso livello di urbanizzazione è localizzata prevalentemente
nelle zone della collina e della montagna interna, area Cratere, Cilento
Interno e Vallo di Diano.
LE PROPOSTE MIGLIORATIVE
IGNORATE . Ne aveva presentate diverse la Cooperativa Medica “Magna
Graecia” che sintetizza il risultato finale così. “L'Ospedale di Roccadaspide in sostanza chiude. L'Ospedale
di Agropoli rimane cosi com'è oggi.
Sono attese, entro il termine di martedì 27 settembre, all’attenzione del
Direttore Generale dell’ASL Salerno,
dott. Antonio Giordano, le considerazioni, le osservazioni e le proposte
delle Organizzazioni sindacali, dei dipendenti dell’Azienda, delle Amministrazioni locali, degli Ordini
professionali, delle associazioni di
Categoria e degli Organismi di rap-
presentanza degli utenti”.
IL VESCOVO MINIERO NON CI STA
A supportare la causa dell’ospedale di
Roccadaspide, anche il vescovo Ciro
Miniero che parla della situazione sanitaria nel Cilento: “Ai problemi legati alla viabilità si aggiungono quelli
della sanità. Ospedali chiusi, pochi
posti letto, reparti che rischiano la
soppressione, strutture fatiscenti e
inadatte a reggere un alto numero di
pazienti sono emergenze di cui non si
dovrebbe parlare, in special modo in
Paese evoluto e industrializzato come
l’Italia. I politici devono darsi da fare
ed impegnarsi al massimo, anche più
delle loro stesse possibilità. I semplici
cittadini, invece, possono fare poco
ma si tratta di azioni molto concrete
e dalla grande importanza strategica.
Si deve creare una rete – sottolinea –
che unisca i vari centri ed una sinergia
tra i cilentani. Si deve fare squadra e
battersi affinché queste piaghe vengano curate una volta per tutte, diventando finalmente uno sgradevole
ricordo. Abbiamo unicità che ci permettono di essere allo stesso livello di
altri luoghi, di altre località. Eccellenze che tutti ci invidiano. Queste
eccellenze – conclude – devono essere il nostro futuro ma con questo
stato delle cose non garantiscono a
chi vive qui uno stile di vita dignitoso”.
Nella prossima settimana sono attese
altre notizie.
Gabriele Iuliano scrive, diffida e
chiede un’audizione all’on. Topo
I
l Sindaco di Roccadaspide, aseguito
della pubblicazione
ufficiosa (difettando
ogni atto deliberativo al
riguardo) sul sito
dell’A.S.L.
Salerno
della “Bozza di Atto
Aziendale”, chiede la
sospensione di ogni
iniziativa in merito
all’adozione ufficiale
dell’atto aziendale …
perché illegittima, dal
momento che - allo
stato - il Piano ospedaliero risulta non ancora
definitivo. Allo stesso
tempo, richiede un’audizione urgente ed immediata al Presidente
della Commissione Sanità e Sicurezza Sociale, Raffaele Topo al
fine di attivare un proficuo e necessario confronto per discutere ed
analizzare la specificità
territoriali in una ottica
di miglioramento del
Piano regionale e di assicurare condizioni di
tutela sanitaria e di giustizia a tutti i territori e
a tutte le popolazioni
della Regione Campania.
FASCIA COSTIERA
n° 34 29/09/2016
3
Erosione costiera. La giunta tenta di fermare il Grande Progetto all’ultima curva
L’amministrazione Voza fa proprie le tesi del prof Ortolani
BIESSE
I
l comune di Capaccio,
con una delibera di
giunta del 13 settembre
2013, ha deciso di “esprimere dissenso alla realizzazione del progetto così come
predisposto dalla provincia
di Salerno denominato
“Grande progetto – Interventi di difesa e rinascimento del litorale del Golfo
di Salerno – del valore di 70
milioni di euro finanziato
dalla regione Campania …”
IL progetto consiste nel realizzare 45 barriere artificiali
lungo la costa tra Pontecagnano e Capaccio Paestum.
A far pendere per la decisione di rigettare il progetto
è stata la relazione tecnica
del Prof. Franco Ortolani, ordinario di geologia presso
l’università Federico II di
Napoli. Le cui tesi abbiamo
più volte pubblicato su
Unico.
Dopo aver riflettuto con la
dovuta attenzione, Italo Voza
e la sua giunta hanno preso
la decisione che affossa un
progetto milionario e che
poco avrebbe aggiunto alla
funzionalità della costa pestana per il turismo e molto
avrebbe tolto alla bellezza
della spiaggia più bella e
fruibile dell’intera costa
della Campania.
La realizzazione dei “pennelli” avrebbe modificato
per sempre la configurazione
della “curva dorata” che si
torce docilmente dallo scoglio di S. Francesco di Agropoli fino a congiungersi con
il tratto più urbanizzato di
Pontecagnano e Salerno.
Per avere un’idea di cosa sarebbe successo dal punto di
vista dell’impatto ambientale, basta andare a tentare di
scrutare l’orizzonte in zona
Varolato dove il pontile realizzato 40 anni fa troneggia
dal bagnasciuga fino ad oltre
100 metri nel mare e punta
all’orizzonte. Essendo esso
perpendicolare alla battigia,
l’occupazione della skyline
che unisce il cielo al mare è
ancora intatta alla sua destra
e alla sua sinistra. Diversamente, la creazione di barriere orizzontali alla costa
“chiuderebbero” per sempre
ogni possibile panorama raffigurante il sole che scende
nel mare e produce effetti,
mai gli stessi, a conclusione
di di tramonti insuperabili.
La delibera, correttamente,
rigetta il progetto così come
è stato concepito, ma non
esclude che possa essere riformulato per destinare le risorse diversamente. È un
tentativo di salvare “capra e
cavoli” in zona “cesarini”.
Il sentiero è molto stretto
quello di immaginare di stornare la quota parte dei 70
mln di euro destinata al litorale capaccese per utilizzarli
per la sistemazione della fascia costiera. In ogni caso,
sarebbe interessante capire
se non è più sensato, perché
possibile, recuperare qualche
decina di metri di zona sabbiosa (lo stesso obiettivo che
si pone il Grande Progetto)
con l'arretramento degli stabilimenti balneari a ridosso
della pineta. Infatti, mentre il
recupero di spazio da parte
del litorale sabbioso si concretizzerebbe ad oras, nelle
previsioni del GP si potrebbe
verificare a futura memoria.
L'amministrazione guidata
da Italo Voza, che ora "rinnega" la scelta che fece Pasquale Marino che aderì al
progetto, ha ora la responsabilità di diventare soggetto
attivo per aprire un serio
confronto con i suoi colleghi
partner del GP. Sarebbe la
giusta e coerente conseguenza della scelta fatta,
anche se in ritardo e, forse,
fuori tempo massimo.
In ogni caso, è meglio nessun cambiamento che un
maldestro tentativo di utiliz-
Franco Ortolani
zare un problema insorgente
come l’erosione costiera
(negli 11 Km di litorale di
Capaccio Paestum (dal Sele
al Solofronte) è veramente
ristretto a meno di 500 m)
per attivare un “Grande Progetto” che trasformerebbe in
un “mega” cantiere da Pontecagnano ad Agropoli, attraversato da mezzi pesanti
carichi di massi enormi cavati da cave (non si sa quali)
a chilometri di distanza.
Sarebbe un colpo mortale
per il turismo balneare che,
dopo anni di sofferenza, è
tornato ad essere un potente
attrattore nel periodo estivo.
Questo anche grazie all’assegnazione della “Bandiera
blu” proprio al mare di Paestum.
Cosa fare per facilitare il progresso
A proposito dei furbetti del “sacchettino”
GIUSEPPE SCANDIZZO
P
artire dalla gestione
dell’immondizia a Capaccio-Paestum per
giungere a suggerire al nostro caro lettore cosa fare per
facilitare il progresso. È una
questione di definizioni: che
cos’è l’immondizia, la spazzatura, la feccia, ‘a mmunnezz? È una questione di
contenitori: la poubelle (cestino in francese), basket (in
inglese), il secchio dell’immondizia… Immondizia, ha
qualche assonanza con immondo: che non è degno di
stare al mondo, che deve essere buttatto, scartato, appunto nascosto allo sguardo
e agli altri sensi. Contenutisticamente pensando, l’immondizia ha a che fare con
ciò che è ormai morto, non
più utile, che ha adempiuto al
suo compito, che è servito,
che non è svuotato del suo
contenuto del suo significante; a’ mmunnezz è lo
scarto dell’effetto desiderato,
il contenitore privato della
sua ragione di esistere. Penso
a quelle due o tre volte - solo
in Italia mi è capitato - di assistere ad un terzo, un estraneo che fermo al semaforo
butta il pacchetto svuotato
dall’ultima sigaretta mentre
si accende l’ultima sigaretta… E rivedo me che passavo
nei
pressi
di
quell’incrocio e con lo stesso
automatismo con cui il Tizio
buttava il pacchetto di sigarette dal finestrino, raccoglievo
il
pacchetto
accartocciato da terra e lo re-
stituivo al legittimo proprietario dicendo: “ti è caduto
qualcosa dal finestrino”,
mentre il tale aspirava il
fumo dell’ultima sigaretta
appena accesa. È L’immondizia resuscitava e acquisiva
una nuova missione, non più
contenitore a tempo di sigarette, ma memento a quell’unico fortunato autista che
vedeva il proprio pacchetto
di sigarette rimproverarlo per
aver non solo intossicato la
propria esistenza, ma anche
aver trasformato l’incrocio in
una discarica.
4
n° 34 29/09/2016
DICONO DI NOI
GRAZIE DALLE IMPRESE EDILI
Il presidente di Ance Aies Salerno: «Bcc Aquara vicina alle esigenze e per lo sviluppo»
La Bcc Aquara ha confermato, in un
momento di assoluta criticità per il settore dell’edilizia nell’intero ambito nazionale, di essere vicina alle aziende
del settore offrendo il massimo apporto
grazie ad una politica dell’ascolto davvero unica”. Così Enzo Russo, presidente di Ance Aies Salerno, si esprime
sulla Banca di credito cooperativo di
Aquara di cui è direttore Antonio Marino e che offre, tra l’altro, il servizio
per il versamento dei contributi con la
Cassa Edile. “Al di là di quest’ultimo
aspetto, da ritenersi comunque rilevante, resta chiaro che la Bcc Aquara,
con la propria capillare presenza sul
territorio garantisce quel dialogo costante, quasi quotidiano, con le aziende capace
di accompagnarne tutti i momenti legati all’attività. Entrando nel merito del credito
senza guardare i numeri ma premiando la validità dell’operato. E’ questo un comportamento estremamente virtuoso dal momento che anche con l’apporto della
Bcc Aquara le aziende possono continuare ad operare garantendo occupazione
unitamente allo sviluppo del territorio”.
RIBALTA NAZIONALE
Sesto Forum dei Giovani a Firenze
CONVENIENZA
Al fianco degli Ordini professionali
La Bcc Aquara si conferma al
fianco dei professionisti con un
conto dedicato denominato
“Conto ordini Professionali” che
riserva servizi di qualità a costi
vantaggiosi: Bancomat con prelievi in euro gratuiti da qualsiasi
sportello; Pagobancomat senza
commissioni; InBank, la banca a
portata di mouse; Pagamento
utenze. Per qualsiasi informazione è possibile rivolgersi presso
la sede di Aquara o alle filiali di
Roccadaspide, Castel San Lorenzo, Santa Cecilia a Eboli, Capaccio, Oliveto Citra, Campagna,
Battipaglia e Roccadaspide oppure connettersi al sito www.bccaquara
CAPACCIO
«Questa Banca è sempre presente»
L’ Associazione Bcc protagonista
"Insieme per crescere”, l’associazione attiva da anni in contrada Vuccolo Maiorano a Capaccio, supportata dalla Bcc Aquara in occasione della manifestazione “Vuccolo in Festa” caratterizzatasi sia per la processione con fiaccolata
in devozione della Madonna del Granato che per iniziative culturali oltre che
di spettacolo. “Bcc Aquara sempre vicina e sensibile alle iniziative sul territorio”, il commento di Valentino Verrone, presidente dell’associazione “Vuccolo
in festa”.
L’Associazione Giovani BCC Aquara protagonista al Sesto Forum dei Giovani
Soci del Credito Cooperativo, che si è tenuto a Firenze dal 16 al 18 Settembre.
Il Forum dal titolo “Eccellenze in Rete” ha visto la partecipazione di circa 250
giovani provenienti da tutta Italia, in rappresentanza di 62 Banche di Credito
Cooperativo. “Un format innovativo - spiega Toni Fernicola, Presidente dell’Associazione Giovani BCC Aquara - quello pensato quest’anno da Federcasse, che ha visto noi giovani ragionare su quattro aree tematiche (arte,
cooperazione, ambiente e tecnologia) con l’obiettivo di proporre idee da concretizzare successivamente, con il coinvolgimento attivo delle BCC, all’interno delle comunità locali di appartenenza. È stato stimolante confrontarsi
con tanti giovani provenienti da diverse realtà territoriali. Abbiamo condiviso
esperienze, opinioni, idee e progetti ed instaurato relazioni con giovani soci
di altre BCC. Siamo convinti che, soprattutto in questa fase delicata e particolare per l’intero movimento del Credito Cooperativo, è fondamentale una
partecipazione attiva di noi giovani, perché quello che si decide oggi avrà inevitabili riflessi sul futuro delle nuove generazioni. E noi vogliamo un futuro
che sia all’altezza delle nostre aspettative”. Non hanno fatto mancare la loro
presenza durante le giornate fiorentine esponenti di primo piano del movimento, quali il presidente di Federcasse, Alessandro Azzi, che ha dialogato
con il Comitato di Coordinamento della Rete Nazionale dei Giovani Soci al
termine della Consulta, Giulio Magagni e Leonardo Rubattu, rispettivamente
Presidente e Direttore Generale del Gruppo Bancario Iccrea, il Direttore Generale di Federcasse, Sergio Gatti, che ha passato in rassegna le fasi della Riforma del Credito Cooperativo. A fare gli onori di casa il Presidente della
Federazione Toscana delle BCC-CR e della BCC di Pontassieve, Matteo
Spanò, che ha sollecitato i giovani soci a credere nel Credito Cooperativo e
nella capacità di innovazione.
SALERNO
Velocità e sicurezza: piace l’Area Self
Area Self presso la filiale a Salerno della
Bcc Aquara utilizzata da numerosi soci,
clienti e utenti soddisfatti per i servizi bancari forniti. “Velocità e sicurezza sono assicurati ad ogni ora. Ed è un gran
vantaggio grazie alla Bcc Aquara”, spiega
Domenico Gramazio, professionista e, tra
l’altro, non cliente della Bcc Aquara
presso cui, però, si rivolge perchè abita nei
pressi della filiale in via Wenner. Merito
del bancomat di ultima generazione, che
permette una completa gestione del conto
corrente, 24h su 24h, 365 giorni l’anno,
consente di eseguire operazioni “intelligenti” in tempo reale, come se ci si trovasse di fronte ad un operatore di
sportello. I servizi erogati vanno al di là
del semplice prelievo di contanti e al pagamento di utenze: possibile, infatti, fruire
di una serie di servizi evoluti: massimali bancomat personalizzati per cliente o
per categorie di clienti; Versamento contanti, ed accredito in tempo
reale sul C/C del cliente; Versamento di assegni, con stampa dell’immagine
del titolo (per ricevuta).
VALLO DI DIANO
n° 34 29/09/2016
Padula. La giornata del ricordo
IN FARMACIA
Italo Gallo, il grecista che segnò un’epoca
ANTONELLA CITRO
“L
a Giornata in ricordo di
Italo Gallo – Ricerca
Scientifica e Cultura
Locale” ha avuto luogo domenica
25 settembre presso la Certosa di
san Lorenzo a Padula. L’evento organizzato dal Comune di Padula in
collaborazione con l’Università di
Salerno, con il Rotary, il Circolo
Sociale Carlo Alberto 1886, il Centro Studi Pietro La Veglia e la Società Salernitana di Storia Patria ha
voluto commemorare il notissimo
grecista che non faceva mistero di
amare Plutarco, nato a Padula il 12
marzo 1921 e morto ad aprile
scorso all’età di 95 anni. Gallo, per
la cronaca, è stato il direttore del dipartimento di Scienze dell’Antichità dell’Università di Salerno e
riavviò, dopo la sospensione del
1967, con passione ed energia l’attività della Società Storia Patria Salernitana, pubblicando nel 1984 il
primo numero della nuova serie
della “Rassegna Storica Salernitana”, trasformata da annuale in semestrale. La giornata è iniziata
quando è stata apposta una lapide
davanti la casa dov’è nato Italo
Gallo, cioè in via Arcangelo Rotunno. Subito dopo è iniziato il convegno a cui hanno partecipato
Paolo Imparato, sindaco di Padula,
Filomena Chiappardo, assessore
alla Cultura, Aurelio Tommasetti,
rettore Università di Salerno, Felice
Tierno, presidente del Circolo Sociale Carlo Alberto 1886, Geppino
D’Amico, in rappresentanza del
Rotary Club Vallo di Diano. Hanno
fatto seguito gli interventi di Carmine Pinto, professore dell’Università di Salerno, Giuseppe Colitti,
Centro Studi Vallo di Diano, Concetta Restaino, docente dell’Università Suor Orsola Benincasa,
Luigi Rossi, docente dell’Università di Salerno, Giuseppe Cacciatore, presidente Società Salernitana
di Storia Patria. La discussione ha
puntato sul ruolo del professore
Gallo che ha insegnato papirologia
dal 1969 all’allora nascente facoltà
di lettere dell’Università di Salerno
dove istituì anche il dottorato in Filologia classica e soltanto successivamente divenne ordinario di
letteratura greca e direttore del dipartimento di scienze dell’antichità.
Significativo è stato il suo contributo fornito all’Università Federico
II di Napoli quando dal 1980 al
1984 insegnò letteratura greca e lasciò un’impronta indelebile del suo
passaggio. Ma la svolta si ebbe nel
1983 quando con un piccolo
gruppo di studiosi avviò la ricostituzione della Società salernitana di
storia patria. Nel 1988 invece,
avviò la Collana di quaderni saler-
ALBERTO DI MURIA
"S
n genere, per collagene
idrolizzato si intende collagene processato enzimaticamente o chimicamente per
ottenere frammenti di dimensioni più piccole. Tale caratteristica permette di
ottenere prodotti più vantaggiosi dal punto di
vista farmacocinetico, poiché caratterizzati da
una più facile digestione e solubilità in acqua. Il
principale campo di applicazione del collagene
idrolizzato è quello ortopedico. Secondo diversi
autori, infatti, il collagene idrolizzato, soprattutto se assunto assieme ad altre molecole, come
la glucosamina o la Condroitina solfato, potrebbe avere un'attività antiartritica, preziosa in
corso di patologie articolari infiammatorie e degenerative come l'osteoartrite. Il collagene idrolizzato potrebbe fornire i substrati necessari alla
sintesi di nuovo collagene, salvaguardando l'integrità funzionale e strutturale della articolazione.
Un recentissimo trial clinico, avrebbe dimostrato l'utilità del collagene idrolizzato, assunto
per 24 settimane in dosi di 10 g giornalieri, nel
ridurre il dolore articolare in atleti sottoposti ad
allenamenti intensi.
Classicamente, il collagene idrolizzato si trova
sotto forma di polvere, assumibile tal quale o in
associazione ad altre molecole. Per quanto riguarda il mantenimento della buona salute articolare, gli studi attualmente pubblicati
suggeriscono dosi di collagene idrolizzato comprese tra i 7 ed i 10 g giornalieri. Nonostante
l'assenza di evidenze significative, il collagene
idrolizzato è oggi impiegato in ambito antiaging
e cosmetologico, per preservare l'integrità funzionale e strutturale del derma.
Tr a l a sciando
rari casi di
reazioni da
ipersensibilità, l'uso
di collagene idrolizzato si è
generalmente rivelato sicuro
e privo di effetti collaterali clinicamente rilevanti. L'origine animale del collagene, tuttavia,
solleva non pochi dubbi sulla sua salubrità, in
particolare per quanto concerne la trasmissione
di encefalopatie spongiformi trasmissibili.
[email protected]
I
nitani mentre sino al 2005, è stato
presidente della sezione italiana
della Ips, cioè la International Plutarch society. Italo Gallo, ha vissuto
così una vita molto intensa ed è
stato un pilastro importante per gli
studi classici e punto di riferimento
indiscusso per le scuole e accademie, aveva incentrato i suoi studi
intorno la figura del biografo, filosofo e scrittore greco Plutarco.
Sono infatti ben 41 i volumi che
rientrano nella collana del Corpus
Plutarchi Moralium mentre tra le
sue innumerevoli pubblicazioni
possiamo annoverare “La biografia
greca” (Rubbettino editore),
“Frammenti biografici da papiri”
(Edizioni dell’Ateneo Roma),
“Profili di personaggi salernitani tra
Ottocento e Novecento” (Laveglia
editore).
Aeroporto Salerno Costa D'Amalfi
tiamo lavorando alla programmazione per
l’anno prossimo. Nel nostro portafoglio
manca qualche aeroporto, e il nostro interesse specifico è rivolto a Napoli e a Salerno. Con Napoli ci sono già delle discussioni in corso, ma siamo
interessati anche ad altri aeroporti, come, appunto,
quello di Salerno". Queste le parole di John Alborante,
marketing manager Italia della compagnia irlandese
Rayanair. Antonio Ilardi presidente della società di gestione dello scalo replica così: «Siamo al lavoro per
convincere l’azienda low cost ma c’è bisogno di una
pista idonea». È proprio questo il problema che non fa
decollare l'aeroporto: un work in progress che non accenna mai una fine. Ciò che blocca il prolungamento
della pista a 2000 m x 2200 m è la Vas ambientale da
INTEGRATORI DI
COLLAGENE IDROLIZZATO
Ryanair ci pensa ma anche la pista è low cost
ADRIANA CORALLUZZO
5
parte del ministero per l'ambiente, il cui rapporto preliminare è visionabile sul sito
del ministero, e colloca il progetto dell'aeroporto di Salerno Costa D'Amalfi, tra gli altri scali nazionali, nella
zona molto bassa per potenziali effetti ambientali. In
ogni caso il finanziamento di 40 milioni di euro del
decreto "sblocca italia" non sarà disponibile prima del
2018 così come, di conseguenza prenotare un volo Rayanair Salerno-Belfast. Su facebook si anima la pagina
"Ryanair all'aeroporto di Salerno" creata nel lontano
2013 quando una compagnia tanto ambita sembrava
un sogno. A distanza di tre anni dalla creazione della
pagina da parte di un visionario user, di due dalla concreta realizzazione abbiamo una sola certezza: "Inventare un aereo è nulla. Costruirne uno è qualcosa. Volare
è tutto". (Otto Lilienthal)
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6
VALLO DI DIANO
n° 34 29/09/2016
Sassano, successo per il workshop del Think Tank
Il territorio coinvolto su idee, sviluppo, giovani e imprese
MASSIMILIANO DE PAOLA
G
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rande coinvolgimento territoriale e grande partecipazione
di pubblico al Workshop
“Idee, Sviluppo, Giovani e Impresa”
tenutosi lo scorso 19 Settembre
presso palazzo Picinni a Sassano (SA)
nell’ambito delle azioni del progetto
Think Tank Sassano 3.0, per discutere
di idee imprenditoriali da sviluppare
e attuare sul territorio. L’iniziativa
rientra tra le azioni di “idea generation”, cofinanziato da Sviluppo Campania
SpA
nell’ambito
del
Programma “Azioni di Marketing
Territoriale“ PAC III DGR 497/2013,
Campania in Hub, Ecosistema regionale a favore della nuova imprenditoria innovativa (Rete Regionale di
Incubatori).
Continuano quindi a crescere i numeri
dell’iniziativa sempre più ancorata al
territorio del Vallo di Diano e divenuta un riferimento istituzionale consolidato per i giovani e le donne
interessate a valorizzare le loro idee e
investire sui territori delle aree interne. Hanno partecipato al workshop
utenti provenienti dall’intera Regione
Campania, dalla città di Salerno e con
un’ampia rappresentanza di giovani,
di Enti Locali, Istituti di Credito ed
altri referenti istituzionali regionali.
L'evento, moderato da Patrizia Laudano, è stato soprattutto un momento
di confronto per individuare idee progettuali che, grazie al cofinanziamento di Sviluppo Campania,
potrebbero essere attuate nei territori
comunali per apportare sviluppo e occupazione, ma anche per dare modo
ai giovani di essere partecipi e ancor
più protagonisti della crescita del territorio. L'iniziativa del Think Tank è
stata presentata dalla stessa Patrizia
Laudano che ha coordinato l’evento
dando di volta in volta la parola ai relatori.
Il Sindaco di Sassano Tommaso Pellegrino ha manifestato al pubblico e
ai mezzi di comunicazione grande
soddisfazione per il successo dell’iniziativa, informando i presenti sulle ulteriori azioni da mettere in campo per
coinvolgere l’intero territorio del
Parco Nazionale del Cilento, Vallo di
Diano e Alburni. L’Assessore alle politiche giovanili Maria Russo ha esor-
tato i giovani ad
intraprendere e a
creare. Eduardo
Imperiale, Direttore Business
Development di
Sviluppo Campania SpA, ha
illustrato il programma Campania in Hub, la
strategia della
Regione Campania in materia
di startup, i risultati attesi e
l’importanza di
coinvolgere la
filiera Istituzionale di Salerno in fase
di attuazione dei progetti, anche attraverso un Hub all’interno di Campania
In Hub, quale laboratorio di un microsistema provinciale. Ciro Castaldo,
Dirigente della Provincia di Salerno,
ha sottolineato l’importanza della
Provincia, quale Ente di Area Vasta,
nell’ottica di fare rete con i territori
attraverso azioni concrete soprattutto
rivolte ai giovani. Pietro Campiglia
dell’Università degli Studi di Salerno,
nel suo intervento, ha ripreso il concetto di valorizzare i settori caratterizzanti le aree interne, evidenziando
l’esigenza di creare le condizioni per
attrarre e sviluppare startup con azioni
tese a contenerne anche la mortalità.
L’intervento di Roberto De Luca, Responsabile dello Sportello Innovazione & Sviluppo della Provincia di
Salerno, ha evidenziato l’ampia progettualità messa in campo dalle Istituzioni Regionali e locali in materia
di politiche giovanili per creare le migliori condizioni ambientali, tecniche
e finanziarie, atte a trattenere talenti
nei territori salernitani e attrarre investimenti esterni e iniziative competitive e sostenibili. Ha concluso i lavori
Vincenzo Quagliano della QS & Partners, sottolineando l’importanza del
Think Tank Sassano 3.0 per la nuova
imprenditoria quale unico referente
istituzionale della Rete Regionale di
Incubatori nelle aree interne a Sud di
Salerno. Quagliano ha sottolineato
l’esigenza di cooperazione tra le Istituzioni preposte alla gestione di
azioni di sviluppo quali GAL Val-
[email protected]
diano, Piano Sociale di Zona S10,
Aree Interne e Parco Nazionale del
Cilento, Vallo di Diano e Alburni, per
contenere l’isolamento economico e
sociale nel quale versa il Vallo di
Diano.
All’attuazione del workshop hanno
collaborato Nicola Bonadies di Avalon e il RUP di progetto Michele Merlino.
[email protected]
Tel 0828. 1992339
Fax 0828. 1991331
e-mail: redazione@unicosettimanale. it
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Direttore Responsabile Bartolo Scandizzo
In redazione Lucio Capo e Gina Chiacchiaro
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Il N° 34 di Unico è stato
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I VIAGGI DEL POETA
n° 34 29/09/2016
7
Cervati: fascino e misteri della montagna
Un’oasi con la neve fuori stagione
SEGUE DALLA PRIMA
GIUSEPPE LIUCCIO
I
o non sono il D’annunzio di “Settembre andiamo …” né Italo Calvino di “In viaggio con le mucche”,
ma ci provo lo stesso a raccontare la
transumanza dei miei pastori cilentani,
che ha il suo fascino, i suoi misteri e le
sue storie. E mi metto in viaggio verso
i paesi dell’Alta Valle del Calore, Laurino, Valle dell’Angelo e Piaggine e fin
lassù ai 2000 metri del Cervati per poi
ritornare verso il mare di Paestum, che
non è come l’Adriatico selvaggio dannunziano ma il Tirreno dei miti e della
grande storia della Magna Grecia. Mi
piacerebbe che lo facessero anche il
Presidente e l’intera governance del
Parco del Cilento e Vallo di Diano, ora
che finalmente è finita la lunga, troppo
lunga, e tormentata vicenda dell’insediamento e che urge recuperare il
tempo, troppo, perduto, sempre che ne
abbiano voglia e capacità.
La strada a fondovalle tra Laurino e
Piaggine alterna tratti ombreggiati ad
aperture a trionfo di sole. E castagni e
bosco ceduo cedono spesso il posto a
campi coltivati. Il fiume scompare e
riaffiora. Squilla alla luce o si accovaccia nell’umbratilità della vegetazione
riparia. In fondo il Cervati incombe
con il suo carico di bellezza, di misteri
e di paure. Mi pulsano nella mente e
nel cuore i versi di Alfonso Gatto, compianto Amico e Maestro: “Dentro il
bosco che medita nei verdi/chiusi
dell’ombra e punta in alto i rami/in
quel tessere fitto di richiami,/di silenzi
improvvisi, dove perdi/memoria incamminato all’ascolto/vedere è solo
credere ai tuoi occhi”: Lo accompagnai
da queste parti alla fine degli anni sessanta del secolo scorso. Rendemmo
omaggio alla civiltà di un paese, Piaggine, che aveva salvato da morte sicura
un’aquila reale ed aveva improvvisato,
nell’aula consiliare una sorta di “infermeria” per l’augusto pennuto. Oggi
c’è, a sprazzi, lo stesso cielo degli
occhi di Gatto, quello stupito ed assorto, intenso e misterioso, caldo e contagioso dei Grandi Spiriti. E per
miracoloso transfert d’amore mi accompagna ancora la sua voce, mentre
il cuore mi si gonfia di emozione allo
spettacolo del Palazzo Ducale di Laurino, che, alle spalle occhieggia, possente, in bilico sulla rupe a dominio di
vallata. Sulla destra fanno capolino, lustri di sole pallido, i tetti rossi delle case
di Valle Dell’Angelo a scivolo di vallata con ferita di fiume a dilavare ciottoli di letto. Lassù, sull’Aufinito, nella
grotta aperta ad orizzonti d’infinito,
l’Angelo che dà il nome alla contrada
testimonia dominio di Longobardi che
trasferirono nel culto micaelico la ritualità del dio Odino. Riaffiora nel
verde di campagna a ricamo di arabeschi da scialo di fioritura di ciliegi, peri
e meli il campanile della chiesa Madre,
arioso nella luce a riecheggiare il culto
del patrono San Barbato. Di fronte il Cervati,
a
volte
imbronciato con quel
turbante di nuvole sul
cocuzzolo, più spesso
con il sole a rifrangenza
del bianco della neve!
Cosa questa insolita ad
aprile, nella Settimana
Santa! Il tempo per attrezzarci di racchette e
sci di fondo e via su per
i tornanti comodi con il
variare della vegetazione ad ogni pianoro.
Il Monte Cervati innevato
Ci fanno da guide due
forestali professionali,
motivati e disponibili; amano la mon- mule a screziare tappeti gialli nel verde
tagna e ne conoscono i segreti di flora della fienagione spontanea. Ancora un
e fauna e ne disvelano misteri e fascino tornante a conquista ardita di fuoridi tradizioni. La cupola di un ciliegio strada con la neve a pavesare di candidi
in fiore è saluto festoso e profumato tra tappeti i declivi ed eccoci alla “Fontana
i castagneti pedemontani che sfidano il dei caciocavalli”, il primo ed il più acfreddo di una primavera di neve nel te- cessibile dei rifugi che rievoca, nel
nerume delle prime gemme. Qualche nome, lavoro paziente e sapiente di pacontadino, a recupero di memoria fa- stori a cagliatura di saporito e pastoso
miliare e collettiva ha valorizzato il formaggio di alpeggio. C’è sinfonia di
vecchio stazzo con arredo di nocelleto messaggi nel silenzio assorto, rotto
a filari geometrici, a petto di collina. solo dalle scarpe nella neve soffice. Ha
Più su un allevamento di cavalli allo una sua voce profonda e misteriosa la
stato brado rianima pendii dirupanti, natura in questo santuario “en plein
dove è difficile stabilire il limite di de- air”, dove una selva di faggi è dissemimarcazione tra campagna coltivata e nazione a raggiera o saliscendi di canbosco intricato. regno del lupo. Una delabri a perforare il cielo. Hai ritegno
coppia di upupe in amore è piroettare finanche a parlare per non profanare la
colorato sui tetti diroccati di una casa sacralità che conquista ed avvolge e ti
abbandonata ad abbraccio di rovi. È la penetra fin nel profondo. E qualche
grazia segreta della montagna nel pi- soffio lieve di brezza è eco di sussurri
spolio di voli ad ariosa conquista di di elfi, fate e gnomi in segreti convegni
spazi infiniti “Sono i galletti di monta- d’amore sui pianori. Se chiudi gli occhi
gna”, sottolineano le due preziose e presti orecchio ai racconti della tradiguide; ed io mi incanto a quelle creste zione ti arrivano i canti di notti all’adscreziate che fuggono ebbre e gelose di diaccio dal “Piano degli zingari”, dove
libertà e schive finanche di un clic di uomini e bestie facevano sosta prima
vanità della macchina fotografica. di scendere a valle. Venivano dall’altro
Sulla sinistra il Monte Vivo mostra, in versante, da Monte San Giacomo a poun improvviso fascio di sole, fiancate polare le fiere di bestiame per il mera carico di neve, là dove una cappella cato/baratto di ovini e caprini. E le
votiva esalta pellegrinaggi a propizia- serenate d’amore nostalgico lacerazione di grazie di contadini e pastori vano i silenzi nel fuoco della luna e dei
“Questa è la tempa del triglio” sussurra falò tra boccali di vino a scatenare meBartolo Scandizzo, esperto genius loci, lodie “a voce stesa” con il sottofondo
a squarciar memoria di passato con gli di chitarre battenti ed organetti. E s’instenti della fatica del vivere alla colti- cantavano anche le volpi a timida fuovazione di orzo e patate con l’eco di riuscita dalle tane e spiavano i lupi,
racconti di famiglia su presunti tesori sentinelle sui dirupi. Ed il pensiero
nascosti nelle grotte o seppelliti nel corre alle grotte inaccessibili, covi/riventre della terra. Il Calore, che si in- fugi di briganti a taglieggiare viandanti
grosserà lungo il percorso, quassù è incauti. E la nuvolaglia che dirada cepoco più di un rigagnolo che spumeg- nerina o si incupisce nerastra su alla
gia tra i sassi, calando giù dalle sorgenti cima mi figura lavoro paziente di bodel Festola, nella nuvolaglia densa, scaioli e fatica estenuante di carbonai,
oggi, sulla testa del gigante Cervati fauni fuligginosi a conquista di pane
che, s’inforra sotto ponticelli arditi, rie- stento nel tabarro di fustagno. Non so
merge nella trina di sorriso delle acque se, per onorare il toponimo il Cervati
e canta solitario l’inno di libertà tra fu davvero, un tempo, regno di cervi.
flora ripariale, a volte rada, più spesso Ma lo fu di sicuro e lo è ancora del
intricata. È musica della natura il corso falco pellegrino e della poiana, del nibtortuoso spesso, lineare qualche volta, bio reale e dello sparviero. Della coturcristallino sempre. E l’acqua sciaborda nice e del gracchio corallino, del gatto
abbondante nei fossati a bordo di car- selvatico e dell’aquila reale.
rareccia, dove esplode il riso delle priSEGUE A PAGINA 8
SALA CONSILINA
Quattro bombe carte artigianali dal
peso complessivo di 3 chili e mezzo.
È quanto trovato dai carabinieri a Sala
Consilina. I militari del Nucleo operativo della Compagnia di Sala Consilina, diretta dal tenente Davide
Acquaviva, coadiuvati da Artificieri
Nucleo Investigativo Salerno, hanno
tratto in arresto in flagranza di reato
per detenzione illegale di ordigni
esplosivi G. C., pluripregiudicato
46enne del posto. Le indagini da parte
delle forze dell'ordine sono ora indirizzate per capire a cosa poteva servire
il materiale esplosivo e se altre persone risultano coinvolte nella vicenda.
Non si tralascia alcuna pista.
ROSCIGNO
Si apre uno spiraglio per la riapertura
della Provinciale 342, che collega
Roscigno con Corleto Monforte. È
stata infatti fissata una riunione alla
Provincia, per discutere dell’annosa
questione. La Strada provinciale 342
è pronta ormai dall’aprile scorso ma
la Provincia non ha ancora provveduto a riaprirla. «Una vicenda davvero vergognosa – denuncia il
sindaco Palmieri – perché non solo
la Provincia non ha messo i soldi per
ripristinare la strada che collega Roscigno con il bivio di Corleto, chiusa
ormai da sei anni, in quanto ci ha
pensato la Banca Monte Pruno, ma
da quattro mesi l’Ente non provvede
neppure a riaprirla».
CASELLE IN PITTARI
Da giovedì 22 c.m. è chiusa al traffico
la S.p 16. La circolazione è stata interrotta per la caduta di massi verificatasi
nel tratto al confine con Morigerati. Si
tratta di una via interna molto utilizzata dalla parte del territorio più a sud
del Cilento. Fortunatamente, quando
sono caduti i macigni la strada era deserta. Dopo un minuto sono passate
alcune auto. «È vergognoso – afferma
il sindaco di Morigerati Cono D’Elia
componente del nuovo direttivo del
Parco – la regione spende milioni di
euro per manifestazioni estive e non
investe un euro per la messa in sicurezza delle strade cilentane, ormai allo
sfascio. Informerò l’Ente Parco. Non
c’è futuro, in questo territorio, senza
una rete viaria adeguata».
8
CAPACCIO PAESTUM
n° 34 29/09/2016
Soldi a palate per risolvere questioni annose che restano irrisolte
La città dei templi coperta da una caterva di milioni
LUCIO CAPO
2
5 milioni per le fogne e per il
depuratore di Varolato. La domanda nasce spontanea… ma se
servono tutti questi soldi per la depurazione, fino ad ora le acque luride e
nere dove sono state nascoste?...Vuoi
vedere che in modo subdolo e inconsapevole, per non dire insospettabile,
le acque di fogna non depurate sono
arrivate a bagnare le sacre sponde?
Disinquinare, tenere pulito un territorio, bonificare le discariche che insozzano i luoghi, i rii e le calli, dovrebbe
essere una priorità di tutte le amministrazioni. La realtà invece ci presenta
uno scenario desolante, sporco e puzzolente.
30 milioni invaderanno l’Area Archeologica di Paestum. Quanti altri
soldi serviranno per dare dignità alla
Città più Bella della Magna Grecia?
Soldi a morire, a secchiate, a carrettate…che non sono serviti all’esproprio delle terre private della Città
Antica, che non sono stati utilizzati
per comprare Villa Salati. Milioni che
vengono sprecati per opere inutili e
impattanti… vedi i parcheggi della
Cirio e della stazione di Paestum con
le loro baracche fatiscenti e misere,
esempio di spreco di danaro pubblico
e di incapacità amministrativa e tecnica, superfetazioni che oramai “fetono”, ricettacolo di miserie umane e
rifiuti organici, la plastica evidenza di
una realtà escatologica all’ennesima
potenza. Milioni che non si sa se verranno utilizzati per recuperare la ex
Cirio, per adesso si ha solo notizia di
una prossima apertura per una mostra
di artisti nostrani. Milioni che non
sono valsi a comprare il Tabacchificio
del Cafasso , per farne il più grande
Museo d’Arte Antica del Mediterraneo. Milioni che non sono stati usati
per bonificare la lottizzazione abusiva
della Lupata, attraversata in pompa
magna dal Sentiero degli Argonauti.
4 milioni di euro per un sottopasso
mai nato. Un parto difficilissimo, che
si è tramutato in aborto, con conseguenze tragiche per un’intera popolazione, costretta a fare il periplo della
Piana per raggiungere qualsivoglia
destinazione, che tanti dolori e lutti ha
provocato e ne provocherà. Le ultime
notizie che giungono da Palazzo di
Città ci rendono edotti , oramai, sulla
impossibilità di una sua realizzazione,
vista l’esosa richiesta di 4 milioni di
euro, che la Soprintendenza Archeologica ha chiesto al Comune di Capaccio-Paestum. Una barca di soldi,
solo per fare i saggi di scavo archeologico nell’area di sedime dell’opera.
Ma gli scienziati e i tecnici comunali
hanno un piano di riserva, e, risolveranno l’annoso problema con l’acquisto o il noleggio di palloni aerostatici,
mongolfiere, funivie, seggiovie e
quant’altro serva a superare la bar-
riera ferroviaria che isola Paestum dal
resto della sua Chora. Mezzi alternativi e tecnologici che serviranno a trasferire da un capo all’altro della linea
ferrata, uomini, mezzi ed animali. Se
Venezia ha i canali e Napoli la metropolitana, Paestum si porrà all’avanguardia mondiale nel trasporto
pubblico, con l’utilizzo di tecnologie
aeree, per lo spostamento dei suoi abitanti e delle loro masserizie. Nel frattempo i cittadini restano in trepidante
attesa della prossima campagna elettorale che vedrà candidati di ogni
risma, promettere tunnel che attraverseranno il territorio da est ad ovest, da
nord a sud, da nord-est a sud-ovest.
Saranno messe in moto macchine perforatrici per scavare l’agognato tunnel
sotto la ferrovia a Pestùm, che è diventato, a ragion veduta, più famoso
di quello della Manica. Sarà tanto il
casino che le talpe meccaniche faranno sottoterra, che ci impediranno
di riposare per anni, fino a quanto gli
stessi mostri scavatori si ribelleranno
ai loro manovratori e si fermeranno
per sempre. Giungeranno al fine gli
archeologi del quinto millennio, che,
dopo aver scavato in profondità si
chiederanno…ma sotto Pestùm che
ce stà?
1 milione di euro in “Palle Geodetiche” che sono state montate e rimontate, per non so quante volte, dentro e
fuori l’Area Archeologica, oggi vagano per la Piana e non si hanno ancora notizie certe sulla loro prossima
dimora, qualcuno ipotizza una collocazione permanente a Capaccio
Squalo, altri propendono per la loro
ultima istallazione a Pestùm, la diatriba crea malumori e indefessa rassegnazione…noi più modestamente
siamo propensi al loro sgonfiaggio…
meno palloni gonfiati ci sono, a Pestùm, e meglio è per tutti.
Cervati: fascino e misteri
La montagna con la neve fuori stagione
SEGUE DA PAGINA 7
GIUSEPPE LIUCCIO
Q
ui ti prende desiderio insopprimibile di panismo sacro ed hai
voglia di confonderti e quasi
annullarti nell’anima viva della natura
che respira con gli alberi, gracida con
corvi e sparvieri, ulula con i lupi e
canta la litania dell’acqua a murmure
perenne nella polla a miracoloso zampillo alle radici di due faggi o a gorgoglio/rigagnolo del salto di un embrice
posticcio a trafittura di terrapieno. È
istintivo sporgere le mani a conca e rigenerarsi a lavacro di purezza dell’acqua a svenatura del ventre della terra.
Più su, a 1800 metri, una madonna dall’eremitaggio di una chiesetta veglia su
boschi, campagne e paesi di tutto il cilento e non solo, ed è contesa d’amore
e fede con quei di Sanza che scalano il
monte dall’altro versante a reclamare
possesso di santuario e statua miraco-
losa. Lassù c’è anche l’ultimo rifugio
fresco di recente apertura. Mi piacerebbe consumarvi caciocavallo e salumi con abbondanza di vino forte,
frizzante e generoso. Ma i cirri cupi
della cima minacciano tempesta in
pieno aprile e sconsigliano l’ultima ardita scalata. Ci tornerò magari nella
stagione giusta quando i pianori che
sfiorano il cielo si tappezzano di fiori
di lavanda ed il sole dardeggia nella canicola. Lo prometto a me stesso con
l’assenso entusasta di Bartolo Scandizzo che mi sarà compagno di avventura, mentre la macchina imbocca la
carrareccia della discesa a margine di
fossati a cantilena d’acqua e sorriso di
primule, un puledro bizzarro nitrisce
spavaldo o per protesta per la nostra intrusione nel suo regno di silenzio smemore o perché ferito d’amore per un
cavallina che lo guarda con gli occhi
acquosi di tenerezza e desiderio.
n° 34 29/09/2016
9
CA
EVENTI
Gli attori Dino Abbrescia ed Elisabetta Pellini
si sfideranno ai fornelli per la quinta edizione di Cinecibo
TERREMOTI E VULCANI
INTELI COMUNICAZIONE
U
n gran numero di cortometraggi in gara per questa
quinta edizione di Cinecibo
Festival: la rassegna cinematografica, nata da un’idea di Donato Ciociola, che racconta i sapori della
buona tavola attraverso il grande
schermo e che, dal 6 al 9 ottobre, si
terrà a Battipaglia, città conosciuta
come la capitale della mozzarella e
in particolare della famosa “zizzona”, resa celebre dal film ‘Benvenuti al Sud’.
Anche quest’anno, a valutare e premiare le opere in concorso sarà Michele Placido, presidente di giuria di
Cinecibo, sin dalla prima edizione.
Oltre al premio Cinecibo, Placido
consegnerà un premio speciale, “Rai
Cinema Channel” per il corto più
web.
Al Festival sono attesi registi, sceneggiatori, produttori e altre personalità di prestigio del mondo
cinematografico, che si sono distinte
nella valorizzazione dell’arte culinaria, della territorialità e della tipicità
enogastronomica locale e nazionale.
Come ogni edizione ci sarà una simpatica gara di show cooking con due
popolari attori italiani, Dino Abbrescia (attore presenti in film quali
“Cado dalle nubi” e fiction come
“Distretto di polizia”, “Squadra antimafia”) ed Elisabetta Pellini (attrice protagonista di fiction quali “Le
tre rose di Eva”, “Elisa di Rivombrosa”, “Distretto di Polizia 7”, “Un
medico in famiglia”) che si presteranno a competere tra loro ai fornelli,
confrontandosi con ricette tipiche
delle rispettive zone di provenienza.
Nella seconda giornata del Festival,
a partire dal pomeriggio avrà luogo
una gara di show cooking tra gli
“Istituti Alberghieri”, dove i ragazzi
dovranno cimentarsi nel preparare un
primo piatto e la successiva guarnizione di un dolce, senza essere a conoscenza degli ingredienti messi a
disposizione dall’organizzazione.
Cinecibo Festival proporrà anche
delle proiezioni mattutine di lungometraggi cui si potrà assistere durante la prima e la seconda giornata.
Le proiezioni si terranno presso la
sala Auditorium dell’istituto ‘Ferrari’
e sono gratuite e aperte al pubblico.
Ad impreziosire la sede di Cinecibo
Festival sarà la mostra “Ciak, si mangia. La storia del cinema a tavola”
presente tutti i giorni dalle 9:00. In
mostra, scene di culto del cinema legate al cibo, entrate a far parte per
sempre dell’immaginario collettivo:
come dimenticare il celebre e grottesco dialogo con gli spaghetti di Alberto Sordi in ‘Un americano a
Roma’ (del 1954) o ancora lo
sguardo sfrontato e divertito di Totò
in ‘Miseria e nobiltà’ mentre, in piedi
sul tavolo, fa incetta di spaghetti che
infila finanche nelle tasche dei pantaloni? L’incrocio tra cibo e cinema
di Cinecibo mira inoltre ad a avvalorare il legame tra il grande schermo
e i territori di competenza, veicolando e orientando la produzione cinematografica verso la scoperta di
contenuti specifici e a tal proposito,
resta impressa, a distanza di ben cinque anni, la scena in cui Claudio
Bisio presenta all’Accademia del
Gorgonzola, un enorme formaggio
bianco ovvero una mozzarella di ben
5 kg che ormai è diventato un marchio registrato: la ‘zizzona’ di Battipaglia, salita alla ribalta del pubblico
nazionale grazie al film, campione
d’incassi, ‘Benvenuti al Sud’ 31 i fo-
togrammi che compongono un percorso che, attraverso le scene più
amate del grande schermo, ricostruisce la storia cinematografica della
provincia italiana a tavola, fino a risalire alle radici della società contadina mediterranea.
Sono partner di Cinecibo Terra Orti,
La Zizzona di Battipaglia, Apa dolci,
Amaro di Paestum, Bisol , Solania,
Hotel Palace, Gold Metal Fusion,
Pasta Antonio Amato, Ice Group, Cinecittà News, The Church Palace
Rome, San Luca Hotel, Inteli Comunicazione, Docom, Libreria Mondadori Battipaglia, Ristorante da Vitale,
Perrella, Istituto di Istruzione Superiore "Enzo Ferrari" - Battipaglia,
“Gli Agricoltori della nostra terra”
MASSIMILIANO DE PAOLA
N
ell'ambito delle attività promosse
dal Comune di Sant'Arsenio, settore
promozione attività agricole, nasce
la seconda edizione dell’evento intitolato
"Gli Agricoltori della nostra terra". L’evento
si terrà presso il Comune di Sant'Arsenio sabato 1 Ottobre in Piazza Domenico Pica.
Ho fatto una breve intervista al Dott. Nello
de Martino che è il Direttore Marketing che
cura l’evento.
Dott. de Martino, quante aziende parteciperanno all’evento e chi altro verrà
coinvolto? Parteciperanno all’evento circa 50 aziende. La manifestazione si
articolerà nella giornata di sabato primo ottobre 2016. Cerchiamo pure di
coinvolgere le scuole con la specificità agraria, l’Istituto Agrario di Sala
Consilina e l’Istituto di Istruzione Superiore “Pomponio Leto” di Teggiano.
Lo scopo è quello di coinvolgere i giovani perché l’agricoltura è un settore
che ha bisogno di nuove leve e perché occorre urgentemente un ricambio
generazionale.
Come intendete coinvolgerli? In questa fase saranno spettatori. A livello
progettuale non è nata ancora l’ipotesi di coinvolgimento diretto. Verranno
a vedere questa fiera, conosceranno le aziende e i processi produttivi, ascolteranno il convegno che inizierà alle 11, dopo il taglio del nastro che si farà
alle 10. Ci saranno degli Onorevoli, la Senatrice Saggese e alcune aziende
che porteranno le loro testimonianze dirette. Poi durante la giornata ci saranno i punti espositivi. In serata probabilmente faremo anche un momento
ludico con un po’ di musica e con la presenza di qualche realtà locale.
Verranno anche buyers? Si verranno 7-8 buyers che incontreranno le aziende
per far capire loro che ci sono delle metodologie per cercare di conquistare
nuove fette di mercato.
Potranno anche stringere degli accordi? Certamente si! Conosceranno i
buyers. Il nostro tentativo è che non sia un fatto episodico ma che ci siano
dei briefing periodici perché si possa capire se l’intervento sta dando nel
tempo i frutti sperati.
«Il Marsili è un vulcano attivo che
sta nel mare. Il pericolo di una esondazione è reale. Il vulcano c’è e non
è spento. Siamo a rischio». Ne è convinto il professore Francesco Dramis
dell’università Roma tre. Il terremoto di magnitudo 3.2, verificatosi
mercoledì mattina, con epicentro
nelle acque che bagnano la Calabria,
ha infatti messo in allarme i geologi.
Come evidenziato dal Consiglio nazionale delle ricerche di Napoli e
dell’Ingv, viste le sue dimensioni,
un’eruzione violenta provocherebbe
uno tsunami che in meno di trenta
minuti colpirebbe le coste di Campania, Calabria e Sicilia.
PAESTUM
Gabriel Zuchtriegel ottiene il voto
più alto tra i direttori dei musei ad un
anno dall'insediamento.
Il 35enne tedesco, ha scelto di avvicinarsi nel modo giusto. In primis, ha
motivato il personale del parco chiedendo risorse, razionalizzandone lavoro e orari. Il resto segue: l’interno
dei templi di nuovo aperto al pubblico, musica, visite by night, efficacissimo rilancio dei social (Fb,
Twitter, Instagram), risistemazione
del museo con la nuova sala dedicata
al Tuffatore. Tra i nuovi direttori
forse il più efficace sinora: voto 8.
PRIGNANO CILENTO
Il comandante della polizia municipale di Agropoli, Maurizio Crispino,
ha firmato un’ordinanza che prevede
l’istituzione di un senso unico alternato, regolato da impianto semaforico, sul tratto di via Madonna Del
Carmine, Sp 45, per 30 giorni, dalle
20 alle 5, per lavori di manutenzione
sulla rete idrica e fognaria. Una situazione che comporterà disagi alla circolazione, già compromessa dalla
chiusura della Cilentana. A breve scadrà il termine di fine ottobre, indicato
dalla Provincia per la consegna dei
lavori. Ma è molto probabile che tale
data possa slittare ancora. Continui
ritardi e rinvii che hanno spinto il
geologo dell’Università Federico II
di Napoli, Franco Ortolani, a offrire
la propria consulenza gratuita per risolvere una volta per tutte la vicenda.
10 n° 34 29/09/2016
CULTURA
Stati generali della
Letteratura del Sud
Pollica – Castello dei Principi Capano – Acciaroli Piazza Vittorio Emanuele – dal 30 settembre al 2 ottobre
2016.
L
a prima edizione degli Stati
generali della Letteratura del
Sud prende il via in uno dei
luoghi più suggestivi del Cilento e
coloro che interverranno si confronteranno su Continuità/Rottura Il Sud è la maggiore risorsa inespressa del Paese. Sa ancora esibire
una personalità ricca e antica, altrove perduta; ma la sua stratificata
identità è anche segno di un’arretratezza che gli impedisce di giocare a pieno titolo la
partita della modernità. L’urgenza di una rottura è evidente quanto la necessità di valorizzare una intelligente continuità.
Ecco il programma degli eventi:
VENERDÌ 30 SETTEMBRE
PARLAMENTO DEL POMERIGGIO (ACCIAROLI)
Ore 19
Un antiromanzo di formazione. Presentazione del romanzo
di Athos Zon...tini “Orfanzia” (Bompiani). Conduce
Raffaella Ferrè.
PARLAMENTO DELLA SERA (ACCIAROLI)
Ore 21,30
Una notte a Little Italy. L’emigrazione meridionale
negli Stati Uniti raccontata con le canzoni italoamericane. Con Francesco Durante (voce narrante e canto),
Tony Laudadio (voce recitante e canto, sax tenore e
chitarra), Federico Odling (violoncello e piano), Vittorio Ricciardi (flauto, ottavino e clarinetto).
SABATO 1 OTTOBRE
PARLAMENTO DEL MATTINO (POLLICA)
Ore 10,30 Walter Pedullà, “Che cos’è la letteratura meridionale”
Ore 11 Giuseppe Lupo, “Sud, dalla catastrofe all’utopia”
Ore 12 Emanuele Lelli, “Cultura popolare antica e moderna”
Ore 12,30 Simonetta Agnello Hornby, “Portarsi dietro
il Sud”
Corso Italia, 39
Tel. e Fax 0828.723253
Capaccio Scalo (SA)
email: deslinelibero.it
PARLAMENTO DEL POMERIGGIO (ACCIAROLI)
Ore 17,30 Nicola Lagioia, “La linea della palma e il
monopolio dell’immaginario”
Ore 18,30 Cercando il passato nel presente. Presentazione del libro di Emanuele Lelli “Sud antico. Diario
di una ricerca tra filologia ed etnologia” (Bompiani).
Conduce Angelo Meriani.
Ore 19,30 Un libro pieno di amore e di dovere. Presentazione del romanzo di Simonetta Agnello Hornby
“Caffè amaro” (Feltrinelli). Conduce Titti Marrone.
PARLAMENTO DELLA SERA (ACCIAROLI)
Ore 21,30 La felicità dell’attesa. Reading-spettacolo
basato sull’omonimo romanzo di Carmine Abate
(Mondadori), con la voce narrante dell’autore e la musica di Cataldo Perri (chitarra battente e voce), Piero
Gallina (violino e lira calabrese), Enzo Naccarato (fisarmonica), Checco Pallone (chitarra e tamburello).
Un’incursione nella storia, nelle tradizioni e nei sogni
del Mediterraneo, con particolare riferimento alla minoranza arbëreshë di Calabria.
DOMENICA 2 OTTOBRE
PARLAMENTO DEL MATTINO (POLLICA)
Ore 10,30 Carmine Abate, “Vivere e scrivere per addizione”
Ore 11 Da Sud a Sud. Presentazione del libro
di Alessandro Leogrande “La frontiera” (Feltrinelli).
Conduce Eduardo Cicelyn.
Ore 12 Antonio D’Orrico, “Capo Vaticano”
Ore 12,30 Carmen Pellegrino, “Le parole di pietra”
PARLAMENTO DEL POMERIGGIO (ACCIAROLI)
Ore 17,30 Stelladamore nel labirinto. Presentazione
del romanzo di Piera Ventre “Palazzokimbo” (Neri
Pozza). Conduce Raffaella Ferrè.
Ore 18,30 Sud, antenati e discendenti. Conversazione
tra Walter Pedullà, autore di “Il mondo visto da sotto.
Narratori meridionali del ‘900” (Rubbettino), e Silvio
Perrella, autore di “Addii, fischi nel buio, cenni” (Neri
Pozza).
Ore 20 Grosso guaio a Minervino Murge. Presentazione del romanzo di Gaetano Cappelli “Una medium,
due bovary e il mistero di Bocca di Lupo” (Marsilio).
Conduce Antonio D’Orrico.
PARLAMENTO DELLA SERA (ACCIAROLI)
Ore 21,30 Tre volte Arminio / Podolika Tour. Uno spettacolo
di parole e canzoni dalle Terre dell’Osso con Franco,
Livio e Manfredi Arminio, rispettivamente voce sproloquiante,
chitarra e canto.
CULTURA
n° 34 29/09/2016
11
Il comune cilentano protagonista di una tre giorni culturale
Pollica: “Stati generali della Letteratura del Sud”
ILARIA LONGO
D
al 30 settembre al 2 ottobre a
Pollica e ad Acciaroli si terrà
la prima edizione di “Stati
generali della Letteratura del Sud”,
un evento culturale realizzato dal
Comune di Pollica in collaborazione
con il prof. Francesco Durante, direttore artistico di “Salerno Letteratura”
e di questa manifestazione.
I due centri cilentani faranno da location a questa tre giorni interamente
dedicata a convegni, presentazioni di
libri, momenti culturali in cui saranno protagonisti importanti nomi
della cultura italiana: Walter Pedullà,
Simonetta Agnello Hornby, Nicola
Lagioia, Carmine Abate, Antonio
D’Orrico, Carmen Pellegrino...
“È stata scelta Pollica come sede di
questo evento”, chiarisce il prof. Durante, “non solo perché il sindaco
Stefano Pisani e l’assessore Domenico Palladino hanno mostrato una
grande sensibilità verso i temi che
saranno discussi nel corso della manifestazione, ma anche perché Pollica si trova in una posizione
geografica centrale rispetto alle regioni del Sud che potrebbero essere
interessate a partecipare a questi momenti culturali”.
Lo scopo di “Stati generali della Letteratura del Sud”, come spiega il
prof. Durante, “è quello di creare uno
spazio in cui chi fa cultura possa portare dei contributi alla conoscenza e
alla valorizzazione del mondo. Ritengo che se il Sud ha qualche speranza di sviluppo per il futuro questo
è legato a un corretto utilizzo della
cultura in tutte le sue declinazioni”.
Nell’immaginario collettivo, infatti,
lo scrittore e - più in generale chi si
occupa di cultura - è colui che nel silenzio del suo studio scrive, immagina, si occupa di storia o di filosofia
ed è abbastanza assente da quel che
accade intorno a sé. L’obiettivo di
questa manifestazione cilentana
vuole essere proprio quello di infrangere questo cliché per portare gli uomini e le donne di cultura al centro
del loro vivere quotidiano, impegnati, qualora ce ne fosse bisogno,
anche a generare idee e pensieri volti
a creare un cambiamento, una metamorfosi di cui l’Italia tutta, e il Sud
in particolare, ha fortemente bisogno
soprattutto in questo periodo.
L’intellettuale è considerato, in questo contesto, in virtù del suo impegno
civile senza però essere autoreferenziale ma, anzi, provvisto della capacità di confrontarsi con gli altri.
Proprio per generare questi momenti
di discussione gli appuntamenti degli
“Stati generali” sono stati suddivisi
in tre momenti: “Parlamento della
mattina”, “Parlamento del pomeriggio” e “Parlamento della sera”.
“La mattina”, spiega il prof. Durante,
“verranno discusse delle relazioni, il
pomeriggio ci saranno presentazioni
di libri e la sera dei momenti di spettacolo. Il ‘Parlamento’ vuole sottolineare la volontà e la necessità di dare
vita a dibattiti”.
Creare nel Sud, e nel Cilento in particolare, l’occasione per interrogarsi
sulla cultura vuol dire iniziare a discutere partendo con un certo vantaggio, poiché questi luoghi sono
intrisi di bellezze paesaggistiche, storiche, architettoniche e artistiche, ma
vuol dire anche sganciarsi dai fili del
passato
che rend o n o
questo
territorio
ancora
per molti
aspetti
arretrato.
Per questo sarà
centrale
nei dibattiti l’antit e s i
continuità/rottura.
I temi trattati nel corso della kermesse saranno davvero tanti: dalla
“Cultura popolare antica e moderna”
al “Portarsi dietro il Sud”, dall’emigrazione meridionale al “Sud, dalla
catastrofe all’utopia”.
Il comune denominatore dei vari appuntamenti resta, ovviamente, il Sud,
ma anche la letteratura che, come
sottolinea il prof. Durante, “non è
arida e può dare motivazioni che
molte volte un discorso strettamente
politico non riesce a dare”.
Il potere politico e civile della letteratura ha toccato spesso, nel corso
della nostra storia italiana e meridionale, l’apice. L’auspicio è che questa
manifestazione culturale, guidata
dall’immensa capacità di rottura
della cultura, possa incamminarsi sui
binari del cambiamento.
Paolo D’Andrea e Felice Vertullo sono andati oltre l’esistenza terrena
Due amici che avrei voluto frequentare di più
BARTOLO SCANDIZZO
P
aolo e Felice, due amici con cui ho vissuto un tratto
della vita insieme nel borgo natio, Piaggine. Con
Paolo ho frequentato l'istituto magistrale a cui ci iscrivemmo dall'anno della sua istituzione. Con Felice, più giovane di me di pochi anni, ci siamo frequentati già da
"adulti": io ero all'università e lui stava completando la
scuola superiore. Insomma, abbiamo viaggiato sul transatlantico che galleggia nel tempo e fa tappa nella nostra vita
per un breve tratto. Come è accaduto innumerevoli volte ai
giovani del nostro paese arrivati a conseguire una laurea,
siamo "volati" lontano dagli affetti e dagli amici per agguantare il "sogno" sollecitato per noi dai nostri genitori:
salire di qualche gradino la scala sociale. Era quello per cui
ci eravamo preparati e, in qualche modo, siamo riusciti a
tradurlo in realtà.
Io andai molto più lontano di Paolo e Felice. Io a Varese,
Paolo a Salerno e Felice a Eboli. Tornando nella terra dei
padri nel ‘93, in varie occasioni, ho rivisto sia Paolo che Felice ed ho anche conosciuto le donne della loro vita.
Il primo a qualche manifestazione a Piaggine. Caso strano,
le ultime due al "banchetto della sposa" al Ponte dove sfilavano giovani ragazze vestite da spose. Il secondo in casa
di un amico comune qualche anno fa: da Nicola Mastrandrea, il primo laureato del nostro paese figlio di pastori, ad
AGENZIA DI PAESTUM
VIALE DELLA REPPUBLICA,18
84047 - CAPACCIO (SA)
Tel: 0828 723268 - Fax: 0828 725886
e-mail:[email protected]
Foto d’epoca
Omignano. Paolo e Felice non erano chiassosi, né spacconi;
loro avevano un sorriso positivo, mai sfottente, come tanti
di noi sfoderano in troppe occasioni: lo si fa per occupare il
tempo che ci avanza. Per loro la vita è stata breve. Lasciano
alle mogli Emilia e Filomena, il fardello e il pensiero di portarli con loro fino alla fine dei loro giorni. Per tutti gli altri,
ed anche per me, sarà difficile averli presenti per lungo
tempo perché in questo mondo è più facile perdersi che trovarsi ... Niente di più! Resta, però, la consapevolezza rassicurante di chi si ritrova nello sguardo di persone con cui hai
camminato insieme sul sentiero ell'esistenza.
Addio, amici miei …
PARCO CILENTO DIANO ALBURNI
12 n° 34 29/09/2016
Il consiglio si insedia a palazzo Mainenti
Parco, la squadra scende in campo
SEGUE DALLA PRIMA
BARTOLO SCANDIZZO
la costa ha sempre voglia di crescere
il patrimonio abitativo e ricettivo, le
aree interne, la contrario, hanno il
problema di cosa fare di un patrimonio abitativo in disfacimento perché
inutilizzato e abbandonato a causa del
decremento demografico a favore
proprio delle zone costiere, per la
maggior parte, e realtà cittadine vicine
e lontane.
La Comunità del parco, presieduta da
Salvatore Iannuzzi sindaco di del comune più piccolo per numero di abitanti del parco, dovrà riguadagnare il
ruolo che le assegna lo statuto dell’ente e assumerne altri come quello
di diventare una sorta di “parlamentino” della “regione verde” orfana di
una provincia che non c’è più!
I consiglieri nominati come esperti
dovranno dare consapevolezza scientifica e agganci con il mondo di
mezzo che sta tra le istituzioni politiche e la comunità scientifica al fine di
mediare tra gli interessi particolari di
un territorio e quelli generali dovuti ai
tanti riconoscimenti internazionali
che il parco ha avuto in 20 anni di
esistenza. La struttura amministrativa
guidata dal direttore, Angelo De Vita,
(in scadenza di mandato e in attesa del
reincarico a cui si è candidato con
altri 13 pretendenti) dovrà essere fortemente reattiva alle sollecitazioni del
presidente del consiglio. Il suo ruolo
è fondamentale per far camminare sui
giusti binari idee da tradurre in progetti cantierabili e finanziabili. Insomma, è ora di passare dalle parole
ai fatti. Da parte nostra non possiamo
augurarci che riescano nel loro intento.
Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni
Ecco i componenti del consiglio direttivo
GINA CHIACCHIARO
I
l Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio
e del Mare Gianluca Galletti ha emesso il decreto di
nomina relativi ai componenti del nuovo consiglio direttivo del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e
Alburni. Si tratta di Vincenzo Inverso, su designazione del
Ministero dell'Ambiente; Natalino Barbato, su designazione del Ministero delle Politiche Agricole; Maria Cristina Giovagnoli, su designazione dell'Istituto Superiore
per la Protezione e Ricerca Ambientale. Rosario Carione,
Beniamino Curcio, Cono D'Elia ed Emanuele Giancarlo
Malatesta, su designazione della Comunità del Parco; Ferdinando Della Rocca, su designazione delle associazioni
ambientaliste. Può partecipare alle riunioni del consiglio
senza dirtto di voto, il presidente della Comunità del Parco,
Salvatore Iannuzzi, sindaco di Valle dell’Angelo (PD).
Vincenzo Inverso, Esponente dell’Udc, già candidato sindaco di Battipaglia con origini cilentane. La sua nomina è
arrivata su designazione del Ministero dell’Ambiente. Il
suo è il nome più discusso perchè in passato era stata già
avanzata l’ipotesi che potesse ambire alla carica di vicepresidente. Le critiche derivavano proprio dalla sua lontananza dal territorio. Il suo nome fu osteggiato da una sua
stessa collega di partito, il sindaco di Novi Velia e consigliere regionale Maria Ricchiuti in accordo con Luigi Cobellis.
Natalino Barbato. È il sindaco di Stio dal 2012, ma già sindaco di Stio per 3 mandati; Prima di lui fu sindaco il padre;
dal 2002 è stato sempre nel consiglio del parco (tranne una
breve pausa dovuta alla nomina di Maria Rosaria Capozzoli di Felitto. Lui fece ricorso e lo vinse riprendendosi la
poltrona). Politico di lungo corso, di professione medico
pneumologo, impegnato anche nella prevenzione dei danni
causati dal fumo. Il suo nome era da tempo indicato come
possibile componente del direttivo. La sua nomina è stata
proposta dal Ministero delle Politiche Agricole.
Maria Cristina Giovagnoli, si tratta di un tecnico ed è stata
designata dall’ISPRA (Istituto superiore per la protezione
e la ricerca ambientale). E’ responsabile del Settore per la
Tutela del Patrimonio Geologico.
Rosario Carione, 42 anni, dipendente dell’Asl di Salerno,
sindaco di Trentinara per la prima nel 2011 e riconfermato
nel 2016. In precedenza era stato per ben dieci anni vicesindaco con l’amministratore Fraiese.
Beniamino Curcio, ex Sindaco di Buonabitacolo, ex socialista attualmente in forza UDC, è stato il più votato
nella riunione decisiva di Vallo della Lucana. È stata la
sorpresa delle elezioni. Infatti, il predestinato ad occupare
il 4° posto disponibile rea il sindaco di Roscigno, Pino Palmieri in quota al centro – destra. Le divisioni in quel
campo politico hanno portato ad ribaltamento delle previsioni.
Cono D'Elia, sindaco di Morigerati da tre mandati. Ha raccolto, con questa elezione, i risultati del lavoro continuo e
incessante fatto per dare una prospettiva turistica e
un’apertura sociale ed economica al comune che amministra senza tralasciare di coinvolgere i colleghi sindaci dei
paesi vicini.
La realizzazione del “paese albergo” e il successo del progetto sul turismo di ritorno nei confronti della comunità
del suo comune in Brasile.
Emanuele Giancarlo Malatesta, ingegnere e sindaco di
Omignano dal 2014. Presidente della comunità Montana
Monte Stella. Ha intrapreso un lungo braccio di ferro con
la Regione Campania per il ritardato accredito delle risorse
destinate agli operai forestali.
Ferdinando Della Rocca, cavese, presidente della sezione
del Club Alpino Italiano (CAI) di Cava de’ Tirreni. Sarà
lui l’uomo che dovrà farsi ambasciatore presso il mondo
degli escursionisti legati al CAI per fare delle aree interne
del parco una destinazione per le attività sportive e ricreative all’aria aperta.
SOCIETA’
n° 34 29/09/2016
13
Salute, istruzione, libertà, eguaglianza sono diritti
Aldo Moro, l’uomo e il cristiano
SEGUE DALLA PRIMA
L. R.
na politica sensibile allo
“smart power”, del quale si
parla oggi con crescente interesse, non poteva essere compresa da
un realista come Kissinger: gli USA
avevano un timore panico dei comunisti e l’URSS non intendeva perdere
il primato del socialismo reale anticipando la caduta del muro. Non è un
caso che a via Fani, il 16 marzo 1978,
fossero presenti esponenti ed informatori di tanti servizi segreti! Nel
1975 alcuni titoli minacciosi apparsi
su OP di Pecorelli del tipo “Il ministro deve morire” giustificano alcuni
interrogati, come la frase sui muri
della capitale nel novembre del 1977,
dopo la gambizzazione: oggi Publio
Fiori Publio, domani Moro”. Nello
stesso mese è Moro a commentare:
“ci faranno pagare caramente la nostra linea politica ma dobbiamo farlo
nell’interesse dell’Italia”.
Non spetta a me ricostruire la vicenda, ma certamente appare confermata la sensazione che il sangue dei
martiri è sempre fecondo se il contadino proprietario della Renault rossa,
dove fu rinvenuto il corpo di Moro,
ha rifiutato i 300 mila euro offerti
dalla casa produttrice ritenendo che
non ci si debba arricchire con un
morto ed ha regalato l’automobile
allo Stato, un cimelio per non dimenticare. La stessa Faranda, pentitasi,
ha dovuto riconoscere che, invece
d’impegnarsi per la battaglia delle
idee e cambiare il mondo, alla fine le
BR hanno lasciato sangue e morti
dappertutto.
Da queste brevissime premesse deriva il desiderio di comprendere cosa
Moro ha fatto e da dove scaturisce la
sua forza morale. Durante la cerimonia per il centenario della nascita, lo
scorso 23 settembre, il presidente
Mattarella ha esaltato l’impegno costante nel confrontarsi con la fatica
della democrazia, la sua vocazione
all’intesa, l’azione di mediazione indisponibile ad un compromesso al ribasso. Lo stesso Moro ha sintetizzato
i risultati di questa sua azione quando
dichiarò agli esponenti del PCI:
“Quello che voi siete noi abbiamo
U
contribuito a farvi essere e quello che
noi siamo, voi avete contribuito a
farci essere”.
Oggi il rischio è attualizzare la sua figura deformandone il pensiero e dimenticare che egli è stato percepito
dai politici come un guastatore, un
inquinatore alla ricerca di prospettive
per un nuovo comunismo. Storici
come Gabriele De Rosa hanno asserito che non è stata raccolta la sua
eredità politica, che é prima di tutto
culturale: una intelligenza critica per
riflettere sullo sviluppo della società,
sulla modernizzazione, fatto nuovo
in Italia, cresciuta e, quindi, bisognevole di altre strutture e di una riforma
dello Stato.
Ai docenti del Tasso che hanno organizzato il seminario su Aldo Moro il
26 settembre facendone oggetto di riflessione nel corso di aggiornamento
vanno i complimenti per aver scelto
un tema così complesso per le molteplici implicanze e di estrema attualità
per i risvolti. Come iniziativa del
mondo della scuola è anche il miglior
omaggio e un doveroso gesto di riconoscenza per Moro ministro della
Pubblica Istruzione. Dopo Coppino,
che rese obbligatorie le elementari,
egli nel 1962 ha fatto la stessa cosa
per le medie, ritenendo l’istruzione lo
strumento che consente a tutti di farsi
valere, vera occasione di riscatto sociale. Moro era talmente sensibile a
questi aspetti da convincere la Rai ad
organizzare una trasmissione di successo che ha segnato un’epoca. Il
maestro Manzi col suo “non è mai
troppo tardi” ha consentito a tre milioni di Italiani d’imparare a leggere
e scrivere in un periodo che contava
appena il 5% di laureati nel paese.
A questa sensibilità egli ha affiancato
il grande impegno culturale, iniziato
già nel 1943, quando collaborava al
periodico clandestino di Bari “la rassegna”. L’argomento da lui preferito
e per il quale più si è impegnato trova
riscontro nel titolo di un articolo:
Ogni persona è un universo. La singolarità irripetibile di ogni individuo
protetta dall’aura del personalismo lo
vede impegnato nel 1946 alla Costituente con una precisazione circa
l’uso di un termine collegato al tema
dei diritti. Anche
da questo punto di
vista emerge ancora una volta la
sua attualità se si
fa riferimento allo
stucchevole dibattito sulla riforma
costituzionale che
ci affligge da
mesi. Egli propone
di correggere il
termine presente
nello Statuto Albertino, la legge
fondamentale ancora in vigore e che
prendeva spunto dalle Carte per concessioni reali. Per Aldo Moro i diritti
della persona alla salute, all’istruzione, alla libertà, all’eguaglianza
non sono frutto di una concessione,
che può essere revocata come avevano appena sperimentato gli Italiani
durante il regime, ma vengono riconosciuti come inalienabili proprio
perché la persona viene sempre
prima del cittadino.
Alcuni spunti di riflessione possono
essere dedotti dalle lettere scritte dal
carcere, come la frase riportata nella
locandina del convegno: “Questo
paese non si salverà, la stagione dei
diritti e delle libertà si rileverà effimera se in Italia non nascerà un
nuovo senso del dovere”. Egli è consapevole che “La verità è più grande
di qualsiasi tornaconto, è sempre illuminante e ci aiuta ad essere coraggiosi”. Nell’orientare la sua azione
politica ricorda che “Destino dell’uomo non è realizzare pienamente
la giustizia ma della giustizia avere
sempre fame e sete”, evocando il discorso della montagna.
Queste salde convinzioni consentono
a Moro di operare per allargare gli
spazi della democrazia. Nell’azione
politica e di governo coglie di dentro
i fenomeni sociali con una capacità
di analisi superiore agli specialisti e
a tanti politici. Egli non si chiude alla
comprensione, non innalza barricate
per difendere il Palazzo, sempre attento ad aprire la mente ai compagni
di partito e con coraggio valutare insieme i mutamenti.
È pronto a riconoscere il primato
della politica, ma non lo pone al di
sopra di tutto e tutti perché volontà
popolare e la maggioranza degli elettori non giustificano mai un potere
arbitrario. Infatti, per Moro la politica è un atto di consapevolezza, di
fiducia nel proprio compito, ma più
in fondo esiste una ragione, un fondamento ideale, una finalità umana
per i quali ci si costituisce in potere e
lo si esercita. Solo l’accettazione incondizionata di una ragione morale
consente di sviluppare con coerenza
il patrimonio d’idealità conferendo
concretezza agli impegni.
È il Moro cattolico, che fa dell’ispirazione religiosa, sempre presente
nella sua vicenda umana e politica, lo
stimolo per porre attenzione alle
“cose nuove”, prestare costante fiducia nel dialogo, ricercare ciò che unisce e non sentirsi appagati fin quando
non si son trovate soluzioni che assicurino libertà e tutelino la dignità di
ogni uomo. Egli considerava l’esperienza cristiana un motore di mutamento spirituale e sociale, come si
legge sulla targa del rifugio “A.
Moro” della Guardia Finanza a Bellamonte di Predazzo: “noi non vogliamo essere gli uomini del passato,
ma quelli dell’avvenire, il domani
non appartiene ai conservatori e ai tiranni, appartiene a degli innovatori
attenti, seri, senza retorica e quel domani appartiene anche alla forza rivoluzionaria
salvatrice
del
cristianesimo, lasciamo che i morti
seppelliscono i morti, noi siamo diversi, vogliamo essere diversi dagli
stanchi sostenitori di un mondo superato”.
14 n° 34 29/09/2016
LA STAZIONE DEL MARINAIO
di Sergio Vecchio
GASTRONOMIA
a cura di Diodato Buonora http://diodatobuonora.blog.tiscali.it
A tavola con la melanzana,
4 ricette per gustarla al meglio
Q
uesta settimana, come accade
periodicamente, ho lasciato
recensioni e manifestazioni
per scrivere di un ingrediente gastronomico. Dopo aver scritto di carciofi,
cipolla, mozzarella, funghi, alici, fragole, zucchine e tante altre cose, ecco
che parlo di melanzane, uno degli ortaggi estivi (ma oramai sono disponibili tutto l’anno) più versatili in
cucina. Sono apprezzate perché sono
povere di calorie, ma ricche di sapore,
stimolano i reni (perché sono molto
ricche di acqua), riducono il colesterolo e si dice che appiattiscono la
pancia. Tranne poche persone, la
maggior parte degli italiani mangia
senza problemi la melanzana, ortaggio originario della Cina e sbarcata in
Europa grazie agli Arabi. La melanzana era anticamente considerata addirittura immangiabile: in effetti essa
contiene una sostanza, la solanina,
che rende sconsigliato consumarla a
crudo. Il suo nome scientifico, Solanum melongena, ricorda il fatto che
appartiene alla famiglia delle solanacee, insieme quindi al pomodoro, al
tabacco, al peperoncino. La parte
della melanzana che consumiamo ha
la buccia lucente, nera, viola, bianca
o rossa, mentre la superficie può essere liscia o a costole e la forma varia
dal tondo all’oblungo all’ovoidale. La
melanzana possiede un altro pregio: è
ricca di fibre (tra le quali domina la
pectina) che sono ben tollerate dall'in-
testino e contribuiscono a facilitarne
il funzionamento. Quando acquistate
le melanzane, fate attenzione al picciolo che deve essere ancora attaccato, di un bel colore verde e senza
parti secche, mentre sulla buccia non
devono comparire ammaccature, parti
nere e ammuffite, e la superficie deve
essere liscia e tesa. Quale varietà scegliere? Dipende dall’uso che se ne
vuole fare in cucina: le melanzane rotonde sono ideali per essere affettate
e cotte sulla piastra, mentre le melanzane ovali sono più indicate per farle
ripiene oppure per ridurle a dadi e
unirle a sugo di pomodoro, cipolla e
aromi.
Ecco quattro ricette, dall’antipasto al
dolce, che ne esaltano il sapore.
Crema di melanzane al basilico
Ingredienti per 4 persone: 2 belle melanzane, 15 foglie di basilico, il succo
di 1 limone, sale, 1 spicchio d’aglio,
4 cucchiai di olio extravergine
d’oliva, olive nere e pane da tostare.
Procedimento: lavate le melanzane e
tagliatele in due nel senso della lunghezza. Fatele cuocere per circa
un’ora, nel forno a 220 gradi, finché
saranno tenere e cotte. Aiutandovi
con un cucchiaio, togliete tutta la
polpa e frullatela con il basilico, il
sale, l’olio, il succo di limone e
l’aglio. Mettete in frigorifero. Tostate
le fettine di pane in una padella con
poco olio, spalmatele con la crema di
melanzane e decorate con le olive.
Vino consigliato: Falanghina frizzante, Pompeiano Igp, Sannino.
***
Tagliolini freschi con le
melanzane fritte
Ingredienti per 4 persone: 320 g di tagliolini
freschi, 2 melanzane
medie fritte a cubetti, 1
spicchio d’aglio, olio extravergine d’oliva, basilico fresco, caciocavallo
stagionato grattugiato,
sale e pepe nero.
Procedimento: tagliate le melanzane
a cubetti. In una padella, mettete un
filo d’olio extravergine d’oliva, uno
spicchio d’aglio tritato e le melanzane. Fate ben dorare. Aggiungete i
tagliolini che nel frattempo avrete
cotto al dente in abbondante acqua salata, un mestolo di acqua di cottura e
le foglie di basilico spezzettate. Mantecate bene, togliete dal fuoco, aggiungete ancora del basilico fresco,
del caciocavallo stagionato grattugiato, del pepe nero macinato al momento e servite ben caldo.
Vino consigliato: Coda di Volpe
2015, Sannio Dop, Il Poggio.
***
Spiedino di melanzane, mozzarella
e pomodorini
Ingredienti per 4 persone: 2 grosse
melanzane ovali, 400 g di mozzarella
di bufala, 12 pomodorini, 24 olive
verdi grandi denocciolate, farina,
pangrattato, 2 uova, olio extravergine
d’oliva del Cilento, sale e pepe.
Procedimento: sbucciate le melanzane e tagliatele a cubetti. Tagliate a
Per l'ADB, il Trentenare miglior
"3 bicchieri" bianco della Campania
N
on è ancora uscita la guida
“Vini d’Italia 2017” del
Gambero Rosso, ma sul loro
sito sono stati pubblicati, in anteprima, i vini, regione per regione, che
hanno conquistato i “3 bicchieri”, riconoscimento molto ambito dai viticoltori di tutta la penisola.
Naturalmente, il nostro interesse è
andato soprattutto sulla Campania e
sui vini che hanno raggiunto l’obiettivo dei “3 bicchieri”. Gli esperti del
“gambero” hanno evidenziato che
nella nostra regione, quest’anno, il livello dei bianchi è elevatissimo, con
punte di eccellenza di livello internazionale, decisamente meno convincente la qualità media dei rossi per
via di una gestione dei
legni non sempre felice.
In totale, in Campania,
ci sono stati 22 “3 bicchieri”, dei quali 18
bianchi. Solo 2 i vini
premiati nel Cilento: il
Trentenare Fiano 2015
della San Salvatore e il
Paestum Bianco 2015
della San Giovanni.
L’ADB, nota associa-
zione salernitana di degustatori vini,
ha messo a confronto, alla cieca, 8
vini bianchi campani per valutarne
l’effettivo valore. Sono stati scelti
quelli che sono stati più facilmente
reperibili nelle enoteche della nostra
provincia. Per la cronaca, il vino che
ha ottenuto il punteggio più alto è
stato di misura il Trentenare Fiano
della San Salvatore (86,81/100), secondo il Furore Bianco di Marisa
Cuomo (86,63/100), terzo il Vigna
Cicogna 2015 Greco di Tufo di Benito Ferrara (86,18/100) e quarta la
Falanghina Sannio Taburno 2015 di
Fontanavecchia (84,27). Gli altri 4
(Paestum Bianco di Sangovanni, il
Fiano di Avellino Colli di Lapio Cle-
lia Romano, il Fiano di Avellino di
Ciro Picariello e il Caiatì Pallagrello
Bianco di Alois sono stati classificati
ex aequo al 5° posto. Complimenti
alla San Salvatore.
dibbì
n° 34 29/09/2016
15
cubetti (di egual numero e dimensione) anche la mozzarella. Infilzate
negli spiedi alternativamente cubetti
di melanzana sbucciata, dado di mozzarella, mezzo pomodorino, un’oliva.
Continuate in questo modo, fino all’esaurimento degli ingredienti, cercando di dividerli equamente in ogni
spiedo. Passate gli spiedini nella farina, nelle uova battute (con sale e
pepe) e nel pangrattato. Friggeteli in
abbondante olio e serviteli caldi.
Vino consigliato: Greco di Tufo Docg
2014, Di Prisco.
***
Mulignana c’a’ ciucculata
(Ricetta dolce, storica e famosa della
Costiera Amalfitana)
Ingredienti: 1 kg di melanzane lunghe, ½ kg di cioccolato fondente, 200
g di mandorle, 1 pacco di cacao in
polvere, 6 uova, 200 g di mandorle, 1
pacco di amaretti, olio per friggere, ¼
l di latte.
Procedimento: sbucciate le melanzane, tagliatele secondo la lunghezza
in fette piuttosto spesse e friggetele al
naturale in olio bollente. Sgocciolatele bene e, appena saranno asciutte,
bagnatele nell’uovo sbattuto, infarinatele e friggete nuovamente. Sgocciolate nuovamente e lasciate
riposare.
Preparate la crema al cioccolato, che
non dovrà risultare troppo liquida, facendo sciogliere nel latte il cioccolato
fondente e il cacao in polvere e aggiungendo altro latte se necessario.
Attendete che la crema raggiunga la
giusta densità. Nel frattempo frullate
insieme le mandorle, gli amaretti e un
pezzo di fondente. Intingete le melanzane nella crema di cioccolato e disponetele a strati, su cui via via
verserete una manciata del frullato di
mandorle, amaretti e fondente su tutti
gli strati. Lasciate riposare qualche
ora e servite le “mulignane c’a’ ciucculata” fredde.
Vino consigliato: Nyx moscato spumante dolce, Casa Vinicola Cuomo.