Domenica 5 marzo - Unità Pastorale

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Transcript Domenica 5 marzo - Unità Pastorale

dal 05 al 12 marzo 2017
Avvisi Parrocchiali
sito: www.parrocchielacchiarella.it
don Luigi 3385270796
dell’ Unità Pastorale di
Lacchiarella e Casirate Olona con Mettone
tel e fax: 029008002 e-mail: [email protected]
don Nazzareno 3339884525
don Luciano 3664215271
La Parola della Domenica
Iniziamo la quaresima, un cammino che porta alla gioia della resurrezione. È un
tempo spirituale che assomiglia alla primavera nella quale lasciarci condurre
dallo spirito Santo. È un tempo per lasciarsi riconciliare con Dio, nel quale fare
esercizio spirituale attraverso le tre dinamiche che caratterizzano la quaresima:
la preghiera, il digiuno e l’elemosina.
La preghiera si fa più intensa attraverso l’ascolto della parola di Dio (gli esercizi
spirituali e la preghiera di ogni giorno con la parola di Dio). Il digiuno dal cibo è
per non dipendere da esso e dargli il giusto valore. L’elemosina è un esercizio di
carità che ci permette di mettere l’altro al centro e non noi stessi, ed uscire così
dalle forme di egoismo che nascono in noi. Queste tre dimensioni sono degli
strumenti che ci aiutano a non cadere nella logica del tentatore. La nostra
quaresima ambrosiana ha nei vangeli domenicali il tema degli incontri di Gesù,
dove la sua parola va diritta al cuore. Questa domenica la Parola di Dio vuole
offrirci l’impostazione da dare a tutto il cammino quaresimale, che viaggia
attorno ai due comandamenti dell’amare Dio e amare il prossimo. Nella lettura
del profeta Isaia abbiamo sentito il richiamo sul digiuno che non consiste nel
fare dei gesti esteriori, ma che si tratta di digiunare da tutte quelle forme che
chiudono, che giudicano, che allontanano, che non cercano il bene dell’altro ma
l’auto affermazione di se stessi. Condividere, accogliere, stimare e prendersi
cura dell’altro sono i quegli atteggiamenti da riscoprire come ciò che permette di
essere nella luce, nella giustizia, di vivere la primavera che Dio vuole portare
nella nostra vita. Isaia non usa mezzi termini. Il vangelo di Matteo ci porta
all’inizio della vita pubblica di Gesù, che inizia con una lotta, nella quale lotta
non solo per lui ma anche per tutti noi. È una pagina di vangelo che tocca il
nostro quotidiano, perché la vita è come una lotta. Il tentatore parte sempre dal
bisogno. Gesù e il cristiano partono invece dal far riferimento alla Parola di Dio.
Il tentatore attacca Gesù e noi sulla sua e nostra vocazione di essere figli di Dio,
cioè sulla nostra volontà di seguire il Padre. La tentazione è usata dal tentatore
per provare quello che siamo, tanto che egli conosce la parola e spinge Gesù e
noi al dubbio della veridicità della parola stessa. La terza tentazione è quella
dell’idolatria, cioè di preferire altro a Dio. Penso che il tentatore ci presenta vie
affascinanti ci illude che ci possano esser altre strade per la felicità. Delle
scorciatoie che ci facciano avere gli stessi risultati. É la logica del minimo sforzo
e massimo risultato. La tentazione la troviamo nei diversi luoghi in cui viviamo e
arriva dove si cerca di evitare la fatica. Una vita bella, autentica senza tentazioni
non esiste. Papa Francesco in una omelia in santa Marta aveva definito cosi la
tentazione: “La tentazione si presenta a noi in modo subdolo appare come una
innocua attrattiva che lentamente si trasforma in una gabbia dalla quale anziché
cercare vie d’uscita si cerca di minimizzarne la schiavitù. Per resisterle bisogna
ascoltare la parola del Signore, perché «lui ci aspetta», ci dà sempre fiducia e
apre davanti a noi un nuovo orizzonte.” “Ma da dove viene la tentazione? Come
agisce dentro di noi? Il Papa facendo riferimento alla lettera di Giacomo, ci dice
che la tentazione non viene da Dio ma dalle nostre passioni, dalle nostre
debolezze interiori, dalle ferite che ha lasciato in noi il peccato originale. Da lì
vengono le tentazioni». E al riguardo si è soffermato sulle caratteristiche della
tentazione, che, ha detto, «cresce, contagia e si giustifica». Inizialmente,
dunque, la tentazione «comincia con un’aria tranquillizzante», ma «poi cresce. E
se uno non la ferma, occupa tutto». Poi avviene il contagio. La tentazione
«cresce ma non ama la solitudine»; dunque «cerca un altro per farsi fare
compagnia, contagia un altro e così accumula persone». E la terza caratteristica
è la giustificazione, perché noi uomini «per essere tranquilli ci giustifichiamo». E
in questo suo crescere, contagiare e giustificarsi, la tentazione «ci chiude in un
ambiente da dove non si può uscire con facilità». Quando siamo in tentazione,
non sentiamo la parola di Dio. Non capiamo. Perché la tentazione ci toglie ogni
capacità di lungimiranza, ci chiude ogni orizzonte e così ci porta al peccato. .
Quando siamo in tentazione è soltanto la parola di Dio, la parola di Gesù che ci
salva. Sentire quella parola ci apre l’orizzonte, perché «lui è sempre disposto a
insegnarci come uscire dalla tentazione e inoltre ci da fiducia, ci aspetta. Noi
dobbiamo avere la forza di fermarci e ricordare cosa ha fatto il Signore per noi,
di alzare gli occhi e guardare l’orizzonte e non chiuderci.
Infine il demonio, che significa divisione cerca proprio di spaccare, dividere
separare. Allora in questo tempo che ci è dato di vivere, proviamo a verificare
se stiamo seguendo il progetto di Dio. Per fare questa verifica è necessario
confrontarci con la parola di Dio. Entriamo in questo tempo consapevoli della
lotta che ci aspetta, ma con la speranza nel cuore di uscirne vittoriosi perché
Gesù stesso ci guida e ci aiuta ad uscire dalle gabbie del peccato.
Don Luigi
Calendario Liturgico
DOMENICA 5 MARZO
morello
! DOMENICA ALL’INIZIO
DI QUARESIMA
Imposizione delle ceneri
Liturgia delle ore prima settimana
Is 58, 4b-12b; Sal 102; 2 Cor 5, 18 6, 2; Mt 4, 1-11 Misericordioso e
pietoso è il Signore
Ore 07.30 Santa Messa (chiesa parrocchiale)
Ore 08.30 S. Messa a Mettone
Ore 09.30 S. Messa a Casirate Olona
Ore 09.30 Santa Messa (chiesa parrocchiale)
Ore 11.00 Santa Messa (chiesa parrocchiale)
Ore 18.00 Santa Messa (chiesa parrocchiale)
LUNEDI’ 6 MARZO
morello
Ore 07.30 Santa Messa (in San Rocco)
Liturgia delle ore prima settimana
Int. defunta Marcori Franca
Gen 2, 4b-17; Sal 1; Pr 1, 1-9; Mt 5,
Ore 18.00 Santa Messa (in San Martino)
1-12a Chi segue il Signore avrà la
Int. defunto Bossi Francesco
luce della vita
MARTEDI’ 7 MARZO
morello
Ore 07.30 Santa Messa (in San Rocco)
Liturgia delle ore prima settimana
Int. defunta Zuffada Giuseppina
Gen 3, 9-21; Sal 118; Pr 2, 1-10; Mt 5, Ore 18.00 Santa Messa (in Asilo)
13-16
Int. defunti coniugi Usardi Carlo e Curlisi Lina
Beato chi è fedele alla legge del
Ore 18.00 S. Messa a Mettone
Signore
MERCOLEDI’ 8 MARZO morello
Ore 07.30 Santa Messa (in San Rocco)
Liturgia delle ore prima settimana
Int. defunta Sangermani Anita
Gen 3, 22 - 4, 2; Sal 118; Pr 3, 11-18;
Ore 17.30 Santa Messa a Casirate
Mt 5, 17-19
Donami, Signore, la sapienza del Ore 18.00 Santa Messa (in San Rocco)
Int. defunto Destefano Gerardo
cuore
GIOVEDI’ 9 MARZO
morello
Liturgia delle ore prima settimana
Gen 5, 1-4; Sal 118; Pr 3, 27-32; Mt
5, 20-26
Mostrami, Signore, la via dei tuoi
precetti
Ore 07.30 Santa Messa (in San Rocco)
Int. defunti coniugi Caruso Giuseppe
e Saluzzi Maria Assunta
VENERDI’ 10 MARZO
morello
FERIA ALITURGICA
Ore
Ore
Ore
Ore
Primo venerdì di quaresima
di magro e di digiuno
Ore 18.00 Santa Messa (in San Rocco)
Int. defunti coniugi Di Luzio Cesare e Cecilia
07.30
15.00
16.45
21.00
Via Crucis (chiesa Parrocchiale)
Via Crucis (chiesa Parrocchiale)
Via Crucis ragazzi (in oratorio)
Adorazione della Croce
a Lacchiarella
SABATO 11 MARZO
morello
Ore 07.30 Santa Messa (in San Rocco)
Liturgia delle ore prima settimana
Int. defunti coniugi Benedetti Fasil Raffaele
Dt 24, 17-22; Sal 9; Rm 14, 1-9; Mt
e Sartor Pia e nonno Francesco
12, 1-8 Il Signore non dimentica il
Ore 18.00 Santa Messa (chiesa Parrocchiale)
grido degli afflitti
Int. defunti Archinti Giuseppe e Famigliari
DOMENICA 12 MARZO morello
! II DOMENICA DI QUARESIMA
Liturgia delle ore seconda settimana
Es 20, 2-24; Sal 18; Ef 1, 15-23; Gv 4,
5-42
Signore, tu solo hai parole di vita
eterna
Ore 07.30 Santa Messa (chiesa parrocchiale)
Int. defunto Bonetti Paolo
Ore 08.30 S. Messa a Mettone
Ore 09.30 S. Messa a Casirate Olona
Ore 09.30 Santa Messa (chiesa parrocchiale)
Ore 11.00 Santa Messa (chiesa parrocchiale)
Ore 18.00 Santa Messa (chiesa parrocchiale)
Avvisi parrocchiali
Domenica 05 marzo 2017 - I di quaresima
Raccolta offerte straordinarie per il fido della parrocchia
A tutte le messe imposizione delle ceneri
Dalle ore 19 alle ore 21.00 esperienza di DESERTO “alla scoperta delle parole
della quaresima: preghiera, elemosina e digiuno” per Adolescenti -18/19 enni
e Giovani in oratorio
Lunedì 06 marzo 2017
INIZIO ESERCIZI SPIRITUALI PARROCCHIALI
Ore 07.30 Buongiorno Gesù: preghiera delle medie in oratorio
Ore 08.00 Buongiorno Gesù: preghiera delle elementari in oratorio - vengono
accompagnati a scuola
Ore 15.00 Esercizi spirituali : ECCE HOMO” per casalinghe e pensionati
Ore 21.00 Esercizi spirituali : ECCE HOMO” per giovani e adulti
Guidati da Mons Pino Marelli.
Gli esercizi spirituali si tengono in chiesa parrocchiale
A questo momento di spiritualità attendo tutti, ma soprattutto coloro che in parrocchia
fanno parte dei diversi gruppi parrocchiali.
Martedì 07 marzo 2017
Ore 07.30 Buongiorno Gesù: preghiera delle medie in oratorio
Ore 08.00 Buongiorno Gesù: preghiera delle elementari in oratorio - vengono
accompagnati a scuola
Ore 15.00 Esercizi spirituali : ECCE HOMO” per casalinghe e pensionati
Ore 21.00 Esercizi spirituali : ECCE HOMO” per giovani e adulti
Mercoledì 08 marzo 2017
Ore 07.30 Buongiorno Gesù: preghiera delle medie in oratorio
Ore 08.00 Buongiorno Gesù: preghiera delle elementari in oratorio - vengono
accompagnati a scuola
Ore 15.00 Esercizi spirituali : ECCE HOMO” per casalinghe e pensionati
Ore 21.00 Esercizi spirituali : ECCE HOMO” per giovani e adulti
Giovedì 09 marzo 2017
Ore 07.30 Buongiorno Gesù: preghiera delle medie in oratorio
Ore 08.00 Buongiorno Gesù: preghiera delle elementari in oratorio - vengono
accompagnati a scuola
Ore 15.00 Esercizi spirituali : ECCE HOMO” per casalinghe e pensionati
Ore 21.00 Esercizi spirituali : ECCE HOMO” per giovani e adulti
Venerdì 10 marzo 2017 è il primo di quaresima ed è di magro e di digiuno
Ore
Ore
Ore
Ore
07.30
15.00
16.45
21.00
Via Crucis (chiesa Parrocchiale)
Via Crucis (chiesa Parrocchiale)
Via Crucis ragazzi (in oratorio)
Adorazione della Croce (chiesa Parrocchiale) a Lacchiarella
Sabato 11 marzo 2017
Domenica 12 marzo 2017 - II di quaresima
Ritiro quaresimale di 3 elem : Ore 11.00 Santa messa in chiesa parrocchiale
Ore 14.30 inizio ritiro bambini
Ore 14.45 incontro genitori di 3 elem in oratorio
Ore 16.30 merenda insieme
Ringraziamenti
•
•
La comunità Lautari ringrazia per il contributo raccolto di 900 euro
Il Centro aiuto alla vita Mangiagalli ringrazia per il contributo arrivato di 920
euro per la vendita delle primule nella giornata della vita.
La domenica è il giorno della Messa: viviamo alcune attenzioni.
Partecipare alla Messa è il segno della maturità cristiana. Vorrei proporre, come
impegno quaresimale da vivere durante la messa, due atteggiamenti:
1. Proviamo ad entrare e uscire di chiesa in silenzio, per predisporci alla
preghiera e lasciare la casa del Signore come luogo di preghiera. Lasciamo che
il tempo della permanenza in chiesa sia dedicato al Lui.
2. L’altra attenzione è quella di inginocchiarsi durante la elevazione delle
specie eucaristiche (logicamente chi è in difficoltà è esentato).
Cosi si esprimeva Benedetto XVI nell’ Omelia per la solennità del Corpus Domini
2008: “Adorare il Dio di Gesù Cristo, fattosi pane spezzato per amore, è il
rimedio più valido e radicale contro le idolatrie di ieri e di oggi. Inginocchiarsi
davanti all’Eucaristia è professione di libertà: chi si inchina a Gesù non può e
non deve prostrarsi davanti a nessun potere terreno, per quanto forte. Noi
cristiani ci inginocchiamo solo davanti al Santissimo Sacramento, perché in esso
sappiamo e crediamo essere presente l’unico vero Dio, che ha creato il mondo e
lo ha tanto amato da dare il suo Figlio unigenito (cfr Gv 3,16). Ci prostriamo
dinanzi a un Dio che per primo si è chinato verso l’uomo, come Buon
Samaritano, per soccorrerlo e ridargli vita, e si è inginocchiato davanti a noi per
lavare i nostri piedi sporchi. Adorare il Corpo di Cristo vuol dire credere che lì, in
quel pezzo di pane, c’è realmente Cristo, che dà vero senso alla vita,
all’immenso universo come alla più piccola creatura, all’intera storia umana
come alla più breve esistenza. L’adorazione è preghiera che prolunga la
celebrazione e la comunione eucaristica e in cui l’anima continua a nutrirsi: si
nutre di amore, di verità, di pace; si nutre di speranza, perché Colui al quale ci
prostriamo non ci giudica, non ci schiaccia, ma ci libera e ci trasforma.”
(vi rimando al sito della parrocchia dove trovi un approfondimento a questo tema).
Papa Francesco tra vocazione e missione
Tra qualche settimana papa Francesco sarà tra noi! Il 25 marzo, festa
dell’Annunciazione, visiterà le nostre terre. La sua venuta si colloca in profonda unità
con il cammino che l’Arcivescovo sta facendo compiere alla diocesi con la sua visita
pastorale in forma feriale e che avrà la sua ultima fase con l’individuazione, per ogni
comunità, del “passo” da compiere per una maturità più grande nella fede. Per questo è
tanto importante la presenza tra noi di Pietro, nella figura di papa Francesco, che ci
conferma nella fede e orienta il cammino. Quali sono i segni di una fede più matura?
Papa Francesco fa riferimento spesso a due segni. Il primo è la nascita nel nostro cuore
del desiderio di comunicare a tutti la gioia del vangelo (EG 1). La fede è per sua natura
missionaria. Ecco il cuore della “conversione pastorale” (EG 25) che ci è chiesta! Questo
invito chiede di vivere in modo dinamico il nostro essere Chiesa: occorre superare la
divisione tra pastorale parrocchiale e pastorale d’ambiente. Anche la parrocchia, ci
ricorda papa Francesco, ha una vocazione missionaria (EG 28). Per questo la pastorale
ha bisogno di far crescere quella pluriformità nell’unità, in cui carismi condivisi,
associazioni e aggregazioni ecclesiali, lavorino perché tutti possano sperimentare nel
modo più adeguato l’appartenenza ecclesiale ed essere raggiunti dall’annuncio del
vangelo nella propria condizione concreta. Un secondo segno importante: la fede
vissuta genera decisioni che impegnano tutta la vita. La fede ci porta a vivere la vita
come vocazione fino a maturare scelte vocazionali definitive. Questo vale sia per il
matrimonio e la famiglia, che per la vita consacrata e sacerdotale. Per questo papa
Francesco vuole che la Chiesa tutta rifletta sul rapporto tra fede e vocazione, in
particolare per i giovani (Sinodo 2018), perché, vincendo “la cultura del provvisorio che
ci bastona tutti”, abbiano forza di compiere scelte coraggiose per l’edificazione del
Regno di Dio e per promuovere vita buona.
+ Paolo Martinelli
Vescovo ausiliare, Arcidiocesi di Milano
Un pensiero sulla vicenda di Dj Fabo:
sì al rispetto, no alle strumentalizzazioni
Una vicenda che chiama tutti a interrogarsi sul significato autentico del “prendersi cura”,
che affonda le sue radici nel senso cristiano della speranza
La vicenda triste di DJ Fabo invita a riflettere su una questione radicale che riguarda
tutti. Su tutta la vicenda ci deve essere profondo rispetto. Giustamente è stato detto che
quando una persona decide di non vivere più siamo tutti, in un certo senso, sconfitti.
Dunque, compassione e vicinanza nella preghiera per lui, per i suoi familiari, e per chi gli
ha voluto bene. Il cappellano della Fondazione che assisteva a domicilio Dj Fabo intervistato da Avvenire - ci ha raccontato di una situazione di grande tribolazione. La
madre stessa, prima del suicidio assistito, «ha chiesto di celebrare una messa per lui
dopo la morte, e che avvenga nella chiesa in cui è stato battezzato. E Fabo ha
acconsentito». Il cuore dell’uomo è davvero un abisso di mistero.
Ciò che, invece, mette profondamente a disagio è la strumentalizzazione di un tale
dramma umano per diffondere sostanzialmente una cultura di morte. Il desiderio di
“farla finita” in situazioni psichiche e fisiche così compromesse è innanzitutto esigenza
radicale di senso, è domanda di significato del vivere. Questo è il rischio più grande del
nostro tempo: è la perdita del senso e del gusto del vivere. Si dovrà giustamente
continuare a discutere in modo adeguato, senza indebite pressioni emotive, sul
testamento biologico e sul fine vita, approfondendo quella sapiente via media che rifiuta
sia l’accanimento terapeutico, sia l’eutanasia. Si tratta di assecondare la realtà
accompagnando la persona in una appropriata relazione di cura nel suo percorso di vita.
Occorre dilatare in modo adeguato l’arte terapeutica, anche quando l’atto clinico
dovesse risultare sempre meno significativo. L’arte terapeutica è fatta di competenza e
di vicinanza, è relazione di cura, perché ci si “prende cura” dell’altro, come atto costante
d’amore, anche quando vengono meno le “cure”. La relazione di cura non risparmia
certo il dramma di una condizione di disabilità gravissima, ma permette di viverla in
tutta dignità.
Infine, di fronte ad un evento come la morte del Dj Fabo è impossibile non arrivare alle
questioni ultimative, al tema del senso della sofferenza e della speranza. È vero che la
fede cristiana non ha e non vuole dare una risposta concettuale al tema del dolore.
Tuttavia afferma radicalmente il senso, la direzione e il significato che ogni vita umana
possiede per il fatto stesso di esistere. Ciascuno è “in relazione” e posto dentro il
misterioso disegno buono del Padre. Esistere è essere voluti. Il nostro è un Dio che si è
sporcato le mani con la sofferenza, l’angoscia e la morte. La risposta non sta in parole di
spiegazione, ma in una presenza che ama, fino alla fine. La fede cristiana non parla di
immortalità dell’anima; la morte non è liberazione dal corpo, come si ripete spesso in
questi giorni. Gesù dona il suo corpo per amore (Eucaristia). Il suo corpo risorto porta le
piaghe della passione, diventate ora segni di vittoria. Questa grande speranza anima,
anche inconsapevolmente, cuori e mani a prendersi cura del corpo dell’altro, anche
quello gravemente malato, riconosciuto come dono e compito, come luogo dell’incontro
tra persone che non smettono di amare.
di Paolo MARTINELLIVescovo ausiliare di Milano
Annoliturgico.CapirelaQuaresima:
segni,paroleegestidiuntempodiconversione
diGiacomoGambassilunedì27febbraio2017-AVVENIRE
Che cos'è la Quaresima? Come si conteggia? Quali gesti si compiono? Alla scoperta
deltempofortecheiniziaconilMercoledìdelleCeneriechepreparaallaPasqua.
LaQuaresimaèil«tempoforte»chepreparaallaPasqua,culminedell’Annoliturgicoe
della vita di ogni cristiano. Come dice san Paolo, è «il momento favorevole» per
compiere«uncamminodiveraconversione»cosìda«affrontarevittoriosamentecon
learmidellapenitenzailcombattimentocontrolospiritodelmale».Questoitinerario
di quaranta giorni che conduce al Triduo pasquale, memoria della passione, morte e
risurrezione del Signore, cuore del mistero di Salvezza, è un tempo di cambiamento
interiore e di pentimento in cui «il cristiano è chiamato a tornare a Dio “con tutto il
cuore” per non accontentarsi di una vita mediocre», ci ricorda papa Francesco nel
MessaggioperlaQuaresima2017.
Ilnumero40
Nella liturgia si parla di Quadragesima, cioè di un tempo di quaranta giorni. La
Quaresima richiama alla mente i quaranta giorni di digiuno vissuti dal Signore nel
deserto prima di intraprendere la sua missione pubblica. Si legge nel Vangelo di
Matteo: «Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo.
Dopoaverdigiunatoquarantagiorniequarantanotti,allafineebbefame».Quarantaè
il numero simbolico con cui l’Antico e il Nuovo testamento rappresentano i momenti
salienti dell’esperienza della fede del popolo di Dio. È una cifra che esprime il tempo
dell’attesa, della purificazione, del ritorno al Signore, della consapevolezza che Dio è
fedele alle sue promesse. Nell’Antico Testamento sono quaranta i giorni del diluvio
universale,quarantaigiornipassatidaMosèsulmonteSinai,quarantaglianniincuiil
popolodiIsraeleperegrinaneldesertoprimadigiungereallaTerraPromessa,quaranta
igiornidicamminodelprofetaEliapergiungerealmonteOreb,quarantaigiorniche
DioconcedeaNiniveperconvertirsidopolapredicazionediGiona.
Nei Vangeli sono anche quaranta i giorni durante i quali Gesù risorto istruisce i suoi,
primadiascenderealcieloeinviareloSpiritoSanto.TornandoallaQuaresima,essaè
un «accompagnare Gesù che sale a Gerusalemme, luogo del compimento del suo
misterodipassione,morteerisurrezioneericordachelavitacristianaèuna“via”da
percorrere,consistentenontantoinunaleggedaosservare,manellapersonastessadi
Cristo,daincontrare,daaccogliere,daseguire»,haspiegatoBenedettoXVInel2011.
Ivenerdìdellaquaresimaambrosiana
Una delle particolarità del rito ambrosiano, durante la Quaresima, è quella dei
cosiddetti venerdì ‘aliturgici’, parola tecnica che significa “senza liturgia eucaristica”.
Chientra,inunvenerdìdiQuaresima,inunachiesadiritoambrosianotrovasull’altare
maggiore una grande croce di legno, con il sudano bianco: simbolo suggestivo del
Calvarioesegnodiabbandono.Sicreacosìunveroepropriosensodivuoto,acuitodal
fatto che per tutto il giorno non si celebra la Messa e non si distribuisce ai fedeli la
comunioneeucaristica.
Continuasettimanaprossima
Ilritodelleimposizionidelleceneri
Il rito della imposizione delle ceneri, simbolicamente, indicano la penitenza, richiamando la
caducità della vita terrena - «Cenere siete e cenere ritornerete» - e la necessità, dunque, di
una convinta conversione, secondo quel «credere al Vangelo» pronunciato nella breve
formula che accompagna l’imposizione. Nel rito romano il tempo della Quaresima, con il
quale ci si prepara alle feste pasquali, inizia nel «Mercoledì delle ceneri», così chiamato
perché in esso i fedeli ricevono sul proprio capo il segno delle ceneri benedette, come
simbolo di penitenza e di conversione. Nel rito ambrosiano nello stesso giorno si è ancora
in pieno Carnevale, la Quaresima inizia solo la domenica successiva. Seppure nella Chiesa
ambrosiana il rito delle ceneri non abbia mai avuto l’importanza che ha assunto
nell’ordinamento romano, con la riforma del Concilio si è voluto comunque dare una
maggiore forza al momento, suggerendo che venga compiuto di lunedì, all’interno di una
celebrazione appositamente pensata. A differenza dal rito romano, infatti, la Quaresima
ambrosiana custodisce l’ingresso festivo domenicale, rimandando al lunedì il primo vero
giorno penitenziale, in obbedienza alla regola dettata da Sant’Ambrogio che «in Quaresima
si digiuna tutti i giorni, eccetto il sabato e la domenica». Si è tuttavia permessa anche
l’eventualità che, al termine delle liturgie della I Domenica di Quaresima, vengano imposte
le ceneri affinché i fedeli riconoscano in questo breve rito la scelta di una via di penitenza
con cui vivere i giorni verso Pasqua. Non a caso, unitamente al gesto delle ceneri, si chiede
anche il digiuno o un’attenzione particolare alla condivisione del bisogno.