IdealStandard,tuttiinsciopero Istat: il Pil del 2016

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Transcript IdealStandard,tuttiinsciopero Istat: il Pil del 2016

Anno 69 - N. 43
SABATO 4 MARZO 2017
ISSN 0010-6348
Quotidiano della Cisl
fondato nel 1948 da Giulio Pastore
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Migranti. Il rogo, non doloso, chiama in causa la responsabilità di spietati caporali e l’inefficienza delle istituzioni
MortealghettodiRignano
I
l rogo, uno dei tanti scoppiati nel
”gran ghetto” di Rignano, stavolta non si lascia alle spalle solo
lamiere ritorte, assi anneriti e il fumo acre della plastica bruciata. Stavolta ci sono due morti, due immigrati del Mali che, insieme ad un
centinaio di compagni si sventura,
si erano rifiutati di lasciare la favela
tra San Severo e Rignano Garganico, nelle campagne del foggiano, in
cui hanno finito per trovare la morte. Si chiamavano Mamadou Konate e Nouhou Doumbia e avevano ri-
spettivamente 33 e 36 anni. A identificarli sono stati altri migranti del
ghetto, che hanno riferito i loro nomi alla polizia. Durissima la presa di
posizione della Cisl con il segretario
confederale Luigi Sbarra: “Ancora
vittime al “ghetto” di Rignano in
Puglia, ancora grida di dolore che
chiamano in causa le responsabilità di spietati caporali ma anche le
inefficienze di istituzioni troppo lente e di politiche non all'altezza
dell'emergenza".
D’Onofrio a pagina 3
Micamale
Uno studio denuncia
lo sfruttamento di migliaia
di bambini, costretti a
lavorare nelle miniere da cui
si estrae il prezioso minerale
utilizzato nell’industria
dei cosmetici e dell’auto
Masucci a pagina 5
Ideal Standard, tutti in sciopero
S
ciopero riuscitissimo alla Ideal Standard, la multinazionale americana della ceramica che occupa nel nostro paese più di mille lavoratori: negli stabilimenti di Trichiana (Belluno) e di Roccasecca (Frosinone) l’astensione dal lavoro è stata rispettivamente del 90 e del
100%. Tutti fuori (100%) pure i lavoratori della piattaforma logistica
di Bassano Bresciano. La mobilitazione di protesta, indetta dai sindacati di categoria Femca Cisl, Filctem Cgil, Uiltec Uil, si è resa necessaria dopo che in un incontro al ministero dello Sviluppo Economico i
vertici aziendali sono stati a dir poco evasivi nella verifica sullo stato
di avanzamento dei piani produttivi 2015-2017 degli stabilimenti
italiani del Gruppo, soprattutto alla luce degli accordi intervenuti
dopo la chiusura del sito di Orcenico a fronte dei quali l’azienda si
era impegnata a mantenere i volumi nei restanti stabilimenti.
“Dopo questo straordinario risultato - commentano soddisfatti i
sindacati - la multinazionale americana non ha più alibi: deve arrivare a più miti consigli, confermando gli impegni a suo tempo presi su
investimenti ed occupazione negli stabilimenti italiani. Al Governo concludono - chiediamo una volta per tutte di convocare immediatamente il board della multinazionale per chiedere chiarimenti sulle
intenzioni future”.
Sara Martano
Questo giornale è stato chiuso in redazione alle ore 18,45
Istat: il Pil del 2016
cresce solo dell’1%.
Prima battuta di
arresto per il settore
agricolo. Tra il 2011 e il
2014 il sistema imprese
è uscito ridimensionato
Ricci
a pagina 2
Welfare
Cgil Cisl Uil: sbagliati e
inopportuni i nuovi
tagli al sociale che
paralizzano il Paese.
Sindacati pronti
alla mobilitazione
Servizio
a pagina 2
2
2
Attualità
sabato 4 marzo 2017
Cgil Cisl Uil:
sbagliati
e inopportuni
i nuovi
tagli al sociale
N
el quarto trimestre
del 2016 il Pil italiano, corretto per gli
effetti di calendario
e destagionalizzato, è aumentato dello 0,2% rispetto al trimestre
precedente
e
dell'1,0% rispetto al quarto trimestre del 2015. Il dato arriva
dall’Istat precisando che nella stima preliminare del 14
febbraio, le statistiche indicavano un identico aumento
congiunturale dello 0,2% ma
una crescita tendenziale maggiore, pari all'1,1%. La variazione congiunturale segna un
rallentamento rispetto al
+0,3% del secondo trimestre.
Nel 2016 il Pil italiano corretto per gli effetti di calendario
è aumentato dell'1,0%. In pratica, il 2016 ha presentato
due giornate lavorative in meno rispetto al 2015. Il risultato, spiega l'Istituto di statistica, è coerente con la stima del
Pil diffusa il primo marzo, pari
a +0,9% di crescita annua (dato grezzo non corretto). In particolare, il valore aggiunto è
cresciuto dello 0,8% nell'industria, ha segnato una variazione nulla nei servizi ed è diminuito del 3,7% nell'agricoltura.
Nonostante la ripresa dell'ultimo biennio il livello del Pil del
2016 è ancora inferiore di oltre il 7% rispetto al picco di inizio 2008, e solo nello stesso
2016 ha superato quello del
2000. In Spagna il recupero è
quasi completo, mentre Francia e Germania, che già nel
2011 avevano recuperato i livelli pre-crisi, segnano progressi rispettivamente di oltre il 4% e di quasi l'8%. L'Istat
ricorda che nel 2016 il Pil italiano è cresciuto di volume dello
0,9%, dopo il +0,8% registrato
nel 2015. La caduta prima, e la
persistente debolezza poi, del
mercato interno, prosegue
l'Istat nel rapporto, hanno ridotto la capacità delle impre-
A
ncora tagli al welfare. ”Dopo quelli alla sanità per 422 milioni di euro, ora la
mazzata per oltre 200 milioni sul Fondo
per le politiche sociali e per la non autosufficienza. Ma sono tagliati anche i fondi per i
libri di testo, per il sostegno agli inquilini
poveri, per l’edilizia sanitaria e scolastica.
Scelte con cui il Governo sembra rassegnarsi al disagio sociale". Questa la denuncia
lanciata dai segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil Dettori, Bernava e Roseto.
L’intesa tra Governo e Regioni del 23 feb-
braio ”in attuazione della legge di bilancio
riduce di 485 milioni i trasferimenti complessivi alle Regioni. Almeno la metà dei tagli decisi colpisce le persone disabili, gli anziani non autosufficienti, i bambini poveri,
ma anche le risorse per l’edilizia scolastica
e sanitaria sono toccate”.
Per i dirigenti sindacali ”queste politiche
sono sbagliate e inopportune, e non solo
feriscono le persone più vulnerabili, negando diritti e inclusione sociale, ma paralizzano il nostro Paese. E’ puro autolesioni-
smo tagliare la spesa per le politiche sociali
e sanitarie anziché utilizzarla come un formidabile investimento per creare sviluppo, innovazione e buona occupazione”.
Per questo, concludono Dettori, Bernava e
Roseto, ” come annunciato nei giorni scorsi Cgil, Cisl e Uil hanno deciso di dare il via
ad una campagna di mobilitazione per il rilancio del welfare sociale e sanitario a garanzia dei diritti delle persone e a sostegno
di un nuovo sviluppo per il nostro Paese”.
G.G.
Istat. Tra il 2011 e il 2014 il sistema imprese è uscito più competitivo ma ridimensionato
Pilsoloall’1%nel2016
Perdecolpil’agricoltura
se italiane di investire ed
espandersi sui mercati esteri.
Nell'ultimo biennio, tuttavia,
l'allentamento della politica
di bilancio, la ripresa del mercato del lavoro e dei livelli di
attività economica hanno stimolato i consumi e favorito la
crescita degli investimenti
(+2,9%) seppure a ritmi tuttora piu' lenti rispetto ai principali partner europei (Germania +4%, Francia +6%, Spagna
+8%).
I segnali di ripresa ciclica
dell'economia italiana sono
accompagnati da una dinamica dell'export positiva - nonostante il rallentamento del
commercio mondiale (nel
2016 +1,1% in valore, +1,8%
al netto dell'energia) - e da
una maggiore capacità di penetrazione in alcuni mercati
chiave.
Il contenimento dei prezzi e
del costo del lavoro ha determinato un progressivo recu-
pero di competitività, portando a una riduzione del divario
con la Germania accumulato
negli anni precedenti. In questa fase di recupero le esportazioni italiane - aumentate nel
2016 in misura maggiore rispetto a Germania e Francia,
soprattutto in volume - sono
cresciute più rapidamente della media mondiale. La quota
di esportazioni nazionali su
quelle mondiali è risalita dal
2,7% del 2013 a quasi il 3,0%
Attività imprese Ue al top da 6 anni
E anche l’Italia ai massimi da 14 mesi
L
e imprese europee hanno cambiato passo. Secondo l’ultima indagine di Markit
Economicis, l’attività delle aziende
dell'area euro ha segnato un’ulteriore accelerazione a febbraio, raggiungendo i livelli
più forti da quasi 6 anni, una tendenza al miglioramento a cui ha contribuito anche l'Italia, dove è stato toccato il picco degli ultimi
14 mesi. L’indice generale per l'intera area
euro si è attestato a 56 punti, massimo da 70
mesi, dai 54,4 di gennaio. Sulle imprese dei
servizi in Italia il relativo indice Pmi ha segnato 54,1 punti, in aumento da 52,4 di gennaio
e registrando la più forte crescita del settore
terziario in 14 mesi. I dati e i commenti riportati dalle aziende monitorate hanno indicato un rafforzamento della domanda del settore, con riferimenti specifici al maggiore interesse da parte dei clienti. Le commesse in
entrata hanno registrato il più netto aumento mensile da dicembre 2015, rileva Markit.
L’economia è dunque in ripresa. Ma, soprattutto in Italia, l’occupazione non ha lo stes-
so slancio. Su questo fronte, c’è ancora molta strada da fare. “L’importanza restituita
al contratto a tempo indeterminato - sottolinea a proposito il segretario confederale Cisl, Gigi Petteni - è culturalmente impeccabile dopo il disvalore che gli era stato attribuito. Ma ora venendo meno gli incentivi fiscali
e contributivi si sta abbassando la quota dei
contratti a tempo indeterminato e su questo dobbiamo intervenire. Ecco perché è fondamentale il tema della tassazione: dobbiamo far costare di meno il lavoro stabile rispetto a quello precari”. Per il sindacalista
della Cisl “il limite della riforma del lavoro
sono state le poche politiche attive”. Un
aspetto che “va di pari passo con la formazione e la riqualificazione del lavoratore”.
“Chi investe in formazione - aggiunge Petteni - deve avere agevolazioni fiscali. Quanto
alla vicenda dei voucher, la Cisl non è per la
totale cancellazione ma per una sana restrizione”.
I. S.
dei primi tre trimestri del
2016 (sulla base delle informazioni provvisorie disponibili).
Il sistema delle imprese italiane è uscito dalla seconda recessione ridimensionato nel
numero di imprese: in quattro anni, tra il 2011 e il 2014, il
sistema ha perso oltre
194.000 imprese (-4,6%) e
quasi 800.000 addetti (-5%).
Le costruzioni hanno maggiormente risentito della crisi
(-10% di imprese, -20% di addetti, -30% di valore aggiunto). Più contenute le perdite
nella manifattura (-7,2% di imprese, -6,8% di addetti) e nei
servizi di mercato (-4,7% e
-3,3%), mentre i servizi della
persona sono l'unico comparto che ha aumentato unità
produttiva (+5,3%) e addetti
(+5%). Inoltre, durante la recessione del 2011-2014,
un'impresa su due ha ridotto
il valore aggiunto in tutti i settori manifatturieri e in quasi
tutto il terziario. Le imprese
più colpite dalla crisi sono
quelle che vendono solo sul
mercato interno.
Infine la competitività è in recupero in Italia ma il ritmo di
crescita è ancora modesto. Dice l’Istat: "Le tendenze macroeconomiche recenti - si legge nel report - segnalano da
un lato un chiaro recupero di
competitivita' del nostro sistema produttivo, dall'altro un
ritmo di crescita ancora modesto, soprattutto nei confronti
delle principali economie europee”.
Rodolfo Ricci
L
a vicenda dei bandi
europei per il contratto di servizio di
Palazzo Chigi con le
agenzie di stampa, che
sta provocando grandi
preoccupazioni in un settore già da tempo in crisi e nel sindacato dei
giornalisti, è il frutto della scelta del governo
Renzi che ha voluto e
realizzato l’istituzione
dell’Anac senza confini
operativi. Un tipico caso
di fine giusto (quello di
limitare la corruzione negli appalti) perseguito
con un sistema sbagliato (applicando i bandi
europei senza distinzioni). Ma andiamo con or-
Editoria.Ibandieuropeicherischiano
dirottamareleagenziedistampaitaliane
dine. Tutto nasce dal ricorso di una società editrice (il Velino) contro la
direttiva (Lotti) che individuava i criteri per l'acquisto di servizi informativi e giornalistici delle
agenzie di stampa, a seguito del quale il Dipartimento per l'informazione e l'editoria della presidenza del Consiglio ha
chiesto all'Autorità nazionale anticorruzione
un parere sulle procedu-
re da seguire. Giustamente l’Anac fa sapere
che, per l’acquisto di
servizi informativi e giornalistici delle agenzie di
stampa, "ha ritenuto necessaria una procedura
di appalto in virtù dell'assenza di esclusività del
prodotto o di un solo
operatore sul mercato".
Così si arriva ai bandi europei che aprono alla
partecipazione (potenziale) anche di agenzie
di stampa estere. Due,
per la precisione, per
due gare triennali a procedura aperta e suddivisi in lotti, per l'affidamento dei suddetti servizi giornalistici. Sui quali
il dipartimento per l’in formazione e l’editoria
a chiesto all’Anac una
”vigilanca collaborativa”. Accordata il 1º
marzo. Il problema è
che in questo modo, ad
esempio, i servizi giorna-
listici dall’estero potrebbero andare in appalto ad agenzie estere
a scapito, sempre ad
esempio, dell’Ansa (già
in serie difficoltà) che garantisce tale servizio a
Palazzo Chigi. Con conseguente abbondante esodazione di giornalisti.
Da ciò la preoccupazione della Fnsi e del Cdr
dell’Ansa (non a caso il
solo intervenuto direttamente ieri con un comu-
nicato). E il fatto che
l’Anac abbia fatto sapere - sempre ieri - che assicura "la massima attenzione sulla definizione
delle procedure e auspica che nell'individuazione dei singoli lotti di gara sia consentita a tutti
gli operatori del settore
la più ampia partecipazione, nella doverosa salvaguardia del pluralismo dell'informazione e
dei livelli occupazionali", non cambia di una virgola la questione. La preoccupazione per i livelli
occupazionali (e non solo) resta.
F.Gagl.
Cronache
Salute P
e sicurezza:
passi avanti
con Direttiva Ue
su cancerogeni
e mutageni
assi in avanti per la tutela della salute e
sicurezza dei lavoratori grazie all’appro vazione della Direttiva Ue su Cancerogeni
e Mutageni (Cmd) da parte della Commissione Lavoro del Parlamento Europeo. Il provvedimento - approvato lo scorso 28 febbraio - è
stato commentato con favore dalle organizzazioni sindacali che parlano di ”risultato importante” per la salute dei lavoratori. ”Sia mo molto soddisfatti, la Commissione Lavoro del Parlamento Europeo lo scorso 28 febbraio ha approvato la Nuova Direttiva Cancerogeni e Mutageni (Cmd), un risultato importante per la salute e la sicurezza dei lavo-
sabato 4 marzo 2017
ratori”. Dichiarano in una nota unitaria i segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil Franco
Martini, Giuseppe Farina e Silvana Roseto.
”Nel corso della votazione sulla modifica
della Nuova Direttiva, che è passata a maggioranza con 38 voti a favore e 6 contrari, è
stata accolta la maggior parte degli emendamenti della Confederazione Europea dei Sindacati (Ces)”, spiegano i dirigenti sindacali.
”Come Cgil, Cisl e Uil ci siamo spesi molto
per arrivare a questo risultato che - sottolineano - tutela maggiormente i lavoratori e i
cittadini dai rischi prodotti dalle sostanze
cancerogene, mutagene e tossiche per la ri-
produzione. Siamo quindi molto soddisfatti
di averlo raggiunto e - aggiungono i segretari
confederali - vogliamo ringraziare i parlamentari europei italiani che vi hanno contribuito
in maniera importante”. Ma non basta.
”Questo è comunque solo un primo passo
verso una definitiva approvazione della Direttiva che dovrà contenere gli elementi essenziali per la tutela dei lavoratori. Continueremo la nostra azione in collaborazione con la
Ces - concludono Martini, Farina e Roseto chiederemo ancora il fondamentale supporto agli Europarlamentari italiani”.
S.B.
Rignano,duemorti
nelghettochebrucia
I
l rogo, uno dei tanti scoppiati nel ”gran ghetto” di Rignano, stavolta non si lascia alle spalle solo lamiere
ritorte, assi anneriti e il fumo
acre della plastica bruciata. Stavolta ci sono due morti, due immigrati del Mali che, insieme
ad un centinaio di compagni si
sventura, si erano rifiutati di lasciare la favela tra San Severo e
Rignano Garganico, nelle campagne del foggiano, in cui hanno finito per trovare la morte.
Si chiamavano Mamadou Kona-
te e Nouhou Doumbia e avevano rispettivamente 33 e 36 anni. A identificarli sono stati altri
migranti del ghetto, che hanno
riferito i loro nomi alla polizia.
Una delle due vittime, Konate,
è stato trovato disteso su una
brandina, carbonizzato. L’al tro è stato trovato nei pressi
dell’uscita della baracca. Probabilmente si deve essere accorto di quanto stava avvenendo e ha tentato di mettersi in
salvo, ma non ci è riuscito.
Tre giorni fa era cominciato lo
sgombero da parte delle forze
dell’ordine nell’ambito delle
indagini su presunte infiltrazioni della criminalità avviate un
anno fa dalla Dda di Bari, indagini che hanno portato al sequestro probatorio con facoltà
d’usco della baraccopoli.
Quando poco dopo l’una le
fiamme sono divampate, sospinte da un forte vento che ne
ha favorito la propagazione,
sul posto a monitorare la situazione erano presenti vigili del
fuco, carabinieri e polizia. Ma
3
3
non c’è stato nulla da fare.
Sulle prime è circolata la voce
che l’incendio potesse essere
doloso, ma nel pomeriggio è arrivata la smentita da parte della procura di Foggia. Le indagini si orientano quindi - stando
alle fonti interpellate dall’An sa - sui reati di incendio colposo e omicidio colposo plurimo
a carico di ignoti.
Durissima la presa di posizione
della Cisl con il segretario confederale Luigi Sbarra: “Ancora
vittime al “ghetto” di Rigna-
no in Puglia, ancora grida di dolore che chiamano in causa le
responsabilità di spietati caporali ma anche le inefficienze di
istituzioni troppo lente e di politiche non all'altezza dell'emergenza".
Sbarra chiede che "si faccia subito chiarezza sull'accaduto aggiunge Sbarra - e si pongano
immediatamente le condizioni
per operare lo sgombero in piena sicurezza. Ogni ora in più è
un'ora persa. Bisogna agire subito, garantire a tutte le persone coinvolte un soccorso rapido, efficace, dignitoso e mettere in campo concretamente
quel ventaglio di strumenti di
sostegno su politiche abitative,
trasporti, integrazione che il
sindacato di categoria ha conquistato ma che ancora faticano a decollare sui territori".
Intanto tra i partiti scoppia la
polemica. Come di consueto il
leader della Lega Matteo Salvini attacca a testa bassa: “Altro
sangue sulle mani lerce dei
”buonisti” di sinistra, che fanno arrivare in Italia migliaia di
disgraziati promettendo loro
tutto”. Gli risponde per il Pd e
per il governo il sottosegretario allo Sviluppo Economico
Ivan Scalfarotto: “La tragedia
del gran ghetto di Rignano Garganico non deve essere usata
per inqualificabili speculazioni
politiche”. Mentre da Snistra
Italiana si fa sentire, via Twitter, il segretario Nicola Fratoianni: “Salvini, il caporalato uccide pure gli italiani. Il problema non è l’immigrazione, ma
lo sfruttamento. Se rifletti ci arrivi, sciacallo”.
C.D’O.
Scenari. Flussi migratori, globalizzazione ed economie sostenibili: riflessioni dalle Università campane
Africa e Mediterraneo,
dialogo difficile ma necessario
N
apoli (nostro servizio). L’Africa ed il
Mediterraneo restano al centro del dibattito scientifico universitario e sociale, in questo momento storico dove la questione delle migrazioni preoccupa i cittadini
ed i Governi di tutto il mondo.
Gli Atenei della Federico II, dell'Orientale,
del Suor Orsola Benincasa, della Parthenope, di quello della Campania “Luigi Vanvitelli” hanno acceso i riflettori, nel corso di
un’iniziativa a Napoli, su due aree geografiche del globo, da secoli teatro di scontri politici e sociali.
Scontri che poi si riflettono sulla popolazione civile, vittima di lotte fratricide. Di fronte
alle coste italiane abbiamo ad esempio la Libia, un'area che dopo la cattura e l'uccisione
di Muhammar Gheddafi ha visto l'esplosione di milizie di varia denominazione (jihadiste e non) e dove è ancora difficile scrivere la
parola pace. Così come le cosiddette “Pr imavere arabe”, tanto osannate da molta
stampa e da molti analisti anche di casa nostra, hanno dimostrato che l'effetto non ha
prodotto i risultati che ci si aspettava. Ma
quello che preoccupa l'Occidente, o per meglio dire l'Europa, è che in Africa sta aumentando la popolazione in età lavorativa. Mentre in quelle che vengono definite “econo mie mature” l'età media tende verso gli
over 50 anni, in Africa essa si colloca sotto i
30 anni ed, in alcuni casi, sotto i 25.
Ad una prima analisi, questo dato potrebbe
essere positivo per il Continente, consentendo una crescita economica. In realtà, l'attuale sistema economico globale è alla ricerca
di personale altamente scolarizzato e professionalizzato, escludendo l'altro, di cui fa parte molta della popolazione in età da lavoro.
Escludendolo dal ciclo produttivo, questo
personale intende affrontare ogni sforzo, anche il più disumano possibile, per cercare fortuna in Europa. La risposta europea è di promozione di politiche economiche e sociali capaci di sostenere, in loco, la crescita e l’occu pazione, di sconfiggere, al contempo, piaghe antiche come le carestie, le malattie endemiche e la mortalità infantile. Nello stesso
tempo di spegnere i focolai di tensione politica e lottare contro ogni tipo di terrorismo.
L'Italia ha stanziato 200 milioni per la cooperazione contro l'immigrazione irregolare e
per fermare le partenze e stroncare il traffico di esseri umani. Il Governo Gentiloni intende così rafforzare la frontiera esterna e
contrastare i flussi di migranti irregolari.
E parlando dell'Africa del Nord, Daniela Pioppi, professoressa di Storia dei Paesi islamici
del Dipartimento di Asia, Africa e Mediterraneo dell'Orientale di Napoli, evidenzia come
le riforme economiche, quali la deregolamentazione del commercio estero e le privatizzazioni non abbiano portato “ad una crescita economica sostenibile nel lungo periodo, né a un aumento della produttività e
competitività delle economie arabe”. Economie che sono oggi “ancora più vulnerabili e dipendenti da rendite esterne e non diversificate, come la disoccupazione e la precarietà del lavoro che è la piaga principale
delle società arabe”. Tuttavia, aggiunge la
docente “le riforme hanno consentito nuo-
ve forme di accumulazione del capitale e della ridistribuzione di ricchezza utili per cambiare le coalizioni al potere e le basi sociali
dei regimi”.
E a partire dagli anni 2000 si è poi registrato
“un progressivo aggravamento del carattere predatorio dei regimi, con una vistosa riduzione nel numero dei beneficiari della liberalizzazione economica, ridotto a piccole cerchie monopoliste intorno ai vertici del regime”. E, conclude la docente dell'Orientale,
“la creazione di sistemi di rappresentanza
limitata, quali il multi-partitismo, la tenuta
di elezioni regolari è coincisa con la deideologizzazione dei regimi e con lo smantellamento delle strutture di mobilitazione di massa,
come i partiti unici ed i sindacati”.
A tutto questo si deve poi aggiungere il mantenimento o il rafforzamento dell'apparato
coercitivo dello Stato, con il passaggio dai
“regimi militari” a quelli “polizieschi”.
Infine, il ruolo dei partiti al governo e all'opposizione. I primi hanno egemonizzato e dominato la scena politica, attivando un sistema di relazioni clientelari. Mentre di contro i
partiti di opposizione, privi di basi sociali, sono dominati da notabili. In mezzo ci sono i
cittadini che cercano una vita migliore, pensando di trovarla oltre le onde del Mediterraneo. Ma troppo spesso non è così. E l'illusione pervada gli animi e spinge molti ad indebitarsi tanto per tentare la fortuna. Con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.
Luca Tatarelli
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Dibattito
sabato 4 marzo 2017
Mattarella:
Maria Eletta
Martini
modello di
buona politica
L
N
La proposta di Bill Gates pone serie questioni su welfare state e distribuzione del reddito
on è la prima volta
che personaggi nelle
cui mani si concentrano ricchezza e potere
esprimono considerazioni e proposte ispirate a sentimenti umanitari, o forse più precisamente filantropici. Dal famoso “mago della finanza”, George Soros, come pure dall’altro
“titano” Warren Buffet, sono
emerse spesso dichiarazioni critiche sulle deviazioni del mondo della finanza e esortazioni a
creare maggior stabilità e maggiore giustizia sociale. Del resto,
la stessa invenzione del “welfa re state” non nacque ad opera
dei soggetti più poveri o bisognosi, ma fu ideata da chi deteneva il potere e la ricchezza al
fine di evitare instabilità e ribellioni ad opera dei più poveri. Così fu per Otto Von Bismarck nel
1883 come pure per il piano Beveridge nell’Inghilterra del
1942. Ora Bill Gates, osservando che “oggi, se un essere umano guadagna 50 mila dollari
all’anno, lavorando in una fabbrica, deve pagare le imposte”, suggerisce che “se un robot svolge gli stessi compiti, dovrebbe essere tassato allo stesso livello”.
Queste affermazioni costituiscono sicuramente una provocazione e non hanno alcuna possibilità di applicazione in termini operativi. Sarebbe però sbagliato liquidarle senza approfondire il
problema che essi evocano di
fronte allo sviluppo dei sistemi
di produzione ciber-fisici e al diffondersi della robotizzazione in
pressoché tutti i settori
dell’economia. Sarebbe certamente un errore, anziché favorire, cercare di impedire o anche
rallentare (usando, per esempio, la leva fiscale) il progresso
tecnico capace di ridurre i coefficienti di lavoro nei processi produttivi. Ciò sarebbe un errore,
intanto, perché costituirebbe
un tentativo votato all’insucces so, dato il rapido progredire delle invenzioni e della loro applicabilità ai sistemi produttivi; ma
sarebbe soprattutto erroneo
perché contrario all’obiettivo
di ridurre sempre più, per quanto possibile, la fatica fisica e il
tempo dedicato a produrre beni e servizi rispetto al tempo dedicato alla loro fruizione. Chiaramente, questa profonda trasformazione dei processi produttivi
richiede una corrispondente trasformazione dell’organizzazio ne del lavoro, delle relazioni industriali e anche dell’intera organizzazione sociale; ma, appunto, si tratta di governare,
non di impedire questi processi.
Un compito di fronte al quale
c’è forse ancora troppa carenza di analisi e di impegno politico da parte di quasi tutti i soggetti interessati.
Le affermazioni di Bill Gates suggeriscono tuttavia di mettere a
fuoco due grandi problemi ai
quali le trasformazioni menzionate non consentono di sfuggi-
a commemorazione di Maria Eletta
Martini, ieri a Lucca, è stata l’occasione
per il Presidente della Repubblica Sergio
Mattarella di ricordare ”i fondamentali”
dell’azione politica in un frangente non
semplice per la vita del Paese. Ricordando
l’opera di Martini, vicepresidente della Camera all’epoca di Tangentopoli, chiamata
con Martinazzoli e altri a Piazza del Gesù a
”reggere” la casa democristiana (che traballava sotto i colpi di Mani Pulite), per la
sua riconosciuta onestà ed un proverbiale
rigore morale, Mattarella ha sottolineato
come ”la Marieletta” - come veniva chia-
mata da amici, tra i quali anche l’attuale
Capo dello Stato, e collaboratori - ripetesse spesso la frase ”non c'è politica vera
senza etica”. ”E per etica - ha continuato
Mattarella - intendeva la rettitudine
dell'agire, nelle grandi scelte come nel vivere quotidiano”. Quando Martini ”si è trovata a contrastare la corruzione, non ha
mai esitato un attimo: lo ha fatto con la forza che derivava dalla propria coscienza, ma
anche in nome della democrazia, che va difesa con i comportamenti - ha aggiunto
Mattarella - oltre che con le leggi”. ”La
coscienza del limite - ha ricordato ancora il
Capo dello Stato tessendo l’elogio di una
politica improntata al dialogo e governata
dalla prudenza - è un elemento che rende
la democrazia non più debole, ma più forte”. E non è una forzatura leggere in queste parole un’esortazione, più che un rimprovero, alla politica odierna che - a pochi
mesi da un referendum che ha diviso il Paese - sembra più impegnata in contrasti interni che non sui problemi del Paese, mentre all’orizzonte si intravedono tempi duri
e anche pericoli per la tenuta del Governo e
del bilancio dello Stato.
Francesco Gagliardi
Latassasuirobot
Oltrelaprovocazione
di Sebastiano Fadda *
re. Il primo problema può essere richiamato citando un aneddoto relativo ad Henry Ford. Si
narra che questi, mostrando ad
un dirigente sindacale i robot
che venivano già impiegati nella
sua fabbrica di automobili dicesse: “vedete, fra pochi anni tutti
gli operai saranno sostituiti da simili robot; ed essi non faranno
scioperi, non si assenteranno
per malattia, non chiederanno
periodi di ferie”; al che il sindacalista, di rimando: “sicuro, ma
vorrò vedere come farà a convincere questi robot ad acquistare le sue automobili”. Il pri-
da lavoro necessario per alimentare la loro sussistenza e la domanda aggregata; oppure si cerca di estendere a tutti l’occupa zione sia mediante attività lavorative sociali per le quali non esiste una domanda pagante, sia
mediante un accorciamento del
tempo di lavoro nella misura
consentita dal tasso di progresso tecnico. Non esistono altre
soluzioni; in entrambi i casi sono cruciali le questioni relative
alle retribuzioni, alla distribuzione del reddito (sia “before
tax”, sia “after tax”) e al sistema fiscale. Risulta a qualcuno
de principalmente l’onere di finanziare la previdenza sociale.
Ciò pone due problemi: da un lato, crescendo la distanza dalla
piena occupazione diviene sempre più problematico estendere
le prestazioni previdenziali a tutti i cittadini; d’altro lato le imprese che adottano tecniche
più automatizzate e quindi processi produttivi a più bassa intensità di lavoro versano meno
contributi previdenziali delle imprese a maggiore intensità di lavoro, a prescindere dal fatturato, o dagli utili che invece potrebbero essere anche enorme-
mo problema è quindi quello
della domanda aggregata. Se i
lavoratori spiazzati dai robot
non trovano un altro lavoro, e
pertanto non percepiscono alcun reddito, la domanda aggregata si contrae e imprime così
una spinta recessiva all’econo mia. Dunque in quella ipotesi
(che non è affatto esclusa, ma
anzi da numerosi studi viene
considerata molto probabile
nell’immediato futuro) bisogna trovare possibili soluzioni.
Le quali non possono essere che
due: o alcuni lavoratori continuano a lavorare e col loro surplus mantengono gli altri lavoratori che rimangono disoccupati,
ai quali va quindi un reddito non
che i responsabili della politica
economica o i soggetti che appaiono socialmente e politicamente impegnati siano al lavoro per
elaborare una visione strategica che funga da guida orientativa per la soluzione di questi problemi che avranno un peso crescente nell’evoluzione dello
scenario economico e sociale?
Il secondo ordine di problemi riguarda il Welfare State. Come è
noto, l’intero impianto della
“sicurezza sociale” in Italia è
fondamentalmente basato su
una logica contributiva. E’ sui
contributi versati, sia da parte
dei lavoratori sia da parte di datori di lavoro in proporzione al
numero dei dipendenti, che rica-
mente superiori. Non c’è quindi proporzione tra la ricchezza
delle diverse imprese e il loro
contributo al finanziamento della sicurezza sociale. E tale sproporzione è destinata a crescere
quanto più crescerà il divario
tra le grandi imprese più coinvolte nella cosiddetta quarta rivoluzione industriale e le imprese
che ne saranno meno colpite. Si
è quindi in presenza di un’ enorme diversità del “peso” del cuneo fiscale tra le diverse imprese, risultando questo onere più
gravoso per le imprese operanti
con maggior intensità di lavoro,
che generalmente sono le imprese di minori dimensioni e
quelle che svolgono la loro atti-
vità in settori dove esistono più
limiti alla riduzione dei coefficienti di lavoro. Non è difficile individuare anche in questo aspetto uno dei fattori determinanti
della consistenza e della configurazione strutturale del fenomeno del lavoro nero.
Per queste ragioni si pone oggi
con maggior urgenza, proprio in
presenza di una accelerazione
dei processi di robotizzazione
dei processi produttivi e di tutto
il complesso di innovazioni che
vanno sotto il nome di “indust ria 4.0”, il problema di svincolare il sistema previdenziale e l’in tero sistema di sicurezza sociale, dai contributi individuali posti in capo ai singoli lavoratori.
Se un tempo si parlava di “fisc alizzazione degli oneri sociali”
per attrarre la localizzazione di
imprese nel Mezzogiorno, oggi
quella idea può essere recuperata come base per un profondo
ripensamento e una profonda ristrutturazione sia del sistema di
welfare sia del sistema fiscale.
Si pensi al paradosso delle “pe nsioni integrative”: come si
può pensare che coloro la cui povera o discontinua attività lavorativa non consente di accumulare sufficienti contributi per
una dignitosa pensione pubblica siano nello stesso tempo in
grado di versare parte del loro
reddito da lavoro per costruire
una significativa pensione “co mplementare”?
In conclusione, la battuta provocatoria di Bill Gates ci induce ad
affrontare una profonda riflessione su due grandi questioni, la
questione del meccanismo di finanziamento del sistema di previdenza sociale e dell’intero
“welfare state” e la questione
della distribuzione del reddito
come sostegno della domanda
aggregata e quindi degli investimenti e della crescita. L’irruzio ne delle macchine che interagiscono tra loro nonché lo sviluppo dei sistemi ciber-fisici producono un cambiamento dei termini dell’organizzazione produttiva e dell’organizzazione
sociale talmente radicale che
non ci si può sottrarre all’esi genza di costruire una strategia
complessiva per affrontarli adeguatamente.
* Professore ordinario
di Economia Politica
Dipartimento di Economia
Università di Roma 3
Global
Usa. Studio:
clandestini
versano
annualmente
11,740 mld
di imposte
S
i fa presto a dire ”fuori i clandestini”, ma la verità è che agli americani
converrebbe piuttosto regolarizzarli. E’
quanto emerge da uno studio pubblicato
dall'Institute on Taxation and Economic
Policy di Washington. Dati alla mano, gli
11 milioni di immigrati illegali che vivono
negli Stati Uniti versano annualmente
11,740 miliardi di dollari in imposte locali
e statali, una cifra che potrebbe crescere
ulteriormente se a costoro venisse garantita la cittadinanza.Lo studio, realizzato
sabato 4 marzo 2017
dal gruppo di ricerca apolitico, confuta la
tesi dell'amministrazione Trump che i
clandestini drenino risorse all'economia
del Paese e tolgano lavoro ai cittadini
americani, perchè utilizzano i servizi pubblici e le altre risorse senza contribuire al
loro mantenimento. L'istituto aveva pubblicato un'analisi simile anche lo scorso
anno, ma il rapporto di quest'anno si basa su stime più recenti. "Ci siamo sentiti
in dovere di pubblicare una relazione aggiornata considerando che il presidente
5
5
sta spingendo per politiche di immigrazione che si basano sul presupposto errato che gli immigrati siano un salasso per
l'economia e che non contribuiscano",
ha spiegato Meg Wiehe, direttrice dei
programmi dell'Istituto, coautrice del
rapporto. "Considerato l'attuale contesto politico, il rovescio della medaglia è
capire cosa c'è in gioco con le deportazioni di massa: come minimo, perdere miliardi di dollari in entrate statali e locali".
E.C.
Lavoro minorile. Il lato oscuro di questo minerale impiegato nella cosmetica, nell’elettronica e nell’automotive
L’infernodeibambini
nelleminieredimica
U
n minerale dall'inestimabile valore per le
compagnie operanti
nei settori della cosmetica, dell'automotive e
dell'elettronica, in grado di alimentare un giro d'affari da miliardi di euro in un mercato
che vede fra i protagonisti Cina, India, Stati Uniti e Unione
Europea. Il lucrativo business
della mica cela però un vergognoso segreto: l'utilizzo massiccio di lavoro minorile per
estrarre il minerale dalle pericolose miniere. Secondo l'ultimo rapporto del Somo, l'istituto di ricerche sulle imprese
multinazionali, il fenomeno è
particolarmente radicato in India, uno dei maggiori produttori ed esportatori mondiali, dove oltre 20 mila minori sarebbero impiegati illegalmente
nel settore. Le recenti investigazioni condotte da organizzazioni non governative, come
Terres des Hommes, e da media locali e internazionali, fra
cui in prima linea figura l'inglese Guardian, stanno inducendo sempre più imprese a prendere coscienza della spinosa
questione. La Responsible Mica Initiative conta già numerosi aderenti, fra cui L'Oreal e
Chanel, ma sono molte le
aziende che si stanno unendo
all'alleanza che si pone l'obiettivo di eradicare il lavoro minorile dal settore entro il 2022. E'
il caso della Ppg e della Axalta,
due dei maggiori produttori di
vernici per auto fornitrici di
brand del calibro di Vauxhall,
Volkswagen e Bmw, che hanno recentemente deciso di entrare nella coalizione.
La mica è uno dei minerali maggiormente richiesti a livello
mondiale proprio per sua duttilità. E' utilizzata nella produzione di vernici, di cosmetici,
di plastica, per la capacità di riflettere la luce, e nei componenti elettronici, per le sue
qualità isolanti. La mica è utilizzata anche nelle miscele di ce-
Ucraina.
Esplosione
uccide
11 minatori
U
mento e di gomma. I maggiori
produttori mondiali sono la Cina e l'India dove l'attività
estrattiva si localizza negli Stati di Jharkhand e Bihar, fra i più
poveri del paese. E' proprio in
quest'area che è ubicata la più
grande attività estrattiva al
mondo capace di coprire da sola circa il 25% della produzione
mondiale. La produzione totale dell'India, in crescita del
75% negli ultimi dieci anni, si
attestava a 130 mila tonnellate nel 2014 ma ben il 90% delle
miniere risulta illegale. Secondo i dati del governo indiano,
le esportazioni di mica sono
quantificate in 12.500 tonnellate all'anno ma i dati sull'export, circa dieci volte superiori, tradiscono la parzialità delle rilevazioni.
La situazione di illegalità “to llerata” agevola l'utilizzo di lavoro minorile ma serve anche
a coprire l'alto tasso di incidenti, spesso mortali, che avvengono nelle miniere. Oltre al ri-
na forte esplosione che ha investito la miniera di carbone di
Stepnaya ha scosso la regione di Leopoli, nell'ovest dell'Ucraina, dove si
trova il sito estrattivo. Nella deflagrazione sono morti 11 operai. Lo riferisce il sindacato di categoria.
"Un'esplosione di metano, 11 morti", ha scritto su facebook il capo del
sindacato, Mykhaylo Volynets. L’in -
schio di crolli strutturali, i lavoratori sono costretti a inalare
polveri sottili durante l'arco
della giornata lavorativa con il
rischio di contrarre malattie respiratorie e tumori ai polmoni.
L'utilizzo di bambini nelle miniere indiane è diffuso e legato direttamente all'endemica
povertà dell'area dove circa il
35% della popolazione vive al
di sotto della soglia di povertà.
Una povertà che alimenta il circolo vizioso del lavoro forzato.
Molte famiglie indiane sono infatti obbligate a lavorare nelle
miniere per ripagare debiti
contratti che possono arrivare
a tassi di interesse annuali del
200%. E' in questo contesto di
miseria e di violenza che i minori, anche al di sotto dei dieci
anni di età, sono costretti a lavorare per sostenere la famiglia. Secondo una recente investigazione del Guardian, le retribuzioni per lavorare sei giorni alla settimana in una miniera di mica si aggirerebbero in-
cidente è avvenuto giovedì scorso alle 12.46 locali (le 11.46 in Italia) a
una profondità di 550 metri. Al momento dell’esplosione, che ha causato un crollo, nella miniera c’era no 172 operai. La miniera è operativa dal 1978 ed è considerato un sito
pericoloso a causa dei considerevoli
depositi di metano che si trovano
nel sottosuolo, gas che sarebbe re-
torno a un euro al giorno.
A seguito delle recenti denunce, molte compagnie hanno
lanciato investigazioni indipendenti per comprendere la rilevanza del fenomeno nelle loro
catene di fornitura. Un processo ancora nella sua fase iniziale ma che deve necessariamente chiamare in causa, nelle conclusioni del rapporto, anche le
istituzioni internazionali e il governo indiano che non ha mai
ratificato le principali convenzioni dell'Ilo sul lavoro minorile. L'azione di Nazioni Unite e
Ocse dovrebbe dunque indurre il governo indiano ad adottare un approccio che tenga in
considerazione i fattori alla base del fenomeno del lavoro minorile, fra cui l'illegalità delle
operazioni di estrazione,
l'emersione del lavoro informale, le giuste retribuzioni, il
rispetto delle misure di salute
e sicurezza e di salvaguardia
ambientale.
Manlio Masucci
sponsabile della tragedia.Il primo
ministro Groisman, che ha cancellato il suo incontro con il ministro degli Esteri tedesco a Kiev, ha raggiunto la miniera prima di incontrare i
feriti all’ospedale e ha promesso
l’apertura immediata di un’inchie sta e nuovi investimenti per la messa in sicurezza delle miniere.
E.C.
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Cronache
sabato 4 marzo 2017
l’impegno di solidarietà di
San.Arti., il Fondo di assistenza sanitaria
Terremoto. Continua
integrativa per i lavoratori dell’artigia nato,
nei confronti delle aziende artigiane e
Artigiani esentati dei lavoratori
colpiti dal sisma dell’Italia
centrale. Fino al 31 marzo infatti le imprese
fino al 31 marzo artigiane saranno esentate dal pagamento
contributi mensili, prosegue così l’inizi tiva avviata lo scorso 1º settembre dal conda contributi dei
siglio di amministrazione del fondo. Inoltre
sottolinea come ai lavoratori dial Fondo sanitario San.Arti.
pendenti dalle imprese artigiane operanti
territori rientranti nel cosiddetto “cr integrativo nei
atere sismico”, sarà comunque garantita
l’erogazione delle prestazioni sanitarie.
“Ancora una volta San.Arti - hanno dichiarato Dario Bruni e Annamaria Trovò, presidente e vice presidente del Fondo - ha voluto testimoniare in modo concreto la propria solidarietà e il proprio supporto alle
aziende e ai lavoratori coinvolti negli ultimi
eventi sismici. Il nostro intervento salvaguarda sia il diritto dei lavoratori alla prestazione sanitaria sia l’impegno economico
delle aziende artigiane colpite dal sisma”.
Un’attenzione concreta quella che San.Arti. dedica ai suoi iscritti - ed estesa anche ai
familiari - colpiti dal drammatico sisma che
dal 24 agosto continua a pesare sulle vite e
sul lavoro di migliaia di persone. Oltre al
rimborso di prestazioni mediche gli artigiani con San. Arti. possono trovare campagne
di prevenzione mirate ed assistenza legale
in caso di necessità. Ricordiamo che San. Arti è il fondo sanitario integrativo istituito
dalle Parti Sociali Confartigianato, Cna,
Claai, Casartigiani e Cgil, Cisl, Uil. Al fondo
sono iscritti tutti i lavoratori dipendenti dalle aziende artigiane e che applicano i contratti collettivi dell’ artigianato e, su base
volontaria, i datori di lavoro artigiani.
S.B.
Welfare. A due anni dalla riforma i cittadini ancora non percepiscono i benefici necessari
Sanitàlombarda,
ilriordinonondecolla
M
ilano (nostro
servizio).
A
due
anni
dall'avvio del
processo di riordino, la riforma della sanità lombarda stenta a decollare. È ancora difficile, se non impossibile, per i cittadini
percepirne i benefici in
termini di servizi erogati.
È quanto emerso dall'incontro-confronto tra attori in gioco promosso da
Fnp e Cisl Lombardia, con
le categorie regionali del
pubblico impiego e dei
medici Cisl. “Un'occasio ne per fare il punto sull'applicazione delle legge e rilanciare il dialogo con Regione Lombardia, con scelte condivise prima e non
poi - ha sottolineato Marco Colombo, segretario
generale Fnp Cisl Lombardia, aprendo i lavori -. Per
il bene dei 340mila lombardi che rappresentiamo
siamo impegnati a segui-
BREVI FNP
a cura di Ileana Rossi
re il percorso di cambiamento, a tutti i livelli”.
Un percorso che, secondo
la Cisl Lombardia, potrebbe essere accompagnato
da una misurazione oggettiva dell'efficacia degli interventi. “Ad oggi mancano elementi e indicatori
utili in tal senso - ha detto
Paola Gilardoni, segretario regionale Cisl Lombardia -. Occorre passare dalla cultura dei numeri a
una cultura della valutazione dell'utilità reale degli interventi e delle politiche. Perché non farlo mettendo in campo elementi,
condivisi con le associazioni che operano nel sistema, che fungano da indicatori di efficacia?”. Particolare attenzione da parte dei sindacati e delle associazioni è rivolta all'implementazione delle misure sulla cronicità. “L'indi viduazione del soggetto a
cui richiedere la prestazio-
ne o il servizio - afferma
Gilardoni - deve essere un
percorso chiaro, che garantisca al cittadino la libera scelta”.
Dal punto di vista dei lavoratori, il sistema sanitario
lombardo presenta una
serie di criticità irrisolte:
oltre 4.000 lavoratori precari, fuga dal lavoro turnistico, mancato rinnovo
dei contratti, fuga dei giovani dalla formazione infermieristica, solo per citarne alcuni. “Se la riforma non ha creato disagi ai
cittadini - ha sottolineato
Franco Berardi, segretario generale della Fp Cisl
Lombardia - lo dobbiamo
alla dedizione e all'impegno delle persone che nella sanità lavorano. Occorre stabilizzare i precari e
valorizzare il personale
con risorse dedicate alla
qualità e all'eccellenza”.
Personale che mentre
compensa le inefficienze
del sistema grazie alla propria professionalità vive
una situazione difficile.
“Il disagio degli operatori del sistema è ormai sotto gli occhi di tutti - ha detto Danilo Mazzacane, segretario generale della Cisl Medici Lombardia -. La
situazione attuale è quella di ospedali con un diminuito numero di posti letto (-26% nel 2013 rispetto
al 1997), con la mancanza
di strutture di cure intermedie atte a prendere in
carico il paziente post-acuzie”. Ai lavori è intervenuto anche l'assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, che ha affermato l'intenzione di coinvolgere
tutti gli attori del sistema
in un confronto sull'implementazione della legge.
“Il sistema è al collasso,
deve essere necessariamente innovato - ha detto
l'assessore -. La nostra volontà è portare avanti il
Foggia: Nicola Ciociola
eletto segretario generale Fnp
“ Un grandesindacato in campoperrestituire dignità aglianziani e diritti ai giovani”. È la Fnp di Foggia delineata da Nicola Ciociola, eletto segretario generale nel corso del congresso
territoriale della Federazione. “Uniamo le generazioni” è il tema congressuale, che Ciociola ha così declinato: “Giovani e anziani vanno difesi attraverso politichedellavorochefavoriscano,daunlato,laflessibilità
in uscita e dall’altro che ad ogni uscita corrisponda
l’ingresso di un giovane nel mondo del lavoro. Se invece continuiamo a ragionare di diritti individuali,
senza includerli in un contesto di diritti collettivi,
non facciamo il nostro mestiere di sindacalisti. La
sfida - osserva il neo responsabile Fnp di Foggia è mettere assiemequeste due categorie e far vivere ad entrambe la stessa dignità”.
Piemonte: seminario
sulle Case della Salute
Responsabiliterritorialidellacontrattazionelocalehannopartecipatoalseminarioorganizzato a Torino da Usr e Fnp Cisl Piemonte dopo
l’accordo sottoscritto da Cgil-Cisl-Uil e rispettivi sindacati dei Pensionati con l’assessore
regionale alla Sanità Saitta per la promozione e il rilancio di 55 Case della Salute. Rosina
Partelli, segretaria generale Fnp Cisl Piemonte ha sottolineato: “Si apre una grandestagione perla contrattazione sociale in
tutti i territori piemontesi con le Direzioni
delle Asl e dei Distretti socio-sanitari sulla
predisposizione dei piani distrettuali per
le Case della Salute, che, con i piani per
percorso insieme, affinché la riforma si attivi realmente e i tempi stretti”.
Sull'obiettivo del rinnovamento tutti d'accordo. I
sindacati, però, hanno sottolineato l'esigenza di un
confronto più serrato. I
rappresentanti delle associazioni ed enti, inoltre,
hanno lamentato l'assenza di un coinvolgimento
che li chiami in causa anche come soggetti propositivi, oltre che enti gestori. “Ad oggi non abbiamo
avuto spazio per portare
contributi e proposte”,
ha sottolineato Valeria
Negrini, presidente di Aci
Welfare Lombardia. Don
Edoardo Algeri, presidente di Felceaf Lombardia e
nazionale, ha sottolineato l'esigenza di “definire
un modello partecipativo
lombardo”. Per Luca Degani, presidente di Uneba
Lombardia, occorre “uni re le competenze per raggiungere gli obiettivi della
riforma, ma con un quadro chiaro delle risorse
che la Regione vuole stanziare” mentre Alessandro Signorini, direttore sanitario Poliambulanza Brescia e membro di Aris Lombardia, ha rilanciato la
proposta di “costruire
un percorso a rete tra tutti gli attori coinvolti”.
Stefania Olivieri
l’abbattimento delle liste d’attesa e i piani per l’applicazione
dei nuovi Lea vedranno impegnati i nostri Coordinamenti delle
Politiche Sociali per il rispetto degli obiettivi fissati nell’accordo
firmato lo scorso 13 gennaio”. I servizi territoriali sono di interesse cruciale per il sindacato e per il suo ruolo contrattuale, in
quanto lì andranno ad integrarsi politiche sanitarie e socio-assistenziali per rispondere in modo più appropriato ed efficiente ai
bisogni dei cittadini.
Abruzzo Molise: No tagli al Fondo
per la non autosufficienza
“Sono inaccettabili i tagli ai fondi sociali presentati in queste
ore. Tagli che lo stesso ministro Poletti e gli assessori regionali
presentihannodichiaratodinoncondividere”. CosìLuigiPietrosimone, responsabile Fnp AbruzzoMolise, dopo l’incontro nazionale governo sindacati sulla non autosufficienza. “Ci aspettiamo-osservaPietrosimone-chealledichiarazioniseguanofatti:ilGovernoeleRegioni,soprattuttol’Abruzzo eilMolise,assumano il tema della non autosufficienza come una priorità
nell'agenda politica. C’è bisogno di una strategia specifica per
fronteggiarepositivamentel'impattodelletendenzedemografiche e l'aumento delle fragilità sociali, al fine di assicurare i diritti
delle persone in condizione di non autosufficienza, rimuovendo
gli ostacoli che impediscono la piena inclusione sociale”. A rischioèlapromessadelGovernodiincrementarea500milionidi
euro l’anno il fondo per la non autosufficienza, a fronte di risorse già stanziate inadeguate. “C’è bisogno - insiste l’esponente
Fnp-diunpianodigradualemagarantitoincrementodelladotazione strutturale del fondo, con l'obiettivo di ridefinire le risorse
globaliperlecurealungotermineLTC”. Daquiilpressingsindacale per piano nazionale per la non autosufficienza, che affronti,
prioritariamente, la definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni sociali, integrati con i nuovi Lea sanitari, come strumento
che assicuri i diritti in tutto il Paese.
Focus
sabato 4 marzo 2017
Uguaglianzadisalario,
anchequestaèparità
L
a questione del gap
salariale tra donne e
uomini torna, in vista
delle
celebrazioni
dell’8 Marzo, Giornata Internazionale della Donna, al centro delle preoccupazioni e delle iniziative di
tutto il sindacato europeo
sotto l’egida della Confederazione Europea dei Sindacati (Ces). Già nel 2015 la
Ces aveva approvato
all’unanimità una Risoluzione che impegnava tutta
l’organizzazione e i diversi
affiliati, a porre tra le principali priorità la riduzione del
divario retributivo di genere. Un impegno che ancora
oggi prosegue secondo
quel tracciato che indica nella contrattazione collettiva
uno strumento fondamentale per il contrasto a questo fenomeno. L’obiettivo
della Ces resta quello di sviluppare un movimento organico politico e sindacale
in grado di promuovere un
quadro normativo favorevole alla parità di genere e
capace di stimolare un clima di consapevolezza
nell’ambito del dialogo sociale e tra i datori di lavoro.
“Il divario retributivo di genere - ha detto il segretario
confederale Ces Montserrat - è doloroso e ingiusto e
comporta un alto costo
umano ed economico. A
meno che non si intervenga
per accelerare la parità di retribuzione, in Europa le donne dovranno attendere più
di 70 anni per essere pagate
alla stessa stregua degli uomini. La parità di retribuzione sarebbe il più grande stimolo mai visto all’econo mia dell'Europa, e solleverebbe milioni di donne dalla
povertà ”. “Unendo le
donne e gli uomini del sindacato - ha aggiunto - saremo
in grado di combattere per
una retribuzione giusta e
contro il divario retributivo
di genere, la contrattazione
collettiva è il modo migliore
per ottenere aumenti salariali e favorire la trasparenza”. Ed è quello che come
Cisl e come sindacato stiamo portando avanti anche
nel nostro Paese sebbene
nelle classifiche europee siamo collocati tra i paesi più
virtuosi, con un gender pay
gap di circa 8 punti percentuali rispetto alla media europea che si colloca al 17%.
Ma sappiamo bene che ciò
è dovuto soprattutto alla
differenza tra i fattori analizzati e quindi non del tutto
comparabili. Comunque,
sta di fatto che il problema
esiste ed è grave, acuito ulteriormente dalla crisi degli
ultimi anni, e rappresenta
una delle forme più sgradevoli di discriminazione diret-
ta. Come Cisl e Coordinamento nazionale Donne,
stiamo lavorando per inserire e rafforzare l’ottica di genere in tutti i negoziati e gli
accordi collettivi, garantendo in primis l’equilibrio di
genere nelle delegazioni
contrattuali e la formazione
di tutti gli operatori e rendendo la contrattazione collettiva, ad ogni livello, uno
strumento fondamentale
per abbattere le disuguaglianze, la violenza di genere e monitorarne i risultati.
Il welfare aziendale, le diverse forme di flessibilità per la
conciliazione vita/lavoro e il
benessere organizzativo sono tutte pratiche entrate a
pieno titolo nell’azione contrattuale della Cisl. E’ sicuramente, data la sua complessità, una questione non
facile da affrontare ma è necessario accelerarne il processo perché in ballo ci sono i diritti di tantissime lavoratrici, e non solo, che da
troppi anni subiscono disparità e mortificazioni. Il protrarsi nel tempo della disuguaglianza retributiva mette a rischio anche il loro futuro di pensionate riproponendo in età avanzata le
stesse discriminazioni conosciute durante la vita lavorativa. Insomma, un problema di carattere sociale che
si riflette negativamente
sull’autonomia personale,
necessaria per affrancarsi
dalla violenza, e sulla redditività delle famiglie e quindi
ostacola la crescita economica e democratica. Questo è il modo concreto con
cui la Cisl intende continuare ad impegnarsi su tali questioni, prendendo le distanze da altre forme di rivendicazione che riteniamo improprie, come “lo sciopero
globale”, non solo perché
valore fondante dell’azio ne sindacale ma in quanto
strumento che poggia il suo
mandato di rappresentanza sul confronto e sulla valutazione dei possibili risultati.
Quest’anno, in occasione
della Festa delle Donne, abbiamo scelto di inserire sul
Manifesto della Ces lo slogan “Le donne sono il cuore dell’economia europea #Noviolenza #Paritàsalariale”, dove lo stop alla violenza e ai soprusi sta ad indicare una condizione imprescindibile verso la parità e
l’uguaglianza retributiva il
riconoscimento di un diritto fondamentale e la valorizzazione di un talento, quello femminile, in grado di
portare vantaggi per tutti.
Perché senza le donne l’Eu ropa e il mondo “viaggiano
a metà” e dunque sono
più poveri.
Liliana Ocmin
7
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Osservatorio
Cronacheeapprofondimenti
delleviolenzesulledonne/362
FEMMINICIDIO.
PIÙ TUTELE PER GLI ORFANI
DELLE VITTIME,
VIA LIBERA DEL TESTO
ALLA CAMERA
Da due volte vittime a persone tutelate. Finalmente per gli orfani dei crimini domestici e per i circa duemila orfani di femminicidio si apre la porta della giustizia. è infatti arrivato il via libera della Camera dei Deputati - voto
all’unanimità - al testo per offrire assistenza e difesa già nelle prime fasi
del processo penale ed accesso gratuito al patrocinio a spese dello Stato, ma modifica anche il sequestro
conservativo, per rafforzare la tutela
degli orfani rispetto al loro diritto al
risarcimento del danno, ed annulla il
diritto al godimento dell’eredità e
della pensione di reversibilità per i
colpevoli di omicidi in famiglia. Arrivano poi per gli orfani di crimini domestici iniziative e sostegni da parte
dello Stato per l’assistenza medico-psicologica, per la creazione di
borse di studio e per il loro inserimento lavorativo (c’è un fondo di due milioni all’anno). La parola ora passa al
Senato.
MIGRANTI.
OK DEL SENATO
AL DISEGNO DI LEGGE
PER MINORI STRANIERI
Approvato a larghissima maggioranza al Senato il disegno di legge che
contiene norme a tutela dei minori
stranieri non accompagnati. Il provvedimento deve ora tornare alla Camera. Tra i principi su cui si basa il testo approvato ci sono ”Il divieto di
respingimento, l’accelerazione della procedura di identificazione, uniformata in tutto il territorio nazionale, la garanzia dell’assistenza sanitaria e dell’assolvimento dell’obbligo
scolastico, l’impegno a garantire
prioritariamente il ricongiungimento
familiare laddove possibile, in linea
anche con le indicazioni provenienti
dall'Unione Europea”. Il divieto di
respingimento (principio di non-refoulement) disciplinato dalla Convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati, all’art.33 prevede che ”Nessu no Stato Contraente espellerà o respingerà, in qualsiasi modo, un rifugiato verso i confini di territori in cui
la sua vita o la sua libertà sarebbero
minacciate a motivo della sua razza,
della sua religione, della sua cittadinanza, della sua appartenenza a un
gruppo sociale o delle sue opinioni
politiche”.
(A cura di Silvia Boschetti)
conquiste
Nuovo appuntamento
per ”Viaggio nei saperi”
a cura di Cisl Calabria
e Coordinamento donne
Continua l’iniziativa ”Viaggio nei saperi - percorsi di criminologia”orga nizzata dalla Cisl e dal Coordinamento femminile regionale, in collaborazione con l’Associazione Sociologi Italiani e la Fondazione Roberta Lanzino.
Il tema affrontato ieri, nel quinto laboratorio da quando è partita l’iniziati -
delle
donne
va, è stato ”L’individuazione del colpevole”trattato da Walter Sanpaolo,
sociologo e criminologo dell’Associa zione Sociologi Italiani. Grande l’ interesse destato per questa formula, voluta dalla responsabile regionale del
coordinamento femminile della Cisl
Nausica Sbarra, che continua a registrare il gradimento dei partecipanti,
al punto che, rispetto al programma
iniziale, al seminario sono state aggiunte altre tre giornate prima della
conclusione del corso. Il precedente
incontro ha avuto come tema ”Le indagini investigative”argomentato
dal criminologo Salvatore Bombara.
L’8 Marzo visite mediche
gratuite per le donne
all’Idi di Roma
L’Idi, l’Istituto Dermopatico dell’Im macolata di Roma, in occasione della
Giornata Internazionale della Donna,
ha programmato visite gratuite per
augurare - come recita l’apposita locandina - “buona salute alla pelle delle donne". Basterà prenotarsi con
una
telefonata
al
numero
06/66464094, call center dell’Istitu to, per poter effettuare gratuitamente le seguenti visite: dermatologia,
chirurgia vascolare, chirurgia plastica
e allergologia. Le visite si effettueranno il giorno 8 Marzo, dalle ore 15 alle
ore 18, fino a disponibilità di prenotazione. “Un piccolo gesto per essere a
fianco - ha detto la presidente dell'Idi,
Mariapia Garavaglia - di ogni donna.
Nel nostro presente c'è la tradizione
di un passato illustre che parla di eccellente diagnostica e di innovativa ricerca sul quale vogliamo costruire un
futuro di vicinanza verso chi ha bisogno”.
A cura del Coordinamento Nazionale Donne Cisl - www.cisl.it - [email protected] - telefono 06 8473458/322