N°08 del 03/03/2016

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0828. 1991330 - unicosettimanale. it - redazione@unicosettimanale. it
Editore: Calore s. r. l. Sede Legale: Via S. Giovanni, 86 - Villa Littorio - Laurino (Sa); Sede Redazionale:Viale della Repubblica, 177
Capaccio Paestum (Sa) - “Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1,
comma 1, Aut: 952/ATSUD/SA - Dir. Com. Business Salerno - Abb. annuale 25, 00€
Paestum-Metaponto
“La via degli stranieri”
Rocca e Vallo
“Aree contigue”
indaci, tanti sindaci, hanno affollato la sala consiliare del
comune di Roccadaspide per
dare peso specifico al progetto di cooperazione per lo sviluppo delle aree
interne. Oltre ai sindaci, anche imprenditori e vecchie glorie della politica d’altri tempi che, con
atteggiamento disincantato, hanno
fatto da corona all’ennesimo tentativo
di Girolamo Auricchio di porre Roccadaspide al centro del biliardo.
Al “raduno” è arrivato anche Toni
Aloia, sindaco di Vallo della Lucania,
per prendere nota di cosa bolle nella
“pentola” in cui si “cucinerà” l’ennesimo progetto di sviluppo per le aree
interne che dovrebbe sancire un asse
tra la porta d’accesso della Valle del
Calore e il “capoluogo” della regione
verde che è compresa nell’area Parco.
S
D
alle nostre parti ne parlava Vito Gerardo Roberto, informatico con tanti altri interessi, da
Roscigno. Vito, con mamma spagnola nata nella
zona del “Camino” per Santiago di Compostela, agli
amici racconta sempre di questa “Trazzera degli Stranieri” che, secondo lui, passa dalle nostre parti e si va a
innestare sull’antica viabilità medioevale.
Tesi ritenuta ardita dai più e presa sul serio solo da noi
amici di Vito che ne conosciamo il rigore e la serietà da
studioso calvinista che il compianto Umberto Eco
avrebbe collocato in uno dei suoi romanzi best seller.
Grazie a Internet ecco arrivare sotto i nostri occhi del quotidiano pugliese “La Gazzetta del Mezzogiorno” che ci
racconta che è stata individuata la «Strada degli stranieri»
che collegava Metaponto a Paestum (Ionio al Tirreno). “È
stata tracciata grazie al lavoro appassionato e meticoloso
del lucano Mimmo Saracino, restauratore con la passione
della ricerca sull'antica viabilità.
MOTTOLA A PAGINA 7
SCANDIZZO A PAGINA 8
Solofrone
libero di esistere
“I
l Patto del Fiume” ha accesso i riflettori sul Solofrone, uno dei corsi
d’acqua sacri alla memoria
storica di Paestum e della
sua Kora.
Fu il fiume della mia infanzia, perché
nasce alle radici del monte Vesole, a
Trentinara, mio paese di nascita.Il
tema è stato ampiamente trattato nei
suoi risvolti economici come progettualità di insieme nella prospettiva di
uno decollo di un vasto territorio di
pianura a trasmigrazione di media collina/monntagna.
A me preme focalizzare, ancora una
volta, l’attenzione sull’aspetto culturale, “nella consapevolezza che non
c’è progresso economico e civile
senza innestarsi su solide basi culturali”.
LIUCCIO A PAGINA 12
Anno XVII
n° 08 del 03 marzo 2016
Roscigno Vecchia - strada in pietra
Addio alle BCC
U
na delle cose più sorprendenti e che fa riflettere è
l'inizio stesso del testo del
decreto, che stravolge completamente i miei (inutili ormai) convin-
cimenti universitari: "ritenuta la straordinaria necessità ed urgenza di avviare il processo di riforma del
settore bancario cooperativo..."
CONTINUA A PAGINA 9
Il Volo di Laurino al via
Un bando per la gestione
I
l volo di Laurino è
senz'altro uno degli
eventi più attesi che
andranno a colorare le nostre stagioni, col suo mix
particolare di peculiarità e
attrattiva.
Abbiamo ascoltato Romano Gregorio, sindaco di
Laurino, per saperne di più
circa modalità di presentazione, investimenti fatti e
risultati attesi.
ACITO A PAGINA 5
Un tesoro
nascosto
U
na modernizzazione virtuosa,
pronta a celebrare non solo i
progressi materiali, ma anche
il riscatto morale, sollecita un ecologico rapporto tra natura ed uomo ed
una prospettiva attenta alle dinamiche
interattive.
L’analisi del processo storico-economico aiuta a riscoprire la funzione del
contesto ambientale, degli insediamenti, delle tipicità urbane.
La riflessione, se animata da coscienza civica, stimola la partecipazione e la collaborazione nel
progettare una civiltà a dimensione
d’uomo.
Il relativo processo di conoscenza induce ad impegnarsi per evitare che la
montagna diventi sempre più brulla,
la pianura perda definitivamente la
propria configurazione,
L.R. A PAGINA 4
2
n° 08 03/03/2016
VALLO DI DIANO
Presentato il progetto Rete
Destinazione Sud
Alla ricerca di un turismo culturale
ad alto contenuto esperienziale
a crescente ricerca di esperienze autentiche, personalizzate e partecipative da
parte del turista postmoderno induce
gli enti territoriali, le imprese turistiche e le istituzioni culturali a cercare
nuovi modi per mantenere alta la
competitività dei prodotti turistici e
delle destinazioni turistiche.
Venerdì 26 Febbraio 2016 a Padula
Scalo, presso l’Auditorium della Parrocchia di Sant’Alfonso, si è riunito il
Secondo Focus Group per la presentazione del Progetto DESTINAZIONE SELE / TANAGRO /
VALLO DI DIANO. Sele, Tanagro e
Vallo di Diano sono le nuove “destinazioni” scelte per le azioni di “Rete
Destinazione Sud”, il marchio turistico del Mezzogiorno presentato lo
scorso anno alla Bit con l’ambiziosa
finalità di creare una rete capace di
competere nei mercati internazionali.
Il progetto è stato presentato ed illustrato nei minimi dettagli direttamente dal presidente del Comitato di
Gestione Rete Destinazione Sud Michelangelo Lurgi.
Rete Destinazione Sud, il nuovo
brand turistico del Sud Italia, consentirà anche al territorio a sud della provincia di Salerno di entrare nella rete
L
di commercializzazione e valorizzazione delle eccellenze del mezzogiorno d'Italia.
Il progetto di Rete Destinazione Sud
è stato ideato e realizzato da Confindustria, coinvolgendo 5 associazioni
territoriali e mettendo in rete le
aziende turistiche di riferimento delle
Regioni di Calabria, Campania, Basilicata e Puglia, grazie alle quali sarà
possibile realizzare pacchetti ed offerte turistiche che siano in grado di
regalare momenti unici ed indimenticabili, consentendo al fruitore
un’esperienza assolutamente confortevole e impareggiabile e permettendo oltre che di visitare luoghi dalle
straordinarie peculiarità paesaggistiche, storiche e culturali poco conosciute, anche di assaggiare prodotti
tipici locali che consentano anche di
promuovere la commercializzazione
e l'entrata degli stessi sui mercati internazionali.
Uno dei problemi del Sud Italia è
stata la mancanza di un canale di raccordo in grado di mettere insieme
tutte le straordinarie eccellenze dell'area del mezzogiorno e promuoverle
in modo adeguato al fine di consentire anche al mezzogiorno lo sviluppo
economico di cui necessita. Ogni re-
Michelangelo Lurgi - Presidente del Comitato di Gestione Rete Destinazione Sud
altà che cerchi da sola di emergere
nella globalità dei mercati internazionali verrebbe inevitabilmente schiacciata. Se però tutte le forze e le
singole eccellenze vengono presentate insieme e valorizzate nella loro
totalità, il Sud Italia potrà offrire pacchetti ricchissimi e di sicuro interesse.
Anche il Vallo di Diano, con le sue
eccellenze potrà offrire un importante
contributo e, grazie a Rete Destinazione Sud, promuovere in modo adeguato il territorio caratterizzato da
arte, storia, cultura, paesaggio e prodotti tipici locali.
Sono stati invitati ed hanno partecipato alla Conferenza i rappresentanti
dei territori di Atena Lucana, Buonabitacolo, Casalbuono, Monte San
Giacomo, Montesano sulla Marcellana, Padula, Pertosa, Polla, Sala
Consilina, San Rufo, Sant' Arsenio,
San Pietro al Tanagro, Sanza, Sassano, Teggiano.
A Padula si sono incontrati, imprenditori, professionisti, associazioni,
istituzioni, per condividere il progetto
sottoscrivendo la propria manifestazione d'interesse.
Dalla prossima settimana, dichiara il
Presidente Michelangelo Lurgi, si
parte con tutti coloro che hanno sottoscritto la manifestazione d'interesse
a supporto del progetto per costruire
dal basso partendo dai cittadini e dalle
imprese la Destinazione Sele / Tanagro / Vallo di Diano.
Come stabilito si parte con il coinvolgimento della prima parte della destinazione i 16 comuni del Sele
Tanagro, per poi passare ai 15 comuni
del Vallo di Diano.
Michelangelo Lurgi, presidente di
Rete Destinazione Sud, ha sottolineato l’impegno di decine e decine di
operatori e di imprenditori di riferimento delle regioni Campania, Basilicata, Puglia e Calabria per
potenziare la competitività del sistema turistico meridionale, sviluppando azioni comuni di promozione
e commercializzazione: tradizionali e
on-line. Ecco i primi concetti espressi
alla stampa dal presidente Michelangelo Lurgi prima dell’inizio della
Conferenza:
“Fondamentalmente
questo è un progetto di valorizzazione
territoriale. Il coinvolgimento territoriale è alla base di questo progetto.
Noi tendenzialmente tendiamo ad
unire tutti gli imprenditori turistici e
non solo che sono ubicati nei 31 Comuni della Destinazione Sele / Tanagro / Vallo di Diano, in particolare
tutta la filiera turismo – enogastronomia – eventi e, ovviamente, tutto
quello che ha a che fare con i prodotti
tipici del territorio. Noi creiamo questa Destinazione con chi? Con gli imprenditori, con la cittadinanza, con le
Istituzioni. Intendiamo creare un portale turistico che riguarda la Destinazione, quindi tutto quello che nella
Destinazione c’è: eventi, gastronomia, prodotti artigianali. E ovviamente tutte quelle che sono le
esperienze che si possono fare all’interno di questa Destinazione: rafting,
gastronomia e quant’altro”.
Massimiliano De Paola
[email protected]
ALBANELLA
n° 08 03/03/2016
3
Giorgio Mottola difende Oreste
Due giornalisti fiori all’occhiello del Territorio
articolo che segue l'ha scritto Giorgio Mottola, originario di Albanella e brillante giornalista di Report, trasmissione che va in onda su Raitre. Pur vivendo a Roma da qualche anno, il giovane e coraggioso Giorgio continua a essere molto legato e interessato alle vicende della sua terra. In questi
giorni anche lui assiste al paradossale attacco fatto dal gestore di un sito locale a uno dei giornalisti
più noti in zona, Oreste Mottola, con minacce di deferimento all'Ordine dei giornalisti poiché diffamerebbe una collega. "Dal momento che io stesso ho mosso i primi passi nel giornalismo partendo dal vostro
giornale, mi è venuto istintivo scrivere- sostiene Giorgio Mottola - alcune righe che spero le voglia pubblicare
integralmente". L'ultimo episodio rimanda a un articolo che azzera per giorni la vendita di pane locale accusato
di contenere feci di topo. Oreste Mottola non nasconde la sua solidarietà agli imprenditori locali. Una storia
lunga che il giovane giornalista di Report ricostruisce allungando lo sguardo agli ultimi tre, quattro anni. "Oreste non si è mai voltato dall'altra parte", dice Giorgio.
L’
I
n almeno una ventina di paesi a
sud di Eboli, la parola "giornalista" evoca nella mente di quasi
tutti un solo nome, quello di Oreste
Mottola. Eppure di giornalisti, più o
meno famosi o più o meno falliti, in
questi posti ce ne sono a bizzeffe. Il
fatto è che, in quasi tutto il Cilento,
Oreste è stato per quasi due decenni
l'unico collettore di storie e di memorie, molto prima che andasse di moda
la paesologia e che dilagassero i siti
iperlocali. È per questo che ogniqualvolta un giornalista di una testata nazionale (da Gianantonio Stella, che lo
ha citato in un paio di suo libri, agli
inviati della Rai) si interessa di questo depresso e astruso lembo di terra,
per avere una chiave di interpretazione, la prima cosa che fa è telefonare a Oreste Mottola. E lo stesso
hanno fatto due o tre generazioni di
giovani cilentani. Non appena qualche adolescente cominciava a coltivare la passione del giornalismo,
prima ancora di scrivere il suo primo
articolo, è a Oreste che si è rivolto.
Ed è stato Oreste a concedere a decine di futuri giornalisti la fiducia e
lo spazio su un giornale di carta.
Anche io sono tra questi. Quando ho
preso a scrivere per il più venduto
quotidiano locale venivo pagato un
paio di euro ad articolo. Non lasciava
a desiderare solo la paga, ma anche
la libertà. Potevo pubblicare, per 10
centesimi a riga, solo ciò che non
comportasse problemi né ai politici
né ai corrispondenti più anziani, che
gestivano le pagine locali del giornale come feudi medievali. È stato
Oreste Mottola a permettermi di pubblicare sui suoi giornali gli articoli
che altri non accettavano nemmeno
come proposta. Grazia ad Oreste, ho
avuto la possibilità di non essere paralizzato dalla delusione e di innamorarmi per sempre di questo mestiere.
Un mestiere che Oreste Mottola ha
esercitato sempre con grande onestà:
con tasche e suole bucate. Non so se
sia il più mite tra i coraggiosi o il più
coraggioso tra i miti. Ma ricordo che
è stato l'unico ad avere il coraggio di
scrivere, senza nessuna autocensura,
dei due più grandi scandali che
hanno attraversato Albanella negli
ultimi vent'anni. Vale a dire l'inchiesta Bufala Connection, dimostrazione
di quanto la pratica dell'estorsione
sia di casa nel nostro Comune, e
l'operazione Chernobyl, con la quale
abbiamo scoperto che alcuni nostri
(ancora oggi rispettati) compaesani
si fossero messi a fare i becchini di rifiuti tossici, scegliendo le nostre terre
come cimitero. E ricordo anche che,
in quelle occasioni, altri
giornalisti o hanno girato la
testa dall'altra parte, cominciando a scrivere solo
quando era impossibile non
farlo, o si sono impegnati a
screditare le vittime. La
colpa, ovviamente, non è dei
singoli giornalisti. Esercitare una coscienza critica e indipendente non si
può chiedere a tutti anche perché, tra
l'altro, non tutti una coscienza critica
e indipendente ce l'hanno. Il problema vero è nel rapporto perverso
tra potere e giornalismo, che a livello
locale si trasforma in un abbraccio
ancor più asfittico e mortale. Nei
giornali e nei siti locali è sempre più
complicato cogliere la differenza tra
informazione e ufficio stampa. Non
sai mai per quale ragione ti venga
propinata una notizia piuttosto che
un'altra. E ci sono volte in cui non
puoi avere alcuna certezza che quell'informazione sia vera. L'unica sicurezza è che ti è data la possibilità di
leggere solo quelle informazioni che
mai e poi mai danneggeranno realmente chi è al potere. E se il giornalismo non è indipendente, allora non
è giornalismo e andrebbe trovato un
altro termine per definirlo. Non basta
un tesserino in tasca per definirsi
giornalisti.
Giorgio Mottola
VALLO DELLA LUCANIA
Riccardo Ruocco sfida
Toni Aloia
er mancanza di candidati
alle primarie, convocate per
il 6 marzo 2016, Riccardo
Ruocco, avvocato portavoce del circolo PD di Vallo della Lucania, è
stato individuato quale candidato a
sindaco della città “capoluogo” del
Cilento.
Sarà l’avvocato Vallese, prestato a
Roccadaspide, luogo dove ora risiede con la moglie Daniela e Viola
la sua primogenita, a sfidare Toni
Aloia, cardiologo e sindaco uscente.
La decisione è stata presa in quanto
il 29 febbraio sono scaduti i termini
per la presentazione della candida-
P
ture per le
primarie di
coalizione.
Riccardo Ruocco
Per
cui,
Ruocco, già
responsabile del PD ha accettato di
correre per la carica di sindaco.
Il PD non intende correre da solo,
ma a questo punto ogni eventuale
accordo con altre forze politiche
avrà un punto fermo: il candidato a
sindaco.
Ora per Ruocco inizia un periodo di
forte impegno nel ricercare alleati e
per formare la lista del PD e delle
altre liste con lui collegate.
Toni Aloia
Dovrà, inoltre, stilare un programma
alternativo al sindaco uscente individuando le priorità su cui impegnarsi.
C’è poi da sciogliere i nodi relativi
agli appoggi di chi da anni ha in
mano le leve del potere laico locale
come la famiglia Valiante e tentare
di accreditarsi presso l’altro polo legato alla curia.
Biesse
4
STORIA E TRADIZIONE
n° 08 03/03/2016
Un tesoro nascosto
Camillo Crocamo lo riporta alla luce
DALLA PRIMA
I
paesi continuino ad essere dei
dormitori condannati alla totale
soggezione culturale degli operatori economici e di chi propende per
mere soluzioni tecniche, senza porre
attenzione alle esigenze di protagonisti della storia passata che, se pur timidamente, ancora operano. Sono
montanari, pastori, contadini, pescatori, artigiani legati alla cultura sapienziale, i quali propendono per uno
sfruttamento equilibrato di un territorio dalle risorse limitate. Costoro
hanno trovato voce in nonna Rosalia
alla quale dedica il suo certosino lavoro Camillo Crocomo. L’architetto
ha completato da poco una ricerca durata decenni sulle tipologie di architettura rurale in tutta l’area del Parco
rispondendo al bisogno di conoscenza
sollecitato in lui dai racconti della
nonna, che gli descriveva il mondo
magico dei contadini, delle montagne
e dei pastori. Con metodo e passione
egli ricostruisce la correlazione tra
presenza dell’uomo e paesaggio analizzando le microarchitetture sparse
nell’area del Parco fornendone una
minuziosa schedatura. In tal modo egli
fa conoscere agli abitanti ed ai visitatori un patrimonio che testimonia non
solo secolari modalità di vita materiale, ma costituisce un prezioso riferimento per una storia della mentalità.
Infatti, esalta il rapporto con la terra di
una civiltà contadina le cui vestigia
persistono malgrado la radicale conflittualità del rapporto tra città e campagna, tra economia tradizionale e
mercato, tra con-senso deferenziale e
mene elettorali.
L’articolata e complessiva riflessione
proposta da Camillo Crocamo trasforma queste emergenze architettoniche in segni e simbolo del cangiante
quotidiano alla ricerca dell’ineffabile
e rassicurante certezza dell’essere in
questa area dell’abbandono, che nell’attuale fase sperimenta una ulteriore
marginalizzazione. Una partecipata
esperienza civile aiuta ad apprezzare
queste manifestazioni di vita materiale, sociale, spirituale e a fruire di un
bene - sia esso una chiesa, un castello,
un rudere classico o il reticolo di
emergenze architettoniche rurali – per
riattualizzare il passato, tramandato
grazie a questi monumenti, che evocano coinvolgenti sensazioni trasfuse
nei valori comunitari. Sensibilità e
cultura consentono d'inquadrare e
comprendere le fasi di una civiltà
complessa, prospettiva che diventa
anche un buon supporto per l'animazione culturale in sede locale. Si esalta
il patrimonio di tradizioni popolari,
consuetudini religiose, qualità socioculturali, un tessuto connettivo che richiede una lettura simpatetica per
essere compreso nella sua interezza e
complessità. Il lavoro di Crocamo
contribuisce alla sua comprensione e
valorizza una civiltà e un genere di
vita consentendo di riappropriarsi
delle testimonianze che la vicenda storica ha fatto sedimentare nel territorio.
L'insieme delle conoscenze così acquisite consente una riflessione complessiva su un passato, molto spesso
imprescindibile premessa per comprendere la condizione attuale e porre
riparo alla marcata usura ambientale,
all'esodo degli abitanti,
ad un disordinato sviluppo edilizio. Perciò, il
recupero delle ragioni
culturali poste a fondamento di tale civiltà diventa efficace strumento
perché un popolo che
possiede, custodisce e
partecipa i propri valori,
conservi una funzione,
imponendosi all'attenzione dell'Umanità.
Il censimento complesso
e meritorio dell’architettura rurale
aiuta a comprendere le conseguenze
dei vorticosi cambiamenti odierni guidando il pellegrinaggio di chi è alla ricerca di un Paradiso Perduto. La ricca
serie di foto, mappe, schede pubblicate dall’architetto Crocamo stimolano la funzione catartica della cultura
per rigettare omologanti modelli di
massa e generare una dinamica interiore sollecitatrice d’illuminanti riflessioni soprattutto agli emigrati di
ritorno nella terra degli avi. I dati tecnici evocano situazioni, riattualizzano
eventi, sensazioni, sentimenti, rendono partecipi dei valori della comunità, esaltata non dalla retorica del
turismo, inteso come volano economico delle zone interne, ma come opportuna proposta di un'esperienza di
civiltà sensibile alla valorizzazione dei
connotati ambientali, della vita materiale e delle testimonianze culturali. E’
un momento educativo che, nel mentre fa apprezzare tanti beni artistici ed
architettonici, si trasforma in epifania
dello spirito umano predisponendo ad
un intenso incontro col passato nel rinnovato bisogno di capire, di conservare e di valorizzare un patrimonio di
cui, contemporaneamente, si è eredi e
si dovrebbe divenire consapevoli custodi.
L.R.
Tel 0828. 1992339
Fax 0828. 1991331
e-mail: redazione@unicosettimanale. it
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Direttore Responsabile Bartolo Scandizzo
In redazione Lucio Capo e Gina Chiacchiaro
Grafica ed Impaginazione Veronica Gatta
Testata realizzata da Pietro Lista
Stampa C.G.M. s.r.l.
Contrada Malagenia, 84061 Ogliastro Cilento - (SA)
tel. 0974 844039
Iscritto nel Registro della Stampa periodica del Tribunale di
Vallo della Lucania al n. 119 Responsabile Trattamento Dati
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Tiratura: 3500 copie
Il N° 08 di Unico è stato
chiuso in redazione il 01/03/2016
ed è stato avviato alla spedizione agli
abbonati il giorno 03/03/2016
presso il CPO di Salerno
VALLO DI DIANO
n° 08 03/03/2016
“Mai Più Lucrezia” in difesa della donna
IN FARMACIA
I FASTIDIOSI GELONI
Teresa Paladino responsabile del progetto
I
C
E’ stata aperta a Sala Consilina una sezione dell’associazione “Mai Più Lucrezia
– a difesa delle donne vittime di ogni
genere di violenza” fondata tra gli
altri, dall’avvocato Giovanni Falci, ed
è stata presentata ufficialmente sabato
scorso. La responsabile locale è l’avvocato Teresa Paladino. La missione
di Mai Più Lucrezia è il ripristino
delle condizioni di normalità fisiche,
psichiche e di giustizia per le donne
vittime di ogni genere di violenza. “Il
nostro impegno è quello di fornire i
mezzi più adeguati e di utilizzare gli
strumenti più idonei per rimuovere gli
ostacoli al riequilibrio della vita di relazione interpersonale e sociale –
hanno detto- il nostro sogno è promuovere il coraggio di non aver
paura”.
Lucrezia è la donna riportata nella
versione di Livio quando parla della
istituzione della Repubblica e racconta dell’ultimo re di Roma, Tarquinio il Superbo e di suo figlio
assolutamente sgradevole Sesto Tarquinio. Lucrezia, vittima delle voglie
di quest’ultimo dopo aver ceduto a un
ricatto spregevole per il quale si abbandona all’uomo, si uccide con un
pugnale che nascondeva sotto l’abito.
Oggi l’associazione persegue esclusivamente finalità di solidarietà sociale,
si impegna nei confronti delle persone
offese di reati di violenza fisica e/o
morale, donne discriminate sul lavoro, donne vittime di rappresaglia
economiche a seguito di separazioni
e/o divorzio, donne vittime di sfrutta-
Teresa Paladino e Giovanni Falci
mento sul lavoro.
Mai Più Lucrezia, allora, si prefigge
di prestare assistenza legale a favore
delle donne nei processi penali per
violenza, assistenza legale nei processi civili, assistenza legale a favore
delle donne e figli minori.
“Inoltre ci si prefigge di organizzare
incontri periodici di sostegno psicosociale, organizzare gruppi di auto e
mutuo aiuto- afferma l’avvocato
Falci- organizzare attività di socializzazione. Inoltre sosteniamo iniziative
d’intesa con Associazioni, Enti, Istituzioni e Organizzazioni pubbliche e
private. L’associazione si avvale
dell’opera personale e volontaria”. A
questo fa eco l’avvocato Teresa Pala-
dino: “Vogliamo approfondire la ricerca, riflessione e dibattito e l’agire
rispetto alla inviolabilità del corpo
femminile - dice- fare opera di prevenzione, vogliamo promuovere interventi
formativi
corsali
e
individuali, accogliere e informare”.
Insomma il territorio del Vallo di
Diano si mobilita a favore di una
causa comune: Mai Più Lucrezia in
giro per il mondo. E soprattutto mai
più silenzi quando si verifica una violenza. Quelli che coprono e uccidono
più della violenza subita in sé. E le
donne oggi non sono sole nel denunciare e combattere l’aggressore.
Antonella Citro
Il Volo di Laurino: le aspettative del Sindaco
Un bando pubblico per affidare la gestione
DALLA PRIMA
P
er quanto riguarda le modalità di
presentazione, sul bando di accelerazione della spesa compaiono vari interventi per la valorizzazione
rupestre dell'abitato di Laurino. L'inve-
5
stimento ammonta a 2 milioni e tre, da
stanziare non soltanto per il volo, ma
anche per il recupero della piazza Santa
Sofia, di quella di San Pietro con l'anfiteatro ed una monorotaia. Ovviamente
largo spazio è accordato al famoso volo,
mediante una zip line. Si è scelto di puntare su questo sport estremo per attirare
soprattutto le fasce più giovani della
Popolazione della zona, e la gestione
sarà affidata ad un soggetto da reperire
attraverso un bando pubblico. Riguardo
le aspettative, Gregorio spera che tale
iniziativa possa attirare più fruitori possibili, giacché il volo di Laurino è qualcosa capace di suscitare l'interesse di
disparate fasce di popolazione, con il
suo carattere di brivido ed eccezionalità.
Monica Acito
geloni
rappresent a n o
l'esito di una
reazione anomala del corpo
al freddo seguito da un riscaldamento repentino. Le basse temperature
provocano la costrizione vascolare,
mentre quelle calde inducono vasodilatazione. Se il passaggio dal
freddo al caldo è brusco, si può verificare una dilatazione dei capillari
più rapida rispetto a quella dei
grandi vasi sanguigni; ciò può comportare la fuoriuscita di componenti
ematiche nei tessuti circostanti. Il
fenomeno determina l'insorgenza
dell'infiammazione cutanea nella
zona interessata, che a sua volta si
associa ai sintomi tipici dei geloni.
Prima di tutto insorge una sensazione di bruciore e di prurito, di solito, nelle estremità del corpo: lobi
delle orecchie, naso, talloni, dita dei
piedi e delle mani. Successivamente, i sintomi peggiorano se l'individuo entra in un ambiente caldo.
Segni e sintomi di geloni possono
includere: arrossamento, gonfiore e
prurito localizzati sulla pelle, spesso
ai piedi o alle mani; sensazione di
bruciore; cambiamenti nel colore
della pelle, dal rosso al blu scuro,
accompagnati da dolore; possibile
formazione di vesciche ed ulcere.
Le lesioni possono essere singole o
multiple, cioè più geloni possono rimanere circoscritti od unirsi per formare un'estesa zona eritematosa. Se
il paziente evita l'ulteriore esposizione al freddo, i geloni, di solito,
scompaiono entro 1-3 settimane.
Per il trattamento dei geloni si
usano creme a base di corticosteroidi. Per trattare i casi più gravi o
ricorrenti può essere prescritta la nifedipina, un potente calcioantagonista antipertensivo. Questo farmaco
abbassa la pressione del sangue e
provoca vasodilatazione riducendo
il dolore, agevolando la guarigione
e prevenendo le recidive. Gli effetti
collaterali possono includere vampate di calore e mal di testa.
Alberto Di Muria
[email protected]
I S APORI D EL VALLO
di S uriano F. & C . s .a.s.
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THE FRESH PASTA COMPANY
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www.isaporidelvallo.it - [email protected]
6
LA STAZIONE DEL MARINAIO
n° 08 03/03/2016
di Sergio Vecchio
Storie di straordinaria Ferrari
D
INFO&CONTATTI
tel 0828 730510 / fax 0828 72805
S. S 18, Km 89, 700 Capaccio
[email protected]
omenica 13 marzo si conferma l'appuntamento per il
secondo anno della coppa dei
templi, tappa valevole per il Trofeo
costa d'Amalfi. L'associazione Scuderia Costa d'Amalfi si è riunita qualche
settimana fa al Castelletto, meravigliosa tenuta a Mirabella Eclano dove
è stato presentato il programma delle
attività.
Si potrà assistere ad una straordinaria
parata di auto di lusso, in particolare
di fiammanti Ferrari.
Appassionati, curiosi, turisti e cittadini potranno ammirare le sfavillanti
rosse. Il rombo dei motori, l'energia
unita ad eleganza, saranno componenti vincenti per una prova cronometrata, in un percorso di eccezionale
cultura e bellezza. L'Associazione
Scuderia Costa d'Amalfi presieduta
Inviato da iPhone
Sarà un incontro tra i Templi di Paestum, avvincente, sicuramente da non
perdere.
Per chi desidera seguire le altre occa-
www. planetbeverage. it
[email protected]
sioni di incontro dei Ferraristi, si appassionerà sicuramente. Enjoy Ferrari.
Gaia De Nicola
CILENTO
n° 08 03/03/2016
7
La Via Silente che porta al Cervati
Un percorso naturalistico in bicicletta
enerdì 26 Febbraio è
stato
presentato
presso l’aula magna
dell’istituto
alberghiero
Ancel Keys di Castelnuovo
Cilento il progetto “La Via
Silente”. Si tratta di un Ciclopercorso circolare di circa
600 km. che percorre tutto il
Parco del Cilento, Vallo di
Diano ed Alburni, suddiviso
in 15 tappe, dai paesi montani
ai borghi costieri, con una
tappa opzionale per raggiungere la vetta del monte Cervati (1898 m sul livello del
mare). Il sentiero deve il suo
nome alle sonorità naturali
che lo vivono e al silenzio
che si percepisce grazie alla
lontananza dalle città e dalle
attività umane. Il primo
tratto, collinare, parte da Castelnuovo Cilento, poco lontano dallo scalo ferroviario di
Vallo della Lucania-Castelnuovo, per terminare nel
borgo di pescatori di Pioppi
(Pollica). Da Pollica il secondo tratto costeggerà il
mare fino a Castellabate,
dove proseguirà nell’entroterra per arrivare a Vatolla,
antico centro di studi dell’umanista
Giambattista
Vico. Dalla terza all’undicesima tappa il tragitto non
vedrà mai il mare. Da Vatolla
i cicloamatori arriveranno a
Cicerale, poi a Felitto, ammirando le sponde del fiume
Calore e le caratteristiche
gole che il corso d’acqua ha
scavato nella roccia. Il quinto
tratto vedrà protagonista i
Monti Alburni con un percorso di 57 km che terminerà
a Petina. Da qui si ripartirà
per Roscigno con un tratto
difficile sugli Alburni raggiungendo quote fino ai 1200
mt di altitudine. Nella settima
tappa gli avventori del percorso entreranno nel Vallo di
Diano con meta Teggiano.
Dal Vallo di Diano si ritornerà nel territorio cilentano
dove si potrà ammirare la
Certosa di Padula prima di arrivare a Sanza, dove si può
scegliere se “scalare” la montagna più alta della Campania, il Monte Cervati, con un
percorso per la maggior parte
sterrato, o proseguire per Casaletto Spartano. L’undicesimo tratto collega il paese
dei “Capelli di Venere”, cascate create dal Rio Bussentino, a San Giovanni a Piro,
ricongiungendo il percorso
col mare, molto più a sud ri-
V
spetto a dove era stato lasciato, sul Golfo di Policastro. Da qui partiranno i
luoghi balneari più famosi. Il
dodicesimo tratto toccherà
Marina di Camerota, prima di
arrivare a Palinuro. Poi si
proseguirà per Caprioli, Pisciotta fino ad arrivare alla
meta del tredicesimo tragitto,
Ceraso, nell’entroterra. La
quattordicesima tappa sarà
sul Monte Gelbison a 1705
metri d’altezza. Dal Monte si
scenderà a Novi Velia, poi
alla Piana dell’Alento (Omignano Scalo) per raggiungere
il punto di arrivo, Castel-
nuovo Cilento. Il tragitto è
pressoché quello percorso
nel giugno del 2014 da due
amiche, Carla Passarelli e Simona Ridolfi durato 28
giorni coinvolgendo centinaia di persone. Per promuovere il ciclopercorso e il
patrimonio naturalistico del
territorio è nata, il primo Dicembre 2014, l’associazione
“La Via Silente”, con sede a
Castelnuovo, che organizza
il viaggio e le tappe con
strutture convenzionate e
monitora lo stato dei viaggiatori lungo il percorso.
Alessandro Pecoraro
La Via Silente
Da Paestum a Metaponto passando per Roscigno
“La via degli stranieri” che ha fatto la storia
DALLA PRIMA
a ricerca è stata pubblicata sull’ultimo
numero della rivista
«Leukanikà» del circolo culturale «Silvio Spaventa Filippi» (fondazione premio
letterario Basilicata).” Questo è l’incipit della Gazzetta
che non conosce le tesi di
Vito, ma noi sì. E ci impadroniamo della tesi centrale del
lavoro di Mimmo Saracino.
La «Strada degli stranieri»,
ha origine sul litorale Jonico,
all’altezza dell’antica Metapontum (oggi Metaponto,
frazione di Bernalda, nel materano) nota città della
Magna Grecia e taglia completamente la Basilicata da
Est ad Ovest per raggiungere
l’altra antica città Paestum
(provincia di Salerno), entrambe fondate intorno al VII
sec. a.C.da coloni Achei provenienti dalla Grecia. All’occhio attento non sfugge che il
percorso, ricostruito da
Mimmo Saracino (nelle
foto), è quasi completamente
in Basilicata. Per essere più
meticolosi la «Strada degli
stranieri» è un’arteria che interessa l’intera Lucania antica. Si tratta di un tratturo
utilizzato per la transumanza
ed è grazie agli studi sugli
spostamenti dei pastori in antichità che questa «strada» è
stata tracciata.
L’arteria prende il nome dai
«greci» che percorrevano
l’itinerario da una costa all’altra.
I «greci» erano denominati
«stranieri». Detto toponimo è
ancora riscontrabile sulle
L
mappe di impianto catastali
di vari comuni attraversati. È
sufficiente pensare all’origine e alla fine di questa
strada per capire quanta importanza ha avuto quest'arteria nei secoli. Le antiche città
greche di Metaponto e Paestum erano collegate tra di
loro grazie a questo «tratturo». Tuttavia la strada attraversa anche aree romane ed
insediamenti molto noti diversi secoli prima di Cristo
ed in particolare siti fortificati dell'antica Lucania.
L’area della Torre di Satriano, per esempio, è completamente tagliata da questa
strada ma ne sono interessati
anche altri siti molto importanti, come Serra di Vaglio,
Civita di Tricarico, Serra del
Cedro, Atena Lucana e Roscigno (Monte Pruno) nel Cilento.
Lungo il percorso, dunque, i
luoghi trasudano storia antica
grazie al percorso che si
snoda da un «crinale» all'altro attraversando vetusti in-
sediamenti, dandoci il senso
di come, prima gli indigeni e
poi i lucani, si siano insediati
e fortificati a ridosso di questa arteria in funzione dei
traffici che da lì transitavano.
Il percorso, di circa 200 chilometri, per tutto il tratto lucano ha rappresentato una
importante arteria di transumanza che dalle montagne
della Sellata, Rifreddo,
monte Li Foi conduceva alla
cosiddetta «Marina» sulla
costa ionica tra Metaponto,
Ginosa e Laterza.
Da oriente ad occidente, dunque, se volete anche viceversa per ripercorrere una
delle più importanti vie della
cosiddetta
«transumanza
orizzontale» (si oppone a
quella «verticale» che vede
le greggi spostarsi dalla pianura alle alture circostanti a
breve e medio raggio).
Oggi l’arteria è composta alternativamente da strade sterrate e asfaltate, attraversa
suggestivi paesaggi, costeggiando la valle del Ba-
sento… ma con una visuale
anche su quella Bradanica
nel territorio di Tricarico, con
panorami mozzafiato.
Attraversa i boschi di Fonti
toccando l’antico centro fortificato lucano di Civita, si
dirige verso Ovest e nei
pressi dell’altro insediamento fortificato lucano di
Serra di Vaglio scende verso
il capoluogo Potenza, costeggiando l’antico ponte di
S.Vito (di probabile origine
romana).
L’itinerario costeggia la superstrada fino a Tito scalo
lungo la vecchia statale per
dirigersi verso l’importante
sito archeologico di Torre di
Satriano.
Da qui verso la Campania attraverso Atena Lucana, Vallo
di Diano, Roscigno (anche
qui sito fortificato Lucano) e
attraverso i monti cilentani
arriva all’antica Paestum
sulla costa tirrenica.
Oreste Mottola
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AREE INTERNE
n° 08 03/03/2016
Alfieri, Ricchiuti e Picarone chiedono ai sindaci di cooperare
Roccadaspide e Vallo della Lucania capofila del progetto
DALLA PRIMA
apertura del convegno è affidata a Gabriele Iuliano,
presidente del consiglio comunale, che con oltre
un’ora di ritardo, chiama
Auricchio ad introdurre l’argomento
in discussione. “Girolamo” arringa la
platea con i soliti argomenti che riconducono l’auditorio sulle tematiche
classiche del suo repertorio: sanità da
difendere, viabilità da sistemare, vincoli paesaggistici e faunistici (cinghiali nelle piazze dei borghi
cilentani) che impediscono lo sviluppo …
“Produciamo ossigeno gratuitamente
per gli altri senza compensazione!
Ecco perché le zone interne dovrebbero ottenere molto di più rispetto a
quello che hanno ricevuto dall’istituzione del parco.” Infatti, non perde
l’occasione per ripetere una requisitoria contro il parco di cui è stato consigliere per 5 anni. Attacca
l’istituzione Parco ma salva il direttore, Angelo De Vita (presente in
sala) e il Presidente/commissario
uscente, Amilcare Troiano.
L’
Girolamo Auricchio
Insomma, per Auricchio il futuro sa
molto di antico: La Regione deve riaprire i cordoni della borsa rifinanziando leggi che aiutino i piccoli
comuni e il Parco deve rinunciare al
ruolo di tutela e conservazione della
natura. In fondo, si tratterebbe di fotocopiare lo sviluppo urbanistico di
Roccadaspide paese (che è fuori dal
perimetro dell’area protetta) con l’innalzamento di palazzine in centro e
urbanizzazione della collina a ridosso
dei castagneti che ha provocato l’abbandono del centro storico che, a cascata, dal castello Filomarino scivola
a corona verso valle. Auricchio
chiama in causa più volte Alfieri
(caro Franco) appena innalzato ai
piani alti del potere “deluchiano”. È
risaputo che tra i due non è mai corso
buon “sangue”, come Girolamo non
ha mai nascosto la sua avversione per
De Luca. In nome della realtà politica
e nell’interesse della comunità che
rappresenta, il sindaco di Roccadaspide non si è mai posto problemi di
coerenza politica. Alfieri interpreta al
meglio il ruolo istituzionale che ora
occupa al fianco del governatore: “sapete che non mi piace improvvisare
Franco Alfieri
per cui in questa settimana ho ripassato tutti i dossier relativi alla tematica che stiamo trattando in questo
convegno. Ma voglio ripartire da un
concetto elementare: guardiamo
avanti e non facciamoci guidare dalle
recriminazioni per quello che poteva
essere e non è stato! Lavoriamo con
convinzione per migliorare la vita dei
nostri concittadini e anche l’accoglienza turistica ne trarrà giovamento.
Le potenzialità inespresse del nostro
territorio sono le fondamenta su cui
costruire il futuro.”
Il sindaco di Agropoli chiede ai 29
sindaci dei comuni che hanno aderito
al progetto di “abbandonare il torpore
che percepisco anche in questa sala e
facciano un passo in direzione l’uno
verso l’altro abbattendo i muri eretti
intorno ai campanilismi”.
Tocca poi a Geppino Parente, sindaco
di Bellosguardo e da sempre l’uomo
“pensante” che riesce sempre a indicare strade e aprire prospettive. È lui
che incita tutti a fare il passo decisivo
nella direzione giusta per recuperare
risorse fresche da investire nell’ammodernamento dei servizi.
“Puntiamo sulla riqualificazione urbana e sull’ammodernamento energetico dei nostri comuni. Un risparmio
del 30% sulla bolletta energetica, che
è pari a 15 milioni all’anno, libererebbe risorse sufficienti per aprire un
nuovo capitolo di sviluppo nei nostri
comuni. Potremmo così recuperare il
patrimonio edilizio deteriorato, migliorare l’accoglienza elevando la
qualità della vita di vive nei nostri comuni. L’investimento originale dovrebbe farlo la regione …” Questa la
ricetta di Parente, con una postilla
però “la condizione necessaria per
evitare l’ennesima disillusione che il
territorio, oltre a non meritare non potrebbe reggere, è quella di sottoscrivere una carta dei valori condivisa e
vincolante in cui dichiari la disponibilità ad accettare il fatto che l’interesse generale prevale su quello
particolare!”
Prima di chiedere ai due consiglieri
regionali presenti, Franco Picarone e
Maria Ricchiuti, per concludere il
convegno, Iuliano chiama Antonio
Marino, direttore della Bcc di Aquara
ad intervenire per portare il suo punto
di vista sulle problematiche relative
alle aree interne.
Marino, da mesi impegnato nella bat-
taglia contro il decreto che “espropria” ed “uccide” le piccole repubbliche del credito che sono le Bcc, unici
presidi economici nelle piccole realtà
interne, non perde l’occasione per legare a filo doppio le due questioni decremento demografico e riforma del
Credito Cooperativo.
“Le Bcc non sono solo un'insegna in
un comune ma un presidio di vitalità
economica un punto di partenza a
base del progetto di area – ribadisce
Marino - Se perdono la loro autonomia con la cessione di sovranità alla
holding nazionale prevista dalla riforma, avremo un ulteriore impoverimento del tessuto economico e
sociale dei 29 comuni che tentano di
aggregarsi. Questo vorrebbe dire partire con un segno meno che penalizzerebbe l’intero progetto.”
Ecco perché il direttore della Bcc di
Aquara invita tutti i sindaci presenti a
farsi parte attiva assumendo una delibera di consiglio una posizione decisa
contro la riforma così come prevista
dal decreto legge approvato dal CdM.
Le conclusioni di Ricciuti e Picarone
ricalcano e fanno propri gli inviti a
non disperdere energie ed a superare
l’atavico “vizio” di tirare la corda in
ogni direzione creando una situazione
di stallo. 29 comuni, tutti compresi
nell’area parco, rappresentano un
terzo di quelli che siedono nell’assemblea della Comunità del Parco del
Cilento, Diano e Alburni (80).
Un’area con un’identità costruita in
circa vent’anni di vita che ha portato
alla regione verde riconoscimenti internazionali di grande rilievo e prestigio. Meglio sarebbe stato se fosse
stato il “parlamentino” del parco a
farsi carico di un progetto di rilancio
forte per le aree interne. In quella
sede, però, in quattro anni non si è
riuscito a sostituire alla presidenza
Angelo Vassallo né ad eleggere ancora i quattro rappresentanti dei sindaci in seno al direttivo dell’ente. Per
cui, sembra del tutto improbabile che
gli stessi sindaci, raggruppati in due
o tre “lotti” territoriali molto simili
alle stracotte Comunità Montane, sappiano essere più cooperativi e superare i campanilismi e le rivalità
partitiche individuati come causa di
molti dei problemi attuali. Sbagliare
è umano, perseverare e diabolico!
Bartolo Scandizzo
Geppino Parente
Da società di persone a pseudo
società di capitali
Con Badioli, dalle fabbriche o caleffi
probabilmente non sarebbe accaduto
DALLA PRIMA
a riforma del credito cooperativo è stata messa sullo
stesso piano di una calamità
naturale, di un terremoto. Ci manca
solo la nomina di un "zamberletti" di
turno. Ma il terremoto è altrove e lo
sappiamo benissimo...
La frittata è fatta. La riforma delle
BCC è riuscita a scontentare tutti. Si
voleva gettare scompiglio tra le operose BCC ed il Governo (ed i suoi
suggeritori) ci è riuscito benissimo. In
buona sostanza si andrà a commissariare le BCC, allo stesso modo, buone
o cattive che siano.
La sensazione generale nel Movimento è che nulla sarà come prima,
ma anche che nulla sarà meglio di
prima.
Il Governo ha trattato con grande superficialità questa materia della riforma delle BCC.
Il Governo dovrebbe sapere che le
BCC non sono come gli sportelli
delle altre grosse banche.
La cosa paradossale è che siamo finiti
anche noi nel tritacarne delle tante
normative finanziarie, nelle alchimie
dei cavilli burocratici-finanziari dei
nostri tecnocrati super pagati e super
distanti dalla realtà, che non sono mai
entrati in una BCC.
Pochi giorni fa sul Sole 24 Ore si leggeva: "e un disco verde alla riforma
delle bcc è venuto anche da Moody's". Che questa agenzia americana
dia giudizi sulle BCC è come se il
diavolo volesse giudicare l'acqua
santa.
Avremmo gradito un disco verde alla
riforma da parte delle associazioni di
categoria degli artigiani, dei commercianti, delle piccole imprese, dei consumatori, ma non dai guru della
finanza.
Non c'è alcuna evidenza economica
in grado di dimostrare che occorrono
holding per gestire il credito cooperativo. Mentre è facilmente dimostra-
L
bile che è più premiante un sistema di
IPS (tipo Germania) con fondi di garanzia che abbiano poteri forti sulla
governance delle BCC male amministrate.
Bisogna punire gli uomini non le banche. Purtroppo siamo riusciti a fare il
contrario!
La colpa di questo decreto non è tutta
del Governo. Anche noi del movimento cooperativo abbiamo sbagliato
molte cose.
In tutti questi anni non abbiamo capito che è importante anche apparire
oltre che essere. Abbiamo fatto cose
eccellenti ma non abbiamo saputo comunicarle.
Oggi, pur avendo un movimento forte
di ben 1.200.000 soci, ben 7.000.000
di clienti ci siamo fatti bistrattare dal
Governo senza che siamo stati capaci
di trasmettere la nostra delusione a
soci e clienti.
I comunicati di Federcasse sono rivolti esclusivamente ai Presidenti
delle BCC e alla stampa (che non
possediamo). I gruppi bancari nostri
concorrenti hanno possibilità mediatiche molto maggiori.
Quelle poche volte che abbiamo investito nella comunicazione lo abbiamo fatto con risultati molto risibili,
benchè costosi. Non mandiamo mai
qualcuno nei talk show televisivi a
raccontare egregiamente le nostre
qualità... Oggi, date le nostre dimensioni, dovevamo avere almeno un canale televisivo tematico tutto nostro.
Siamo colpevolmente convinti che la
capitale del mondo sia in via Lucrezia
Romana e non nelle singole BCC!
Siamo un movimento molto piegato
su se stesso. Con amministratori
molto autoreferenziali, poco inclini
alla turnazione, poco inclini a prendere atto dei propri limiti, poco inclini
a capire che non si può andare ad una
guerra nuova con uomini vecchi!
Abbiamo bisogno di bravi tecnici nei
nostri CdA, abbiamo bisogno di competenze per competere, abbiamo bisogno di valorizzare di più i Direttori
delle nostre BCC non fosse altro perché un libro di tecnica bancaria prima
o poi l'hanno avuto tra le mani...
Come si spiega che in tutta questa vicenda, Federcasse ha consultato sempre e solo i Presidenti e i Direttori
delle Federazioni Regionali e mai i
Direttori delle BCC che sono quelli
che effettivamente conoscono vita e
miracoli della BCC!
In fondo nessuno può essere contento
del decreto altrimenti non si parlerebbe di come uscirne.
Se tutta la discussione (interna e sulla
stampa) verte sulla possibilità di una
"via d'uscita" vuol dire che c'è chi
vuole uscire e quindi vuol dire che
sotto l'ombrello del gruppo unico non
si sta bene. Se non si sta bene, perchè
lo Stato ci vuole obbligare a restarci
imponendo a chi vuole andar via di
pagare una forte penalizzazione?
Se sono le BCC più grosse a voler andare via non è corretto che debbano
soccombere quelle più piccole che
pure (probabilmente) vorrebbero fuggire ma non hanno i mezzi per farlo.
Non è corretto che se le grosse BCC
vanno via restino le più piccole a portare sull'altare della riforma i propri
patrimoni per salvare le BCC che ne
hanno bisogno. Questo sarebbe uno
SCIPPO.
Se la Holding è la soluzione e non il
problema, perché tutti sono interessati
a conoscere la via di fuga? Allora
vuol dire che la bontà della Holding
non esiste. Allora questo decreto è un
imbroglio?
Insomma, o tutti dentro o tutti in fuga.
Lo Stato non può discriminare, nemmeno facendo cassa, anzi peggio.
La soluzione migliore, a nostro modesto avviso, a questo punto, è quella
di abbassare la soglia di capitale del
Gruppo da un miliardo a molto meno.
Si darebbe così la possibilità di costituire più gruppi (2 max 3, senza nemmeno eccessive penalizzazioni
geografiche). Si andrebbe a ricostruire una salutare pluralità che è pur
sempre l'anticamera della democrazia. Così facendo nessuno più avrà
motivo di andar via perché ognuno
potrà stare nel gruppo che le è più
congeniale. Finirebbero automaticamente tutte le polemiche seguite
al decreto per la
cosidetta
way
out.
Mentre gli Stati
Uniti hanno capito che il sistema bancario
non può incentrarsi unicamente
sulle grandi banche, tutt'altro che
esenti da rischi,
ma va valorizzato e difeso il sistema
delle
piccole banche,
n° 08 03/03/2016
9
CA
ECONOMIA
"l'Europa sembra muoversi in direzione opposta e con la sua cervellotica regolamentazione bancaria
sembra un treno impazzito che, forse
inconsapevolmente, va verso la distruzione delle piccole banche".
Le cronache recenti ci dicono che da
Lehman Brothers alla Deutsche Bank
un sistema bancario fatto solo di giganti è più di un azzardo.
Se vogliamo bene all'Italia dobbiamo
produrre la migliore delle riforme
possibili che è anche quella meno costosa: la riforma del merito. E sotto
questo aspetto, la nostra riforma delle
BCC lascia molto a desiderare... il
merito delle BCC "normali" non
viene tutelato adeguatamente nel decreto. Facciamo colpevolmente di
tutte le erbe un fascio, trattiamo allo
stesso modo chi "dona" patrimonio e
chi colpevolmente ne ha necessità.
Chi ha disamministrato e chi ha amministrato. Chi ha fatto credito allegro e chi è stato prudente!
Insomma, se holding ci deve essere
abbia potere di direzione e controllo
solo sulle BCC male amministrate altrimenti sarebbe un commissariamento e quindi la distruzione della
cooperazione intesa come giusto connubio tra autonomia e responsabilità
(Don Sturzo).
Per concludere riportiamo l'estratto
dell'intervento di Carmelo Barbagallo
tenuto il 15 ottobre 2015 di fronte alle
Commissioni riunite di Camera e Senato (pag.8):
"un aspetto di centrale importanza
della riforma è il requisito minimo di
capitale della capogruppo.... il livello
minimo di capitale - che, come detto,
non dovrebbe essere tanto elevato da
inibire la possibilità, ove espressa dal
mercato di costituire più gruppi - può
essere fissato direttamente dalla
legge".
Allego infine una recente relazione
del Prof. Capriglione che invito a leggere. Ritengo che sia un testo che
ognuno dovrebbe conoscere prima di
"maneggiare" in qualunque modo il
Credito Cooperativo, come pure ritengo utile leggere tutti gli articoli che
allego.
lì, 26.02.16
Questa lettera-manifesto è firmata da:
Antonio Marino - Direttore Generale BCC di Aquara
Michele Albanese - Direttore Generale BCC Monte Pruno di Roscigno
Angelo De Luca - Direttore Generale BCC di Buonabitacolo
Giampiero Colacito - Direttore Generale BCC di Civitanova Marche
Emanuele Di Palma - Direttore Generale BCC S. Marzano di Taranto
Lino Siciliano - Direttore Generale
BCC Mazzarino
Massimo Nelti - Direttore Generale
BCC Marcon Venezia
Fabrizio Marinelli - Risk Manager
BCC di Ripatransone
Venero Rapisarda - Direttore Generale Credito Etneo BCC
10 n° 08 03/03/2016
CULTURA
Il Cilento visto dall'obiettivo di Carlo Ferrara
Carlo Ferrara il fotografo che rivisita e riscopre il Cilento
CARLO FERRARA (Battipaglia,
1970) dal 1991 è fotografo freelance,
dal 1995 al 1997 è direttore della fotografia e video reporter per Tele Salerno
Uno. Ha partecipato a diversi seminari,
tra cui: City Life tenuto da Antonio Fascicolo presso l’associazione Isos, al
Workshop/10 con Vincenzo Ferraro.
Ha pubblicato su giornali, periodici,
libri, monografie, riviste e cataloghi
d’arte. Si segnalano in particolare: nel
2004 in Evoluzione urbanistica a Salerno pubblicato dalla Mediart Edizioni; nel 2008 in Caterina Cimino.
Antonio Genovesi, tra biografia e bibliografi” edito dalla Delta 3 edizioni;
nel 2009 Persistenze sul confine dell’immagine per la Grenzi Editore di
San Severo, Foggia e sempre per
Grenzi Editore nel 2010 per il catalogo
Oleum; nel 2013 per Gutenberg Edizioni Paolo Bini. Brink of the ocean;
nel 2014 per agenzia Nfc Rimini in ca-
talogo del Premio Zingarelli 2014. Ha
svolto attività di reporter per le riviste:
La Voce, Airport, La casa futura e
Civm news. Dal 2013 è direttore della
fotografia di E noi peschiamo così su
Italiafishing Tv. Nel 2000 il Comune
di Battipaglia acquisisce una sua immagine per la realizzazione del Calendario ufficiale del Comune di
Battipaglia, mentre di recente è stato
invitato alla Biennale Festa del Fuoco
2014 presso Fornace Falcone. Vive e
lavora a Battipaglia, ha studio in via G.
Cuomo, 69, Bellizzi, Salerno.
PARCO CILENTO DIANO ALBURNI
Castellabate tra i paesi più belli
La Rai premierà il vincitore il 27 marzo
L
a trasmissione “Alle falde del
Kilimangiaro” sarà testimone
dell’emozionante sfida per eleggere il “Borgo più bello d’Italia”. Le
dolci atmosfere di Castellabate rappresenteranno la Campania.
Dopo il grande successo della prima e
seconda edizione che ha proclamato
Gangi Borgo dei Borghi 2014 e Montalbano Elicona nel 2015, il comune cilentano sfiderà gli altri diciannove borghi
(uno per ogni regione) per contendersi
il titolo di Borgo dei Borghi 2016.
A decretare il vincitore sarà il popolo
del web che esprimerà il proprio voto attraverso il sito www.kilimangiaro.rai.it;
qui, prima di esprimere la propria preferenza attraverso il web-voting, sarà
possibile guardare on-line i video di presentazione di ogni singolo borgo in gara.
Per votare occorrerà registrarsi attraverso una semplice procedura online.
Alla fine del web-voting, verrà premiato
il vincitore, durante la finale del 27
marzo che andrà in onda in prima serata
su Rai Tre. La giuria, in diretta da Napoli, avrà la possibilità di visionare i filmati che sono stati girati nei venti
borghi candidati. La troupe di Rai Tre,
guidata dal giornalista Rino Genovese,
ha coordinato le riprese nel borgo di Castellabate evidenziandone l’inestimabile
patrimonio storico, artistico, naturalistico e gastronomico. Un patrimonio
sempre più noto negli ultimi anni anche
grazie al film “Benvenuti al Sud”.
Felicissimo della candidatura, il Sindaco
Costabile Spinelli afferma: “Siamo orgogliosi di poter rappresentare la Campania in una finale nazionale che mette
a confronto i venti borghi, uno per ogni
Regione, tra i più belli d’Italia. È un percorso iniziato un po’ di tempo fa, frutto
di un grande lavoro e, pertanto, invitiamo i nostri concittadini, i cilentani,
tutto il popolo campano e non solo, ad
esprimere la loro preferenza per Castellabate attraverso il web-voting sul sito
www.kilimangiaro.rai.it”.
Veronica Gatta
Auguri Nonna Lidia!
Lo scorso 25 febbraio la signora
Lidia ha festeggiato il suo 60°
compleanno.
Augurissimi dal marito Pasquale,
i figli Veronica e Stefano, il genero Maurizio, la nuora Michela
e dai due nipotini Attilio e Daniele.
Per cento anni ancora…
VIALE DELLA REPPUBLICA,18
84047 - CAPACCIO (SA)
Tel: 0828 723268 - Fax: 0828 725886
e-mail:[email protected]
11
MISCELLANEA ITALIA
Fermo
amministrativo su
bollo auto: quando è
lecito?
Se scatta l’iscrizione del fermo amministrativo del veicolo, in caso di
pagamento dilazionato, non si potrà
usare la propria auto fino al pagamento dell’ultima rata. In base ad
una nuova riforma, infatti, chi non
paga il bollo auto in tema di tassa di
circolazione rischia di restare a piedi
per sei anni consecutivi. Per evitare
quindi il blocco dell’auto al contribuente converrà chiedere subito la
dilazione o eventualmente pagare la
tassa in un’unica soluzione e non
oltre 60 giorni dalla notifica della
cartella medesima. Il fermo è disposto solo da Equitalia: pertanto è necessario che la morosità del
proprietario del mezzo sia iscritta
nei ruoli: la Regione può riscuotere
l’imposta sulla circolazione delle
auto entro massimo tre anni che decorrono dall’anno successivo a
quello in cui è dovuto il pagamento.
Per ottenere la sospensione del
fermo amministrativo, e tornare a
circolare liberamente con l’auto, il
debitore dovrà presentare domanda
e versare la prima rata. Equitalia ha
precisato che non è più richiesto
l’utilizzo strumentale della vettura
per lavoro, come in precedenza. La
maggior parte delle dilazioni risulta
di sei anni, pari appunto a 72 rate, e
in base al fatto che non vi è più la
necessità che l’automobilista fornisca prova di avere difficoltà economiche per ottenere la dilazione
stessa, quest’ultimo può rischiare di
rimanere, per tutti e sei gli anni,
privo del proprio mezzo.
Equitalia: quali sono
i termini di
decadenza e di
prescrizione per le
Cartelle?
In base al tipo di credito da riscuo-
AGENZIA DI PAESTUM
n° 08 03/03/2016
tere, la legge
prevede determinati
termini di
decadenza
entro i quali
Equitalia
può notificare la cartella esattoriale e procedere così alla riscossione mediante
ruolo. La prescrizione rappresenta
invece una sanzione per l’Ente di riscossione per non aver esercitato un
diritto nei termini. Per la prescrizione sono considerabili come tempistica 10 anni, nel caso in cui i
crediti siano stati accertati dal giudice con sentenza passata in giudicato. La prescrizione, infatti, è
stabilita solo dalla legge mentre la
decadenza può anche essere frutto
di accordi tra due parti.
Servizi Pubblici
Locali:
indurite le multe
Sono molte le novità contenute nella
bozza del decreto sui servizi pubblici
locali, il testo
unico della riforma Madia.
Per contrastare l’evasione nel settore, che è di circa il
20%, vi saranno multe sino a 200
euro e rimborsi per i viaggiatori
dopo 30 minuti di ritardo. La Federconsumatori è da sempre contraria a
ogni forma di evasione, convenendo
che chiunque salga su un mezzo
pubblico senza biglietto vada sanzionato. Per quanto riguarda la Federconsumatori avremmo promosso
la nascita delle Carte dei Servizi nel
trasporto pubblico urbano che, oltre
al rimborso del biglietto vero e proprio, stabilissero anche il riconoscimento del disagio. Con le carte dei
servizi, costruite assieme alle
Aziende, si stabilirebbero dei criteri
minimi di garanzia, di efficienza e
di rispetto del viaggiatore. Sarebbe
possibile, così, superare le gravi carenze del trasporto pubblico, a partire dai mezzi obsoleti, privi di
manutenzione e delle più elementari
norme d’igiene.
Anig
CHORA DI PAESTUM
12 n° 08 03/03/2016
La via della libertà
Scorre insieme al Solofrone
DALLA PRIMA
E
vorrei sottolineare, inoltre,
che il Solofrone può vantare
anche una bella e dignitosa
pagina letteraria, scritta da Bernardino
Rota, che fu colto umanista dell’Accademia Pontaniana di Napoli e poeta
delicato e sensibile, come dimostrano
le sue quattordici Egloghe Piscatorie,
che denotano la chiara impronta dell’eredità del Sannazzaro. Fu “Signore” di Trentinara, Giungano e
Convignenti. Anche per questo amò il
Cilento e lo cantò nelle sue liriche in
latino, una delle quali è dedicate appunto al Solofrone.Quelle liriche io le
ho tradotte in endecasillabi in italiano
nel lontano 1997(Galzerano Editore),
con grande partecipazione emotiva,
perché le acque di quel fiume mi regalarono schiere di girini e di ranocchi, vittime innocenti dei miei perfidi
giochi di ragazzo. Mi piacerebbe, perciò, che la riscoperta e valorizzazione
del fiume prevedesse, tanto per cominciar,.una artistica mattonella di ceramica colorata alla sorgente con su
inciso quell’incipit arioso”…….. Solphon/qui vitreo exhilaras pinguia culta
pede =…..O Solofrone/ che con acqua
cristallina correndo rallegri i ricchi
campi” Lo segnalo all’attenzione del
sindaco, Rosario Carione, che conosco
come sensibile ai fatti culturali. E sarebbe solo l’inizio di quella VIA
DELLA LIBERTA’ da creare lungo il
corso del fiume fino al salto ardito dirupante argento nella gloria della luce
della cascata su Vallone di Tremonti,
che, secondo una consolidata leggenda
popolare con aggancio a pagine di
storici autorevoli non smentiti o contraddetti, fu teatro dell’ultima battaglia
di Spartaco, il liberto eroe ,che con la
sua rivolta fece tremare tutta
Roma.Scorre lento nella valle, il
fiume, tra poveri coltivi di agricoltura
di sussistenza con in cima alla collina
il paese, il mio, aperto al mare e ai
venti, in bilico sui dirupi che minacciano il volo sulla pianura. Nei giorni
di scirocco l’acre della salsedine si
posa sulle bacche di ginepri, lentischi
e mirti, che arabescano di verde il
bianco lunare delle pietre, anatre in
cova ossificate dal tempo. La tramontana è carezza lieve di profumi:lavanda, erica, ginestre e rosmarino.
Rotola giù dalle colline, intermittente,
e si frantuma con l’eco sul greto ciottoloso dei torrenti . affluenti del
fiume,(Peratiello, San Nicola, Voso) il
campanaccio delle mandrie alla pastura .E’l’habitat naturale per ripercorrere un viaggio della fantasia,
sull’onda della cultura, attraverso un
percorso attrezzato che s’apra con
l’inno alla libertà nella quotidianità
della fatica del vuvere attraverso
l’esortazione/insegnamento del grande
Malcom X. “Nessuno vi può dare la
LIBERTA’ Nessuno vi può dare
l’uguaglianza e la giustizia. Se siete
uomini. PRENDETELA” E continuare con versi o aforismi del tipo
“Non invocare la libertà. Viverla”
lungo un chilometro e passa fino al
salto ardito nella gola di Tremonti
dove risuona il grido di libertà di Spartaco, liberto-eroe, spentosi all’ultima
battaglia appunto E sarebbe una straordinaria lezione di storia en plein air
ed un esaltante viaggio geografico/etnoantropologico ,se fosse attrezzato
con ampi fuori strada a semicerchio
dotati di bacheche di legno, che esaltassero, attraverso un aforisma o un
verso, un evento di storia delle tante
rivoluzioni del territorio cilentano, da
un lato, e la documentazione ragionata
della flora e della fauna del territorio.
,secondo lo schema:” un fuoristrada
con due bacheche, una con narrazione
sintetica di episodi storici, introdotta
da pillole di testi letterari, l’altra con
narrazione arricchita di documentazione fotografica di flora e di fauna
del territorio. Il paese si doterebbe,
così, di un servizio utile, necessario, di
grande valenza storica, geografica, didattica, che i turisti gradirebbero
molto. ll paese è all’inizio di una bella
avventura di attività turistica di buon
livello. Può vincere la battaglia ed
aprirsi all’industria della vacanza e
dell’accoglienza se persegue la strada
della originalità e della qualità dell’offerta, esaltano al massimo le risorse
che già ha: Storia, bellezze paesaggistiche, tipicità enogastronomiche, folclore, tradizioni. E in questa direzione
si inserisce a meraviglia la progettualità :IL VOLO,purchè arricchito anche
questo da motivazioni culturali, di cui
mi sono già occupato e su cui certamente ritornerò, come pure l’utilizzo
del Vecchio Mulino, alimentato proprio dall’energia del Solofrone e che
potrebbe e, secondo me, dovrebbe essere utilizzato come contenitore di un
MUSEO NARRANTE, a dimostrazione di COME ERAVAMO. Un’altra
bella pagina della nostra memoria storica, in cui c’è dentro una scheggia di
memoria personale e collettiva di
quelli della mia generazione, che utilizzavamo la “peschera” a ridosso del
mulino, come rustica ed improvvisata
piscina, a costo di romperci l’osso del
collo. Oh, la tenera poesia della spregiudicata baldanza giovanile, in cui
c’era tanto del sogno dello spirito rivoluzionario di Spartaco, di cui mi occuperò nel prossimo servizio dedicato
alla seconda parte del corso del fiume,
quello da Giungano alla foce nel “
mare greco” tra Paestum e Agropoli.
Giuseppe Liuccio
[email protected]
LA LETTERA
n° 08 03/03/2016
13
Il progetto contro l’erosione costiera
De Martino difende il professor Ortolani
ara Pina e cari amici
tutti,
chiedo scusa a tutti,
ma non ce la faccio proprio a
far finta di niente, non è nel
carattere e nella mia formazione. Ho atteso di leggere
commenti e proposte al Convegno del 18 febbraio alla
sala Erika, ma non avendo riscontrato nulla al riguardo e
ritenendo che sia importante
fare una analisi stringente
della situazione, vi sottopongo alcune personali considerazioni e proposte:
• La presenza di tanta gente
sta a dimostrare quanto sentita sia la questione del cosiddetto Grande Progetto della
Provincia e la preoccupazione della popolazione dei
Comuni direttamente interessati. La relazione del prof.
Ortolani dell’Università di
Napoli, supportata da immagini molto eloquenti (S.Lucido, Agropoli, Golfo di
Policastro,ecc.) e, direi, spaventose per cosa è capace di
fare l’uomo all’ambiente, ci
devono sostenere sempre di
più nella convinzione della
nostra opposizione a questo
grande disastro che si vorrebbe perpetrare ai danni del
nostro mare e della salute dei
cittadini. Vorrei ricordarvi le
parole offensive pronunziate
dal r.u.p. Ranesi nella riunione con il presidente Canfora riferite (forse) al prof.
Ortolani “sono pronto a discutere con tutti, ma non mi
dovete portare quella specie
di mago, di cui non ricordo il
nome e che non voglio mai
più vedere”. In quel momento io non capii esattamente a chi si riferisse,
perché non avevo avuto, in
precedenza, occasione di
ascoltare il professore, perché
certamente sarei intervenuto
a difesa dello studioso serio
che ho avuto modo di seguire
la sera del 18 febbraio, al cui
confronto, il r.u.p. e tutti i co-
C
siddetti tecnici e politici che
hanno ideato e commissionato il progetto appaiono
come squallidi figuranti, purtroppo messi a posti decisionali
da
una
politica
autoreferenziale.
• Alcuni di noi danno per
scontato che il Comune di
Capaccio si sia dissociato
dall’adesione data al grande
progetto, ma, a parte l’intervento dell’assessore Paolillo,
coerente con quanto dichiarato nella riunione con Canfora, l’intervento del sindaco
di Capaccio, la sera del 18
alla sala Erika, non mi è
parso tanto chiaro e sicuro
nel dichiarare la contrarietà al
progetto. Egli si è mantenuto
nella nebulosità e poca certezza che avrebbe fatto il
passo necessario di rigetto
dell’adesione. Puntuale al riguardo è stato, come sempre,
l’intervento del sen. Gaetano
Fasolino, il quale ha colto
con lucidità questa mancanza
nell’intervento del Sindaco
ed ha chiesto appunto di colmare tale carenza e di essere
coerente.
• L’intervento del presidente
regionale di Legambiente poteva e doveva riprendere tale
necessità (espressa con efficacia dal sen. Fasolino), che
doveva costituire l’obbiettivo
primario dell’incontro ed, invece, il suo intervento è stato
dispersivo e auto celebrativo,
ma assolutamente ininfluente
ai fini della lotta che stiamo
conducendo da ben tre anni e
che adesso è nella fase in cui
si deve essere incisivi e risolutivi, in quanto la Provincia
è pronta a bandire la gara di
appalto. A proposito, mi
viene spontanea la domanda:
“dove eravamo noi tutti ambientalisti quando si sono
permessi gli scempi di S. Lucido, nel Golfo di Policastro,
di Agropoli, di Salerno?”.
• Credo sia necessaria una
riunione, da convocare in
tempi stretti,
di Legambiente unitamente
al
Comitato Rinascimare,
con la presenza ineludibile
del
presidente
Buonomo,
del legale di
Legambiente, avv. D’Angiolillo, del geologo Rocco
Tasso, per elaborare, alla luce
di tutte le vicende ultime, una
strategia stringente da attuare nei confronti di tutti i
Sindaci direttamente interessati al Progetto, ma anche
coinvolgendo i Sindaci dei
Comuni collinari. Non è più
tempo di tergiversare, dobbiamo prendere l’iniziativa a
tutto campo per addivenire ad
una definitiva chiarezza e per
non subire le azioni dell’Ente.
• Come pure credo sia indispensabile riaprire la questione T.A.R. con la richiesta
di “messa a ruolo” della
causa per giungere ad una decisione. Ancora mi riesce difficile capire la logica di ciò
che è avvenuto il 5 novembre
u.s. con la decisione concordata tra Legambiente, Riserva Foce Sele-Tanagro e
Provincia di accettare che la
causa fosse cancellata dal
ruolo e si accettasse di addivenire, tra le parti, ad un accordo. Secondo me non esiste
nessuna possibilità di accordo possibile tra le parti a
fronte di un progetto assurdo,
devastante, criminoso per
l’ambiente e la salute dei cittadini. A meno che qualcuno
non si sia messo in testa di
“giocare” con tali argomenti
e con noi tutti volontari, che,
in buona fede, si sono messi
a disposizione del Comitato
Rinascimare e Legambiente
per una battaglia ambientalista vera e da portare fino alle
estreme conseguenze, senza
accampare logiche paternalistiche di “tengo famiglia” e/o
di compromessi. Devo ricordare a tutti, ma soprattutto a
Buonomo quello che egli mi
disse sul porto di Salerno
quella domenica successiva
alla Conferenza tenuta in uno
dei lidi/campeggio di Pontecagnano, allorquando, presenti tutti i vari responsabili
(Assessore Fasolino, r.u.p.
Ranesi, tecnici vari, Buonomo col geologo di Legambiente, ecc.), io feci un
intervento duro, motivato con
le ragioni da noi tutti elaborate contro i responsabili del
progetto e fui aggredito in
tutti i modi da costoro (Ass.
Fasolino: “lei deve attivare il
cervello prima di parlare”;
“lei risponderà alla Magistratura delle accuse che sta facendo”, ecc.) senza che
nessuno si fosse alzato a mia
difesa e, comunque, nessuno
ha avuto il coraggio di portarmi davanti alla Magistratura ( ? ). Sia chiaro io non
pretendevo una difesa personale, ma una difesa delle tesi
condivise da tutti noi sul
grande progetto. A Buonomo
io chiesi il perché egli non
avesse sentito il dovere di
sprecare qualche parola a difesa dei contenuti delle mie
obiezioni, coerenti con le opposizioni di Legambiente.
Egli mi rispose: “Noi facciamo il Ricorso al TAR e
procediamo per vie legali”.
Poi, vedo che queste vie legali si aprono e si chiudono
lasciando il tutto nell’oblio.
Questa procedura non me la
spiego e chiedo che qualcuno
me la giustifichi.
• Penso anche che sia necessario una posizione chiara
circa la possibilità di usufruire dei fondi stanziati
dall’U.E. per un progetto diverso da quello per cui si
sono ottenuti tali finanziamenti. Occorre, necessariamente, rifiutare tali fondi e
ripresentare un altro progetto
diverso. Non si può continuare a mentire a noi stessi e
agli altri, per poi essere
“spubblicati”, facendo anche
la figura degli ignoranti imbecilli. A meno che non si
voglia continuare a sostenere
tale tesi per non scontentare
qualcuno e continuare a giocare su due fronti per non disturbare i manovratori. Ma
credo che tale interpretazione
non sia quella giusta e,
quindi, che io mi sbagli. Sono
estremamente felice di essere
sconfessato al riguardo.
• Quindi, avanti col chiedere
ai vari Sindaci delle riunioni
pubbliche nelle quali bisogna
uscire con la certezza del
“SI” o del “NO” al grande
Progetto e, nel caso sia positivo per il Progetto scatenare
delle Assemblee Pubbliche e
Manifestazioni di Protesta,
perché ne abbiamo piena legittimità e perché abbiamo
dalla nostra parte la popolazione tutta della Valle del
Sele. La nostra è una battaglia di civiltà, di rispetto e difesa dell’ambiente e della
salute dei cittadini.
Amodio De Martino
14 n° 08 03/03/2016
Meno certezze e più dubbi
Riforma delle Banche di Credito Cooperativo, aumentano le richieste di revisione
In merito alla Riforma delle Banche di Credito Cooperativo oggetto di un decreto legge da parte del
Governo sono diversi gli interventi
in disaccordo registratisi sull’intero territorio nazionale e che
rispecchiano il contenuto delle
iniziative messe in atto dalla Bcc
di Aquara con anticipo rispetto
a quanto stabilito dall’esecutivo
guidato da Matteo Renzi. E la
stessa Bcc di Aquara prosegue il
proprio impegno, con altre quattro
Bcc del territorio, affidando al
docente universitario Giuseppe
Fauceglia l’incarico di preparare
due emendamenti.
“Un altro pilastro del sistema
solidale italiano sotto la scure
della riforma Renzi: il credito cooperativo, baluardo di un sistema
solidaristico interregionale, fin qui
ricchezza dell’Italia, è destinato ad
essere abbattuto” così si è espresso il presidente del Movimento
Cristiano Lavoratori, Carlo Costalli, alla notizia della riforma delle
Bcc. Ed ha aggiunto: “Un intero
mondo, fino a pochi anni fa fiore
all’occhiello di un sistema bancario
fortemente ancorato al territorio,
con la specifica vocazione di servire questo fondamentale segmento
produttivo, viene smantellato in
nome della necessità di accorpare
le banche più piccole per contrastarne l’eccessiva frammentazione. Un vero assurdo giuridico:
una riforma che viola in un solo
colpo il patto di inviolabilità delle
riserve (che non appartengono a
chi gestisce la banca), e l’articolo
2 degli statuti delle Bcc che fonda
sulla Dottrina sociale della Chiesa
e sul principio mutualistico il funzionamento delle Bcc. Davvero un
bel colpo per questo cattolico presidente del Consiglio che nessuno
ha mai eletto”.
“Come definire il forsennato attacco al credito cooperativo (sia
Banche Popolari che Bcc), strutture essenziali per la rete delle
ROCCADASPIDE
«La presenza delle Bcc crea sviluppo»
imprese minori italiane, quella rete
ignorata e forse disprezzata dai
santoni di via Nazionale, ma che è
quella che paga anche i loro lauti
stipendi?”, sottolinea l’economista
Marco Vitale.
“Siamo contrari a tutta la riforma.
Abbiamo capito quale è il disegno,
che è quello delle grandi banche
che vogliono acquisire le più piccole con il benestare di Banca
d’Italia, e invece di comprarle con
le sofferenze le comprano o pulite
con il bail in o nel caso delle Bcc
le trasformano in Spa aggredibili
dal mercato violando l’articolo
45 della Costituzione che parla di
cooperazione mutualistica”. Così
Alessio Villarosa del Movimento Cinque Stelle è intervenuto
sul decreto legge Banche che
contiene la riforma delle Banche
di credito cooperativo sul quale
l’Aula di Montecitorio ha respinto
le pregiudiziali di costituzionalità
presentate proprio dall’M5S oltre
che da Sel e Lega.
“Corriamo il rischio che il sud
Italia perda le ultime voci indipendenti. - ha osservato Emanuele
di Palma, direttore generale della
Bcc San Marzano di San Giuseppe
- Sarebbe un autentico esproprio
e siamo convinti che un impianto
del genere non reggerebbe mai di
fronte alla Corte Costituzionale.
Vogliamo avere libertà di scelta sul
nostro futuro.
Giuseppe Santorsola, professore ordinario di Corporate &Investment Banking e Corporate Finance all’Università Parthenope di
CAMPAGNA
Napoli, da parte sua ha espresso il
seguente parere non giuridico: “In
questa ottica il segmento del credito cooperativo subisce l’impatto
più ampio perché ne viene messa
in discussione la natura costitutiva
e la possibilità di recepire senza
trasformazioni di fondo la propria
filosofia economica che ne aveva
determinato l’origine”.
Mentre Michele Albanese, direttore generale della Banca Monte
Pruno, ha sottolineato: “Occorre
chiarezza nei rapporti con la
holding. Non siamo subalterni al
Centro-Nord. I nostri bilanci sono
virtuosi. Nel giro di pochi mesi ci
potremmo ritrovare di fronte a
qualcosa di veramente diverso
rispetto all’attuale sistema. Al
tempo stesso rischiamo di avere
strumenti inefficaci per affrontare
le richieste che provengono dal
territorio”.
“A volte ritornano e sono sempre
gli stessi!!!!!! Ma questi che ne
sanno delle BCC che dal 2008
supportano il sistema economico\
imprenditoriale agguantato dalla
crisi possente... Non ci fossero
state le BCC del Territorio il sistema e la tenuta sociale sarebbero
gia’ saltate”, ha scritto l’avvocato
Francesco Cesaro.
“Se quelle quattro-cinque
Bcc che sono sul territorio
dovessero diventare non più
le repubbliche del credito
che sono ora, ma semplici
sportelli dipendenti da Roma,
sarebbe la fine. Vogliamo
evitare questo ossia che il
territorio perda sostegno”.
Così Antonio Marino, direttore generale della Bcc di
Aquara, durante l’incontro
di Roccadaspide svoltosi
sabato 27 febbraio con tema
lo sviluppo delle aree interne
in occasione dell’ufficializzazione dell’Associazione dei Comuni delle aree interne che vede insieme 29enti
locali in una struttura sovra territoriale e alla presenza dei consiglieri regionali
Franco Picarone e Maria Ricchiuti e del sindaco di Agropoli, nonché consigliere
del presidente Vincenzo De Luca, Franco Alfieri.
“Aiutateci a frenare la parte politica del decreto. Considerato pure che uno
studio di De Vita certifica che dove opera una Banca di credito cooperativo
la percentuale di sviluppo del territorio aumenta del 30 per cento”, ha pure
sottolineato Marino.
CONTURSI
Agricoltura, credito per i giovani
Bcc di Aquara sempre attenta al
comparto dell’agricoltura. L’ennesina riprova l’intervento del direttore
generale Antonio Marino all’incontro a Contursi Terme organizzato
da Coldiretti sul tema “ Credito per
i giovania gricoltori in Campania”.
con la partecipazione di Maria Letizia Gardoni, delegata nazionale di
Coldiretti Giovani Impresa. Marino
ha spiegato le opportunità che la
Bcc di Aquara offre ed illustrato
le modalità per accedere ai servizi.
GIOVANI BCC AQUARA
Soci, clienti e cittadini protagonisti A Roccadaspide la solidarietà in scena
Ha fatto tappa a Campagna, presso la struttura
ricettiva Maccarunera, l’impegno della Bcc di
Aquara teso ad instaurare nuove relazioni e a far
conoscere la banca con i suoi numerosi prodotti
concorrenziali. Nell’incontro svoltosi giovedì 25
febbraio, a cui erano presenti il direttore generale
Antonio Marino, Sabatino Doto e Valentina Sarro,
sono intervenute numerose persone. E tutti hanno
mostrato soddisfazione per la capacità della Bcc di
Aquara di rispondere alle istanze e la capacità di
insediare a Quadrivio di Campagna la nuova filiale.
Domenica 21 febbraio presso l’aula consiliare di Roccadaspide, l’Associazione Giovani Soci
Bcc Aquara, patrocinata dalla Fondazione Dottor Sorriso Onlus, ha organizzato la serata di
beneficenza “Il teatro è arte”. Grazie allo spettacolo offerto dalla Compagnia “Genitori Insieme”, gli spettatori hanno assistito alla commedia in due atti “Donna Chiarina Pronto Soccorso”.
Il ricavato è stato interamente devoluto alla Fondazione Dottor Sorriso Onlus che dal 1995
è impegnata nel rendere più serena la degenza dei bambini malati in ospedale, attraverso la
“clownterapia”.
“Questa manifestazione è stata voluta per donare un sorriso a quei bambini che troppo spesso
si trovano a dover combattere malattie molto più grandi di loro e che grazie all’attività dei clown
di Dottor Sorriso, possono vivere momenti di gioco e di serenità nella loro permanenza in ospedale”, ha sottolineato Toni Fernicola, presidente dell’Associazione Giovani Soci Bcc Aquara.
GASTRONOMIA
a cura di Diodato Buonora http://diodatobuonora.blog.tiscali.it
n° 08 03/03/2016
15
A Stoccarda, Medaglie d’Oro
per i cuochi “Costa del Cilento”
are qualcosa con impegno,
passione e professionalità
porta sempre dei risultati positivi. Un esempio “nostrano” è il Culinary Team “Costa del Cilento”,
squadra di cuochi che gareggia in
lungo e largo in Italia e in Europa ottenendo sempre dei risultati super positivi. L’ultimo in ordine di tempo è
la conquista di 4 medaglie d’oro conquistate a Stoccarda (Germania), durante Intergastra, fiera internazionale
specializzata per catering di alberghi,
ristoranti, pasticceria e caffetteria. La
squadra ufficiale che ha rappresentato
il Cilento, capitanata da Matteo Sangiovanni, rinomato chef del Savoy
Beach Hotel di Paestum con un lungo
periodo trascorso con la NIC (Nazionale Italiana Cuochi), è composta da:
Carmine Giordano, Ciro D’Amico,
Leo Bottiglieri, Antonio Falcone,
Ivan Capo, Fabio Mancuso, Angelo
Biscotti, Luigi Coppola, Antonio De
Angelis e Gianluca Calabrese. A
Stoccarda non ha sbagliato un colpo,è
stato il miglior team nazionale e uno
dei primi in Europa. Su quattro programmi di gara ha conquistato altrettante medaglie d’oro. I cilentani
hanno presentato un menu degustazione di 5 portate (Composizione di
crostacei, Rolle di pasta con aria ai
frutti di mare, La rivisitazione della
F
caprese, Duetto di coniglio con ortaggi di stagione e Mousse alla vaniglia con gelato alle castagne), un
vassoio da buffet, per 8 persone, con
una decorazione artistica che ha rappresentato il Cilento, 4 tipologie di
finger food e 4 praline di cioccolato.
Il Team Costa del Cilento è stato fondato da Matteo Sangiovanni con la
collaborazione di Carmine Giordano,
Leo Bottiglieri e Diodato Buonora e
ha come obiettivo rappresentare le eccellenze della nostra terra e del nostro
territorio in Italia e nel Mondo, nell’ambito delle competizioni organizzate dalla WACS (World Association
of Chefs' Societies) cercando di ottenere sempre i massimi risultati. Possiamo dire, visto le ultime gare, che
ci stanno riuscendo con successo. Citiamo tra tanti il 1° posto assoluto agli
Internazionali d’Italia di Massa Carrara nel 2014 e nello stesso anno la
medaglia d’argento a squadre in Lussemburgo, classificandosi come migliore team italiano. Il Team Costa del
Cilento non è solo squadra, ma anche
associazione che è molto attiva nell’aggiornamento. Periodicamente organizza corsi con famosi chef
nazionali che, in genere, hanno come
tema la cucina creativa, menu degustazione, come cucinare il pesce, ecc.
Per informazioni sul team si può
Nella foto: i cuochi premiati
visitare il sito www.teamcostadelcilento.it o la pagina Facebook Team
Costa del Cilento o ancora
La ricetta
Carciofi nostrani al tonno
Ingredienti per 4 persone: 8 carciofi, 200 g di tonno sott’olio, 60 g
di capperi, 8 acciughe sott’olio, 1
spicchio d’aglio, prezzemolo, olio
extravergine d’oliva cilentano, il
succo di un limone, sale e pepe.
Preparazione: preparate i carciofi
tagliando le cime delle foglie più
esterne ed eliminando dalla base le
foglie più dure, immergendoli in
acqua e succo di limone per evitare
che possano ingiallire. In una cio-
S
cioè: “Scure, alta fermentazione, alto grado alcolico di
ispirazione
angloamericana”. Durante lo stesso
evento c’è stato anche
l’“Italian Low Gluten Beer
Award 2016”, concorso riservato alle birre italiane a
basso contenuto di glutine e
senza glutine, e anche qui c’è
stato un brillante 3° posto per
la “Blonde” del birrificio di
Enzo Serra. Non volendo ripetermi, come ho scritto in altre
occasioni, l’impegno, la passione e la professionalità pagano sempre. In più occasioni
il Birrificio dell’Aspide ha
avuto ampi consensi a livello
commerciale e mediatico. Ricordo che sulla guida delle
tola miscelate il tonno, i capperi, le
acciughe, aglio e prezzemolo tritati,
sale e pepe. Riempite il cuore di
ogni carciofo e poneteli in piedi in
una casseruola con un filo d'olio.
Aggiungete un bicchiere d'acqua e
cuoceteli a fuoco molto dolce finché risultino morbidi.
Vino consigliato: Paistom 2015,
Aglianico Rosato Paestum Igp, I
Vini del Cavaliere.
A Paestum, un corso
per assaggiatori di formaggio
A Rimini, premio “Birra dell’Anno”
per il Birrificio dell’Aspide
i è appena conclusa, a
Rimini, BEER ATTRACTION 2016,
evento internazionale organizzato da RIMINI FIERA dedicato alle specialità birrarie,
birre artigianali, tecnologie, attrezzature e materie prime. Tra
gli eventi in programma svettava per dimensioni e internazionalità il premio “Birra
dell´Anno”, il concorso organizzato da Unionbirrai con 64
giudici da tutto il mondo, dedicato alle migliori produzioni
artigianali italiane. Il premio,
giunto alla sua XI edizione, ha
riconosciuto le birre più meritevoli sull´intero territorio italiano. Le birre sono state
iscritte al concorso in 26 tipologie diverse. I giurati
hanno lavorato alla cieca,
ossia non erano a conoscenza del nome della
birra e del produttore. La
“Zarina”, birra prodotta
da Vincenzo Serra del
Birrificio dell’Aspide di
Roccadaspide, si è aggiudicato il titolo di
“Birra dell’Anno” nella
categoria numero 12, e
contattando Matteo Sangiovanni al
331 197 2221.
l prossimo 16 marzo,
parte all’Hotel Cerere
di Paestum, un nuovo
corso per assaggiatori di
formaggio. Il corso è organizzato dall’ONAF (Organizzazione
Nazionale
Assaggiatori Formaggi)
delegazione di Salerno.
Durante il percorso che
dura fino al 25 maggio
(esami), i corsisti tratteranno: tecnica di assaggio,
il latte, la microbiologia,
tecnologia casearia, i formaggi a pasta molle e caprini, tecnologia pasta
dura, formaggi a pasta filata, utilizzazione formaggi in cucina e
abbinamento vini, cultura
I
birre di Slow Food, che esce
con cadenza biennale, nell’ultima edizione del 2014, il birrificio rocchese fu premiato
con la Blonde come “Birra
Quotidiana” (birra di grande
qualità organolettica che ha
come caratteri principali equilibrio, semplicità e piacevolezza), e con la Gairloch come
“Grande Birra” (birra di assoluto valore organolettico, da
non perdere).
e normativa casearia.
Come vedete il corso è
ricco e interessante per argomenti e contenuti. Ad
ognuna delle 10 lezioni è
previsto l’assaggio di almeno 3 formaggi. I partecipanti
riceveranno
materiale didattico. Il
costo complessivo del
corso compresa l’iscrizione all’Onaf per il 2016
è di 290 euro (230 + 60
iscrizione Onaf). Orario
delle lezioni ore 18-20.
Per informazioni e iscrizioni, contattare Maria
Sarnataro,
Delegato
O.N.A.F. Salerno e Direttore del corso, 338 929
6146 – [email protected]