Zaia: è una tassa di scopo se arrivano 300 milioni la

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Transcript Zaia: è una tassa di scopo se arrivano 300 milioni la

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PRIMO
PPD
GRANDI OPERE
& Fisco
L’INTERVISTA
GLI AIUTI
Il governatore veneto:
«Da oggi al 31 dicembre
tutto può essere cambiato»
«Ho chiesto un contributo
al governo oppure la deroga
ai vincoli di bilancio»
Zaia:èunatassadiscopo
searrivano300milioni
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Alda Vanzan
VENEZIA
Presidente Luca Zaia, lei in
consiglio regionale del Veneto
ha detto che la manovra tributaria
con
l’applicazione
dell’addizionale Irpef per la
Pedemontana è “temporanea”. Temporanea quanto?
«Voglio dire che potrà anche
essere cancellata in qualsiasi
momento. Se qualcuno mi dà
subito i 300 milioni, sparisce del
tutto. Questa tassa di scopo è
finalizzata per il 95% per la
Pedemontana e gli obblighi imposti dal fiscal compact e per la
parte rimanente per far fronte ai
tagli statali di 44 milioni, che
diventano 1.062 milioni dal 2011
a oggi. Con quei tagli non riusciamo più a far fronte ai trasporti
locali e al sociale».
Si aspetta che qualcuno le dia
dei soldi?
«Io ho chiesto al governo del
presidente Gentiloni 200 milioni
di euro di contributo su questa
partita. Teniamo presente che la
Pedemontana è stata vigilata dal
governo. Se Roma mi dà i fondi o
mi dà una deroga sul fiscal
compact, la manovra decade. Lo
sapete, vero, cosa impone il
fiscal compact? Che se chiedo un mutuo di 300 milioni
devo avere un’entrata
analoga. Per questo si è
resa necessaria la manovra tributaria».
Perché l’ha definita
“prudenziale”?
«In qualsiasi bilancio basterebbe trovare copertura della rata annuale del
mutuo di 300 milioni per
Giovedì 9 marzo 2017
PIANO
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PREVISIONI
Con il mio piano
la Pedemontana
sarà finita
in tre anni
GOVERNATORE
Luca Zaia
circa 16 milioni e mezzo. Con il
fiscal compact sono necessarie
nuove entrate per 300 milioni.
Ho detto prudenziale perché ho
messo a posto le carte per andare dal notaio con lo scenario
peggiore».
Manovra “modificabile”. Teme che il consiglio regionale
gliela cambierà?
«Da qua al 31 dicembre, con
l’approvazione del bilancio 2018,
tutto può essere cambiato. Io al
consiglio regionale ho prospettato una soluzione. Se qualcuno ha
un’idea migliore, la presenti. Ma
teniamo presente che questa soluzione studiata dal board del
commissario straordinario Marco Corsini ha avuto il vaglio di
Palazzo Chigi, dell’Avvocatura
dello Stato, della Cassa depositi
e prestiti, di Bei, dell’Anticorruzione, della Corte dei conti. È
una proposta innovativa, una
soluzione che prevedendo il solo
pagamento del canone di disponibilità al concessionario mentre
la Regione incassa i pedaggi,
può fare da apripista per tutti i
project financing».
L’alternativa qual era?
«In presenza di un contratto
vecchio, un contenzioso infinito,
con i cantieri a rilento, l’opera
finita forse tra 10, 15 anni, i
3mila espropriati senza indennizzo, le ditte non pagate e molte
delle quali destinate a fallire.
Con la mia soluzione fra tre anni
la Pedemontana sarà finita, il
territorio non sarà devastato da
ωω
IL PASSATO
Nel ‘99 i sindaci
erano contrari:
così ora i costi
sono aumentati
cantieri abbandonati, potrà diventare una superstrada che funziona bene come la Cav».
Delle scelte passate cosa dice?
«Dico che qua si sono tutti
dimenticati di cos’è successo nel
1999. Conferenza dei servizi a
Castelfranco Veneto, assalto dei
comitati, intervento della forza
pubblica. Quella volta la Pedemontana la voleva fare e pagare
il Governo. Ministro era Nerio
Nesi. Sarebbe stata un’autostrada a due corsie per senso di
marcia con carreggiata di 25
IMPRESE E LAVORATORI
«L’Irpef? Un male necessario»
Da Zoppas alla Cisl, l’economia
apreallosblocca-Pedemontana
Ma Confartigianato: rimodulare il carico fiscale
INDUSTRIALE Matteo Zoppas
VENEZIA – Le categorie economiche (e
una fetta delle parti sociali) plaudono
allo sblocco della Pedemontana. L’addizionale Irpef viene vista dalle imprese
come un male necessario, di fronte
all’imprescindibile esigenza di completare l’infrastruttura. In prima fila c’è
Matteo Zoppas, presidente di Confindustria Veneto: «La cultura del “no” è uno
dei problemi principali del nostro Paese
e rischia di condannarci a un perenne
ritardo rispetto al resto del mondo. Ben
vengano, quindi, le manifestazioni di
una cultura diversa, che si traducono in
quella capacità di fare che noi imprenditori conosciamo bene e che vorremmo
vedere diventare patrimonio comune
della politica, come in questo caso». In
particolare gli Industriali apprezzano la
venga a completarla».
In linea sono anche i costruttori di
Ance Veneto, con il presidente Giovanni
Salmistrari: «Spiace che si sia dovuto far
ricorso alla reintroduzione dell’addizionale regionale Irpef, ma il Veneto ha la
necessità di veder conclusa la Pedemontana». Confagricoltura Veneto, attraverso il numero uno Lodovico Giustiniani,
osserva che «lasciarla incompiuta non
avrebbe senso e tornare indietro non
sarebbe comunque possibile». Confartigianato Veneto concorda sulla necessità,
ma esprime due perplessità: «Avremmo
trovato più corretto scaricare la maggior parte dei costi sui pedaggi e troviamo scorretto caricare il maggior onere
solo sul 20% della popolazione», dice il
presidente Agostino Bonomo.
rapidità con cui la Regione ha affrontato
la pratica dopo la fine della gestione
commissariale («Senza dubbio, un esempio di burocrazia virtuosa») e invitano a
guardare al lungo periodo («I benefici di
quest’opera saranno molto maggiori rispetto all’impegno richiesto oggi»). Una
visione condivisa dalle associazioni territoriali. Dice infatti Maria Cristina Piovesana (Unindustria Treviso): «La dobbiamo considerare come un’azione di responsabilità che la comunità veneta
compie per il proprio futuro». E Massimo Finco (Confindustria Padova) coglie
l’occasione per aprire la porta al referendum sull’autonomia: «Opera fondamentale, una soluzione andava trovata. Ma
un residuo fiscale di 18 miliardi è più
che sufficiente perché il governo inter-
ARTIGIANO Agostino Bonomo
CGIL Elena Di Gregorio
Più variegato è l’approccio dei sindacati. Se Elena Di Gregorio (Cgil Veneto)
contesta la destinazione della nuova
tassa «all’ennesima autostrada» invece
che «ai servizi sociosanitari», Onofrio
Rota (Cisl Veneto) ritiene che la proposta vada «discussa e valutata senza
pregiudizi e facili strumentalizzazioni»,
purché siano tutelati «i redditi bassi e le
famiglie disagiate» e venga garantita la
«trasparenza sul maggior gettito ottenuto». Furiosa è infine l’Associazione difesa consumatori, con il presidente Carlo
Garofolini: «Una decisione vergognosa e
ridicola. Non si possono mettere le mani
nelle tasche dei cittadini per un’arteria
che il 70% dei veneti non utilizzerà mai».
A.Pe.
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