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ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA
Giovedì 9 Marzo 2017
Da Vienna gli spioni d’Oltreoceano si trasferirono a Londra, e, in parte, a Francoforte
Chiude la villa delle spie Usa
Nel complesso di 4.782 mq operano gli agenti della Nsa
da Berlino
ROBERTO GIARDINA
G
li americani chiudono
la villa delle spie a
Vienna. E traslocano
a Londra (e agiscono
anche dal consolato di Francoforte, un edificio enorme). Naturalmente, negano che la bianca
costruzione a Plötzendorf, un
sobborgo della capitale, abbia
mai ospitato i loro agenti segreti. Vi era installato un innocente Open Source Center. Non si
sa che cosa vorranno fare: vendere, o ospitare qualche loro altra attività. Ma che nella villa,
un complesso di 4.782 metri
quadrati, fossero al lavoro gli
Spionen della Nsa, la National
security agency, lo sanno tutti
in città. Anzi, davanti ai suoi
cancelli faceva sosta uno dei
tanti giri turistici organizzati
«sulle tracce del Terzo Uomo»,
cioè un tour delle spie, dalla
ruota del Prater, dove Orson
Welles filosofeggiava sulle sorti del mondo, al ristorante del
Sacher, dove si incontravano
gli agenti prima e durante la
Grande Guerra.
La Cia, a quei tempi non
esisteva ancora la Nsa, si installò nella villa nel 1971, in
piena guerra fredda. La cortina di ferro passava a pochi
chilometri da Vienna, che era
la centrale di spionaggio per
l’Est Europa. Quando nel settembre del 2010, fu rivelato ufficialmente con oltre 40 anni
di ritardo l’indirizzo delle spie
a stelle e strisce, ci furono manifestazioni di protesta. Viennesi indignati presidiarono
l’ingresso della villa, mentre
l’ambasciata Usa smentiva: è
tutto un malinteso. Ma la Nsa
dal sobborgo per buoni borghesi di Plötzendorf controllava il
70 per cento delle conversazioni telefoniche.
Difficile che l’agenzia
americana abbandoni sul
serio Vienna. Il mondo dello spionaggio è cambiato da
quando la città era occupata
dagli alleati, come Berlino,
ma rimane sempre un centro
vitale per gli agenti segreti di
tutto il mondo. Lo ammette
il Verfassungsschutz, letteralmente l’ente per la difesa
pace i padroni di casa.
La villa delle spie a Vienna
della Costituzione, cioè il controspionaggio austriaco: «Il
nostro paese è oggi come ieri
uno spazio importante per i
servizi stranieri». A Vienna ci
si incontra per discutere di petrolio e di energia atomica. Si
guarda a Est, ma ancora più
a Sud, verso il Medio oriente.
Gli Spionen sarebbero tra i 2
mila e i 3 mila, stima Siegfried Beer, esperto di servizi
segreti dell’Università di Graz.
«Le agenzie di spionaggio sono
legate alla tradizione, spiega,
e non è cambiato molto dai
tempi della guerra fredda. La
mentalità non cambia». Negli
Usa, la Cia vuol mettere fuori
gioco Trump, e a Mosca comanda Putin, ex agente del
Kgb. Un altro dei vantaggi di
Vienna è che, secondo una legge approvata nel 1956, lo spionaggio non è punibile, almeno
che non sia rivolto contro l’Austria: cioè, venite pure, fatevi la
guerra fra di voi, ma lasciate in
Grazie alla sua posizione
geografica, Vienna è stata
una capitale delle spie fin dagli
Asburgo. I nazisti la scelsero
come punto ideale di osservazione per i Balcani e per il
Mediterraneo. Dopo l’ultima
guerra, insieme con Berlino,
divenne il centro della guerra
delle ombre, come amano dire i
romanzieri. E adesso ospita diversi uffici delle Nazioni Unite.
Gli americani si sono continuati a comportare come se «Vienna fosse sempre cosa loro».
Nel 2004, gli agenti della Cia
hanno tenuto sotto controllo la
filiale di una banca nordcoreana in modo così sfacciato che
gli austriaci sono stati costretti
a invitarli a lasciare l’Austria.
Almeno, salvare le apparenze. «Gli agenti segreti amano
l’atmosfera di Vienna, conclude con ironia Beer, tanto che
decidono di rimanervi anche
quando vanno in pensione».
Il walzer e la Wienerschnitzel
sono più piacevoli della cucina
londinese.
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IL 30% È CONTRARIO ALLA PARTECIPAZIONE FEMMINILE IN POLITICA
LOTTA FRA DUE MOTORI DI RICERCA CINESI
La maggioranza dei russi non vuole
una donna a capo del Cremlino
Qihoo fa concorrenza
all’egemone Baidu
DI
MAICOL MERCURIALI
U
n presidente donna? No, grazie.
Per oltre la metà dei russi la guida
della Federazione deve continuare
a essere saldamente in mano a un
uomo. Vladimir Putin incarna il ruolo del
leader e ai russi sta più che bene: la partecipazione alla politica, per un 30% dei cittadini,
deve essere un affare da uomini, una percentuale in crescita di dieci punti rispetto allo
scorso anno.
Questi dati emergono da un recente
sondaggio del Levada
Center e mettono in risalto una certa ritrosia
nel popolo russo ad accettare le donne in posizioni di potere, con un
peggioramento vistoso
nell’accettare politici
donne.
mondo del lavoro, secondo il 48% dei russi gli
uomini hanno più opportunità di far carriera,
mentre per il 41% le chance sono uguali tra
uomini e donne.
Ma quali sono le donne più attive e
influenti nella politica russa? Nel governo di Dmitri Medvedev ci sono tre donne
ministro: Olga Golodets, vice premier con
delega al sociale; Olga Vasilyeva, a capo del
dicastero dell’educazione e della scienza; e poi
il ministro della salute, Veronika Skvortsova. Nella squadra di governo, volto noto in Occidente, c’è poi Maria
Zakharova, portavoce
del ministro degli esteri
Sergei Lavrov.
Passando al parlamento, troviamo Valentina Matviyenko,
ex ministro del lavoro
e governatrice di San
Pietroburgo, è la presidente del consiglio
federale e personaggio
Scendendo nel detpolitico molto influente.
taglio del sondaggio,
Emilia Slabunova
Alla Duma ha acquisito
alla domanda sulla partecipazione delle donne alla vita politica del ulteriore notorietà la campionessa olimpica
paese, questa viene approvata dal 66% del Alina Kabayeva.
Nel mondo economico come non citare Elvicampione, contro un 77% dello scorso anno.
Chi si oppone, come detto, è al 30% rispetto ra Nabiullina, la prima donna a capo della
al 20 del 2016. Passando poi alla domanda sul Banca centrale russa. La figlia del ministro
futuro presidente della Russia, nei prossimi della difesa Sergei Shoygu, Yulia, è la diret10-15 anni, tanto per non andare in conflitto trice del centro di emergenza psicologica ed è
con Putin, il 54% del campione dichiara di vicepresidente della Società russa di psicolonon volere una rappresentante del gentil ses- gia. Sul fronte dell’opposizione, invece, Emiso come prima carica dello Stato, mentre dà lia Slabunova, leader del partito Yabloko,
potrebbe essere una delle sfidanti di Putin
una risposta affermativa il 33% dei russi.
nelle elezioni presidenziali del 2018.
Per quanto riguarda le opportunità nel
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DI
GIOVANNI GALLI
I
l principale motore di ricerca cinese, l’egemone Baidu,
vuole frenare la concorrenza del rivale Qihoo 360, che
lo tallona al secondo posto ed è diventato sempre più ingombrante dopo che negli ultimi cinque anni è riuscito a
ritagliarsi una solida quota di mercato pari al 35%; 30% secondo gli analisti. Una posizione considerevole, comunque, in un
settore dove le entrate pubblicitarie sul web sono stimate a più
di 92 miliardi di yuans (12,58
miliardi di euro) nel 2016,
con la prospettiva di arrivare a 135 miliardi nel 2018,
secondo i dati della società
iResearch, ripresi dal quotidiano francese Le Monde. Per
aumentare i propri internauti Qihoo si è sviluppato anche
nelle applicazioni streaming,
per la diffusione di video in
diretta, molto di moda oggi in
Cina. Inoltre, attraverso i propri servizi, la società si vanta di
essere l’unica in Cina a conoscere le abitudini di 800 milioni
di utilizzatori. Nel 2015, le entrate sarebbero arrivate a 7,7
miliardi di yuan (10,57 mld di euro), lontano rispetto ai 66,4
mld (91,1 mld di euro) di Baidu.
Qihoo, società nata nel 2005, ha costruito la propria
reputazione nel paese grazie al suo sistema antivirus. Ma
è nel 2012 che ha lanciato il proprio motore di ricerca, dodici
anni dopo Baidu, monopolista nel mercato cinese dopo il ritiro
di Google nel 2010. Inoltre, Qihoo ha potuto beneficiare del colpo negativo all’immagine di Baidu in conseguenza della morte
di un giovane malato di cancro che aveva fatto ricorso a un
trattamento evidenziato dal motore di ricerca. Una notizia che
ha fatto molto rumore in Cina. Qihoo è cresciuta anche nella
telefonia mobile e nell’internet delle cose e ha puntato sulle
applicazioni Android sviluppando un proprio magazzino di
applicazioni per smartphone, giochi in particolare, il secondo
più redditizio della Cina, secondo Bloomberg, che oggi incide
per il 40% delle sue entrate.
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